Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

vivere così - disse cupamente Anna. ¶ - Ma è proprio disperato

di speranza? ¶ - Forse... - disse Anna. ¶ - È un uomo, da

Io lo conosco? ¶ Ma Anna si mise un dito

sgorgare dal petto di Anna, dalle sue labbra convulse

trasalendo. ¶ - Nulla, nulla - mormorò Anna, smarrita, passandosi il fazzoletto

salutò e domandò: ¶ - E Anna? ¶ - Ora viene - disse Stella

parola le illustrazioni, entrò Anna, con un passo leggerissimo

Laura, approvando. ¶ Allora videro Anna. Dias la salutò, con

Sì, lo scirocco - ripetette Anna parlando come una sonnambula

e se ne andò. Anna vide bene che restava

mi sono mai accorto... ¶ Anna, confusa, pallida, lo supplicò

intese e immediatamente: ¶ - Scusate, Anna: ma ho la cattiva

Mi deve bastare - rispose Anna, fermamente. ¶ - Vi contentate con

in apparenza. Le parlò; Anna non rispose, quasi non

lieto ambiente, Laura ed Anna Acquaviva celebravano la religione

di tutti gli armadi: Anna istessa, taciturna, ma presa

diventata troppo amara. Credeva, Anna, partendo, di cangiar anima

egli fosse presente ed Anna gliele dirigesse, aspettandone una

rientrandovi, una lettera di Anna gli era offerta dal

riserbo. Le lettere di Anna, vibranti di affetto esaltato

la dilatazione cerebrale di Anna, come egli diceva, trovava

più la mano di Anna nella sua; sapeva che

Specialmente in certi giorni, Anna appariva così pallida, con

è possibile - aveva replicato Anna, voltando la testa in

pianto, ormai fatta angelica; Anna invece restava donna, restava

sacrificio. E quando ad Anna stessa, nelle tristi cogitazioni

vita sull'umore di Anna, cedettero. Veramente Stella Martini

sarebbe stato utilissimo ad Anna, la cui crescente debolezza

voleva lasciar partire sconsolata Anna, la cui lettera gli

a un certo punto, Anna pareva caduta in tale

Naturalmente... così occupato... - mormorò Anna. - Mi volete dare la

che le dita di Anna tremavano, sul foglio di

ultimo giorno di maggio, Anna odorando un fascio di

nuovo, poi, nella carrozza, Anna si assorbì ne' suoi

peristilio di villa Caterina, Anna ebbe il senso di

rassegna di massaia accurata. Anna, invece, si era subito

le venne incontro: ¶ - E Anna? - disse. ¶ - È ancora di

potuto veder bene. ¶ - Povera Anna - mormorò Stella, con un

innanzi alle sue immagini, Anna Acquaviva? Nessuno osò disturbarla

alle parole rassicuranti di Anna; la sorvegliava affettuosamente, preoccupata

violento di passione. Adesso Anna dormiva in una stanzetta

ore la inquietudine per Anna si faceva più viva

origliare a quella di Anna. Vi regnava sempre un

era entrata. Aveva trovato Anna distesa sul letto, col

un giorno, domandato ad Anna. ¶ - L'ombra mi fa

un vetro opalino; così Anna si assopiva a quella

cheto passo di Stella, Anna schiudeva gli occhi, e

quotidiana, lunga dimora, che Anna faceva nella camera di

sì, di quella indifferenza, Anna si rinfrancò un poco

un po' grave. Allora Anna, sentendo di non potere

la lettera piegata ad Anna. ¶ - Che ne dite? ¶ - Mah

lo rifiutate. Scusate, cara Anna, ma io vorrei domandarvi

le mani. ¶ - Non esclamate, Anna, questo è un momento

ora, senza dire tutto. ¶ - Anna, Anna, voi siete una

senza dire tutto. ¶ - Anna, Anna, voi siete una fanciulla

Questa è una pazzia, Anna, sposate Luigi Caracciolo, ve

con un sorriso sarcastico. ¶ Anna non rispose, con le

due, Cesare Dias e Anna Acquaviva, restavano in causa

strappato dal cuore. ¶ - Addio, Anna - disse egli, levandosi. ¶ - Non

arretrò vivamente, - scrivete. Addio, Anna. ¶ Ella si era seduta

nel salottino, a raggiungere Anna. ¶ - Ebbene, è fatto questo

pallore, il turbamento di Anna. ¶ - No - disse costei - nè

sua tovaglia di altare; Anna stava seduta allo stesso

