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Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «Dio»

nautoretestoannoconcordanza
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ti richeggio ¶ per quello Dio che tu non conoscesti
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I' son fatta da Dio, sua mercé, tale, ¶ che
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Disse: - Beatrice, loda di Dio vera, ¶ ché non soccorri
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né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro
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d'i cattivi, ¶ a Dio spiacenti e a' nemici
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le parole crude. ¶ Bestemmiavano Dio e lor parenti, ¶ l
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attende ciascun uom che Dio non teme. ¶ Caron dimonio
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ne l'ira di Dio ¶ tutti convegnon qui d
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non adorar debitamente a Dio: ¶ e di questi cotai
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insacca. ¶ Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa ¶ nove
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le fangose genti, ¶ che Dio ancor ne lodo e
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male, ¶ più spiace a Dio; e però stan di
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distinto e costrutto. ¶ A Dio, a sé, al prossimo
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Caorsa ¶ e chi, spregiando Dio col cor, favella. ¶ La
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sono ei puniti, se Dio li ha in ira
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e come incontenenza ¶ men Dio offende e men biasimo
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che vostr' arte a Dio quasi è nepote. ¶ Da
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fesse in grembo a Dio ¶ lo cor che 'n
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soppressa. ¶ O vendetta di Dio, quanto tu dei ¶ esser
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par ch'elli abbia ¶ Dio in disdegno, e poco
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che le cose di Dio, che di bontate ¶ deon
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piacque. ¶ Fatto v'avete dio d'oro e d
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credo che sia. ¶ Se Dio ti lasci, lettor, prender
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poscia. ¶ Oh potenza di Dio, quant' è severa, ¶ che
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le fiche, ¶ gridando: «Togli, Dio, ch'a te le
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non vidi spirto in Dio tanto superbo, ¶ non quel
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Ecco l'angel di Dio: piega le mani; ¶ omai
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non lascia a voi Dio manifesto». ¶ Come quando, cogliendo
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Clemente allora, ¶ avesse in Dio ben letta questa faccia
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martìri ¶ l'angel di Dio che siede in su
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peccatori e soddisfare a Dio; de li quali nomina
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di vita uscimmo a Dio pacificati, ¶ che del disio
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vivi: ¶ l'angel di Dio mi prese, e quel
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perché 'l priego da Dio era disgiunto. ¶ Veramente a
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bene intendi ciò che Dio ti nota, ¶ guarda come
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degne di salire a Dio, ¶ fur l'ossa mie
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orïente, ¶ come dicesse a Dio: 'D'altro non calme
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vieni a veder che Dio per grazia volse». ¶ Poi
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piante ¶ l'angel di Dio sedendo in su la
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proponimento per udire ¶ come Dio vuol che 'l debito
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lei, tanto che a Dio si sodisfaccia, ¶ poi ch
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peccar, mi volsi a Dio. ¶ Oh vana gloria de
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ardita faccia, ¶ gridando a Dio: "Omai più non ti
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bonaccia. ¶ Pace volli con Dio in su lo stremo
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gran segno è che Dio t'ami; ¶ però col
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mi. ¶ Ma da che Dio in te vuol che
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misericordia ¶ l'Agnel di Dio che le peccata leva
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infernale ambascia. ¶ E se Dio m'ha in sua
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par lor tardo ¶ che Dio a miglior vita li
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da sua figlia Gaia. ¶ Dio sia con voi, ché
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intendea. ¶ «O eletti di Dio, li cui soffriri ¶ e
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sanza 'l quale a Dio tornar non pòssi, ¶ sosta
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misera e partita ¶ da Dio anima fui, del tutto
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dicendo: «O frati miei, Dio vi dea pace». ¶ Noi
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voi siete ombre che Dio sù non degni, ¶ chi
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grotte, ¶ e prima appresso Dio m'alluminasti. ¶ Facesti come
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Però mi dì, per Dio, che sì vi sfoglia
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buon dolor ch'a Dio ne rimarita, ¶ come se
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giri. ¶ Tanto è a Dio più cara e più
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come l'angel di Dio lieto ci apparse. ¶ Fuor
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ora presso più a Dio? ¶ Credi per certo che
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tanto dal voler di Dio riprende, ¶ quant' ella versa
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porti. ¶ Alto fato di Dio sarebbe rotto, ¶ se Letè
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creda ¶ che vendetta di Dio non teme suppe. ¶ Non
