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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Cristina, 1908

concordanze di «Cristina»

nautoretestoannoconcordanza
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Cristina. ¶ I. ¶ Mentre Cristina si
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Cristina. ¶ I. ¶ Mentre Cristina si chinava a cogliere
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è Peppino Fiorillo — mormorò Cristina con un piccolo moto
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nel pomodoro che gorgogliava, Cristina sedette in un angolo
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a Pietramelara e lei, Cristina, restava sola, a diciott
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ella, raddolcita. ¶ — Ecco qua. ¶ Cristina la buttò nella cenere
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un sudicione. ¶ Nella giornata, Cristina non ebbe più tempo
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rosario. Alla Salve regina Cristina s'inginocchiò e restò
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e col padre di Cristina. Irene e Cristina lavoravano
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di Cristina. Irene e Cristina lavoravano all'uncinetto certe
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lo dirai? ¶ — Prometto. ¶ Dopo, Cristina non ci pensò più
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seguente, che era domenica, Cristina, dopo aver annodato la
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Patria e Libertà: ma Cristina fu inquieta durante tutta
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umidità, Irene disse a Cristina: ¶ — Totonno mio è con
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è con Peppino Fiorillo. ¶ Cristina sogguardò da quella parte
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l'aria imbronciata di Cristina, Peppino seguitò il suo
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fu subito corretto, è Cristina, è Cristina Demartino, circolò
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corretto, è Cristina, è Cristina Demartino, circolò sottovoce. ¶ — Cristina
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Cristina Demartino, circolò sottovoce. ¶ — Cristina corrisponde? ¶ — No, no, non
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Irene. ¶ — Irene dice che Cristina non vuol saperne. ¶ — Sarà
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ha un soldo e Cristina ha quattromila ducati di
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che ha l'asma, Cristina eredita. ¶ — Dio mio, che
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faccia malinconica ha Peppino! Cristina potrebbe guardarlo un momento
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di Peppino Fiorillo per Cristina Demartino circolava per tutta
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che vuoi bene a Cristina Demartino? — gli domandò Ciccillo
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vedeva la terrazza di Cristina, e a passeggiare. Appena
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Peppino Fiorillo concluse: ¶ — O Cristina, o la morte. ¶ Trovò
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financo Victor Hugo, che Cristina non aveva mai letto
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di orecchini in pastiglia. Cristina lesse le lettere, ma
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salutava più nessuno. ¶ — Quella Cristina è proprio senza cuore
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sotto la casa di Cristina: se ne parlò un
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frasi più disperate. Sempre Cristina avrebbe voluto respingerle, ma
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dedicato alla mia divina Cristina, tutto idealità e firmato
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niente. Alla sera, mentre Cristina leggeva il Pungolo a
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Nel mese di maggio Cristina Demartino ricevette un giornale
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birra. Di questa poesia Cristina non capì la parola
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chiese a sua figlia Cristina: ¶ — Cristinella, lo conosci Giovannino
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ma sulle ventiquattro, appena Cristina aveva intonato il rosario
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lui quella sera, e Cristina, dopo essersi fermata un
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Mammà vorrebbe venire domani, Cristina. ¶ — Non è meglio domenica
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piace l'uva nera, Cristina? ¶ — Mi piace, ma quando
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l'altra sera? ¶ — Grazie, Cristina. Resta inteso, dunque, che
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braccio, perchè non conviene. Cristina conservava la sua serenità
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un biglietto di Peppino: Cristina, per solito così calma
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per il pranzo, perchè Cristina chiudeva tutto, sempre, e
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per le alici. ¶ Ma Cristina trasse prima da un
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serva. ¶ — Che sarà? — chiese Cristina, come perduta. ¶ Poi tesero
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strillò la serva. ¶ Allora Cristina, dopo avere esitato un
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aperti. Li rivolse su Cristina, quando ella apparve. ¶ — Signorino
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una immagine dell'Assunzione, Cristina, seduta accanto al letto
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a letto? ¶ — No — disse Cristina. ¶ Egli uscì in punta
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a voce alta, chiamando Cristina la sua sposa, la
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contraddiceva: chinava il capo, Cristina, e impallidiva. Il senso