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Vittoria Colonna, [Rime], 1538

concordanze di «Di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1538
gioia pieno. ¶ SONETTO CX. ¶ Di cento invitti scudi armato
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1538
prego, che ogni nome ¶ Di questi l'ora mille
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1538
d'un obietto amanti, ¶ Di propria man, con quel
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1538
ciel, spirti beati, ¶ Non di ferro o d'orgoglio
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1538
d'ira armati, ¶ Ma di concetti in Dio stabili
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1538
e per l'onore ¶ Di Dio v'armaste, e
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1538
inchinaste all'infinito amore ¶ Di Gesù dolce, onde 'l
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1538
CXIII. ¶ D'altro che di diamante o duro smalto
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1538
fu grazia e podere ¶ Di non peccare. O raro
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1538
dono ed alto! ¶ Cagion di gloria all'onorate squadre
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1538
nacque a noi colei di cui nascesti ¶ L'animo
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1538
al vero alto soggiorno. ¶ Di molti rai da pria
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1538
Poi dentro il fer di maggior lume adorno. ¶ So
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1538
girgli incontro lietamente armato ¶ Di puro acceso amor, di
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1538
Di puro acceso amor, di viva fede, ¶ Poi c
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1538
fede, ¶ Poi c'hai di me la cura, ch
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1538
par ch'adopre ¶ Contra di te, che sei virtù
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1538
t'elesse ¶ A mostrarne di sè l'immagin vera
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1538
Nel cor l'istoria di sua man dipinse ¶ Del
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1538
in sè stesso, e di tutt'altri cura ¶ Prende
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1538
dritta via ¶ Col favor di là su correr leggiero
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1538
acceso al lume vero, ¶ Di quanto qui di buono
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1538
vero, ¶ Di quanto qui di buono opra o desia
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1538
invisibil sua divina chiave. ¶ Di speme acceso più timor
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1538
sè stessa si compiace ¶ Di grazia acquista, ma quanto
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1538
mondo aspira, ¶ Trova pace di fuor ma dentro guerra
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omai fermato il core ¶ Di non mai volger vela
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umano; ¶ Grand'opra fa di re saggio e possente
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SONETTO CXXX. ¶ In forma di musaico un alto muro
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mentre ei splende, io di desire avvampo ¶ D'aver
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1538
notte agli occhi altrui di fore, ¶ Per veder dentro
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in tutto svelli ¶ Questa di verdi e ben composte
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composte frondi ¶ Ricca e di ver onor povera pianta
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lieta rinnovelli ¶ Germi cospersi di rugiada santa, ¶ Che sian
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1538
rugiada santa, ¶ Che sian di frutti e fior sempre
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1538
leggiadre, ¶ Che nacquer sol di caritade ardente. ¶ Va il
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Veggio d'alga e di fango omai sì carca
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1538
che se qualche onda ¶ Di fuor l'assale o
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1538
amor superno! ¶ Apri omai di pietà l'immensa porta
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mio Signor, che avaro ¶ Di fuor si mostra al
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1538
pensieri. ¶ Veggio rilucer sol di armate squadre ¶ I miei
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1538
adombra ¶ Lo sdegno, pur di quei più antichi vostri
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1538
mortal caduco onore, ¶ Se di quel di là su
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1538
onore, ¶ Se di quel di là su l'alma
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1538
vane al bel raggio di fede, ¶ Ch'a più
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1538
chiaro si scopre, ¶ Arma di fede e speme in
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1538
disgombra. ¶ SONETTO CXLVI. ¶ Quanto di bel, di dritto e
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1538
CXLVI. ¶ Quanto di bel, di dritto e buon si
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1538
mortal piume ¶ Senza quel di Gesù fermo sostegno. ¶ SONETTO
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1538
a campo aperto, ¶ Prese di terra in croce un
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1538
col sangue. ¶ Indi, carco di spoglie, il cammin erto
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1538
sovente ¶ Entro 'l cor di Gesù, bacia di fore
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1538
cor di Gesù, bacia di fore ¶ Il sacro lembo
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1538
parea ¶ Veder l'insegna di quell'aspra e rea
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1538
ogni fronte ¶ S'onorasse di lei, ma nè la
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1538
