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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Montanaro, Tommaso sa le stelle, 2014

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
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2014
Io più di sessanta,” e cerca di mostrarglieli con
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2014
mostrarglieli con le mani. È che gliene servirebbero troppe
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che gliene servirebbero troppe, e a metà del conto
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2014
Le piante sono salde e scintillanti, sceglie con cura
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accorge che Tommaso non è più sulla sedia. Nota
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che ha sparecchiato, tutto è accatastato dentro al lavello
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2014
in equilibrio precario. Tommaso è seduto sul letto. Pietro
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seduto sul letto. Pietro è basito, quello è il
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Pietro è basito, quello è il suo letto! Tommaso
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di un buon sonno, e non lo caccia da
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2014
Pietro prende la Berta, e gli spiega: “Pietro, Pietro
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gli spiega: “Pietro, Pietro” e poi “Tutto Pietro”, perché
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Tutto Pietro”, perché lì è tutto suo, anche quello
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anche quello che non è suo. ¶ Pietro sceglie di
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lo fa quasi mai, è noioso trascinarsi la Berta
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forte, da sembrargli vera. E Tommaso che è proprio
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vera. E Tommaso che è proprio vero, invece. Un
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Un ragazzino in carne e ossa. ¶ La sigaretta è
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e ossa. ¶ La sigaretta è l’unica cosa che
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si vede nella notte. E se provasse a smettere
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tosse, ultimamente. L’argine è stretto, scomodo, la Berta
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ha paura di cadere. E il fiume va. Non
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Da qualche parte c’è una poltrona con i
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smalto dorato, EREDITÀ TODEVINI. E, se non sbaglia, ci
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anche dormire in poltrona. ¶ 7. ¶ È mio nipote ¶ Pietro si
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la scomoda Todevini, ma è indolenzito. Apre gli occhi
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scaffali del deposito. Si è svegliato ed è seduto
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Si è svegliato ed è seduto come un re
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una folla di pedule e calcolatrici scariche. Cosa è
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e calcolatrici scariche. Cosa è successo? Il Lexotan? Si
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può esserselo sognato. C’è un ragazzino nel suo
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viene da chissà dove e chissà dove deve andare
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un posto dove andare. E che non si fermi
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Pietro. La sera si è più fragili, si fan
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devo fare?, si domanda. E se lo scoprono? Mi
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Mi arrestano? Il tribunale è in ZTL. ¶ Entra. Tommaso
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ZTL. ¶ Entra. Tommaso dorme. È imbozzolato dentro le lenzuola
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si agita, non si è accorto di non essere
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non lo fa. Non è da lui. Strano, pensa
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piano in bagno, si è rasato senza risciacquarsi rumorosamente
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rumorosamente. Ma presto si è stufato, riempie la caffettiera
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un corpo che cresce, e la voce si sta
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Il profumo di caffè è nell’aria. A che
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A quest’ora c’è sempre qualche aria d
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piace sentire un borbottio e farlo diventare una voce
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una voce nitida. C’è qualcosa che sembra Vesti
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inorridito: “Ma che maialeria è mai questa?”. E dove
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maialeria è mai questa?”. E dove l’ha già
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erba. È un corpo, è lì davanti. Pietro lo
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accecato, ma non scappa. ¶ E allora lo vede, la
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prima volta. ¶ No, non è un leone, il Minotauro
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un leone, il Minotauro, e nemmeno una delle sorelle
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una delle sorelle Cremonini. È un ragazzino! ¶ “Vieni! Non
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grandi. La pelle scura. È a un paio di
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capelli sono corvini, sottili e ricci, ha una maglietta
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fronte all’altro. ¶ Pietro è al buio, il ragazzino
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a quel torace mingherlino, e Pietro si diverte a
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altro tende le dita. ¶ È un dono. ¶ More di
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nutri di lampadari? Non è che mi mangi quello
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si rende conto che è sudicio. Che puzza. Non
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lì con un ragazzino, e con un ragazzino così
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sbucato dal nulla. Chi è? Cosa ci fa lì
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Fame,” ripete l’altro, e ha uno sguardo stanco
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pensa nemmeno, non c’è posto dove mandarlo, la
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dove mandarlo, la città è lontana. E non sa
