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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ricerca di concordanze

Alice

nautoretestoannoconcordanza
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Aprile 2006 ¶ Dal diario di Alice ¶ Stanotte ho sognato l
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fai. Lo darò ad Alice e insieme lo metterete
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un’idea. Chiamo subito Alice, così le faccio gli
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radiano dall’albo”, pensò Alice. Si alzò dalla sedia
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stesso. Era come se Alice gli stesse gettando una
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autonomo, almeno nella comunicazione. Alice fu d’accordo. E
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sempre. Tuttavia, quel pomeriggio, Alice decise di riappropriarsi in
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Così va meglio, vero?». ¶ Alice aveva ventisette anni, un
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erano comuni. Erano speciali. Alice era speciale, lo era
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fatiche di sempre. Annichilenti. Alice si limitò a proporgli
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corrodeva la sua sensibilità. Alice estrasse dalla sua cartellina
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Erano come nel disegno. Alice? ¶ «Dimmi Pietro». ¶ Perché fa
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il pene di Luca. Alice pensò che strutturare anche
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quando vai in bagno». ¶ Alice non trovò brillante la
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violento con se stesso. ¶ Alice gli prese bruscamente i
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epilettica. Ma stava migliorando. Alice inspirò ed espirò profondamente
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il tempo, Pietro?» ¶ «Sì». ¶ Alice annuì. Pensò la stessa
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Pietro riprendeva ad agitarsi. Alice lo calmò pronunciando per
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così. Hai ragione, Pietro». ¶ Alice osservò ancora il disegno
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feroci reazioni di Pietro; Alice promise di raggiungerli il
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è stato il vecchio. ¶ Alice si alzò istintivamente dalla
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darle i brividi... ma Alice si ripeteva che tutto
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rigorosamente verdi. Per questo Alice stava perdendo la pazienza
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è stato il vecchio. ¶ Alice soffocò il primo vero
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la conclusione a cui Alice decise di rassegnarsi. Pietro
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alzarsi e a uscire. Alice lo chiamò, gli chiese
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chiave. ¶ A quel punto Alice decise di farsi un
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dietro». ¶ «Per favore Dario...». ¶ Alice frugò nel suo guardaroba
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Ok, ok Dario. Pausa». ¶ Alice si ricordò quanto desiderasse
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dentista, ok?». ¶ Dario annuì, Alice gli scompigliò i capelli
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favore, mi apri?». ¶ Silenzio. Alice cercò di guardare dalla
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porta. La voce di Alice pareva scivolargli addosso, sembrava
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per cinquantaquattro minuti. ¶ Alle 11:30 Alice si era quasi appisolata
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Camminò verso la cucina. Alice lo seguì e guardò
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chiuse in nessun posto. Alice giocò a shangai con
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consecutive. L’autostima di Alice subì anche in quel
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mercoledì e il venerdì, Alice lo aspettava a casa
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Perché non le capiva. Alice stava sempre molto attenta
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e non capiva perché Alice trovasse la cosa divertente
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spalancati e morti guardano Alice. Le loro bocche hanno
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Lucrezia! L’hai dimenticata?!». ¶ Alice si svegliò. ¶ Aveva dimenticato
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Le mattonelle erano gelate, Alice attraversò il corridoio con
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rappresentato. A quel qualcosa Alice ricordava di avere già
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ci metteva una vita. Alice si mordeva il labbro
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mostrò la sua faccia, Alice sulle spalle di Stefano
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acque del Tirreno. Sorridenti. ¶ Alice cliccò su Firefox, si
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maggio 2006 ¶ Dal diario di Alice ¶ Ricordo il colore del
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il 5 e il 6 maggio 2006 ¶ Alice e Stefano ¶ «Che c
