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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «Che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
disseminata di fiocchi. ¶ Ma che razza di partenza era
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1983
da cosí lungo tempo) che per quel giorno non
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1983
era un vento leggero che splendeva sul mare. ¶ – Sono
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1983
Chi sale? ¶ – Quei tipi che hai ospitato nel bungalow
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1983
finché vivo. È probabile che in primavera migrino da
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1983
aria era cosí tersa che le vedove celesti sembravano
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1983
rena. ¶ – È mio cugino che scrive. Dice che viene
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1983
cugino che scrive. Dice che viene. ¶ – Non ti fa
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1983
Ma non sei tu che l’hai mandato a
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1983
gli dicevo di venire. ¶ – Che egli venga a me
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1983
a spiegare quel poco che ne sapeva. Era molto
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1983
zigomo marcato... Una rassomiglianza che l’aveva fatta andare
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1983
stellato, anche se ciò che aspettava era ormai quasi
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1983
freddo. Finalmente sentí Laurence che arrivava. Era tardi, molto
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1983
ho svegliata?... Dormi, Martine, che è tardi. ¶ – Non vuoi
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1983
lontano dal mare. Peccato che i bungalow non fossero
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1983
di quella luna mattiniera che fino a mezzogiorno vagava
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1983
per spiegare il gioco che aveva fatto prima della
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1983
Laurence. È proprio vero che i giocatori cercano la
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1983
minerale, mano a mano che saliva. Sul crinale le
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1983
non vi cresceva altro che quel rigido arbusto. Su
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1983
da chitarra nell’aria che tirava, un suono rauco
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1983
conato di canto? ¶ Notò che aveva perduto dal petto
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1983
il mirto sempre passo che vi stava abbarbicato. Non
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1983
Marta? Conosceva gente superstiziosa che avrebbe dato grande importanza
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1983
leva dalla ragione. ¶ Succede che le cose si ripetano
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1983
dell’altra volta, quello che parlava spagnolo, e venne
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1983
Il giovane spiegò pazientemente che amava il Mediterraneo e
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1983
amava il Mediterraneo e che aveva soggiornato a lungo
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1983
di recente, poco prima che Jean-Pierre la raccogliesse
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1983
cerebro –. E continuò dicendo che prendeva a tutti in
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1983
impotenza a spiegare. ¶ – Guardi che occhi ha, – disse il
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1983
disse il cameriere, – guardi che occhi. ¶ Il giovane cercò
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1983
Un frate. Un frate che paga con preghiere... Come
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1983
infami, – dopo aggiunse, dato che il gruppo là in
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1983
un tratto del sentiero che saliva alla rupe. ¶ Il
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1983
appena. ¶ Capita a volte che uno racconti la sua
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1983
di sogno e, quel che piú sorprende, senza essere
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1983
risparmi e tutto ciò che suo padre le aveva
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1983
non concepisse altra fine che per veleno – e aveva
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1983
e si riprese ciò che aveva perduto. Da allora
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1983
ch’era la perdita che i giocatori cercavano, ma
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1983
vero. Era la vincita che lei voleva, una grande
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1983
augurava; e gli sembrava che ci sarebbe dovuta riuscire
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1983
andare incontro al frate che stava entrando. Lo accolse
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1983
quel pittore, arguí Gregorio, che voleva dipingere Martine stesa
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1983
d’avventuriera, lei sí che sarebbe emersa dalla roccia
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1983
con la vitalità accorata che sprigionava. ¶ – Che ora è
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1983
nubi. ¶ Rintronava una musica, che cessò di colpo, e
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1983
tanto atteso: «Abbassa! abbassa! che l’angelo tocca!» ¶ Toccava
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1983
dal portico di Ardegunda. (Che mania ad Avrigue, ficcare
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1983
battuta dal vento largo che portava le nubi, mentre
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1983
lucente, in movimento. ¶ – Senti che silenzio? – fece Edoardo. – La
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1983
di vederla la processione che l’attraversava per disporsi
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1983
erano stanchi, a meno che non fosse cambiato il
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1983
mai potuto eseguirla senza che si levasse un coro
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1983
a un prigioniero austriaco che componeva nottetempo. Era stato
