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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Il codice di Perelà, 1911

concordanze di «Che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1911
fatto tentava il nuovo. Che cosa dovette faticare per
2
1911
mesi per ottenere quello che tutti i mariti ottengono
3
1911
tanti di quei mantelli che le ore passarono sempre
4
1911
Venne il giorno però che fatta l’abitudine sull
5
1911
arrivato: nudo. E io, che dei mille che vi
6
1911
io, che dei mille che vi ho detto me
7
1911
seicento o settecento. Quelli che prima portavo insensibilmente per
8
1911
leggerezza e impalpabilità, e che mi ero lasciata strappare
9
1911
solite e inutili carezze che non sentivo più. Che
10
1911
che non sentivo più. Che tedio, che noia sopra
11
1911
sentivo più. Che tedio, che noia sopra la pelle
12
1911
la pelle una mano che non dice nulla. M
13
1911
entrò, ebbi il lampo che illumina una mente, corsi
14
1911
di morte, quale orrore, che cosa potesse darmi una
15
1911
vergogna, ma quelle brividure che scuotevano l’esile corpo
16
1911
divenuti di una noia che per la donna è
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1911
uomini nella loro impurità che non ha confine? ¶ – Tu
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1911
il più bravo giovane che si fosse mai conosciuto
19
1911
si fosse mai conosciuto, che bel ragazzo, bisogna vederlo
20
1911
ha debosciato. ¶ – Si capisce che anche lui ha finito
21
1911
grande sollievo di tutti che a rialzarne un pochino
22
1911
e il mio consorte, che fu nei primissimi tempi
23
1911
esser capace di pensare che il giorno nel quale
24
1911
da una famosa paralisi che lo aveva attaccato alcuni
25
1911
mi allontanassi da lui che per brevissimi istanti. Per
26
1911
stringeva... E nacque quello che doveva nascere per quanto
27
1911
una di quelle astuzie che ogni donna nasconde gelosamente
28
1911
al mio insonne marito che incominciò a schiacciare, anche
29
1911
i più beati sonnellini che uomo abbia mai potuto
30
1911
bello, fra tanti rami che s’abbracciavano, non vedevo
31
1911
abbracciavano, non vedevo più che il baratro di due
32
1911
baratro di due occhi che attraevano i miei per
33
1911
Bobì, il piccolo Bobì che non abbandonava un solo
34
1911
altro uomo. E dopo che egli fu morto, non
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1911
alcuno. Sentivo così bene che Bobì mi avrebbe seguita
36
1911
mi avrebbe seguita e che non sarei riuscita a
37
1911
uomo non seppi giungere che a quel punto. Poi
38
1911
e il florido aspetto. ¶ «Che era accaduto? Quanto ero
39
1911
m’inasprì a segno che decisi di ritirarmi in
40
1911
cappella di famiglia, e che per somma fortuna è
41
1911
volte ero morta. ¶ «In che consisteva la differenza? ¶ «Che
42
1911
che consisteva la differenza? ¶ «Che loro non s’erano
43
1911
Ma ahimè, il fanciullo che moriva, che sapeva morire
44
1911
il fanciullo che moriva, che sapeva morire con la
45
1911
pilastri, guardando i lumi che qua e là rischiaravano
46
1911
quella sera due morti che il becchino s’era
47
1911
tarda. ¶ «Signor Perelà, sentivo che una vita s’era
48
1911
sorsi allibendo all’idea che ognuno fosse l’ultimo
49
1911
del fuoco, faranno sì che all’uscita dal forno
50
1911
può penetrare. La natura, che tutti lodano quale maestra
51
1911
meno manuale del dolciere che fa le ciambelle, e
52
1911
ciambella. ¶ – Non è vero che è carina? ¶ – A me
53
1911
Donna Giacomina, come fu che incontraste Carlomignolo? ¶ – È con
54
1911
confusione. Incontrai talvolta uno, che per la reciproca simpatia
55
1911
sapete bene, signor Perelà, che allorquando si cerca una
56
1911
cosa è giusto allora che ci s’imbatte nel
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1911
stesso, di quella ricchezza che in miglior modo m
58
1911
tanto confusa nel rispondere che mia madre, sempre più
59
1911
a spiegarsi, “una cosa che non si può dire
60
1911
si può dire... e che sembra il dito mignolo
61
1911
appena nato.” Mia madre, che pur presagendo in modo
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1911
un grido così alto che per poco non svenne
63
1911
propria disgrazia, ma ora che tutti lo sanno lui
64
1911
di sospetto e misterioso che non capivo, e non
65
1911
nascondere l’ansia nervosa che l’agitava tutta. Nella
66
1911
distesi aspettando. Ed ecco che là in fondo, al
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1911
inesplicabile e naturale vergogna che precede i contatti fra
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1911
qualche cosa ci tratteneva: che? Nessuno dei due sapevamo
69
1911
due sapevamo allora quello che trattenesse l’altro, tremavamo
70
1911
agito. E mia madre, che per seguire la scena
71
1911
stomaco da struzzo. ¶ – Peccato che non facciano i figlioli
72
1911
Perelà, vi dirò soltanto che lo stato vedovile per
73
1911
spavento, e dal dolore che aveva provocato in me
74
1911
giramento di testa... ¶ – Nuota che pare un’anguilla. ¶ – Finché
75
1911
occhi addosso a lei: che cosa fa e che
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1911
che cosa fa e che cosa non fa. Dove
77
1911
