Vittorio Alfieri, Bruto secondo, 1789

Gennaio 1789 ¶ VITTORIO ALFIERI ¶ PERSONAGGI ¶ CESARE ¶ ANTONIO ¶ CICERONE ¶ BRUTO ¶ CASSIO

ATTO I ¶ SCENA I ¶ CESARE, ANTONIO, CICERONE, BRUTO, CASSIO

CIMBRO Senatori. Tutti seduti ¶ Cesare ¶ Padri illustri, a consesso

che rade ¶ volte adunovvi Cesare: ma soli ¶ n'eran

Ma, al cospetto di Cesare, chi duce ¶ osa nomarsi

e di trionfi, avanzi ¶ Cesare; o ch'anco in

Vile invidia che val? Cesare, e Roma, ¶ sono in

impero alto del mondo ¶ Cesare sol rende, e mantiene

una cosa ell'è Cesare e Roma. — ¶ Breve parla

neppur dissimularlo or degna. — ¶ Cesare, a te, poiché in

io te non temo, ¶ Cesare, no; perché a morir

accresce. — ¶ Tu forse ancor, Cesare, merti (io 'l credo

ciò ch'esser merti. Cesare, un incarco, ¶ alto più

breve, io 'l giuro... ¶ Cesare ¶ Or basti. — Io nell

ma dai più, di Cesare il destino. ¶ ATTO II

iniquo, ¶ la baldanza di Cesare secura ¶ ogni indugio a

poter rio ¶ di quel Cesare stesso, onde or si

li torni. ¶ Svelato appien, Cesare vinto è appieno. ¶ Cimbro

o cangiati, i rei. Cesare forse ¶ la vittoria allacciò

senato istesso, ¶ possiam combatter Cesare, e compiuta ¶ noi riportarne

di man di Cassio, Cesare. All'altrui ¶ giusto furor

il vile ¶ satellite di Cesare otteneva ¶ udienza da Bruto

in nome ¶ del suo Cesare stesso. Egli abboccarsi ¶ vuol

te ripulsa... ¶ Bruto ¶ No. Cesare amico, ¶ al cor mio

terror non reca, ¶ che Cesare nemico. Udirlo io quindi

speri ¶ dal favellar con Cesare?... ¶ Cicerone ¶ Cangiarlo ¶ tu speri

un solo ¶ fummo in Cesare odiar, nell'amar Roma

col privato ferro ¶ svenar Cesare in Roma; or di

pon gli schietti; ¶ odian Cesare in core i rei

per non far peggio. Cesare è tiranno; ¶ ma non

di regnar sempr'ebbe ¶ Cesare... ¶ Bruto ¶ No; non di

Udite il fine. — Ondeggia ¶ Cesare ancora infra se stesso

sia, ¶ non è sprezzabil Cesare, né indegno ¶ ch'altri

Non ebbe in dono ¶ Cesare stesso anch'ei sua

A Bruto, in somma, ¶ Cesare è tal, che dittator

Ma, tale in un Cesare a Bruto appare, ¶ che

ch'io sì, sforzar Cesare spero; e farlo ¶ grande

saranne. — ¶ Ma, se a Cesare or parla indarno Bruto

stesso ¶ tu puoi conoscer Cesare tiranno. ¶ Cassio ¶ Sublime Bruto

trarti ¶ d'inganno appien, Cesare solo il puote. ¶ Cimbro

ATTO III ¶ SCENA I ¶ CESARE, ANTONIO ¶ Antonio ¶ Cesare, sì

I ¶ CESARE, ANTONIO ¶ Antonio ¶ Cesare, sì; fra poco a

poiché tu il vuoi. ¶ Cesare ¶ Ten sono ¶ tenuto assai

e come tale abborro. ¶ Cesare ¶ Odian Cesare molti: eppur

tale abborro. ¶ Cesare ¶ Odian Cesare molti: eppur, sol uno

uccider densi, e tanti. ¶ Cesare ¶ Quant'alto è più

