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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Manzoni, Adelchi, 1822

concordanze di «Che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1822
da men di te; che ora tra i Franchi
2
1822
servir. Ti basti intanto, ¶ Che amico viene al tuo
3
1822
SCENA TERZA ¶ GUNTIGI ¶ Fedeltà? - Che il tristo amico ¶ Di
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1822
Di caduto signor, quei che, ostinato ¶ Nella speranza, o
5
1822
consoli, sta ben. Ciò che consola, ¶ Creder si vuol
6
1822
separar la mia... ¶ A che, sempre respinta, ad assalirmi
7
1822
una voce, e grida ¶ Che, anco mendico e derelitto
8
1822
è d'onor, più che il fellon tra gli
9
1822
e derelitto? E voi ¶ Che l'ammirate, chi vi
10
1822
ammirate, chi vi tien che in folla ¶ Non accorriate
11
1822
fianco ¶ Di que' felici che spregiate, e dove ¶ Sta
12
1822
al fianco ¶ Del vincitor che mi sorrida, allora ¶ Forse
13
1822
v'aggrada ¶ Sentir pietà che invidia. Ah! non è
14
1822
uom di guerra oscuro, ¶ Che ai primi gradi alzò
15
1822
Chi 'l rivela? E che importa? Ah! voi volete
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1822
e un dì saprete ¶ Che a questo posto più
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1822
mestier coraggio ¶ Mi fu, che un giorno di battaglia
18
1822
tempo: egli è destin, che pera ¶ Un di noi
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1822
nome suo mi disse ¶ Che l'ira di nemico
20
1822
me speranza ¶ Molta ponea; che ogni mio danno avria
21
1822
avria ¶ Riparato da re; che tu verresti ¶ A trattar
22
1822
Né resta a me che un titol vano. ¶ SVARTO
23
1822
vano. ¶ SVARTO ¶ E giova ¶ Che dispogliato altri ti creda
24
1822
Or sappi; il grado ¶ Che già tenesti, tu non
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1822
non l'hai lasciato ¶ Che per salir. Carlo a
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1822
parlerà? L'altre città che sparse ¶ Tengonsi, e speran
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1822
può. ¶ SVARTO ¶ Felice me, che a Carlo ¶ Tal nunzio
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1822
apporterò! Te più felice, ¶ Che puoi tanto per lui
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1822
lui! - Ma dimmi ancora: ¶ Che si pensa in Pavia
30
1822
pensa in Pavia? Quei che il crollante ¶ Soglio reggere
31
1822
s'affaccia una parola ¶ Che li spaventa: tradimento. Un
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1822
ti rendo. Il dì che Carlo ¶ Senza sospetto regnerà
33
1822
Carlo ¶ Senza sospetto regnerà, che un brando ¶ Non resterà
34
1822
un brando ¶ Non resterà che non gli sia devoto
35
1822
Regno minaccia, non temer che sia ¶ Posto in non
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1822
solo ¶ Farla vorrà. - Poi che la sorte in questa
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1822
periglio ¶ Di questa notte, che obbliata mai ¶ Da noi
38
1822
indarno ¶ Celar si volle, che Pavia le porte ¶ Al
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1822
porte ¶ Al Franco aprì che il vincitor s'affretta
40
1822
affretta ¶ Sopra Verona; e che pur troppo ei tragge
41
1822
ancor fidando nel perdon, che in una ¶ Impotente amistà
42
1822
assai contra il nemico ¶ Che già la stringe, non
43
1822
sorvegnenti sostener; né quelli ¶ Che l'han difesa fino
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1822
di spietato assalto. ¶ Fin che del fare e del
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1822
Il diero: ai mali che non han più scopo
46
1822
il terror; né soffriran che a questo ¶ Furor di
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1822
codardia s'opponga alcuno, ¶ Che resti un uom tra
48
1822
cenno ¶ Di quella man, che non avria voluto ¶ Come
49
1822
ricerchi il sol colui, che, d'anni ¶ Carco, fuggir
50
1822
voi ¶ Grazie, a voi, che, reggendo il fianco infermo
51
1822
doma; e dolcemente, ¶ Più che sperato io non avrei
52
1822
Questa è pietà. Vuoi che mi lasci in terra
53
1822
in terra ¶ Pel dì che Brescia assaliran? per quando
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1822
Un tal nemico appresserà? che a questo ¶ Ineffabile strazio
55
1822
Per te, per quei che soffrono, per quelli ¶ Che
56
1822
che soffrono, per quelli ¶ Che fan soffrir, per tutti
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1822
non vi sia! - dirai ¶ Che, all'orlo estremo della
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1822
dell'atto ¶ Cortese, allor che a me tremante, incerta
59
1822
una reietta vergognar; dirai ¶ Che al trono del Signor
60
1822
negar... trova un Fedel che possa, ¶ Quando che sia
61
1822
Fedel che possa, ¶ Quando che sia, dovunque, a quel
62
1822
conto ne chieda, poi ¶ Che dalle mani sue tutto
63
1822