sopra uno si fissa: «che vergogna! Gli s’è
78
1911
ha riserbo, non sa che cosa sia modestia, van
79
1911
la piglia? Una fanciulla che ha perduto il proprio
80
1911
contatto con un uomo che non è suo marito
81
1911
ch’è una bellezza. Che sollazzi! È una tresca
82
1911
vista uscire...» Sanno a che ora ci va e
83
1911
ci va e a che ora viene via, altrimenti
84
1911
con la massima comodità. Che sfacciataggine! Spudorata! Il marito
85
1911
a saperlo vedrete quello che capita...». E fan di
86
1911
non succede il patatrac che forma la gioia d
87
1911
sapete, mio nobile amico, che l’adulterio è reato
88
1911
volevano lapidarla. ¶ – Non pretenderai che Gesù si scomodi ogni
89
1911
dovesse lapidare ogni donna che sgarra, cara mia, bisognerebbe
90
1911
conta. Tutti gli assaggi che una vedova fa per
91
1911
tanto mai celato e che debba rimanervi davanti nella
92
1911
violentissime al solo pensiero che un uomo mi potesse
93
1911
indossare gli abiti monacali che mi coprivano meglio, e
94
1911
mai saputo giungere, e che inutile sarebbe pretendere o
95
1911
tenente di cavalleria. Quello che provai durante le pratiche
96
1911
insegnare, e via via che si stendeva l’abitudine
97
1911
natura tanto mai afflitta che spesso ci affligge tutte
98
1911
quante. ¶ – È un male che si attacca. ¶ – E ci
99
1911
io sono proprio quella che per dovuto riserbo dovrebbe
100
1911
ancora quella candida fanciulla che l’amata superiora dell
101
1911
alla rigogliosa gioventù, e che alla mia legale unione
102
1911
Il mio buon compagno, che non poteva avere da
103
1911
fedele e affettuosa compagnia che sorella abbia potuto prodigare
104
1911
di mia madre, e che mia madre non cessa
105
1911
signor Perelà, una cosa che tanto mi turba e
106
1911
per punto tutto quello che accadrà, ma debbo compiacerlo
107
1911
Si sapeva. ¶ – Signor Perelà, che pena... che pena... ¶ La
108
1911
Signor Perelà, che pena... che pena... ¶ La Contessa Carmen
109
1911
grazia e apparente dolcezza che avvolge le mie buone
110
1911
avevo trovato un giovane che si fosse interessato alla
111
1911
centro. Questo faceva sì che gli uomini si occupassero
112
1911
potevano contenere il sangue che sentivo circolarvi come un
113
1911
dove abitava l’uomo che, vedendomi, avrebbe potuto interessarsi
114
1911
seguivo questi profumi selvaggi che mi facevano fantasticare e
115
1911
stendermi col primo uomo che avessi incontrato. Corsi le
116
1911
svegliarli tutti insieme: Ehi! Che si fa? Alzatevi una
117
1911
Corsi a casa pensando che il giorno dopo avrei
118
1911
alcuno, ma io... quello che dovetti soffrire, e a
119
1911
iniqua violenza. Un essere che non era io si
120
1911
padre, e gli dissi che se il Conte avesse
121
1911
lacerante di dieci anni che si chiuse in un
122
1911
il mio vero marito, che non ammetteva violazione né
123
1911
so concedergli nessun fascino che non sia questo, né
124
1911
cena. Debbo dichiararvi però che mangio di ottimo appetito
125
1911
al giorno e ritengo che il rifiuto non sia
126
1911
mai la prima volta che si deve usare. Aggiungerò
127
1911
si deve usare. Aggiungerò che non serbo speciali ricordi
128
1911
ricordi o nostalgie, e che se mai rimasero delle
129
1911
franchezza ma mi sembra che il fumo... Dio mio
130
1911
è dinanzi la donna che non amò, che non
131
1911
donna che non amò, che non potette amare. Voi
132
1911
potette amare. Voi sapete che ognuno nascendo porta in
133
1911
ci accorgiamo, troppo tardi, che quello trovato non è
134
1911
è il nostro e che non abbiamo quello del
135
1911
invano quello di colui che non troverò. Sono legata
136
1911
legata indissolubilmente all’uomo che non aveva il mio
137
1911
potevo dare il suo che non avevo. Ho girato
138
1911
Auguro a quel poveretto che non riesca ad incontrarti
139
1911
uomo, sano e robusto, che può darle ogni sodisfazione
140
1911
quello di Donna Gioconda, che non serve a nulla
141
1911
cuore ciondoloni. ¶ – Non vedete che il signor Perelà si
142
1911
parola della scienza. ¶ – Quello che per voi è nuovo
143
1911
Dice un antico proverbio che non tutte le ciambelle
144
1911
verità sacrosanta. I dolcieri che fanno le ciambelle, maneggiano
145
1911
offrirgli il thè. ¶ – E che lui lo bevesse. ¶ – Mi
146
1911
e fargli chi sa che, sembra abbia in mano
147
1911
lunga fila di fanciulle che si tenevano per la
148
1911
mano, ricordate le donne che si fanno col giornale
149
1911
Sensazionale. ¶ – Mio Dio! ¶ – Uh! ¶ – Che morbidezza. ¶ – Che dolcezza. ¶ – Ma
150
1911
Dio! ¶ – Uh! ¶ – Che morbidezza. ¶ – Che dolcezza. ¶ – Ma sentite, sentite
151
1911
uno di quei pennacchioni che saltano fuori dalle locomotive
152
1911
saltano fuori dalle locomotive. ¶ – Che bellezza. ¶ – Sentitelo qui. ¶ – Dove
153
1911
Ditemi, signor Perelà, ditemi che voi pure non dormirete
154
1911
così fantastico e impressionabile che se voi le darete
155
1911
leggero... ¶ – Leggerissimo... ¶ – Di quelli che piacciono a lui. ¶ – Riusciremo
156
1911
un uomo come lui. ¶ – Che intendi dire? ¶ – Io m
157
1911
da me. ¶ – Taci, sciocchina, che ne sai? ¶ – Ognuna di
158
1911
più leggera... ¶ – Una cosa che vada bene per voi
159
1911
col loro millantato ingegno... ¶ – Che non hanno. ¶ – Con la