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la città è lontana. E non sa dove cercarle
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dove cercarle, le parole, e sono parole che mai
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lo caccia mica, Pietro è brusco, diffidente, non è
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è brusco, diffidente, non è abituato, e il ragazzino
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diffidente, non è abituato, e il ragazzino si irrigidisce
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si irrigidisce, quell’uomo è forte, gli uomini sanno
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si può deciderle. Accadono, e basta. ¶ Il ragazzino si
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giusta. Quell’uomo non è malvagio. Ce n’è
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è malvagio. Ce n’è tanti, di malvagi, ma
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ma lui non lo è. E se il ragazzino
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lui non lo è. E se il ragazzino ha
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2014
di non scappare, non è solo perché piove ed
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2014
solo perché piove ed è stravolto, ma anche perché
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fanno gli occhi quando è triste, e ha capito
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occhi quando è triste, e ha capito che da
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lo specchio, lo scroscio è rumoroso. Pietro fa cenno
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me ne occupo io”, e va al contenitore delle
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dove tiene le mutande e i calzini. In che
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2014
mettendo?, pensa Pietro, ma è un pensiero che dura
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2014
su con uno spago, e di una maglietta XL
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di quei cenci sporchi e li scaglia sotto la
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sale grosso. ¶ Il ragazzino è seduto sulla sedia opposta
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altro però lo scuote e ne cade più acqua
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acqua, cola sul braccio e sulla tovaglia. “No maialerie
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gli afferra la mano. È una cosa paterna, giusta
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quando la fa che è una cosa che non
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male, ma il suono è quello. ¶ “Non sai niente
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di italiano?” ¶ “Fame. Gratta e vinshi. Taxi. Sirena. Culo
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ragazzino. ¶ “Che dici?” ¶ “Totti.” ¶ “E chi è? Il calciatore
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2014
dici?” ¶ “Totti.” ¶ “E chi è? Il calciatore?” ¶ Il ragazzino
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Fa un cenno eloquente e conclude la lista. Non
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un calcio, “Cosa c’è?”, un oggetto cade per
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oggetto cade per terra. È la scopa che si
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Vuole controllare. Il lampadario è sul pianerottolo, lui scruta
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l’orto sulla sinistra e il Po sulla destra
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dito; non si sposta, è indurita, bisognerà lavarla. È
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è indurita, bisognerà lavarla. È tonda, sembra uno zoccolo
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zoccolo. Una capra? Pietro è perplesso; non se la
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scale indisturbata. Adesso c’è il giorno, la luce
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gli invasori. Non si è mai spaventato, a dormire
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metro dalla casa; c’è questo cerchio bianco in
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prato. Se la bestia è affamata, verrà a nutrirsi
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tre gradini, ma quando è a metà si accorge
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l’erba; la bestia è venuta subito, lo spiava
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venuta subito, lo spiava. È incerto se salire di
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la finestra, ma quando è lì non c’è
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è lì non c’è più nessuno. ¶ Si accorge
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che nel piatto c’è qualcosa. ¶ Non il würstel
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würstel, però. Un sasso. ¶ È un bel sasso di
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sasso di fiume, lungo e stretto, affusolato, sembra la
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punta di una lancia. È grigio, vene viola su
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un sole notturno. Pietro è perplesso; no, non è
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è perplesso; no, non è sbavato, è pulito, la
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no, non è sbavato, è pulito, la bestia non
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le affronta con scopa e nebulizzatore di alcol denaturato
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lupa che allatta Romolo e Remo? La veduta di
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plastica RESORT DEI MOSCHETTIERI e una prolunga blu, lunga
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esce fuori con arma e cavo, guerriero con le
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La postina non si è vista. E poi, sarebbe
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non si è vista. E poi, sarebbe fuori luogo
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Pietro raccoglie il mazzolino. È perplesso, è un uomo
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il mazzolino. È perplesso, è un uomo con i
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con i capelli arruffati e dei soffioni tra le
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i gambi per terra. ¶ È sul confine del bosco
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attira la sua attenzione. È senza frutti, sta morendo
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nido, scavano il tronco. È un pioppo vuoto, che
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ma dentro vale niente, è finito. Gli viene in