Dias? ¶ - Sì - disse semplicemente Anna. ¶ Laura, abbassate le tenui

VI. ¶ La lettera di Anna a Cesare Dias, diceva

porta". ¶ La lettera di Anna a Cesare Dias continuava

amico, non potete respingermi. - Anna". ¶ Cesare Dias lesse molto

biglietto che mandò ad Anna. ¶ "Cara Anna - Tutto quello

mandò ad Anna. ¶ "Cara Anna - Tutto quello che mi

scrisse questo: ¶ "Amo voi - Anna Acquaviva". ¶ Cesare Dias stette

rispose di nuovo: ¶ "Cara Anna - Sta bene: e poi

confusione della mente di Anna: immutabile innanzi all'amore

festosa. ¶ Nel cervello di Anna si delineava e s

ancora di questi miracoli, Anna lo avrebbe compiuto: e

amo, quanto vi amo! - Anna Acquaviva". ¶ Malgrado che egli

così impetuosa qual'era Anna, gli facevano una maggiore

preoccupazione. L'amore di Anna lo metteva in grande

nella lettera, e che Anna doveva avere la sua

sarebbe giunta in cui Anna, per la ragione dell

avrebbe egli fatto, quando Anna avrebbe voluto essere amata

non durano molto tempo. Anna, forse, avrebbe dimenticato. Egli

fare al tempo. Forse Anna avrebbe obliato. Non aveva

squillò nel cuore di Anna. Da che aveva scritto

dove la mano di Anna si era posata con

quella sciagurata sentenza ad Anna: ed ella sussultava, nascondendosi

tempi della malattia di Anna fossero ricominciati: e sua

chiedeva Stella parlando di Anna. ¶ - Non so, non so

due fanciulle, e invece Anna non diceva nulla, chiusa

ragazze, dove aveva trovata Anna che pregava, inginocchiata innanzi

tornata una seconda volta; Anna era ancora inginocchiata, ma

pian piano sulla spalla; Anna levò il capo, fissandole

consolarmene che Dio - mormorò Anna, levandosi dall'inginocchiatoio. ¶ - Pur

disse con voce profonda Anna. ¶ - Voi avete messo le

viandante! - scoppiò a dire Anna, smorta, con gli occhi

forte di me - disse Anna, con tale voce angosciata

bene! E voglio dirvi, Anna, che non vi sono

non era certo che Anna avrebbe obbedito in questione

una gran parola segreta, Anna desiderava che tutto intorno

l'eterna idea di Anna, le diventava odioso. Costui

o tre volte quando Anna aveva cercato di evitare

trattato assai male Caracciolo, Anna. ¶ - Non mi pare - diss

malinconicamente, intenerita dalla domanda, Anna aveva risposto: ¶ - Non ho

per moneta contante: ma Anna, ogni tanto, si voltava

nella prima scaramuccia con Anna a favore di Luigi

e di abbandono, come Anna Acquaviva! La sua collera

che la condotta di Anna non avesse un movente

è sempre efficace. Difatti Anna si era immediatamente pentita

venne. E allora in Anna un sordo dolore si

rispose con voce fievole Anna. ¶ Ma null'altro. E

il movimento psicologico di Anna era così tumultuario, vi

forse! non ne aveva Anna inteso parlare, così, riservatamente

irresistibile! Ahimè, la povera Anna, negli otto giorni di

quando era stata malata Anna: e Anna usciva sempre

stata malata Anna: e Anna usciva sempre con Stella

da varii giorni - mormorò Anna, guardandolo negli occhi. ¶ - Varii

signore. Stella Martini e Anna proseguirono verso Mergellina, camminando

Luigi Caracciolo guidava maestrevolmente. ¶ Anna Acquaviva li vide venir

delle parole dette da Anna. Ed essa, quando Stella

in un sol giorno. Anna se ne andava a

Ma che importava ad Anna Acquaviva? Lo aveva riacquistato

in quell'ora che Anna vi era: certamente lei

in quella condotta, che Anna si contentava, pensava che

dell'inconscio mondo. ¶ Così Anna discendeva, nell'amor suo

alle sofferenze taciturne di Anna, anzi disprezzandole, ella crollava

opposta a quella di Anna. Accettarlo così: o perderlo

domani... ¶ - Domani, sì - soggiunse Anna sorridendo. ¶ - La sua assenza

Stella Martini. ¶ - ... sì - fece Anna, dopo una esitazione. ¶ - Egli

Egli è così - mormorò Anna, con un gesto della

nel medesimo tempo, di Anna. Costei andava e veniva