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1983
case e dalle alture, che poi si distendeva, ossia
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1983
sarà poi vero ciò che dicono? Si stenta a
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1983
per raccontarla. È uno che è tornato con le
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1983
a ripetere quel capolavoro, che aveva il secondo posto
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1983
terzo nel registro nuovo che nessuno nominava. Con essa
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1983
passò veloce una famiglia che abitava un casolare sperduto
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1983
di un ricordo, né che lui s’era perduto
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1983
in mente la lettera che lei gli aveva inviato
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1983
si ricordava di ciò che v’era scritto – era
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1983
chiese spiegazioni. ¶ – Ti dicevo che avevo paura? ¶ – Sí, mi
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1983
nascere i peggiori sospetti. ¶ – Che cosa hai sospettato?... Comunque
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1983
cosa cerchino. ¶ – Non credere che cerchino il mare. Cercano
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1983
un po’ uscire prima che fosse notte del tutto
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1983
l’alto l’abito che indossava. Per un attimo
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1983
al cespuglio. ¶ Un vigore che dopo mantenne. ¶ – Ti ricordi
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1983
inzuppati di pioggia? ¶ – Certo che mi ricordo. ¶ – Ti ricordi
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1983
Ci siamo fermati prima che la strada salisse ai
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1983
non ricordare del passato che la dolcezza. ¶ – E la
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1983
a Poggioscuro, sul contrafforte che sbarra a nord la
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1983
un boschetto di lecci, che percorsero a piedi. ¶ Ester
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1983
con tono preoccupato. ¶ – Su che nave è passato? – insisté
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1983
lei. ¶ – Su una nave che batte bandiera bianca, – egli
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1983
del lituano. ¶ – Mi pare che ti rincresca parlarne, – osservò
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1983
osservò Ester. ¶ – Non so che dire. ¶ – Che tipo è
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1983
Non so che dire. ¶ – Che tipo è? – lei insisté
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1983
è? – lei insisté ancora. ¶ – Che vuoi che ti dica
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1983
insisté ancora. ¶ – Che vuoi che ti dica? Recita versi
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1983
i suoi boschi lontani. ¶ – Che viaggi fa? ¶ – È sepolto
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1983
qualche donna nei bar che ti chiede dei tuoi
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1983
abbastanza crudele? ¶ Avrebbe giurato che lei stava per dire
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1983
lei stava per dire che tutto fra loro finiva
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1983
egli le aveva detto che per lui non c
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1983
altro? Sono tanti quelli che si inventano storie per
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1983
di dimenticare la storia che ti ho raccontato. Non
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1983
latte in una luce che aveva sbalzi tremolanti, dopo
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1983
pioggia fine, neve còrsa che talvolta portavano gli alti
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1983
trovò in piedi nuda che guardava fuori: guardava la
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1983
strada? ¶ Lei accelerò talmente che spaventò due verdoni. ¶ Ma
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1983
il cieco di Barcellona che una sera di nevischio
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1983
da temere da quelli che impongono le tangenti e
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1983
impongono le tangenti e che non vivono nascosti. Hanno
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1983
al bar; ma pensò che era inutile: avrebbe dovuto
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1983
ricordi, per il paese che gli aveva denegato il
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1983
e inumiditi, gli occhi che aveva al suo rifiuto
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1983
strappato) da un sogno. Che rimorso non averla aiutata
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1983
rimorso non averla aiutata! Che cosa ne aveva fatto
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1983
fatto di quel tempo che gli pareva cosí prezioso
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1983
ingolfato in un’inchiesta che aveva reso tutto piú
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1983
impressione solo al pensiero che fosse alle porte: si
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1983
male del ferro piuttosto che vederlo ricomparire come su
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1983
letto di foglie morte che tutti immaginano. ¶ Era già
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1983
ne andava? – chiese Gregorio, che il risentimento di quell
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1983
scappati di casa. Tipi che sembrano donne, insieme a
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1983
donne, insieme a donne che sembrano soldati. ¶ – E come
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1983
lo immagino. ¶ – Lo sapevo che sapevi... Ci sarebbe voluto
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1983
con le loro ufficialesse che salivano su con i
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1983
E questi? – chiese Gregorio, che voleva strapparlo al passato
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1983
dunque vere le voci che circolavano! C’era gente
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1983
