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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Luigi Alamanni, Tragedia di Antigone, 1527

concordanze di «Che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1527
Eteocle e di Polinice che si eran tra loro
2
1527
seppellir quello, e bandir che Polinice non sia sotterrato
3
1527
si uccide (secondo quel che da Tiresia prima era
4
1527
possiam noi ben dir che Giove intenda ¶ Non sazio
5
1527
tante doglie e morti) ¶ Che del doppio fallir del
6
1527
padre EdipEdippo ¶ Anco noi che viviam portiam la pena
7
1527
o di vergogna avanza ¶ Che nei tuoi e miei
8
1527
sai ¶ L'alto disnor che dei nimici nostri ¶ I
9
1527
restammo prive; ¶ E poi che rotto il gran campo
10
1527
non ho cosa udita ¶ Che più lieta mi faccia
11
1527
Tosto adunque il saprai, ché questo solo ¶ Fe' ch
12
1527
fuor della porta, ¶ Acciò che senz'altrui tu sola
13
1527
sola udissi. ¶ Ismene ¶ Deh che fia, lassa, poi che
14
1527
che fia, lassa, poi che gli occhie 'l volto
15
1527
di selvagge fere ¶ Vuol che restin tra noi dogliosa
16
1527
A me dico anco, che pur vivo ancora. ¶ E
17
1527
i suoi pensieri ¶ Vuol che la pena sia di
18
1527
et è ben tempo ¶ Che ne dimostri omai se
19
1527
albergo truova. ¶ Ismene ¶ Deh che, semplice,parli? e 'n
20
1527
semplice,parli? e 'n che potrei ¶ Giovargli, quando ben
21
1527
e vero appunto quel che m'hai narrato? ¶ Antigone
22
1527
porgermi aiuto, ¶ Ismene ¶ O che pericol greve! ov'hai
23
1527
Speri tu seppellirlo e che no 'l senta ¶ Questa
24
1527
giorni suoi; ¶ Poscia colei che fu sua donna e
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1527
Come tu sai) poi che conobbe il figlio, ¶ Figlio
26
1527
Ma ne convien pensar che già create ¶ Femine fummo
27
1527
create ¶ Femine fummo, e che non siam bastanti, ¶ Debili
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1527
l'uomo; ¶ E poi che 'l ciel, già di
29
1527
perdon chiedendo a quegli ¶ Che giù son morti, scuserò
30
1527
l mio fallo, ¶ Poi che mi sforza chi governa
31
1527
chi governa e regge, ¶ Ché stimar non si dee
32
1527
si dee saggio colui ¶ Che quel ch'esser non
33
1527
ti vo' pregar, perciò che quando ¶ Pur consentissi non
34
1527
te par, di quel che 'l ciel fa stima
35
1527
mio fratello. ¶ Ismene ¶ Oh che freddo timor m'agghiaccia
36
1527
più nimica ¶ Sarai tacendo, che se 'l narri a
37
1527
l narri a molti, ¶ Ché l'opre pie non
38
1527
l'incominciar quell'opra ¶ Che poi s'abbia a
39
1527
soffrire ¶ La greve pena che n'aspetta, forse; ¶ Bench
40
1527
greve un cor gentile ¶ Che non morir con fama
41
1527
E sappia questo sol, che bench'amica ¶ Sia drittamente
42
1527
bel volto tuo men che mai fero ¶ Ne mostri
43
1527
cor n'avvinse, ohimè, che freddo gielo, ¶ Quando di
44
1527
Borea al nivoso cielo ¶ Che quegli allor la nostra
45
1527
dispietato assalto, ¶ E poi che 'l verde smalto ¶ Dell
46
1527
invitta le superbe mura, ¶ Che già 'l dotto Anfione
47
1527
l soccorso ha lontano, ¶ Che 'l popol dentro ch
48
1527
armato un greco capitano, ¶ Che l'un fero germano
49
1527
loro, ¶ E a quel che fra costoro ¶ D'ira
50
1527
se gli è ver che 'l ciel con dritta
51
1527
Passor più tosto assai che vento o strale; ¶ Or
52
1527
o strale; ¶ Or noi, che 'l fil fatale ¶ Serviamo
53
1527
bandir fe' pur dianzi ¶ Che noi qui tutti insieme
54
1527
O cari cittadin, poscia che 'l cielo ¶ N'ha
55
1527
ben comune; ¶ Or poi che doppia morte in un
56
1527
Qualunque regga impero, e che non porga ¶ I buon
57
1527
o tenga amico alcuno ¶ Che nimico le sia, chiamo
58
1527
per quel Giove eterno ¶ Che 'l tutto vede che
59
1527
Che 'l tutto vede che timor già mai ¶ Non