Pure, l'indomani, mentre Anna, subitamente intimidita, udendo il

con ammirazione. Poi venne Anna: era un po' imbarazzata

affatto Luigi Caracciolo, e Anna, che aveva aspettato questo

offesa, per delicatezza; e Anna si vide più che

astensione: poi, vedendo che Anna per farsi perdonare quella

mutamento nell'animo di Anna: e le sue maniere

tranquillato sul conto di Anna, si mostrava soddisfatto, paternamente

lanciare la grande parola. Anna quasi gliela vedeva apparire

Adesso l'umore di Anna era diventato così variabile

stringeva, che bisognava prendere Anna in questo momento d

più pressante: egli amava Anna e glielo diceva in

con ogni parola; e Anna si arretrava, piena di

le persone che incontravano Anna, si congratulavano del suo

Il cerchio intorno ad Anna si veniva sempre stringendo

suo discorso con Laura. Anna si andò a sedere

di nuovo accanto ad Anna, nella penombra, mentre dirimpetto

udirlo, questo quarto atto. ¶ Anna non aveva risposto nulla

si andava altamente svolgendo, Anna rabbrividiva, pensando che lo

dalla bellezza senza emozione? ¶ Anna chinava il capo quasi

dei gentiluomini crocesegnati, quando Anna si sentiva affranta dalla

fuggissero dalla fantasia di Anna tutti i biechi fantasmi

odore è? - chiese ad Anna. ¶ - Eliotropio... ¶ - Mi piace - disse

era così vicino ad Anna, che a lei pareva

saliva al cervello, che Anna non intendeva più nulla

cuore di Cesare. No, Anna nulla conosceva più dell

di teatro, di arte: Anna era immobile, con gli

fantasie, tutti i cuori, Anna sentì lo struggimento supremo

divino minuto d'amore. Anna, torcendo lo sguardo dell

scongiurava a non partire, Anna sentiva dilatarsele l'anima

amore. Alle spalle di Anna, Cesare Dias, come se

aprire col motto magico? Anna chiedeva a sè tutte

anni di sofferenza, per Anna, non avrebbero mai equilibrato

dalla platea, dai palchi. Anna, stupefatta, sentiva che il

aiutò Laura; in ultimo Anna. ¶ Le fanciulle avevano certe

un centenario. ¶ Laura sorrise, Anna abbassò gli occhi, turbata

le fanciulle passassero innanzi; Anna prese, sospirando, il braccio

Martini, poi Laura, poi Anna; poi rinchiuse lo sportello

lo sportello. Nell'ombra, Anna si fece bianca come

Mentre la carrozza correva, Anna ebbe un tale smarrimento

vi era - disse sordamente Anna. ¶ - Come, non vi era

fece una risatina breve. Anna aveva spiegato il ventaglio

presso la sua pupilla Anna Acquaviva. Le proteggeva correttamente

accadere nel cuore di Anna. È vero, però, che

è certo, dunque, che Anna aveva molto cangiata la

e fortissima aveva indotto Anna Acquaviva a piegare il

ricominciata l'educazione di Anna Acquaviva: ma non bastava

dicono: bisogna maritarla. Ma Anna Acquaviva era un carico

maritare una sua pupilla? ¶ Anna aveva l'aria di

finamente, che egli portava Anna su certi soggetti favoriti

che sapeva, e dove Anna poteva dirgli la sua

fra Luigi Caracciolo e Anna Acquaviva era quella comune

di Luigi Caracciolo ad Anna Acquaviva era dunque fatta

più in intimità con Anna: se ella parlava di

del primo amore di Anna Acquaviva. Egli aveva inteso

diffondersi sulla faccia di Anna, a certe intonazioni di

subìto i nervi di Anna. Ah, ella aveva avuto

innamorato. In quanto ad Anna, qualunque accenno al passato

ripetuto, che sì, sì, Anna Acquaviva aveva avuto dell

verità, e che solo Anna Acquaviva gliel'avrebbe detta

non riesciva più ad Anna fingere di non saperne

braccetto di Luigi Caracciolo, Anna diventava nervosa, fissava Cesare

questa muta domanda di Anna: egli sentiva bene che

superare e che convincere Anna a sposare Luigi Caracciolo

sofferta, il viso di Anna si era un po

messa un po' indietro: Anna aveva preso il primo

pareva così felice, che Anna, piena per lei di

