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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Cesare Abba, Cose vedute, 1912

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
1
1912
più santamente di te, e nessuno prodigò più generosamente
2
1912
alla patria, alla famiglia e ai giovani che videro
3
1912
videro i tuoi costumi, e udiron la tua parola
4
1912
se si fossero formate e accese da sè. Nel
5
1912
Nel fitto dei faggi e giù giù nei castagneti
6
1912
parevano di gente lontana e forse era vicina: potevano
7
1912
andava girando senza meta e senza far nulla. Eppure
8
1912
suo lato bello. Libero e sconosciuto, con un po
9
1912
gli faceva veder lucerne e tracolle bianche a ogni
10
1912
per dormire, i fienili e i boschi erano aperti
11
1912
i boschi erano aperti e grandi; e finiti i
12
1912
erano aperti e grandi; e finiti i quattrini, la
13
1912
capitano lo aveva abbracciato, e gli aveva dettato in
14
1912
si avvoltolavano nel fango, e morivano senza badarci". Così
15
1912
esser fatta in lingua, e i superiori avrebbero capito
16
1912
avuto da quel valoroso e semplice uomo una forte
17
1912
era ingelosito a morte. E pochi giorni di poi
18
1912
parso meglio un ceffone, e su quel grugno glie
19
1912
si era buttato disertore e addio bersaglieri. Adesso andava
20
1912
frullo tra le foglie, e si era fermato quasi
21
1912
quasi ai suoi piedi, e lo guardava con gli
22
1912
con gli occhietti vividi e confidenti ma con un
23
1912
sempre lì, amare, lavorare, e dimenticare! Fantasticava una casetta
24
1912
Alfine sentì la fame. ¶ - E ora dove vado? A
25
1912
vento. Come si piega, e torna! E che bel
26
1912
si piega, e torna! E che bel prato intorno
27
1912
cosa faranno d'inverno? E se uno muore quando
28
1912
lì vicino. To! Si è fatta sulla porta una
29
1912
vado. ¶ Prese il bastone e giù di cespuglio in
30
1912
volpi mangiano le galline e i birbanti vengono quando
31
1912
sentiero tra il prato e il campicello, e all
32
1912
prato e il campicello, e all'ultime parole della
33
1912
A vivere di castagne e d'acqua, poteva una
34
1912
venuta su così bella, e durare così fresca tanti
35
1912
bronzo dei capelli biondi, e quegli occhi neri come
36
1912
Pellegro si era fermato e pareva non osasse: - Che
37
1912
Sono un povero forestiero, e se avete qualcosa, pagando
38
1912
un ladro. ¶ Quella voce e quella faccia erano oneste
39
1912
quella faccia erano oneste, e la donna sorrise. Che
40
1912
fidaste tanto. ¶ - Vedo che è galantuomo; ma tanto non
41
1912
nulla da rubare. ¶ - Come è scaltra! - pensò Pellegro, mettendosi
42
1912
a canto a lei: - e come vi chiamate? ¶ - Anna
43
1912
chiamate? ¶ - Anna, mi chiamo. ¶ - E siete nata in questa
44
1912
una vela di bastimento. ¶ - È il mio campanile. Prima
45
1912
che fa il lupo? E ditemi una cosa, ci
46
1912
capitano sempre. Ma c'è da nascondersi. Uno, come
47
1912
come non dà noia, è più sicuro quassù che
48
1912
non fu mai visto. ¶ - E vive ancora? ¶ - Se vive
49
1912
quarant'anni prima. "Fedele e santa donna, mia madre
50
1912
si può creder altro?...". ¶ E al dott. Asquini, il
51
1912
nella guerra di Francia; e questo perchè l'Abba
52
1912
leggermente negletto nelle scuole e nelle famiglie, necessario ad
53
1912
dirigevano il suo pensiero, e per esse tutti i
54
1912
alle conseguenze del bene e del male che operano
55
1912
del borgo, pettegolante, meschina, e capace di essere violenta
56
1912
capace di essere violenta e cattiva com'è in
57
1912
violenta e cattiva com'è in Nunzia, e nelle
58
1912
com'è in Nunzia, e nelle Nozze d'Arcangela
59
1912
Nozze d'Arcangela. ¶ Arcangela è bruttissima, e la natura
60
1912
Arcangela. ¶ Arcangela è bruttissima, e la natura medesima sembra
61
1912
aborto innocente, il dileggio e la persecuzione dei paesani
62
1912
il malocchio ai bambini. E per l'appunto (oh
63
1912
Arcangela! La gente ride, e la domenica, alla messa
64
1912
le fa la corte, e vuole sposarla, e allora
65
1912
corte, e vuole sposarla, e allora si risolve l
66
1912
loro riflesso spirituale, com'è nei passi seguenti: ¶ "Quella
67
1912
che guardasse dall'eternità, e vegliasse per tutti, ammonendo
68
1912
tutti, ammonendo che c'è qualcuno che vive sempre
69
1912
se si fossero formate e accese da sè". (Nunzia
70
1912
solitudine, le carbonaie silenziose e fumanti, vivono quasi immaterialmente
71
1912
esteriore, hanno fatto pensare e sentire all'artista, che
72
1912
sentire all'artista, che è la loro immagine più
73
1912
da noi ad esse è attribuito. Così l'autore
74
1912
non diffondersi in lunghe e inutili descrizioni come coloro
75
1912
soltanto le apparenze superficiali, e non intuiscono lo spirito
76
1912
spirito che le unifica, e ne rende vivo e
77
1912
e ne rende vivo e presente, e molto più
78
1912
rende vivo e presente, e molto più esteso il
79
1912
nostra Chanson de geste, e, leggendolo, perdiamo quasi di
80
1912
la parola, tanto essa è potente, nella sintesi d
81
1912
periodo, a cui nulla è da togliere, nulla è