il candore delle volpi, che s’andava proprio a
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1983
Jean-Pierre. Non è che faccia parte di quella
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1983
E poi devo dire che non ci sono sempre
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1983
disse Gregorio soprappensiero. ¶ – E che cos’è? ¶ – Un mercantile
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1983
andatura da sciancato (principesca?). ¶ Che malinconia questi nomi, che
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1983
Che malinconia questi nomi, che venivano da lontano! Lui
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1983
di qualche suo avo che zoppicava. ¶ Risalí il paese
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1983
paese per la scalinata che portava alla piazzetta della
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1983
ma era dal Settecento che da Avrigue non vi
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1983
come su un guanciale. Che l’oscurità totale ridiscendesse
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1983
arido e cieco. «Dicono che a una certa età
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1983
una certa età ciò che hanno visto gli occhi
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1983
hanno visto gli occhi (che ne hanno viste troppe
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1983
Edoardo. – Ma quant’è che non ci si vede
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1983
si vede? – Poi chiese che cosa stava succedendo in
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1983
per i carruggi. ¶ – Quello che c’è nel paese
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1983
Gli pareva piú sibillino che minaccioso, disse Gregorio, quel
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1983
sarebbe il colmo, adesso che sono liberi, vi fosse
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1983
croce. Ma sei sicuro che non sia solo uno
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1983
quasi sicuro. Sparire, tentazione che si era sempre accompagnata
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1983
gioco sulla riva fatale. ¶ – Che tempi, che giochi! – esclamò
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1983
riva fatale. ¶ – Che tempi, che giochi! – esclamò Edoardo, che
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1983
che giochi! – esclamò Edoardo, che aveva annuito piú volte
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1983
si disse in silenzio che Jean-Pierre non aveva
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1983
vecchio, – fece Edoardo. Aggiunse che i gracchi erano monogami
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1983
le burrasche? ¶ – Si vede che il tempo sta per
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1983
posato sul capezzale roccioso, che diffondeva sulla pietra funerea
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1983
e limpido. ¶ – Sono contento che lo apprezzi... Sono le
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1983
era) sempre piú lenta, che tutto sembrava finire, invece
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1983
uno, con le impressioni che la morte straniva, come
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1983
grecale, vento d’oriente che spesso portava la neve
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1983
portava la neve. ¶ E che donna trovò nel bar
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1983
quanto. E quel cielo che tremolava, per di piú
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1983
alle pareti dai marinai, che contrasto!) ¶ Il cameriere dov
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1983
per dire qualcosa. ¶ – Basta che aspetti, signore, la macchina
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1983
laconico e lento. ¶ Ammise che conosceva Jean-Pierre molto
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1983
se era Jean-Pierre che li aveva condotti a
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1983
Jean-Pierre la sera che precedette il disastro... no
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1983
non avrebbe mai immaginato che egli stava per andarsene
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1983
da non fidarsene, uno che le aveva prese per
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1983
aveva prese per farfalle, che aveva chiesto loro di
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1983
del genere. ¶ – Fortunato lui che può spogliarla, – egli disse
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1983
Martine la stima, dice che il mare le ha
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1983
Saliva allontanandosi dalla marina che il grecale increspava. ¶ Saliva
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1983
delle solitudini sulle cime che il vento tocca da
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1983
erba, tutta l’erba che voleva. ¶ Quell’uomo quasi
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1983
e quasi sacro spiegò che aveva camminato tutta la
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1983
a scendere negli ulivi, ché tanto erano abbandonati: danno
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1983
come spago e cespugli che nessuna bestia gradiva. ¶ Che
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1983
che nessuna bestia gradiva. ¶ Che strana cantilena. A toni
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1983
gli venne in mente che avrebbe dovuto dirgli che
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1983
che avrebbe dovuto dirgli che possedeva un uliveto e
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1983
anche per quel sangue che li danna e li
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1983
stasera era alla terra che s’abbarbicava il suo
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1983
viaggio –, simili a quelle che brillavano ai suoi piedi
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1983
serena. ¶ Poi le chiese che cosa faceva lí al
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1983
si preparava per uscire. Che corpo aveva! Levigato e
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1983
il «serro dei becchi», che già si gremiva di
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1983