non così impercettibile che Anna non lo vedesse. Anna

Anna non lo vedesse. Anna trasalì e seguì lo

guardava più, e invece Anna, assorbita, teneva gli occhi

senza curarsi della musica. ¶ Anna guardava in quel palco

ammira. Ma quando, fatalmente, Anna ritornava con l'occhio

il debole cuore di Anna Acquaviva, che ella, senza

ma ella era presa, Anna Acquaviva, ella era assorbita

un'interrogazione. ¶ - Chi? - domandò Anna, che non aveva udito

amore alle cose, così Anna Acquaviva si rivolse nuovamente

le cose intorno ad Anna parvero scolorate ed ella

è un po' esagerata. ¶ Anna non udiva, aveva gli

fra le palpebre socchiuse, Anna Acquaviva guardava quel palco

dalla contessa d'Alemagna. ¶ Anna si volse subito, prendendo

fra loro: ma mentre Anna aveva lasciato l'occhialino

Laura, siedi qui - pregò Anna, levandosi. ¶ Mentre la sorella

metteva al suo posto, Anna andò in fondo al

la disturbasse di nuovo. Anna restò, respirando l'aria

gli Ugonotti, Stella? - disse Anna, per dir qualche cosa

dialogo, fra Stella e Anna. E quando Anna si

e Anna. E quando Anna si fu seduta, le

d'Alemagna. ¶ - Già - disse Anna, sordamente. ¶ - Forse verranno qui

bellissima creatura. ¶ - Finito - concluse Anna, con voce strozzata. ¶ Di

si era seduta adesso, Anna Acquaviva, al secondo posto

un desiderio, parve ad Anna che tutti la osservassero

parola con suo marito. Anna ben vedeva dove i

anni, ella bene vedeva, Anna, scivolare obliquamente la scintilla

capricciosamente pettinate, bene vedeva Anna il profilo di colui

fatal legge. Non sola, Anna; forse, neppure prima, poichè

tutto, fino all'ultimo. Anna, non sola, e non

fiore mai schiuso. E Anna ebbe un moto di

volte Laura parlò ad Anna, senza che costei le

il sipario discendeva, ed Anna, uscita del suo incantesimo

se stessa era morto, Anna non chiese. Levò il

fatto male a venire, Anna - le mormorò. ¶ - Non temete

Cesare Dias accanto ad Anna Acquaviva, Luigi Caracciolo dirimpetto

Sovraneggiando il suo turbamento, Anna sola discorreva, con Cesare

cuore... tanto sentimento - soggiunse Anna. ¶ - Il talento d'artista

cortesia temperava la secchezza. ¶ Anna consentì, col capo. ¶ - Del

gli anni? - riprese subito Anna. - Altre cose contano, più

per sottolineare il complimento. ¶ Anna rimase interdetta, agitata. Nulla

un secolo sicuramente, cara Anna. ¶ E si rivolse a

sono così tristi... - mormorò Anna. ¶ - Diamine, si sa che

la frase, rivolgendosi ad Anna. ¶ Sul volto di Anna

Anna. ¶ Sul volto di Anna passò un'ombra ed

sapesse che Dias restava. ¶ Anna che aveva spalancato gli

buon animo passionale di Anna. ¶ Era un miracolo, se

di tutti i piaceri. Anna diceva, pensosa: forse, egli

che la sua pupilla Anna Acquaviva si era innamorata

Cesare Dias seppe che Anna Acquaviva era fuggita dalla

Cesare Dias, che se Anna Acquaviva fosse stata veramente

nella sua vigilanza affettuosa! Anna Acquaviva, di cui il

egli sapeva ove era Anna, in salvamento, e che

una influenza seria, su Anna Acquaviva, perchè la debole

avere mancato: riconosceva che Anna non aveva trovato in

o la veglia di Anna, non dicendole nulla, chiamandola

ritornava in camera di Anna, lentamente, sfiorando il tappeto

il suo spirito. Giusto, Anna Acquaviva era in una

dicevano più nulla, ma Anna sapeva che essi erano

perdono, sempre, umilmente; e Anna balbettò: ¶ - Che avrete pensato

Non parlate così, cara Anna: dite che avete commesso

finire il breve colloquio. Anna, accasciata dallo sforzo, taceva

in un momento che Anna si trovò in faccia

Io non ti giudico, Anna. ¶ - Laura, Laura mia... ¶ - Quietati

Laura, Laura mia... ¶ - Quietati, Anna. ¶ Il tono era un

si faceva più profondo. Anna avrebbe espiato, è vero

avrebbe detto che sì, Anna Acquaviva: poichè ella aveva

