Luigi Pulci, Morgante, 1483

sendo pur paladin di Carlo Mano. ¶ Lasciam la storia

gli uomin facevon paura. ¶ Carlo si fece la croce

bene Atlante o Stambernicchi? - ¶ Carlo fe' presto il nipote

sai l'altro gastiga. - ¶ Carlo pur gli occhi a

è poco onor di Carlo Mano: ¶ io mi credea

che tu metti a Carlo, ¶ che si vuol d

creduto che il vecchione ¶ Carlo tener non si potessi

Era stato un uom Carlo molto degno: ¶ Natura intese

sarebbe una Roma, un Carlo Mano. ¶ Così faceva il

fu alto, ¶ e fecion Carlo per forza cadere, ¶ e

il gonfalone ¶ e come Carlo di sella è caduto

per terra; ¶ caduto è Carlo, e perduta è la

lo menò dove era Carlo, ¶ e fecion sopra il

imbasciadore ¶ in Francia a Carlo a ritentar la pace

e fu dinanzi a Carlo, ¶ e cominciò in tal

l'alta maestate ¶ di Carlo Magno, e chi suo

crede ¶ che ciò che Carlo gli avessi promesso ¶ nella

questo; se tu intendi, Carlo, ¶ come vero e magnalmo

queste lacrime son false. ¶ Carlo nel volto si venne

molto umilmente. ¶ Poi disse Carlo: - Savio imbasciadore, ¶ tu sia

da tutti accompagnare. ¶ O Carlo, a questa volta, o

a questa volta, o Carlo, io temo ¶ che: «Amice

Gan lo menorno, ¶ e Carlo per la man l

vedessi la gloria di Carlo. ¶ Or se qui Ganellon

dicea con Orlando: - O Carlo matto, ¶ ché non si

si può chiamar più Carlo Mano, ¶ tutti sarete mal

suo petto sdegno, ¶ ché Carlo mille volte gli ha

diterminò di far con Carlo pace ¶ e ritornarsi inverso

che e' vuole, ¶ e Carlo con sua man la

il tuo campione Orlando. ¶ Carlo, tu se' pur diliberato

inginocchiossi alla magnificenzia ¶ di Carlo, e domandò s'altro

s'altro vuol dire. ¶ Carlo rispose: - Nella tua prudenzia

il lor parere a Carlo ¶ che non dovessi a

predetto tanto. ¶ Pareva a Carlo a suo modo di

il conte, ¶ dicendo a Carlo: - Il re Marsilio sa

cammin ragionando: ¶ - Come sta Carlo? Che è del duca

per ciancia: ¶ - Mongioia! - e - Carlo! - e - San Dionigi! - e

Marsilio, ¶ ti proverrò che Carlo t'ama e stima

vi s'acquista esperïenzia: ¶ Carlo ha ben letto nelle

certame o gara ¶ con Carlo l'uno e l

già del Danese sapea, ¶ Carlo ringrazia la tua maestate

egregia e magna ¶ di Carlo e della pace e

mandato, ¶ non so se Carlo o dal Cielo ordinato

ingiurie gli avea fatte Carlo ¶ onestamente furon ricordate, ¶ dicendo

morto, ¶ che mosterrebbe a Carlo egli avea il torto

poi si curava di Carlo. ¶ Ma come e' gli

tributo poi sarebbe; ¶ e Carlo a Piè di Porto

che si potea per Carlo e' paladini ¶ il sangue

la sua terra afforzava. ¶ Carlo, giugnendo con Calavrïone, ¶ sentì

prima a Parigi arrivò. ¶ Carlo non v'era e

debbi esser mandato ¶ da Carlo o da Orlando per

vo' cercare, o se Carlo ti manda; ¶ ma perché

e fai come prudente. ¶ Carlo sbandito m'ha della

non terrebbe il regno ¶ Carlo, e perduto ho infin

mille orciuoli; ¶ questi governan Carlo imperadore; ¶ io sono il

s'aiuta. ¶ Per questo Carlo m'ha posto l

e per andare a Carlo imperadore ¶ pargli mill'anni

sol per lui tien Carlo scetro e regno; ¶ e

l'anche. ¶ Dinanzi a Carlo Man s'è inginocchiato

tanto ben ceramellare ¶ che Carlo gli perdona, e così

s'inginocchiò piangendo a Carlo Mano, ¶ e disse: - Io

l'onte: ¶ così tu, Carlo, mi perdoni e 'l

l saldo, ¶ diceva a Carlo Man: - Nulla rispondo. ¶ Ma

gente in suo paese. ¶ Carlo tornò con la corte

la tuba risuona. ¶ O Carlo, presto sarai in gran