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mondo sono tutti così. E poi Pietro pensa a
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radicchi sono lì, piccoli e sporchi, appena nati. Ma
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un tralcio di pomodori è stato spogliato. Qualcuno si
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stato spogliato. Qualcuno si è servito; ce n’è
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è servito; ce n’è uno strappato male, mezzo
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attaccato, preso di fretta. È stata la bestia, senz
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solo fame. ¶ Forse non è cattiva. ¶ Ha riempito di
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di acqua una pignatta e l’ha messa lontana
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A vederlo da fuori è buffo; il viso di
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tra una pendola rotta e una ruota di bicicletta
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di legno, il sasso e la pigna. I gambi
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in mezzo all’erba. È un corpo, è lì
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che sta succedendo qualcosa. È che Pietro non capisce
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non può ancora capire, e allora il felino se
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parte, per terra, c’è il suo asciugamano, e
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è il suo asciugamano, e un paio di mutande
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Sono sporche, sopra c’è del fango, della terra
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messo sottosopra il deposito, e tutto quello che ha
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stanza di Fellini, arancioni e umidi. Sono avanzi dell
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denti piccoli. ¶ Sì, c’è una bestia che si
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aggira. ¶ Pietro scaglia “Navi e imbarcazioni” per terra. ¶ Aveva
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ortopediche, che aspetta, aspetta, e poi non viene nessuno
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viene nessuno. Solo Verdi è venuto, una sera come
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Rigel! Ecco Orione!” esclamava, e Pietro ogni volta ci
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aperto a metà “Navi e imbarcazioni”, sull’articolo Vita
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sull’articolo Vita, morte e miracoli del petrello della
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una vela. La rivista è lontana dalla Berta, Pietro
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si rovini. La prende e, già che è in
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prende e, già che è in piedi, si rassegna
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verso la camera chiusa. ¶ È buio, l’interruttore è
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È buio, l’interruttore è distante, la strada la
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sa; sbuca dagli scaffali e sale le scale, il
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Si fa guardingo. Ora è sul ballatoio. Si accuccia
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tutta la soglia, c’è un boom. ¶ Pietro sta
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cuore batte. ¶ La bestia è lì. ¶ C’è qualcosa
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bestia è lì. ¶ C’è qualcosa nella stanza di
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di Fellini. ¶ Lì si è nascosto il mostro Succhia
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storia finirà; non c’è posto per entrambi, nell
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della luna. L’animale è in fondo, a qualche
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qualche metro da lui. È piccolo, stranissimo, la testa
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la bestia si alza e si abbassa tra gli
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latra, si china. Ora è a qualche metro, spalanca
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spalanca le fauci velenose e lancia un verso; è
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e lancia un verso; è un tuono. ¶ Allora lui
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là dell’uscio, c’è il fusto del lampadario
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il fusto del lampadario, e Pietro inciampa e cade
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lampadario, e Pietro inciampa e cade. ¶ Dopo un po
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a lui. Quanto tempo è passato? È vivo. Muove
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Quanto tempo è passato? È vivo. Muove la mano
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Era la zampa? No, è plastica. Sbircia. Cellofan. Maledetto
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musica. La bestia si è nascosta giù. Pietro è
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è nascosta giù. Pietro è pronto allo scontro frontale
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bravissimo, bravo! Non c’è animale che possa resistergli
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di cedimento, ma si è ripreso. La ucciderà. Le
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Ne resterà soltanto uno. È fuori dalla porta. Appoggia
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porta sbatte, la stanza è deserta. ¶ Il rubinetto sversa
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acqua tracima, la musica è avviata, l’anta del
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l’anta del frigorifero è aperta. No, non ci
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L’armadio della musica è chiuso, sigillato. Chiude le
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fatto effetto. ¶ La notte è stata agitata, ma ha
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Ma ormai è tardi, è dentro al flusso che
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di schermi al plasma e snobba la svendita di
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come missionari in Cina. ¶ E ritorna, l’aria nei
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sentieri sfreccia ancora. Non è lo stesso per lui
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le ali larghe, oro e nere, eleganti. Pietro frena
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Pietro. Poi ci rinuncia e vola via, in controluce