160
1911
altro, delle comparse. ¶ – Converrete che è una sorte troppo
161
1911
sempre, ascoltare soltanto. ¶ – Uffa! Che barba. ¶ – Non possiamo celebrare
162
1911
signori uomini ci riserbano che facciamo tesoro e traiamo
163
1911
un po’ d’amore che ci richiedono per loro
164
1911
È di una freddezza che incute spavento. ¶ – Quattro o
165
1911
quegli uomini, signor Perelà, che neppure il nostro venerato
166
1911
Non concedere all’uomo che muore per noi di
167
1911
o sarebbe andato cianciando che i baci della donna
168
1911
loro violenza. Bisogna invece che essi facciano i conti
169
1911
meglio di noi quello che vogliono. ¶ – La loro vita
170
1911
impieghiamo a tale scopo. Che cosa importa a me
171
1911
me se gli uomini che mi vengono davanti sono
172
1911
mio atto non sanno che c’è l’equivalente
173
1911
cercare tutti i rospi che c’erano e ad
174
1911
a me un signore che non conosco e che
175
1911
che non conosco e che da alcuni minuti mi
176
1911
ingrossando, voi potreste giurare che fra pochi minuti usciranno
177
1911
viva. La mia veste, che sarà di un raso
178
1911
più perfetta aria idiota che veder si possa, quell
179
1911
a raccogliere alcuni capelli che sento caduti per il
180
1911
affettuoso per la lontananza che ci separa. Quell’uomo
181
1911
cerca d’aria pura. ¶ – Che debba essere tanto imbecille
182
1911
non tradisco mio marito, che diamine, sono una donna
183
1911
sono i signori uomini che hanno inventato la legge
184
1911
mano a codesto presepe che vi siete con tanta
185
1911
luce. ¶ – Sei la sola che parla in questo modo
186
1911
or ora? ¶ – Hai sentito che morbidezza? ¶ – Sparisce al tatto
187
1911
stolida confidenza. Ricordatevi però che non solo quel vezzoso
188
1911
la prima. ¶ – Villana. ¶ – Faremo che questo giunga agli orecchi
189
1911
il piede. ¶ – È vero che riderete di noi? ¶ – No
190
1911
sconsiderata non sa quello che dice. ¶ – Ma il perdono
191
1911
con la tua malinconia. Che cosa ti capita che
192
1911
Che cosa ti capita che ti fa star così
193
1911
gonfiato o da gonfiare? ¶ – Che cosa? ¶ – Il pallone. ¶ – Me
194
1911
dov’ei lo manda? ¶ – Che cosa? ¶ – Il pallone. ¶ – No
195
1911
tutti, ma è quello che si ripiega meglio. Lo
196
1911
mai ascolto a quello che vi dicono. Quando un
197
1911
il male possibile, dicono che è un filosofo. Che
198
1911
che è un filosofo. Che cosa intendono con questa
199
1911
capitato da queste parti? Che cosa siete venuto a
200
1911
nulla. Non vi auguro che li dobbiate conoscere proprio
201
1911
un tale rosicchiamento? Dicono che la terra li attrae
202
1911
non chiederebbe di meglio che liberarsene rovesciandoli tutti insieme
203
1911
è però una cosa che gli uomini hanno creato
204
1911
vanità, osservate le vie che hanno percorse strascicando ogni
205
1911
macigni per fabbricare oggetti che vi stanno nel palmo
206
1911
una montagna di rocce che vi appaiono inaccessibili, ebbene
207
1911
albero, ampio, forte, diritto, che tiene il proprio posto
208
1911
non c’è caso che se lo facciano capitare
209
1911
suo schianto nel cuore, che è che non è
210
1911
nel cuore, che è che non è, un giorno
211
1911
giorno verrete a sapere che con quell’albero sono
212
1911
delle belle signore. Sapete che cosa sia un medico
213
1911
notte perduto per vedere che sia questo inquietantissimo corpo
214
1911
questo inquietantissimo corpo umano che sembra il congegno più
215
1911
una spudoratezza e trivialità che mettono a dura prova
216
1911
favore, è il fatto che ti frega. Se voi
217
1911
due sposi più bizzarri che sia dato conoscere, non
218
1911
dato conoscere, non fecero che farsi dispetti nei millenni
219
1911
in fondo non siete che un uomo. ¶ – Molto leggero
220
1911
uomo. ¶ – Molto leggero. ¶ – Eh! Che, che, che, che, caro
221
1911
Molto leggero. ¶ – Eh! Che, che, che, che, caro mio
222
1911
leggero. ¶ – Eh! Che, che, che, che, caro mio, esser
223
1911
Eh! Che, che, che, che, caro mio, esser leggeri
224
1911
anima non si alleggerisce che con la pratica quotidiana
225
1911
prima di tutti. ¶ – Di che cosa è fatta l
226
1911
tutti vi salgono senza che ce ne possiamo accorgere
227
1911
saranno ammessi altri uomini che lui. Sua Maestà il
228
1911
colle municipale il Sindaco, che si troverà ad attenderlo
229
1911
ci ha fatto dire che a ogni vostra richiesta
230
1911
Avrete ottenuto il massimo che si possa ottenere da
231
1911
da una donna. ¶ – Quello che nessuno riuscì mai ad
232
1911
è vero, signor Perelà, che detterete il nuovo Codice
233
1911
ieri sera? ¶ – Non dissero che lo dettava, dissero che
234
1911
che lo dettava, dissero che avrebbe soccorso il ministro
235
1911
Terzo membro. ¶ – Nossignora, dissero che lo dettava, lo dettava
236
1911
dettava lo dettava, e che cosa me ne importa
237
1911
me ne importa? ¶ – Dici che non lo dettava, lo
238
1911
di questo benedetto Codice che sempre si deve fare
239
1911
orlo della tazza. ¶ – Carino. ¶ – Che animo gentile. ¶ – Che amore
240
1911
Carino. ¶ – Che animo gentile. ¶ – Che amore. ¶ – Ah! ¶ – Anche da
241
1911
una cosa dimolto pesante? ¶ – Che intendete dire con ciò
242
1911
intendete dire con ciò? Che con esso non si
243
1911
