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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pietro Metastasio, Giustino, 1713

concordanze di «Ché»

nautoretestoannoconcordanza
1
1713
che mi porga aita. ¶ Che far degg'io? D
2
1713
Parlando di Giustin. Cieli, che veggio! ¶ Questo, Asteria, è
3
1713
Cleone, ecco la sorte ¶ Che lieta predicesti. ¶ CLE. Oh
4
1713
sdegno. ¶ Fallacissime stelle, a che mostrarmi ¶ Cotanto ben, se
5
1713
miseria nostra così grave ¶ Che un affanno minor piacer
6
1713
sempre crediamo ¶ Il duol che di presente il cor
7
1713
Ma tacete; ancora ¶ Parmi che viva; un insensibil quasi
8
1713
a cui s'attiene, ¶ Che non ha forza da
9
1713
No: l'abbondante umor che a forza ei bevve
10
1713
Asteria, andiamo. ¶ Forse colui che ogni sostanza regge ¶ Vuol
11
1713
sostanza regge ¶ Vuol dimostrar che non s'inganna mai
12
1713
Pietosissimo Cielo, or sì che puoi ¶ In un momento
13
1713
No, non cred'io che in quanto il sol
14
1713
sol, mia cara luce ¶ Che a mezzo il corso
15
1713
Sofia l'alma costante, ¶ Che incerta di trovarti ancor
16
1713
tutti e gli anni, ¶ Che si dovriano alla mia
17
1713
non cerco ¶ Se non che lieto mi raccolga, e
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1713
non fai per fin che il sol si estingua
19
1713
Chi mi trattiene? ¶ Eh che è vano timor... No
20
1713
maggiore ¶ D'ogni altra che fin ora oppressa m
21
1713
oppressa m'abbia. ¶ Ma che? Sarà Sofia di cor
22
1713
di cor sì vile ¶ Che di morir ricusi, ¶ Quando
23
1713
vita. ¶ SOF. Oh Ciel! Che narri, Asteria? ¶ AST. Il
24
1713
Egli, dal salso umor che bevve oppresso, ¶ Morto parea
25
1713
novelli affanni ¶ Per far che riposar non possa in
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1713
pianto, ¶ Quando vive colui che tanto brami? ¶ Forse ti
27
1713
brami? ¶ Forse ti duol che sia rimasto in vita
28
1713
morte ¶ Piango, misera me, che sarà in breve. ¶ Qual
29
1713
mio Giustin, non mio, ché il Ciel non vuole
30
1713
debb'esser vero? Ah, che mi narri? ¶ SOF. Ti
31
1713
SOF. Ti narro ciò che la mia mente spinge
32
1713
o se vaneggio. ¶ Allor che credo aver sicuro il
33
1713
feroce. ¶ Ma meglio è che a Cleon tosto ne
34
1713
Non v'e contento ¶ Che del tormento ¶ Non sia
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1713
scorge appena ¶ Felice speme, ¶ Che nuova pena ¶ La turba
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1713
Oh fortunate genti, ¶ Voi che nasceste nella prima etate
37
1713
il mondo allor felice ¶ Che un tenero arboscello, ¶ Un
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1713
io, prima al riposo, ¶ Che ad alte pompe e
39
1713
verrà la vostra sposa, ¶ Ché ormai le sarà giunto
40
1713
v'ha maggior piacere ¶ Che nel tempo felice ¶ Rammemorare
41
1713
ogni noiosa impresa. ¶ Allor che sciolse Belisario invitto ¶ Da
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1713
legni, ¶ Il dolce vento che di Grecia spira, ¶ Gonfiando
43
1713
Del feroce agghiacciato Settentrione, ¶ Che fra tema agitati e
44
1713
ridusse ¶ Con tal velocità, che appena scorso ¶ Quattro volte
45
1713
Ma la variabil sorte, ¶ Che solo al danno altrui
46
1713
le agitava il mare, ¶ Che non aveva ancor sedati
47
1713
stato ¶ Qualche aura attendevam che liberasse ¶ Da sì duro
48
1713
messo e colla carta ¶ Che'l vostro impero e
49
1713
aita! ¶ Parmi d'udir che nelle voci estreme ¶ 'Sofia
50
1713
dica, 'ah Sofia, tu, che cagione ¶ Sei della morte
51
1713
E chi mi dice ¶ Che'l mio sposo partissi
52
1713
mio sposo partissi, e che fra l'onde ¶ Debba
53
1713
queste sponde il legno ¶ Che portar dée la pace
54
1713
sguardo a quel meschino ¶ Che giace steso in su
55
1713
lido, ¶ FOS. Sarà quel che pur dianzi io rimirai
56
1713
ancor vive. Oh Ciel, che miro! ¶ Parmi quella la
57
1713
Parmi quella la veste che Teodora ¶ Diede a Giustin
58
1713
Diede a Giustin pria che da noi partisse. ¶ FOS
59
1713
ma è così molle ¶ Che distinguer si puote a
60
1713
Armilla, ¶ Teodora, Asteria: aimè, che niuna ascolta! ¶ Troppo son
61
1713
vieni, Asteria, ¶ Vieni pria che di vita ogni alimento
62
1713
sorella! E chi pensava ¶ Che così mesto e doloroso
63
1713
