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Giuseppe Parini, Il giorno, 1801

concordanze di «Che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1801
crin leggeri ¶ La bionda che svanì polve rendette; ¶ E
2
1801
Fe' più vermiglie rifiorir che mai ¶ Le dall'aura
3
1801
e guaisce in suon che al rude vulgo ¶ Ribrezzo
4
1801
mossa ¶ Scopri la gemma che i bei lini annoda
5
1801
mondo. ¶ Qual primiera sarà che da gli amati ¶ Voi
6
1801
di già: tu fai che a lei presente ¶ Non
7
1801
al mio eroe; tal che, famoso ¶ Per entro al
8
1801
eguagli e a quel che trasse ¶ Il buon Tesèo
9
1801
Se da i regni che l'alpe o il
10
1801
Sorge d'arcano mal, che in dubbio tenne ¶ Lunga
11
1801
viso esplorerai de' molti ¶ Che il giudizio di voi
12
1801
no; tu lascia ¶ Lascia che il vulgo di sì
13
1801
felice a pieno. ¶ Sai che fra gli ozj del
14
1801
O se tu vuoi che semplice vi splenda ¶ Di
15
1801
ale ¶ Spiegar l'augel che i fulmini ministra, ¶ Qua
16
1801
orme tue pietoso eroe, ¶ Che già pago di te
17
1801
Or venga il giorno ¶ Che sì grate alternar nobili
18
1801
petto un cor gentile. ¶ Che fa l'amica sua
19
1801
in van le damigelle ¶ Che su lo sposo e
20
1801
fanno i pargoletti amori, ¶ Che da la maestà de
21
1801
Una è fra lor che gli altrui nodi or
22
1801
duri tra voi ¶ Pria che a la meta il
23
1801
lei v'annunzj ¶ Sì che voi non volenti ella
24
1801
de le belle o che opportune ¶ O giungano importune
25
1801
a i casi allude ¶ Che la Fama narrò: quella
26
1801
L'altra provar quel che valesse in arme; ¶ E
27
1801
vagito accolto a pena, ¶ Che cento messi a precipizio
28
1801
paludi accende ¶ Fiamma improvvisa che lambisce e vola; ¶ Tal
29
1801
su lor foco febèo, ¶ Che di motti ventosi alta
30
1801
tu contenderai benigna Notte, ¶ Che il mio Giovane illustre
31
1801
remote e de' pianeti, ¶ Che nel silenzio camminando vanno
32
1801
E al sospettoso adultero, che lento ¶ Col cappel su
33
1801
E fama è ancor che pallide fantasime ¶ Lungo le
34
1801
fusti o Notte allor che gl'inclit'avi, ¶ Onde
35
1801
sonno in preda; ¶ Fin che l'aurora sbadigliante ancora
36
1801
del fasto i Genj, ¶ Che trionfanti per la notte
37
1801
scorrono, ¶ Per la notte, che sacra è al mio
38
1801
intorno vedesi ¶ Riverberar più che dinanzi al sole ¶ Auree
39
1801
l'eterno caos, allor che Amore ¶ Sopra posovvi e
40
1801
aggiri ¶ Lasso! da poi che in compagnia del sole
41
1801
e taciturno aspetta, ¶ Sia che a l'un piaccia
42
1801
adira; ¶ Già la man, che tu baci arretra, e
43
1801
ad ognuno in fin che il sonno ¶ Venga pietoso
44
1801
dove ancora. ¶ Folle! Di che temei? Sperdano i venti
45
1801
la fresca ora godendo ¶ Che dal monte lontan spira
46
1801
gioconde quest'ombre, allor che prima ¶ Nacque il vago
47
1801
Nacque il vago desio, che te congiunse ¶ All'altrui
48
1801
e tempo è ormai ¶ Che in più degno di
49
1801
adorando ¶ La sacra nebbia che lo avvolge intorno. ¶ Ma
50
1801
dio ¶ Dal tossico mortal che fuora esala ¶ Da i
51
1801
de le stirpi orgoglio, ¶ Che ti scevra dal vulgo
52
1801
vulgo. Udrai da quelli ¶ Che ciascun de' viventi all
53
1801
manco di te colui che regge ¶ I tuoi destrieri
54
1801
i tuoi campi; ¶ E che la tua pietade o
55
1801
e solo attigni ¶ Ciò che la dolce voluttà rinfranca
56
1801
dolce voluttà rinfranca, ¶ Ciò che scioglie i desiri e
57
1801
i desiri e ciò che nudre ¶ La libertà magnanima
58
1801
l'ampie colma ¶ Tazze che d'oro e di
59
1801
le labbra. ¶ Tu signor che farai poi che la
60
1801
signor che farai poi che la dama ¶ Con la
61
1801
e altrui dà cenno ¶ Che di sorger è tempo
62
1801
e più non soffri ¶ Che lo stagnante de le
63
1801
L'aere il caffè, che preparato fuma ¶ In tavola
64
1801
volanti reliquie. Egri mortali, ¶ Che la miseria e la
65
1801
prandio il nettare beete, ¶ Che favorevol aura a voi
66
1801
in tanto ¶ Apprestar converrà, che i lenti sorsi ¶ Ministri
67
1801
gode ¶ Barbara sposa, allor che molle assisa ¶ Ne' broccati
68
1801
han possa ¶ Di far che a poco a poco
69
1801
o l'alte moli ¶ Che per le fredde piagge
70
1801
il Cimbro; ¶ O quei che abbeverò la Drava; o
71
1801
la Drava; o quelli ¶ Che a le vigili guardie
72
1801
popolo bearsi; o quel, che tutto ¶ Caliginoso e tristo
