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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Domenico di Giovanni, [Sonetti], 1449?

concordanze di «A»

nautoretestoannoconcordanza
1
1449
dove che sia, ¶ Ch'a Firenze n'è fatto
2
1449
Per mio consiglio vadino a Barbialla, ¶ E tutti col
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1449
su la spalla. ¶ CLIII ¶ A STEFANO NELLI. ¶ Voi dovete
4
1449
certo, che vi venne a rivedere. ¶ Credo Amerigo, per
5
1449
volte dièmmi quell'Anguilla a rocchi, ¶ Che Ternasso ti
6
1449
gola in giù fino a i ginocchi ¶ Tutto di
7
1449
andò Pier del Cappellina à Quinto, ¶ Con viso acerbo
8
1449
Agli. ¶ E poi squartato a code di cavagli, ¶ Chi
9
1449
suo procinto, ¶ E Setanasso a oncia, a oncia il
10
1449
E Setanasso a oncia, a oncia il tagli: ¶ Poi
11
1449
sembianza, ¶ E poi ritorni a simile martoro: ¶ Così eterna
12
1449
Vannino ¶ In Atene, ove a studio fu mandato; ¶ E
13
1449
che strazio. ¶ CLVIII ¶ Demo a Venesia sei cappuzzi al
14
1449
ch'io mi condussi a tale, ¶ Che 'n tutta
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1449
tornerebbon colle doglie. ¶ Credi a me, che son medico
16
1449
torni pel Frignano, ¶ Presso a Monte ritondo, e da
17
1449
graticola ¶ Lo stentar tanto a torto mi rincresce; ¶ L
18
1449
la Zolfa ¶ Per madre a un minor fratel di
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1449
la scala di notte a lei furare ¶ Due cuffie
20
1449
cuffie poste al bujo a rasciugare. ¶ CLXII ¶ Son medico
21
1449
micolin di Muggine, ¶ Ch'a un bollor nel pentolin
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1449
più le scortico. ¶ CLXIV ¶ A FRANCESCO ALBERTI. ¶ Compar: s
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1449
e ti dilibri, ¶ Difficile a me, rozzo e maestrevole
24
1449
e maestrevole: ¶ So ch'a te fia agevole: ¶ Che
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1449
Tien nostra Signoria sotto a' suoi piedi; ¶ O trionfal
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1449
vota sempre, ed empie a Marco il seno: ¶ Costui
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1449
è già il Bucintoro ¶ A Chioggia per levar lui
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1449
pregiata ¶ Donzella de' Guasconi, a mezzo Maggio; ¶ Sicchè si
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1449
che l'hanno infino a quì pagata; ¶ Il Turco
30
1449
del Monna ¶ Furon tarpati a lire trentasei ¶ Per far
31
1449
E fallirieno i Bichi a mano, a mano, ¶ Dando
32
1449
i Bichi a mano, a mano, ¶ Dando a vendere
33
1449
mano, a mano, ¶ Dando a vendere sempre a mezzo
34
1449
Dando a vendere sempre a mezzo il grano, ¶ Come
35
1449
ser Giovanni, avvisato. ¶ Leghiamo a i piè dell'Asino
36
1449
Via, per numeri, drizza a vera stima. ¶ E la
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1449
suo fuoco accese ¶ Dante a cantare i tristi, e
38
1449
Nostro Boccaccio, che fingendo a caso ¶ Dona al suo
39
1449
CLXXI ¶ Bench'io mangi a Gaeta pan di Puccio
40
1449
Puccino: ¶ Che 'nanzi andrei a farmi Saracino, ¶ E del
41
1449
scarica le some, ¶ Dico a quel pan; teco fusse
42
1449
or quì drento ¶ Chi a Marzocco incercinò le chiome
43
1449
se profetizzato ¶ Avessi infino a quì un mio Sonetto
44
1449
che non sia concio a rete: ¶ Non isperar di
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1449
porremo un'accusa ¶ Dinanzi a Simoncin de' Salterelli, ¶ Se
46
1449
annoverresti in sul cojame ¶ A' lor cavalli; e le
47
1449
tuo peso, ¶ Che tutto a torlo via non è
48
1449
Aceto, Vino, e frutte a sbacco ¶ In ogni cibo
49
1449
telajo: ¶ E vienne suso a me, gridando un poco
50
1449
sì mi dice, andrestine a dormire? ¶ Che fai tu
51
1449
le piglio, dicendo; oltre a dormire, ¶ Che poi vi
52
1449
o dall'arnione; ¶ Dì a Peccion, che non ti
53
1449
Battaglio non sonò tanto a martello, ¶ Quanto ne' panni
54
1449
come lin si filerebbe a rocca; ¶ E di comino
55
1449
l'Assessore ¶ Risusciteran tutti a quel romore, ¶ In un
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1449
dategli il pennone ¶ Dipinto a corna, e capi di
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1449
castrone. ¶ CXXXIX ¶ Mille saluti a Mona Checca, e Nanni
58
1449
vò dove fe Cristo a se venerli ¶ Per vestir
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1449
dagli occhielli è fatto a merli; ¶ Alle stringhe, e
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1449
ancor lavato il capo a Don Baccello, ¶ Se non
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1449
un pistacchio; ¶ Se fusse a i birri, come al
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1449
Corpi, ed Elementi, ¶ Dia a voi, ed a' vostri
63
1449
Dia a voi, ed a' vostri discendenti ¶ Pace co
64
1449
Nè mai tal rotta a' suoi nemici diè ¶ Cesare
65
1449
Voi preso avete me; ¶ A sua comparazion grazia vi
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1449
Nè tante bestie vanno a una fiera, ¶ Nè più
67
1449
in fonte Gajo, ¶ Nè a i Servi miracoli di
68
1449
e mezzo, ¶ E vannoci a creppare in su le
69
1449
m'infangar i' vò a' schimbeci, ¶ Sicchè se 'l
70
1449
uscir di mezzo: ¶ Portando a battezzar un lor fanciullo
71
1449
le tre ore; ¶ Bene a me in fin quà
72
1449
