Giuseppe Parini, Il mezzogiorno, 1765

fido speglio ¶ La tua Dama cessò. Quante uopo è

rivolga; e d'altra ¶ Dama al fianco s'assida

mano ¶ De la tua Dama: e il suo bel

e a la tua Dama ¶ Quanto elegante esser più

innocente allor la bella ¶ Dama improviso adombrerà la fronte

mano ¶ A la tua Dama; e lei dolce cadente

a gioirne. ¶ Ecco la Dama tua s'asside al

abbandonar de la sua Dama ¶ Non fia lecito mai

serba. ¶ Forse a la Dama di sua man le

Oh come spesso ¶ La Dama dilicata invoca il Sonno

Ma se a la Dama dispensar non piace ¶ Le

occhi ¶ De la tua Dama dolce lagrimetta ¶ Pari a

essenze a la tua Dama; ¶ Ella rinvenne alfin: l

essi a la tua Dama è caro: ¶ O qual

cognome a la tua Dama; ¶ E pinte trascinar su

cure fieno ¶ A la Dama rivolte: anco talora ¶ Ti

commercio; e la tua Dama ¶ Anco un motto ne

sederà de la tua Dama ¶ Al fianco ancora: e

occhi andrai ¶ De la Dama gentil, che a te

il nitido cristallo, ¶ Nè dama convitata unqua presuma ¶ Di

ove a la docil Dama, ¶ E al saggio Cavalier

l'orecchio beva ¶ La Dama dalle tue labbra rapita

lieve puntando ¶ La tua Dama gentil fatto avrà cenno

poi de la tua Dama ai labbri: ¶ Or memore

Guidar de la tua Dama; o l'alte moli

bel sen la tua Dama; e pieni vetri ¶ Di

garrir con la tua Dama. ¶ Servi le leggi tue

al sol diletto ¶ La Dama, e il Cavalier volsero

empisti ¶ A la tua Dama, e di novelli odori

gli oda ¶ La tua Dama, e si turbi, ed