cominciai a cantar di Carlo Mano: ¶ convien che 'l

specchio; ¶ e increscemi di Carlo, che è pur vecchio

è pur vecchio. ¶ O Carlo, avventurato presto in Cielo

va col pelo; ¶ e Carlo al modo usato crede

come molto vecchio è Carlo Mano, ¶ ch'omai si

tra re Marsilio e Carlo imperatore, ¶ poi che questo

concede: ¶ ch'avea da Carlo Man buona intenzione, ¶ e

renderà la Spagna. ¶ Aveva Carlo la Spagna racquistata ¶ per

ché poco aveva con Carlo acquistato. ¶ Iscrisse adunque la

che rendessi la Spagna Carlo Mano ¶ e mostragli per

Orlando, il nipote di Carlo, ¶ ché tutti siam d

tanto tempo combattuto ¶ con Carlo, che oramai debbi sapere

doppio. ¶ Tanto è che Carlo non fu poi più

fé nostra! - ¶ dicea con Carlo, e sapea simulare; ¶ e

sa il tempo appunto. ¶ Carlo si stava in Parigi

ch'ogni savio dubita. ¶ Carlo fe' tutto il consiglio

in modo acconcia ¶ che Carlo ancor se ne lascia

m'incresce tu ciurmi Carlo Mano, ¶ che non cognosce

grue. ¶ Io mi son, Carlo, a sofferire avvezzo ¶ ed

costor troppa baldanza, ¶ o Carlo, o Carlo; e la

baldanza, ¶ o Carlo, o Carlo; e la pena io

traditor ribaldo! ¶ Io scoppio, Carlo, io non posso tacere

io te la serbo. ¶ Carlo, questo m'è fatto

sanza dir più verbo. ¶ Carlo gridava: - Ah, poca reverenzia

trattato come uom grosso. - ¶ Carlo si volle di sedia

accenna. ¶ Poi disse a Carlo Magno il suo parere

l'armata. ¶ Il perché Carlo il consiglio chiamòe ¶ e

a Parigi ¶ dinanzi a Carlo il dì di san

E sempre intorno a Carlo era il più presso

vuol ragione; ¶ ma sempre Carlo col suo titol degno

de' primi paladin di Carlo Magno. ¶ Ma l'uno

Carlo Man si rappresenta. ¶ Carlo fu lieto e in

Così si dipartîr da Carlo Magno; ¶ e fecion sopravveste

per ricoprir molte faville, ¶ Carlo aspettavo che di qua

pur de' baron di Carlo Mano. - ¶ Or qui comincia

Danese ed Ulivieri ¶ e Carlo e Francia e tutti

della vostra brigata, ¶ e Carlo imperadore e San Dionigi

e gloria e di Carlo e di Francia? ¶ Se

io, dove arrivato sono? ¶ Carlo Magno, ben sarai contento

paladin son ch'abbi Carlo: ¶ Carlo in Parigi è

son ch'abbi Carlo: ¶ Carlo in Parigi è rimaso

il Danese, Astolfo e Carlo Mano, ¶ quand'io sarò

lato: ¶ e' non ha Carlo sì fidata terra ¶ ch

son nipote del re Carlo, ¶ Orlando di Mellon figliuol

come questo saprà, sùbito Carlo, ¶ e ne verrà Rinaldo

ci fussi al presente Carlo Mano, ¶ Orlando e 'l

tornare un poco a Carlo, ¶ ché non si vuol

si vuol però dimenticarlo. ¶ Carlo in Parigi nella sua

tu ti partisti da Carlo? ¶ Dimmi se Gano è

e risponde Morgante ¶ che Carlo e' paladin ben tutti

e in essilio, ¶ ché Carlo nol vuol più nel

che sbandeggiato era da Carlo; ¶ e che Rinaldo è

di Francia del re Carlo: ¶ e' lo 'nvitò a

l'ho visto: ¶ di Carlo ha fatto ch'io

cui fa tanta stima Carlo Mano, ¶ ch'altro pel

Comincia a ragionar di Carlo Mano, ¶ e del Danese

e nascose ¶ troppo vien Carlo tuo perseguitando; ¶ ed ha

di quello. ¶ Pensa che Carlo non sa che si

Giacobbe! ¶ Ha fatto a Carlo mille inganni e beffe

parer buona persona! ¶ Di Carlo non m'incresce, rimbambito

arà alle spalle; ¶ e Carlo, come e buon tre

fa il tal; così Carlo in Parigi"». ¶ Dunque costui

in Parigi sarà drento! ¶ Carlo la notte dinanzi sognava

alle mura s'accostava. ¶ Carlo si stava tutto addolorato

umilemente ¶ a' pie' di Carlo Man s'è inginocchiato

di là Grifonetto partire. - ¶ Carlo rispose: - Questo fia ben