ira ardente. ¶ Scintilla allor di carità non sente, ¶ Nè
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1538
inferno e 'l mondo, di luce infinita ¶ Lampeggiâr sempre
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1538
l'amor lo avvinse ¶ Di laccio, e in croce
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1538
e 'l capo sol di spine ornato, ¶ E da
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1538
vêr noi maraviglioso affetto, ¶ Di morir Dio su l
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1538
in forse ¶ La lasciò di cader; ma caro in
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1538
bella ¶ Risplender la farà di gente in gente. ¶ SONETTO
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1538
SONETTO LXXXV. ¶ Chi desia di veder pura ed altera
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1538
rende ¶ Tal, che falda di lei unqua non pêra
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1538
vergin sacra, madre vera ¶ Di Dio, col santo Spirto
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1538
tuo latte il figliuol di Dio nudriva, ¶ Or com
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1538
l'albergo umile adorno ¶ Di chiara luce, e timidi
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1538
prima fu in mente ¶ Di Dio formato, e in
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1538
natura. ¶ Veggio il figliuol di Dio nudrirsi al seno
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1538
XCI. ¶ L'aura vital di Cristo in mezzo il
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1538
sbandita ¶ Stava in quella di Dio chiuso e ristretto
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1538
e finita ¶ L'infinito di Dio verbo concetto; ¶ Andasse
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1538
braccio ¶ Fanciullo umíl, sol di vil fascia adorno. ¶ Il
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1538
Il qual poi che di lume, grazia e ardore
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1538
il sacrificio immondo. ¶ Oggi di novo onor s'orna
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1538
addentro giunse, ¶ Che pregò di serrar gli occhi per
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1538
Drizzò perchè 'l morir di Cristo il punse, ¶ Sarebbe
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1538
il secreto le aprio ¶ Di non lasciare il figlio
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1538
figlio, anzi aver cura ¶ Di ritornarlo glorïoso e vivo
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1538
ora in ciel prende ¶ Di madre, che con l
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1538
seme piacque ¶ A Dio di rinnovar l'antico mondo
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1538
gran pelago profondo ¶ Colmo di grave error sommerso giacque
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1538
e farvi poi ¶ Padre di miglior gente, già non
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1538
Cagione ond' io, Noè, di voi ragiono; ¶ Nè il
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1538
SONETTO CI. ¶ Alla durezza di Tommaso offerse ¶ Il buon
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1538
maggior è 'l merto ¶ Di creder l'invisibile per
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1538
e piana ¶ Per fede di trovar l'orma sua
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1538
scoverse, ¶ Allor che salutandol di lontano, ¶ Adorasti il supplicio
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1538
nostro insano ¶ Voler manda di fuor vaghe e disperse
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1538
per la notte il viene a voi manco
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1538
nel core. ¶ SONETTO CV. ¶ Di breve povertà larga ricchezza
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1538
salute, ¶ Ch'omai vestita di celesti piume ¶ Voli alla
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1538
Se 'l nome sol di Cristo in cor dipinto
94
1538
Ha sempre in guerra di vittorie cinto; ¶ Quanto più
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1538
al core ¶ Securo allor di più non esser vinto
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1538
L'adoraste col cor di gioia pieno. ¶ SONETTO CX
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1538
abbandona, perchè crede ¶ Esser di Dio figliuola e vera
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1538
rotonda palla, accesa intorno ¶ Di mille stelle, veggio, e
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1538
la bramosa indegna voglia ¶ Di faticar per vil breve
100
1538
mondo, e l'arma di celeste fede. ¶ E poi
101
1538
Nella porta del ciel, di fede e speme ¶ Entrar
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1538
più verace onore. ¶ Gradi di fede e caritate e
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1538
caritate e speme, ¶ E di quella umiltà che l
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1538
alme beate unite insieme ¶ Di mano in man dall
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1538
il pensiero ¶ A quel di Cristo in croce aspro
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1538
spento ¶ Per le insidie di fuor l'interno foco
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1538
SONETTO LII. ¶ Alma, poichè di vivo e dolce umore
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1538
mio riveggia. ¶ SONETTO LIV. ¶ Di vero lume abisso immenso
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1538
ancor gli copre; e di quell'ombre antiche ¶ Del
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1538
santo onore, ¶ Vestiti sol di te, con fede viva
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1538
a sperare il conquisto di Terra Santa. ¶ Già si
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1538
era da me sbandita, ¶ Di veder l'alma, e