73
1801
la marmorea ¶ Tomba simìl che de' vostr'avi chiude
74
1801
i prodi ¶ Compagni tuoi che, ministrato a pena ¶ Dolce
75
1801
altri ancora ¶ Vuole Amor che s'inganni; altronde pugni
76
1801
tua quel gioco eleggi, ¶ Che due sol tanto a
77
1801
usar con lei ¶ Fuor che quella de gli occhi
78
1801
occhi era concesso: ¶ Poi che il rozzo marito ad
79
1801
gelosia del rustico marito. ¶ Che più lice sperare? Al
80
1801
viene ¶ Del nume accorto che le serpi annoda ¶ All
81
1801
candida Maia, o tu che d'Argo ¶ Deludesti i
82
1801
la mente un gioco, ¶ Che i mariti assordisce. A
83
1801
assordisce. A lui diresti ¶ Che l'ali del suo
84
1801
a la fortuna ¶ Quella che corre innanzi all'altre
85
1801
Giocato fu. Ma poi che l'aureo venne ¶ Secol
86
1801
Secol di novo; e che del prisco errore ¶ Si
87
1801
cavalier volsero il gioco ¶ Che la necessità trovato avea
88
1801
al gioco il nome, ¶ Che ancor l'antico strepito
89
1801
Italia fuggente; e par che brami ¶ Rivederti o Signor
90
1801
Rivederti o Signor prima che l'alpe ¶ O l
91
1801
Altro finor non vide ¶ Che di falcato mietitore i
92
1801
irsuti petti ¶ Di remigante che le alterne merci ¶ A
93
1801
aspetti. Or colui veggia ¶ Che da tutti servito a
94
1801
Odo i lieti corsier che all'alma sposa ¶ E
95
1801
argentee mazze ¶ Candida gioventù che al corso agogna ¶ I
96
1801
tua bella i voti. ¶ Che tardi omai? Non vedi
97
1801
tesser drappo ¶ Soffribil tanto che d'ornar presuma ¶ I
98
1801
I membri di signor che un lustro a pena
99
1801
e chi giammai ¶ Fuor che il genio di Francia
100
1801
di Cerere i favori, ¶ Che per folti di biade
101
1801
di Tisbe arbor famoso. ¶ Che vale or ciò? Su
102
1801
chi è quell'eroe che tanta parte ¶ Colà ingombra
103
1801
da' mortali ¶ Invidiabil anima che siede ¶ Fra l'ammiranda
104
1801
Ombre de gli avi, che per l'aria lievi
105
1801
limite sospigne. ¶ Pera colui che prima osò la mano
106
1801
lambenti tortuosamente ¶ La man che il loro fato aimè
107
1801
le stille tremule brillanti, ¶ Che a la nova stagion
108
1801
Ahi fero giorno! allor che la sua bella ¶ Vergine
109
1801
van novello ¶ Signor sperò; chè le pietose dame ¶ Inorridìro
110
1801
la mensa. Avvien sovente ¶ Che con l'aio seguace
111
1801
ampio volume ¶ Di voce, che gorgoglia, ed esce al
112
1801
da inverso fiasco onda che goccia; ¶ Or d'avi
113
1801
De la dama gentil, che a te rivolti ¶ Incontreranno
114
1801
Le vivande a gustar, che a lei vicine ¶ L
115
1801
chiede in vece ¶ Quella che innanzi a te sue
116
1801
destro ad ubbidir sarai ¶ Che di raro licor la
117
1801
striscia dorata; e par che dica: ¶ Lungi o labbra
118
1801
solo ¶ De la diva che qui soggiorna e regna
119
1801
e de la destra, ¶ Che reggendo il bicchier sospesa
120
1801
e da coloro ¶ Invidiata che gustata l'hanno. ¶ Veli
121
1801
oblio ¶ Le alterne infedeltà che un cor dall'altro
122
1801
discopra ¶ Le alterne infedeltà, che in ambo i petti
123
1801
durevol nodo. ¶ Duri fin che a voi piace: e
124
1801
non si scioglia ¶ Senza che Fama sopra l'ale
125
1801
creò la natura, e che tiranni ¶ Sopra il senso
126
1801
oh sangue oh avi ¶ Che per voi non s
127
1801
Gloria sperar; qual cacciator che segue ¶ Circuendo la fera
128
1801
E volge di lontan che a poco a poco
129
1801
altrui volgi sagace ¶ Fin che là cada ove spiegar
130
1801
tu studia ¶ Materia espor che favellando ammetta ¶ La nova
131
1801
nova gemma; e poi che il punto hai colto
132
1801
Qual altra è mente che superba andasse ¶ Di squisita
133
1801
guisa il favoloso mago, ¶ Che fe' gran tempo desiar
134
1801
Dordona, ¶ Da i cavalier che l'assalìen bizzarri ¶ Oprar
135
1801
ripeti. ¶ Nè paventar quel che l'antica fama ¶ Narra
136
1801
Nè del poeta temerai che beffi ¶ Con satira indiscreta
137
1801
i detti tuoi; ¶ O che a maligne risa esponer
138
1801
Augusto, ¶ O di quel che tra Venere e Lièo
139
1801
li cento ¶ Destrier focosi che in Arcadia pasce ¶ Ti
140
1801
Arcadia pasce ¶ Ti giurerà che di Donato al paro
141
1801
tempo ¶ I novi Sofi che la Gallia o l
142
1801
tuo speglio innante. ¶ Poi che brevi gli avrai scorsi
143
1801
indotta ¶ Del parrucchier; poi che t'avran più notti
144
1801