nè ansietà, nè curiosità: Anna con un lieve desiderio

ambiente... ¶ - Oh voi! - esclamava Anna, con una intonazione di

chiedeva di lei ad Anna: ¶ - Che ha? ¶ - È buona

buona... è buonissima - mormorava Anna, in preda all'emozione

che il viso di Anna si tramutava, ogni volta

debole e fragile di Anna vibrava, Cesare Dias, naturalmente

le passioni. Talvolta, quando Anna Acquaviva, incapace di dominarsi

in Napoli sono precoci. Anna non vedeva fiori da

state fuori lungo tempo, Anna era rimasta sola, sdraiata

espiazione, sempre la stessa Anna Acquaviva, che era fuggita

ho detto troppo - balbettò Anna. ¶ - Dite sempre troppo. Vi

se in quel consenso Anna avesse rinunziato a qualche

quel principio di vittoria. ¶ - Anna, - egli seguitò - ogni volta

Voi avete ragione, sempre. ¶ - Anna, sapete voi che cos

infamia, un tradimento... - mormorava Anna, quasi parlasse a se

parlasse a se stessa. ¶ - Anna, quello era un uomo

un giorno da voi, Anna, il rimprovero di aver

apparenza, amichevole in fondo? ¶ Anna acconsentì, con la testa

è una cosa seria. Anna. ¶ Avvilita, con lo sguardo

anche una cosa sciocca, Anna. ¶ Era il gentiluomo corrotto

del predicatore di morale... Anna sbarrò gli occhi, meravigliata

Ma allora? - chiese dolorosamente Anna Acquaviva, ¶ - Allora?... Bisogna aver

nodo della questione, poichè Anna sentiva che, dopo quella

prime tinte, delicatamente bigie. Anna macchinalmente giocherellava con le

sempre felice? - domandò ancora Anna, tormentata dalle sue incertezze

la imponenza. ¶ Laura e Anna Acquaviva, accompagnate dalla loro

aveva una freschezza ammirabile. Anna portava il busto del

bontà, di pace spirituale. Anna indossava un abito di

pacifica dell'esistenza. ¶ Ma Anna Acquaviva quel giorno rispondeva

un'altra parte. Infatti Anna Acquaviva, invece d'avviarsi

che la confessione finisse. Anna scese assai tranquillamente gli

che era proprio lei, Anna Acquaviva, che aveva abbandonato

dalla rugiada sciroccale: e Anna, stretta nel suo paltoncino

i fantasmi della felicità. Anna viaggiava sola, in una

tornare indietro. E invero Anna, più che mai, si

farle spiegazione delle ruine. Anna lo seguiva, anch'ella

infinita e disperata tenerezza. Anna, incapace di dir nulla

gloria del suo amore, Anna non si accorgeva della

non udendolo più rispondere, Anna si fermò, trattenendolo lievemente

stazione, insieme con loro: Anna, intimidita, non osava più

conduce alla stazione: e Anna teneva sempre il suo

di casa mia. ¶ - No, Anna - mormorò lui fievolmente. ¶ - Tu

offende e mi dispera! ¶ - Anna, ascoltami, per carità, per

dette, te le ripeto, Anna. Questa è una rovina

a una oscura catastrofe. Anna, Anna, oggi non perdono

una oscura catastrofe. Anna, Anna, oggi non perdono a

vile, come un ladro, Anna: tu devi usare di

avvenire? ¶ - Non potrò mai, Anna. Preferirò sempre il sacrificio

suo martirio. ¶ - Sicchè - ricominciò Anna, lentamente - se vivessimo insieme

ed egli comprese che Anna non poteva pronunziare un

un tratto, si trovò Anna alle spalle, che lo

come è possibile - balbettava Anna, smarrita - che tu non

per resistere. ¶ - Non posso, Anna - disse, sottovoce. ¶ - Dunque vuoi

Non vi sono catastrofi, Anna... ¶ - Tu parli come Cesare

un'occhiata - tu, vattene. ¶ - Anna, Anna, non mi scacciare

occhiata - tu, vattene. ¶ - Anna, Anna, non mi scacciare così

già divisi, sempre. Vattene. ¶ - Anna, l'ho fatto per

aspettasse qualcuno. Lo vide Anna, poi, voltarsi verso le

perenne dominata dal silenzio. ¶ Anna la seguì ancora, quell

tavolino. ¶ - No... parto - rispose Anna guardandolo sempre coi suoi

presentimento vicino alla morte. Anna Acquaviva abbassò la testa

entrare qualcuno, precipitosamente, chiamandola: ¶ - Anna, Anna! ¶ Nessuna risposta. L