Ninive? La garrula armonia che esce dallo zufoletto sulle
244
1911
di velluto? Ma sapete che sia il bronzo? ¶ – E
245
1911
il bronzo? ¶ – E sapete che sia il fumo? ¶ – Il
246
1911
mia devozione. L’onore che mi prodigate facendomi conoscere
247
1911
altissimamente considerato. Sono sicuro che risponderete affermativamente all’invito
248
1911
risponderete affermativamente all’invito che sono per farvi: aspiro
249
1911
fianco della Regina. ¶ «Lasciate che esponga al vostro inappellabile
250
1911
ultima mia opera, quella che mi ha valso il
251
1911
ha valso il posto che occupo. Anche perché un
252
1911
genio, e il cavaliere che l’è dinanzi s
253
1911
vedete quella rosa purpurea che sembra scoppiata per miracolo
254
1911
voi, e avrete quello che spetta ad un uomo
255
1911
un uomo. Il fiore che vi mancava eccolo, v
256
1911
cavaliere senza la rosa.» ¶ – Che cosa dice quella signora
257
1911
vostro». ¶ – No, no. ¶ – No, che? ¶ – Ella non dice come
258
1911
uscite». ¶ – Oh, signor Perelà, che dite mai? Non vedete
259
1911
dite mai? Non vedete che i suoi occhi brillano
260
1911
ha procurato il posto che occupo, e la vostra
261
1911
altra mano il cerino che avete tolto ora dalla
262
1911
su questo punto. Preciso, che esattezza! ¶ – Vorreste togliervi gli
263
1911
Non c’è di che. ¶ – Prego. ¶ – Ecco. ¶ – Grazie. ¶ – Ossequi
264
1911
dirvi: ho udito altresì che siete giunto sprovvisto di
265
1911
bene, non occorre neppure che sia pulita, sovente è
266
1911
e due fanno quattro che fra la carta e
267
1911
il fumo non essendo che la sublimazione della carta
268
1911
io so il fumo che cos’è. E non
269
1911
illimitata. Il sole, vedete, che pare una cosa inaccessibile
270
1911
mai raggiunta, non è che un grosso biglietto di
271
1911
grosso biglietto di banca, che se riuscirete a spicciolare
272
1911
pensate. ¶ – Per tutto quello che vi possa occorrere sono
273
1911
come Isotta. Il nome che sulle volgarissime labbra della
274
1911
di questa parola maliarda? Che cos’è mai una
275
1911
la forza del brivido che anima e dà la
276
1911
mi soccorrerà a dirvi che sia una s che
277
1911
che sia una s che di sotto la sostiene
278
1911
oro soltanto, di quello che non fa moneta, ed
279
1911
il poeta, sul Parnaso che lo gonfia, col suo
280
1911
dentro chi lo sa che, in questo globo abbagliante
281
1911
poeta. Quale innocenza, e che difficoltà: questa è leggerezza
282
1911
pena di ciò. ¶ – Di che male soffrono? ¶ – Stanno magnificamente
283
1911
magnificamente. ¶ – E perché dite che sono malate? ¶ – Altrimenti nessuno
284
1911
non siamo in fondo che due poeti e potremmo
285
1911
sue parole, è fuori che attende, aspetta che sia
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fuori che attende, aspetta che sia uscito per entrare
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senza dubbio. E di che vi potrebbe parlare un
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sappiamo in precedenza quello che dirà, dalla prima parola
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confuso mormorio di voci che mi sembravano uguali, finché
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non mi resi conto che sotto a me esistevano
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conoscere gli altri, compresi che quella era la vita
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fossero gli altri uomini che credevo tutti uguali a
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tutti uguali a me. ¶ – Che illusione, poveretto. ¶ – Disgraziato! ¶ – Dev
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fuoco erano tre vecchie che sedute su grandissime poltrone
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dalla loro bocca quello che tutti gli uomini imparano
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Quante cose deve sapere. ¶ – Che uomo colto. ¶ – Di poesia
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leggera, leggerissima, era quella che poteva arrivare fino a
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Meno male. ¶ – Tanto leggera che lascia salire ad altezze
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dunque? ¶ – Pena, Rete, Lama. ¶ – Che nomi. ¶ – Io conoscevo un
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Io conoscevo un uomo che si chiamava Pagnotta. ¶ – Bella
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soltanto delle parole convenzionali che usavano per distinguersi. Oh
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stessa identità, una ragione che non seppi mai. Perché
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tre vecchie lo sapevano che voi eravate lassù, nella
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dissero mai una parola che riguardasse me. ¶ – E voi
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non parlarne. E voi che cosa ne pensate? ¶ – Fui
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da quella spira calda che saliva di continuo? Cellula
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un edifizio? In modo che il prodotto di quel
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avevano il ganzo. ¶ – Ma che ganzo d’Egitto! ¶ – Quanti