con questi acuti spirti, ¶ Che chiusi stanno in questo
64
1713
sonno immersa. ¶ Ma parmi che si muova. Odi, Sofia
65
1713
hai tu nel seno, ¶ Che per nuovo dolor perdi
66
1713
mia ti porgo? ¶ Ahi! che in tal guisa io
67
1713
Deh lascia, Asteria, lascia ¶ Che le medesim'onde, ¶ Che
68
1713
Che le medesim'onde, ¶ Che della morte sua furo
69
1713
Quanto fui sciocca allor che di Cleone ¶ A' detti
70
1713
presume ¶ L'ignoto corso, che non ha misura! ¶ Ah
71
1713
mare! ¶ Ingratissime stelle! A che mi lagno ¶ Degli elementi
72
1713
ma prima io voglio ¶ Che ponga fine a tanto
73
1713
sciocchezza estrema usarlo allora ¶ Che il mal non può
74
1713
ricchezza ed in virtude, ¶ Che potran compensar la sua
75
1713
usi per consolarmi è che mi uccide. ¶ Se la
76
1713
è l'ultimo pegno ¶ Che possa darti del mio
77
1713
La tua spoglia mortal, che qui si giace, ¶ Lasciare
78
1713
nel sen si avanza ¶ Che in vano io tenterei
79
1713
freno all'impaziente doglia, ¶ Che sarebbe soverchia in questo
80
1713
luogo. ¶ AST. Vanne pure, che in brieve io sarò
81
1713
SOF. Sì, resta pur, che'l mio agitato core
82
1713
chiede, altri non cerca ¶ Che l'acerba sua pena
83
1713
morte! Oh sconsolata reggia! ¶ Che mai dirà Teodora a
84
1713
Teodora a tal novella? ¶ Che dirà Giustiniano, ¶ Che l
85
1713
novella? ¶ Che dirà Giustiniano, ¶ Che l'amava vie più
86
1713
l'amava vie più che proprio figlio? ¶ Ecco dell
87
1713
E raro è quel che ottiene ¶ Del suo desir
88
1713
in un cieco scoglio ¶ Che rompe il corso ad
89
1713
vicino alla salvezza. ¶ Or che lieto ciascuno entro la
90
1713
reggia ¶ L'ora attendea che il bel Giustin giungesse
91
1713
bel Giustin giungesse, ¶ Mira che strano evento e lacrimoso
92
1713
Amore, i dolci frutti ¶ Che fallace prometti? E questi
93
1713
sono ¶ I cari giorni che da lunge mostri? ¶ Ah
94
1713
fiera indomita e crudele, ¶ Che per suo danno il
95
1713
ancor giunger qui veggio ¶ Che mi consigli o che
96
1713
Che mi consigli o che mi porga aita. ¶ Che
97
1713
tormento ¶ Non ottener ciò che vorrebbe il core, ¶ Che
98
1713
che vorrebbe il core, ¶ Che perder ciò ch'egli
99
1713
CLE. Anzi per far che la memoria grave ¶ Dalla
100
1713
amor darvi in potere; ¶ Ché non val contr'amore
101
1713
val contr'amore altro che amore. ¶ AST. Non parmi
102
1713
bella... ¶ AST. Vedova trapassar, che dolorosa. ¶ CLE. Né questa
103
1713
tu sei. ¶ CLE. Ah che non puote il saggio
104
1713
guardo, un moto solo ¶ Che dall'amato oggetto in
105
1713
consiglio? È vana impresa; ¶ Che, dove regna Amor, virtù
106
1713
Così obliar se stesso, che non vegga ¶ L'inganno
107
1713
il laccio, ¶ Quel laccio che al pensier trattiene il
108
1713
del mio dolore. ¶ Folle, che tento? E qual novella
109
1713
Di schivar quella pena che al mio petto ¶ Unita
110
1713
nodo. ¶ Crudelissime stelle, e che mi giova ¶ Mirare il
111
1713
vi turba, o Cleon, che vi rimiro ¶ Mesto nel
112
1713
cenno. ¶ IMP. Dal punto che partì da questo lido
113
1713
fuggiran da quella sede ¶ Che ritengon fin ora ingiustamente
114
1713
a lui! ¶ Il veggo che, passando in varie mani
115
1713
tiranno suo figliuol crudele, ¶ Che sarà d'empietade al
116
1713
Ed il roman Pontefice, che in vano ¶ Al greco
117
1713
moti ¶ Scosso sarà, fin che a Ridolfo giunga, ¶ Nella
118
1713
Chiesa e dell'Impero, ¶ Che converranno in un eterno
119
1713
eroi, ¶ Il sesto Carlo, che col nome solo ¶ Aggiungerà
120
1713
consiglio. ¶ IMP. Come nocchier che la procella mira, ¶ E
121
1713
come esser mai può che mente umana ¶ Tant'oltre
122
1713
passi colla sua potenza, ¶ Che chiaro vegga del futuro
123
1713
potere un corpo incontra ¶ Che men degli altri sia
124
1713
vile, ¶ Allor tanto preval che rompe il velo, ¶ E
125
1713
suoi. ¶ IMP. Felice te, che un corpo tale avesti
126
1713
un corpo tale avesti ¶ Che poco o nulla al
127
1713
oppone. ¶ Ma vieni meco, ché più gravi affari ¶ Fidar
128
1713
Oh folle umano ardire, ¶ Che non trovi giammai ritegno
129
1713
Né si avveggono ancora ¶ Che chi troppo alto sormontar
130
1713
nol posso. Ottengo poi ¶ Che si richiami, e pur
131
1713
il mare: ¶ Quel mar che, quando tormelo dovea, ¶ Fu
132
1713
Ah Fosca, io temo ¶ Che non debba finir con
133
1713