e la mia. ¶ Antonio ¶ Cesare apprenda ¶ sol da se

la securtà di entrambi. ¶ Cesare ¶ E atterrir tu con

con vil sospetto forse ¶ Cesare vuoi? ¶ Antonio ¶ Se non

Roma ¶ tremar ben può Cesare anch'egli, e il

egli, e il debbe. ¶ Cesare ¶ Morir per Roma, e

quei soli eran di Cesare i nemici. ¶ Tra quei

fia la gloria di Cesare e di Roma. ¶ Antonio

Puoi tu accrescerti fama? ¶ Cesare ¶ Ove da farsi ¶ altro

Ah! mille volte pria Cesare pera. — ¶ Ma, di discordie

nulla ¶ reputi Antonio dunque? ¶ Cesare ¶ — Di me parte ¶ sei

sei, quanto a Bruto. ¶ Cesare ¶ Assai più cieco è

tentare... ¶ Antonio ¶ Eccolo appunto. ¶ Cesare ¶ Or, seco ¶ lasciami; in

costui! ¶ SCENA II ¶ BRUTO, CESARE ¶ Bruto ¶ Cesare, antichi noi

II ¶ BRUTO, CESARE ¶ Bruto ¶ Cesare, antichi noi nemici siamo

se ascoltarle tu ardisci. ¶ Cesare ¶ Ancor che Bruto ¶ stato

ad oltraggio tel recassi; ¶ Cesare osarne andar, dove consorte

Bruto ¶ Corteggio ¶ sol di Cesare degno, è il valor

di un dittator perpetuo! ¶ Cesare ¶ Terrore? ¶ Non che al

ell'era ¶ al gran Cesare in campo invitto duce

non l'è a Cesare in Roma, ora per

generoso troppo, ¶ per negarmelo. Cesare: e, senz'onta, ¶ può

o di saperlo sfuggi. ¶ Cesare ¶ Ingrato! ... e il torre

io te l'affermo... ¶ Cesare ¶ Eppure, ¶ misto di oltraggi

esser Bruto, s'io Cesare non fossi. ¶ Bruto ¶ Ambo

Bruto, ¶ nulla togliendo a Cesare: ten vengo ¶ a far

non tieni. ¶ A esser Cesare impara oggi da Bruto

quando te uccider debbo, ¶ Cesare, ah! sì, tu cittadin

Oh! quanto il fora ¶ Cesare più, che di possanza

eterno in Roma ¶ nullo Cesare mai, né Silla, rieda

mai, né Silla, rieda. ¶ Cesare ¶ — Sublime ardente giovine; il

un tuo paterno ¶ retaggio?... ¶ Cesare ¶ Ah! m'odi. — A

che a te rimanga... ¶ Cesare ¶ Udito ¶ che avrai l

pur sempre. Ma, favella. ¶ Cesare ¶ ... O Bruto, ¶ nel mio

a che non so. ¶ Cesare ¶ ... Ma tu, per me

dei due da Bruto? ¶ Cesare ¶ Amore io voglio: ¶ e

A te? qual fia?... ¶ Cesare ¶ Tu nasci ¶ vero mio

Oh ciel! che ascolto?... ¶ Cesare ¶ Ah! vieni, ¶ figlio, al

seno... ¶ Bruto ¶ Esser potria?... ¶ Cesare ¶ Se forse ¶ a me

leggi. ¶ BrutoLegge il foglio ¶ «Cesare (oh ciel!) stai per

di madre. ¶ Inorridisci, o Cesare; sospendi, ¶ se ancor n

e fero! ¶ Io di Cesare figlio? ¶ Cesare ¶ Ah! sì

Io di Cesare figlio? ¶ Cesare ¶ Ah! sì, tu il

non abbraccia il padre. ¶ Cesare ¶ Ah! sorgi, o figlio

per te sien uno. ¶ Cesare ¶ ... Il cor mi squarci

Bruto di man di Cesare... ¶ Bruto ¶ Oh parole! ¶ Oh

tu, di tua mano... ¶ Cesare ¶ Oh figlio!... ¶ Bruto ¶ Cedi

figlio!... ¶ Bruto ¶ Cedi, o Cesare... ¶ Cesare ¶ Ingrato, ... snaturato... ¶ che