82
1912
è da togliere, nulla è da aggiungere, a farci
83
1912
balzare innanzi i fatti e le cose, sicchè l
84
1912
tratto della loro visione. E quale profonda tristezza, come
85
1912
quando l'esercito meridionale è presso a sciogliersi, e
86
1912
è presso a sciogliersi, e l'impresa dei garibaldini
87
1912
nel cogliere a volo e appieno le cose, in
88
1912
quella del borgo piccolo e chiuso, dove l'autore
89
1912
impunemente, molti anni, ipocondriaco e solitario. Forse la preoccupazione
90
1912
che gli altri penseranno e diranno, e che proveniva
91
1912
altri penseranno e diranno, e che proveniva nell'Abba
92
1912
io l'ho sentito e riconosciuto il mio povero
93
1912
in quelle sue ultime e pietose parole quando, colpito
94
1912
ubbriaco! ¶ Oh dignitosa coscienza e netta! esempio unico oggi
95
1912
spirito d'altri tempi e d'altri mondi: eroe
96
1912
scrittore vero, coscienza grande. E tu non sei più
97
1912
lui testimonianza così eloquente, e giovò alla diffusione dell
98
1912
d'un'aria dolce e severa" trascorre veloce a
99
1912
che risplendono come stelle:" e quei contadini lo credono
100
1912
a vedere il Re. E non sa che fu
101
1912
il fatto pubblico, impassibile e calmo, è simultaneo alla
102
1912
pubblico, impassibile e calmo, è simultaneo alla tragedia privata
103
1912
alla tragedia privata, ed è circostanza drammatica che accresce
104
1912
Nella novella: "I baffi e il cuore del sig
105
1912
cuore del sig. Saul" è un ricordo comico e
106
1912
è un ricordo comico e bieco del vecchio dispotismo
107
1912
aveva un gran cuore, e anche un gran paio
108
1912
a sentir la banda; e il governatore della città
109
1912
esitante. ¶ - Venite avanti voi e i vostri baffi! chi
110
1912
Sentendosi il labbro nudo, e le costole indolenzite, al
111
1912
Saul veniva da piangere e gli pareva di non
112
1912
luogo recondito a passeggiare, e per consolarsi mormora alcuni
113
1912
l'opera di lui, e sul capo di lui
114
1912
Saul muore poi vecchissimo, e benedetto da tutto il
115
1912
il sig, Saul, buono e generoso, ritira un po
116
1912
Foresto nei "Primi Duoli" è pure l'autore fanciullo
117
1912
penitenza avuta dal confessore e il timore, se non
118
1912
erano tra i modi (e chi scrive se ne
119
1912
se ne ricorda) pedagogici e avvilitivi, che, sotto il
120
1912
scuole tenute da donnicciuole e da preti cretini. Finalmente
121
1912
Foresto si fa coraggio, e incomincia con la lingua
122
1912
una montagna. Vanni fugge, e Foresto dietro, gridando: - Tanto
123
1912
più che pochi passi, e poi, giù la mano
124
1912
da schiantargli la testa, e a terra! che quel
125
1912
parve di sentirsi rapire. E allora il suo cuore
126
1912
laggiù... Che dolce smarrirsi!..." ¶ "E che Vanni continuasse a
127
1912
prevarranno sempre ai malvagi. E più tardi quel medesimo
128
1912
verso le cose grandi e belle, lo porterà su
129
1912
nave fino a Marsala, e dipoi non farà mai
130
1912
Ma la propria alta e generosa bontà sarà la
131
1912
si sentirà spesso confitto, e le anime sordide, anguste
132
1912
gli attraversi l'occhio e la mente, egli lascierà
133
1912
egli lascierà correre Vanni, e potendo atterrarlo come nemico
134
1912
infatti le sue indignazioni, e più frequenti i sospiri
135
1912
frequenti i sospiri penosi e profondi, con i quali
136
1912
di chi si rassegna e si frena, che nell
137
1912
ultimi termini dell'odio e del disprezzo. Un tale
138
1912
attinenza coi suoi sentimenti, e con la sua alta
139
1912
le vie del pericolo e del disagio, quando glielo
140
1912
glielo imponevano il dovere e l'onore; egli era
141
1912
quel suo contegno tacito e pensosamente tranquillo, se non
142
1912
indotto a parlar forte e chiaro per qualche ragione
143
1912
senza collera, sempre calmo e composto. Con tale temperamento
144
1912
il loro sacrario interiore; e basti questo passo: ¶ Il
145
1912
sono detti figliuoli naturali, e insieme (che pare una
146
1912
un po' di piacere e d'orgoglio della propria
147
1912
anche trovatelli, nome poetico e leggiadramente compassionevole come di
148
1912
cosa raccattata per via; e di tutti questi appellativi
149
1912
roseo, il più soave, è figlio dell'amore: amore
150
1912
ne paga le conseguenze, e ne porta tutta la
151
1912
sentimento della più egoistica e snaturata durezza. ¶ "Ah dunque
152
1912
lupo? Stai al mondo, e non sai nemmeno chi
153
1912
il soldato Prospero. Questo è figliuolo dell'amore del
154
1912
l'eredità del padrone. ¶ E il dott. Paleari (una
155
1912
s'incontri con Prospero, e lui se ne intenerisce
156
1912
lui se ne intenerisce, e, in ira alla serva
157
1912
una che ama perchè è sua sorella, ossia un
158
1912
fugge dalla casa paterna e fugge anche dal paese
159
1912
dott. Crisante. Ma egli è un gaudente egoista, una
160
1912
egoista, una testa leggiera, e non può essere un
161
1912
contento "a mangiar bene e bever meglio." E questo
162
1912
bene e bever meglio." E questo è pensiero di
163
1912
bever meglio." E questo è pensiero di Lupinella, la
164
1912