Non vi sovvien ciò che Cleon predisse? ¶ SOF. Sì
134
1713
SOF. Un'alma vile, ¶ Che di sangue real non
135
1713
vita ed il piacere ¶ Che da lei si ritrae
136
1713
preporre a dolorosa vita, ¶ Che a me sembra un
137
1713
FOS. Questi liberi sensi, ¶ Che la passion vi detta
138
1713
Fosca, un non so che nell'onde, ¶ Ch'or
139
1713
Lo spesso moto toglie ¶ Che rimirar si possa a
140
1713
Appresso a quello scoglio ¶ Che s'incurva sul mare
141
1713
l'incostante flutto? ¶ Mirate che al soffiar d'Africo
142
1713
in fronte al sasso, ¶ Che fanno intorno risonar le
143
1713
Oh Dio, chi sa che il mio Giustin non
144
1713
lagrimoso e lasso, ¶ Senza che amica man gli porga
145
1713
nozze! ¶ TEOD. Non dubitar, che, quando Ocipo giunge, ¶ Ché
146
1713
che, quando Ocipo giunge, ¶ Ché tal del fido messaggiero
147
1713
d'Italia partirà Giustino, ¶ Che n'ha di te
148
1713
mente sì chiara ottenne ¶ Che le presenti vede ¶ E
149
1713
potrà recarti, ¶ Se non che darti pena innanzi tempo
150
1713
Anzi sarà cagione ¶ O che tempri la tema che
151
1713
che tempri la tema che m'opprime, ¶ O mi
152
1713
mia vita il filo; ¶ Ché mal resister puote ¶ La
153
1713
piace, ¶ Imponi a Fosca che l'appelli a noi
154
1713
l'appelli a noi; ¶ Che anch'io godrò sentir
155
1713
vanne veloce, e fa che a noi ¶ Or or
156
1713
insieme. ¶ Or meglio fia che l'attendiam. ¶ TEOD. No
157
1713
attendiam. ¶ TEOD. No, vanne; ¶ Ché, non sapendo esser da
158
1713
Da molto tempo è che rimiro uniti ¶ Ed Asteria
159
1713
Cleone. Io certo temo ¶ Che non sia qualche amor
160
1713
memoria e quella fede ¶ Che vuoi serbare al suo
161
1713
Trattien... ¶ TEOD. Taci, Sofia, che a noi son giunti
162
1713
TERZA ¶ asteria, cleone, fosca che torna, e dette. ¶ AST
163
1713
veniste, almo signore, ¶ Vuo' che di mie venture ¶ La
164
1713
vostre mani. ¶ TEOD. Basterà che narrare a noi vi
165
1713
dovran mai queste nozze, ¶ Che hanno a legar Sofia
166
1713
rimirar l'eterne fila ¶ Che in vari nodi poi
167
1713
incerti a nostre menti, ¶ Che non sanno il principio
168
1713
invariabil cagion di ciò che avviene; ¶ E l'ignoranza
169
1713
Perché da quel pensiero, ¶ Che la prima cagion non
170
1713
ancora. ¶ Oh felice colui che a Giove in seno
171
1713
i primi semi, ¶ Senza che nebbia al suo veder
172
1713
vana? ¶ Qual mano è che m'innalza, e al
173
1713
dirama. ¶ Come liquido umor che d'alto cada, ¶ Il
174
1713
cada, ¶ Il quale, ancor che fosse unito pria, ¶ Si
175
1713
perigliosa. ¶ Ma veggo poi che va tranquilla e lieta
176
1713
dovran per combattuta via ¶ Che farà dolorosi i primi
177
1713
Turba la bella luce ¶ Che sì chiari rendeva i
178
1713
così la mia mente, che non puote ¶ Render le
179
1713
Perché sempre disprezza ¶ Ciò che da me procede. ¶ AST
180
1713
io dir vi debba ¶ Che possano agguagliare opra sì
181
1713
è mia; ¶ E colui che la dà spesso la
182
1713
Ciel vi doni ¶ Ciò che il vostro desir può
183
1713
asteria ¶ CLE. Quando sarà che dopo tani e tanti
184
1713
vinto. ¶ AST. Tutto ciò che può darvi un cor
185
1713
un cor pietoso, ¶ Senza che all'onor suo punto
186
1713
vorrei potendo. ¶ CLE. Senza che al vostro onor si
187
1713
mia non è tal che voi possiate ¶ Perciò fuggirmi
188
1713
mi diè la sorte ¶ Che in parte corrisponde al
189
1713
vi trattenete ¶ Per tema che il mio sangue ¶ Non
190
1713
in questa differenza appunto, ¶ Che non so se sia
191
1713
ricchezza e la virtute, ¶ Che sono in voi leggiadramente
192
1713
nella mia mente impressa, ¶ Che m'induce a passare
193
1713
di spedire un messo ¶ Che'l rivochi d'Italia
194
1713
nozze, ¶ Tosto ei verrà, che non ha men desio
195
1713
desio ¶ Di posseder Sofia, ¶ Che di ripor l'Italia
196
1713
parte; e fate ancora ¶ Che il cancellier gli scriva
197
1713
Di queste liete nozze, che ho sospetto ¶ Che non
198
1713
nozze, che ho sospetto ¶ Che non le turbin mio
199
1713
la sua mestizia, ¶ Vuo' che or or le narriate
200
1713
mio volere. ¶ So ben che pria vorrà mostrarsi schiva
201
1713
co' miei detti ¶ So che le recherò tanto piacere
202
1713
Sofia chiamar farei, ¶ Acciò che qui per ascoltar venisse
203
1713
venisse. ¶ TEOD. Fate ciò che vi piace, ¶ Ch'io
204
1713
Si dee passar pria che a un piacer si