113
1538
ignoto; ¶ Ed a scorno di noi, con vivi effetti
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1538
D'oscuro illustre, e di falso verace, ¶ D'iniquo
115
1538
D'iniquo giusto, e di nemico erede, ¶ Ardito per
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1538
Aprasi il cielo e di sue grazie tante ¶ Faccia
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1538
feconde ¶ Sien tutte qui di virtù chiare e sante
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1538
onde, ¶ E si vestan di gemme le lor sponde
119
1538
pensier sotto la mano ¶ Di Battista, il figliuol di
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1538
Di Battista, il figliuol di Dio lavarsi ¶ Al sacro
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1538
folle insano ¶ Voler cerca di nuovo rimacchiarsi ¶ Nel sangue
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1538
errore. ¶ Ma per grazia di Dio può risalire ¶ L
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1538
egli ornati ¶ V'ha di celesti palme e santi
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1538
Alzata al cielo, ivi di sfera in sfera ¶ Le
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1538
render l'uom securo ¶ Di star sempre con lui
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1538
superbo quell'alta mercede ¶ Di dar per nostro cibo
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1538
impresso. ¶ SONETTO LXIV. ¶ Quando di sangue tinte in cima
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1538
Gli angeli, ardendo insieme, di morire ¶ Mostrâr desio; ma
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1538
aperse! ¶ Sol per pietà di noi quanta sofferse ¶ Contra
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1538
con fiero sdegno, ¶ Usar di crudeltade ogni aspro segno
131
1538
Allor l'alta bontà di Dio si stese ¶ In
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1538
intese ¶ La mirabil cagion di tanto effetto. ¶ SONETTO LXVII
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1538
monte. ¶ Poi le colpe di lui, per far ben
134
1538
n'ha portato; ¶ Ove di chiodi e spine insieme
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1538
ha d'acqua e di sangue un vivo fonte
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1538
a un raggio sol di così vivo ardore ¶ Non
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1538
riede, ¶ E poi sopra sè s'erge la
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1538
e per guida quel di sopra ¶ Spirto, che dove
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1538
stesso in pegno. ¶ Viva di fiamma l'alma, e
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1538
e l'intelletto ¶ Cibi di luce, e con questa
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1538
d'amor, scintille accese ¶ Di pietà viva escon del
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1538
per sè, per noi di gloria armato, ¶ Parco nel
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1538
i pensier talor carchi di vera ¶ Fede al gran
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1538
rubella ¶ Del mondo e di sè stessa, anzi rende
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1538
la strada erta dimostri ¶ Di virtù, che lassù ne
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1538
Se d'ambrosia e di nèttar larga mensa ¶ Dona
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1538
affissa il sole. ¶ Onde di questa donna al mondo
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1538
e la sua vita ¶ Di quel nutrica che tutt
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1538
Così il mio cor di foco ancor si pasce
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1538
pasce ¶ Tanti anni e di dolor, col qual s
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1538
tempo tenne ¶ L'alma di fama vaga, e quasi
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1538
e indegna ¶ Del ben di tanta patria, forse amore
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1538
Sia 'l mio parlar di quelle eterne cose, ¶ Tanto
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1538
Ogni umana speranza esser di vetro. ¶ Chè s'io
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1538
ordinate tempre ¶ L'agnel di Dio, nostro fidato amico
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1538
Ne sarei forse un sazia per sempre. ¶ SONETTO
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1538
mia cura prima ¶ Procacciar di ciò lode o fuggir
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1538
faville. ¶ E se alcuna di loro un gentil core
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1538
e rode ¶ Per desio di seguirla anch'ei volando
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1538
io stessa m'avveggia ¶ Di quel ch'io dico
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1538
io da me pavento ¶ Di cader col pensier, quand
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1538
discerna ¶ Che 'l valor di lassù tutto comprende. ¶ Qui
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1538
petto, ¶ E lo riempie di verace speme, ¶ Che gli
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1538
possenti segni ¶ Della bontà di Dio son nudi e
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1538
e converrà che sdegni ¶ Di sentirsi intricata in sì
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1538
non hanno, ¶ Abbian almeno di Dio giusto timore! ¶ SONETTO
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1538
pura ardente fede, ¶ E di ricche amorose e leggiere
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1538
amorose e leggiere ale, ¶ Di speme ornando, acciò per
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1538
le accese intorno intorno ¶ Di viva carità mille fiammelle
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1538
superbe voglie. ¶ SONETTO XVII. ¶ Di gioia in gioia, d