60
1527
nella città d'intorno, ¶ Che con quanto più onor
61
1527
deggia ¶ Porgere a quei che con lodata morte ¶ Parton
62
1527
sì come a quello ¶ Che con sommo valor la
63
1527
morti ¶ Come di noi che qui viviamo ancora. ¶ Creonte
64
1527
morto giace ¶ A far che 'l mio voler non
65
1527
Creonte ¶ Altri son là che vi saranno aita. ¶ Coro
66
1527
saranno aita. ¶ Coro ¶ Or che bisogna dar tal cura
67
1527
Qual sì stolto sarà che cerchi morte ? ¶ Creonte ¶ La
68
1527
tal; ma spesso avviene ¶ Che 'l soverchio sperar d
69
1527
Ho combattuto assai, tal che più volte ¶ Volto mi
70
1527
meco un pensier: lasso, che fai ? ¶ Ove drizzi ora
71
1527
bene o mal sentir che quello stesso ¶ Ch'i
72
1527
ch'io nacqui. ¶ Creonte ¶ Che vuoi tu dir ond
73
1527
Messo ¶ Primamente dirò quel che seguito ¶ Non fu per
74
1527
io vi prometto ben che premio alcuno ¶ Non m
75
1527
Or di' tosto oramai, che cosa è questa ? ¶ Messo
76
1527
poca fossa. ¶ Creonte ¶ Or che mi narri tu ? chi
77
1527
ugual si mostra intorno ¶ Che pensar non si può
78
1527
chi fuss'opra, ¶ Tal che da prima al ritornar
79
1527
a noi tutti, poi che segno alcuno ¶ Non si
80
1527
peccato orrendo ¶ Di quei che privon di sepolcro i
81
1527
l'orma si vede ¶ Che raspando coi piè coperto
82
1527
parole aspre e pungenti, ¶ Ché l'una guardia con
83
1527
Riprendea l'altra, tal che fummo in forse ¶ Di
84
1527
Chiamando testimon gli Dei che fallo ¶ Commesso non avea
85
1527
Disse uno al fin, che fe' per tema a
86
1527
Il suo dir fu che tutto quanto appunto ¶ Si
87
1527
Si devesse scoprirvi, e che per nulla ¶ Non si
88
1527
mia voglia, e so che voi ¶ Contr'al vostro
89
1527
voler m'udite ancora, ¶ Ché nessun vede volentier quel
90
1527
vede volentier quel messo ¶ Che gli viene a portar
91
1527
Coro ¶ Or sappiate, signor, che 'l cor mi dice
92
1527
l cor mi dice ¶ Che tutto quel ch'udite
93
1527
Dunque vuoi, folle, dir che 'l cielo ha cura
94
1527
impio e fero ? e che là su dispiaccia ¶ Che
95
1527
che là su dispiaccia ¶ Che secondo 'l fallir la
96
1527
Voi pur vedeste, ohimè, che armato venne ¶ Contr'al
97
1527
al mondo ¶ Mai fu che l'oro: questo le
98
1527
uom sa) vi giuro che s'in breve ¶ Ritrovando
99
1527
Sempre il guadagno, e che più son coloro ¶ Che
100
1527
che più son coloro ¶ Che dei peccati lor riporton
101
1527
peccati lor riporton pena, ¶ Che gli altri che ne
102
1527
pena, ¶ Che gli altri che ne son gioiosi e
103
1527
ritorno indietro ? ¶ Creonte ¶ Va', che fortuna ria ti faccia
104
1527
e pur t'affermo ¶ Che s'io non veggio
105
1527
Si truova o no (che 'l tutto fa la
106
1527
l'acqua o stagne, ¶ Ché l'annodata rete (avvegna
107
1527
dove ¶ S'asconda allor che folgora e balena, ¶ Et
108
1527
ingegno alcuna parte, ¶ Fuor che trovar nuov'arte ¶ Da
109
1527
me par di lontan che questa sia ¶ Antigone che
110
1527
che questa sia ¶ Antigone che vien presa e legata
111
1527
Messo ¶ Questa è colei che ricopriva il morto, ¶ Costei
112
1527
è Creonte ? ¶ Coro ¶ Eccol che verso noi ritorna appunto
113
1527
Si può certa affermar, ché spesso avviene ¶ Ch'altri
114
1527
s'agguaglia a quello ¶ Che fuor d'ogni speranza
115
1527
Io stesso la trovai che sotterrava ¶ Quel morto istesso
116
1527
sotterrava ¶ Quel morto istesso che bandito avete: ¶ Or dico
117
1527
stemmo alquanto, e poi che 'l sole ¶ Fu nel
118
1527
rabbiosa venne ¶ Crudel tempesta, che di polve e nubi
119
1527
occhi torre. ¶ Ma poi che l'aria e 'l
120
1527
talora ¶ Suol quell'augel che ritornando al nido ¶ Non
121
1527
il morto tutto. ¶ Il che vedendo noi scendemmo allora
122
1527
allora ¶ Ratti ver lei, che senza tema alcuna ¶ E