pentole di rame, ¶ Ch'a mangiar la minestra è
73
1449
colla neve strutta mette a fuoco. ¶ Sì ch'io
74
1449
un nuovo giuoco ¶ Avere a star rinchiuso in colombaja
75
1449
CXLIV ¶ Io vidi presso a Parma in su n
76
1449
vistu? vistu? ¶ Che trarremo a San Marco la matera
77
1449
Fanciullo, vuoi tu fare a ficca, ficca? ¶ Oltre alle
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1449
no: quell'altro, vatti a impicca: ¶ Poi disse, la
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1449
oltre, or vienne, andiamo a fare ¶ Quà dalla porta
80
1449
Disse colui da se a se pian, piano: ¶ Io
81
1449
Io ti debbo sbusare a poco a poco, ¶ E
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1449
debbo sbusare a poco a poco, ¶ E non giuoco
83
1449
un buco, ¶ Poi metto a casa tutti quegli in
84
1449
ci fui; ¶ E sonci a petizion ben so di
85
1449
un volo giù diritto a piombo, ¶ E volò fino
86
1449
piombo, ¶ E volò fino a mezzo, e tornò a
87
1449
a mezzo, e tornò a bomba. ¶ S'i' avessi
88
1449
finir questo Sonetto: ¶ Abbi a mente il fiaschetto, ¶ Guarda
89
1449
tetto, ¶ E un Nibbio, a cui parve fusse morto
90
1449
lasciare, ¶ E stringeva, tirando a se gli ugnoni, ¶ Credendo
91
1449
che così s'avesse a fare: ¶ Allotta ben sentì
92
1449
in diposito. ¶ Come avevamo a cuocer mescolanza? ¶ A chiedere
93
1449
avevamo a cuocer mescolanza? ¶ A chiedere olio; egli è
94
1449
Questi, ch'andaron già a studiare a Atene, ¶ Debbono
95
1449
andaron già a studiare a Atene, ¶ Debbono essere stati
96
1449
gli han patito pene ¶ A star tanto in su
97
1449
Cimicia gracchi, ¶ Io scrivo a te, perchè tu hai
98
1449
Chi non ha senno a Bologna lo 'mpara, ¶ Che
99
1449
e Scilla ¶ Chiaman Vulcan a far di ciò vendetta
100
1449
una barca, ¶ Gridando, ripariamo a questa pecca: ¶ I portator
101
1449
la schiena carca, ¶ Dicevano a Marzocco: becca, becca ¶ Per
102
1449
CXX ¶ Aprendo gli occhi a un sonar di corno
103
1449
nella nostra fede, ¶ Ch'a chi mette le corna
104
1449
d'Alloro, ¶ Usava troppo a dormir Polidoro, ¶ Quand'era
105
1449
dormir Polidoro, ¶ Quand'era a campo all'Isola de
106
1449
presi tanti caci, ¶ Ch'a partir il butiro poi
107
1449
toccò un per uno a concistoro, ¶ E fieri grilli
108
1449
nè li pigliar mai a digiuno, ¶ Se prima non
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1449
I grù passaron poi a uno, a uno, ¶ E
110
1449
passaron poi a uno, a uno, ¶ E ben che
111
1449
nsalar de' lupin piace a ciascuno. ¶ Nel pian di
112
1449
oco, ¶ Dicendo: Noi smagriamo a poco a poco. ¶ CXXII
113
1449
Noi smagriamo a poco a poco. ¶ CXXII ¶ Signor mio
114
1449
il terrà in riposo ¶ A capo chino senza far
115
1449
dardi in culo attenendosi a i crini. ¶ Quei, che
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1449
vedesti furon chiavistelli ¶ Andando a procession col capo basso
117
1449
portava Caifasso, ¶ Che peccò a pelare i fegatelli, ¶ Per
118
1449
fegatelli, ¶ Per non errare a scegliere il più grasso
119
1449
E venne al buco a porgermi conforto. ¶ CXXV ¶ Senza
120
1449
da Barletta, ¶ Per ir a disputar con ser Zombino
121
1449
E già son giunte a mezzo del cammino, ¶ Onde
122
1449
Veggendogli far tanti convenevoli ¶ A consigliar s'andaron col
123
1449
molti si trovarono spiacevoli, ¶ A tal, che quasi il
124
1449
rape riscaldate, ¶ Non fate a ser Zombin più scappucciate
125
1449
Zombin più scappucciate. ¶ CXXVI ¶ A Mezza notte quasi in
126
1449
Bravieri, e 'l Pozzo a Toscanelli ¶ Presono una nidiata
127
1449
quelli, ¶ Che portaron Querceto a Barzellona. ¶ E tutti e
128
1449
Mostrando di voler ire a Bibbiena, ¶ A far trarre
129
1449
voler ire a Bibbiena, ¶ A far trarre i collegi
130
1449
freccia ¶ Cominciaronsi i nugoli a cimare, ¶ Ed Eolo sì
131
1449
Ed Eolo sì forte a sospirare, ¶ Che m'arrostìa
132
1449
di far mugliar fino a' Marzocchi. ¶ Credi, che siano
133
1449
Se Ugenio gli accetta a tal matricola? ¶ CXXIX ¶ I
134
1449
pupilli ¶ L'avevan dato a Fallalbacchio scritto: ¶ E già
135
1449
Di sangue; e poi a' miei occhi veggenti ¶ Sputò
136
1449
Odi, che fantasia venne a un corbo, ¶ Che contendeva
137
1449
curata; ¶ Disse allora Achi a Cachi con gran pena
138
1449
Che siam condotti tutti a una mena; ¶ E Bachi
139
1449
partir questo bestiame, ¶ Vincendo a Bachi, e Cachi lo
140
1449
gran quistioni; ¶ Ella dicendo a lui, per che cagioni
141
1449
E va in bigoncia a dir le sue ragioni
142
1449
di smeraldo: ¶ Ed ella a lui: Tu sei in
143
1449
Ch'io mi levo a buon'otta, e sto
144
1449
tempero l'acciajo ¶ Quivi a sedere al fuoco sol
145
1449
Che non è Besso a Siena che 'l credesse
146
1449
si maciullava ¶ Per portarne a Firenze le novelle. ¶ Monte
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1449
le maccatelle: ¶ E perch'a Prato non si fa
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1449
del pippione, ¶ Per fare a' Viterbesi gran vergogna: ¶ Cerchisi
149
1449
Istettano in prigion presso a un'anno. ¶ E questo
150
1449
e Piedistallo, ¶ Gente scacciata a piede, ed a cavallo
151
1449
scacciata a piede, ed a cavallo ¶ Correvan tutti in
152
1449
trovan per lo letto a uno, a uno ¶ Quali
153
1449
lo letto a uno, a uno ¶ Quali a sedere
154
1449
uno, a uno ¶ Quali a sedere, e quali stavan
155
1449
dar la sua memoria a tal patena: ¶ Allor vi
156
1449