205
1713
Di sé la rimembranza, ¶ Che si fa dolorosa ¶ Se
206
1713
vita temendo! Ed or che al fine ¶ Da Giustiniano
207
1713
Del dolor di Sofia, ¶ Che non sento piacer del
208
1713
piacer del suo diletto: ¶ Ché trovar non si può
209
1713
può piacer sì lungo ¶ Che brevissimo affanno eguagli in
210
1713
manda ¶ Per cosa udir che grata assai mi sia
211
1713
mi sia, ¶ Ond'è che desiosa a voi ne
212
1713
appunto, ¶ Il bel Giustin, che fu de' tuoi sospiri
213
1713
preparando intanto ¶ Tutto ciò che t'occorre, acciò che
214
1713
che t'occorre, acciò che poi ¶ Impaccio alcun non
215
1713
celebrar le desiate nozze ¶ Che sia posta l'Italia
216
1713
Italia in libertate, ¶ E che torni Giustin. Né così
217
1713
a così van sospetto; ¶ Ché già l'eccelso imperator
218
1713
mondo ¶ M'ha commesso che imponga al bel Giustino
219
1713
imponga al bel Giustino ¶ Che venga da sua parte
220
1713
tosto Giustin farà ritorno ¶ Che gli giunga la carta
221
1713
Sofia! Chi mai pensava ¶ Che in un momento sol
222
1713
così gran diletto? ¶ Ma che tardiamo, Augusta? Andiam la
223
1713
ond'io m'accendo, ¶ Che anco i brevi momenti
224
1713
secoli produce. ¶ TEOD. Andiam, che anch'io godrò che
225
1713
che anch'io godrò che voi presente ¶ Siate a
226
1713
Siate a mirar quel che per voi si faccia
227
1713
Non v'è piacer che non finisca in doglia
228
1713
Non v'è dolor che il suo piacer non
229
1713
suo piacer non abbia: ¶ Ché la vicenda delle umane
230
1713
rai della turbata fronte, ¶ Ché il pianto tuo già
231
1713
sa. ¶ Lo stesso Amore, ¶ Che i cori accende, ¶ Al
232
1713
accende, ¶ Al mesto umore ¶ Che da voi scende ¶ Lo
233
1713
e teodora ¶ SOF. Or che il messo partissi, in
234
1713
partissi, in brieve attendo ¶ Che a noi si renda
235
1713
insieme. ¶ Ma non vorrei che qualche strano caso ¶ Disturbasse
236
1713
non temer, Sofia: ¶ Mira che il vento e l
237
1713
Esser lieta non posso, ¶ Ché non so qual timore
238
1713
tormenti, e men piacer che doglia. ¶ TEOD. Il tuo
239
1713
soverchio amore ¶ Forse sarà che a tal timor t
240
1713
tal timor t'induce; ¶ Ché son sempre congiunti amore
241
1713
Silvano a voi fratello, ¶ Che la lasciò di sua
242
1713
consiglio; ¶ E se avverrà che a Giustiniano piaccia ¶ Di
243
1713
cosa ¶ Fia l'impetrar che lo richiami ancora ¶ Dal
244
1713
nostre genti. ¶ AST. Spero che nulla a te sarà
245
1713
Vanne dunque, o regina, che in un punto ¶ E
246
1713
è dessa?... Ecco Sofia ¶ Che va mesta di me
247
1713
SOF. Il fuoco immenso, ¶ Che cresce sempre più nel
248
1713
Mi sforza a prevenirti ¶ Che, se presto non trova
249
1713
trova alcun riparo, ¶ Farà che poi sia tardo ogni
250
1713
tuo favore: ¶ Onde spero che avrem felice evento. ¶ Ma
251
1713
giunga il desiato giorno ¶ Che rompa il corso all
252
1713
aita, ¶ Per non mostrar che a tal furor consenta
253
1713
consenta. ¶ SOF. Come villan che al rapido torrente, ¶ Che
254
1713
che al rapido torrente, ¶ Che cade giù dalla montana
255
1713
l'argine oppor, però che teme ¶ Veder notar su
256
1713
a due la scopro; ¶ Ché non è mio voler
257
1713
fia meglio ¶ Ottener tollerando, ¶ Che in van mostrare altrui
258
1713
Come sentì Teodora, e che rispose ¶ Alla proposta di
259
1713
parte ¶ Ti narrerò ciò che al mio dir rispose
260
1713
racconto e darci noia; ¶ Ché tale è delle corti
261
1713
chi ci turbi. ¶ Andiam, che intanto ¶ L'imperatrice a
262
1713
e più noiose cure ¶ Che ingombrano la mente a
263
1713
e coi gran doni: ¶ Ché de' soldati l'incostante
264
1713
a freno. ¶ Perché colui che sotto duro impero ¶ Il
265
1713
di lui timore, ¶ Tal che sopra il suo autor
266
1713
evitar tanti perigli, ¶ Or che in Italia andar le
267
1713
il prevenir la fame ¶ Che potrebbe in paese a
268
1713
nostre schiere. ¶ Farem però che si raccolga insieme ¶ Molto
269
1713
insieme ¶ Molto frumento, e che su i curvi legni
270
1713
e di maturo senno, ¶ Che sicuro lo guidi in
271
1713
altrui ¶ La propria debolezza, ¶ Che gli onori a lui
272
1713
è il ritrovar signore ¶ Che giustamente il premio ai
273
1713
quella turba vile adulatrice ¶ Che, rispingendo il maggior merto
274
1713
di senno e valor, che per l'etade ¶ Prossima
275
1713