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è? Cos’è successo?». ¶ Alice sembrava uno scricciolo. Le
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Ma i singhiozzi di Alice sì. ¶ «Ho fatto un
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davanti al computer, con Alice fra le braccia. ¶ «Me
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altri». ¶ La voce di Alice era stata troppo simile
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Sentiva il cuore di Alice battere più regolare. Le
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Hai voglia di raccontarmelo?». ¶ Alice nascose il viso contro
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introduci meglio la storia». ¶ Alice si girò per cercare
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completamente al Vostro servizio». ¶ Alice aveva smesso di singhiozzare
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voce profonda, quasi spettrale. Alice si accigliò un istante
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personaggi». ¶ Nella mente di Alice il viso di Lucrezia
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un baratro nel cuore. ¶ Alice sgranò gli occhi. Solo
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sovrapposto a quel viso. ¶ Alice riprese a singhiozzare. Stefano
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maggio 2006 ¶ Dal diario di Alice ¶ Qualcosa mi preme nella
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pulsione umana. ¶ 6 maggio 2006, ore 12:45 ¶ Alice ricorda ¶ Alice e Stefano
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maggio 2006, ore 12:45 ¶ Alice ricorda ¶ Alice e Stefano erano stati
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colazione. ¶ Il telefono insisteva. ¶ Alice si era arresa all
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le pulsazioni il cuore. Alice sentiva freddo, come se
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Chi era?». ¶ Nessuna risposta. ¶ «Alice, chi era?». ¶ Silenzio tombale
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Stefano sul collo di Alice, gelido. ¶ Nessun movimento. ¶ «Alice
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Alice, gelido. ¶ Nessun movimento. ¶ «Alice, si può sapere chi
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porta. ¶ «Vado a chiamare Alice». ¶ *** ¶ Aveva guidato Stefano. Il
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blackout nella mente di Alice era svanito. Il terrore
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mettendoglielo sotto il naso. ¶ Alice lo strinse. Lo guardò
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di Lucrezia, a deturparlo. ¶ «Alice». ¶ «Lui... lui... è...». ¶ Stefano
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io non ricordo», sussurrò Alice. «Devi aiutarmi Stefano. Io
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devi farlo mai più». ¶ «Alice! Cominciamo il dettato...», grida
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sta», le sussurra Lucrezia. ¶ Alice le fa la lingua
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ha sentita. ¶ «Tieni», dice Alice, in piedi di fianco
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Chi è?», gli domanda Alice, mentre fissa curiosa lo
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con l’astuccio. ¶ «...Nessuno». ¶ Alice fa spallucce e se
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maggio 2006 ¶ Dal diario di Alice ¶ Stanotte ho sognato conigli
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cibo: rosso. ¶ «Lascia stare, Alice. Davvero. La tana del
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Fatti la tua vita, Alice. Davvero». ¶ Poi ho visto
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Era umano. ¶ «Lascia stare, Alice. Davvero. Altrimenti ti farai
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bisogno di uno psichiatra». ¶ Alice si tirò le coperte
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vita, ciclicità travolgente. E Alice, a un passo dal
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Ponte di Tiberio, tremava. ¶ «Alice, che c’è?» ¶ «Ci
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a brillare troppo forte, Alice deglutì, il volto teso
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Lasciale andare, quelle lacrime». ¶ Alice pianse. ¶ Fu quando si
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dalla sua spalla che Alice vide. La mente sobbalzò
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si voltò di scatto, Alice era pallida, gli occhi
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ruggine, le mani di Alice vi scorrevano sopra piano
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e il cuore di Alice avevano vomitato fuori una
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era trovare buone domande. ¶ «Alice... i conigli sono animaletti
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Dov’è il quarto?! ¶ Alice si voltò di scatto
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oh, sì, era piena! Alice sibilò, sibilò da far
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d’erba. Lucrezia rideva. Alice guardò il sole. ¶ «Mi
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Tic... ¶ Lo sguardo di Alice precipitò dal sole: vide
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bastone. ¶ «Ciao, care...». ¶ Freddo. Alice sentì freddo. Si guardò
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Denny Possenti. ¶ «...Ciao...», sussurrò Alice. ¶ Lucrezia si girò. Le