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un qualsiasi oggetto vediamo che prima si carbonizza e
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grinza. ¶ – Ma nossignori, nossignori che lui è un uomo
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trentadue o trentatré anni. Che ve ne pare?... ¶ – Sì
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Sì, sì... ¶ – Mi pare che dimostri di più. ¶ – Li
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male. ¶ – Dimostrerà tutto quello che volete, ma non li
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sempre stato così da che mondo è mondo. ¶ – Allora
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corrano da Sua Maestà che attende con ansia, ditegli
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attende con ansia, ditegli che l’uomo l’abbiamo
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temere da parte sua. Che stia tranquillo, gli daremo
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la nostra morbosa fantasia che ci fa pensare in
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potrà occorrervi non avrete che domandare. ¶ – Certo, certissimo, non
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certissimo, non può essere che così, foste messo lassù
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a questo momento, vedrete che perverremo a conoscerla senz
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di mio fratello. ¶ – Vedete che lo sapevano! Che cosa
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Vedete che lo sapevano! Che cosa se ne facevano
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non vi siete accorti che è papalino. ¶ – Per me
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me quella dolce conversazione che mi era tanto familiare
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più la voce adorata che alimentava la mia anima
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si spense, quel fuoco che alimentava perennemente il mio
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e silenzioso, e credetti che l’ora della morte
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Lama! Mi disperai; pareva che una bestia mi divorasse
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cuore, e allorquando credevo che tutto fosse finito per
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stendeva polverosa la via che conduce a questa città
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quali fossero le cose che a quei nomi corrispondevano
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cancello. ¶ – Una folla enorme. ¶ – Che i vigili faticano a
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Il Re ha ordinato che Perelà venga ospitato con
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sangue. ¶ – La Regina annunzia che lo riceverà in udienza
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non si sente parlare che di voi, dell’uomo
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uomo sono io. ¶ – Voi che cosa siete? ¶ – Io sono
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Sapreste dirmi se ciò che si vede in fondo
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la città? ¶ – Sì. ¶ – Quella che si vede laggiù sarebbe
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quella nuvola di polvere che avanza verso di noi
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Non si capiva più che cosa fosse. ¶ – Quando gli
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mica un uomo, sapete. ¶ – Che cos’era, sentiamo. ¶ – Sembrava
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l’ho visto prima che la strada fosse invasa
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non torniamo indietro? ¶ – Per che fare? ¶ – Almeno per vederlo
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passo per niente. ¶ – Scommettiamo? ¶ – Che? ¶ – Quello che volete. ¶ – Un
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niente. ¶ – Scommettiamo? ¶ – Che? ¶ – Quello che volete. ¶ – Un paio di
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sapreste dire un po’ che bestia siete? ¶ – Io sono
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mi sembra non abbiate che le scarpe. ¶ – Di dove
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male. E allora saprete che con noi sono pericolose
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le facezie. ¶ – Domandagli di che cos’è. ¶ – Domandaglielo te
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Domandaglielo te, imbecille. ¶ – Di che cosa siete, signore? ¶ – Io
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ho detto. ¶ – Ma no che è vero, ha ragione
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visto due stivali così. ¶ – Che splendore. ¶ – Uno specchio. ¶ – Tacete
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di vederlo. ¶ – Chi sa che cosa dice. ¶ – Un uomo
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ci sono cose leggerissime che pagano quando si arriva
