Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

usato rilevato. Ivi era Adovardo e Lionardo Alberti, uomini

de’ suoi. ¶ Allora rispuose Adovardo, el quale era di

s’i’ non facessi, Adovardo, di te stima, e

quanto piace a Dio. ¶ ADOVARDO ¶ Così credo, a soperchiare

quello che in verità, Adovardo, e tu Lionardo, non

migliore animo. Qui è Adovardo, e Lionardo, e saracci

virtù. Così vi priego, Adovardo e tu Lionardo; voi

Così aveva detto Lorenzo. Adovardo e Lionardo stavano muti

Chi potrebbe stimare, - disse Adovardo, - se none chi in

so questo avere figliuoli, Adovardo, che piacere o che

me forse non faceva. ¶ ADOVARDO ¶ Or così era. Ogni

quanto sia possibile eterne. ¶ ADOVARDO ¶ Sì bene, quello in

Se adunque così è, Adovardo, se le sollecitudine de

elle? Gioverammi saperne ragionare. ¶ ADOVARDO ¶ A me sarebbe molto

Troppo aresti tu caro, Adovardo, ch'io non potessi

forse ti dirò tanto, Adovardo, ch'e' padri lo

prendervi altro alcuno rimedio? ¶ ADOVARDO ¶ Io non voglio però

delizie e di pompa. ¶ ADOVARDO ¶ Tu so non riputi

maninconie innumerabili. ¶ LIONARDO ¶ Quanto, Adovardo, se io ti dicessi

auro, ricchezza, al quattrino. ¶ ADOVARDO ¶ E questo ci duole

meritare lode e pregio. ¶ ADOVARDO ¶ Dilettami certo, Lionardo, questa

forse bisogna. E dimmi, Adovardo, quale dee pesare più

scienza, come puoi tu Adovardo, perché non debb'egli

sia faticoso a fare. ¶ ADOVARDO ¶ Quanto m'è caro

LIONARDO ¶ Così mi fa, Adovardo: segui, assettami queste mie

onore si potesse utile. ¶ ADOVARDO ¶ Sono anche io in

buon massaio del ragionare, Adovardo? A me qui teco

animo e di virtù. ¶ ADOVARDO ¶ Non ti niego, Lionardo

e musica superiore. Tu, Adovardo, seguisti buon pezzo gli

qui a questi giovani, Adovardo, in tua presenza, le

piacciono. E per certo, Adovardo, così stimo le lettere

proseguire. Né credere però, Adovardo, che io voglia ch

le prime virtù richieste. ¶ ADOVARDO ¶ Io non con poca

Io potrei facile stimare, Adovardo, esserti ogni mio ragionamento

manchi virtù. Ma tu, Adovardo, che se' quanto sia

per tutto si fa; Adovardo, se tu puoi questo

a tutta la casa. ¶ ADOVARDO ¶ Da te mi lascio

porco. ¶ E dicoti più, Adovardo, per ricco e gentile

conseguire a molto lodo. ¶ ADOVARDO ¶ E questo medesimo, Lionardo

Io non so vedere, Adovardo, a che modo uno

e maninconia. Ma certo, Adovardo, chi a tempo ne

cresce desidia e ignavia. ¶ ADOVARDO ¶ O Lionardo, se tutti

fuggisse la povertà nostra? ¶ ADOVARDO ¶ Che non ti dorrebbe

io me ne vergognassi, Adovardo. Credi tu che io

ricco chi viverà contento. ¶ ADOVARDO ¶ Or ben, Lionardo, non

questa molestia. Sono contento, Adovardo, poiché sì me hai

vedere Lorenzo suo fratello. Adovardo uscì per ordinare quanto

Era Ricciardo suocero d'Adovardo, però gli parse ancora

DE RE UXORIA. ¶ Poiché Adovardo era partito ad onorare