che sola può giudicarle, e a cui l'Abba
165
1912
d'una legge morale, e per essa una condanna
166
1912
patisce pel peccatore, ed è questo l'effetto più
167
1912
più terribile della colpa, e per il quale la
168
1912
il grande infelice, qui è Prospero, non il padre
169
1912
Prospero, non il padre. E sarebbe anche il padre
170
1912
come Lupinella. Questa siede e fila come una parca
171
1912
una parca nel focolare, e conta i minuti al
172
1912
padrone, venalmente premurosa, falsa e nemica. Il padrone è
173
1912
e nemica. Il padrone è la mosca, e la
174
1912
padrone è la mosca, e la serva il ragno
175
1912
divora, ma la nutre e la blandisce per i
176
1912
che secondo la natura, è normale, ma, secondo la
177
1912
secondo la coscienza umana, è abbominevole, mentre è la
178
1912
umana, è abbominevole, mentre è la giusta punizione che
179
1912
il dottor Crisante s'è meritato. Il dott. Crisante
180
1912
suoi figliuoli dell'amore, e con la serva che
181
1912
vuole in casa nessuno, è il male: il bene
182
1912
male: il bene invece è il dott. Paleari coi
183
1912
i quali alacremente lavora; è la moglie saggia, affettuosa
184
1912
moglie saggia, affettuosa, fedele; è tutta quella casa di
185
1912
le nascite dei figliuoli, e si tiene, figuriamoci! tra
186
1912
l'armadio della biancheria. È "un libro vecchio vecchio
187
1912
in carta pecora ingiallita e grinzosa, che dà un
188
1912
figliuolo che ora gli è nato, 2 settembre 1870, ecco che
189
1912
richiamati sotto le armi (è vicina la breccia di
190
1912
breccia di Porta Pia), e cantano: ¶ "Anderemo a Roma
191
1912
santa ¶ Anderemo in Campidoglio!" ¶ e il dottore ne trae
192
1912
grandi cose udite, vedute e alle quali da giovane
193
1912
sette mesi. Io fumava e mi guardava gli sproni
194
1912
affettuosa, quello spirito militare e cavalleresco che dava al
195
1912
un'impronta di nobiltà e di fierezza. Egli si
196
1912
che il suo padrone è partito. E il padrone
197
1912
suo padrone è partito. E il padrone parte a
198
1912
padrone parte a piedi, e durante il suo viaggio
199
1912
pochi centesimi in tasca, e la fame in corpo
200
1912
s'avvicina al paese, e più i ricordi lo
201
1912
al collegio di Carcare, e qui pensa, giovane di
202
1912
all'adolescente che non è più, e che visse
203
1912
che non è più, e che visse entro quelle
204
1912
la prima volta Virgilio, e che egli ricordava spesso
205
1912
spesso con riconoscenza filiale3. E giunto a casa che
206
1912
accorge che il padre è imbiancato, la madre invece
207
1912
imbiancato, la madre invece è ringiovanita dalla gioia. Il
208
1912
focolare, piange in silenzio, e si guarda gli sproni
209
1912
lasciato il suo cavallo, e di non essere più
210
1912
seno alla sua famiglia, è il proemio migliore alle
211
1912
esemplare del dottor Asquini, è rappresentata come la realtà
212
1912
loro rapporto di soggetto e di tempo. Perchè il
213
1912
del 59, il garibaldino del 60 e del 66, è divenuto, in
214
1912
garibaldino del 60 e del 66, è divenuto, in questa novella
215
1912
di temperamento. Ha gentilezze e fantasie di poeta, sollecitudine
216
1912
sollecitudine coscienziosa pei figli e per la moglie; per
217
1912
fatica, il costume austero, e la virile devozione al
218
1912
dovere. Aveva sempre lavorato, e sapeva, dice l'autore
219
1912
infermi". ¶ Prossimo alla vecchiezza, e felice nella propria famiglia
220
1912
suoi amici di gioventù e compagni d'arme, e
221
1912
e compagni d'arme, e li trova in pena
222
1912
del celibato. Il primo è presso a morir tisico
223
1912
sposare una giovane donna, e sconta con la paralisi
224
1912
Giace su una poltrona, e amante, com'egli è
225
1912
e amante, com'egli è, delle armonie maritali, vuole
226
1912
l'orologio della quaglia e quello del chiù suonino
227
1912
non accade mai, c'è sempre qualche minuto di
228
1912
qualche minuto di differenza, e il pover uomo s
229
1912
arrabbia. Il terzo, vivo e verde ancora, l'ha
230
1912
sciogliere, perchè ci s'è affezionato, perchè è solo
231
1912
s'è affezionato, perchè è solo, e colei furba
232
1912
affezionato, perchè è solo, e colei furba e venale
233
1912
solo, e colei furba e venale, se n'approfitta
234
1912
venale, se n'approfitta, e lo rigira come le
235
1912
anche gli eroi! ¶ Non è che il dott. Asquini
236
1912
tutte le calamità grandi e piccole che posson venire
237
1912
sembra la più trista, e per salvare il figliuolo
238
1912
prender moglie. ¶ Altro scapolo è il dott. Crisante nella
239
1912
di questo nome. Egli è colpevole di effetti che
240
1912
Lo stesso soggetto dunque è qui considerato sotto il
241
1912
ben netta nel drammatico e particolare loro destino di
242
1912
destino di quel momento, e al volgo d'Italia
243
1912
volgo d'Italia innominato e disperso, che non combatte
244
1912
non combatte, ma attende e sogna, si dà il
245
1912
il più terribile avviso e il più vero che
246
1912
afferma una giustizia storica e insieme provvidenziale, va di
247
1912
metafisico, dell'ironia mefistofelica, e della disperazione; onde quei