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e cinque, ¶ messo di Dio, anciderà la fuia ¶ con
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di fatto offende a Dio, ¶ che solo a l
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solamente ¶ la giustizia di Dio, ne l'interdetto, ¶ conosceresti
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che l'universo a Dio fa simigliante. ¶ Qui veggion
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Drizza la mente in Dio grata», mi disse, ¶ «che
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come nostra natura e Dio s'unio. ¶ Lì si
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e mano ¶ attribuisce a Dio e altro intende; ¶ e
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ch'elli fanno a Dio; ed entrasi nel cielo
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Lo maggior don che Dio per sua larghezza ¶ fesse
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è sì fatto ¶ che Dio consenta quando tu consenti
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ché, nel fermar tra Dio e l'omo il
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più l'uccel di Dio ¶ ne lo stremo d
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mossi i piedi, ¶ a Dio per grazia piacque di
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non si creda ¶ che Dio trasmuti l'armi per
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ch'al Verbo di Dio discender piacque ¶ u' la
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cose diverse: ¶ ch'a Dio e a' Giudei piacque
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i' odo; ¶ ma perché Dio volesse, m'è occulto
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questi guadi: ¶ o che Dio solo per sua cortesia
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sé dischiuso. ¶ Dunque a Dio convenia con le vie
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ché più largo fu Dio a dar sé stesso
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se 'l Figliuol di Dio ¶ non fosse umilïato ad
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l discerni rimirando in Dio. ¶ Fatto m'hai lieto
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onde refulge a noi Dio giudicante; ¶ sì che questi
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la mente è trista. ¶ «Dio vede tutto, e tuo
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e a rendersi a Dio ¶ con tutto 'l suo
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che la sposa di Dio surge ¶ a mattinar lo
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per lo patto che Dio con Noè puose, ¶ del
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che nel capestro a Dio si fero amici. ¶ Ugo
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vita ¶ del poverel di Dio narrata fumi, ¶ e disse
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una in tutti, a Dio feci olocausto, ¶ qual conveniesi
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che son tristi, ¶ se Dio t'avesse conceduto ad
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anciso ¶ l'Agnel di Dio che le peccata tolle
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quella donna ch'a Dio mi menava ¶ disse: «Muta
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ne' prieghi fatti a Dio per suscitarla, ¶ sì che
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di grazia in grazia, Dio li aperse ¶ l'occhio
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giudicar: ché noi, che Dio vedemo, ¶ non conosciamo ancor
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quel serafin che 'n Dio più l'occhio ha
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Quivi ¶ al servigio di Dio mi fe' sì fermo
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contra 'l piacer di Dio, quanto quel frutto ¶ che
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la gente che per Dio dimanda; ¶ non di parenti
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l mar fuggir, quando Dio volse, ¶ mirabile a veder
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ne l'alito di Dio e nei costumi, ¶ avea
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l'alto Filio ¶ di Dio e di Maria, di
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se per grazia di Dio questi preliba ¶ di quel
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per le spere un 'Dio laudamo' ¶ ne la melode
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Io credo in uno Dio ¶ solo ed etterno, che
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conte ¶ l'anime a Dio, quivi intra' io, e
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e la grazia di Dio ciò li comporti». ¶ Come
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de l'anime che Dio s'ha fatte amiche
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i tuoi amori a Dio guarda il sovrano. ¶ Ma
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lo cor volgere a Dio, ¶ a la mia caritate
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udir quant' è che Dio mi puose ¶ ne l
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presenza del Figliuol di Dio, ¶ fatt' ha del cimitero
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paschi: ¶ o difesa di Dio, perché pur giaci? ¶ Del
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ridendo tanto lieta, ¶ che Dio parea nel suo volto
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vincon sì, che verso Dio ¶ tutti tirati sono e
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procedette ¶ lo discorrer di Dio sovra quest' acque. ¶ Forma
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de la faccia di Dio, non volser viso ¶ da
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manifeste. ¶ O isplendor di Dio, per cu' io vidi
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né leva: ¶ ché dove Dio sanza mezzo governa, ¶ la
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poco poi sarà da Dio sofferto ¶ nel santo officio
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Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace, ¶ or fu sì
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né mi mostrò di Dio tanto sembiante; ¶ e quello
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quando 'l Figliuol di Dio ¶ carcar si volse de
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mani!». ¶ Li occhi da Dio diletti e venerati, ¶ fissi