pensiero a dare effetto; ¶ Ché non tollera indugio un
276
1713
così pensoso? ¶ IMP. Colui che dà principio a qualche
277
1713
al destinato fine. ¶ Io, che fra tante mi ritrovo
278
1713
alcuno ¶ Lasciar le cure che'l mio passo sieguono
279
1713
IMP. No, restate, Teodora; ¶ Ché la presenza vostra ¶ Ogni
280
1713
qual cagione: ¶ Onde vorrei, che ben tempo omai parmi
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parmi, ¶ Unirla ad un che di lei degno sia
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degno sia; ¶ E fin che ciò non avverrà, signore
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bellissima figlia di Silvano, ¶ Che non potrà mancarle alcun
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qual più vi piace, ¶ Che se pur desiasse il
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Ma sarà coppia tal che mai più bella ¶ Imeneo
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vide il sole. ¶ Oltre che già di tal ricchezza
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restò, poiché morì Silvano, ¶ Che può bastar per decorosa
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dote. ¶ IMP. Tutto ciò che a voi piace, è
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me rinascer sento! ¶ Parmi che il cielo e l
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IMP. Era ben giusto che sì eletta gente, ¶ Ch
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senza stragi e morti ¶ Che, mentre le città vuotano
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piede entro la reggia; ¶ Che le cure del regno
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All'utile comun più che a se stesso. ¶ E
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più gelati petti! ¶ Io, che fui già gran tempo
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la mia crudeltà, sì che il ridussi ¶ A trarre
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io, nel punto istesso ¶ Che mancava il rimedio alla
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stolta! Tu non puoi ¶ Che del fato lagnarti e
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te stessa. ¶ Chi sa che alcun nemico ¶ Quel ferro
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oh Dio, non porti, ¶ Che ha da passarti, o
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il seno? ¶ Chi sa che il sordo mare, ¶ Innalzando
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la vita? ¶ Chi sa che tu non debba, ¶ Colle
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lieto saresti ¶ Nel mirare che Amor faccia vendetta ¶ Del
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hai vergogna? ¶ Di me, che quasi figlia t'educai
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presi; ed ora ¶ Par che tu non ardisca ¶ Narrarmi
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sospiri? ¶ SOF. O Asteria, che mi sei sorella e
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sei sorella e madre, ¶ Che giova senza speme ¶ L
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Anche il contrario umor che su vi cade. ¶ AST
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poco d'amarmi, ¶ E che d'Asteria tua poco
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narra senza tema ¶ Ciò che'l pensier t'opprime
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con lo stuol guerriero ¶ Che manda Giustiniano a liberarla
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forte me n'accesi ¶ Che viver senza lui non
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morte. ¶ AST. Già so che dentro ai giovanili petti
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il fato, ¶ Far sì che in dolce nodo ¶ Resti
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freno alla tua doglia, ¶ Che non conviene a una
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potria chi ti rimira ¶ Che fosse solo effetto ¶ Di
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n'andrò da Teodora, ¶ Che mi ama sì come
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presta, io certo tengo ¶ Che resterai dell'opra mia
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Altra mercé non voglio ¶ Che la tua contentezza e