248
1912
onde quei fantasmi tragici e scrutatori quali l'antichità
249
1912
l'antichità non conobbe; e sono come le ombre
250
1912
umano tanto più adulto, e disciolto dalle vecchie illusioni
251
1912
d'ogni apparenza momentanea e vanamente vitale, vi si
252
1912
più la fede ingenua e neanche la scienza, e
253
1912
e neanche la scienza, e un nuovo dolore, quello
254
1912
dello spirito irrequieto, anelante e non rassegnato, penetra nella
255
1912
i fratelli d'Amleto, e sono i Werther, i
256
1912
questo romanticismo luttuoso, che è la grande poesia sorta
257
1912
poesia di tradizione cattolica e medioevale, così certa delle
258
1912
così certa delle tenebre e dei lumi dell'Universo
259
1912
una finalità non effimera e non circoscritta come quella
260
1912
invece se ne appagano, e lo scarso consenso a
261
1912
sempre le più esigenti e le più tenaci, fu
262
1912
mestizia nel viso buono e marziale, io lo riveggo
263
1912
riveggo oggi che non è più. Lo riveggo giovane
264
1912
con que' suoi lenti e malinconici passi per le
265
1912
nel Foscolo, nel Mazzini, e tutti si esaltano in
266
1912
era una soave allegrezza, e le diciotto lire della
267
1912
accostai con affetto inesprimibile, e stazzonandogli il collo superbo
268
1912
stazzonandogli il collo superbo e lisciandogli la criniera, gli
269
1912
soltanto della bassa tenuta, e con le due camicie
270
1912
allievo della scuola militare. E seguitando il mio viaggio
271
1912
mena ai miei monti, e quell'aria già fredda
272
1912
mio petto. Camminava spedito, e il rumore degli sproni
273
1912
per i miei centesimi, e rinvigorito ripresi la via
274
1912
sua torre cupa, fredda e pesante, in Altare passai
275
1912
mi aveva veduto spensierato e felice, ora conforto, ora
276
1912
Le vie erano solitarie, e in faccia al Collegio
277
1912
rivelava delle melodie divine! E per la prima volta
278
1912
alla fuga degli anni, e rimpiansi il passato che
279
1912
al muricciuolo del pozzo e l'anima mia si
280
1912
a stento poteva parlare, e dopo pochi minuti la
281
1912
nel focolare tanto invocato, e rischiarava tutta la famiglia
282
1912
tutta la famiglia festosa e raccolta d'intorno a
283
1912
aria d'orgogliosa compiacenza, e mia Madre ad ogni
284
1912
più attentamente mio Padre, e vidi i suoi capelli
285
1912
una stretta al cuore, e mi parve di piangere
286
1912
non se n'avvidero, e sedemmo e ragionammo fino
287
1912
n'avvidero, e sedemmo e ragionammo fino alla punta
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rideva, m'interrogava, piangeva, e pareva non credesse d
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gli conteneva nel cuore; e se gli apparivano nella
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fine alla prepotenza straniera e macchiata del più puro
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coi soprusi degli operai, e finirà con la lotta
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se non dell'ingegno, e l'ingegno si contenterà
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1912
lui, anima sinceramente mazziniana e tolstoiana. ¶ * ¶ * * ¶ In una sua
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Là io pativa, pativa, e a quel modo che
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giovanili, accompagnati dall'illusione e dalla speranza, sono meno
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sentiva una virtù affinatrice e purificante; perchè dal patire
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trasmesso di meno alto e di meno buono da
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1912
da una inevitabile eredità e da contagiose influenze; perchè
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quell'ideale di grandezza e di gloria, il cui
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1912
seguenti, la cui mestizia è pari a quella della
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1912
me li diceva pallido e a fronte alta, in
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di bellici istrumenti ¶ Pietosa, e a quella, con alterna
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corridor, dimesso ¶ La testa e la foltissima criniera, ¶ Quasi
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le esequie tue, giovane e fiera ¶ Alma magiara . . . . . . . . . . . . . . . ¶ . . . . . . . . . Oh
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Meglio quel mesto feretro e quei pianti!" ¶ Egli aveva
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già battute dalla mitraglia e accalcate di popolo, nè
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al compianto d'Italia. ¶ E ora al brano dell
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gentili, la più gentile e forte, ¶ E, ambito guiderdon
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più gentile e forte, ¶ E, ambito guiderdon, ¶ Il cavalier
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per tenda il cielo, e per letto la terra
