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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «Avevo»

nautoretestoannoconcordanza
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giovane. ¶ ITALO CALVINO ¶ Infanzia ¶ Avevo dodici anni e un
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pantaloni alle caviglie. Li avevo visti dallo spiraglio della
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in camera mia e avevo continuato a sventrare scatole
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mi ero accarezzato e avevo intuito il movimento di
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decisiva, e solo allora avevo saputo come andava il
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Marie mi domandò se avevo già amici a Parigi
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Quando arrivammo a destinazione avevo sconfitto la solitudine. ¶ A
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una rientranza del corridoio. Avevo a disposizione poco più
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le rivelai di me: avevo fatto uno sciopero della
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testa, io ero diverso. Avevo capito che l’eros
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Dissi che non ne avevo voglia, poi mi sentii
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la sua giacca rossa. Avevo l’abitudine di scriverci
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me. A Milano l’avevo riempito con una ventina
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carte da briscola che avevo portato dall’Italia: le
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mio destino a Deauville. ¶ Avevo imparato a interrogare il
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passionali. Nel frattempo io avevo imparato. Interpretavo un mazzo
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sedermi con lei. Ubbidii, avevo paura, avevo stupore. Lei
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lei. Ubbidii, avevo paura, avevo stupore. Lei mi fece
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voce, ma lo dissi, avevo un accenno di erezione
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pashmina al collo, io avevo una camicia di una
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dietro alcuni effetti secondari, avevo scoperto che l’autoerotismo
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si affacciava. Non l’avevo più vista, né sentita
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squinternati. ¶ Dopo la messa avevo l’obbligo di confessarmi
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alla fine dell’anno avevo avuto la media del
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Rivoli anche se non avevo letto Lo straniero; in
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puzzle da mille pezzi; avevo smesso di leggere il
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per una settimana e avevo rivisto Lorenzo e Mario
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uno sciopero e lo avevo trovato con due scatoloni
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grande, oscuro, pericoloso. L’avevo vista in qualche film
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arrivato. Papà ricomparve quando avevo finito la Coca-Cola
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Così in quel Café avevo conosciuto qualcuno più importante
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torcia sotto le coperte. Avevo aspettato che mamma e
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ero lavato i denti, avevo spento le luci e
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il romanzo di Buzzati. Avevo acceso la lampada a
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al cuore questa possibilità. Avevo diciassette anni, lei quasi
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brufoli mancavano. In compenso avevo stoppa al posto dei
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e gli dissi che avevo bisogno di una rivelazione
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che la fraintendessi. Invece avevo capito, almeno per il
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negli occhi. Tanto meglio. Avevo bisogno di correre anche
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il salto nel vuoto. Avevo un solo nome: Camille
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Mars. Il giorno prima avevo provato con il dorso
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cui piace scopare. – L’avevo abituata al silenzio e
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spavento e istinto famelico. Avevo trovato l’icona di
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è pure simpatica. Ti avevo chiamato la scorsa settimana
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Feci segno che non avevo voglia di parlare, lui
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qualcosa di catartico. L’avevo già visto con Lunette
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Rise come mai l’avevo sentita ridere. Si calmò
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io crollai a sedere. Avevo le gote che scottavano
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diventò antidoto alla gelosia. Avevo compiuto un’impresa erotica
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città. Gli dissi che avevo preso due decisioni. Lui
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lasciarle messaggi da riferirgli. Avevo trovato un altro modo
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l’ultima lettera che avevo letto prima della telefonata
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di telo blu che avevo vestito per la circoncisione
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e altre che non avevo mai sfiorato, reduci delle
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di papà. Marie l’avevo vista un’ora prima
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es fort Libero, l’avevo stretta a lungo. E
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e cominciai a riordinare. Avevo quasi diciannove anni e
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solo era un’impresa, avevo sempre qualcuno intorno. Controllavo
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fratello come stavo, se avevo bisogno di qualcosa, se
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un giorno di marzo, avevo compiuto da un mese
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cinema e all’università. Avevo appena concluso la sessione
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che per qualche ragione avevo la testa chissà dove
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e gli confidai che avevo paura. Sono vergine e