al primo tratto: ¶ - O Carlo, tu mi fai morir

se' uom da regger, Carlo, impero, ¶ e fai come

tu mi creda questo, Carlo: ¶ che se ci fussi

si pensava aver già Carlo preso; ¶ sùbito fece il

far soleva, ¶ di pigliar Carlo insin drento al palagio

a Orlando. ¶ Diceva Orlando: - Carlo, qui si vuole ¶ presto

vanno per aiuto a Carlo Mano. ¶ Giunto Gherardo, Berlinghier

Dicea Gherardo innanzi a Carlo Mano: ¶ - Questo è Aldighier

Gano. - ¶ Quivi piangeva amaramente Carlo; ¶ quivi piangeva tutta la

nimico; ¶ e scrisse a Carlo Man che gli piacessi

l'aveva in vita. ¶ Carlo rispose molto grazïoso ¶ che

virtù; così i pagani. ¶ Carlo di questo caso assai

per mano; ¶ e volle Carlo Man ch'un tal

furor corse al palazzo. ¶ Carlo la sala aveva sgomberata

e minacciava che chi Carlo tiene ¶ nascoso o sa

se non, fia punito. ¶ Carlo a casa d'Orlando

Orlando: - Aspetta d'aver Carlo, ¶ ch'io vo' in

giorno ¶ cercato fu di Carlo; e finalmente, ¶ non si

E' gl'increscea di Carlo quanto puote, ¶ e di

vendetta. ¶ Orlando rispondea che Carlo aspetta, ¶ e che farebbe

parlando a dire: ¶ - Di Carlo, omai, dimmi, che credi

nella mente compreso ¶ che Carlo è morto, e Cristo

che chi sapessi ove Carlo dimora, ¶ o vivo o

Orlando, ¶ e disse come Carlo in casa avea, ¶ e

e posto in sedia Carlo imperadore. ¶ Astolfo chiese a

imperadore. ¶ Astolfo chiese a Carlo perdonanza, ¶ e Carlo perdonanza

a Carlo perdonanza, ¶ e Carlo perdonanza chiese a lui

traditor Gan morto vuole; ¶ Carlo di grazia l'avea

era, non teme; ¶ e Carlo l'ha salvato dalla

a far pensiero ¶ che Carlo gli credessi al modo

il suo impero; ¶ e Carlo ritornato è già suo

tutto spegner ti bisogna. - ¶ Carlo diceva: - Alla fine io

tu, imperator degno. - ¶ A Carlo piacque alfin questo consiglio

prima fingeva sé raccomandare; ¶ Carlo mostrava con turbato ciglio

agguato; ¶ e scrisse a Carlo come la sua gente

debba ogni peccato; ¶ e Carlo avea le lettere mandate

dètte Ricciardetto preso a Carlo, ¶ ed ordinorno presto d

facci oltraggio o disonore. ¶ Carlo rispose, di grande ira

ancora spento ¶ il fuoco, Carlo, ch'arder potre' ancora

puoi vivere un'ora. - ¶ Carlo dicea: - Traditor non fu

che se tu uccidi, Carlo, il mio cugino, ¶ io

gl'indugiassi un mese. ¶ Carlo le forche in sul

lo 'nformava, ¶ e come Carlo gli avea conceduto ¶ un

gliene 'ncrescea, ¶ ogni dì Carlo veniva pregando ¶ che Ricciardetto

ignuna ¶ rimuover dalla 'mpresa Carlo Mano. ¶ Rinaldo pur quel

Vivian di Maganza ¶ come Carlo avea detto hanno ordinato

già saracino, ¶ era con Carlo pien d'afflizïone, ¶ e

Ricciardetto assai favella ¶ che Carlo a torto gli dava

legge non si conta. ¶ Carlo era corso già insino

e nella sedia di Carlo è posato, ¶ e messogli

reina onore ¶ come se Carlo fussi imperadore. ¶ Vero è

dicendo: «Io so che Carlo l'arà morto, ¶ ond

soccorso in Francia a Carlo. - ¶ Non poté sofferir che

che presto insino a Carlo ne sia gito, ¶ e

giunse ove non era Carlo Mano: ¶ perché e' pensava

come Rinaldo è fatto Carlo; ¶ a lui n'andava

Orlando s'accomanda a Carlo Magno, ¶ a te, Rinaldo

che si mandassi a Carlo Mano ¶ e che ritorni

eletto, ¶ ché so che Carlo fia contento a quello

scrisse un brieve a Carlo in questo modo: ¶ «Perché

il messo; ¶ sùbito a Carlo Man si rappresenta. ¶ Carlo

lieto. ¶ Molto dispiacque a Carlo imperadore, ¶ benché nel petto