Bruto ¶ Cedi, o Cesare... ¶ Cesare ¶ Ingrato, ... snaturato... ¶ che far

voglio, ¶ o perir seco. ¶ Cesare ¶ Io ravvederti voglio, ¶ o

avrò d'esserti figlio!... ¶ Cesare ¶ Il sei, ¶ qual ch

figli, dava. ¶ SCENA III ¶ CESARE ¶ Cesare ¶ Oh me infelice

dava. ¶ SCENA III ¶ CESARE ¶ Cesare ¶ Oh me infelice!... E

nipote;... ¶ e del tiranno Cesare io son figlio. ¶ Cimbro

pur, quai prove addusse ¶ Cesare a te? Come a

caldi detti, ¶ ella scongiura Cesare a non farsi ¶ trucidator

che nulla al mondo ¶ Cesare può dal vil suo

di me figlio di Cesare e di Roma. ¶ Nemico

Antonio! ¶ Bruto ¶ A me Cesare or certo il manda

può dire a Bruto ¶ Cesare mai, che nol ridica

che in sé tornato Cesare, ei t'invia, ¶ generoso

puoi ¶ del cangiarsi di Cesare sublime, ¶ da re ch

e rispondi. È presto ¶ Cesare, al dì novello, in

far rivivere per essa ¶ Cesare... ¶ Antonio ¶ Intendo. — A lui

infedel, ti estimo, ¶ infra Cesare e Bruto: ma, s

all'utile di Roma. ¶ Cesare omai, messo ei non

a forza: ¶ sieguon dappresso Cesare. ¶ Bruto ¶ Pensasti ¶ ad impedir

CASSIO ai lor luoghi. CESARE, preceduto dai littori, che

sorgono all'entrar di Cesare, finch'egli seduto non

egli seduto non sia ¶ Cesare ¶ Oh! che mai fu

non te l'apre, ¶ Cesare, appieno il tacer di

ha dispersi il terrore. ¶ Cesare ¶ A me novelli ¶ non

la clemenza ¶ generosa di Cesare. — Ma invano; ¶ che ad

a spiegar si appresta ¶ Cesare a noi, mal rattener

omai niun reo disegno ¶ Cesare in petto; ah! no

a' suoi trionfi tanti ¶ Cesare aggiunge; ei vincitor ne

sublime oggi vi aduna ¶ Cesare: ei vuole ai cittadini

non ebbe, né avrà. Cesare il pari. ¶ Cesare ¶ Troncar

avrà. Cesare il pari. ¶ Cesare ¶ Troncar potrei. Bruto, il

È Bruto ¶ col gran Cesare omai sola una cosa

Son figlio ¶ io di Cesare... ¶ Grido universale di stupore

assai men pregio; poiché Cesare oggi, ¶ di dittator perpetuo

Grido universale di gioia ¶ Cesare ¶ ... Bruto è mio figlio

fondata io l'ho: Cesare avrete in lui... ¶ Bruto

Bruto, ¶ nol credon, no. — Cesare a me sua possa

suo poter non giusto ¶ Cesare annulla, e in libertà

Grido universale di gioia ¶ Cesare ¶ Or basti. Al mio

me minore, ¶ tacerti dei. — Cesare, o Padri, or parla

di padre, ¶ né di Cesare pur, queste che udimmo

l'esser di Roma? ¶ Cesare ¶ Omai preghiere, ¶ che son

congiurati si avventano a Cesare coi ferri. ¶ Cimbro ¶ Muori

pur anco il fera. ¶ Cesare ¶ Traditori... ¶ Bruto ¶ E ch

SCENA III ¶ POPOLO, BRUTO, CESARE, morto ¶ Popolo ¶ Che fu

Pompeo sen giace... ¶ Popolo ¶ Cesare? oh vista! Ei nel

nel proprio sangue immerso ¶ Cesare giace: ed io, benché

cogli altri, io pur, Cesare uccisi... ¶ Popolo ¶ Ah traditor

Si uccida pria chi Cesare trafisse... ¶ Bruto ¶ Altro uccisore

i già servi di Cesare. Or, se Bruto ¶ roman

voi? — Vero mio padre ¶ Cesare m'era... ¶ Popolo ¶ Oh

narri?... ¶ Bruto ¶ Figlio a Cesare nasco; io 'l giuro

parricida figlio ¶ del gran Cesare poscia. ¶ Popolo ¶ Oh fero

Io piango. ¶ Romani, sì; Cesare estinto io piango. ¶ Sublimi

fu mai l'egual, Cesare avea: ¶ cor vile ha