Pietro Aretino, Angelica, 1535

del fin del suo amor gran meraviglia; ¶ chi la

che né Marte né Amor si scorge inante ¶ servo

di gelosia come d'amor ardendo. ¶ 19 ¶ E mentre per

in ver lui e Amor infido ¶ chiama a gran

voce e sol d'Amor si dole. ¶ Gli è

reo destino! ¶ ahi, discortese Amor, crudo e fallace!) ¶ gioisce

sí vile scempio ¶ ch'Amor ne pianse per ira

del tempio degno -. ¶ 50 ¶ Mentre Amor duolsi, il re al

l'arte intera, ¶ l'amor, lo studio e 'l

orribil guerra: ¶ gelosia ed amor con ire espresse ¶ comosse

è da un tenero amor vinto ¶ per la pietà

affrena. ¶ Mai di natura amor né studio d'arte

gelati fiumi, ¶ perché d'Amor son chiari nidi eletti

seno ¶ la dolcezza d'amor calda trabocca. ¶ Ella parla

sparve, ¶ tal che, s'Amor non gli destava alora

amando e del suo amor contento ¶ né lassú brami

Medoro, ¶ ne i quali Amor le sue dolcezze affina

grazie sole, ¶ che, s'Amor non rompea sue dolci

fatta sposa, del suo amor ardendo; ¶ e perché il

ad alcun servo d'Amor non spiacqui ¶ et era

Poi, durando la guerra, Amor piú volte ¶ su le

accesa, ¶ cieca mi fece Amor, come far sole ¶ desiosa

feci col mio fuoco. ¶ 31 ¶ Amor, che meco per compagno

ciò ch'io dissi, Amor mi induce ¶ a fare

le ciglia. ¶ Quel ch'Amor, mentre ardea con duolo

a dargli la terra Amor mi spinse. ¶ Ei mi

giusto, ¶ che tutto pote Amor spietato e ingiusto. ¶ 38 ¶ Or

nobil vesta, ¶ che disperato amor mi fe' sicura; ¶ scoprendo

e 'l petto Amore, ¶ 47 ¶ Amor, che in mezzo al

colpo, ¶ che lui e Amor del duol ch'or

gran giustizia è d'Amor, ma dovea io ¶ patir