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potreste frodare l’erario. ¶ – Che tipo buffo! ¶ – Hai veduto
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tipo buffo! ¶ – Hai veduto che colore strano? ¶ – Colore della
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nebbia, caro mio, segno che vuol cambiare il tempo
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cambiare il tempo. ¶ – No. ¶ – Che c’è? ¶ – Ho capito
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c’è? ¶ – Ho capito. ¶ – Che cosa? ¶ – È di fumo
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delle caramelle. E voi che cosa siete? ¶ – Io sono
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un uomo molto leggero. ¶ – Che sagoma. ¶ «Quante volte ho
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e io mi figuravo che gli uomini corressero nudi
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corressero nudi alla guerra, che si liberassero anche dei
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di sangue vermiglio, quasi che quegli uomini se ne
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Aiutateci, per carità. ¶ – Dicono che questo pozzo non abbia
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suicidio. ¶ – Egli è là che piange, si rotola sulla
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soltanto doveva buttarsi. ¶ – Tacete, che ne sapete voi? ¶ – Chi
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andar via. ¶ – Non vedete che coso buffo. ¶ – Non dev
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essere nemmeno un uomo. ¶ – Che cosa dev’essere? ¶ – Un
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poco di buono, ecco che cos’è. ¶ – Non è
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pelle d’elefante. ¶ – Guardate che belle scarpe. ¶ – L’ha
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oscuro... egli è là che si rotola nella polvere
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l’uomo più straordinario che si sia visto sotto
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alba scesi alla luce. ¶ – Che diavolo vuol dire con
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questo scendere? ¶ – Vuol dire che è venuto alla luce
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cosa? ¶ – Ma lui dice che è sceso. ¶ – E quando
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E quando si nasce che cosa si fa, si
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non si può vedere che nero. Tu che cosa
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vedere che nero. Tu che cosa vedevi, turchino? ¶ – Caro
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L’utero nero? ¶ – Naturalmente, che cosa c’è di
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poco, signore, come fu che lasciaste vostra madre? ¶ – Quando
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Ci fu un Re che si chiamava Cozzo, cosa
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per amore del cielo, che cosa dobbiamo raccontare al
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è la sola ammirazione che si possa desiderare, la
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parola sconcia, di quelle che fanno arrossire la guancia
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guardandosi con tenerezza più che con amore. Osservate la
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di statue. Si direbbe che i tetti abbiano lo
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quali sono alcuni giovani che incontrandosi si scambiano un
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recano per visitare quelle che diverranno le loro spose
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loro spose. È uso che gli uomini di Dori
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loro, e il fiume che ora si abbandona con
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il boccone più amaro che la sua immensa gola
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battaglia. ¶ «È bene sappiate che da quel giorno Delfo
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odio sordo e tenace che dette il carattere a
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riva di Delfo senza che in Dori ne venisse
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smossa da una parte che non ricadesse di là
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La torre è quella che vedete. Non appena fu
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animarono ogni loro senso. ¶ «Che cosa dovevano fare? Alzare
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ultima pietra nel timore che l’altro seguitasse a
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1911
difesa contro gli assassini che avevano dirimpetto? Fuggivano terrorizzati
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in tutto a quello che avevano abbandonato, vi si
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il loro dominio, credevano che quelli incalzati dalla paura
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più le loro barchette... che fino all’ultima eran