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1912
per letto la terra, ¶ E Dio per testimon: ¶ Poichè
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d'amaro tedio piena è la vita, e l
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piena è la vita, e l'ora ¶ Precipitò, se
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so quale uragan; ¶ Morire, e il fin dell'ultime
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poscia ¶ Tormenteranno gli uomini, è un pensier che m
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pensier che m'angoscia ¶ E ch'io discaccio invan
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a Pisa da giovane, e così da adulto, e
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e così da adulto, e padre di numerosa famiglia
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obliare che la vita è seria, è una responsabilità
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la vita è seria, è una responsabilità di coscienza
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coscienza, non una formidabile e futile buffonata del caso
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alla prova dei cimenti e delle sventure che non
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caldo nel suo lettuccio. E soggiungeva di somigliare in
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Morbosa sensibilità sarà detto, e certo non quella dei
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Mettete tutti gli egoismi e tutte le ambizioni umane
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di Mazzini, di Garibaldi; e l'Abba aveva pure
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ma pur tenne fermo, e sempre col pensiero d
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Italia. ¶ I più forti e i più gentili poeti
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i suoi padri intellettuali, e il suo clima, quello
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romanticismo. Non quello falso e volgare delle educande, e
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1912
e volgare delle educande, e dei seminari, novella rifioritura
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carattere d'elevatezza cavalleresca, e disporli a soffrire, combattere
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1912
disporli a soffrire, combattere e morire per un'alta
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alte verità dello spirito e della storia, com'è
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e della storia, com'è, ad esempio, nei due
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due cori dell'Adelchi, e massime nel primo di
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Cesare Abba, al quale è quasi superflua la mia
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quello che lasciò scritto, e in quanto operò, espresse
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senza grandiosi gesti oratori, e senza quelle orpellature che
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parlando di quest'uomo e di questo scrittore, come
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frasi, il che non è facile ai tempi che
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nudità aitante, quasi inconsapevole, e pur tesa in un
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mirò sempre, nella vita e nell'opera letteraria, a
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respiro d'agiato riposo e di libertà. Prima le
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da impedire al poeta e all'artista la grandezza
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di cui eran capaci. E anche in questo sacrifizio
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gli apportò di logoramento e di pena, pazientemente sofferta
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Fracassa, non d'Artagnan, e neanche il rozzo Fanfulla
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gentilezza del sentimento romantico e cristiano, il D'Azeglio
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famiglia fra certi tipi, e anche l'antichità classica
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l'uomo che piange e s'adira sì passionatamente
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per l'ingiustizia patita e per la morte di
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la morte di Patroclo, è fratello a ognuno che
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1912
della coscienza. Pareva, parlando e operando, temer sempre d
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1912
credeva la parte immortale e divina di sè: il
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accolse, in un'idea e in una prova titanica
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eletti cuori d'Italia, e ne rifece le sorti
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forse oggi parer prolisso e antiquato: a me piace