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il tuo diletto, ¶ E che mi ami, o Sofia
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sorella, e pensa teco ¶ Che dalla tua risposta ¶ La
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vele ¶ Nube nel ciel che ti contenda il giorno
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giorno, ¶ Vento nel mar che t'impedisca il legno
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alla luce ¶ Un'aura che, con moto eguale e
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richiami? ¶ Impara almeno, impara ¶ Che chi felice amor fugge
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tuo rigor ¶ Fu quel che ti tradì. ¶ Quando ti
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L'amor verso Sofia, ¶ Che per non rimirar dolente
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alla mia mensa. ¶ Forse che qualche infermità l'opprime
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solo è la ferita, ¶ Che tanto è a lei
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far... ¶ AST. No; resta, ¶ Ché più la tua dimora
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più la tua dimora, ¶ Che la presenza tua, potrà
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fa ch'io sappia ¶ Che deggio far giammai che
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Che deggio far giammai che le sia grato. ¶ AST
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il fuggiva. ¶ Ma Amor, che lungamente ¶ Libero dal suo
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in modo, ¶ Meschina lei, che fa pietade ai sassi
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qual sarà la via ¶ Che noi tener possiamo ¶ Per
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se chiedete a lui ¶ Che d'unir sia contento
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seguire in Italia Belisario, che in quel tempo era
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Giustiniano contro i Goti, che l'Italia ingiustamente da
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nella sua partenza Sofia, che avea fino allora mostrata
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campo a quella passione che avea con tanto artifizio
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Teodora, ottenne da Giustiniano che si desse Sofia in
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isposa a Giustino, e che questi si richiamasse senza
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in una noiosa calma che immobili le rendeva. Giustino
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nave sul picciol legno che avea recato il comando
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Durazzo, appunto nel tempo che l'infelice Sofia ivi
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navi pronte, e genti che stanno per ascendervi. ¶ giustiniano
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scorso ormai ¶ Un secolo che giace ingiustamente ¶ In dura
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rei tiranni. ¶ Ite sicuro, ché sul vostro braccio ¶ Traete
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intende. ¶ E quella forza che non è legata ¶ Dalla
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non vale ¶ L'impeto che dal braccio in lui
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lui discende, ¶ Ond'è che si discioglie in mille
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discioglie in mille pezzi ¶ Che non han se non
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impero. ¶ Ma quegli, poi che vincitor si vide, ¶ Tosto
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speranza entro del seno, ¶ Che parmi aver la servitute
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apparecchiar le sue difese, ¶ Che'l giunger quello, allor
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l giunger quello, allor che meno il teme, ¶ Spesso
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teme, ¶ Spesso è cagion che ne rimanga oppresso; ¶ Qual