quella traccia di sentiero che ormai conosceva a memoria
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1983
Spirava brezza di terra, che attutiva il soffio del
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1983
anche sotto gli ulivi, che le proteggevano. Partivano per
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1983
paese tra scalinate sfolgoranti, che sembrava vivere una sua
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1983
case in rovina. Piú che spavaldo forse sbrigativo, comunque
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1983
a monte il sentiero che ora seguiva il torrente
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1983
la prosecuzione della carraia che veniva dall’Annunciata. Allora
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1983
Scese, scavalcando la gora che versava appena un rigagnolo
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1983
aveva riaggiustata qualche contadino che s’era rimesso a
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1983
pensare a una lontra che pescava. Una capra belò
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1983
pace. Ma l’impresario che aveva vinto l’appalto
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1983
era stato lo stesso che nel trentotto-trentanove li
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1983
aveva fatti cosí solidi che andavan giú con una
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1983
demoliti con tale scrupolo che adesso erano abitati. Con
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1983
ora di andarsene? ¶ Ma che cos’era venuto a
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1983
la carraia del ricordo. Che cosa credeva di vedere
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1983
nessun indizio di ciò che poteva aver vissuto morendo
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1983
una sorta di vento. ¶ 10. ¶ – Che ora è, Laurence? ¶ – È
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1983
suo compagno. ¶ – Da noi che cosa potrebbero volere? ¶ – Oh
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1983
Maria chiese a Gregorio che mestiere faceva, e saputo
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1983
mestiere faceva, e saputo che navigava gli disse ch
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1983
per deserti, – affermò Gregorio. ¶ Che strana idea si facevano
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1983
mare! Anche Martine credeva che insegnasse a vivere, o
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1983
e dagli uomini. Speriamo che si facciano almeno compagnia
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1983
a disposizione. ¶ – È tanto che lei naviga? ¶ – Un po
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1983
del tutto: era Maria che piangeva. Si alzò e
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1983
spiegò, mentre si copriva, che nell’insonnia si sentiva
201
1983
come invasa da qualcosa che piangeva in lei. ¶ Egli
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1983
legna sulle braci. Pensava che anche Jean-Pierre aveva
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1983
chimerica» a suo dire, che non lo portava a
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1983
È meglio scaldare: vedrà che freddo verso l’alba
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1983
verso l’alba. ¶ – Prima che arrivi! ¶ – Dilaga di colpo
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1983
rami lattiginosi nel cielo che si espande e poi
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1983
con tutte le conseguenze che puoi immaginare). E c
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1983
fare l’abitudine? ¶ Ester ¶ «Che idea, – pensò, – che idea
209
1983
Ester ¶ «Che idea, – pensò, – che idea di chiudere un
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1983
biglietto con una domanda, che cosa mi vorrà dire
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1983
busta conteneva una cartolina che gli provocò una tenerezza
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1983
era contadina. ¶ Raggiunse Maria che lo aspettava sulla piazza
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1983
Camminavate con un passo che credevo voleste arrivare fin
214
1983
Edoardo, indicando la rupe che luceva lungo tutti i
215
1983
un eccesso di azzurro, che nel suo eccesso era
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1983
un tavolo. La casa, che fuori si scrostava, dentro
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1983
lamentandosi della schiena. Disse che fin lí, fino alla
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1983
poi aggiunse piú chiaramente che anche lui si era
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1983
vecchio intanto andava affermando che gli era sempre parsa
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1983
Gregorio. – Ho l’impressione che sia persin troppo buona
221
1983
aggiunse, – non poteva giudicare. ¶ Che guardava la polacca? Guardava
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1983
Martine, a Jean-Pierre che incrudeliva, a lei che
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1983
che incrudeliva, a lei che gli sussurrava parole dolcissime
224
1983
roveri. Anzi, di roverelle, che trattengono ai rami le
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1983
Senta, Maria... mi domando che le serve andare a
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1983
con tanta decisione verso che cosa? ¶ V’erano nell
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1983
nell’albanella i rami che aveva colto Ester: il
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1983
candelabro, e l’altro, che morendo sanguinava. Accanto ad
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1983
per distrarla, le annunciò che era arrivato un pittore
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1983
tra loro non pesava. ¶ – Che guardi? il cielo? ¶ – È
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1983
terso, d’una bellezza che mi pare crudele. Dico
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1983
scusare. ¶ – Forse capisco ciò che stai pensando, mi pare
233
1983
anche tu l’impressione che le cose sarebbero andate
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1983
immaginare cosa diverresti. ¶ – Ma che facciamo qui oramai? ¶ – Quel