così a dire a Carlo Mano ¶ come nell'altro

degna. ¶ Gano scriveva a Carlo in questo modo: ¶ «O

in questo modo: ¶ «O Carlo imperador, che t'ho

e mandato in essilio». ¶ Carlo lesse la lettera piangendo

Gan ritornò, come scriveva Carlo. ¶ Carlo lo vide molto

ritornò, come scriveva Carlo. ¶ Carlo lo vide molto volentieri

marchese Ulivieri: ¶ - Vedi che Carlo consente ch'e' torni

vo' che 'l capo Carlo Man mi tagli ¶ se

la luna, ¶ mentre che Carlo par così si pòse

Meredïana triema di paura; ¶ Carlo Rinaldo venìa minacciando: ¶ - Ogni

tutto infurïato, ¶ rispose a Carlo Magno: - Tu ne menti

egli ed hammi minacciato. - ¶ Carlo gridava a tutte le

conforto, ¶ ch'io veggo Carlo troppo insuperbito, ¶ sanza voler

inverso Montalban va cavalcando. ¶ Carlo si dolfe con Orlando

che ti chiegga perdonanza. - ¶ Carlo rispose: - Ciò non farò

ciò fu sdegnato; ¶ e Carlo comandò che si seguisse

Rinaldo è sbandito da Carlo, ¶ si dipartì sanza più

ch'aveva detto a Carlo Mano ¶ per suo consiglio

era contento, ¶ acciò che Carlo più s'inanimassi, ¶ tanto

accendessi Rinaldo, ¶ diceva a Carlo un dì: - La corte

far di Rinaldo stima. - ¶ Carlo gli piacque quel che

corte ¶ vituperasti sempre e Carlo Mano, ¶ e malandrin se

viene, ¶ e giunto a Carlo tutto in volto lieto

cognosciuto; ¶ e dice: - O Carlo Magno, alta corona, ¶ fallo

le forche ha meritato. - ¶ Carlo lo fece mettere in

possa aiutarlo, ¶ ché dicea: «Carlo Man farà impiccarlo». ¶ Orlando

ogni speme, ¶ però che Carlo un'ostia consecrata ¶ gli

un de' baroni impicca Carlo Mano ¶ questa mattina per

e 'l primo uccider Carlo imperadore, ¶ prima ch'Astolfo

molto ha pregato; ¶ ma Carlo chi lo priega minacciava

è giunto, ¶ dicendo a Carlo: - Ogni cosa è già

una volta hai detto. - ¶ Carlo rispose: - Gan, sia tua

a tua consolazione. - ¶ Rispose Carlo: - Fatelo venire. - ¶ Astolfo innanzi

venire. - ¶ Astolfo innanzi a Carlo fu menato. ¶ Carlo comincia

a Carlo fu menato. ¶ Carlo comincia iratamente a dire

paladino ¶ per lunghi tempi, Carlo, or mi perdona, ¶ per

consentir ch'i' muoia. - ¶ Carlo diceva: - Questo a che

poi di contrapporsi a Carlo teme, ¶ e non pensò

tempo t'ha servito, Carlo. - ¶ Tutta la corte per

per Astolfo priega; ¶ ma Carlo a tutti questa grazia

proprie mani, ¶ per salvar Carlo, migliaia di pagani. ¶ Carlo

Carlo, migliaia di pagani. ¶ Carlo imperador, quanto se' ingrato

un ladron m'impicca Carlo Mano; ¶ e per più

paladin montorno in sella. ¶ Carlo, sentendo come il fatto

è incresciuto; ¶ e disïava Carlo sia distrutto, ¶ da poi

palagio corriéno, ¶ là dove Carlo Man pigliar crediéno. ¶ Dicea

impaccio: ¶ io intendo a Carlo far quel ch'è

Iddio ch'adora ¶ re Carlo Magno e tutto il

e lo stato di Carlo fussi al fondo. ¶ Ognuno

de' pagan lo stuolo: ¶ Carlo non sa quel che

scontento, ¶ e' paladini a Carlo ritornaro. ¶ Carlo gli abbraccia

paladini a Carlo ritornaro. ¶ Carlo gli abbraccia cento volte

Rinaldo un giorno a Carlo Mano ¶ ch'avea pur

colla sua sposa starsi. ¶ Carlo contento gli toccò la

avea poi vile, ¶ a Carlo tutto il fatto ha

intende aver questa vergogna. ¶ Carlo diceva: - A tuo modo

risposto. ¶ Armossi col nipote Carlo Mano, ¶ poi che lo

combatter disposto: ¶ però che Carlo molto Orlando amava, ¶ così

prenze odiava. ¶ Are' voluto Carlo onestamente ¶ un dì Rinaldo

inquïeto e impazïente, ¶ né Carlo volse di lui mai