spesso dice, ¶ Chi impara a mente d'Avicenna il
157
1449
d'Accia mi vendè a ritaglio; ¶ E davami vantaggio
158
1449
e tornan fuori, ¶ Seggonsi a piè dell'uscio con
159
1449
mpastata ¶ Si puon dare a seguenza a due, a
160
1449
puon dare a seguenza a due, a due? ¶ E
161
1449
a seguenza a due, a due? ¶ E vagliando poi
162
1449
che ti mi dichiari, ¶ A una fava sola per
163
1449
sola per baccello, ¶ Comperarli a giumelle, se son cari
164
1449
un giorno all'Alba, a mezza notte ¶ Gamberi verdi
165
1449
una palla ¶ È solutivo a risaldar le gotte: ¶ Presto
166
1449
gonnelle. ¶ CV ¶ Sermonando Ottaviano a i suo' Poeti, ¶ Ch
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1449
ranocchi gridaron Gotti, Gotti; ¶ A cui lo Imperier disse
168
1449
E Fra Cipolla predicava a' porri, ¶ Dicendo: Ecci uno
169
1449
degli arrosti; e vada a Roma ¶ Significando, che ce
170
1449
e 'n berretta, ¶ Quando a Cupìdo tolse la saetta
171
1449
far pigliare i Filosofi a Pava; ¶ E sermonando Ovidio
172
1449
fece gran tempesta, ¶ Dicendo a i granchi, quest'è
173
1449
Le campane roman sonaro a festa, ¶ Le cimici a
174
1449
a festa, ¶ Le cimici a quel suon fecion richiesta
175
1449
fuggiranno, ¶ Per ben, ch'a code stien tutti, ritorte
176
1449
bue non rimarrà dentro a Mugello. ¶ CIX ¶ La velenosa
177
1449
O cieca mente, ch'a così gran torto ¶ Mi
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1449
i moscioni avean dato a' furfanti ¶ Un Baril d
179
1449
Che per non far a' pellicelli oltraggio, ¶ Io pesto
180
1449
prima non si prova a gli spinosi. ¶ CXI ¶ Egli
181
1449
tesa la rete ¶ Vedendo a' gru cotanto lungo il
182
1449
Romano, ¶ Han dato penitenza a un Villano, ¶ Che gli
183
1449
capo vano ¶ Rifar volesse a Fiesole le mure. ¶ Ma
184
1449
l Duca di Stricch ¶ A fargli rincarar succiole, e
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1449
Fanno morir le pulci a mezza State. ¶ E i
186
1449
Subito diè di piglio a uno Agnello, ¶ Per voler
187
1449
Ch'andavano al perdono a San Francesco, ¶ Torneran poi
188
1449
poi, che si vende a covoni, ¶ Ha fatto già
189
1449
la vuol dare omnino a' suoi strozzieri, ¶ E son
190
1449
E son gli ambasciadori a Mompolieri. ¶ CXVII ¶ Grimaldei pesti
191
1449
insieme se ne andarono a sollazzo ¶ Con esso lor
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1449
era nato fra' Bufoli a Quaracchi, ¶ Che ne staranno
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1449
feroci corson gli Africani ¶ A sfibbiar la corazza a
194
1449
A sfibbiar la corazza a Scipione, ¶ Com'i Zoccoli
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1449
scuoter già le pulci a' cani. ¶ E gli Ungheri
196
1449
violenta casa di Scorpione, ¶ A cui Marzocco volse già
197
1449
Hanno fatto la beffa a più di mille. ¶ Gridando
198
1449
quante fine sbune legatante? ¶ A un che n'avea
199
1449
con tutte lor posse, ¶ A quattro Nibbi vollon far
200
1449
già gli avevan messi a sì gran serra, ¶ Che
201
1449
eran sudate, e rosse: ¶ A una mandria di colombe
202
1449
un campo di biacca a i Bavalischi, ¶ Disse lor
203
1449
Balocco vi s'ebbe a ritrovare, ¶ Qual disse: Ei
204
1449
Meco stasera, per insino a oggi, ¶ E caverotti poi
205
1449
i pidocchi ¶ Vollono andare a fare un desinare, ¶ E
206
1449
molti lendin v'ebbono a invitare, ¶ E fecionvi venir
207
1449
lor, quando l'avieno a fare; ¶ Disse un baccel
208
1449
baccel, che s'aveva a sgranare, ¶ Domandatene il Papa
209
1449
gozzivajo, ¶ Tendi il Gabbione a lato a un vivajo
210
1449
il Gabbione a lato a un vivajo. ¶ LXXVIII ¶ Prezzemoli
211
1449
fior malvi, ¶ Son buoni a ingrassar barbe a' Nocciuoli
212
1449
buoni a ingrassar barbe a' Nocciuoli: ¶ I poveri Lombrichi
213
1449
I poveri Lombrichi dati a Soccio, ¶ S'andavan per
214
1449
bestemmiando, ¶ Dicendo, volentier bestie a voi noccio, ¶ Ch'andate
215
1449
le capperucce ¶ Di dietro a Pier Frustà mi par
216
1449
io: nò bestiolino; ¶ Ch'a rifiutar sempre mai poco
217
1449
stagno, ¶ E gioveratti molto a i nepitelli, ¶ Quando ti
218
1449
quando il Giudice va a banco, ¶ Questa ricetta è
219
1449
Topi, che tu hai a Monte reggi ¶ In mandrie
220
1449
Vò che la Gatta a mona Checca chieggi; ¶ E
221
1449
travagli ¶ Verun, che venga a far fare i serragli
222
1449
non ch'io griderò a Nipozzano, ¶ Che le porte
223
1449
penna in mano ¶ Scrivendo a te quarantaduo cartate. ¶ Di
224
1449
Quando gli entraron dentro a quella chiusa; ¶ Non ti
225
1449
fa: fa collo stocco ¶ A cui l'Orgagna dice
226
1449
che i tacciosi andaro a Mona Ciola, ¶ E fecer
227
1449
loro, ¶ Dichin senza dimoro ¶ A quella gente, che ciascuno
228
1449
la marina al ponte a Tressa. ¶ Sorbe, fave arrostite
229
1449
Si dà per frutte a desinare, e cena, ¶ Questi
230
1449
vide tagliar l'orecchia a Malco. ¶ Orlando, Astolfo, e
231
1449
si menava il suo a mano; ¶ E quand'ei
232
1449
e la paglia ¶ Innanzi a i Barbareschi di Cicilia
233
1449
Faresti il meglio andare a stare a Buda, ¶ Dove
234
1449
meglio andare a stare a Buda, ¶ Dove l'Asino
235
1449
e 'l Bue arano a un giuogo: ¶ Tutti color
236
1449
Battagli di campane rivestiti, ¶ A suora Onesta hanno rotto
237
1449
abbassa, ¶ Siccome Febo sdegnato a furore ¶ Perseguendo una Chiocciola
238
1449
n'andai, e cominciai a berne: ¶ E rasciugaine più
