Pietro Metastasio, Giustino, 1713

a voi, ¶ Sovrana imperatrice. ¶ CLE. Al vostro cenno ¶ Tosto

sapere i semi eterni. ¶ CLE. Non può l'uman

saranno o pur felici. ¶ CLE. Difficil cosa e fuor

non chiede a voi. ¶ CLE. Non sempre è dato

una sì bella sorte! ¶ CLE. Solo Asteria di ciò

agguagliare opra sì grande. ¶ CLE. L'opra è dono

con voi ne vengo. ¶ CLE. Il Ciel vi doni

QUARTA ¶ cleone e asteria ¶ CLE. Quando sarà che dopo

e non vorrei potendo. ¶ CLE. Senza che al vostro

egli tenea più caro. ¶ CLE. Anzi per far che

un'altra pena eguale. ¶ CLE. Non è pena l

felice amor durar potesse. ¶ CLE. Dove regna la fé

il ritrovar tal fede! ¶ CLE. Entro un petto real

amor pastori e regi! ¶ CLE. Dunque... ¶ AST. Per non

dolermi, amar non voglio. ¶ CLE. E vuoi più tosto

Vedova trapassar, che dolorosa. ¶ CLE. Né questa pena mia

è in tuo potere. ¶ CLE. Se fosse in mio

speme, amor non dura. ¶ CLE. Ma in me manca

fugar; saggio tu sei. ¶ CLE. Ah che non puote

potrà mai ¶ Esser estinta? ¶ CLE. In van ciò spererei

rimiro ¶ Mesto nel volto? ¶ CLE. Da diversi oggetti ¶ Era

o Cleon, maggior desio. ¶ CLE. Eccomi pronto ad ogni

pensieri il vario flutto. ¶ CLE. Alto signor, nel cui

giammai l'Imperio nostro? ¶ CLE. Aimè, ch'io veggio

del futuro il corso? ¶ CLE. Quell'immenso poter cui

tua prudenza ¶ Chieder consiglio. ¶ CLE. Ubbidiente sieguo ¶ I tuoi

cleone, servi e detta. ¶ CLE. La dolente Sofia, di

sorte ¶ Che lieta predicesti. ¶ CLE. Oh fiera vista! ¶ Or

ottenga il giusto onore. ¶ CLE. Ciò fia mia cura

vita però senza speranza. ¶ CLE. No: l'abbondante umor

fosse, ¶ Quanto lieta sarei! ¶ CLE. Su, fidi servi, ¶ Nelle

forza e di vigore? ¶ CLE. Una bevanda tepida le

il tempo è giunto. ¶ CLE. Così giungesse, Asteria, al

dal mio voler dipenda. ¶ CLE. Di ricchezze e d

e l'amor mio. ¶ CLE. La fede accetto e

perigli, or del piacere. ¶ CLE. Non v'è contento