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quei giovani, mentre Venezia e Roma attendevano, pareva ogni
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pareva ogni tregua colpevole e vile. Essi mettevano Re
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Re Vittorio, Cavour, Napoleone e tutti i generali piemontesi
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Garibaldi, ferito a Aspromonte, e che mandava a quando
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1912
degli eserciti d'Austria e Francia, che contendevano ancora
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1912
si dicevano per ischerno, e i frementi, di rimando
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1912
si andasse a Roma e a Venezia più cautamente
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1912
con equilibrio più dinamico e ponderato. Moderatissimi erano i
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1912
erano i professori universitari, e perciò non troppo ossequiati
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discorso sulla letteratura greca, e nel 48, di carmi patriottici
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amico di Gino Capponi e del Niccolini. Un giorno
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studente di legge, passa, e non lo degna. -Perchè
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gli domanda il rettore. - E chi è lei? - gli
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il rettore. - E chi è lei? - gli risponde l
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vanterìa di quel giovinotto, e con essa egli certo
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ma soltanto il malvone, e l'autorità costituita, cioè
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un nemico d'Italia e della repubblica. E basti
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Italia e della repubblica. E basti questo piccolo aneddoto
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ma seri; alcuni taciturni e meditabondi. Facevano vita a
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Facevano vita a sè, e raccolti in pochi, con
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1912
dalla fantasia di Byron, e si fosse incarnato per
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1912
la redenzione d'Italia, e di tutti i popoli
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1912
labbro; era studioso, malinconico e mite. Parlava con sobria
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1912
beneficio dei più poveri e dei più sofferenti. E
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e dei più sofferenti. E per amore dei servi
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1912
che poi non finì, e me ne scriveva più
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1912
altri seguitavano a dire, e allora capì che pigliavano
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misure. Si alzò, discese, e li vide ginocchioni su
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1912
Allora piglia la sega e i chiodi. ¶ - Che volete
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Andate piuttosto dal parroco, e poi dal sindaco, che
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vedere come vostro padre è morto...! ¶ - Da queste parti
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una cassa di pietre, e dir che v'è
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e dir che v'è un tale morto, una
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una tale... ¶ - Oh! ¶ - Oh? E magari quel tale o
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potranno essere stati ammazzati, e si faran passare per
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da questo lato, grande è l'ingiustizia del mondo
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pie del letto, giaceva; e la carbonaia, cui egli
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boschi, alla sfilata, uomini e donne; davano un giro
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quei della cassa partirono, e in due file dietro
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i boschi mandassero vento, e una gran voce gridasse
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dei valloni: Mai più? ¶ E se anche Pellegro non
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Nella discesa dai monti e poi in chiesa, per
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pace lavorando ed amando. E se anche non avesse
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quel trionfo di campi, e di città, tra l
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città, tra l'Appennino e il mare; la patria
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le creste dei monti, e Nunzia era di forza
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lui. Così volava lontano e felice; ma nel momento