speglio passeran di lei, ¶ Che comuni ha con te
145
1801
l'effeminata occhiuta ¶ Turba che d'alto sorridendo ei
146
1801
Or comanda o signor che tutte a schiera ¶ Vengan
147
1801
le grazie tue; sì che a la dama ¶ Quanto
148
1801
inteso mormorio. Qual fia ¶ Che a tante di beltade
149
1801
sfavillar di cupidette luci, ¶ Che amor dimostri o che
150
1801
Che amor dimostri o che il somigli al meno
151
1801
Ma rimembra o signor che troppo nuoce ¶ In amoroso
152
1801
nel volto ¶ Paga più che non suole accôr fu
153
1801
branche un indomabil mostro, ¶ Che ansando e anelando intorno
154
1801
a gli emuli tuoi, che di gelosa ¶ Titol ti
155
1801
Antiquissimi sangui: e allor che l'uno ¶ Bene all
156
1801
amante ¶ La freddissima vergine, che in core ¶ Già i
157
1801
arduo s'appresta ¶ Solletico che molle i nervi scota
158
1801
alta mensa. ¶ Chi fia che ardisca di trovar mai
159
1801
Pronunciar contro a te; chè sul cocente ¶ Meriggio andran
160
1801
quei soltanto è vile ¶ Che il duro irrefrenabile bisogno
161
1801
appelli, ¶ La sola voluttà che le celesti ¶ Mense apparecchia
162
1801
un giorno è fama ¶ Che fur gli uomini eguali
163
1801
Ond'arde l'aere che scendendo ei varca. ¶ Al
164
1801
il tuono s'ode, ¶ Che di lontano mormorando viene
165
1801
de i duo sessi, ¶ Che necessario in prima era
166
1801
plebe. Or tu garzone ¶ Che per mille feltrato invitte
167
1801
reni ¶ Sangue racchiudi, poi che in altra etade ¶ Arte
168
1801
tuoi ¶ Grandi rendette; poi che il tempo al fine
169
1801
fianco ¶ Il sottopon sì che lontana troppo ¶ Ella non
170
1801
gli antiqui ¶ Immobil sempre, che al medesmo padre ¶ De
171
1801
volto ¶ Quella rosa natia che caro fregio ¶ Fu dell
172
1801
le dapi ¶ Piacerà ministrar, che novi al senso ¶ Gusti
173
1801
Tu dunque il ferro, ¶ Che forbito ti giace al
174
1801
spada sollecito snudando, ¶ Fa che in alto lampeggi; e
175
1801
pozzette in sen cadendo ¶ Che de' nodi al confin
176
1801
da gli occhi tuoi, che i vanni audaci ¶ Fulmina
177
1801
o di timor; però che Imene ¶ Da capo a
178
1801
Di crassa onda letèa, che solo insegna ¶ Pur dianzi
179
1801
delicata invoca il Sonno ¶ Che al talamo presieda; e
180
1801
al meriggio stanca villanella, ¶ Che fra l'erbe innocenti
181
1801
esca a gli usurai che quella osàro ¶ A le
182
1801
la più nobil opra ¶ Che tessesser giammai angliche Aracni
183
1801
ceduto il trinciator coltello ¶ Che al cadetto guerrier serban
184
1801
Amore ¶ Anatomico renda, Amor che tutte ¶ De gli animanti
185
1801
figli. Essi, dal giorno ¶ Che le alleviàro il delicato
186
1801
le ricorda i mali, ¶ Che forse avranno altra cagione
187
1801
in quel beato istante ¶ Che la noia e l
188
1801
Ti fia grato colui che dritto vanta ¶ D'impor
189
1801
natura ¶ Fu prodiga così che più non seppe ¶ Di
190
1801
più non seppe ¶ Di che il volto abbellirgli; e
191
1801
concede. Oh lui beato ¶ Che primo ancor di non
192
1801
magnanim'ira ¶ Nell'eroe che dell'altro a canto
193
1801
Verrà il tempo verrà che ne' superbi ¶ Convivj ognaltro
194
1801
fugga la noia. Ecco che smaglia ¶ Cupido a te
195
1801
Sculte le Grazie, e che il Giudeo ti fece
196
1801
sudor di cento buoi ¶ Che pria vagando per le
197
1801
ma l'aureo cerchio ¶ Che sculto intorno è d
198
1801
te de l'ore ¶ Che all'alte imprese dispensar
199
1801
Faccia rigida prova. Ohimè che vago ¶ Arsenal minutissimo di
200
1801
il meglio? Ah sì che i miei precetti ¶ Sagace
201
1801
amor: lungi o profani, ¶ Chè a voi tant'oltre
202
1801
zampa ¶ De' superbi corsier che irrequieti ¶ Ne' grand'atrj
203
1801
le stanze superne infin che al gelo ¶ O al
204
1801
miei precetti ¶ Io seguirò, chè varie al tuo mattino
205
1801
tesoro. ¶ Uopo è talor che da gli egregi affanni
206
1801
rallente. ¶ Tu dunque allor che placida mattina ¶ Vestita riderà
207
1801
polve o il limo ¶ Che l'uom calpesta. A
208
1801
avvolga intorno ¶ Veste leggiadra che sul fianco sciolta ¶ Sventoli
209
1801
estremi ¶ Del bel color che l'elitropio tigne ¶ O
210
1801
dotta ¶ Dell'artefice suo; chè troppo fora, ¶ Ahi troppo
211
1801
a cader; ma o che natura ¶ A te il
212
1801
te il nodrisca; o che da ignote fronti ¶ Il
213
1801
curvo. ¶ Ampio cappello alfin che il disco agguagli ¶ Del