in pace. ¶ Questo anel che tu vedi alla mia
64
1822
polve: ed io ¶ Di che mi posso gloriar? - ma
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1822
Cosa l'obblio. ¶ ERMENGARDA ¶ Che mi proponi, Ansberga? ¶ Ch
66
1822
alla bontà di Lui, ¶ Che tocca i cor, che
67
1822
Che tocca i cor, che gode, in sua mercede
68
1822
in sua mercede, ¶ Far che ripari, chi lo fece
69
1822
ciel! sorelle, ¶ Accorrete! oh che feci! ¶ (entrano le due
70
1822
luci ¶ Apre. ¶ ANSBERGA ¶ Oh che sguardo! Ciel! che fia
71
1822
Oh che sguardo! Ciel! che fia? ¶ ERMENGARDA (in delirio
72
1822
tutta turbarmi. - Oh ciel! che vedo? ¶ Tu le sorridi
73
1822
tu il puoi; ¶ Ma che gloria ti fia? Tu
74
1822
dinanzi a questa ¶ Turba che mi deride... Oh cielo
75
1822
il sai tu? tu, che la prima io vidi
76
1822
la prima io vidi, ¶ Che prima amai di questa
77
1822
vita, ¶ Un gaudio amaro che all'amor somiglia. ¶ - Lascia
78
1822
S'io mi credea che in cor mortal giammai
79
1822
Una pienezza di martir, che il core ¶ M'inonda
80
1822
tue, le suore pie, ¶ Che per la pace tua
81
1822
ANSBERGA ¶ Misera! travaglio ¶ Più che ristoro ti recò sì
82
1822
estrema ¶ Fatica è questa che vi doma tutte ¶ Son
83
1822
un obblio di chiedere ¶ Che le saria negato; ¶ E
84
1822
Fa rifluir la vita, ¶ Che verdi ancor risorgono ¶ Nel
85
1822
Ma come il sol che, reduce, ¶ L'erta infocata
86
1822
e muori: ¶ Nel suol che dee la tenera ¶ Tua
87
1822
ricoprir, ¶ Altre infelici dormono, ¶ Che il duol consunse; orbate
88
1822
vergini ¶ Indarno fidanzate; ¶ Madri che i nati videro ¶ Trafitti
89
1822
pace; ¶ Com'era allor che improvida ¶ D'un avvenir
90
1822
signor? ¶ GUNTIGI ¶ D'allor che, morto ¶ Il tuo signor
91
1822
e ti gridasti mio. ¶ Che mi giuravi? ¶ AMRI ¶ Ubbidienza
92
1822
l'istante è giunto ¶ Che tu lo illustri con
93
1822
armi consacrate, e giura ¶ Che il mio comando eseguirai
94
1822
il mio comando eseguirai; che mai, ¶ Né per timor
95
1822
e a nullo ¶ Ubbidisco che al re. Su questo
96
1822
egli è Svarto, un che tra noi ¶ Era da
97
1822
ora. I primi istanti ¶ Che di riposo avremo, io
98
1822
Fratei tornate; dite lor, che ad una ¶ Gente germana
99
1822
Non fia mutato altro che il re. Vedete ¶ Quel
100
1822
dinanzi ¶ Tragga i due che fur regi, un premio
101
1822
UN FRANCO ¶ Il solo ¶ Che pugnasse, è costui. ¶ CARLO
102
1822
e solo ¶ Costui vedemmo, che alle barde, all'armi
103
1822
supplicante, e ci pregò che, posto ¶ Ogni rancor, sull
104
1822
degna? e non sapevi ¶ Che nostra divenia? che, a
105
1822
sapevi ¶ Che nostra divenia? che, a noi cedendo, ¶ Guerrier
106
1822
ma, se mai... rammenta ¶ Che, regnante o caduto, è
107
1822
caduto, è tale Adelchi, ¶ Che chi l'offende, il
108
1822
alma ¶ Nessun mortale: un che si muor tel dice
109
1822
il re de' Franchi ¶ Che ti stringe la man
110
1822
estremi ufizi. ¶ (ai soldati che rimangono) ¶ In lui vedete
111
1822
giunge. ¶ Cinto non sei che di leali. ¶ DESIDERIO ¶ E
112
1822
d'un fido inviai, che lo ritragga ¶ Dall'empio
113
1822
e quinci ¶ Non sorgerò che per fuggir di nuovo
114
1822
fuggir di nuovo? ¶ A che pro? dove? in traccia
115
1822
quand'io sarò sotterra, ¶ Che mi farà codesto Carlo
116
1822
DESIDERIO ¶ Maledetto quel dì che sopra il monte ¶ Alboino
117
1822
il monte ¶ Alboino salì, che in giù rivolse ¶ Lo
118
1822
mia! ¶ Una terra infedel, che sotto i piedi ¶ De
119
1822
ingoiarli! Maledetto il giorno, ¶ Che un popol vi guidò
120
1822
un popol vi guidò, che la dovea ¶ Guardar così
121
1822
la dovea ¶ Guardar così! che vi fondava un regno
122
1822
vi fondava un regno, ¶ Che un'esecranda ora d
123
1822
avessi ascoltato! ¶ ADELCHI ¶ Oh! che rammenti? ¶ Padre, tu vivi
124
1822
salvargli ¶ Forse potrem più che la vita. - E a
125
1822
re, trascegli ¶ L'uom che restar deva al tuo
126
1822
Ivrea. ¶ ADELCHI (a Guntigi che s'avanza) ¶ Guntigi, io
127
1822
trarrem Gerberga. ¶ Triste colui che nella sua sventura ¶ Gli
128
1822
sorpresi, e a quei che mesti ¶ Vergognosi, vedrete da
129
1822
ch'è tempo ancor, che i re son vivi
130
1822
i re son vivi, ¶ Che si combatte, che una
131
1822
vivi, ¶ Che si combatte, che una via rimane ¶ Di
132
1822
io teco sarò. ¶ DESIDERIO ¶ Che attendi? ¶ ADELCHI ¶ Anfrido. ¶ Ei
133
1822
Padre... ¶ (a un soldato che sopraggiunge) ¶ Vedesti Anfrido? ¶ IL
134
1822
Anfrido? ¶ IL SOLDATO ¶ Re, che mi chiedi? ¶ ADELCHI ¶ O
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1822
patti. Oh Dio!... Dio, che mi serbi ¶ In vita
136
1822
serbi ¶ In vita ancor, che un gran dover mi
137
1822
orgoglio d'un tempo che fu. ¶ S'aduna voglioso
138
1822
signori la turba diffusa, ¶ Che fugge dai brandi, che
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1822
Che fugge dai brandi, che sosta non ha. ¶ Ansanti
140
1822
servir. ¶ Udite! Quei forti che tengono il campo, ¶ Che
141
1822