123
1527
e 'l mele, ¶ Però che 'l purgar noi da
124
1527
alfin men dura viene ¶ Che 'l sentirsi vicin l
125
1527
esser puote, o ciel, che questo sia ? ¶ Dimmi or
126
1527
Dimmi or tu, stolta, che sì ardita ascolti, ¶ Confessi
127
1527
Tu prendi quel cammin che più t'aggrada, ¶ Che
128
1527
che più t'aggrada, ¶ Che d'ogni colpa libero
129
1527
bando ? ¶ Antigone ¶ Sapevo sì, ché lo sapea ciascuno. ¶ Creonte
130
1527
Non fu Giove colui che misse il bando, ¶ Né
131
1527
bando, ¶ Né la pietà che giù fra i morti
132
1527
mortali; ¶ Non pensai già che sendo voi mortale ¶ Di
133
1527
un vostro detto fusse ¶ Che superasse i santi alti
134
1527
i santi alti decreti ¶ Che fermaron gli Dei qua
135
1527
han sì lunga vita ¶ Che non si può saper
136
1527
età di quelle, ¶ Sì che d'un uom temendo
137
1527
tempo a morte acerba: ¶ Ché chi tal servitù morendo
138
1527
Ma se 'l fratel, che d'un medesmo ventre
139
1527
Stata questa saria maggior che morte: ¶ E chi di
140
1527
durezza ¶ Del duro padre, che per nulla vuole ¶ Rendersi
141
1527
Creonte ¶ Quel van pensier che di soverchio è duro
142
1527
rompe, e sempre avviene ¶ Che 'l ferro quant'ha
143
1527
aver superbia a quello ¶ Che vive servo verso un
144
1527
Cominciò farne ingiuria; or che se stessa ¶ Dell'opre
145
1527
second'altro oltraggio, ¶ Tal che se senza pena oggi
146
1527
l consiglio. ¶ Chiamala fuor, che pur la vidi dianzi
147
1527
tutta rabbiosa e muta ¶ Che di se stessa fuor
148
1527
La mente di colui che dentro pensa ¶ Ascosamente oprar
149
1527
Ch'altro volete voi che la mia morte ? ¶ Creonte
150
1527
Creonte ¶ Null'altro cerco, ché ragione il vuole. ¶ Antigone
151
1527
il vuole. ¶ Antigone ¶ A che dunque tardar ? ch'omai
152
1527
tardar ? ch'omai veggiamo ¶ Che le parole vostre aspre
153
1527
morte ¶ Potea già mai, che nel cercar sepolcro ¶ Al
154
1527
ch'io. ¶ Ma come che felice in molte parti
155
1527
in ciò beato appare, ¶ Che può far sempre e
156
1527
Antigone ¶ Pur vuol Pluton che si sotterri un morto
157
1527
e 'l giusto. ¶ Antigone ¶ Che viltade è punir chi
158
1527
ad amarlo nell'inferno, ¶ Ché qui non l'amerai
159
1527
Ecco Ismene qua fuor che 'l volto bagna ¶ Per
160
1527
Creonte ¶ O vipera crudel, che 'l proprio albergo ¶ Ascosamente
161
1527
vuoi negarlo ? ¶ Ismene ¶ Ciò che fece costei feci ancor
162
1527
spregiai quei falsi amici ¶ Che pur sono in parole
163
1527
Ismene ¶ E senza te che mi fia dolce in
164
1527
Ismene ¶ Deh dimmi, in che potrei giovarti ancora ? ¶ Antigone
165
1527
Antigone ¶ Non ti doler che vivi; e queste membra
166
1527
membra ¶ Son morte tal che già tra i morti
167
1527
l'altra il dì che nacque. ¶ Ismene ¶ La mente
168
1527
io son senza costei, che fo nel mondo ? ¶ Creonte
169
1527
Creonte ¶ Allor lo sentirai che morta fia. ¶ Ismene ¶ La
170
1527
e non lasciarle sole, ¶ Che gli arditi anco fuggon
171
1527
Qual suole atra tempesta ¶ Che 'l mar d'intorno
172
1527
d'intorno turba, ¶ Cagion che l'onda e 'l
173
1527
l'ira, ¶ Forz'è che poi si stenda ¶ Più
174
1527
giunta all'ore estreme, ¶ Che ben gira oggi il
175
1527
cale ! ¶ Ma a quel che l'infinita ¶ Possanza in
176
1527
noi né ingegno vale, ¶ Ché 'l ben fa parer
177
1527
acerbo e duro: ¶ Fa' che 'l sepolcro oscuro ¶ In
178
1527
chiuda ¶ La giovinetta acerba, ¶ Che se ben fu superba
179
1527
l figlio vostro Emon che mostra ¶ Vista irata e
180
1527
Della tua sposa quel che far si deggia ? ¶ O
181
1527
l buon sentiero ¶ Seguirò che da voi scorto mi
182
1527
l mondo ¶ Meno stimar che la paterna voglia, ¶ Ché
183
1527
che la paterna voglia, ¶ Ché sol si brama ubidiente
184
1527