214
1801
tuo nume asconda. ¶ Poi che così le belle membra
215
1801
ed urta il vulgo ¶ Che s'oppone al tuo
216
1801
colpa l'uscir; però che andrièno ¶ Mal dal vulgo
217
1801
serbate al molle ferro ¶ Che i peli a te
218
1801
guancia miete; e par che invidj ¶ Ch'altri fuor
219
1801
invidj ¶ Ch'altri fuor che sè solo indaghi o
220
1801
a questo il giorno ¶ Che di lavacro universal convienti
221
1801
vaghe membra. È ver che allora ¶ D'esser mortal
222
1801
i grandi aviti onori ¶ Che fino a te per
223
1801
qual pria ¶ Gran semideo che a sè solo somiglia
224
1801
somiglia. ¶ Fama è così che il dì quinto le
225
1801
I fatati guerrier; sì che poi lieti ¶ Correan mortale
226
1801
le pendenti tavole vetuste ¶ Che a te de gli
227
1801
e le forme. Quei che in duro dante ¶ Strigne
228
1801
Di lui narrar quel che da' padri suoi ¶ Nonagenarj
229
1801
gloria e sostegno. ¶ Ecco che umìli in bipartita schiera
230
1801
ad annunciare al mondo ¶ Che tu vieni a bearlo
231
1801
cocchier: temi le rote ¶ Che già più volte le
232
1801
innoltrarmi umil cantore, ¶ Poi che troppa di te cura
233
1801
modi ¶ All'alma gioventù che Italia onora. ¶ Tal fra
234
1801
Sichèo: ¶ E tale, allor che l'orba Itaca in
235
1801
cantar gli orecchi, ¶ Or che tra nuove Elise e
236
1801
null'altro ¶ Dominator fuor che te stesso è dato
237
1801
un'altra al fianco ¶ Che lungi abbia lo sposo
238
1801
anime avvince. ¶ Pur sia che vuol; tu baldanzoso innoltra
239
1801
sorriso. Ognun s'arretra ¶ Che conosce tuoi dritti; e
240
1801
fiore ¶ De la beltà che il popolato Egèo ¶ Manda
241
1801
raggio ¶ La Gotica caliggine che annosa ¶ Siede su gli
242
1801
ingegno. ¶ Non pertanto avverrà che tu sospenda ¶ Quindi a
243
1801
de' libri amati, ¶ E che ad altro ti volga
244
1801
ora ¶ Condurrà il merciaiol che in patria or torna
245
1801
forastieri nomi ¶ A merci che non mai varcàro i
246
1801
in faccia? ¶ Ei fia che venda se a te
247
1801
ore fien queste ancor che a te ne vegna
248
1801
delicato miniator di belle ¶ Che de la corte d
249
1801
porga il desiato avorio ¶ Che de le amate forme
250
1801
forme impresso ride, ¶ Sia che il pennel cortese ivi
251
1801
aggia ¶ Tacito pasco allor che te non vede ¶ La
252
1801
a te cara; ¶ Sia che di lei medesma al
253
1801
membra. ¶ Doman fie poi che la concessa imago ¶ Entro
254
1801
caro. ¶ Ed ecco alfin che a le tue luci
255
1801
denno i colorati punti ¶ Che l'arte ivi dispose
256
1801
ti piaccia ¶ Il dipintor che non atteggi ardito ¶ L
257
1801
il dignitoso busto; ¶ O che mal tra le leggi
258
1801
la panneggi. ¶ È ver che tu del grande di
259
1801
a la volgar matita ¶ Che fu nell'altra età
260
1801
a te serbate. ¶ Ma che non puote quel d
261
1801
ogni scienza ¶ Gusto trionfator che all'ordin vostro ¶ In
262
1801
le altere menti ¶ Acciò che possan dell'uman confine
263
1801
men fermo d'allor che a scranna siedi ¶ Raffael
264
1801
o l'altro egregio ¶ Che del gran nome suo
265
1801
Grave comparti di color che primi ¶ Furo nell'arte
266
1801
de le importune risa ¶ Che scoppian da' precordj, violenta
267
1801
tumulto nascea, se non che Amore ¶ Ch'ogni diseguaglianza
268
1801
sdegni: ¶ E a quei che militando incanutìro ¶ Suoi servi
269
1801
I duo bei fior che in giovanile gota ¶ Educa
270
1801
fioccò leggera ¶ Candida polve che a posar poi venne
271
1801
pertanto o signor tu che se' il primo ¶ Fregio
272
1801
usi ne serba. Ecco che sparsa ¶ Già da provvida
273
1801
Marte furiando ¶ Gittossi allor che i palpitanti Lari ¶ De
274
1801
qual del biondo crin che i nodi eccede ¶ Su
275
1801
non in van poi che di novo fasto ¶ Oggi
276
1801
la memoria inclite suore ¶ Che invocate scendendo i feri
277
1801
Annoveraste a i grandi che cantàro ¶ Achille Enea e
278
1801
graverà sue vesti ¶ Pria che di sè nel mondo
279
1801
arnesi ¶ Sì felice sarà che innanzi a gli altri
280
1801
odorifer'onda ¶ Pieno cristal che a la tua vita
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forse ¶ Doni conforto allor che il vulgo ardisca ¶ Troppo
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sen d'erbe odorate ¶ Che l'aprica montagna in
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ambra o la terra ¶ Che il Giappon manda a