che tengono il campo, ¶ Che ai vostri tiranni precludon
142
1822
A preghi e consigli che il pianto troncò: ¶ Han
143
1822
corsieri, ¶ Volaron sul ponte che cupo sonò. ¶ A torme
144
1822
D'un volgo disperso che nome non ha. ¶ ATTO
145
1822
Da' ripari impunito, o che improvviso ¶ Piombi su noi
146
1822
da noi più lunge ¶ Che la misura d'una
147
1822
miei soldati; dite lor, che lieto ¶ Vedeste il re
148
1822
re, siccome il dì che certa ¶ La vittoria predisse
149
1822
vittoria predisse in Eresburgo; ¶ Che sian pronti a pugnar
150
1822
sian pronti a pugnar; che di ritorno ¶ Si parlerà
151
1822
canti, al sol diletta, ¶ Che i signori del mondo
152
1822
padre ¶ Corse; una gente che si scioglie. Il resto
153
1822
nostro amico, in fin che giunga Eccardo, ¶ Risvegliator non
154
1822
Adelchi ¶ ADELCHI, ANFRIDO ¶ ANFRIDO (che sopraggiunge) ¶ Signor! ¶ ADELCHI ¶ Diletto
155
1822
ADELCHI ¶ Diletto Anfrido; ebben, che fanno ¶ Codesti Franchi? non
156
1822
da tre dì, poi che le prime schiere ¶ Cominciar
157
1822
Offensor d'Ermengarda, ei che giurava ¶ Di spegner la
158
1822
La fé de' pochi che a guardarle io scelsi
159
1822
vil trionfo! Il messo ¶ Che mi dirà: Carlo è
160
1822
darà: gioia mi fia ¶ Che lunge ei sia dalla
161
1822
e tu sei quello ¶ Che l'hai respinto. Il
162
1822
teco; e quei codardi ¶ Che a non amarti si
163
1822
temerti ¶ Dovranno or più che mai. ¶ ADELCHI ¶ La gloria
164
1822
può in cerca; ei che su un popol regna
165
1822
Ed io sull'empio ¶ Che m'offese nel cor
166
1822
m'offese nel cor, che per ammenda ¶ Il mio
167
1822
Un'altra impresa, Anfrido, ¶ Che sempre increbbe al mio
168
1822
inermi, e fida allor che a certa ¶ E facil
169
1822
parea, ¶ Pur mi parea che ad altro io fossi
170
1822
altro io fossi nato, ¶ Che ad esser capo di
171
1822
esser capo di ladron; che il cielo ¶ Su questa
172
1822
da far mi desse ¶ Che, senza rischio e senza
173
1822
cor d'Adelchi ¶ Dir che d'omaggi, di potenza
174
1822
ti prepara? Il cielo ¶ Che re ti fece, ed
175
1822
dubbi, ¶ Ed il timor, che a' miei disegni un
176
1822
Roma: al nobil serto ¶ Che non intero mai passò
177
1822
Franchi! i Franchi! ¶ DESIDERIO ¶ Che dici, insano? ¶ UN ALTRO
178
1822
Franchi, o re. ¶ DESIDERIO ¶ Che Franchi? ¶ (la scena s
179
1822
entra Baudo) ¶ ADELCHI ¶ Baudo, che fu? ¶ BAUDO ¶ Morte e
180
1822
qui per essi? Andiam: che importa ¶ Da che parte
181
1822
Andiam: che importa ¶ Da che parte sian giunti? I
182
1822
Per Dio? La via che avete presa è infame
183
1822
Longobardi) ¶ DESIDERIO (ai fuggitivi che attraversano la scena) ¶ Sciagurati
184
1822
Chiuse ¶ Voi lasciate così? Che fu? Viltade ¶ V'ha
185
1822
traditi. ¶ DESIDERIO (ai fuggitivi che s'affollano) ¶ O vili
186
1822
e detti ¶ CARLO ¶ E che? Rutlando, ¶ Tu riedi dal
187
1822
testimonio, e voi Conti, che in questo ¶ Vil giorno
188
1822
E non trovasti alcuno ¶ Che mostrasse la fronte? ¶ RUTLANDO
189
1822
questo; e non temer che manchi ¶ Da far: Sassonia
190
1822
a sinistra: il piano, ¶ Che da lui ci divide
191
1822
CONTE ¶ Vidi un drappello, ¶ Che s'arrendette ai nostri
192
1822
CARLO ¶ Svarto, son quelli ¶ Che m'annunziasti? ¶ SVARTO ¶ Il
193
1822
man tu lasci ¶ Quel che padre tu nomi. Il
194
1822
di rabbia insano, ¶ Più che di tema, il crudo
195
1822
Pastor mandava ad intimar, che ai Franchi ¶ Desse altri
196
1822
altar di Dio, ¶ Pria che, sparso da me, seme
197
1822
rege; ¶ Ma pensa ben, che, s'ei ti manca
198
1822
la lite". ¶ CARLO ¶ A che ritenti questa piaga? In
199
1822
In vani ¶ Lamenti vuoi che anch'io mi perda
200
1822
mi perda? o pensi ¶ Che abbia Carlo mestier di
201
1822
Adrian; forse è mestieri ¶ Che altri a Carlo il
202
1822
è detto di mortal che possa ¶ Crescere il cruccio
203
1822
possa ¶ Crescere il cruccio che il mio cor ne
204
1822
fattibili cose. All'uom che stassi ¶ Fuor degli eventi
205
1822
appar, lieve talvolta ¶ Ciò che la possa de' mortali
206
1822
conosce i momenti. - E che potea ¶ Io far di
207
1822
al nemico offersi, ¶ Sol che le terre dei Romani
208
1822
CARLO ¶ Animoso Latin, ciò che veduto, ¶ Ciò che hai
209
1822
ciò che veduto, ¶ Ciò che hai sofferto, il tuo
210
1822
la bella ¶ Contrada attraversai, che nido è fatta ¶ Del
211
1822
noi ¶ Non vi riman, che le superbe spose ¶ De
212
1822
madri, ed i fanciulli ¶ Che s'addestrano all'armi
213
1822
campo lor? qual è? che fan? ¶ MARTINO ¶ Securi ¶ Da
214
1822
Securi ¶ Da quella parte che all'Italia è volta
215
1822
donde solo han tema ¶ Che tu attinger li possa
216
1822
cosa; e nol tentai; ché cinto ¶ Al par di
217
1822
M'era più amaro che il morir. Pensai ¶ Che
218
1822
che il morir. Pensai ¶ Che dall'aspetto salvator di
219
1822
Indi, tra i pani che teneva in serbo, ¶ Tanti
220
1822
tutto tacea; null'altro ¶ Che i miei passi io
221
1822
gran monte io scersi, ¶ Che sovra gli altri ergea
222
1822