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Il commesso ero io, avevo già espiato abbastanza. ¶ Arrivai
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poltrona, chiusi gli occhi. ¶ Avevo cominciato a perdere il
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e un’inconsistenza perfetta. Avevo rotto la simbiosi con
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del diritto. Dovevo apprendere, avevo perso troppo tempo. E
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io l’amore l’avevo, e stava per esplodere
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notato una rivoluzione che avevo percepito anche io: piacevo
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ai suoi. ¶ Questa volta avevo risparmiato ogni franco degli
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ultimi sei mesi e avevo obbligato Philippe a concedermi
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annuii, non mi infastidiva. Avevo un piede nel territorio
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fatto quello che io avevo voluto. ¶ – Cioè? ¶ – Arrête-toi
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petit souvenir a Marie, avevo trovato in una libreria
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il mare e non avevo resistito. Mi abbracciò forte
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Mancava Antoine. A lui avevo preso un berretto degli
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amica per comunicarle che avevo accettato il lavoro allo
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rossa di papà che avevo trovato nella casa del
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lo straniero in patria. ¶ Avevo avvertito Mario e Lorenzo
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quale a come l’avevo lasciata, ha il traffico
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il trauma. Io l’avevo saltata a piè pari
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incontrai Lorenzo e Mario avevo gli occhi pesti e
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conoscere. Gli dissi che avevo perso ogni stimolo. ¶ – Lei
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ballava il cancan. L’avevo tradotta in italiano e
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in italiano e l’avevo riportata sul quaderno di
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e in nient’altro. Avevo evitato i parenti alla
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del parco undici volte. Avevo il problema del sovraccarico
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Le dissi che non avevo soldi, volevo solo accarezzarla
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in frangetta e tailleur. Avevo una scrivania con una
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il motivo per cui avevo lasciato la Ville Lumière
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sera stessa in cui avevo visto Lunette con il
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mi ero alzato e avevo deciso che mi sarei
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l’unico amuleto che avevo portato da Parigi: la
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Tentavo il mio volo, avevo ali stanche. Il battito
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che sapeva di polvere. Avevo lasciato la missione a
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delle illusioni. Da lui avevo ereditato le spalle strette
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la cesta dei libri. Avevo adocchiato il romanzo di
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guardavo l’umanità che avevo sfiorato nella Parigi di
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Da quando ero milanese avevo schivato l’invito dei
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e le sue amiche. Avevo chiesto di non portarmi
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fili. I libri li avevo ammassati nel centro e
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le sfiorai i capelli. Avevo due possibilità: staccarmi o
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mi diedi tempo. Non avevo direttive a parte una
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settanta, stavano in alto, avevo questo modo infallibile di
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Il foglio che le avevo visto leggere era la
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autentico per cui gli avevo scritto: Antoine era il
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sublime. Mi chiese se avevo voglia di una partita
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essere il padre che avevo perso e io il
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angolo e piangeva. L’avevo persa. E stavo perdendo
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voltò, era come l’avevo trovata la prima volta
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in corso Garibaldi, davvero avevo lavorato nel bar di
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era scattato quando le avevo chiesto il consiglio per
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i due peli che avevo, sciacquai con acqua gelata
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stretti i miraggi, l’avevo fissata a lungo al
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che riusciva. E io avevo capito che era lei
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era davvero lei, appena avevo sentito l’odore di
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locale era mezzo stipato, avevo messo un disco di
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alla fine ce l’avevo fatta, alla fine era
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che ti consigliavo. Gli avevo promesso di non dirti
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domandò come mai non avevo risposto alle sue telefonate
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bisogno. Mario chiese se avevo intenzione di fidanzarmi con
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Eroticamente nulle, comunque stimolanti: avevo il cervello pregno. ¶ Mario
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avercela con me: non avevo mai accettato di incontrare
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la scusa era che avevo bisogno di un aiuto
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lo sapevo mettere. Però avevo un’intuizione su come
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Le dissi che non avevo soldi. ¶ Sorrise ancora e
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se stessi nella brutalità. Avevo scelto una strada di
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libri selezionati da lui. ¶ Avevo allestito l’osteria con
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diventò la cena che avevo promesso a Mario e