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1983
riprendere. Non sai mica che cosa dipinga? Non ricordi
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1983
sarebbe trattato, in fondo, che di una lunga passeggiata
237
1983
Ma non era lui che l’aveva mandata via
238
1983
mandata via, era lei che se n’era voluta
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1983
il sole. ¶ Gli pareva che i colpi fossero provenuti
240
1983
un filo d’acqua che gemeva. ¶ Le raffiche di
241
1983
fuori per parlare senza che nessuno li udisse. Il
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1983
forse sollevato. ¶ – Mi auguro che lei lo trovi: mi
243
1983
toujours, – disse l’altro, che oramai sperava di essere
244
1983
ogni colpa. E aggiunse che anche Jean-Pierre lo
245
1983
Gregorio tornò al bar. ¶ – Che dice? – chiese il cameriere
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1983
troppo caro. Ha detto che forse tornerà stasera. ¶ – Nessun
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1983
terra si raffredda... Ma che ora è? Sembra già
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1983
la spiava. Non sapeva che significato potesse avere quel
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1983
enfant! ¶ L’importante è che adesso faccia qualcosa, pensava
250
1983
faccia qualcosa, pensava Laurence, che si distragga. ¶ 5. ¶ Guardava la
251
1983
distragga. ¶ 5. ¶ Guardava la strada che veniva su al bar
252
1983
Aspettava sempre Martine, sperava che lei salisse. Forse quella
253
1983
comparsa la «vecchia nutrice» che prende tra le braccia
254
1983
a volte cieli magri che s’allontanavano. ¶ Nessuno in
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1983
Martine Haillier. ¶ S’accorse che non lo era solo
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1983
anglosassone. ¶ Egli la informò che il cameriere era uscito
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1983
cameriere era uscito e che fra poco tornava. Ma
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1983
andò. ¶ Prese il sentiero che portava verso occidente, verso
259
1983
piú. ¶ Era un coro che piú stanco non poteva
260
1983
un portico. «Abbassa abbassa, che l’angelo tocca!» gridava
261
1983
sole, fra le passere che volavano da una cupola
262
1983
Ormai sparita nel ritano che graffia il fianco della
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1983
degli occhi? ¶ Attendeva intanto che la donna comparisse sulle
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1983
c’era da immaginarsi che passasse clandestinamente la frontiera
265
1983
clandestinamente la frontiera, né che facesse contrabbando. ¶ Gli venne
266
1983
canzone di Avrigue. ¶ Credevano che fossero i frati invece
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1983
erano i mulattieri ¶ credevano che fossero i frati che
268
1983
che fossero i frati che suonavano il mattutino ¶ invece
269
1983
invece erano i mulattieri che scendevano dal Furcuino ¶ avevano
270
1983
non era da escludere che quella donna... Niente era
271
1983
ne peux pas oublier! ¶ Che cosa non poteva dimenticare
272
1983
passo, vorrei trovare qualcuno che ne conosce la strada
273
1983
perduto il solo uomo che l’aveva amata. ¶ No
274
1983
era uno dei fortunati che potevano permetterselo. Gregorio le
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1983
urla rozze e stanche, che tuttavia si potevano considerare
276
1983
bontà e in un che di leale. ¶ – Sí, adesso
277
1983
quel bar... Ha visto che fine? ¶ – Lei se la
278
1983
girare da solo? Lei che lo conosceva bene mi
279
1983
Chi è quella donna che è entrata con lei
280
1983
nessuno. ¶ – Avevo l’impressione che ascoltasse. ¶ – Ma no, è
281
1983
mi dica tutto ciò che sa della sua morte
282
1983
dalla sua vita, allora. Che cosa sa della sua
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vita? ¶ – Non mi dirà che lei non la conosce
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trovata interessante, avvincente. ¶ – Ma che va inventando? ¶ – È Jean
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inventando? ¶ – È Jean-Pierre che me lo ha riferito
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dolcezza. – O è lei che mente? ¶ Ma non sembrava
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brutalmente, attratto dal punto che gli stava piú a
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flessuoso. ¶ Giunsero ad Avrigue che da un pezzo era
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non c’è caffè che tenga. ¶ Erano due cinquantenni
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altro sogghignò a Gregorio che diceva che andava: ¶ – Con
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a Gregorio che diceva che andava: ¶ – Con un caffè
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bar? ¶ – Perché? – chiese Gregorio, che un nonnulla allarmava. ¶ Il
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crede solo a ciò che vede. È una buona
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farfalle cedevano ai cespugli, che per nutrirsi scolpivano il
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di radici. L’uomo che vi si nascondeva era
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il magaglio. ¶ – Era lei che suonava? ¶ – Si prova, si
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vita. ¶ Gregorio andava ricordando che ad Avrigue la musica
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modestia. – Ma salga, salga, che beviamo una volta. ¶ – Ho
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ma quasi vuoto. ¶ Sperava che di lí a poco
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sulle spalle del compagno che lo precedeva, e strisciava
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bar, su una roccia che affiorava. ¶ – Non hanno altri
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portarlo a spasso! ¶ – Ma che cos’ha? ¶ – Orbo come
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un bianco. ¶ – Se sapessi che non s’offendono glielo
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dove cadono persino quelli che ci vedono. Secondo me
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al mondo fa ciò che vuole... Passeggiare fa bene
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ammise Gregorio. – Volevo dire che questi accompagnatori son brava
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accompagnatori son brava gente che aiuta un malato. Non