239
1449
Ciola del lattime ¶ Andando a Roma per le Poponesse
240
1449
uve fesse ¶ Si spacciano a Figline per Archime; ¶ E
241
1449
petizione alle cicale ¶ Dinanzi a' cinque savj del bisesto
242
1449
E Scipione era smontato a piede ¶ Per far dell
243
1449
avean fatta la scorta a Diomede. ¶ Non ebbe tanto
244
1449
i castron son molto a noja a' pesci ¶ Portando
245
1449
son molto a noja a' pesci ¶ Portando il verno
246
1449
il verno il fodero a i Rovesci. ¶ LII ¶ Limatura
247
1449
manto vaca! ¶ Faresti bene a metterlo in composta, ¶ E
248
1449
testo, ¶ Gettati nelle braccia a Mongibello, ¶ Come chi dorme
249
1449
da far panziere rotte ¶ A fonte Branda medican le
250
1449
e le sciagure, ¶ Ch'a 'l giubbileo avuto fra
251
1449
Di far dar bando a i fichi castagnuoli: ¶ E
252
1449
e gli oriuoli, ¶ Perch'a Milan si mangia pan
253
1449
Portan sì gran collari a' lor mantelli, ¶ Che a
254
1449
a' lor mantelli, ¶ Che a' lor cappucci non bisogna
255
1449
non bisogna foggia. ¶ Ed a' fabbri da Chioggia ¶ Par
256
1449
meraviglia, e nuovo giuoco ¶ A dir che 'l mosto
257
1449
Astolfo ¶ Tornando dal Caureno a mezzo il golfo ¶ Ripreson
258
1449
pel Papa; ¶ Ma domandianne a maestro Ridolfo, ¶ Che consigliò
259
1449
alla Febea lucerna ¶ Andandosi a chiarire alla taverna. ¶ LIX
260
1449
lode al buono imberciatore ¶ A pigliar le farfalle col
261
1449
fa dura; ¶ E quanto a me, quest'è contra
262
1449
dice mattutino ¶ Tengasi almeno a tavola il silenzio. ¶ Non
263
1449
ritorneresti un Don Vincenzio ¶ A dir la Messa scalzo
264
1449
capannuccio, ¶ Com'erano accampati a Troja i Greci. ¶ Giunto
265
1449
Troja i Greci. ¶ Giunto a Firenze, pregate per Puccio
266
1449
di quà partisse, ¶ Com'a Penelopè faceva Ulisse. ¶ LXIII
267
1449
andar senza scorta ¶ Dietro a chi mangia carne di
268
1449
carne di Bestriccola, ¶ Ch'a ogni passo scoccano una
269
1449
gli Ovannotti dal Pozzo a San Sisti ¶ Portino a
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a San Sisti ¶ Portino a Roma tutte le barile
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fave rincarate. ¶ LXV ¶ Andando a uccellare una stagione ¶ Di
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tapinella, ¶ Iscorticaila, e diedila a un Lione; ¶ E della
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fiera ¶ Per levarlo dinanzi a tanti cani. ¶ E 'l
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La Pieve è sormontata a Vescovado, ¶ La Rocca a
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a Vescovado, ¶ La Rocca a patti, e 'l Borgo
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patti, e 'l Borgo a saccomanno. ¶ Legati, e sciolti
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Ne vanno da Piancaldoli a Pontremoli. ¶ Mule sbiadate, e
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con maraviglia l'ebbi a uguria. ¶ E poco stante
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notte stette alla catena ¶ A non lasciar passare i
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Tedesco, ¶ Non andar mai a tavola a sedere, ¶ Se
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andar mai a tavola a sedere, ¶ Se prima non
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in quel mezzo imbasciatrici a' venti ¶ Dell'oriuol, mandate
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sì lunghi, ¶ E trema a mezza state lor la
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Se non che sbavigliando a braccia in croce ¶ Farò
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Bue, ¶ Il mel ravvilirebbe a tre per due. ¶ LXXI
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che bollendo i Maccheroni a scossa, ¶ Struggonsi nel paiuol
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E vien la pelle a galla in guazzeroni. ¶ Di
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dormon con gli occhi a sportello. ¶ LXXII ¶ Un nugol
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bucato ¶ Vennero in visione a un soldato, ¶ Perch'egli
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un Notaio, col fucile a lato, ¶ Che di non
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una cutrettola lo venne ¶ A minacciare al letto colla
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mio cannajo, ¶ Ch'andando a letto, meco ognor si
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Che vendette la pelle a un vajajo, ¶ Ebbe a
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a un vajajo, ¶ Ebbe a pagar la tassa d
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Perch'appiccò le gotte a una gruccia. ¶ Quivi corse
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un remo, ¶ Sonar tutte a martello le campane. ¶ Và
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E i zoccoli apparavano a notare. ¶ E le mosche
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bel dubbio, ¶ Che giunte a riva diventaron'oche. ¶ Sicchè
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pegno il mantello, ¶ Perch'a Pontremol si faceva armata
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vergognò veggendo don Baccello. ¶ A i caci raviggiuoli, e
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Come c'hann'egli a far con gli uccellini
