Giovanni Carmignani, Polissena, 1789

suoi figli è amato da una bella Principessa, la

vecchio Generale assassinato vilmente da un rival furibondo; Ecco

di rappresentanze così sublimi da non farci invidiare alla

non deve ripetersi, che da una plausibile emulazione, e

una plausibile emulazione, e da un entusiasmo di arditezza

è al presente inondato da una quantità pressoché prodigiosa

del Pubblico è stata da me composta nell'età

primo a convenirne, lontano da oppormici. L'abile Signor

prudente partito di desistere da un'impresa, che mal

attente, e industriose. Si dà comunemente il nome di

il tuo cuore ¶ Vinto da lei … ¶ PIRRO ¶ Sì: mio

Alfin m'escì chiaro da' labbri a forza. ¶ Dissimular

e quasi esangue ¶ Solo da me parea sperar mercede

il seno ¶ Tutto avvampar da nuovo fuoco intesi. ¶ Impallidii

Ad amar comincia fin da quel punto, ¶ E a

feral … ¶ s'alza spaventato ¶ Da quella tomba ¶ Udir si

tant'ira ¶ Che volete da me, barbari Dei? ¶ si

Mesto un grido feral da quella tomba. ¶ Che mai

la voce, ¶ Figlio, sortir da questi marmi udisti. ¶ PIRRO

PIRRO ¶ E che brama da me? ¶ CALCANTE ¶ Chiede vendetta

i suoi gemiti udir da quell'orrore ¶ Ombra sdegnosa

dall'urna. Pirro gli dà il proprio ¶ Quello ferir

V ¶ Calcante, Arsindo. ¶ ARSINDO ¶ Da quell'ira che speri

troppo sovente, è vero, ¶ Da me lo svelle, e

tuttor soffio di vita ¶ Da questo corpo ad esalar

EROPE ¶ Fremer mi fai. -Da quai tartaree larce ¶ Spaventata

fuggi gli amplessi. ¶ Perché, da un tetro orror colpita

di catene avvinta ¶ Lungi da me, né mi concede

aggirava il mio piè da taciturne ¶ Tenebre spaventose intorno

Garzon giacer sul suolo ¶ Da un acciaro trafitto io

Corro - ma, oh Ciel! … da quella tomba istessa ¶ Ove

appoggio ¶ Della costanza mia da me s'invola … ¶ Polidoro

chiami a nome! ¶ Forse da Polidoro … Di'! … vedesti ¶ Il

i suoi tesori ¶ Fosser da lui; Mentre temendo avversi

e lontano ¶ Dal paventar da lui frode, od insulto

POLISSENA ¶ Lode agli Dei! - Da quel fatal periglio ¶ Scampato

grato, ma disciolta ancora ¶ Da ogn'altra servitude, ed

io ti rilascio. ¶ Fin da quest'ora ad ogni

A quel giogo fatal, da cui mi sciogli. ¶ PIRRO

Tiranno. ¶ POLISSENA ¶ Soprafatta, Signor, da ciò che ascolto ¶ Temo

ragion cede alla forza. ¶ Da poiché cominciò questo mio

dal comun laccio avvinto ¶ Da quel fuoco crudel, o

Principessa, ¶ Sempre portar lungi da me mi sento! ¶ La

vede in servitù ridotta. ¶ Da che ti vidi, disperato

dardo ¶ Fitto nel cuor, da cui straziar mi sento

l'odio mio malgrado ¶ Da te si vuol, che

e che egli stesso ¶ Da un barbaro dovere astretto

in faccia tua ¶ Lungi da me la mia anima

ma per dar calma ¶ Da te lontano a' sensi

temi? ¶ PIRRO ¶ Se ingannato da te … ma no - perdona

la ragione in lui ¶ Da una forza maggior vinta

vedo ¶ Artificio onde trar da ceppi suoi ¶ D'Achille

rapisti, e ucciso ¶ Fu da te il Padre suo

velen? Chi t'assicura ¶ Da un ferro ascoso? E

poter … non voler trarmi ¶ Da quest'inganno, e l

altro non bramo ¶ Udir da te; Minacci pur, se

a suo piacere, almeno ¶ Da una destra sì cara

saper non voglio ¶ Altro da labbri tuoi … ¶ ARSINDO ¶ con

PIRRO ¶ Stelle! … ¶ come escendo da un inganno ¶ ARSINDO ¶ Molto

a ragionar d'amore ¶ Da me fu visto. ¶ PIRRO

che trasportar ti vedo, ¶ Da sì torbide smanie, e

Chiamano ad opra tal da coronarti ¶ Del Sesso tuo

osservi che egli esce da una scena vicino al

pria … ¶ battendosi vien ferito da Pirro ¶ Barbare Stelle … ¶ egli

Del fido suo cadrà da me trafitta. ¶ Solo in

tutto a parte ¶ PIRRO ¶ da sé ¶ Avidi miei furori

dalle Guardie. ¶ POLISSENA ¶ partendo dà un'occhiata penetrante a

Scena. Vicino al Proscenio da parte destra avvi una

ed una spada nuda. Da parte sinistra giace disteso

Polidoro ucciso. Polissena condotta da una Guardia esce verso

alla tavola ¶ Dove son! … Da quale ¶ Spettacolo feral cinta

man dell'idol mio, ¶ Da quei, che adoro; da

Da quei, che adoro; da colui, che solo ¶ Il

la via ¶ Onde sortir da tanto duol - Si vuoti

la tazza ¶ POLISSENA ¶ spaventata ¶ Da me che vuoi crudele

barbarie, il mio furore ¶ Da te fu acceso allor

la morte. Io, che da' Numi ¶ Dagl'uomini, da

da' Numi ¶ Dagl'uomini, da te, dal mio destino

mi chiama … ei chiede ¶ Da me vendetta, ed io

fai? … ferma - tu strappi ¶ Da quella fredda spoglia il

cara alma … ¶ è ritenuta da Pir. ¶ PIRRO ¶ E dove

e il guardo appena ¶ Da questi marmi a sollevarmi

mia! … chi porta ¶ Lungi da me quell'omicida umore

e forse all'Ara ¶ Da suoi Nemici è trascinata

Polissena. ¶ POLISSENA ¶ Che vuoi ¶ Da un infelice oppressa? a

Non trar, ti prego, ¶ Da questi labbri un sì

appena posso - e cinta ¶ Da' legami di morte è

è chiuso ¶ Tanto valor da liberarti - Io vado ¶ Tanti

Io vado ¶ Tanti amici da unir, quanti sian duopo

pende ¶ La mia felicità da' giorni tuoi? ¶ POLISSENA ¶ Principe

E se giammai, Signor, da una meschina ¶ La tua

chiuso ¶ In questo sen da rimirar costante ¶ Il mio

i scogli dell'Eubea da simil fato ¶ L'aure

propria mano ¶ L'ora da Fati al morir mio

cuor mirar degg'io ¶ Da non farti ascoltar le

spetta il trucidar colei. ¶ Da bracci suoi si svelga