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1912
che aveva tanto offeso e umiliato alla presenza di
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schiaffo dato al tenente, e vi veniva con quell
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1912
cimitero quasi senza avvedersene: e chinatosi con gli altri
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appena usciti dal cimitero, e di far una mezza
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sulla cassa di Biagio, e poi rivoltoloni rovinò nella
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fucilato, addio! ¶ Gridava Pellegro e faceva forza per avventarsi
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tanto adoperato pel morto, e pareva si conoscesse con
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si conoscesse con Pilo, e aveva detto: Sarò fucilato
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1912
tale cercato per omicidio, e famoso dalle parti del
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con su la tovaglia, e vino e pane che
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la tovaglia, e vino e pane che diceva: mangia
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ottanta mangiatori fortissimi, uomini e donne; peccato che per
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mezza botte di vino e un vitello ogni morto
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coi gomiti sulla mensa e principiarono a mangiare e
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e principiarono a mangiare e bere gagliardamente. A un
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della storia di Pellegro, e corse sommesso il nome
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donne inarcavano le ciglia, e si strizzavano l'occhio
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tra di loro, maliziose e contente. I due figli
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accese la sua lanterna, e la pose sulla tavola
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gloria! - rispondevano in coro. E poi ad uno ad
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Sapeva dove passò Napoleone! ¶ - E chi dei nostri morì
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nostri morì in Spagna e chi in Russia! ¶ - Diceva
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più nulla... più nulla! ¶ E così, quasi salmeggiando, dicevano
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quasi salmeggiando, dicevano vita e miracoli del morto: poi
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poi intonarono il rosario, e ogni terza parte di
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1912
aver fatto il mezzogiorno, e già l'oste stava
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delle mura del borgo; e buia dentro, umida, anche
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e alle mani. ¶ Anna e Nunzia, sbigottite com'erano
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al fuoco. ¶ - Ora spogliamolo e diamo sotto a fregarlo
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vita... Animo! ¶ Pellegro diceva e faceva come uno spedalino
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faceva come uno spedalino; e quando vennero certe grosse
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po' fuor del lettuccio, e ne tenne i piedi
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guardava quei piedi larghi e nocchiosi del nonno, e
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e nocchiosi del nonno, e le pareva che Pellegro
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aveva gli occhi invetriti, e nell'aria del viso
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in cucina. ¶ - Ora com'è andata? - chiese Pellegro. ¶ - Ditelo
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il padre di Nunzia. E Babacco alla meglio: ¶ - Ecco
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aveva qualcosa pel capo, e non mi feci pregare
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lo levarono dal carro e lo buttarono in una
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detto che la verità è una sola, che sempre
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alla Costa del monte; e Biagio, così, rigirando il
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marchese con le criniere e le code intrecciate dagli
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Si presero a parole, e Biagio lo lasciò gridandogli
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poi entrò nel confessionale; e cominciarono a parlar forte
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tutta la chiesa sentiva e rideva. Alfine il parroco
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fuori dal confessionale brontolando, e se ne andò tutto
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all'osteria; mangiammo, mangiò e bevve molto lui, sempre