prestantissime cose, delle quali Adovardo e Lionardo, come nel

e molto più con Adovardo, el quale io conosco

non rispuosi io ad Adovardo come forse tu aspettavi

la sentenza del nostro Adovardo essere non verissima? Credi

casa sempre fu apresso Adovardo quanto si può carissimo

e accettissimo. Ma se Adovardo, uomo quanto vedi litterato

e benivolenza. Però, se Adovardo, il quale per ora

Credi tu, Battista, se Adovardo avessi de' veri amici

amicizia? ¶ BATTISTA ¶ Credo che Adovardo in questo forse sarebbe

fu voluttà consentire ad Adovardo, per vedere apertissimo quanto

non meno che con Adovardo usare quella facilità e

stessi dianzi confessasti ad Adovardo ch'ella era cosa

già tardi. Ricciardo e Adovardo omai dovranno indugiare non

riveriranno. ¶ In questo ragionamento Adovardo discese verso noi. Giannozzo

subito ritornammo giù ove Adovardo rispondeva a Giannozzo come

usanza fare ogni mattina. ¶ ADOVARDO ¶ Costume ottimo, e vuolsi

onore tra gli uomini. ¶ ADOVARDO ¶ Sono queste le preghiere

buone e santissime cose. ¶ ADOVARDO ¶ Che ragionamenti sono stati

LIONARDO ¶ E' più nobili, Adovardo, e' più utili, e

infiniti perfettissimi suoi ragionamenti! ¶ ADOVARDO ¶ Bene so io, dove

e maturissime, innumerabili, inaudite. ¶ ADOVARDO ¶ Quanto vorrei esserci stato

questo dì esserti felicissimo. ¶ ADOVARDO ¶ Duolmi altrove essere stato

lasciare così leggiere persuadere, Adovardo, quello che non è

utile; sì che dicoti, Adovardo mio, non ti dolga

si richiede alla masserizia. ¶ ADOVARDO ¶ Né Lionardo stima di

aperta? E potrei io, Adovardo, interpormi in causa alcuna

può essere caro tu, Adovardo, non ci sia stato

Lionardo che il tuo, Adovardo, ma perché così arei

altro ordine d'eloquenza. ¶ ADOVARDO ¶ Certo non che io

ne dissi a mezzo. ¶ ADOVARDO ¶ Come? ¶ LIONARDO ¶ Molte più

si debba esserne massaio. ¶ ADOVARDO ¶ E della moneta dicesti

al parente, alla patria. ¶ ADOVARDO ¶ E vedete, Giannozzo, diversa

più per contentarne te, Adovardo, che per difendere alcuna

non ti voglio negare, Adovardo, che per sopplire alle

questo, Lionardo e tu Adovardo, parvi forse che io

in cotesta medesima sentenza. ¶ ADOVARDO ¶ In chi diciavate voi

come forse dovrei. Considera, Adovardo, che né mani di

Che pure miri tu, Adovardo, quasi come stupefatto a

chiaro, netto, puro. Lodarestilo. ¶ ADOVARDO ¶ Se Lionardo me ne

Crederesti tu potere errare, Adovardo, nella masserizia consentendo al

al giudicio di Giannozzo? ¶ ADOVARDO ¶ Anzi sarebbe in grande

dissi io che tu, Adovardo, tendevi qualche insidie? Ma

volella con voi vincere. ¶ ADOVARDO ¶ Certo non ad altro

tutti chiaro e netto. ¶ ADOVARDO ¶ Ottimo. Ma del prestargli

uno né l'altro, Adovardo mio, che tutti gli

che tutti gli fuggirei. ¶ ADOVARDO ¶ Che te ne pare

ivi ti fanno peggio. ¶ ADOVARDO ¶ Adunque sarò per vostro