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1538
una in altra schiera ¶ Di dolci e bei pensier
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1538
il Signor, fin che di molle cera ¶ Mi vegga
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1538
Non sarò carca allor di van desire, ¶ Ma lieve
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1538
desire, ¶ Ma lieve armata di celesti piume, ¶ Per rivolare
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1538
suo grande eterno impero ¶ Di nuova carità l'arma
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1538
giusta misura ¶ Sapendo, che di Dio per la man
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1538
desio, ¶ Nel regno lucidissimo di Dio, ¶ Gl'invidi spirti
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1538
Preghi il Signor, senza di sè far stima, ¶ Che
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1538
Apparissero al mondo ancor di fuore ¶ Con bella pace
180
1538
punto ¶ Ch'agli altri di lasciar quest'ombre spiace
181
1538
Per far capaci noi di tanta altezza; ¶ Il mondo
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1538
monte, ¶ Veggio il sol di la su splender fra
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1538
fede il pensier cinto ¶ Di speme, omai non più
184
1538
e vana, ¶ Sarebbe fuor di questa valle insana ¶ Da
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1538
per ricader da cima ¶ Di questa, se di quella
186
1538
cima ¶ Di questa, se di quella all'ombra santa
187
1538
errore ¶ Che in forma di pietà m'assale e
188
1538
giusta voglia, ¶ Ne veste di virtù, di vizi spoglia
189
1538
Ne veste di virtù, di vizi spoglia, ¶ Per sua
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1538
per nostra arte; ¶ Invece di voltar volumi e carte
191
1538
della fede ¶ Alzan sopra di sè ciascuna mente. ¶ Per
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1538
e della fede ¶ (Mercè di lui che 'l fa
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1538
i gran pensieri ¶ Ristretto di quel sol ch'ama
194
1538
bei rari concetti, ¶ Onorate di lui le vostre carte
195
1538
più caro, ¶ Tolto ha di maggior luce ogni desio
196
1538
s'erge e accende ¶ Di sempre farsi conto all
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1538
Ma, a te convien di casto ardente zelo ¶ Prima
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1538
mi doglio; ¶ Forse avrò di fedele il titol vero
199
1538
ombreggi un picciol raggio ¶ Di quel gran sol, da
200
1538
doglio; ¶ E 'l peso di color, che dall'orgoglio
201
1538
color, che dall'orgoglio ¶ Di fortuna il valore in
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1538
ogni ben digiuna ¶ Convenirle di mal nodrirsi sempre. ¶ Ma
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1538
Medea dogliose erranti ¶ Sento di molto ardir, di poca
204
1538
Sento di molto ardir, di poca fede ¶ Dolersi, in
205
1538
rai nel miser petto, ¶ Di fiamma oggi e di
206
1538
Di fiamma oggi e di fede albergo vero: ¶ Nè
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1538
raffrena. ¶ V. ¶ Poscia accese di veri e falsi amori
208
1538
tra' vivi qui fuor di speranza ¶ Va' sola; e
209
1538
speranza ¶ Va' sola; e ch'avanza, ¶ Mia pena
210
1538
SUO CONSORTE ¶ NELLA ROTTA DI RAVENNA. ¶ Eccelso mio signor
211
1538
Del padre la pietà, di te l'amore, ¶ Come
212
1538
tant'alto, ¶ Che mai di fama e gloria saran
213
1538
mente e il cor di smalto, ¶ La vostra gran
214
1538
e poi, per gioco ¶ Di legge marital, sposa; sorella
215
1538
è teco), ¶ Vidi coprir di nebbia tenebrosa. ¶ E l
216
1538
mi pareva un speco ¶ Di caligine nera: il mal
217
1538
o spaventevol mostro! ¶ Il di pasca in la
218
1538
spaventevol mostro! ¶ Il dì di pasca in la gentil
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1538
Oggi, Vittoria, ¶ Sei stata di disgrazia alli confini, ¶ Benchè
220
1538
consorte, ¶ Che faceste egualmente di fortuna ¶ Li fausti giorni
221
1538
doglia alcuna; ¶ Chè pensando di fama il nuovo acquisto
222
1538
CXVIII. ¶ A VERONICA GAMBARA. ¶ Di nuovo il cielo dell
223
1538
destina ¶ Spirto c'ha di beltà doppia vittoria. ¶ Di
224
1538
di beltà doppia vittoria. ¶ Di voi ben degna d
225
1538
s'inchina ¶ Chi più di bello ottiene, e la
226
1538
perfetto, ¶ E tutto pieno di beato ardore, ¶ Gusteria il
227
1538
ardore, ¶ Gusteria il dolce di quell'altra vita. ¶ RIME
228
1538
SONETTO I. ¶ Quanto io di vivo avea ne' sensi
229
1538
che dal cielo ¶ Fuor di me tiemmi e solo
230
1538
immortal, che m'assicura ¶ Di nuovo stral, col lungo
231
1538
breve gioia avanza ¶ Qui di gran lunga ogni mondan
232
1538
miete. ¶ Or mi par di vederle errando meste ¶ Volar
233
1538
e la perduta speme ¶ Di veder altro tale: onde
234
1538
secur lasciasti: ¶ Il qual di fregi e di virtudi
235
1538
qual di fregi e di virtudi adorno, ¶ Col lume
236
1538
impresso; ¶ Nè il bel di fuor, ch'agli occhi
237
1538
ancor, spesso vid'io ¶ Di sua propria virtude schermo
238
1538
armarsi; ¶ E nei perigli di consiglio scarsi ¶ Sè stesso
239
1538
cruda stella ¶ Il vederlo di giusto sdegno acceso ¶ Cacciar
240
1538
degno un tanto peso ¶ Di lui ch'a sì
241
1538
LXXVIII. ¶ Onde avvien, che di lagrime distilla ¶ Senza nuova
242
1538
stato! ¶ Ma per cangiar di tempo o di fortuna
243
1538
cangiar di tempo o di fortuna ¶ Non fia cangiato
244
1538
me l'alto pensiero ¶ Di lodar la cagion, piangere
245
1538
L'immagin bella, e di mandarla al core ¶ Sì
246
1538
LXXXV. ¶ ARGOMENTO. ¶ In morte di Jacopo Sannazzaro. ¶ Poichè tornata
247
1538
fece; e a par di quella spoglia ¶ Pianto ha
248
1538
lume al sole altero ¶ Di scriver resto, ch'amorosa
249
1538
presente ¶ La fida scorta di quel vivo raggio ¶ Che
250
1538
la mente! ¶ Atra notte di fuor, dentro bel giorno
251
1538
della vita del Pescara. ¶ Di quella cara tua serbata
252
1538
tue girgli seconde; ¶ Orna di propria man la fronte
253
1538