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passate dall’altra parte. Che era successo? Nulla. Avevano
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affetto e d’interessi che fra i due paesi
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dormito. Aveva una figlia che abitava in città e
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un brutto presentimento temendo che suo padre avesse commesso
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1911
assorto in un pensiero che lo faceva ridere come
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1911
mensa non si presentò. Che gli fosse capitato un
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1911
all’ultima volta, quella che sostiene il torrione angolare
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Si rovescia sugli astanti che retrocedono accecati, una nube
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1911
fumo denso. Bisogna attendere che il fumo si scarichi
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sotterraneo, in una nube che dilegua, s’incomincia a
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crocicchio di tronchi carbonizzati che dondolano girando piano piano
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1911
rozzamente, e non è che un avanzo umano: Alloro
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e la povera Regina, che si fece forza per
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1911
avanzi di quell’uomo che dondolavano girando su loro
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odore acre del fumo che faceva lacrimare gli occhi
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1911
con una più piccola che lo stringeva sotto le
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1911
essersi allacciato alla catena che pendeva dal soffitto, quindi
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1911
venne rinvenuta una parola che giustificasse o spiegasse il
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rettile dalle mani pietose che volevano trattenerla. Ha gli
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Folle! Folle! Padre mio, che hai fatto? Che hai
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mio, che hai fatto? Che hai fatto? Folle! E
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fatto? Folle! E io che non ho saputo comprendere
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saputo comprendere in tempo, che non ho immaginato... dovevo
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1911
modo proprio: «Perelà? Perelà? Che cosa c’entra Perelà
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1911
ciò?». ¶ – Perché, padre mio? Che hai fatto? Perché m
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1911
ma non avrei supposto che fosse capace di tanto
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1911
ammirazione per quel mostro che è venuto ad introdurre
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1911
a un grande stupore: «che dite mai? La sventura
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1911
Re. In questo stabilimento, che abita volontariamente senza mai
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1911
una ventina di tecnici che lo secondano in ogni
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1911
un’opera d’arte che magnifica e discute, e
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1911
permettetemi prima di tutto che vi osservi attentamente. Da
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1911
potervi parlare. È certo che dovete aver destato in
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1911
così bene. Gli uomini che non hanno la fortuna
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1911
dentro un manicomio, e che comunemente vengono detti sagge
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allo stupore, una mosca che vola o un fuscello
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vola o un fuscello che cade fanno loro emettere
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Oh! e di Ah! che non ha fine, ve
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1911
vuole. V’avranno detto che sono il pazzo volontario
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per me, tutto quello che si dice non esiste
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esiste, sono i fatti che contano, non le parole
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1911
comprendervi, ma state sicuro che vi riuscirò, bisogna cogliere
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nel modo più conveniente che si possa immaginare, da
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sapendo trovare altro argomento che quegli Ah! e Oh
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dire e del vuoto che hanno nelle teste, lo
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per sempre. ¶ «Tutti quelli che s’introducono fra noi
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1911
coglioneria. Potete star sicuro che se dicono delle coglionerie
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coglioni. Compiangendo questi cervelli che ritengono senz’altro malati
