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Vittorio Alfieri, Maria Stuarda, 1788

concordanze di «Arrigo»

nautoretestoannoconcordanza
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1788
PERSONAGGI ¶ MARIA ¶ ARRIGO ¶ BOTUELLO ¶ ORMONDO ¶ LAMORRE ¶ Scena
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o schiavo? ¶ Maria ¶ Schiavo Arrigo, o nemico, a me
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oltraggi a me da Arrigo fatti, ¶ se in lui
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i tanti ¶ perfidi aguati: Arrigo in fin, per lui
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dai re. Ma pure, Arrigo ¶ a tua vendetta abbandonava
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qui non vengo ¶ d'Arrigo a tesser laudi: egli
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del vero, ¶ dillo ad Arrigo, a cui più assai
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duri ceppi avvinto ¶ tenne Arrigo, ch'io scelto aveami
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pietà di quello stesso Arrigo. — ¶ Trarla or tu dunque
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dei, col dirle, che Arrigo, a suo talento, ¶ sta
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mite ai nuovi settatori; Arrigo ¶ sempre indiviso dal mio
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che a te ritorna Arrigo... ¶ Ormondo ¶ Oggi ei ritorna
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lontano, ¶ per più ragioni, Arrigo esser non debbe. ¶ Sia
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un sapesti ¶ schernir d'Arrigo le imprudenti trame, ¶ e
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ch'era mio sposo Arrigo. ¶ Botuello ¶ Fatal maneggio! Omai
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mi ascolta, e crede ¶ Arrigo all'amor mio, (ch
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ATTO II ¶ SCENA I ¶ ARRIGO, LAMORRE ¶ Arrigo ¶ Sì, tel
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SCENA I ¶ ARRIGO, LAMORRE ¶ Arrigo ¶ Sì, tel ridico; ad
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d'ogni tua sventura. ¶ Arrigo ¶ Più che convinto io
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io del volgo: odimi Arrigo. ¶ Grazia in corte non
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ogni inganno ha seggio. ¶ Arrigo ¶ E che? vuoi tu
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quanti qui abborron Roma. ¶ Arrigo ¶ Di civil sangue io
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mi sia. ¶ SCENA II ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ Schietto è forse
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sia. ¶ SCENA II ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ Schietto è forse costui
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io poscia. ¶ SCENA III ¶ ARRIGO, MARIA ¶ Maria ¶ Ben giungi
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lungo in volontario bando. ¶ Arrigo ¶ Regina... ¶ Maria ¶ Ahi nome
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che non di' consorte? ¶ Arrigo ¶ Pari è fra noi
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fai miei lunghi giorni... ¶ Arrigo ¶ Il pianto ¶ mio, tu
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ma d'amor no. ¶ Arrigo ¶ Sia che si voglia
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chi, se non tu? ¶ Arrigo ¶ Di noi chi 'l
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senza alcun limite, signore. ¶ Arrigo ¶ Oltraggio chiamo io l
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sono, in regnar dotta! ¶ Arrigo ¶ Ma in corte ogni
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affidarmi, che in te? ¶ Arrigo ¶ Dolci parole ¶ odo, ma
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parla: io farò tutto... ¶ Arrigo ¶ Io voglio ¶ re, padre
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e genitor tu sei. ¶ Arrigo ¶ So quale incarco è
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figlio, dar tutto a Arrigo dei. ¶ Maria ¶ E il
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a caso ¶ non torna Arrigo. Ai delator, che molti
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le minacce vane ¶ di Arrigo a te. Ma, se
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velo, ¶ fa' soltanto che Arrigo abbia or diversa ¶ stanza
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più salubre ostello, ¶ con Arrigo ne andrai la rocca
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ATTO III ¶ SCENA I ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ No, l'indugiar
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III ¶ SCENA I ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ No, l'indugiar non