uno all'altro contrappesa. ¶ Carlo pensossi di farne la

Morgante v'andorno ¶ con Carlo e con Orlando per

allo imperiere; ¶ e molto Carlo Man fu biasimato, ¶ quantunque

de' baron di corte: ¶ - Carlo mi par che perda

a Orlando la morte, ¶ Carlo a' suoi dì non

Meredïana con parole accorte ¶ Carlo ed Orlando sconfortava forte

mandando; ¶ e dice a Carlo Man, se gli è

la battaglia a vedere. ¶ Carlo rispose a lui cortesemente

e per sua discrezione. ¶ Carlo lo vide molto lietamente

ciò non volia, ¶ ma Carlo gliel domanda in cortesia

poi diceva: - O nostro Carlo Magno, ¶ come hai tu

non si perdona? ¶ O Carlo, imperador famoso e degno

ragion trapassi il segno. - ¶ Carlo diceva fra sé: «La

il cavallo ha voltato. ¶ Carlo diceva: - Io ne son

ben ragione, e se Carlo gli apprezza». ¶ Erminïon tenea

perdona, cugin mio, ¶ e Carlo e gli altri, ch

ch'egli era sparito. ¶ Carlo e' baroni avìen tutto

adorare»; ¶ e cominciò con Carlo a lacrimare: ¶ O Carlo

Carlo a lacrimare: ¶ O Carlo avventurato, o Carlo nostro

O Carlo avventurato, o Carlo nostro, ¶ ogni grazia per

da ora innanzi, degno Carlo Mano, ¶ io mi vo

battezar colla tua mano. - ¶ Carlo abbracciò con molta affezïone

si ritornò in Levante. ¶ Carlo a Parigi con gran

doloroso; ¶ e pensa come Carlo abbi tradito, ¶ e giorno

in poco tempo a Carlo fu a Parigi. ¶ Tutto

un suo scudiere. ¶ A Carlo nella sala ne fu

è stato scritto, o Carlo, ¶ o Carlo, o Carlo

scritto, o Carlo, ¶ o Carlo, o Carlo, - e crollava

Carlo, ¶ o Carlo, o Carlo, - e crollava la testa

furore e di sdegno. ¶ Carlo, sentendo ricordar tante onte

un lato si getta. ¶ Carlo fu presto della sedia

marchese; ¶ ma Namo presto Carlo consigliava ¶ che si levassin

sofferire, ¶ e disse a Carlo: - O imperadore, io scoppio

egli abbi beuto oppio. - ¶ Carlo risponde, ma non era

guinzaglio: ¶ non aspettò di Carlo la risposta, ¶ ma cominciava

e 'l corno suona, ¶ Carlo sprezzando e sua santa

sua santa corona. ¶ Era Carlo a vederlo cosa oscura

Nella sedia fatal rimase Carlo, ¶ e' suoi baron dintorno

se' de' paladin di Carlo: ¶ so che non tien

il tratto, ¶ era salvato Carlo e la sua gente

il ver non vede. ¶ Carlo sentì ritoccare il cornetto

gli altri in gogna. ¶ Carlo rimase sconsolato tutto, ¶ veggendo

il traditor di Gano: ¶ Carlo non volle ch'egli

ch'egli sbuchi fore. ¶ Carlo mugghiando per la mastra

arebbe come vil ribaldo. ¶ Carlo diceva: - Io veggo il

che in Francia a Carlo ritorniamo. - ¶ Carador consentì la

l'assedio, ¶ tanto che Carlo non ha alcun rimedio

mossa ha guerra a Carlo imperadore, ¶ e come e

litigi ¶ per dare a Carlo Magno scaccomatto; ¶ e che

bisogna aiuto ¶ al nostro Carlo Man, ché Erminïone ¶ a

uno sforzato riso: ¶ - O Carlo, troppo di questo mi

imperadore. - ¶ E tutti a Carlo gli menava avante, ¶ e

io lo farò dar, Carlo, nella ragna. - ¶ E seppe

ben l'orpello ¶ che Carlo si togliea per oro

arrancava; ¶ e disse a Carlo, il traditor fellone, ¶ ch

ne sentivi lo scoppio. - ¶ Carlo il credette ben, ché

fellon l'avea ingannato. ¶ Carlo all'usato a Ganellon

e poi scrivea ¶ a Carlo Magno, e manda così

messo giunse presto a Carlo Mano ¶ e la 'mbasciata

mbasciata fe' d'Erminïone. ¶ Carlo, come uom già disperato

indrieto tornò ratto, ¶ dicendo Carlo gli pareva un matto

gli pareva un matto. ¶ Carlo, poi che 'l messaggio