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etereo fiato, o quel che il Caramano ¶ Fa gemer
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mente induca ¶ Lieta stupidità che mille adune ¶ Imagin dolci
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favor ti presti allora ¶ Che al teatro t'assidi
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e sì li parta ¶ Che il mirato da te
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Comun sì privo fia che insorger osi ¶ Contro al
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moto ¶ Il duro acciar che a tergo la faretra
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Oh il bel viver che fia quando tu solo
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al contender fine: ¶ Poi che nulla tra voi pace
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1801
e l'opra. ¶ Tu che di strali altero a
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giorno impera; ¶ E tu che di fior placidi hai
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Venne il rito gentil che ai freddi sposi ¶ Le
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cure a la bella ¶ Che spontanea o pregata a
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dama quel dì lieto che a fida ¶ Carta, nè
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è tempo o Signor che il fido servo ¶ E
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Mòrfeo cortese. È ver che ieri ¶ Al partir l
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freschissime rose; e più che mai ¶ Viva e snella
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vezzo ¶ Ricusar sorridendo allor che l'ampie ¶ Scale salì
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molle. ¶ Anco poria colui che sì de' tristi ¶ Come
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congiunte orribile chimera; ¶ Tal che agitata e in ansioso
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aurea moneta ¶ Non men che al cavalier suole a
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le viete usanze, ¶ Poi che cessero ad altri il
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a sè rapito. ¶ Mentre che il fido messagger sen
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1801
vomere la mano ¶ Lieto che i suoi sudor ti
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o il biondo cenerino ¶ Che de le sacre Muse
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ondeggiando tenero e gentile. ¶ Che se a nobil eroe
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inavvedute, a guerrier pari ¶ Che, già poste le bende
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e de le polvi ¶ Che roder gli porien la
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1801
lui vola d'odori ¶ Che a le varie manteche
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gli odori ah fuggi; ¶ Chè micidial potresti a un
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nè oprarli ardisci ¶ Pria che di lor deciso aggian
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termin giunto ¶ Prima sarà che da' più strani eventi
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tronco articolar di voce ¶ Che condanni e minacci. Anco
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ore in un momento. ¶ Che più? Se per tuo
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Ricever leggi da colui che venne ¶ Pur ier di
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o de la Dea ¶ Che ricovrò dal Nilo il
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involarse ¶ Del feroce animal che pria sì queto ¶ Gìa
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niun altro concesse; ¶ Tal che securo sacerdote a lui
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gli arcani tuoi. Sai che a sua voglia ¶ Questi
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chiari: e le matrone ¶ Che da i sublimi cocchi
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passar più graziose intanto ¶ Che il pettin creator doni
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Tra gli arnesi vedrai che l'arte aduna ¶ Per