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che gli è gentilezza ¶ A sudar come l'uovo
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umido, e 'nfermo, ¶ Rompe a Natura ogni fatato schermo
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che dà morte, e a vita il froda: ¶ Mercurio
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furibonda ¶ Facendo con Nettunno a Giove guerra. ¶ Quivi nostro
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Tullio quinto, sesto, segnat'A, ¶ Nelle etimologìe di Pier
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e succiole pietose ¶ Corsero a Siena infino in su
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ne cinguetta Tolommeo, ¶ Tolse a i Romani il trionfar
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bolla ¶ Nel modo ch'a passare Stige s'usa
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e Filomena per Megera ¶ A Marzia fecion fare il
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Primavera, ¶ Siccome dice Seneca a Lucillo, ¶ La salsa nihil
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poi spender per moneta. ¶ A Norcia se ne fè
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del benigno fato, ¶ Chiusono a Satanasso l'ampia gola
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Siena briccolato ¶ Fusse rappresentato a mona Ciola. ¶ Per questa
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invaghì d'un fuseragnolo, ¶ A piè del Moro bianco
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E Orfeo insegnò cantare a i grilli ¶ Per fare
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un soccodagnolo ¶ Per insegnare a balestrare a' trilli, ¶ E
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Per insegnare a balestrare a' trilli, ¶ E Bacco fè
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già son tanti gamberi a Binasco, ¶ Che stu volessi
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già mandato i Medici a Quaracchi: ¶ Abbi sempre nel
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servigio alquanto, ¶ Da' questa a Norcia, al Podestà in
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in alcun testo, ¶ Dicendo a' fegatelli non è onesto
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fegatelli non è onesto ¶ A star nello stidion sì
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un Liofante ¶ Ch'andava a Norcia per veder la
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ne feciono alle braccia ¶ A culo ignudo, colle selle
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basse. ¶ I' ho dato a un granchio in penitenza
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biasci pane, e cacio a due gualchiere, ¶ Per lo
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Quando due ghiotti sono a un tagliere, ¶ Tu vedrai
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parenti miei: ¶ Vennon dinanzi a i notturni occhi miei
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porcine, ¶ Accese un torchio a lume della Luna ¶ Per
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1449
Per rimenar le lucciole a Figline: ¶ Egli il fece
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Figline: ¶ Egli il fece a buon fine, ¶ E perch
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pesce d'uovo preso a lenza. ¶ XLVIII ¶ Democrito, Geremia
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1449
che fu l'Imperadore a Siena, ¶ Rimesse i granchi
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L ¶ Marci Tulli Ciceroni a Gajo; ¶ Deh porta in
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Frullana, ¶ Com'io ho a noja, avendo ben da
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E dicesi nel Borgo a San Friano, ¶ Che gli
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assai bene incaciati, ¶ Andando a Vallembrosa per cappelli, ¶ Furon
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1449
di cena, e irsi a letto ¶ Vidi Cicale, e
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in Boemmia, ¶ Per imparar a favellare Ebraico ¶ Nel tempo
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tu vuoi volare. ¶ Ed a 'mparar l'arte della
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della memoria ¶ Convient'ire a combatter Mongibello; ¶ Ma fa
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Ringhiera, e fa sonare a gloria, ¶ E mostra pur
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da gli Acquazzoni, ¶ Perch'a Monte Morello c'è
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nera ¶ Andaro jermattina presso a sera ¶ A fare un
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jermattina presso a sera ¶ A fare un grande Ochò
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fare un grande Ochò a un mogliazzo. ¶ Le Chiocciole
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nsegna molto ben beccare a' polli, ¶ E dà lor
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vecchi, ¶ Che son buoni a 'ngrassar vigne di canne
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Diaquilonne ¶ È buona cosa a fare i capei biondi
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vidi le lasagne ¶ Andare a Prato a vedere il