Mi percosse un ronzio che di lontano ¶ Parea venir
223
1822
non era il vento ¶ Che investia le foreste, e
224
1822
Su questa, o re, che a noi ¶ Sembra di
225
1822
scesi. ¶ CARLO ¶ Empio colui che non vorrà la destra
226
1822
Dar può la via che percorresti? ¶ MARTINO ¶ Il puote
227
1822
Il puote. ¶ E a che l'avrebbe preparata il
228
1822
sarai. - Pensa, o valente, ¶ Che il fior di Francia
229
1822
lui rendute ¶ Preghiera sian che favor novo impetri. ¶ (partono
230
1822
Novi pensier! No: quei che in petto a Carlo
231
1822
è costui. La stella ¶ Che scintillava al mio partir
232
1822
scintillava al mio partir, che ascosa ¶ Stette alcun tempo
233
1822
fantasma d'error quel che parea ¶ Dall'Italia rispingermi
234
1822
bugiarda ¶ Era la voce che diceami in core: ¶ No
235
1822
il femminile ¶ Tuo cor, che far poss'io? Che
236
1822
che far poss'io? Che mai faria ¶ Colui che
237
1822
Che mai faria ¶ Colui che tutti, pria d'oprar
238
1822
alta sua via, senza che alcuno ¶ Cada sotto il
239
1822
perigli ozïosi, a patimenti ¶ Che parean senza onor: ma
240
1822
merli uscite, e feritor che rida ¶ Da' ripari impunito
241
1822
ANFRIDO, e DETTI ¶ DESIDERIO ¶ Che rechi, Anfrido? ¶ ANFRIDO ¶ Sire
242
1822
l'hai detto. ¶ DESIDERIO ¶ Che pretende costui? quali parole
243
1822
di noi? qual patto ¶ Che di morte non sia
244
1822
Venuto è il giorno ¶ Che un voler solo, un
245
1822
Dì, l'abbiam noi? Che pensi far? ¶ ADELCHI ¶ Risponda
246
1822
Più non son io che un brando ¶ Nella tua
247
1822
Come nel campo. - Ambasciator, che rechi? ¶ ALBINO ¶ Carlo, il
248
1822
siate; se dell'uom che questi ¶ Or v'ha
249
1822
segreto de' re: sappi che ai primi ¶ Di nostra
250
1822
aspettiamo, a questi ¶ Alfin che vedi intorno a noi
251
1822
ed Adelchi, a voi che poste ¶ Sul retaggio di
252
1822
torna, ¶ Spoglia quel manto che ti rende ardito, ¶ Stringi
253
1822
l'angiol di Dio, che innanzi ¶ Al destrier di
254
1822
due volte, ¶ Il guidator che mai non guarda indietro
255
1822
oste aduni; ¶ Ogni uom che nutre un corridor, lo
256
1822
ADELCHI ¶ E digli ancora, ¶ Che il Dio di tutti
257
1822
di tutti, il Dio che i giuri ascolta ¶ Che
258
1822
che i giuri ascolta ¶ Che al debole son fatti
259
1822
sovente ¶ Mette una smania, che alla pena incontro ¶ Correr
260
1822
Correr lo fa; digli che mal s'avvisa ¶ Chi
261
1822
longobardi in cerca, ¶ Poi che una donna longobarda offese
262
1822
mia ¶ Oscurità morrò, senza che alcuno ¶ Sappia nemmeno ch
263
1822
Se ci scorgeste mai che un sol desio ¶ A
264
1822
SVARTO, ILDECHI; poi altri che sopraggiungono ¶ ILDECHI ¶ Il ciel
265
1822
Io nulla attendo, ¶ Fuor che da voi. ¶ ILDECHI ¶ (a
266
1822
voi. ¶ ILDECHI ¶ (a Farvaldo che sopraggiunge) ¶ Farvaldo, alcun ti
267
1822
Vila! Ervigo! ¶ (ad altri che entrano) ¶ Fratelli! Ebben: supremo
268
1822
trionfi; in preso ¶ Regno, che posto ci riman? Con
269
1822
è forza star. - Credete ¶ Che in cor di questi
270
1822
l'orme sue, fin che le scopra. ¶ Ma che
271
1822
che le scopra. ¶ Ma che un gregario cavalier, che
272
1822
che un gregario cavalier, che Svarto ¶ Manchi, non fia
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Svarto ¶ Manchi, non fia che più s'avvegga il
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s'avvegga il mondo, ¶ Che d'un pruno scemato
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calpestio ¶ Del mio ronzin che solo arrivi, appena ¶ Qualche
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appena ¶ Qualche Latin fia che si volga; e il
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messaggi ¶ Non è mestier che di prontezza. ¶ ILDECHI ¶ Amici
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PIETRO ¶ PIETRO ¶ Carlo invitto, che udii? Toccato ancora ¶ Il
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Non abbia a dir che sul principio tronca ¶ Giacque
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debba dirgli: il brando, ¶ Che suscitato Iddio t'avea
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ne farà. Di quello ¶ Che resti a far, dal
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Francia non ebbe ¶ Più che un affar; tutta si
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1822
terre andria. ¶ Ora, a che siam tu il vedi
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fossati; e questi monti, ¶ Che il Signor fabbricò, son
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con me divisa, ei che già vinti ¶ Mi rassegnò
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nemici. Un giorno, ¶ Men che un giorno bastava: Iddio
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umil servo ¶ Di Colui che t'elesse, e pose
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Anco inibir. Pensa a che man tu lasci ¶ Quel