mie squadre ¶ e tragga Carlo fuor di contumace, ¶ e

altra gente. ¶ Mentre che Carlo voltava le ciglia, ¶ vide

levato il romore, ¶ e Carlo era montato in sul

suo dovuto, ¶ e detto: - Carlo, ch'io bramato ho

già presso il sento. - ¶ Carlo si trasse per dolcezza

facea similmente. ¶ Non sapea Carlo in qual mondo si

al figliuol di Pipino. ¶ Carlo gli abbraccia con amor

e vengono aiutar te, Carlo Mano. - ¶ Sùbito Carlo le

te, Carlo Mano. - ¶ Sùbito Carlo le braccia distese ¶ e

gente pagana ¶ facea far Carlo di Meredïana. ¶ Disse Ulivieri

grido e la magnificenzia. - ¶ Carlo la fece cavalcar davante

apparir col battaglio Morgante. ¶ Carlo guardava questo compagnone, ¶ e

lo superava, ¶ e così Carlo la man gli toccava

toccava. ¶ Verso il palazzo Carlo s'invïòe, ¶ più che

la piazza: ¶ gridiàn che Carlo tradimento ha fatto ¶ e

favore ¶ a Gan, chiamando Carlo traditore. ¶ Non si cognosce

fu la novella a Carlo manifesta ¶ che tutto il

parole Rinaldo dicìa: ¶ - O Carlo, io non ci veggo

prigioni andati in Pagania? - ¶ Carlo a Rinaldo sùbito ha

testa, ¶ e grida: - Viva Carlo e viva Francia! - ¶ Quando

si fa così di Carlo in corte, ¶ dove fiorisce

rima, ¶ e del mio Carlo imperador m'increbbe; ¶ ché

ch'io veggio, ¶ di Carlo, male intesa e scritta

avuto e ingegno, ¶ sarebbe Carlo Magno un uom divino

un re pagan, che Carlo imperadore ¶ uccise, e tanto

paladini aveva in corte ¶ Carlo, e 'l più savio

dice, ¶ e mettelo con Carlo in Ciel felice. ¶ Era

pasqua, quella di Natale: ¶ Carlo la corte avea tutta

nostro effetto. ¶ Mentre che Carlo così si riposa, ¶ Orlando

detto ¶ la corte e Carlo Magno ed ogni cosa

cominciava un dì con Carlo a dire: ¶ - Abbiàn noi

colui c'ha meritato, Carlo. ¶ Se ti ricorda, già

ma molto più che Carlo gli credeva. ¶ E volle

Orlando si sdegnò con Carlo Mano, ¶ e poco men

ch'ancor ritorni a Carlo Mano. - ¶ Poi ch'ebbe

è in piacere ¶ di Carlo, vo pel mondo disperato

inginocchiossi presto. ¶ Dimmi a Carlo - diceva ancora Orlando ¶ - che

ritorniamo in Francia a Carlo Mano. ¶ Carlo si stava

Francia a Carlo Mano. ¶ Carlo si stava pur molto

innanzi alla Corona ¶ dicendo: - Carlo, tu sia il ben

Ulivier piangea tutto smarrito. ¶ Carlo pregava umilemente Iddio ¶ pel

come tu vuoi, o Carlo mio impazzato. - ¶ Gan gli

sùbito la sala sgomberorno. ¶ Carlo gridava: - Questo è troppo

mai più tradimento. ¶ O Carlo, Carlo, questo Ganellone ¶ vedrai

più tradimento. ¶ O Carlo, Carlo, questo Ganellone ¶ vedrai ch

ti farà mal contento. - ¶ Carlo rispose: - Rinaldo d'Amone

fine il comporti tu, Carlo, ¶ e che distrugga te

Dodone ed Ulivieri ¶ da Carlo imperador s'accomiatorno; ¶ e

gente. ¶ Così stessi tu, Carlo imperadore, ¶ che vuoi ch

storia, ¶ che dètte a Carlo Man poi gran vittoria

più in odio avergli Carlo. ¶ Se tu vien presto

tue gente a fronte, ¶ Carlo sarà giustificato in tutto

E presto fu avvisato Carlo Mano ¶ come e' passava

passava gran popol pagano. ¶ Carlo, sentendo sì fatta novella

e in questo modo Carlo confortaro. ¶ Namo per tutti

e manda imbasciadore a Carlo Mano ¶ a dir che

il core. ¶ Giugnendo a Carlo Man quel Mattafolle ¶ fe

cominciò a minacciarlo aspramente. ¶ Carlo pur rispondea timido e

orgoglio. - ¶ E dipartissi da Carlo adirato, ¶ benché il Dusnamo

la pancia. ¶ Sappi che Carlo Man questi non tiene

comincia a domandare ¶ di Carlo, di sua gente e