glorïose e chiare ¶ Doti di quello invitto animo altiero
254
1538
Non fur l'altre di fuor men belle e
255
1538
care. ¶ Ma quanto mai di buon visse fra noi
256
1538
visse fra noi, ¶ Quanto di bel per occhio uman
257
1538
mente pura ¶ Alzâr sopra di sè sè stessi tanto
258
1538
foco ¶ Mai sempre, sì di fuor rasciughi il pianto
259
1538
l'alte muse, e di quel sacro fonte ¶ V
260
1538
al bel desio porgete ¶ Di me pietosi che con
261
1538
a lui non sian di neve ¶ Tante amorose mie
262
1538
sponde ¶ Del lito bel di lumi ornate e calde
263
1538
nel gran merto i fur tutti uguali. ¶ SONETTO
264
1538
Ben fora a par di lor suo stil felice
265
1538
far eterna qui memoria ¶ Di lui, volga il purgato
266
1538
un raggio, allora allora ¶ Di sette altri maggior v
267
1538
del Pescara, come Atlante di sostenere il mondo. ¶ Se
268
1538
o gelo ¶ Girando il ch'a mio malgrado
269
1538
minor tormento. ¶ SONETTO CII. ¶ Di lagrime e di foco
270
1538
CII. ¶ Di lagrime e di foco nutrir l'alma
271
1538
rinverdir la voglia, ¶ Legar di nuovo il cor, quando
272
1538
del bel lume sereno ¶ Di pari alla mercè piace
273
1538
D'altro conteste che di fragil cera, ¶ Colui ch
274
1538
mai non sostenne, ¶ Che di fama e virtù gloria
275
1538
Miracol solo ch'ai nostri avvenne. ¶ Nè l
276
1538
un raggio tale, ¶ Che di ricca speranza ognor m
277
1538
pensiero adombra, ¶ Anzi amor di sua man nel cor
278
1538
piaga finge, ¶ Che fia di là se qui l
279
1538
stagion non s'incolora ¶ Di tanti fiori oppur fronde
280
1538
anima accesa, ricca ancor di quelle ¶ Grazie del lume
281
1538
chè mille amanti ¶ Accenderei di casti fuochi eterni. ¶ Ma
282
1538
ARGOMENTO. ¶ Invidia la sorte di Giulia moglie di Pompeo
283
1538
sorte di Giulia moglie di Pompeo, che, credendo ucciso
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L'animo vostro, che di quello escluse ¶ Desio di
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di quello escluse ¶ Desio di vita; e le speranze
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nostro nome ampio ristoro; ¶ Di lode ornando noi, d
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il tuo valore, ¶ E di gran lunga avanzi ogni
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SONETTO CXI. ¶ ARGOMENTO. ¶ Parla di una sua impresa simbolo
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la lor propria cura. ¶ Di poi che 'l mio
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è confuso l'ordin di natura, ¶ O il duolo
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1538
desio rende un pensiero ¶ Di dolce frutto all'alta
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1538
Vago nell'alma luce di gioire, ¶ Come all'or
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Vaghe luci d'onor, di gloria accese, ¶ Io vedrei
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Le mie speranze e di mille altri insieme! ¶ Pure
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alme sciolte, ¶ Viemmi ognor di lassù più fida speme
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l'anima altera. ¶ Nè di morte l'acerbe invide
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tesor mendica: ¶ Chè vivo di sue glorie al mondo
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sperar in debil arte, ¶ Di Fetonte l'ardir, d
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insegni. ¶ SONETTO L. ¶ Sperando di veder là su 'l
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1538
ancora ¶ S'allegri più di quel ch'or più
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fu vederlo cinto intorno ¶ Di mille nodi, e con
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rivederlo sopr'umano! ¶ Ei di me lieto ed io
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petto un'altra primavera, ¶ Di vaghi fiori e verdi
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la notte o il ritorna; ¶ Ma in questo
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mille chiari rai ¶ Far di nova beltate il volto
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accorge ¶ Che 'l bel di fuor raddoppia il duolo
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desire, ¶ Oggi è quanto di ben nel mondo spero
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sole ¶ Il ciel, che di virtù l'animo cinse
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animo cinse, ¶ Il volto di color vaghi dipinse, ¶ E
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alto concetto alle parole. ¶ Di sì degne eccellenze al
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mi fur mai cagion di gioja o affanno: ¶ Chè
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in notte oscura il sereno, ¶ Il néttar dolce
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ritolse! ¶ SONETTO LIX. ¶ Quanto di bel natura al mondo
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fia, più chiara impresa ¶ Di trasportarmi al ciel col
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ver sentiero. ¶ Al par di Sorga con le ricche
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con le ricche sponde ¶ Di lucidi smeraldi in letto
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Po superbo inonda, ¶ Trema di voi, ma quanto apre
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s'accese e armò di tanta forza ¶ Il mio
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La quale, e spesso, di poter ne sforza ¶ A
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sciorre e alzar sopra di lei la mente. ¶ Celeste
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Se togli al duol di te stessa l'impero
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a Virgilio il Pescara di Enea. ¶ Le fatiche d
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il nome eterno ¶ Degno di lui, nè allo spirto
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memoria nella nobil cima ¶ Di quei degni pensier, c
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nè là su merto, ¶ Di fama al mondo e