qualcuno, precipitosamente, chiamandola: ¶ - Anna, Anna! ¶ Nessuna risposta. L'uomo

tremava leggermente, questa volta: ¶ - Anna, dove sei dunque? ¶ Ancora

e ai sensi di Anna si addensò una tenebra

tenebra fitta, profonda. ¶ III. ¶ Anna Acquaviva era stata tre

diminuire, malgrado il chinino, Anna pareva sputasse sangue, pareva

potesse darle sollievo. Niente, Anna rispondeva: e il picciolo

intervalli di dieci minuti, Anna gridò ancora, lungamente come

morte era finita: ma Anna Acquaviva vi aveva rimesso

tre donne che assistevano Anna, la sorella Laura, o

che avesse, che volesse. Anna non schiudeva gli occhi

napoletano, che aveva salvato Anna Acquaviva da quella furiosa

a vedere come stava Anna. In realtà le due

Invece il carattere di Anna, aperto, leale, turbolento, infiammabile

soffio impercettibile di respiro, Anna pareva dormisse da due

camera delle due fanciulle, Anna aveva schiuso gli occhi

confusamente, anche nell'oscurità. Anna non dormiva. Non osava

più gelida la stanza: Anna non aveva freddo. Da

più dolorose faceva ella, Anna, attraversando di notte quella

voce tenera rispose: ¶ - Eccomi, Anna. ¶ Ma ella, prendendolo per

mantello nero, senza parlare, Anna curvò il capo e

vederne la faccia, affannandosi. ¶ Anna piangeva, senza rispondergli, con

Ti voglio tanto bene, Anna. ¶ - Io ti adoro, anima

È la passione - disse Anna. ¶ Egli sollevò delicatamente la

Che hai detto? - gridò Anna, scuotendosi. ¶ - È un lamento

dire? Il dolce sogno, Anna, che abbiamo fatto insieme

ho amato io, dunque? ¶ - Anna, Anna... - disse lui con

amato io, dunque? ¶ - Anna, Anna... - disse lui con dolcezza

Cesare Dias aveva ragione, Anna - concluse lui, quietamente. ¶ - Ah

bestemmiatore dell'amore! - disse Anna, arretrandosi, colpita da un

Cesare Dias aveva ragione, Anna mia. Io non posso

oppone al nostro amore, Anna. ¶ - L'amore è più

anche della morte - ribattè Anna, per la terza volta

soffocava i suoi fremiti. ¶ - Anna mia, pensa bene. Le

stessi in questa lotta. Anna, Anna, sono io che

in questa lotta. Anna, Anna, sono io che perdo

creature, di compirlo coraggiosamente. Anna, tu sarai amata, meglio

di me? Tu dimenticherai, Anna. ¶ Anna, immobile, ascoltava: non

me? Tu dimenticherai, Anna. ¶ Anna, immobile, ascoltava: non proferì

posso dimenticare - rispose fievolmente Anna. ¶ - Prova, fa un tentativo

anelare del suo respiro. ¶ - Anna, che hai? - le chiese

tu non mi ami. ¶ - Anna, Anna! ¶ - Giudico da me

non mi ami. ¶ - Anna, Anna! ¶ - Giudico da me - continuò

se tu mi amassi... ¶ - Anna! ¶ - Ah non chiamarmi, non

Non parlate di morte, Anna, non aumentare il mio

gli occhi innamorati di Anna. Egli tremava di sgomento

sei tu: portami via. ¶ - Anna, Anna, dove troveremo ricovero

tu: portami via. ¶ - Anna, Anna, dove troveremo ricovero? senza

di speculazione! No, no, Anna, non è possibile, non

mine. L'amore di Anna lo riempiva di felicità

infiammava il sangue di Anna, gli si era comunicata

realtà dalle speranze di Anna. ¶ - Mia sorella è peggiore

ti crede? ¶ - Mi crederà. ¶ - Anna, Anna, se non ti

crede? ¶ - Mi crederà. ¶ - Anna, Anna, se non ti crede

di andarsene, sicuro che Anna fosse ritornata alla sua

labbra, che la povera Anna, tremando come una foglia

braccia, nella infinita angoscia, Anna piangeva lamentandosi sottovoce, senza

mucchio di cenci bianchi, Anna si doleva ancora: sua

ricordati dove ti aspetta - Anna". ¶ Giustino Morelli lesse due

volte la lettera di Anna, lentamente, come se ne