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sul capo dell'iniquo, ¶ Che pura e bella dalle
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padre ¶ È udirsi dir che la sua figlia è
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Tanto in fondo costui, che il più tapino, ¶ L
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cospetto. Oh lassa lei, che invano ¶ Quel della madre
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Una voce d'amor che la conforti. ¶ DESIDERIO ¶ Figlio
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alla figlia mia; dille che aperte ¶ De' suoi le
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aspettarla stanno... ¶ De' suoi, che il cielo in questa
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DESIDERIO, ADELCHI ¶ DESIDERIO ¶ Adelchi, ¶ Che pensiero era il tuo
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a festa, invitar? Dimenticasti ¶ Che ancor son vivi, che
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Che ancor son vivi, che ci stan d'intorno
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stan d'intorno ¶ Quei che le parti sostenean di
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si feo, quella Gerberga ¶ Che a noi chiese un
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al Pastor sommo ¶ Comanderem che le innocenti teste ¶ Unga
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esse proferisca i preghi ¶ Che danno ai Franchi un
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d'Adrian? di lui ¶ Che stretto a Carlo di
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udir non gli fa che di lusinga ¶ E di
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sia, voce di padre ¶ Che benedice? A lui vittoria
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esser può? Quel dì che indarno ¶ I nostri padri
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a non mai ¶ Tornar che dopo la vittoria, innanzi
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antico pontefice la destra, ¶ Che pace offrìa, respinse, e
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de' franchi corridor. ¶ DESIDERIO ¶ Che parli ¶ Or tu d
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Eh! se il guerrier che il capo ¶ Al primo
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superbo Adelchi ¶ Dov'è, che imberbe ancor vide Spoleti
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quel desso altro veder che inciampi ¶ E sventure non
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mi venisse a riferir che tali ¶ Son di Carlo
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oltraggio! ¶ E farti dir, che troppo presta, o padre
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Adelchi. Ebben, quel giorno ¶ Che tu brami, io l
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Di chi siam re; che nelle nostre file ¶ Misti
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i nostri nemici; e che la vista ¶ D'un
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regno ¶ È pel felice che ai concordi impera. ¶ Odio
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impera. ¶ Odio l'aurora che m'annunzia il giorno
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guardarmi ¶ Deggio dall'uom che mi combatte al fianco
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senza nemici? il core ¶ Che importa? e re siam
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dovrem nella vagina ¶ Infin che spento ogni livor non
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Fuorché l'ardir? Tu, che proponi alfine? ¶ ADELCHI ¶ Quel
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proponi alfine? ¶ ADELCHI ¶ Quel che, signor di gente invitta
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nella polve, in pria ¶ Che tanta onta soffrir. Questo
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comanda. ¶ SCENA TERZA ¶ VERMONDO che precede ERMENGARDA e DETTI
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ERMENGARDA e DETTI, DONZELLE che l'accompagnano ¶ VERMONDO ¶ O
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e cara ¶ D'allor che ne partisti. ¶ ERMENGARDA ¶ Oh
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vedi; ¶ Quella Ermengarda tua, che di tua mano ¶ Adornavi
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benedici i cari tuoi, che accolta ¶ Hanno così questa
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fondo ¶ Di questo cor che vai cercando? Ah! nulla
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nulla ¶ Uscir ne può che ti rallegri: io stessa
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Di quella madre, or che farei? ghirlanda ¶ Vagheggiata un
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asilo e di pietà, che un tempo ¶ La veneranda