giorno: ¶ Qual maggior piaga che 'l malvagio amico ? ¶ Ma
185
1527
nostro impero: ¶ Non vo' che vane sian le mie
186
1527
l'anciderò, Giove pregando ¶ Che non m'imputi cotal
187
1527
cotal morte a fallo, ¶ Che se spregiarmi da' congiunti
188
1527
da' congiunti lasso, ¶ So che mi spregeran poi gli
189
1527
ubidienza adunque a quel che regna ¶ È forza mantener
190
1527
prepor cosa sì vile, ¶ Che manco error saria se
191
1527
fusse questo ¶ Un uom, ché pur vergogna troppa fora
192
1527
nei cuor d'altrui, che mai nessuno ¶ Cosa diria
193
1527
a voi molesta fusse, ¶ Ché sempre dal signor si
194
1527
Deh fia già mai che giovin sì leggiadra, ¶ Vie
195
1527
può 'l figlio avere ¶ Che glorioso il padre ? e
196
1527
maggiore ¶ Il padre ancor che glorioso il figlio ? ¶ Non
197
1527
l'altrui credenze. ¶ Colui che senza par sé stesso
198
1527
e saggio, sempr'avviene ¶ Che più d'ogni altro
199
1527
suoi rami ¶ L'arbor che cede al tempestoso corso
200
1527
corso ¶ Del fer torrente che dai monti scende; ¶ Ma
201
1527
Né tu da lui, ché l'uno e altro
202
1527
Emone ¶ Torto questo saria, che l'età sola ¶ Non
203
1527
Non dicon quei miglior che Tebe onora. ¶ Creonte ¶ Il
204
1527
Non si truova città che sia d'un solo
205
1527
servi alle leggi. ¶ Creonte ¶ Che quistion prendi tu per
206
1527
Sì, sendo donna voi, ché per voi parlo. ¶ Creonte
207
1527
Sei tu sì stolto che minacci il padre ? ¶ Emone
208
1527
minacci il padre ? ¶ Emone ¶ Che giova il minacciar le
209
1527
Non fia già mai che nella mia presenza ¶ Senta
210
1527
scampare. ¶ Coro ¶ Volete voi che l'una e l
211
1527
non porti pena. ¶ Coro ¶ Che modo al morir suo
212
1527
Ivi il fero Pluton che solo adora ¶ Chiamando, il
213
1527
a te s'asconde, ¶ Ché Pluto e gli altri
214
1527
sì lontan si sente, ¶ Che la fronte e la
215
1527
e duro ¶ Sente colui che te dentro riceve! ¶ Ogni
216
1527
sì basso e scuro ¶ Che solo è ne' suoi
217
1527
pur l'invia. ¶ Or che sì lunga etade ¶ N
218
1527
terrà 'l pianto mai che chiuder veggia ¶ L'angelica
219
1527
Ecco la vostra Antigone che muove ¶ L'estremo passo
220
1527
non più rimirar, lassa, ché viva ¶ Menata son fra
221
1527
A sentir morte più che morte acerba; ¶ Non gusterò
222
1527
Coro ¶ Ella è Dea che di Dio nel mondo
223
1527
sposa! ¶ O tristo albergo che vedesti insieme ¶ Giacer la
224
1527
fratello, ohimè, quella pietade ¶ Che 'l cor di te
225
1527
terra ¶ Or, lassa, è che m'ancide. ¶ Coro ¶ Giusta
226
1527
al passo estremo. ¶ Ohimè, che 'l sacro lume ¶ Di
227
1527
ch'io mi truovo, ¶ Che devria far le pietre
228
1527
oscura, o tristo albergo ¶ Che dèi sempre coprirmi, ecco
229
1527
Il numero de' miei che morte ha spenti, ¶ I
230
1527
purgai, porgendo quell'onore ¶ Che si conviene, e ch
231
1527
questo è 'l fallo che Creonte dice, ¶ Questo è
232
1527
fratel dilecto; ¶ Onde or che 'l caro giorno era
233
1527
altri figliuoli ¶ Deggio trovar che quei che l'altre
234
1527
Deggio trovar che quei che l'altre fanno, ¶ Ma
235
1527
non sostegna ¶ Pena maggior che quella stessa ch'ora
236
1527
Creonte ¶ Ben veggio omai che 'l tardar vostro fia
237
1527
Ch'altro deggia seguir che quanto è detto. ¶ Antigone
238
1527
tanti sola al mondo, ¶ Che morte acerba e da
239
1527
la mente in noi, che saria queta, ¶ Mille desii
240
1527
A lei, lassa, giungiam, che mercé chiama. ¶ Quel follemente
241
1527
desio gli adombra ¶ Cosa che 'l miser cor pasce
242
1527
alte lode ¶ A lui che son, s'ei più
243
1527
la pace ¶ Perdut'aviam che 'l viver fea giocondo
244
1527
quant'or gli piace, ¶ Ché chi terre acquistar, lode
245
1527
l'altrui basso stato, ¶ Che poco innanzi il suo
246
1527
perch'ai ciechi ¶ Convien che d'altrui sia la