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Non sono come quelli che ho visto io nel
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visto io nel quaranta. ¶ – Che cosa avrà mai visto
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un ricordo cosí penoso che si pentí d’averne
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al paese. Era lui che lo aveva spronato a
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rudi, patite... ¶ Ma ecco che il gruppo là fuori
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trasparenti come il vento, che nell’illusione di un
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agitato il mare. Sembrava che non dovesse farsi vivo
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pomeriggio o di sera. ¶ – Che silenzio! – disse il cameriere
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affarista olandese. È lui che ha messo quei nomi
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alto, isolato, sul mare. Che vuole di piú? ¶ – Non
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di piú? ¶ – Non vede che pareti sottili, che tremano
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vede che pareti sottili, che tremano al minimo vento
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e ad oriente sí che era tagliata netta e
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glielo darebbe al prezzo che l’ha pagato, ne
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qualcosa meno. ¶ – È lei che fa i suoi affari
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fa di quella ragazza che è stata trovata nuda
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anch’io. ¶ – Può darsi che vi abbiano a che
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che vi abbiano a che fare piuttosto quelli che
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che fare piuttosto quelli che dormono nelle fortificazioni del
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confine. ¶ – Nelle fortificazioni?... Però che astuti a scegliere quel
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La capisco. Un cameriere che si rispetta è come
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faites vos jeux! ¶ – Scommetto che lei andrà a vedere
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l’anticamera del cervello. ¶ – Che cosa gli passava per
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Martine e dell’amica che aveva ospitato, che non
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amica che aveva ospitato, che non salissero un po
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un po’ a vedere, che lo lasciassero tutto il
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me, Martine è difficile che salga, – disse Gregorio. – Jean
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Gregorio. ¶ Riandò a ciò che il professor Guillerm gli
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tale innocenza e ingenuità che scoraggiava. ¶ – Eran lunghi quei
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d’infilata. Si ricordava che portava a una piazzola
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la fame di sempre che ora pareva insopportabile, e
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un sacco di pigne, che le sue mani alzate
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destini personali, la miseria che viene dai secoli. ¶ Erano
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vecchi sotto il portico, che dava sulla piazza vuota
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i vicoli tra case che si spalleggiavano, poi presero
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tunica ingombrava il prete, che arrancava male in salita
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piú, prendiamo un sentiero che aggira il picco. ¶ – Andiamo
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fin dove e fin che poteva. ¶ Giunsero i carabinieri
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luce minore. ¶ Quel mondo che raccoglieva i suoi affetti
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diaccio. Deserto il tempo che precedeva il primo imbarco
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facevano piú paura. ¶ Ciò che temeva era una ricaduta
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quel male del ferro che lo aveva costretto a
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a guardarla: l’Ester che gli appariva sul mare
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poi velati, della madre che mormorava frasi insensate e
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e dolcissime. ¶ Ester disse che già sapeva, ne parlava
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giornale della sera. ¶ – E che dicono? Perché non l
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solito commento sulla gioventú che va in rovina. ¶ – Non
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l’abbia fatto. Tu che ne dici? Anche tu
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è la prima volta che un giovane cerca rifugio
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dal «male del ferro» che colpisce i marinai saturi
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stufa legna di pino, che, a differenza di quella
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precoci. ¶ Pensando alle cure che avrebbero richiesto casa ed
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mente il suo vicino che dissodava, sarchiava, alzava muri
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chiara ha morsicati confini che si sciolgono e si
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masso chiamato dai contadini, che non se ne spiegavano
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cui era salito o che già lo aspettava, qualcuno
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già lo aspettava, qualcuno che non fumava o che
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che non fumava o che aveva fumato le sigarette
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una grande pietra concava che raccoglieva pioggia e rugiade
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stesso. ¶ Sembrò a Gregorio che Jean-Pierre avrebbe potuto
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uso di quella benda che all’occorrenza serviva a