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lasagne ¶ Andare a Prato a vedere il Sudario, ¶ E
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Cornacchie si vanno già a riporre, ¶ Però guardate ben
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vogliate di ciò credere a' micchi: ¶ Non vi fidate
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si muovi, ¶ E tristo a quel, che rimanesse il
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di grana ¶ Ballavan tutti a suon di chiarentana ¶ Fra
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ne rallegri Pietrapiana, ¶ Perchè a Siena è di legno
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popone; ¶ Andando le Formiche a procissione, ¶ Però che Carnasciale
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all'otta, all'otta, ¶ A tutti infarinò la berriuola
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Ampolle, ¶ Là dove Enea a piuol pose Dido, ¶ Giuocano
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Giuocano i Topi vecchi a mazzasquido, ¶ E per cominciar
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1449
tramontana è suta folle ¶ A porsi in luogo da
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Un carnajuol da uccellare a pesche ¶ Vidi senza bulletta
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Si trastullavan' al ponte a Rifredi ¶ Per passar tempo
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Per passar tempo infino a mezza State. ¶ Intanto vi
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alle vesciche son gonfiate. ¶ A me ne venne voglia
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l'Alfabeco, ¶ E troverai a un filar di sorra
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scuro, ¶ E un cavallo a piede sopra un muro
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l rischio ch'è a lasciar l'uscio aperto
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Però che si disdice a voi tignosi. ¶ Guardatevi gottosi
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e i fabbri suoi, ¶ A dir, che voi vogliate
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de i Paladin, condotti a tale, ¶ Che ricogliendo van
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con tanto sdegno Ercole a Cacco, ¶ Mi fe' fuggire
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un Maniscalco ¶ Fecio paura a Dudon della mazza. ¶ E
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ne vinse il Magnolino a becca. ¶ Ma se gli
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1449
testo della prima Deca ¶ A dir che non si
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non si rada contr'a pelo? ¶ Ch'una Mosca
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cervieri, ¶ Hanno fatto sapere a gli Usolieri, ¶ Che ci
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il granchio rode. ¶ Sicchè a lume di lucerne spente
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un nodo per aver a mente, ¶ Che le granate
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cercone ¶ Mi fa portare a i gangheri la peccia
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1449
aspettava d'esser morta a ghiada, ¶ Munda me, quia
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1449
frate l'avea posto a piuolo. ¶ E le ciriege
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che danno le civaje a prova ¶ Facessin l'Ammiraglio
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Beo d'un vino a pasto, che par colla
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Che non sarebbe buono a lavar tigna; ¶ Per certo
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1449
Gatte sì corrotte, ¶ Ch'a chi vi passa, non
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verrebbe mai alla bottega; ¶ A questo modo ciascun me
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1449
lume di Torchi ¶ Ritorno a casa di notte richiesto
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danno in cucina, ¶ E a che otta suona il
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e i topi vanno a tresca, ¶ Rizzasi il batisteo
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vede Bartolino, ¶ Quando và a zonzo senza vangajuole, ¶ Ei
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il Giglio, e Lapaccino a volo, ¶ E va in
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cura al fiasco. ¶ CLXXXVI ¶ A MESSER CARLO ORMANNI. ¶ Sappi
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spietato, ¶ E faccia bene a erta, e dirimpetto. ¶ E
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La Donna mia comincia a 'nritrosire ¶ Con esso meco
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non vò così tosto a Fucecchio, ¶ Nè dì, nè
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1449
che spesso io andassi a Montecchio; ¶ Io le gratterei
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1449
un pesce; ¶ Se io a lei, ed ella a
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1449
a lei, ed ella a me rincresce. ¶ CLXXXVIII ¶ Non
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1449
Che metter ti potrebbe a mal partito, ¶ Che tu