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saprete chi è Denny...». ¶ Alice alzò incerta il dito
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soffriva. E bramava. ¶ «Brava Alice, quello laggiù è proprio
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a casa, signore...». ¶ Chiese Alice con le labbra tremanti
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È già emerso tantissimo, Alice. Stai andando forte, davvero
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disegnato, il vecchio. Eccome. Alice lo aveva visto quel
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mente per vacillare dentro. ¶ «Alice... vuoi che andiamo alla
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Denny». ¶ «Devo trovarlo». ¶ «Ma, Alice...». ¶ «Lui ha visto, lui
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Devo saperne di più». ¶ Alice prese a camminare. Stefano
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lungo». ¶ Sorrisero. Stefano di Alice amava il pacchetto completo
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pacchetto completo, impulsività inclusa. ¶ «Alice, ascolta, ti ricordi Marzia
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ascolta, ti ricordi Marzia?». ¶ Alice strattonò via il braccio
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cedere alle sue provocazioni. ¶ «Alice... Marzia è maresciallo...». ¶ «Piacere
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maresciallo...». ¶ «Piacere. Io sono Alice l’educatrice. Altro?» ¶ «Sì
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l’educatrice. Altro?» ¶ «Sì, Alice. Se in quella tua
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porterebbero a brillanti associazioni...». ¶ Alice li fece girare, gli
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decisamente lugubre. Non che Alice si aspettasse di trovare
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coerente in quel ragionamento, Alice lo sapeva. È che
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Marzia era proprio donna. Alice cercò di immaginarsela seduta
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Accidenti. ¶ «Marzia, lei è Alice...». ¶ Stefano continuava a grattarsi
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già conosciute». ¶ «Già», fece Alice. ¶ «...». ¶ «Sedetevi». ¶ Si sedettero. ¶ «A
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visita?» ¶ «Ecco lei...». ¶ E Alice si ricordò a cosa
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notò il seno di Alice, lievemente cadente. ¶ Poi Alice
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Alice, lievemente cadente. ¶ Poi Alice parlò di omicidi. ¶ E
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la prima volta. ¶ «Senti Alice, se tu mi parli
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potresti comunicare; voglio dire, Alice era una sua vecchia
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Io me ne vado». ¶ Alice scattò in piedi. ¶ «Va
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in piedi. ¶ «Va bene Alice, aspettami fuori, ok?». ¶ Lo
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Arrivo subito. Fidati, ok?». ¶ Alice uscì. Senza salutare. ¶ «Simpatica
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Non ho mai visto Alice così...». ¶ E le raccontò
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resto. ¶ «Credo che se Alice potesse incontrare Denny Possenti
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sulla guancia. E raggiunse Alice in corridoio, seduta e
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e mogia. ¶ «È fatta, Alice, ce lo dirà». ¶ «E
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ultimi omicidi. Riguardo ad Alice, mi dispiace. Forse può
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effettuare la terza telefonata: Alice. ¶ *** ¶ Reggio Emilia era un
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le aveva fatte lì. Alice lo aveva studiato. Eppure
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lui?», chiese l’infermiera. Alice annuì mentre camminavano lungo
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bastarono dieci. ¶ «...Denny...», biascicò Alice, la lingua sembrava esserle
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smunto. ¶ Però era Denny. Alice ne era certa. Era
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si parò davanti ad Alice, per proteggerla. Ma Denny
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mani; fu allora che Alice le vide. Le dita
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dolore ai lombi: orrore. Alice prese a tremare, sentì
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passa orrore e pianto». ¶ Alice indietreggiò di un passo
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Denny si scagliò contro Alice. Stefano gli fu addosso
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scelse, andò e uccise!». ¶ Alice piangeva, lacrime bollenti le
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friabile: invece era fossile. Alice osservava il perimetro della
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da lì era escluso. ¶ Alice provò a girare intorno
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strisciò fra l’erba. Alice ne vide la coda
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in due, ok?», propose Alice. ¶ «Sei meravigliosa, lo sai
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la fermò. Lui e Alice restarono fermi, immobili. Non