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mondo e al ciel di gaudio eterno ¶ Il primo
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fiero vento ¶ L'onde di questa vita in fragil
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miei giorni più chiari ¶ Di nebbia impressi, che in
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Questa è la legge di quel rio signore ¶ All
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1538
util parco, ¶ Che i ne fa infeici e
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ore. ¶ Egli è voto di fè, d'inganni carco
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a quel ch'appar di fuore, ¶ Voi che giungete
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1538
sole a noi ritorno ¶ Di regie spoglie carco e
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già chiaro il giorno! ¶ Di palme e lauro cinto
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d'intorno, ¶ D'onor, di gloria, sua sola mercede
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sia tal sacrificio indegno ¶ Di voi, spirto divino, io
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sfogar l'interna doglia, ¶ Di che si pasce il
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e non voce serena, ¶ Di stil no, ma di
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1538
Di stil no, ma di duol mi danno il
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esemplo, ¶ Nel mio pensier di lungi avanza il sole
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in Italia la insegna di Francia. ¶ Quella superba insegna
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la mia spalmata barca, ¶ Di ricca e nobil merce
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Che non pur mai di tanto ardor si dolse
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fonte o prato adorno ¶ Di leggiadre alme e pargoletti
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vede e intende, ¶ Più di pace mi toglie e
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Le vittorie, i trofei di tante imprese ¶ Riportati con
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onori ¶ E le corone di sacrati allori, ¶ Tenner le
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Tenner le voglie già di laude accese. ¶ Poichè l
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palese ¶ Altra vita immortal, di santi ardori ¶ S'infiammâr
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la bella spoglia, ¶ E di foco divino accese l
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nodo; ¶ Io (benchè lui di sì bell'opra lodo
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Serbarti, poi che qui di te non godo: ¶ Chè
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1538
palma ¶ Col gran merto di lei, ch'è a
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mio che 'l ciel di maggior luce onora, ¶ E
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ardor beato. ¶ SONETTO XVIII. ¶ Di così nobil fiamma amor
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tolsi ¶ Quanto dal primo l'alma ti diede
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rallente: ¶ Chè a me di libertà già mai non
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mai non calse, ¶ Anzi di ricovrarla or mi par
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durasse, io sarei fuor di pena. ¶ SONETTO XXI. ¶ Di
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1538
di pena. ¶ SONETTO XXI. ¶ Di gravosi pensier la turba
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1538
ma quell'ardente zelo ¶ Di trovar lui fa ch
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1538
U' sei per gradi di valor asceso; ¶ Nè fu
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santo regno. ¶ Col lume di virtù, nel lume eterno
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ancora a te conviensi ¶ Di questa trista mia vita
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più raro lavoro ¶ Adorno di smeraldo o d'adamante
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dal mondo son fuggite ¶ Di quell'antico onor le
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1538
lumi chiari, ¶ Ch'accendon di valor gli alti intelletti
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1538
ottenne. ¶ Col sen carco di gigli e di viole
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1538
carco di gigli e di viole ¶ Stava la terra
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miei pensieri, ¶ Dovrebbe or di fallaci in certi e
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1538
uscir dal carcer cieco ¶ Di sì grave dolor, tentato
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questo insano ¶ Desir fuor di speranza a miglior opre
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tempo io vidi; or di sè il mondo adorno
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1538
che 'l mondo alluma ¶ Di belli esempi, mi fa
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la morta vita, ¶ Perchè di sua vittoria resti altera
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la sorte dei genitori di Francesco Molza, ¶ che morirono
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ultime ore a voi di morte ¶ Fe dolci che
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1538
potete il nome santo ¶ Di quei, che diero a
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1538
solo, ed essi sol di tanto ¶ Frutto ben degni
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1538
degni; il qual ornar di quanto ¶ Pôn dar le
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1538
col primo sguardo ¶ Nei miei primi, avrò nell
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1538
in ora ¶ Scopre cagion di farvi eterno e raro
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1538
quasi in ogni effetto ¶ Di forza o ingegno d