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Animo, Babacco, mangia, bevi e non pensar a nulla
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nulla, che non v'è più spiriti, nè streghe
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Poi siete arrivati voi, e hai visto. Nevvero che
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che pareva un biscione? E come venne, quando tornavamo
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come venne, quando tornavamo, e incontrammo il signor parroco
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Biagio voleva gettarli tutti e due nel fiume. Ce
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parroco con un ebreo, è inutile stare al mondo
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di entrare s'impunta, e mi dice: "Babacco, senti
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di dir di no; e risposi che sì, che
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ai prati era mancata, e non se n'era
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muggì come un toro e stramazzò per terra, come
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un po' d'agonia e senza prete, un uomo
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Allora fu un pianto, e Pellegro solo taceva. Quell
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di culto pel mondo, e per certa povera gente
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avrebbe durato ancora sereno e contento, se non gli
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in quello spirito semplice, e gli parve d'aver
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la vita. Guardava Nunzia, e sentiva che se anche
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di tutti quei boschi, e tutti glieli avesse donati
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gli veniva da dentro e di fuori, non potè
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trovato tutto, così povero e bello, si sentiva legato
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sarebbe una bella forza! E che bella memoria quella
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lasciandomi dietro dei morti e degli offesi. ¶ Si alzò
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offesi. ¶ Si alzò travagliato; e dall'aia, ai prati
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lembi della selva, andando e tornando, si trovò stanco
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fieno, chiuse gli occhi e dormì. Ma quanto? Nel
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venuto a disturbar lui e Nunzia improvviso. Dunque era
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sentire. Parlavano il padre e lo zio di Nunzia
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venuto a far nulla, e intanto a pagarlo come
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le scarpe ogni paura è finita, vanno a far
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forestiero oh! certo Nunzia è con lui.... ¶ Se ne
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1912
sentito Anna gridare, gridare; e il nome di Nunzia
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occhi pieni di tristezza e tacque. ¶ - Mah! povero Pilo
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1912
povero Pilo, voi aspettate, e Nunzia è forse andata
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voi aspettate, e Nunzia è forse andata alla Badia
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rispondeva mortificato: - la messa è una bella cosa... ma
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bella cosa... ma... quand'è finita anche il prete
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dice: Andatevene. Ora poi è quasi sera e una
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poi è quasi sera e una ragazza sola... ¶ - Oh
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con certa aria selvatica e libera; non ebbe cuore
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non sapeva dove fosse; e si confondeva a sciupare
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che vengo in casa... ¶ - E chi v'ha detto
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perchè allora eravate onesta...! ¶ - E adesso non lo sono
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più? - disse infuriando Nunzia; e con le fiamme negli
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fiera in quella briga: - e voi credete di poter
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il nostro onore, noi, e ci basta. Noi di
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si morse gli indici e proruppe in pianto. ¶ - E
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e proruppe in pianto. ¶ - E ora cosa c'è
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E ora cosa c'è? - disse Pellegro, apparendo sulla