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e vago ¶ Mutabile color che il collo imite ¶ De
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d'imagini interposta, ¶ Lavor che vince la materia, e
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materia, e donde ¶ Fia che nel cor ti si
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a torto ¶ Lodato ancor, che sai con novi modi
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se' maestro ¶ Di color che a sè fingon di
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assai, ¶ L'Enrico tuo che in vano abbatter tenta
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l'alto pensier tu che all'Italia, ¶ Poi che
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che all'Italia, ¶ Poi che rapìrle i tuoi l
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Fieno e mill'altri che guidàro in Francia ¶ I
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peregrinanti Arabe dame, ¶ O che con penna liberale a
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te ben dritto ¶ È che s'incurvi riverente il
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fie dunque ¶ Sì temerario che in suo cor ti
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alba ¶ Dinanzi al sol che di poi grande appare
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portando i sacri arnesi ¶ Che prima ritrovò Cerere o
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curvi rami ¶ Fresca rugiada che di gemme al paro
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o a mense. ¶ Ma che? Tu inorridisci e mostri
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intorno apristi ¶ Siccome allor che il Siculo terreno ¶ Da
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lumi chiuse ¶ Il gallo che li suole aprire altrui
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altrui. ¶ Dritto è però che a te gli stanchi
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Morfèo ¶ Prima non solva che già grande il giorno
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luce; e rigidi osservàro ¶ Che con tua pena non
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ti appoggia ¶ Alli origlier che lenti degradando ¶ All'omero
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e ne dilegua ¶ Quel che riman de la Cimmeria
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Avria di sè più che Minerva il giorno ¶ Che
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che Minerva il giorno ¶ Che di flauto sonando al
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Guatimalese e il Caribeo ¶ Che di barbare penne avvolto
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Giunto e da Moca che di mille navi ¶ Popolata
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Certo fu d'uopo che da i prischi seggi
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e generosi Incassi, ¶ Poi che nuove così venner delizie
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Cessi 'l cielo però che in quel momento ¶ Che
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che in quel momento ¶ Che le scelte bevande a
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O il villano sartor che non ben pago ¶ D
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o il tuo castaldo ¶ Che già con l'alba
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impresse orme indecenti? Ahimè che fatto ¶ Il salutar licore
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giorno intero! ¶ Non fia che attenda già ch'altri
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improvviso il dolce ¶ Mastro che il tuo bel piè
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t'innoltra o tu che addestri ¶ A modular con
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Soavi canti; e tu che insegni altrui ¶ Come vibrar
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squisita a terminar corona ¶ Che segga intorno a te
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precettor del tenero idioma ¶ Che da la Senna de
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egli è il ver che rieda ¶ L'astuta Frine