questo vi troverrete utilissimo. ¶ ADOVARDO ¶ Agli amici? ¶ GIANNOZZO ¶ Che

quale e' dimandasse disonesto. ¶ ADOVARDO ¶ Ne' bisogni, credo, non

sarà non vero amico. ¶ ADOVARDO ¶ Così sta. Salutatori, lodatori

si vuole usare liberalità. ¶ ADOVARDO ¶ Anzi questo riputatelo virtù

per acquistarti nuovi amici. ¶ ADOVARDO ¶ Quanto a noi pare

chi me voglia ingannare". ¶ ADOVARDO ¶ Molto a me piace

casa e de' miei. ¶ ADOVARDO ¶ O Giannozzo! ¶ LIONARDO ¶ Diritto

non le sa adoperare. ¶ ADOVARDO ¶ Ancora mi occorre qui

la mano? ¶ GIANNOZZO ¶ Dimmi, Adovardo, se tu vedessi uno

taglienti, che faresti tu? ¶ ADOVARDO ¶ Torre'li di mano

trassinare rasoi o moneta? ¶ ADOVARDO ¶ Né l'uno né

e' padri che procurassino, Adovardo mio, ch'e' figliuoli

di danari. ¶ GIANNOZZO ¶ Proprio. ¶ ADOVARDO ¶ O Lionardo, quanto m

abbia insegnato essere massaio. ¶ ADOVARDO ¶ Non riputate voi, Giannozzo

e onore? ¶ GIANNOZZO ¶ Utilissimo. ¶ ADOVARDO ¶ E di queste dicesti

massaio? ¶ LIONARDO ¶ Quello no. ¶ ADOVARDO ¶ Forse non gli parse

GIANNOZZO ¶ Anzi sì, pare. ¶ ADOVARDO ¶ Che adunque ne dite

amici che non vuole. ¶ ADOVARDO ¶ Io pur veggo e

perché? ¶ GIANNOZZO ¶ Voglio. Dì. ¶ ADOVARDO ¶ Perché ogni povero cerca

d'aricchire. ¶ GIANNOZZO ¶ Vero. ¶ ADOVARDO ¶ E niuno povero, se

sue ricchezze. ¶ GIANNOZZO ¶ Vero. ¶ ADOVARDO ¶ E' poveri sono quasi

più ch'e' ricchi. ¶ ADOVARDO ¶ Tutti s'argomentano d

con industria. ¶ GIANNOZZO ¶ Vero. ¶ ADOVARDO ¶ Le ricchezze adunque assediate

tutti chi mi domandasse. ¶ ADOVARDO ¶ Puossi egli questo forse

allo amico gravezza alcuna. ¶ ADOVARDO ¶ Dite ora voi a

e' valesse? ¶ GIANNOZZO ¶ Sì. ¶ ADOVARDO ¶ E se voi avessi

luoghi solenni? ¶ GIANNOZZO ¶ Sì. ¶ ADOVARDO ¶ E se voi avessi

che intendi tu dire? ¶ ADOVARDO ¶ Voglio dire pertanto, così

interpetrar quel detto antico? ¶ ADOVARDO ¶ Parci. ¶ GIANNOZZO ¶ Se adunque

non vorrete. ¶ A Ricciardo, Adovardo e Lionardo, uomini litteratissimi

io qui forse, - disse Adovardo, - che a giugnerti a

uomo fortissimo tuo fratello, Adovardo, mandati in dono; e

sala dove così trovai Adovardo rispondea a Lionardo: ¶ ADOVARDO

Adovardo rispondea a Lionardo: ¶ ADOVARDO ¶ Parmi certo sì, quanto

quale e' più approvasse. ¶ ADOVARDO ¶ Anzi a me piace

apresso e dotti credo, Adovardo, non poco sarebbe approvato

qual vogli parte satisfarti. ¶ ADOVARDO ¶ Né io a te

onesto amore. ¶ LIONARDO ¶ Quasi, Adovardo, come se tu poco

ti noceranno poco osservati. ¶ ADOVARDO ¶ Maravigliomi che tu della

quanto fa la dissuetudine. ¶ ADOVARDO ¶ Eh! quanti precetti qui

te con questi sotterfugii, Adovardo, sottrarrai, che tu oggi

facili, umani e liberalissimi. ¶ ADOVARDO ¶ E appresso degli altri

sarebbe quello ordine tuo, Adovardo, stato ingrato? dove prima

e rendasi perfetta. Séguita. ¶ ADOVARDO ¶ In non pochissimi de

