Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

II. ¶ Quest'uomo, Carlo Clauss, venne per la prima

il nome di Carlo Clauss era ripetuto sottovoce, e

seppi allora che Carlo Clauss era nostro parente e

e mia madre, Carlo Clauss fece racconti meravigliosi. Io

prevedere? ¶ — Certo... — rispondeva sorridendo Clauss. — Ma ora tutto è

Sembra un querciolo... ¶ Ma Clauss badava poco a lui

per guardar fuori. Anche Clauss si alzò e si

gran fascio di luce. Clauss girò intorno gli occhi

io cercai di sorridere. ¶ Clauss si volse dove il

lontane apparizioni. Avevo ascoltato Clauss senza quasi comprenderlo, tanto

e ricominciò a cantare. ¶ Clauss sollevò il capo. Il

tutti uccidono... ¶ — Infatti, — disse Clauss per consolarmi, — non è

tutti egualmente facile. ¶ III. ¶ Clauss restò soltanto tre giorni

Confesserò, senza vergogna, che Clauss mi aveva profondamente toccato

alpina. Ora non più. Clauss aveva lasciato cadere in

e io pensavo a Clauss. La mia ilarità a

con me, troveremo certamente Clauss, che ci aspetta... ¶ — Davvero

un luogo di perdizione. Clauss ci va ogni sera

è molto bella. ¶ — E Clauss? ¶ Entrammo in una sala

una piccola stanza azzurra. Clauss stava seduto sopra un

inchinandosi fino a terra. ¶ Clauss mi guardò. ¶ — Sei tu

che era vuoto. ¶ Carlo Clauss stava fermo. Con voce

buffo di una furia. Clauss levava ogni tanto su

quei giovani, rivolto a Clauss — come possano durare pregiudizi

è di baciare Clarissa? ¶ Clauss rise. ¶ — Infatti, — disse, — è

in mezzo alla stanza. ¶ — Clauss! — disse con voce così

aperti da ebete. Soltanto Clauss pareva calmo. Egli si

Perchè sei venuta? Perchè? ¶ Clauss non si mosse. Nemmeno

sollevata, tremante. ¶ — Infine! — esclamò Clauss con un gesto d

tubare delle colombe, ora Clauss immobile, e ora Sterpoli

ne fossero andati. Improvvisamente Clauss esclamò: ¶ — Daria! Daria, ti

per te, per te Clauss, per te solo! — e

amici, — disse con dolcezza Clauss, — di quanto è accaduto

È una donna, — soggiunse Clauss sorridendo. ¶ — Ma perchè è

altro. ¶ — Per mentire... — rispose Clauss. ¶ Poi mormorò: — Me ne

altro. Lentamente c'incamminammo. Clauss mi teneva per mano

Io non sapevo... Ah! Clauss! Io non so niente

so niente! ¶ — Ora, — soggiunse Clauss con dolcezza, — son certo

un'altra voce. E Clauss, calmo, senza scomporsi, aveva

insensata. Mi pareva che Clauss fosse a spiarmi dietro

Ripensavo ai compagni di Clauss; mi ricordavo che uno

per quell'altro, per Clauss. Capisci? Ah! tu non

penisoletta, la casa di Clauss, poco lontana, fra un

da siepi di oleandri. Clauss in persona s'affacciò

sera eravamo tutti pazzi. ¶ Clauss aveva l'aspetto di

un livido sulla faccia. ¶ Clauss di nuovo sorrise. Poi

di me stesso, — rispose Clauss con la medesima voce

di consolarla quando piangeva? ¶ Clauss m'accarezzò con dolcezza

No, no, — balbettai, — no, Clauss, non andrò da lei

voce cattiva... No, no, Clauss, non è possibile! ¶ — E

dunque paura, stupido? — domandò Clauss bruscamente. ¶ Ecco: davvero avevo

me. ¶ — Al contrario! — esclamò Clauss alzandosi. — Quando ti avrà

città e andai dove Clauss mi mandava. Alla porta

quel momento. — È Carlo Clauss che mi manda... Egli

Quello sguardo mi sgomentò. ¶ — Clauss? — sibilò ridendo ironicamente. — Avrà

dei tanti sguatteri di Clauss. Bella gente! Eccoli come

da me il signor Clauss? Vuole che io cada

uccide? ¶ — No, no! — gridai. — Clauss non vi ama e

come sapete voi che Clauss non mi ama? Lui

e volgare. ¶ — Ecco, — soggiunsi: — Clauss desidera che voi veniate

di quanto è accaduto, Clauss piangeva... Vi giuro, — esclamai

nostri giorni contati? Ebbene: Clauss ha i giorni contati

esiste fra lui, Carlo Clauss, e un uomo condannato

in un'antologia. Così Clauss... ¶ — Basta, basta, per carità

ho voluta? ¶ — No! — esclamai, — Clauss non dirà questo. Io

tu non lo conosci). — Clauss è capace di tutto

Prima di andare da Clauss, passai da un mercante

fronte a me, Carlo Clauss la serviva con gesti

alla nostra felicità, — diceva Clauss. — Non vi pare? Ah

dimenticarla. ¶ — Sì, cara, — continuava Clauss con voce misurata, con

la tavola. Io guardavo Clauss, pensavo: — T'inganni! Non

donare. ¶ — Sono straordinario? — domandò Clauss. — In che cosa, se

frutto dell'esperienza, — disse Clauss. — S'impara a inventare

che sono vecchio. ¶ — Povero Clauss! — mormorò Daria. — È veeecchio

veeecchio! ¶ — Perchè ridete? — domandò Clauss. — Non è poi una

posava sulla mano di Clauss, quando gli domandava: — Per

insieme a cena! — disse Clauss. ¶ — Perchè? — domandò Daria. ¶ Accostandosi

Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò: ¶ — Volete sapere la

chi dunque? ¶ — Ah! questo Clauss! — esclamò Daria, guardandomi finalmente

specchio. ¶ — Non ti pare, Clauss, — domandai a un tratto

burlo di lui. Ma Clauss non badava a me

a ridere e che Clauss si avvedesse dello scherzo

mi guardava. E anche Clauss mi guardava, sorridendo ambiguamente

sulla veranda. ¶ — Ecco, — disse Clauss a Daria: — tenete questa

che abbiamo seppellito stasera. ¶ Clauss parlava con intenzione. Sì

mentivano. Mi sembrava che Clauss si fosse avvicinato a

possibile! ¶ — Che importa? — sussurrò Clauss, e si accostò ancora

uno contro l'altra, Clauss e Daria mi guardavano

Allora impaurita balbetta: — Da Clauss... È andata da Clauss

Clauss... È andata da Clauss! — Basta! Io son cieco

voce: ¶ — Non so... Da Clauss. L'ho lasciata laggiù

corro a casa di Clauss, e, arrivata dinnanzi al

cercarla nel letto di Clauss per farti contenta? E

porterei per mano da Clauss e gli direi: Eccola

dinnanzi alla casa di Clauss. Mi fermai. Improvvisamente tutti

quella voce. — Sono io, Clauss, sono io! — rispondo. Poi

a Sterpoli quando affrontò Clauss all'Alhambra, la sera

scagliò con ira contro Clauss, colpendo invece Sterpoli in

più di ogni altro Clauss, il quale pure all

Daria, come abbiamo veduto. Clauss non lo raccolse egualmente

gola di Daria. Poi Clauss ed io ce ne

di Daria, quella di Clauss, quella di Sterpoli, disgraziato