lui: vinta e perduta, Anna. ¶ In quell'ora mattinale

Padre. Le due donne, Anna Acquaviva, e la sua

oh Dio... - andava mormorando Anna, a ogni nuova accusa

Giustino Morelli! - gridò involontariamente Anna, il cui sguardo prendeva

bene, per la giustizia, Anna, in quel giorno, Cesare

ami, io lo amo, Anna. Siamo sorelle e una

dire. ¶ - Fino alla morte, Anna. ¶ - Non dire! ¶ - Il mio

una infamia - disse gravemente Anna. ¶ - Ma Cesare ama me

ribrezzo, Laura - disse gravemente Anna. ¶ - Tu ricominci a insultare

Tu ricominci a insultare, Anna. La notte è alta

sorella, devi dimenticare Cesare. ¶ - Anna, non posso. ¶ - Ascolta, ascolta

devi amare più Cesare. ¶ - Anna, non posso. ¶ - Laura, non

devi amare più Cesare. ¶ - Anna, non posso. ¶ Anna si

Cesare. ¶ - Anna, non posso. ¶ Anna si slanciò contro la

temere, non temere - riprese Anna, portandosi il fazzoletto alla

due donne, come me, Anna Dias, come te, Laura

mio marito, Laura, - gridò Anna, impetuosamente. ¶ - Riprendilo, se ne

un'infame, vattene - disse Anna, stringendo i pugni fino

sè. ¶ - È vero - soggiunse Anna glacialmente. - Vattene, dunque, vattene

vattene una volta! ¶ - Addio Anna. ¶ - Addio Laura. ¶ Senz'affrettarsi

sua sorella, quasi involontariamente. Anna stava ferma in mezzo

cammino della sua stanza. Anna, nella sua immobilità non

violenza per cui ad Anna era parso, parlando con

sorella l'aveva atterrata. Anna era andata a lei

lotta fraterna, una catastrofe. Anna intendeva che ogni sua

cuore di sua sorella: Anna capiva che, dal principio

è unica, poichè ella, Anna, era nella verità, nella

fratello: poichè, infine, lei, Anna, aveva ragione, innanzi a

Laura, ella aveva ragione, Anna, e se avesse punita

e di decoro, che Anna vedeva giganteggiare in sè

transazioni col peccato, poichè Anna soltanto aveva ragione, secondo

Vinta, vinta, vinta - pensava Anna, avendo lo strazio incommensurabile

ricopre, e vi soffoca. Anna aveva, adesso, il senso

vieni in camera mia - Anna". ¶ Chiuse la letterina in

L'ultima parola - pensava Anna. ¶ Si distese sul letto

morto, dunque, il sole? Anna si levò dal letto

morte nel freddo invernale. Anna si trasse indietro, subito

Perchè vuoi andar via, Anna? ¶ - Così: voglio andare: fammi

queste tragiche complicazioni? No, Anna, no: io non mi

no: ed è no, Anna. Non cercare di piegarmi

per misteriose ragioni, che Anna le dicesse tutte. ¶ - Sii

il bel mustacchio bruno. Anna perdette la testa. ¶ - Tu

uccise Desdemona - disse sordamente Anna. ¶ - Ti pare che io

tua pazzia diventa pericolosa, Anna. ¶ - Imminente, invincibile pericolo, Cesare

Dio, oh Dio - diceva Anna, col viso nascosto fra

curano della tua follia, Anna, e fanno bene. Non

tu hai dimenticato che Anna vive solo per te

innocente galanteria; una frivolezza, Anna. ¶ - Laura ti ha detto

Conosco il galateo, io, Anna. Almeno ve ne è

meno innocenti di prima, Anna. Ti assicuro che il

grandi occhi neri di Anna avevano la fissità vaga

Sono io, Laura - disse Anna, posando la lampadina sopra

terrea come una agonizzante, Anna non distoglieva gli occhi

e vieni - disse duramente Anna. ¶ - Perchè? ¶ - Levati e vieni

e vieni, Laura - replicò Anna, con maggior durezza. ¶ - Dove

con maggior durezza. ¶ - Dove, Anna? ¶ - Levati e vieni, Laura

vieni, Laura - disse, implacabilmente, Anna. ¶ Laura ebbe un battito

con un sogghigno imperioso, Anna. ¶ - T'inganni, non verrò

Tu verrai, Laura. ¶ - No, Anna. ¶ - Tu dunque, hai molta