247
1527
la strada scorta. ¶ Creonte ¶ Che nuove apporti, o mio
248
1527
gran bisogno. ¶ Creonte ¶ Ohimè che 'l tuo parlar mi
249
1527
uccei maligni e crudi ¶ Che fuor roca venia con
250
1527
o figliuolo, e sappia che 'l peccare ¶ A ciaschedun
251
1527
esser crudo ¶ Verso colui che più non puote aitarsi
252
1527
non puote aitarsi: ¶ E che gloria ti fia nuocere
253
1527
coprir d'altro sepolcro, ¶ Che s'io vedessi ben
254
1527
vorria consentir (temendo questo) ¶ Che sotterrato fusse: e so
255
1527
sotterrato fusse: e so che cosa ¶ Mortal non può
256
1527
Tiresia ¶ Qual oltraggio maggior che dir bugiardo? ¶ Creonte ¶ Sempre
257
1527
Creonte ¶ Sai tu ben che tu parli al tuo
258
1527
volea. ¶ Creonte ¶ Di' pur, che 'l premio più che
259
1527
che 'l premio più che 'l ver ti spinge
260
1527
prezzo? ¶ Creonte ¶ Non or che sai ch'ogni tuo
261
1527
te lo dirò: sappia che 'l sole ¶ Non dee
262
1527
questo volger molti giorni, ¶ Che vedrai morto un de
263
1527
sepolcro chiusa, ¶ Quell'altro che devrebbe esser sotterra ¶ Lassi
264
1527
ciò non lice? ¶ E che fai forza ingiustamente al
265
1527
mortali errori ¶ Tanto opreran, che ne' medesmi affanni ¶ In
266
1527
tuo gran regno ¶ Tal che più t'ama, u
267
1527
Ma noi, dal giorno che le chiome 'l pelo
268
1527
Creonte ¶ Part'ei perciò che così deggia fare ? ¶ Coro
269
1527
Tosto quanto si può, ché la vendetta ¶ Dal ciel
270
1527
viene. ¶ Creonte ¶ Deh con che greve duol m'induco
271
1527
là verso 'l sepolcro, ¶ Che da poi che 'l
272
1527
sepolcro, ¶ Che da poi che 'l pensier cangiar conviene
273
1527
belle contrade ¶ Già fur, che selve sono ¶ Di fere
274
1527
al lito il mare, ¶ Che mille volte 'l dì
275
1527
A tempo sì noioso ¶ Che 'l viver n'è
276
1527
è gravoso. ¶ Pur sia che vuol, poi che qua
277
1527
sia che vuol, poi che qua giù conviene ¶ Seguir
278
1527
dì loda la sera, ¶ Che la Fortuna varia or
279
1527
era pur dianzi ¶ Creonte, che salvata avea la terra
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momento è privo. ¶ Quel che perde 'l contento, perde
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son cittadi e regni, ¶ Che se 'l contento manca
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sogni, ombre e fumi, ¶ Ché 'l diletto medesmo indi
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medesmo indi ne tragge ¶ Che dal dolce sapore il
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il gusto infermo. ¶ Coro ¶ Che nuovo danno avvien nei
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Nunzio ¶ Emone è morto, che se stesso ancise. ¶ Coro
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di Creonte ¶ Sposa infelice, che fuor ratta scende, ¶ O
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caso. ¶ Euridice ¶ O cittadin, che ragionar fu 'l vostro
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gli Dei, ¶ Ch'allor che per uscir moveva 'l
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mi percosse un suon che venne ¶ Carco di danni
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ogni senso fuore; ¶ Ma che diceste voi? dite, vi
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voi? dite, vi prego, ¶ Che 'l narrerete a chi
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parola il vero: ¶ A che celarvi quel ch'ad
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gimmo all'alta sepoltura ¶ Che chiusa tiene Antigone infelice
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tornando il disse, ¶ Tal che ratto Creonte il passo
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ad un gran legno ¶ Che sostiene 'l sepolcro, alta