malizia, e scrisse a Carlo Mano ¶ che certo il

viso facea lacrimoso, ¶ dicendo: - Carlo, io non veggo rimedio

avvisava ¶ Erminïon, ciò che Carlo ordinava. ¶ Carlo un dì

ciò che Carlo ordinava. ¶ Carlo un dì per ventura

dubitato che sia morto. - ¶ Carlo ogni cosa nella mente

Gan venisse: ¶ così Fortuna Carlo traportava; ¶ o forse ch

in sul campo giostrare. ¶ Carlo comincia col Dusnamo a

di Parigi. - ¶ Quando udì Carlo risonare il corno, ¶ non

Danese. ¶ Intanto Ganellone a Carlo scrisse ¶ come egli aveva

se non "Pace!' e "Carlo!'. ¶ Credo per grazia il

il messaggio appresentòe ¶ a Carlo, e mai non si

il duca di Borgogna, ¶ Carlo gli scrisse ch'e

come e' fe' sempre, Carlo. ¶ Non so se Rafael

poco ogni nimico; ¶ e Carlo molte volte me l

ove è lo imperatore, ¶ Carlo l'abbraccia, e quasi

non gli manda. ¶ Poi Carlo tuttavia sollecitava, ¶ e sempre

fatto d'Orlando ritorna. ¶ Carlo si studia che par

Poi che Malgigi vide Carlo Mano ¶ che come un

chiarire: ¶ tu sai che Carlo di Francia è partito

che debbe seguir di Carlo Mano. ¶ Sappi che tutto

e lume del mio Carlo Mano: ¶ ch'io ero

vegna, ¶ se non che Carlo non avea rimedio: ¶ ché

fine l'assedio ¶ dove Carlo era, a San Gianni

Astolfo e Sansonetto; ¶ e Carlo a Piè di Porto

ch'egli avea sentito. ¶ Carlo pure all'usato si

Gan vedea ¶ sempre con Carlo che fa pissi pissi

Poi finse insino a Carlo dovere ire ¶ con certi

combattuto ¶ io ho con Carlo Magno e co' cristiani

Falserone ¶ in Francia a Carlo, a domandargli pace, ¶ poi

a questi giorni a Carlo scrisse ¶ e come falso

ha più tempo temuto. ¶ Carlo, omè! quanto sarai meschino

per la gloria di Carlo! ¶ E 'l conte nostro

fatto còlta ¶ e ristorato Carlo de' servigi! - ¶ E detto

perché e' m'aiuti Carlo, ¶ ché per viltà mai

mandassi il tributo! ¶ E Carlo aspetta le mummie a

E' m'incresce che Carlo in sua vecchiezza ¶ vedrà

perché da noi a Carlo è tanto spazio ¶ che

che s'aspetta a Carlo? ¶ Non ti vergogni d

stato in Francia a Carlo, ¶ che non avessi arrecato

con questa pitetta leanza ¶ Carlo aspetta a San Gianni

esclamare, ¶ il qual con Carlo ha conceputo sdegno, ¶ ché

mi rendea la Spagna Carlo Mano ¶ d'accordo, in

rotto, ¶ e so che Carlo a furia sarà mosso

avea ¶ iscriver del mio Carlo finalmente, ¶ ed Alcuïn così

pur prese, ¶ acciò che Carlo sentissi il suo caso

e maraviglia non fu Carlo udissi, ¶ ch'e' si

e' visse ¶ insin che Carlo prese Siragozza, ¶ e questa

insino alla morte di Carlo, ¶ e molto fu discreto

cristiana gesta; ¶ or sara Carlo e il suo regno

Maiestatis laesae, ¶ idest in Carlo verba iniuriosa; ¶ e l

fia facilmente perdonato. ¶ Di Carlo e della poca riverenzia

ricòrdati del tuo buon Carlo vecchio ¶ e di questi

la corte del tuo Carlo a tuo diletto, ¶ e

Soria; ¶ e poi che Carlo intorno a Pampalona ¶ più

si rimariti in Cielo. ¶ Carlo pe' merti suoi devoti

signore aspetta. ¶ E perché Carlo sarà qui di corto

bocca entrargli veramente, quando ¶ Carlo quel dì poi in

accordorno i dolorosi casi ¶ Carlo sentissi, benché e' venga

non paia smarrito, ¶ a Carlo e la sua gente

suona la seconda volta. ¶ Carlo dicea pur: - Questo che

fe' maravigliare ogni persona, ¶ Carlo, il quale era a

Danese: - O quante volte, Carlo, ¶ tel dissi pure, e

è da star più, ¶ Carlo partì con la sua

fussi discosto, ¶ avea con Carlo quel segno composto. ¶ Avea