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lo attendo. ¶ SCENA II ¶ ARRIGO, ORMONDO ¶ Arrigo ¶ Ben venga
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SCENA II ¶ ARRIGO, ORMONDO ¶ Arrigo ¶ Ben venga Ormondo alla
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d'una intera pace. ¶ Arrigo ¶ Pace? ove appien non
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a pace ¶ sacro parmi... ¶ Arrigo ¶ T'inganni. È questo
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ver te la regina? ¶ Arrigo ¶ Il cor? chi 'l
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o aiuto, o scorta. ¶ Arrigo ¶ Ben io, per me
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mal questo rimedio parmi. ¶ Arrigo ¶ Tal non mi pare
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desti, può appagarsen mai? ¶ Arrigo ¶ Che val superbia, ove
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sapranno ¶ farti essi tosto... ¶ Arrigo ¶ Ed agli amici in
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io primier ti sconsiglio. ¶ Arrigo ¶ E asil mi fora
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vogli, ¶ tosto il potrai. ¶ Arrigo ¶ Che parli? ¶ Ormondo ¶ Il
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in un di pace... ¶ Arrigo ¶ Or, come?... ¶ Ormondo ¶ Servo
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dee lasciar, non cresca? ¶ Arrigo ¶ Chi 'l niega? E
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pieno ¶ lo avessi tu. ¶ Arrigo ¶ Quindi ei m'è
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ritor tu il dei. ¶ Arrigo ¶ Veglian custodi. ¶ Ormondo ¶ E
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E' puonsi ¶ deludere, comprare... ¶ Arrigo ¶ E pon, ch'io
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che appunto ¶ mertar parratti... ¶ Arrigo ¶ — Assai gran trama è
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è questa. ¶ Ormondo ¶ Spiaceti? ¶ Arrigo ¶ No; ma scabra parmi
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Ardisci; ¶ lieve si fa. ¶ Arrigo ¶ Troppo parlammo. Or vanne
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riedo: il tempo stringe... ¶ Arrigo ¶ A notte ¶ già ben
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verrò. Pensa frattanto, o Arrigo, ¶ che il colpo, allor
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e laude. ¶ SCENA III ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ Laude trarronne, ov
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laude. ¶ SCENA III ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ Laude trarronne, ov'io
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me costui? ¶ SCENA IV ¶ ARRIGO, BOTUELLO ¶ Arrigo ¶ Che vuoi
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SCENA IV ¶ ARRIGO, BOTUELLO ¶ Arrigo ¶ Che vuoi da me
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un tempo dirti ¶ deggio... ¶ Arrigo ¶ Assai più che la
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te i suoi detti... ¶ Arrigo ¶ Ella co' detti ¶ spiacermi
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guisa ¶ di amichevol rampogna. ¶ Arrigo ¶ Arbitro vieni ¶ d'ascosi
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dir gli è imposto. ¶ Arrigo ¶ Non mi è l
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Botuello ¶ Altri pur odi. ¶ Arrigo ¶ Che parli? Altri?... Che
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odi; e a lui... ¶ Arrigo ¶ Felloni! ¶ Questo già mi
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a chi t'ama. ¶ Arrigo ¶ — O chiaro parla, o
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Da lei che speri? ¶ Arrigo ¶ Che spero?... Nulla: e
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ti scongiura ¶ Maria, piangendo... ¶ Arrigo ¶ Oh! di che piange
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a propor ti venne... ¶ Arrigo ¶ A me?... Che dirmi
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ho il dover mio. ¶ Arrigo ¶ Compiuto ¶ ho il mio
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perch'io 'l dovea... ¶ Arrigo ¶ Più del dover parlasti
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deggio ¶ alla regina dire? ¶ Arrigo ¶ Esci; va'; dille,... ¶ che
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temerario sei. ¶ Botuello ¶ Signor... ¶ Arrigo ¶ Non esci? ¶ SCENA V
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Non esci? ¶ SCENA V ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ Iniqui tutti; ed
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esci? ¶ SCENA V ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ Iniqui tutti; ed io
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io fede? ¶ SCENA VI ¶ ARRIGO, ORMONDO ¶ Arrigo ¶ Oh! già
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SCENA VI ¶ ARRIGO, ORMONDO ¶ Arrigo ¶ Oh! già ritorni? ¶ Ormondo