cominciando a vestirsi subito. ¶ Anna, in piedi, aspettava. Assai

cintura di amoerro bianco, Anna ebbe un accesso di

ingiusta e crudele vendetta, Anna la vide piegarsi e

guanciale. ¶ - Che fai? - gridò Anna, comprendendo. ¶ - Cerco qualche cosa

Gitta quei fiori! - gridò Anna. ¶ - E perchè? ¶ - Gitta quei

prima. ¶ - Oh Dio! - fece Anna, comprimendosi le tempia disperatamente

attitudine di riposo: ed Anna fissava quelle mani, che

volontà e ogni forza. Anna si irrigidì contro quest

senza scambiare una parola: Anna schiuse la porta della

due giri, con cui Anna si chiudeva dentro, con

poi, la stanza di Anna, in ordine perfetto, col

equilibrio morale. ¶ - Siedi - disse Anna, tornando a lei senza

lei senza guardarla. ¶ Temeva, Anna, vedendo quei capelli, quelle

lungo i bracciuoli, tranquillissima: Anna sulla sponda del suo

niente, dunque? - chiese, sogghignando, Anna. ¶ - No, non so nulla

Oh quel gesto, che Anna aveva veduto nella stanza

di mio marito! - proclamò Anna, levando le braccia al

cielo. ¶ - Tu sei pazza, Anna. ¶ - L'amante di mio

del suo amore! - gridò Anna, levandosi in piedi, fiammeggiando

levata: rispose sdegnosamente: ¶ - Bada, Anna, bada, la rettorica, in

Oh Vergine santa! - esclamò Anna, levando le braccia al

voi la forza - pregò Anna, disperata, torcendosi le mani

e tremante, la povera Anna, - Laura, non mi è

una persona cara... ¶ - Ebbene, Anna? ¶ - ... Ma io ho visto

ho visto, io - disse Anna, in preda a una

Laura. ¶ - Orribile, orribile! - esclamò Anna, ripresa dalla sua allucinazione

scuotendo il braccio di Anna. ¶ - Oh che cosa atroce

che cosa atroce! - disse Anna, nascondendo la faccia fra

istessa sua umiliazione desolava Anna, più acutamente. Ella fece

hai fatto questo? - domandò Anna, brevemente. ¶ Laura non rispose

Oh Signore, Signore! - gridò Anna, scoppiando in singulti disperati

Taci, taci, taci - replicò Anna, nella immensa confusione della

infamia: ma è così. ¶ Anna aveva rasciugate le sue

è ammogliato per forza, Anna. ¶ - Infine, è mio marito

molto poco! ¶ - Laura! - esclamò Anna, ferita al vivo, essa

No, non è uguale, Anna. ¶ - È un peccato mortale

È una infamia - proclamò Anna. ¶ - Anna, non ingiuriare. ¶ - Ingiuriare

una infamia - proclamò Anna. ¶ - Anna, non ingiuriare. ¶ - Ingiuriare? E

debbo rammentare? - chiese impetuosamente Anna. ¶ - Un sol fatto. Tu

la spingesse al naufragio. Anna usciva, camminando a guisa

diceva la cameriera di Anna a Laura. ¶ - Va bene

si muoia. Tutto questo, Anna soffriva. E sempre, in

Napoli una pace, che Anna aveva perduta per sempre

delle scene, in cui Anna, spaventata dai sarcasmi, dalla

Ti secco? - aveva chiesto Anna, frenando a stento i

morire, sarebbe meglio - mormorava Anna, smarrita. ¶ - Ma come, non

occhi rossi. Per reazione, Anna volle uscire da quello

giorno: sino alle quattro. ¶ Anna sorrideva, benevolmente, con una

incoraggiava questo annegamento di Anna nelle cure frivole ed

seccasse: ecco! Vedendo che Anna si metteva, almeno per

fondo dell'anima di Anna vi era una collera

chissà! Coloro che incontravano Anna Dias, dovunque, dicevano che

la fine di gennaio, Anna doveva andare al San

mi accompagni, Cesare? - disse Anna, rivolgendosi al marito con

la zia Sibilia - soggiunse Anna. ¶ - Allora, se mi permetti

carnagione di avorio di Anna ne aveva un risalto

nei capelli bruni di Anna, rialzati sul capo, erano

quella serata perduta. Anche Anna ebbe un vivacissimo moto

allo sportello. E salutò Anna, con tale sguardo che