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schiene. Sembrava bagnato. ¶ «Merda, Alice. Hai visto che bestia
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piccolo della famiglia. Cazzo!». ¶ Alice non riusciva a parlare
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della casa. ¶ «Dove vai?!». Alice gli corse dietro. La
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Sto cercando un bastone, Alice, qualcosa che gli assomigli
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sulla strada. ¶ «E brava Alice». ¶ Stefano lo afferrò, l
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posto». ¶ “Tutto a posto...”. ¶ Alice entrò. ¶ «Tutto questo è
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lui ti vede...», sussurrò Alice. ¶ Stefano si voltò. ¶ «Complimenti
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genitori di Denny...», sussurrò Alice. ¶ Rumore di cocci calpestati
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a olio», rispose pronta Alice. Dipingere le piaceva. Una
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mano sulla maniglia. ¶ «Aspetta», Alice gliela tolse. ¶ «Che c
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le lasciò il passo. Alice annuì. La sua mano
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un poster. ¶ Un quadro. ¶ «Alice...». ¶ Stefano indicò la scrivania
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qui per questo...». ¶ Ma Alice piangeva. ¶ «Che ti prende
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il bastone. ¶ «Cos’è?». Alice lo sentiva ancora: il
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camminarono verso la porta. ¶ Alice urlò. ¶ Era nero come
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lordo. Stefano tremò disgustato. Alice blindò lo stomaco. ¶ «Andiamo
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Villa Maria di Rimini ¶ Alice bussò alla stanza numero
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l’angolo del soffitto. ¶ Alice si avvicinò silenziosa al
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Proprio come lui”, pensò Alice. ¶ «Ciao Pietro...». ¶ Pietro serrò
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davvero. Non volevo svegliarla». ¶ «Alice... no, no, figurati. Non
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la mano alla fronte. ¶ «Alice... Pietro non è più
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considerato un testimone...». ¶ «Ma...». ¶ «Alice, col disegno che Pietro
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Simili come mai prima. ¶ Alice si avvicinò a Pietro
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Ma smisero di serrare. Alice si guardò bene dallo
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ritratto. Pietro avrebbe serrato. Alice, con delicatezza, prese il
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delicatezza, prese il foglio. ¶ Alice lo guardò. ¶ Ancora lui
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Che devasta e scompare. Alice vide il viso di
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l’Uomo dei Sogni. Alice vacillò. L’Uomo dei
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altra scusa. E con Alice al seguito andò a
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porta del primario. ¶ «Avanti». ¶ Alice si fiondò dentro, sibilò
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calmi e si sieda». ¶ Alice non si calmò e
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afferrò il foglio che Alice aveva sbattuto sulla scrivania
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commissariato. ¶ *** ¶ Alle 22:00 in punto Alice spense la luce. Era
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rosso. Le gambe di Alice erano radicate al suolo
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le stesse nubi che Alice osservava scontrarsi nel cielo
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nubi... sopra le nubi Alice vide Lucrezia e Dario
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Fatti la tua vita, Alice, lascia stare. Altrimenti ti
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braccio grondante alle fauci, Alice vide che ora l
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a casa, signore...», chiese Alice con labbra tremanti e
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Non lo voleva. Ad Alice no, ne era certo
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Lucrezia, si voltò verso Alice. Fu allora che Denny
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gridò. ¶ «No! Lei noooo!». ¶ Alice si voltò e vide
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mosse. Andò alla finestra. Alice era ancora là. Svenuta
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stata più seria», rispose Alice schiacciando il piede sull
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sul collo. ¶ «Fottuti insetti». ¶ Alice non sembrava farci caso
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Facciamo in fretta», suggerì Alice, e gli camminò avanti
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le illuminò il cammino. ¶ Alice abbassò la maniglia. ¶ 9 maggio
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rimase protetto dalla porta. Alice avanzò di due passi
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in un ghigno mefistofelico. Alice lo riconobbe, la memoria