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strinse ¶ A quello Sposo che non mai rifiuta, ¶ lascia
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Consigliero il dolor più che fedele, ¶ E di vicende
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Alboino, uscì dalla Pannonia, che abbandonò agli Avari; e
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chiede soccorso a Pipino, che unge in re de
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promesse di gran doni, che rimettesse all'Impero le
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le città dell'esarcato, che aveva riprese ai Longobardi
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Longobardi. Ma Pipino rispose che non avea combattuto per
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de' suoi peccati; e che, per tutto l'oro
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a San Pietro ciò che una volta gli aveva
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il quale, fattogli promettere che consegnerebbe le città già
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monastero di San Salvatore, che fu poi detto di
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Francia Ermengarda; e Carlo, che fu poi detto il
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cagione del solo dissapore che sia mai nato tra
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il nuovo papa risponde che desidera stare in pace
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tutti i cristiani; ma che non vede come possa
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rendere alla Chiesa ciò che le appartiene. Desiderio invade
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più ingannar nessuno, disse che non voleva render nulla
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di Susa, al luogo che serba ancora il nome
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trovarono molto maggior resistenza, che quelli di Pipino (xxvi
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citato or ora, racconta che Adelchi, robusto, come valoroso
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le Chiuse, né sospettando che ci fosse altra strada
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con parte di quelli che gli eran rimasti fedeli
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nipote di Desiderio, Poto, che, con inflessione leggiera, e
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popolo, atterrito dalle crudeltà che Ismondo esercitava contro i
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esercitava contro i resistenti che gli venivano nelle mani
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moglie, Ildegarde; e vedendo che quella città non si
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del seguente: non credo che si possa fissar più
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mani. Adelchi abbandonò Verona, che s'arrese; e di
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è trasportata al tempo che uscì da Verona. Questo
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della storia. Per ciò che riguarda la parte morale
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storici, con un'infelicità, che dal più difficile e
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chiamate intonse; e vuole che di qui sia venuta
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venuta la voce tosa, che vive ancora in qualche
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portar l'armi, e che possedevano un cavallo, eran
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di devozione affettuosa. Quelli che esercitavano questa condizione erano
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di qui il donzello, che è rimasto nella parte
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delle non poche somiglianze che hanno quei tempi con
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quei tempi con quelli che Vico chiamò della barbarie
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donne della famiglia reale, che la stanno guardando da
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l) ¶ Il vocabolo Fedele, che torna spesso in questa
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sempre adoperato nel senso che aveva ne' secoli barbari
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per evitar l'equivoco che farebbe col senso attuale
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è potuto far altro che distinguerlo con l'iniziale
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l'iniziale grande. Drudo, che aveva la stessa significazione
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doloroso ¶ Ed alto ufizio che alla nostra fede ¶ Commetteste