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mostrasi confusa: ¶ Che viene a dir, che se tu
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in Piccardìa, e chi a Tagliacozzo. ¶ CXC ¶ Io vidi
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vidi un Naso fatto a bottoncini, ¶ Che pajon paternostri
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va giù nel pellicino ¶ A tutte l'altre vene
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tanto cuore ¶ Di venire a Comune, e fare Anziani
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Facendogli goder, come Piovani, ¶ A Malvagìa, a Corsi, e
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come Piovani, ¶ A Malvagìa, a Corsi, e buon Trebbiani
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con un Mannarese: ¶ Mandami a dir s'egli ha
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Di ciò che monta a un fiorino il mese
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veduto, ¶ Leggi questo dinanzi a i Signor nove, ¶ E
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ne lavai le coglie ¶ A una Miccia, ch'aveva
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fer ghirlande, e festa a San Martino: ¶ Non ti
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Mandar quel per conforto a un malato ¶ Da febbre
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il tuo sanguigno, ¶ Intendi a me, che già studiai
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me, che già studiai a Pisa, ¶ E ogni mal
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dolcezza, che molti induce a stremi: ¶ Ma reverendo tua
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ch'i' ho tanto a schivo, ¶ Mestier non mi
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ti presta Giove, ¶ Dimmi, a che tu t'avvedi
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Arno ¶ Trami della farsata a Fallalbacchio; ¶ A Liseo, Capirosso
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1449
della farsata a Fallalbacchio; ¶ A Liseo, Capirosso, e Zufolacchio
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1449
jersera indarno: ¶ Attorno, attorno a Banchi mi cercarno, ¶ E
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1449
E portandomi i Diavoli a Minosso, ¶ E mi potrebbon
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1449
farìa cantare: ¶ Se stasera a cenare ¶ Di pesci non
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1449
fuggirò, per non morir, a Lucca. ¶ CC ¶ A M
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1449
morir, a Lucca. ¶ CC ¶ A M. BATISTA ALBERTI. ¶ Batista
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scorna ¶ Veggendoli una Cupola a bisdosso: ¶ Ne' fruttiferi liti
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1449
pesi ¶ Il nome suo a certi corpi umani ¶ Per
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1449
ripiegati, che dice Burchiello, ¶ A cinque, e sei di
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pe 'l baccello. ¶ CCI ¶ A M. ANSELMO ¶ Araldo. ¶ Messer
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Scrivendomi lor sogni: onde a sol questa ¶ Turba plebea
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1449
gran villanìa, ¶ Non rispondendo a te, che certo sono
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ch'io ragiono. ¶ CCII ¶ A M. ROSELLO ¶ in Risposta
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1449
senza bulletta? ¶ E s'a mezzo Gennajo i fegatelli
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mi trovar nel trasparlare a' cappj: ¶ Io cerco da
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al primo balzo. ¶ CCV ¶ A M. ROSELLO ¶ Altra Risposta
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molte cionte, ¶ Sì rivolto a' tuoi versi sto in
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qual tu sia Visconte: ¶ A macca de' lor Ben
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CCVI ¶ Risposta del Burchiello ¶ A M. ANSELMO CALDERONE ¶ Che
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aveva scritto un Sonetto a nome del Rosello. ¶ Buffon
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becca; ¶ Ben sei addosso a Marzocco una zecca, ¶ E
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nell'occhio una stecca a non mentire: ¶ Ladro, non
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morice. ¶ CCVII ¶ Altra Risposta ¶ A MESSER ROSELLO. ¶ Rosel mio
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l'onestà cattolica, ¶ Meschino a te; deh non aver
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fatti una minestra; ¶ Credi a Burchiel, tu hai un
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figliuoli? ¶ CCIX ¶ Altra Risposta ¶ A MESSER ROSELLO. ¶ Non pregato
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giuoco; e sò faresti a monte: ¶ Oh terribil memoria
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Alfana ¶ Da farne spaventacchio a' barbagianni: ¶ Dottorato fra l
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MEDESIMO. ¶ Rosel, per rimbeccarti a fronte, a fronte ¶ Di
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per rimbeccarti a fronte, a fronte ¶ Di rime, e