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Senza possibilità di appello. ¶ Alice non lo sentì urlare
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ogni tormento...”. ¶ 9 maggio 2006, ore 23:37 ¶ Alice non riusciva a muoversi
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l’anima. Aveva braccia Alice, e gambe. Ma questo
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problemi, non trovi, cara?». ¶ Alice vedeva nero. Non vedeva
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le colava sulla giacca. Alice poteva sentirle quelle parole
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quel che è peggio, Alice non si accorse di
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qualcosa era il quadro. Alice smise di vedere nero
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smise di vedere nero. Alice ora vedeva dentro la
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Il suo sguardo cercò Alice: illesa. Gli occhi di
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dei conti ¶ Quella notte Alice e Stefano fecero l
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sparì di nuovo, sopraffatto. Alice e Stefano: due anime
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mattina del secondo giorno Alice si slacciò dall’abbraccio
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a lei. Mi chiamo Alice Di Pardo, avrei bisogno
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macchina fu teso. Né Alice né Stefano osarono spezzare
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coerente nella sua bruttura. Alice e Stefano erano gli
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psichiatrico si incamminò verso Alice, non le aveva tolto
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Cosa intende dire?», chiese Alice col cuore che calciava
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fronte due stracci ora: Alice e Stefano, cerei. ¶ «Mi
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salvato la vita ad Alice per la seconda volta
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il prezzo più alto. Alice e Stefano lo sapevano
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e Stefano lo sapevano. Alice ricordò l’Uomo dei
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dell’universo. E poi Alice lo aveva sentito: «Noi
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usato il noi. E Alice lo sapeva: lui e
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non fossero stati adulti. ¶ «Alice?» ¶ «Mmm». ¶ Stefano aveva deciso
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una cosa sola», rispose Alice. ¶ Questa volta Stefano si
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e Denny, intendo», precisò Alice. ¶ Lo sguardo di Stefano
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di una posizione diversa. Alice lo fissava, e si
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al sole, prosciugata. Salutò Alice con un debole cenno
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e accese la TV. ¶ Alice quasi non se ne
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posto del viso. Ma Alice continuava a vedere le
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anima. La mente di Alice proseguì, sapeva farlo. La
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era concentrata sul fiume. Alice invece scartò a sinistra
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dall’angolo del soffitto. Alice urlò perché con gli
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le raschiò la gola. ¶ Alice non proferì parola, sentì
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quindici minuti!», aveva urlato Alice. Poi gli aveva chiuso
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macchina sgommando via. ¶ Intanto Alice aspettava. Da quindici minuti
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si stava facendo buio. Alice lo sapeva. Bisognava fare
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gli rode il cervello: Alice – sola – al parco. Stefano
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è nero. Senza suono. ¶ *** ¶ Alice è stanca di aspettare
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regno. Non è sicuro. ¶ Alice entra. ¶ Nella stramaledetta casa
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entra. ¶ Nella stramaledetta casa. ¶ Alice percorre il corridoio lurido
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percorre il corridoio lurido. ¶ Alice entra nell’ultima infernale
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se lo lavorano bene. Alice deglutisce, la manica della
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cocci alla finestra. E Alice ricade in quel torpore
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va persa: bisogna guardare, Alice lo sa. Guarda il
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verdi inchiodate alla tela, Alice non può non guardare
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può non guardare. E Alice guarda. La bidimensionalità si
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conigli non hanno artigli. Alice lo sa. Nemmeno zanne
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resta di Marco Pulazzi. Alice lo sa: è Marco
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dei Sogni. ¶ Il Divoratore. ¶ Alice non sa che potrebbe
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che potrebbe scappare. Quindi Alice non può scappare. Alice