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fornito. All'arduo muro ¶ Che Val di Susa chiude
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ogni ciglio, aperto ¶ mostrar che degni eran color d
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Sempre a regina, e che de' Franchi stessi ¶ Complice
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rifiuto del suo re; che vinti ¶ Tutti i cori
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della via. Nel bosco ¶ Che intorno al vallo occidental
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a spalancar da quelli ¶ Che non voglion morire. Oh
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morì! - Di fuor costui, ¶ Che arrogante s'avanza, e
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or verrammi ¶ Ad intimar che il suo trionfo io
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compia; ¶ Qui la viltà che gli risponde, ed osa
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vili ¶ Togliere al forte, che da forte ei pera
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costoro ad incontrar; mostriamo ¶ Che non è ver che
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Che non è ver che a tutto i Longobardi
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se non altro, ¶ Morrem. - Che pensi? Nella tua rovina
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Morir? Nol puoi? Sento che l'alma in questo
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sorride, ¶ Come l'amico che sul volto reca ¶ Una
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di questa ¶ Ignobil calca che mi preme; il riso
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gittarlo!... ¶ Tu, brando mio, che del destino altrui ¶ Tante
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io vengo ¶ Senza aspettar che tu mi chiami; il
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mi chiami; il posto ¶ Che m'assegnasti, era difficil
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ripiglia, ¶ Adelchi; uom sii. Che cerchi? In questo istante
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tu vuoi: non vedi, ¶ Che in tuo poter non
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amici ancora ¶ Al re che cade? ¶ TEUDI ¶ Sì: color
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cade? ¶ TEUDI ¶ Sì: color che amici ¶ Eran d'Adelchi
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d'Adelchi. ¶ ADELCHI ¶ E che partito han preso? ¶ TEUDI
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per me far ponno, ¶ Che seguirmi a Bisanzio. Ah
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ora; al padre ¶ Fa che di me questa novella
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Per liberarlo un dì; che non disperi. ¶ Vieni, e
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duca ¶ Di Verona dirai che non attenda ¶ Ordini più
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parlarti, o sire. ¶ CARLO ¶ Che vuol? ¶ ARVINO ¶ Nol disse
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Arvino parte) ¶ Vediam colui, ¶ Che destinata a un'altra
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vegli in arme: e che nessun mi sfugga. ¶ SCENA
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CARLO, DESIDERIO ¶ CARLO ¶ A che vieni, infelice? E che
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che vieni, infelice? E che parola ¶ Correr puote tra
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più non resta ¶ Di che garrir. Tristi querele e
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né questo ¶ Gaudio superbo che in mio cor s
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conforto di parole attendi. ¶ Che ti direi? ciò che
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Che ti direi? ciò che t'accora, è gioia
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di lor, forza è che l'un piangendo ¶ Esca
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Non potrei? del velen che il cor m'affoga
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Vengo; e m'udrai; ché degli afflitti il prego
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me traesti? ¶ CARLO ¶ A che domandi ¶ Quello che sai
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A che domandi ¶ Quello che sai? ¶ DESIDERIO ¶ Sappi tu
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DESIDERIO ¶ Sappi tu ancor che solo ¶ Io nemico gli
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Io nemico gli fui, che Adelchi - e m'ode
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m'ode ¶ Quel Dio che è presso ai travagliati
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Romano: intera, e tal che basti ¶ Al cor più