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rieda ¶ L'astuta Frine che ben cento folli ¶ Milordi
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Italici mariti. ¶ Così poi che gran pezzo a i
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pudore e quella schifa ¶ Che le accigliate gelide matrone
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divina schiatta ¶ Più assai che a noi mortali il
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entro al cerèbro, ¶ Sì che breve lavoro unir vi
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Fie pago assai poi che vedrà sovente ¶ Ire o
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Ma già vegg'io che le oziose lane ¶ Premer
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lusinga e molce, ¶ Però che te più gloriosi affanni
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del primo ordine servi ¶ Che di nobil signor ministri
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cinge il bianco lino ¶ Che sciorinato poi cada e
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di quell'arbor frutto ¶ Che a Rodope fu già
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degni di te. Sai che compagna ¶ Con cui partir
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tu senza compagna andrai; ¶ Chè tra le fide altrui
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cara. ¶ Tempo fu già che il pargoletto Amore ¶ Dato
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la madre lor temea che il cieco ¶ Incauto nume
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per oblique vie; ¶ E che, bersaglio a gl'indiscreti
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corresse il seme ¶ Uman che nato è a dominar
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alme strignea. ¶ Allora fu che il sol mai sempre
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gigli e rose. ¶ Ma che non puote anco in
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tuoi. Mira la Notte, ¶ Che col carro stellato alta
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e gli altri egregi, ¶ Che per mille d'onore
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ne la città famoso, ¶ Che splendida matrona apre al
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aure in preda. ¶ Ecco che già di cento faci
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flagelli e di cavalli ¶ Che vengono che vanno, e
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di cavalli ¶ Che vengono che vanno, e stridi e
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e fischi ¶ Di gente, che domandan che rispondono, ¶ Assordan
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Di gente, che domandan che rispondono, ¶ Assordan l'aria
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e luce. O tu, che porti ¶ La dama e
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eroe: plauda la bella, ¶ Che con l'agil pensier
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alto sospenda: ¶ Somma felicità, che lei sepàra ¶ Da le
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al foco. ¶ Ma no; chè l'amorosa onda pacata
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con vetro ¶ Indagator colui che vide a nuoto ¶ Per
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E con la man, che lungo il grembo cade
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per molto adipe dame, ¶ Che a passi velocissimi s
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e di scherzi, allor che l'ombre ¶ Abitar gli
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d'un bel seggio, ¶ Che tre ad un tempo
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vi dà vaghe colonne, ¶ Che del silvestre Pane i
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chiude ¶ In tumido cuscin, che tutta ingombri ¶ La macchina
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vario: ¶ E fama è che talora invidia mosse ¶ Anco
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Ozio e la Vanità, che noti al nome ¶ Di
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di macchine al par, che l'arte inventi ¶ Modera