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Alice non può scappare. Alice resta. Fissando negli occhi
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secchi spalancati al cielo. Alice ha freddo, un fottuto
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sotto lastre di terrore, Alice non può nulla. E
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con dentro le barche. ¶ Alice ha perso lucidità. ¶ Alice
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Alice ha perso lucidità. ¶ Alice crede. Nel mondo chiuso
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strano: sanguinano. Ma ad Alice sembra normale. ¶ “È l
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sul fondo del fiume. Alice vede il mondo dal
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mondo a essersi alzato. Alice ha sette anni e
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Lucrezia. E sorride. Zanne. ¶ Alice questa volta vede se
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non posso vedermi”. ¶ Peso. Alice sente il proprio corpo
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chiuso dentro la bottiglia. Alice lo sa. Perché è
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guarda, guardami dentro!». ¶ Stordimento. Alice non sa se il
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che uncinano il sogno. Alice riapre gli occhi e
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voci frustano i timpani. ¶ Alice pattina sul confine. Lucidità
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la coda di fuoco, Alice ci si aggrappa, si
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dalla mente di Denny». ¶ Alice non sa a che
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bluff si perde. Tutto. Alice gioca. ¶ Non guardarlo, non
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le gronda dalla schiena. Alice si avvicina. Fissa l
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deforma in un ringhio, Alice urla. Poi articola il
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Ancora immobile. Ancora finto. ¶ Alice si volta verso il
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tranciare. ¶ È tutto chiaro. Alice avanza, il bastone di
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Bastone contro bastone”, pensa Alice mentre lo brandisce in
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nubi pisciano nero, gravide. Alice le fa abortire. Fiumi
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venire voglia di piangere. Alice sente le gambe tremare
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attimi. Poi un conato. ¶ Alice non lo sa cos
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di Stefano tubi. ¶ Per Alice sono come serpenti: gli
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è terminato, mi dispiace...». ¶ Alice si alza dalla sedia
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sempre in piedi. E Alice se ne va. ¶ C
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soffitto ha quattro angoli. ¶ Alice si siede sul bordo
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del letto. Nessuna reazione. ¶ Alice prende tempo. Conviene pensare
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ectoplasma, alla materializzazione, cazzo Alice, ai Poltergeist!, alla teleplastia
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Ma non era così... Alice ne era certa. ¶ Per
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di ufo, di paranormale. ¶ Alice invece ne era certa
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era solo un bambino. ¶ Alice pensava ai mille conflitti
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Il peso dell’infinito. Alice lo sente, le spezza
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che squassano il quotidiano. Alice quel vuoto abbacinante lo
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Ah, sì?» ¶ «Sì». ¶ «Sentiamo». ¶ «Alice quarta D, ti dice
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tu? Ecco, vedi? Dico Alice quarta D e tu
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della mia classe, dài... Alice, Veronica e Francesca...». ¶ Estefan
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e si sente come Alice nel paese delle meraviglie
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eccole! Muoviti! Ho visto Alice, sono al bar!». ¶ Alice
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Alice, sono al bar!». ¶ Alice. ¶ Mentre le cammina incontro
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deve piacere il genere. ¶ Alice è alternativa, gnocca e
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serva più a molto. ¶ Alice non ha le tette
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anni senza sbadigliare mai. Alice è sexy. Ha stile
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Ha tante piccole cose Alice, tutte particolari, che non
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porge la mano ad Alice, la guarda negli occhi
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stato fossile. ¶ Estefan e Alice riescono a mescolare fluidi
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col rock, Estefan guarda Alice e sente di dovere
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guarda. ¶ Lo guarda anche Alice, in modo indecifrabile e
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fa molto interessante, pensa. Alice resta in silenzio. ¶ «Ho
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vederli». ¶ Gli occhi di Alice gli scavano dentro. Irriverenti