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era sempre qualche marinaio che l’aveva; ma doveva
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lei cosa ne pensa? che l’abbiano ucciso? ¶ – E
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E lei no? ¶ – Penso che sia caduto... Sono una
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rocce, lei immaginava ancora che Jean-Pierre giocasse con
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Avrigue, e ulivi scheletriti. ¶ Che cosa faceva lí Jean
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interrogato, per fargli capire che non voleva. ¶ Si fermò
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Quando si voltò vide che Martine aveva già preso
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ciottoli smossi. Era gente che scendeva dal bar per
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gli stagni del delta, che spiccavano nella notte chiara
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cancellati dalla stanchezza. ¶ Sembrava che quella carrozza portasse Jean
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titubante... era il giovane che l’aveva scippata. Un
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scippata. Un eroinomane? «Speriamo che non si imbatta in
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imbatta in quella artefatta che fa diventare ciechi». ¶ Stavolta
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troncato. ¶ Come le dispiaceva che vi fosse nella borsa
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dal vento. ¶ Si ricordò che sul mare talvolta gli
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un po’ piú marcato, che andava pianello verso la
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vitalità accorata che sprigionava. ¶ – Che ora è? – domandò Gregorio
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ora è? – domandò Gregorio, che non portava mai orologio
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pietre. ¶ Si domandava intanto che cosa erano venuti a
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era lí per ciò che era accaduto, prima o
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fu distratto dal pittore che domandava di lassú, di
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sole. ¶ Il monaco disse che veniva per tutti l
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della secchezza. ¶ Gregorio pensò che lui in quell’ora
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rispose con tristezza. ¶ – In che compagnia? ¶ – Navi di Liberia
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quel pittore di zolle che lo aveva preso per
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di lungo corso. ¶ – E che cosa dipingeva? ¶ – Donne al
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fosse stato meno disgraziato... Che sere! Spica già brillava
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frate disse con candore che una volta aveva sentito
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sentita, sul mare: ciò che diceva il frate era
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conventi e le cime. ¶ – Che giorno è oggi? – chiese
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terra. E ora sapeva che persino la morte viaggiava
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cielo stellato. ¶ – È tanto che aspetta? ¶ Da pochi minuti
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perché aveva lasciato Martine che pareva sognasse, e sorretta
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a Montecarlo. ¶ Gli sembrava che avrebbe dovuto parlare, ma
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onde e alle nubi che a una conversazione. ¶ Montecarlo
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grandi scalinate di palme che scendevano fino al mare
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fumo. Ad ogni numero che usciva sembrava soffrire. Era
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Ha cenato? ¶ – Non ancora. ¶ – Che ne dice di andare
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nebbia luminosa. Un’alba che si cancellava mano a
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cancellava mano a mano che scendevano. ¶ Percorsero a piedi
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isole febbrili, terre instabili, che a causa di quella
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una notte intera. Non che Martine avesse bisogno di
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speciale, ma di qualcuno che interrompesse l’attrazione della
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l’attrazione della morte, che con le ore cresceva
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lo aveva? ¶ – Tu vuoi che io ti parli di
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scossa da un pianto che non sgorgava. ¶ Poi si
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una stella. Pareva Deneb che di febbraio brilla solitaria
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i ricordi. ¶ Sentí Laurence che si rivestiva al buio
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in una pietà solitaria, che non serviva. ¶ 15. ¶ Laurence volle
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Non voleva svegliare Martine che forse dormiva: la luce
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i pendii quasi verticali che conosceva a memoria: uliveti
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una tremolante agonia, muri che per secoli avevano reso
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era giunta la lettera che avrebbe voluto ricevere, la
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voluto ricevere, la lettera che Ester avrebbe dovuto scrivere
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di partire. ¶ – È questo che aspettava? ¶ – Non è proprio
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altra vita troppi ingombri. Che Ester continuasse pure a
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Un bel volo. ¶ Colui che parlava portava al collo
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era Luigiò «Barabba», uno che lavorava nella Passione. Era
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Gli venne in mente che aveva promesso una passeggiata
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Passando lo avrebbe avvertito. Che altro doveva fare? ¶ Uscí