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malati, useranno delle parole che rivelano senza equivoco l
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1911
equivoco l’irreparabile miseria che ne hanno loro. Vivano
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1911
benefica bancarotta, ma sentivo che dopo due settimane sarei
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1911
sarei stato quel Re che voleva essere tutto fuori
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1911
voleva essere tutto fuori che il Re. In questo
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1911
sommamente e unicamente cerebrale che mi permette d’essere
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essere Re non ho che da suonare un campanello
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1911
mia incoronazione. Tutti dicono che sono pazzo, benissimo, che
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1911
che sono pazzo, benissimo, che cosa me ne importa
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1911
Questo è il segreto che mi distingue da tutti
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1911
non annunzia mai quello che fa, quando arriva il
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1911
annunzio sempre tutto quello che faccio, a voce e
465
1911
cranio a quei disgraziati che dovranno ascoltarle, sfondare il
466
1911
di uscire, è quello che aspettano da me, sono
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1911
agguato di quell’istante che io non concederò mai
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1911
vesto il piviale, nulla che rassomigli alla consueta indifferenza
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rassomigli alla consueta indifferenza che si riscontra nelle chiese
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è proprio nella religione che la pazzia meglio si
471
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dico in piena confidenza che non è uno spettacolo
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il sole, tutto quello che mi piace di essere
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il senso di benessere che glie ne veniva ripeteva
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glie ne veniva ripeteva che era nato il Signore
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un altro ancora temendo che soffrissi il freddo, voleva
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per potermi riscaldare. Sensazioni che formano nella mia mente
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un poema vissuto e che s’intitola “la cometa
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vita possibile, venite ora che siete in tempo. Che
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che siete in tempo. Che ve ne importa della
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di tutti gli stupidi che per le comuni vie
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coricarsi le rare sere che riusciva a trovarne la
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1911
gemme uguali a quelli che il pretendente aveva portato
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1911
rimase proprietà dello stato che con esso fu salvo
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1911
di tutti una ricchezza che aveva illecitamente sottratto? Altri
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1911
illecitamente sottratto? Altri assicura che il banchiere d’oriente
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signor Perelà, l’uomo che fu Re quattro giorni
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Re quattro giorni e che salvò la patria dal
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1911
prigioniero, è la grazia che lo stato gli concede
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la sua guardia, onore che gli è dovuto. Forse
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1911
s’accorge, troppo tardi, che la terra è più
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1911
l’oceano. Vedete quello che trafora un pezzo di
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1911
la messa cantata, sentite che schiamazzo. Ehi! Ehi! Ehi
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tutti i ricoverati. Soltanto che passando davanti a lui
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alla tartaruga, sola bestia che sia riuscito a trattenere
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1911
voce del suo vescovo che esiste anche l’ira
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l’ira divina, e che Dio può essere tremendo
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uomo, ed è convinto che tutti siano in errore
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ha mai saputo dire che. Per tutti quelli che
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che. Per tutti quelli che gli vengono davanti ha
500
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se stesso nel timore che il nemico gli giungesse