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roll. ¶ * * * ¶ La 500 blu di Alice profuma di tempere e
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Le dita bianche di Alice scartano leggere il foglio
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prende ai lati, attento. Alice accende le luci anteriori
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leggere, così leggere che Alice tace. Sono mani che
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Morire sulle labbra di Alice, in un vortice di
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Mi è piaciuto», dice Alice. ¶ «Non volevo rappresentare niente
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quando penetrano e assaltano. ¶ Alice sente il suo odore
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Estefan vuole mescolarsi con Alice, vuole sentirla, vuole impiastricciare
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pazzo. ¶ «Dipingimi». ¶ «Come?» ¶ «Dipingimi». ¶ Alice ride isterica. Estefan l
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Voglio che mi dipingi». ¶ Alice si trova a baciarlo
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Che si fa?», chiede Alice ¶ «Si scende e si
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macchina, che ne dici?». ¶ Alice svuota la borsa: portafogli
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fischio assordante della musica, Alice guarda Estefan muoversi nel
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Ok un cazzo, pensa Alice. Poi pensa che sì
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da rugby. ¶ «Fammi chiamare Alice, hai un cellulare?», gli
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sul fiume, Estefan e Alice guardano l’acqua: uno
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spurga dalle larve e Alice si gratta senza tregua
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lingua e la stringe. Alice vorrebbe uno stargate al
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Dipingimi». ¶ Le mani di Alice tremano mentre gli solleva
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dice. Estefan si sdraia. ¶ Alice estrae dalla borsa i
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paura. ¶ Il dito di Alice sale allo sterno. Un
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alle sue dita dentro Alice, dentro all’umido di
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punta e la colora. ¶ Alice lo guarda. Guarda il
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adesso». ¶ «In che senso?». ¶ Alice lo guarda interdetta, un
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mani sfilano. ¶ Nessuna parola. Alice lo guarda e non
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sotto le labbra di Alice traccia una linea retta
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campi iridescenti. ¶ Estefan e Alice non possono sentire i
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in cui Estefan scuote Alice e la strappa al
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Bisogno di zero spiegazioni. Alice apre appena le palpebre
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puro panico. ¶ «Oh cazzocazzocazzo!». Alice raccoglie alla meno peggio
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inizia a camminare nuda. ¶ «Alice!». ¶ «Mi ammazzano». ¶ «Alice!». ¶ «Che
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nuda. ¶ «Alice!». ¶ «Mi ammazzano». ¶ «Alice!». ¶ «Che c’è?!». ¶ «Sei
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sale, la fissa contento. Alice lo vede e si
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venticinque su quello di Alice. Da casa dei rispettivi
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cazzocazzocazzo!». Il loop di Alice è sempre quello. Quello
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primo: chiamare Martino. ¶ «Deficiente, Alice è con te?». È
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ma i genitori di Alice hanno dato di matto
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ma cos’è successo?» ¶ «Alice doveva rientrare alle due
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al pronto soccorso?!» ¶ «Ocazzoocazzoocazzo!». Alice. Il suo mantra preferito
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sgommando. Le dita di Alice premono nervose i tasti
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parcheggio la domanda di Alice arriva puntuale, triste. ¶ «Mi
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chiami?» ¶ «Sì». ¶ Estefan scende, Alice non parte. Lo guarda
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Te la sei fatta Alice? Sì o no?» ¶ «Sì
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proprio bene. ¶ «Raccontami di Alice». Martino interrompe il suo
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di pensiero. Raccontargli di Alice, sì. Estefan racconta. Tutto
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chiamato i genitori di Alice. Chi è? Era con
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bene». ¶ «I genitori di Alice hanno detto che era
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in giro». ¶ «Ero con Alice, prima. Poi ho raggiunto
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Le venne in mente Alice, precipitata nella tana del
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nella tana del Bianconiglio. Alice, il Bianconiglio, non se