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onde a te riedo... ¶ Arrigo ¶ Traditor malaccorto; osi tu
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Or, che mai fu?... ¶ Arrigo ¶ Sperasti, ¶ ch'io nol
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cangi? Or dianzi favellavi... ¶ Arrigo ¶ Or dianzi ¶ veder voll
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colpa tu il credi? ¶ Arrigo ¶ Colpa ¶ di te, di
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voce ognora. ¶ SCENA VII ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ Ben di' tu
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ognora. ¶ SCENA VII ¶ ARRIGO ¶ Arrigo ¶ Ben di' tu il
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ATTO IV ¶ SCENA I ¶ ARRIGO, MARIA ¶ Arrigo ¶ Donna, il
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SCENA I ¶ ARRIGO, MARIA ¶ Arrigo ¶ Donna, il fingere abborro
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concordia si rinnovi, ascolto... ¶ Arrigo ¶ Fra noi concordia? Sempiterna
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merto io da te? ¶ Arrigo ¶ Ben dici. A tal
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lieve, ¶ il duro petto? ¶ Arrigo ¶ In trono siedi: e
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di chi gli usa. ¶ Arrigo ¶ In detti ¶ t'offendo
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tuo sdegno? Io tosto... ¶ Arrigo ¶ Udirla ¶ vuoi dal mio
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Oh ciel! qual prova?... ¶ Arrigo ¶ Ormondo ¶ perfido è, sì
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ciel, s'io mai... ¶ Arrigo ¶ Non vale, ¶ no, spergiurare
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così il mio nome?... ¶ Arrigo ¶ Atroce appieno han l
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entrambi insieme ¶ chiamarli; udire... ¶ Arrigo ¶ A paragon venirne ¶ io
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come dagli occhi trarti? ¶ Arrigo ¶ È tolta omai: ¶ troppo
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ardirò del popol mio? ¶ Arrigo ¶ Giustizia a' rei mai
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Maria ¶ Deh! m'odi... ¶ Arrigo ¶ Ultima notte, ¶ ch'io
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si appoggia ¶ l'indegno Arrigo... Ah, d'ogni parte
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che? tu pur d'Arrigo i sensi?... ¶ Botuello ¶ Io
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Io l'opre ¶ di Arrigo so. Mi udisti mai
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vigilar noi sempre ¶ sovra Arrigo, e il saper del
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Mercede ¶ del tradimento pattuisce Arrigo, ¶ ch'ei reggerà qui
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il debil cor d'Arrigo, ¶ la dubbia fé, la
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parte hammi lo stesso Arrigo. ¶ Scaltro nell'arti delle
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assèvra ¶ bensì, che primo Arrigo era a proporgli ¶ di
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di' vero; ¶ che favellotti Arrigo? ¶ Ormondo ¶ Ei... si... dolea
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Taciuto invan l'avresti. Arrigo, ei stesso, ¶ all'eseguir
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Ormondo ¶ A me doleasi Arrigo, ¶ che mal si nutre
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seguirne. ¶ Maria ¶ Oh cielo! ¶ Arrigo è tal, ch'or
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in corte ¶ vuoi che Arrigo ricovri? E se in
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fia sola ¶ scema ad Arrigo; e nessun menom'atto
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Or tosto vanne ¶ ad Arrigo tu stesso: a lui
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ha le mie squadre Arrigo; udito ha il nome
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l'armi ritrar; ma Arrigo poscia ¶ chi raffrenar potrà
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di te, che fora? ¶ Arrigo offeso... ¶ Maria ¶ Ah! dimmi
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non ne andava ad Arrigo?... ¶ Botuello ¶ Io nol vedea
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debil senno governar di Arrigo; ¶ quindi a lui finge
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reo ¶ tu non convinci Arrigo, or che a lui
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tu dirmi?... ¶ Maria ¶ Ucciso Arrigo!... ¶ Ma, come?... Oh cielo
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Lamorre ¶ Secura ¶ statti. D'Arrigo è la magion disvelta
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a mezzo il colle, ¶ Arrigo, ei stesso, disperato incese