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luce. ¶ BELIS. Almo signor, che soggiogate il mondo ¶ E
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Primo è il desio che ho d'ubbidire a
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di scacciare i Goti, ¶ Che già s'aggira il
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aggira il settantesim'anno ¶ Che mai non furo soggiogati
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felice sorte. ¶ IMP. Tu, che vincesti l'Africa superba
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Galli il rio disegno, ¶ Che voleano occupar l'eterna
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BELIS. S'oggi avverrà che col favor del Cielo
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degno parto, ¶ Di quella che ottener può la mia
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accresci. ¶ Ma tu, Giustino, che nel fior degli anni
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imperatore, il gran desio ¶ Che ho d'esser pronto
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nipote, il desiderio ardente ¶ Che in voi rimiro d
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generoso illustre segno. ¶ Ma che dobbiate in così verde
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e trovo al fine ¶ Che son per voi d
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al mio stato ¶ Par che non si convenga il
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fatiche e dai perigli, ¶ Che della gloria son sempre
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trapassar senza seguirla? ¶ Certo che, se morrò per tale
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meglio una gloriosa morte ¶ Che trarre i giorni in
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la mia gloria, allor che torni ¶ In sì giovine
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onore? ¶ Allor forse avverrà che non mi sprezzi ¶ Tal
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abbiate voi la cura ¶ Che sempre egli ne venga
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soletto entro a' nemici, ¶ Ché resteria dal troppo ardire
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entro al suo seno; ¶ Ché il mio dover, l
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amore ed il comando ¶ Che da voi scende mi
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IMP. È tempo ormai che su le curve navi
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Vi riduciate, o duce; ¶ Ché son l'aure seconde
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dispiace ¶ Questa vostra partita, ¶ Che quasi in parte il
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E vanno sì veloci ¶ Che ingannano lo sguardo. ¶ Oh
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impaziente corsi ¶ Al bergantin che a noi poc'anzi
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le vele al vento, ¶ Ché in questo punto vuo
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E disse: 'Io credo che scherzar vi piaccia ¶ Meco
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risposi: 'il legno sciogli; ¶ Ché Amore, il qual de
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temendo ¶ Giustamente di ciò che poscia avvenne. ¶ TEOD. Oh
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in guisa tale ¶ Però, che gir gli parve a
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armate navi ¶ Tanto eravam, che la metà dell'opra
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Scirocco Africo e Noto, ¶ Che, traendo con loro un
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per le bianche spume ¶ Che rompendosi il flutto al
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lampi il sanguinoso lume ¶ Che squarciando alle nubi il
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in mille pezzi scisse, ¶ Che o ricopriano il mare
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E il pino ancora, che fra gli smossi legni
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andò lo sconsigliato legno, ¶ Che in luogo giunse ond
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Noto ¶ E l'onda che da poppa alzava il