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guardando e sorrideva. L’avevo cercata durante l’antipasto
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prima dell’orgasmo. L’avevo sentito: il logorio dei
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e avveniva con schiettezza. Avevo accantonato pudori e insicurezze
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realizzai un dettaglio che avevo cercato di rimuovere: sopra
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discreto. Senza accorgermene, gli avevo abbuonato la separazione dei
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rassicurò, per chi l’avevo preso? In California ne
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tra gli zigomi ampi, avevo questi occhi allungati. I
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per un maquillage, se avevo bisogno di qualcosa c
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Roquefort, legumes. Un cabernet. Avevo letto il romanzo in
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Italia, quando ero atterrato avevo capito il mio viaggio
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il mio compleanno. Le avevo appoggiato le labbra senza
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le promets. ¶ Non le avevo detto dei miei intenti
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mamma, lì, dove l’avevo spiata con Emmanuel. Mi
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dissi che ero io, avevo chiesto il telefono a
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la camicia blu e avevo preso dai souvenir di
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Gioventù comunista. E io, avevo qualcuno? ¶ Scossi la testa
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le pratiche universitarie. L’avevo fatto, si fidasse una
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mi precipitai in studio. Avevo arretrati che sommergevano la
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e tornammo in ufficio, avevo il Buddha in mano
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della resistenza che gli avevo fatto leggere in una
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Era il contrappasso che avevo subìto, diventavo l’amante
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sugli americani come mai avevo fatto: i cazzotti di
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furioso, mai sazio. Non avevo la sua arte poetica
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sua arte poetica, non avevo arti tranne l’alfabeto
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definito: maestosa. Senza accorgermene avevo deciso che per un
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fuga a Parigi le avevo lasciato una nostalgia ostinata
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Marais e qualcosa che avevo messo via potevo permettermi
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ridotta a un cencio, – Avevo paura, Anna. ¶ Whitman fu
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trentacinquenne separata con cui avevo condiviso sfoghi ben congegnati
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lei il mio autoerotismo. Avevo interrotto l’indigestione sessuale
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psiche, il fatto che avevo girato intorno a mia
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pena dantesca e che avevo inseguito l’edipico per
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che finsi di sigillare. Avevo timore e un assoluto
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mano il libro che avevo scelto per loro. Papà
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adulti erano entusiasti. L’avevo già scalzata come insegnante
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gli strinsi la mano, avevo la nausea di me
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tempo abitavano i ferrovieri. Avevo le palpitazioni e un
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sabato pomeriggio, nel frattempo avevo altre domande? ¶ – A che
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tutte le persone che avevo intorno. Io e Anna
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vedere seminudo mi atterriva. Avevo una struttura fisica decente
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frustrazioni passate: infatti non avevo paura. Ero immune dal
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per la sensazione che avevo provato quando la classe
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di Manù. ¶ La rassicurai, avevo capito tutto dalla sua
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di medicine naturali. Quando avevo iniziato il liceo si
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stati meravigliosi, ma non avevo mai sentito il sodalizio
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della mia formazione. Le avevo fatto leggere qualcosa della
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altre, e io l’avevo vista annuire e ridere
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a una. Da Milano avevo avvertito anche Marie, le
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avvertito anche Marie, le avevo detto di mia madre
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Dal pomeriggio in piscina avevo convissuto con un ostinato
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Parini mi accompagnò Anna. Avevo deciso di indossare giacca
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la pretendevano come l’avevo pretesa io e mi
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e io non l’avevo saputo finché non mi
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notte in cui l’avevo chiesta in moglie. ¶ Ci
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discrezione e perché lì avevo acceso l’unico cero
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sotto casa. Io lo avevo chiamato e gli avevo
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avevo chiamato e gli avevo chiesto di vederci, Mario
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accettato e dal tono avevo intuito che sapeva di
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lei. Quel pomeriggio gli avevo spiegato come erano andate
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lettera in cui scriveva: Avevo sempre intuito che eravate
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istruiva all’amore genitoriale. Avevo figli al Centro e
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rimisi a posto, l’avevo sistemato dopo il Faulkner
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ero io. Per fortuna avevo ancora due mesi. ¶ Li
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strada che stavo smarrendo: avevo smesso di stanarmi per