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sbadigliante esala ¶ Alito lungo, che sembiante a i pigri
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folla d'eroi! Tu, che modello ¶ D'ogni nobil
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Non simili tra lor, che ognun sua cura ¶ Ha
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è l'almo garzon, che con maestri ¶ Da la
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altro è l'eroe, che da la guancia enfiata
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il suono ¶ Di messagger, che frettoloso arrive. ¶ Quanto è
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vago a mirarlo allor che in veste ¶ Cinto spedita
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lustri ¶ Volgon da poi che il bel tenor di
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declamar più forte? ¶ Ecco che il segue del figliuol
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casi ognaltro cede; ¶ Sia che dadi versati, o pezzi
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dintorno ¶ Schiera d'eroi, che nobil estro infiamma ¶ D
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corso? Ecco quell'uno, ¶ Che al lavor ne presieda
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duchi e i prenci, ¶ Che pascon Mongibello; e fin
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altra officina in fin che sorga, ¶ Auspice lui, la
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La segue ancor sin che la via declini. ¶ Vedi
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declini. ¶ Vedi giugner colui, che di cavalli ¶ Invitto domator
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Tutti esprimer poria, poi che le stanze ¶ Folte già
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palme a palme: ¶ Sia che a leggiadre imprese Amor
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le oscure mortali: o che gli assorba ¶ De le
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fianco ¶ Di provetta beltà, che a i risi loro
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e il nudo spande, ¶ Che di veli mal chiuso
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chiuso i guardi cerca, ¶ Che il cercarono un tempo
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il timido pudore. ¶ Folli! Chè a i detti loro
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a i belli spirti, ¶ Che lor siedono a lato
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poeta o il cantor, che lieti ei rende ¶ De
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La cara figlia preservar, che torna ¶ Doman da i
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tavolier diversi ¶ Ordin porrà, che de le dive accolte
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di guerriere audaci ¶ Fia che tra loro a tenzonar
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a tenzonar congiunga; ¶ Sì che giammai, per miserabil caso
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non scenda al paragon, che al grado ¶ Per breve
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serba del monte? ¶ Ma che non può sagace ingegno
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riso dall'ire ¶ Settagenarie, che nel gioco accense ¶ Fien
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dive ¶ Seggon gli eroi, che dell'Esperia sono ¶ Gloria
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guardo ¶ D'esperto cavalier, che già su lei ¶ Medita
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al par di secchi, ¶ Che scendano e ritornino piagnenti
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al par di rote, ¶ Che sotto al carro pesante
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tapeto ¶ Sorge grand'urna, che poi scossa in volta
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Qual finge il vecchio, che con man la negra
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dimenando. Quale ¶ Finge colui, che con la gobba enorme
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il multicolor zanni leggiadro, ¶ Che, col pugno posato al