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prora in cotal guisa ¶ Che ruppe l'onda e
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interrotte e moribonde voci ¶ Che chiedevano in vano al
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Io nol so dir, che'l mio timor mi
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fa noto. ¶ TEOD. Credo che a voi la vita
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rendiamo al Regnatore eterno, ¶ Che benigno vi scorse al
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son smarrito. ¶ FOS. Allora ¶ Che la bella Sofia vi
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e vita. ¶ TEOD. Aimè, che sento! ¶ IMP. Oh misero
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dov'ella giace, ¶ Prima che il .duol mi uccida
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vostri passi? ¶ Ecco Sofia che a ritrovar vi viene
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crudeli eventi, a me, che sono ¶ Fin or non
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viver vostro, ¶ Tanto quello che opraste il cor mi
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la conoscenza dell'errore, ¶ Che voi mostrate, e la
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pena allor degna sareste, ¶ Che merta ognun che violò
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sareste, ¶ Che merta ognun che violò coll'opre ¶ Il
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decoro umano: ¶ Né crediate che il dare a sé
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bevanda tepida le porsi, ¶ Che provocò lo stomaco e
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suol l'avvelenato umore ¶ Che avrebbe l'alma dal
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poscia un antidoto possente, ¶ Che, ricercando ogni riposta parte
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rimasta qualità mortale, ¶ Tal che ora vive, e viverà
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gentile, è tempo ormai ¶ Che della vostra fé, della
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in questo luogo ¶ Vuo' che con nodo eterno amor
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vi stringa. ¶ GIUS. Oh che dolce comando! Il mio
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d'amor sempre nemica, ¶ Che le fa rigettar ciò
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le fa rigettar ciò che desia. ¶ Io ben lo
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Io ben lo so, che son per prova esperta
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acerba, ¶ Perché m'avveggio che di tanto bene ¶ Non
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Tanto merto si fe', che certo credo ¶ Che possa
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fe', che certo credo ¶ Che possa il vostro generoso
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arbitrio lascio ¶ Chieder ciò che desia, ricchezze, impero, ¶ E
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Asteria, udite? Io so che non vorrete. ¶ Col rifiutar
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di Cleone, ¶ Esser cagion che giustamente il mondo ¶ O
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Lo so ben io, che fui la maggior parte
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più sente il lume, ¶ Che più da sé lo
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al mondo ¶ Per dimostrar che in mezzo a' gravi
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non sempre il duol che i cori opprime ¶ Delle
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fa giusta misura; ¶ E che non sol fra i
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Perché l'istessa forza, ¶ Che retta da ragion conduce
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Chi mai creduto avrebbe ¶ Che dall'infausto seno ¶ Di
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sol tornò. ¶ Felicissimi amanti, ¶ Che della vostra fede ¶ Così
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vostri affanni il frutto; ¶ Ché il passato dolore ¶ È