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voler di più: pensa che abborre ¶ Gli smisurati desideri
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d'un amico ¶ Pensier che ti conforti, aver bisogno
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giorno la pietà. Rammenta ¶ Che innanzi al trono dell
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catene!... Ah no! pensa che reo ¶ Di nulla egli
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Gli è tolto ancor. Che puoi temer? Per noi
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Non c'è brando che fera: a te vassalli
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te vassalli ¶ Son quei che il furo a noi
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a stranio suol consenti ¶ Che il figliuol mio... ¶ CARLO
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cosa mi chiedi ¶ Tu! che da me non otterria
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Io ti pregava! io, che per certo a prova
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rincresci... ¶ CARLO ¶ Taci, tu che sei vinto. E che
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che sei vinto. E che? pur ieri ¶ La mia
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intorno, ¶ Come il mendico che un rifiuto ascolta! ¶ Ma
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rifiuto ascolta! ¶ Ma quel che a me tu preparavi
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suo passaggio, come augel che i nati ¶ Trafuga all
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man. Ma voi, ¶ Altro che vita, un più superbo
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fu inerme il prego, ¶ Che sulle chiome de' fanciulli
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nol temessi, il rio che tanto ardia ¶ Pensi che
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che tanto ardia ¶ Pensi che in Francia il condurrei
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Cogli ora il fior che hai coltivato, e taci
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accorre. ¶ DESIDERIO ¶ Ahi dolente, che ascolto! e che mi
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dolente, che ascolto! e che mi resta ¶ Ad ascoltar
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questa tenda; e digli ¶ Che non ha più nemici
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Mirerò la ferita! io che dovea ¶ Esser pianto da
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in mano, ¶ Senza lamenti che del padre, e sparsi
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sparsi ¶ Innanzi ad uom che in ascoltarli esulta? ¶ CARLO
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il mio, né tal, che in questo ¶ Novello seggio
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ella giammai non scende, ¶ Che sui caduti senza speme
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il braccio tuo rattieni, ¶ Che più loco non trovi
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guerra atroce! ¶ Io crudel che la volli; io che
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che la volli; io che t'uccido! ¶ ADELCHI ¶ Non
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è giunta; ah! pur che vinto ¶ Te dal dolor
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man gagliarda! oh ciglio ¶ Che spiravi il terror! ¶ ADELCHI
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di morir? Ma tu, che preso ¶ Vivrai, vissuto nella
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vita, e nol comprende ¶ Che l'ora estrema. Ti
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pianger; mel credi. Allor che a questa ¶ Ora tu
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de' tribolati asceso. ¶ Godi che re non sei; godi
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re non sei; godi che chiusa ¶ All'oprar t
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v'è: non resta ¶ Che far torto, o patirlo
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Questo è un uom che morrà. ¶ DESIDERIO ¶ Ma ch
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consola? ¶ ÀDELCHI ¶ Il Dio ¶ Che di tutto consola. ¶ (si
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mano ¶ Ripongo nella tua. Che tanta preda ¶ Tu lasci
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questo io non chiedo... ¶ Ché vano, il veggo, il
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Il tuo perdon. Quel che negar non puoi ¶ Senza
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deve sopportar d'alcuno ¶ Che vassallo il tradì. ¶ CARLO
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annalisti di que' secoli che noi chiamiamo barbari, sanno
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passar sotto silenzio ciò che più si vorrebbe sapere