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sei 'l primo dietro a i Barbareschi. ¶ CCXII ¶ AL
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ben tosto ti verranno a uopi, ¶ Che per publico
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publico frodo sarai preso: ¶ A furia a far falò
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sarai preso: ¶ A furia a far falò n'andrai
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la frulla ¶ Così arsiccio a strazio, e pregio vile
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È scioperato, e godesi a credenza: ¶ Alcuna violenza ¶ Non
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AL MEDESIMO. ¶ Avendomi, Rosello, a torto offeso, ¶ Qui ti
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al lato, ¶ Sarai lasciato a culo ignudo alzato. ¶ CCXV
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Risposta per le consonanze ¶ A M. DOMENICO DA URBINO
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Mi porgessin le Muse, a cui son mecco: ¶ Ma
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il tuo Stambecco, ¶ Ch'a sì inalzarmi ordisce laude
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estreme, ed empie, ¶ Servo a' sospiri, ed a concupiscenza
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Servo a' sospiri, ed a concupiscenza: ¶ Fortuna, è un
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forze son scempie, ¶ Suddite a i saggi; e Libertà
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è sempre al padre a lato; ¶ Non sopra spiagge
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dunque è quello? ¶ CCXVII ¶ A MARIOTTO DAVANZATI. ¶ Mariotto, io
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che m'è sì a noja ¶ Pare un Procurator
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torto strabuzzando gli occhi, ¶ A guisa d'uom, che
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le tempie sudice. ¶ CCXVIII ¶ A M. CARLO ORMANNI. ¶ Io
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di buon pelo vestito a velluto: ¶ E stato ben
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avveduto, e ben vada a guinzaglio. ¶ CCXIX ¶ Andando fuor
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fuor l'altra sera a sollazzo, ¶ Sentì un gran
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Burchiello, ¶ E cominciò poi a far tal schiamazzìo, ¶ Che
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Firenze è chiarita: ¶ Ch'a questo modo sete fatti
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aspetta, e vostre prove ¶ A fare al pome in
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aperse di pietà, dicendo a Piero, ¶ Settanta volte le
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suona, ¶ Dovremmo essere attenti a non peccare, ¶ Per aver
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la Gloria acquistare. ¶ CCXXII ¶ A M. ANTONIO ALAMANNI. ¶ Bench
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sano, ¶ Perciò non venni a vederti, Alamanno; ¶ Sappi, che
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sacconi, ¶ Come nespola posta a maturare. ¶ Or torniamo al
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è gran divario, ¶ Chi a rovescio non si mette
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che molto balocchi, ¶ Costà a Fondi ti chiaman pel
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ti chiaman pel contrario; ¶ A chiarir questo error m
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già aveva ¶ Sgorbiate tutte a ben mille colori, ¶ Dipinte
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ben mille colori, ¶ Dipinte a razzi più, e men
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lo Papa, che vacò a Madonna, ¶ A pena lo
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che vacò a Madonna, ¶ A pena lo rivieco quisso
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cieco torna della Marca ¶ A onta dello tuo Rienzo
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più voglio se scarca, ¶ A quissi mercatanti da Fiorenza
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provato, ¶ E lo provo a tutte l'ore; ¶ Che
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mozza ¶ Aguzza gli lucianti a quella giarda; ¶ Onde la
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gerbo, ¶ Di disfar Polidoro a nerbo, a nerbo. ¶ CCXXVII
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disfar Polidoro a nerbo, a nerbo. ¶ CCXXVII ¶ Io ho
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una volta pedere: ¶ Pensa a bell'otta ch'i
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bando, e 'l fuoco ¶ A qual Medico si vuol
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cacar non lo sto a chiedere, ¶ Il corpo non
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netto, e delicato, ¶ Che a tutte l'ore lo
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l'ore lo vado a richiedere: ¶ E non mi
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un giorno in Ballatojo, ¶ A far qualche letizia per
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qualche letizia per Panello: ¶ A dormire ho gran sonno