calare al Murrocco, ¶ quando Carlo sentì sonare il corno

tempo parea scarso forse, ¶ Carlo al suo Cristo all

montagne diventorno piano, ¶ ché Carlo aggiunse al suo prego

la pelle. ¶ Basta che Carlo, dette le parole, ¶ sùbito

fermi il sole ¶ a Carlo tuo! O amore infinito

la fronte. ¶ Ma come Carlo ha cognosciuto questo, ¶ sùbito

sella. ¶ Giunto Terigi, a Carlo inginocchiossi, ¶ e disse: - O

baron miseri e tristi. - ¶ Carlo, sentendol, con le man

a Marsilio lo mandasti, Carlo; ¶ e se tu vuoi

n'andò in cielo. ¶ Carlo, ascoltata la trista novella

ci consiglieremo. - ¶ E così Carlo venien consolando, ¶ e cavalcavan

e riscontrossi nello imperatore. ¶ Carlo, veggendo la gente venire

tenessi la mano. ¶ Disse Carlo: - Tu, Iddio, fa' la

il suo Signore e Carlo, ¶ perché Chi il fece

corpo benedetto. ¶ Ma, come Carlo in Runcisvalle è giunto

colei che sarà madre! ¶ Carlo piangeva, e per la

langue. ¶ Ma po' che Carlo ebbe guardato tutto, ¶ si

rendégli la spada Durlindana. ¶ Carlo tremar si sentì tutto

tornò nel regno santo. ¶ Carlo cognobbe la sua salvazione

ridendo inginocchiossi ¶ dinanzi a Carlo, ognun rassicurossi. ¶ Poi abbracciâr

Poi abbracciâr molto pietosamente ¶ Carlo e tutti, Rinaldo e

il lor ricetto. ¶ Ma Carlo un corpo era colmo

a terra chini. ¶ Ringraziò Carlo Iddio devotamente ¶ che tante

lo bacia in faccia. ¶ Carlo si pose per dolor

il carro nuovamente assunto. ¶ Carlo si stette con sua

luogo e tempo quella. ¶ Carlo fece il sepulcro al

ricco sepulcro ha ordinato ¶ Carlo a San Gianni, per

e molto accorto, ¶ a Carlo disse: - Balugante viene: ¶ io

nostra vendetta. - ¶ Il perché Carlo sùbito comanda ¶ che si

e 'l Danese: ¶ - O Carlo, poi che condotti qui

che giù morto trabocchi. ¶ Carlo aveva quel giorno Durlindana

cristiana fede, ¶ o santo Carlo, o ben vivuto vecchio

a forza Io transporta. ¶ Carlo, che il vide, con

castagne. ¶ E poi che Carlo gli vide distrutti, ¶ diterminò

insin drento alle culle. ¶ Carlo dicea ch'ogni cosa

eran morte, ¶ tanto che Carlo s'accostòe alle porte

creder per nïente ¶ che Carlo fussi venuto sì presto

gridar - Francia, Francia! - ¶ e - Carlo, Carlo! -, gli parve che

Francia, Francia! - ¶ e - Carlo, Carlo! -, gli parve che il

sanza pietà, sanza misericordia, ¶ Carlo aveva con seco uno

fora, ¶ e funne a Carlo portato di peso. ¶ Carlo

Carlo portato di peso. ¶ Carlo lo prese in quella

me merzede ¶ tanto che Carlo da basso giù vegni

fu ritirato addietro: ¶ - O Carlo, - disse - io vo' che

data nella mia balìa. - ¶ Carlo rispose: - O figliuol mio

sua mano il fuoco. ¶ Carlo gli disse: - Io lo

gente si strugga. ¶ Aveva Carlo un suo certo schiavone

pare onesto, ¶ credo che Carlo non sapessi questo. ¶ E

e poi Chiron mandato ¶ Carlo a Marsilio, per quel

indrieto poi venendo; ¶ e Carlo aveva molto minacciato: ¶ - Gerusalem

re Marsilio innanzi a Carlo, ¶ e tutto il popol

suo modo l'uccida. ¶ Carlo rispose che volea impiccarlo

voglio essere il boia. - ¶ Carlo rispose: - Ed io son

drento al parco entrati, ¶ Carlo, veggendo intorno a quella

inferno ti battezzerai - ¶ disse Carlo - in quelle acque di

che la reina Blanda, ¶ Carlo, al suo padre fussi

Spagna, ¶ laudava ognun di Carlo la Corona; ¶ né creder

ogni linguaggio, ¶ mentre che Carlo indrieto si tornava, ¶ a

il mortal velo ¶ di Carlo in pace, e l

Da Siragozza s'è Carlo partito, ¶ arso la terra