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1538
Non veggio cor più di valore armato: ¶ Fuggito è
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l'alto verace ¶ Voler di quel Signor, che sol
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1538
piena allegrezza, ¶ S'abbia di dominar sete o vaghezza
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1538
Ma d'amare e di viver sempre in pace
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1538
amore: ¶ Sì puro e di tal sol raggio riluce
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1538
col quale accende ¶ Contra di sè la viva luce
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1538
dona, ¶ A lui fate di voi cerchio e corona
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1538
Ed egli a voi di sè fa eterno giorno
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1538
che riporta arra secura ¶ Di viver sempre in quell
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1538
giusta voglia, ¶ Ne veste di virtù di vizi spoglia
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1538
Ne veste di virtù di vizi spoglia, ¶ Solo per
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Che giova il volger di cotante carte? ¶ Preghiamo lui
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Vada l'occhio immortal di luce in luce. ¶ Ma
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1538
afflitto e intorno avvolto ¶ Di gravissimo peso, or tace
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1538
or tace, or geme, ¶ Di sè stesso non fida
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1538
tutto rivolto ¶ A quella di là su beata speme
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prendendo ardir s'accende ¶ Di tanta fede, che gridando
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eterno a un sol di voi. ¶ Ei guarda prima
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che sgombra ogni paura, ¶ Di notte, sola, inerme, umile
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e pura, ¶ Armata sol di viva ardente speme, ¶ Entra
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angeli lascia e più di sè non cura ¶ Ma
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1538
ch'arde d'amor di nulla teme. ¶ Ed agli
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1538
in croce l'un di questi affanni ¶ Mi tolse
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1538
Ma d'un scudo di fede invitto o santo
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1538
il core impresso ¶ Splenda di fuor nel chiaro lor
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1538
peregrina: Oh fonte vivo ¶ Di pietà vera, e lui
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1538
che chiama figliuol suo di nome. ¶ Quando dal proprio
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1538
S'una scintilla sol di luce pura ¶ Vedeste in
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1538
non fugge ¶ Al fonte di Gesù, che sol riduce
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1538
che rinasce in noi, di nuovo ha eletto ¶ Questo
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1538
onore; ¶ Ma tanto ha di poter, quant'è 'l
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1538
ogni stima adorno, ¶ Cinta di mille e mille rami
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1538
e fiori, ¶ Che sian di sua radice, ella ne
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1538
onora ¶ Il grande agricoltor di gloria intera; ¶ E perch
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1538
celeste sua rugiada vera ¶ Di nuovo lo rinfresca, apre
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1538
il cui valore ¶ Arma di tal virtù l'accesa
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1538
Quando in te sol di te solo s'accende
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1538
te solo s'accende: ¶ Di te solo, Signor, sol
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1538
amore ¶ Nacque l'altro di grazia, u' l'alma
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1538
salute; ed indi arma di fede, ¶ Di speme purga
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1538
indi arma di fede, ¶ Di speme purga e di
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1538
Di speme purga e di foco arde il core
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1538
fonti allor dentro e di fore ¶ Purgata, anzi nutrita
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1538
ardore. ¶ Per breve stilla di quel largo mare ¶ Si
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1538
sazia, questa ardente sete ¶ Di veder poi là su
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1538
disciolta ¶ La prima vena di quest'acque chiare ¶ Che
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1538
alto infinito ardor viva di fede, ¶ Sì che lo
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1538
qui d'arte e di natura. ¶ Ond'a quei
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1538
c'hanno in lui di me la cura ¶ Di
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1538
di me la cura ¶ Di fuor la lascio: e
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1538
al primo antico onore ¶ Di fede in fede or
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1538
luce; ¶ Nè la vista di fuor turba il diletto
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1538
SONETTO CLXXIV. ¶ Agno puro di Dio che gli alti
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1538
stato vile, ¶ E fuor di man degli avversari scampi
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1538
lodato inchiostro, ¶ Come, sol di pietade ardendo, a scherno
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il fallir nostro, ¶ Festi di te medesmo al padre
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Non ha del fil di questa vita il fine