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Quel ricco cinto avea, che 'l primo giorno ¶ Le
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stesso ancora; ¶ Ma Creonte che poco a noi lontano
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lui corse: ¶ O misero, che fai? qual van dolore
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la mente ingombrata?a che ti struggi? ¶ Lasso, ov
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fuore ¶ Un acuto coltel che cinto avea, ¶ Si ferì
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sospir dal cor sospinse, ¶ Che tinto venne fuor di
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buon consigli altrui. ¶ Coro ¶ Che debbian noi pensar? l
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io, ma spero forse ¶ Che per non empier la
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onde temer non posso ¶ Che soverchio dolor l'induca
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quand'altri 'l preme, ¶ Che quel che si disfoga
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l preme, ¶ Che quel che si disfoga in pianti
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disfoga il chiuso duol che porta. ¶ Coro ¶ Ecco qua
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qua 'l nostro re, che vien piangendo ¶ La morte
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di vita assai peggior che morte. ¶ Vedete, o popol
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minor del primo. ¶ Creonte ¶ Che mal può più venir
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mal può più venir?che danno è questo? ¶ Servo
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era morto in prima! ¶ Che di' tu, servo? che
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Che di' tu, servo? che novella porti? ¶ Ohimè, ohimè
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morta giace. ¶ Creonte ¶ Ohimè, che nuovo mal, che danno
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Ohimè, che nuovo mal, che danno è questo? ¶ Ohimè
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più basso caggio. ¶ Ohimè, che nuovo mal più giunger
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morte, o morte, a che mi serbi ancora? ¶ Lasso
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mi serbi ancora? ¶ Lasso, che 'l caro figlio ho
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divota il cielo ¶ Pregò che l'ira sua volgesse
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Ohimè, ohimè, ohimè! ¶ Ohimè, che fer timore ¶ Il cor
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m'agghiaccia e stringe, ¶ Che di me stesso tutto
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tragge ? ¶ Parmi qualunque incontro ¶ Che per tormi la vita
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il braccio stenda: ¶ Ohimè, che sendo involto ¶ Infra tante
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non giova andar lontano, ¶ Che la Fortuna il segue
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Io vo pregando quel che più vorrei. ¶ Servo ¶ Vano
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è 'l pregar, perciò che ferma e certa ¶ Sua
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vegga, o pensi altro che morte? ¶ E poi ch
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serba in vita: ¶ Ma che, lasso, bram'io? se
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nipote, la nuora, or che fia, dico, ¶ Di me
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Né posso altro sperar che peggio ognora. ¶ Coro ¶ Sovr