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sua vacanza. Era destino che la storia di quel
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Aveva sentito di gente che aveva vissuto cose tremende
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l’uliveto, sulle terrazze che si spegnevano, si sollevava
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serie di giorni tersi che adesso stava per finire
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poi un giorno monco che non contava. ¶ Trovò Edoardo
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rugiada, brillavano di sole. ¶ – Che bella domenica, – disse, – che
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Che bella domenica, – disse, – che bella giornata, guarda! ¶ Pur
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c’è un posto che vorrei farti vedere... Dovevo
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niente di quel ragazzo che si è gettato dalla
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rupe? Ho sentito dire che si drogava. ¶ – Drogarsi non
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il cuore... la morfina che disgregava il mondo e
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Adesso prendiamo questa cresta che va verso Francia. ¶ Il
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dirupate. Dovevano essere anni che non vi passava nessuno
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visti coi miei occhi, che qui c’erano mandorleti
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su una gola stretta che divideva il dosso da
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guerra. E Gregorio disse che non ne aveva un
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ragazzi, piú dura ancora che per noi uomini fatti
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sono venuto vecchio e che non ha fatto altro
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non ha fatto altro che crescere: un vero, impressionante
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impressionante ricordo, un segreto che ti vorrei confidare. Una
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avventura, né un fatto che faccia ridere né piangere
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piangere. È un fatto che cresce come una pianta
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Il ricordo, o chissà che altro, gli incrinava la
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nuvole e dalle foschie che salivano dal mare. Giungeva
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C’era una rarefazione che portava i rumori lontano
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in silenzio. ¶ – È meglio che chiuda, – poi disse, – è
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poi disse, – è meglio che chiuda il libro della
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chiese, mentre stavano tornando. ¶ – Che cosa? ¶ – Che quel ragazzo
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stavano tornando. ¶ – Che cosa? ¶ – Che quel ragazzo sia uscito
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disse Gregorio. – Tutto ciò che rivive del passato, anche
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Gregorio rispose di sí, che lo commuoveva, ma non
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bastare. ¶ – A me basta che tu ti commuova mentre
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Tinniva il sonaglio alto, che il padrone d’una
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Amava i sonagli, diceva che gli facevano compagnia. ¶ La
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e del suo gregge che non tinniva e del
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bruno, l’aspro fruscio che precede il mistral, s
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bungalow. Le era parso che Martine potesse avere bisogno
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sei l’unica persona che avrebbe voluto vedere. ¶ – Mi
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voluto vedere. ¶ – Mi sembrava che tu facessi in modo
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in cui è meglio che nessuno la veda, – lei
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Egli non le svelò che l’aveva già vista
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versi di quel libretto che aveva navigato sul Nyon
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navigato sul Nyon, e che aveva galleggiato a lungo
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tornava. Non si sentiva che il vento, che provava
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sentiva che il vento, che provava con qualche folata
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notti stellate e mosse che all’alba si squarciano
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per uno come lui che aveva cominciato come mozzo
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la testa dal foulard che teneva schiacciati i capelli
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Comincia appena, – egli disse. – Che cosa fa? Tribola sempre
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po’ brusca la domanda che gli si era andata
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si era andata formulando. ¶ – Che cosa te lo fa
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piú. Per loro quel che è stato non conta
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il soffio del mare, che il vento porta seco
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seco all’inizio. Soffio che veniva da sotto le
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difendersi il pilota automatico che ogni marinaio ha nel
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dà noia quest’ala che mi sbatte in faccia
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di Ester. ¶ Era ora che si facesse viva. ¶ «Con
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a cercarti, pur sapendo che navigavi. L’autunno cominciava
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vederti – ecco una donna che rovescia su un povero
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a terra non succedono che disastri»... ¶ – Vada pure piano
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c’era un vento che mi faceva sbandare. ¶ – Qui
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salino era una camola che lavorava nei ricordi.