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1538
principio e del fin di quella vita ¶ Ch'eterna
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1538
teme ¶ L'alto messo di Dio che seco unita
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1538
ad ambidue s'offerse. ¶ Di quei si scrive glorïosa
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Raggio al mio cor di quella ardente fede ¶ Ch
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1538
pasce l'alma sol di lume vero. ¶ Con questa
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1538
d'amore. ¶ SONETTO CLXXX. ¶ Di nova ardente sete i
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1538
cotanto piacque ¶ All'alma di veder raccolte l'acque
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1538
stilla, empiendo il core ¶ Di fede, il guidi per
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1538
il core! ¶ Rivolto poi, di puro interno ardore ¶ L
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1538
purga e sazia, ivi di nove ¶ Acque si lava
451
1538
vede, ¶ Che tanto ha di valor, quant'ella crede
452
1538
Scacciò le nebbie, e di pietate adorno ¶ Rose al
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1538
al ciel volasti. ¶ Prima di fede e amor gli
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1538
foco e lume ¶ Pien di divino ardor lieto mandasti
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1538
onore, ¶ Fur degni pregi di cotanto erede. ¶ Godo della
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1538
divine ¶ Luci illustrata, e di bel foco accesa, ¶ Corre
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1538
CLXXXVII. ¶ Quando fia il , Signor, che 'l mio
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1538
giorni, forse indarno spesi. ¶ Di giovar poca, ma di
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1538
Di giovar poca, ma di nocer molta ¶ Ragion vi
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1538
quelle ardite imprese ¶ Non di saper, ma sol di
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1538
di saper, ma sol di fede il petto ¶ Armaro
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1538
Tacendo, non spargesser pur di errore ¶ Quel seme che
463
1538
con lagrime e sospiri ¶ Di fede e speme bei
464
1538
SONETTO CXC. ¶ Quando vedrò di questa mortal luce ¶ L
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1538
luce ¶ L'occaso, e di quell'altra eterna l
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1538
Vivo, con occhio più di questo accorto, ¶ Com'arde
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1538
soggiorno! ¶ Dolce il cangiar di queste varie tempre ¶ Col
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1538
quando fia l'aurora ¶ Di così chiaro avventuroso giorno
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1538
e le parole anco di fuore ¶ Mostrasser fede viva
470
1538
Dell'oste antico, sol di fede armato ¶ Già per
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1538
a tutte l'ore ¶ Di tener gli occhi in
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1538
spesso al glorioso effetto ¶ Di dare albergo a Dio
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1538
medesmo onori, ¶ Signor, cagion di tutte l'alte cose
474
1538
ben pietade ¶ Ho sol di me: non ch'io
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1538
Vostre luci l'esempio di quel sole ¶ Manda, il
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1538
bella e gradita! ¶ Era di ricco stame intorno ordita
477
1538
misura, ¶ Che 'l fin di questa tua fragil figura
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1538
animo altero ¶ Per alzar di Gesù l'afflitto impero
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1538
e i monti adorni ¶ Di nomi eterni e d
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1538
se all'acquisto ancor di mille mondi ¶ Bastava il
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1538
stile ¶ I gran secreti di sua propria mano ¶ Entro
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1538
gustata in tutto priva ¶ Di sete temporal l'alma
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1538
acqua santa il cor di gioia ¶ Sì, che per
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1538
sua mercè, gli rende ¶ Di dolce pianto pura e
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1538
Ch'uopo non ha di più ricco tesoro, ¶ Dentro
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1538
o stanco o scarso ¶ Di rinnovar fra noi l
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1538
securo pegno, ¶ L'immagin di Colui v'invio ch
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chiaro spirto sciolto, ¶ Nè di tante virtù l'invitta
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1538
soccorso. ¶ CAPITOLO. ¶ DEL TRIONFO DI CRISTO. ¶ Poichè 'l mio
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1538
cinto ¶ Nel bel cerchio di latte fe ritorno ¶ Dalla
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1538
saggio Chirone. ¶ Tutta ornata di rose allor alzava ¶ Gli
492
1538
rubelle ¶ Conobbi, essendo 'l che 'l duolo antico
493
1538
andar fece il costume ¶ Di seguir l'orme chiare
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1538
e intenti sì, che di quel poco ¶ Raggio che
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1538
non l'offenda ¶ Maggior di questo assai più puro
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1538
dolor si tolga, ¶ E di vero piacer la veste
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l'ingombri e prema. ¶ Di fiamme vive e di
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1538
Di fiamme vive e di saette acute ¶ Arso e
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1538
sentii com'un squarciar di velo ¶ A me d
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Amor, donasti e sei di te contento! ¶ Io vidi