desideriamo la tua facilità. ¶ ADOVARDO ¶ Vincetemi. Uditemi. Seguita vedere

commendatissimi tutti gli uomini. ¶ ADOVARDO ¶ Lodo la sentenza tua

qualche tristezza? ¶ LIONARDO ¶ Anzi, Adovardo mio, quanto da te

quanto mi pare, quanto Adovardo, costui el quale anovera

e odio. Ma seguita, Adovardo. Dio proibisca alla famiglia

tanto infortunio e calamità! ¶ ADOVARDO ¶ Aimè! Felice chi nella

contenga. Parti? ¶ LIONARDO ¶ Parmi. ¶ ADOVARDO ¶ Fia pertanto prima officio

dispiace el vizio proprio. ¶ ADOVARDO ¶ Tu confessi un vizioso

amico? ¶ LIONARDO ¶ Che poi? ¶ ADOVARDO ¶ Dirolti, quando m'arai

la verità genera odio. ¶ ADOVARDO ¶ Quasi come pochissime ti

io faccia? ¶ LIONARDO ¶ Parci. ¶ ADOVARDO ¶ Ascoltatemi. Apresso di me

el suo antiquo amico. ¶ ADOVARDO ¶ Odiosi! e quanto vero

da deporli, quali seranno? ¶ ADOVARDO ¶ Parrà grave perder la

amico? ¶ LIONARDO ¶ A molti. ¶ ADOVARDO ¶ Parrà grave el dolore

Certo, e a molti. ¶ ADOVARDO ¶ Parrà grave travagliarsi in

LIONARDO ¶ E quanto gravissimo! ¶ ADOVARDO ¶ E quanti si troverranno

accumularsi roba? ¶ LIONARDO ¶ Assai. ¶ ADOVARDO ¶ Non so degli altri

cupidissimi di meritar lode. ¶ ADOVARDO ¶ Che credi tu degli

non molto fusse prodigo. ¶ ADOVARDO ¶ Se così stimiamo, diremo

ricchezze. ¶ LIONARDO ¶ Certo sì. ¶ ADOVARDO ¶ E riputeremo ogn'altra

la infamia. ¶ LIONARDO ¶ Persuadesi. ¶ ADOVARDO ¶ Grave adunque stimeremo l

Siamo in cotesta sentenza. ¶ ADOVARDO ¶ E per non cadere

da sé volerlo lungi. ¶ ADOVARDO ¶ Così voglio m'intendiate

fa quel vizio suo". ¶ ADOVARDO ¶ Vedi quanto m'industrio

luntani. Parvi? ¶ LIONARDO ¶ Massime. ¶ ADOVARDO ¶ Adunque vedute le cagioni

volge un leggier fronte. ¶ ADOVARDO ¶ Vero, e adunque, quanto

e' non fusse conosciuto. ¶ ADOVARDO ¶ Non credo uomo alcuno

false diffamazioni si credano? ¶ ADOVARDO ¶ Certo sì. E dicesi

e troppo disciolta lingua. ¶ ADOVARDO ¶ Tu m'induci ch

nollo pesare ad inimicizia. ¶ ADOVARDO ¶ E qual grave uomo

non saprà farsi temere. ¶ ADOVARDO ¶ Se costoro son superbi

amplo. E abbiànti grazia, Adovardo, che c'insegnasti senza

nequizia e scellerata crudeltà. ¶ ADOVARDO ¶ Così era mia sentenza

non cercare di superarlo? ¶ ADOVARDO ¶ Non sa' tu che

farsi non odiare? Vedi, Adovardo, che a ridurti benivolo

contendere per la iustizia. ¶ ADOVARDO ¶ Non voglio dubiti, Lionardo

e tradursi a benivolenza. ¶ ADOVARDO ¶ Certo però che l

dall'odio l'inimicizia. ¶ ADOVARDO ¶ Piacemi. Ma indi sarà

vogliamo non assentirti. Seguita. ¶ ADOVARDO ¶ Ubbidirotti, e sarò pur

lodate. Troppo a me, Adovardo, troppo mi satisfacesti; ma

acadea dire della amicizia. ¶ ADOVARDO ¶ Dicemmo con che arte

alieno negarli tanta utilità. ¶ ADOVARDO ¶ Oh! felicissimo quel principe

udire quale essa sia. ¶ ADOVARDO ¶ Che dice Carlo? ¶ LIONARDO

giunto per salutar Lorenzo. ¶ ADOVARDO ¶ Adunque, e domani vi