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via, in controluce. ¶ Ora è a casa. Ecco l
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crepita. Solleva la cassa e guarda sotto. C’è
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e guarda sotto. C’è polvere, una polvere bianco
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una polvere bianco-rossa, e poi un pezzo di
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2014
pezzo di vetro. Sì, è un fiore del lampadario
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dall’armadio ai fornelli, e scorge un altro petalo
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altro petalo dove c’è la radio. Spalanca la
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del fiume. Il Po è gonfio come un torace
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ce la fa. C’è un animale che si
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peloso affiora dall’acqua e lo guarda come se
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orso disceso dagli Appennini. È la vecchiaia che lo
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sorprende così, disarmato, solo? È l’Alzheimer? Uno sdoppiamento
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mangiarli? Pietro si spaventa. È lui il burlone che
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Pietro!” ¶ No, questa non è un’allucinazione. È proprio
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non è un’allucinazione. È proprio la postina. Evviva
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il tetto di lamiera, e lì la postina, che
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ha lasciato l’asciugamano e le mutande. ¶ Ma non
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mutande. ¶ Ma non c’è niente. ¶ “Pietro!” ¶ “Arrivo...” Non
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da trent’anni. C’è una roccia piatta, in
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la bicicletta Atala arrugginita e la postina che sbuffa
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un bagno.” ¶ “Ma non è freddo?” ¶ “Freddo, ah!” ¶ “Ma
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Ma sei nudo?” ¶ “Eh.” ¶ “E dopo vorresti...” ¶ “Vorrei senz
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senz’altro.” ¶ “Porco!” ¶ “Vorrei e non vorrei...” ¶ “Porco!” ¶ “Dovevo
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Dovevo rilassarmi, questo deposito è infestato dai fantasmi.” ¶ “È
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è infestato dai fantasmi.” ¶ “È meglio che me ne
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giro, “Chiudi gli occhi”, e si riveste, si rimette
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rimette il berretto blu e giallo delle poste. E
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e giallo delle poste. E Pietro la guarda. Gli
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piace quel corpo, femminile e fresco; gli piace guardarlo
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che cercano le calze e poi le scarpe, i
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calabrese alto un metro e cinquanta che cercava di
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un paio di mutande.” ¶ “E una doccia, non te
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un bagno nel Po.” ¶ “E allora vattene!” ¶ E lei
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Po.” ¶ “E allora vattene!” ¶ E lei se ne va
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mette a correre, trafelata e goffa, con i piedi
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turbina sui pedali, furiosa. È ridicola, vestita da postina
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vede. ¶ Per terra c’è “Navi e imbarcazioni” di
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terra c’è “Navi e imbarcazioni” di dicembre, in
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di una campagna elettorale e quelli patinati di una
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miagolio. Si guarda intorno. È solo un gatto grigio
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forse, ma energico, regale e goffo insieme, come certi
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vuole dirgli che c’è qualcuno, che sta succedendo
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da quando se n’è andato; un cane non
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attraverso il fumo, tutto è sbiadito: Sono diventato vecchio
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ma non ce n’è; si passa le dita
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le dita sulla pancia e sente la pelle molle
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quella dell’autostrada. ¶ Non è la stessa cosa. ¶ Da
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devono andare al mare. È diverso, invece, guardare la
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sfrecciano, non frenano mai. E per cosa? Per andare
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quel lampadario non c’è.” ¶ “Ma se la indagano
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indagano per omessa custodia?” ¶ “E chissenefrega! Vengono a pignorare
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2014
altro?” ¶ “Scriviamo che le è stato rubato, non voglio
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2014
fuori.” ¶ Il Castroni si è allontanato. Anche le mèche
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Anche le mèche si è fatto, constata Pietro. È
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2014
è fatto, constata Pietro. È proprio un pioppo vuoto
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apre il frigo, c’è mezzo cartone di vino
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disegnato Bambi. Non c’è niente, in frigorifero. Eppure
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era. ¶ Un rumore. ¶ Pietro è interdetto. Sono dei passi
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sporge nel deposito. C’è qualcuno? Qualcosa? Forse un
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anche la mia carne è Garage!”. Beve. Tiene il
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2014
nuovo si guarda attorno e controlla che non ci
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amore mio!” La Panda è parcheggiata vicino all’orto
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vicino all’orto, azzurra e scalcinata, uno specchietto tenuto
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sinistra? In città c’è un negozio di alimentari
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al Duomo. Ma c’è anche la ZTL. Meglio
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ottanta, ma la verità è che il deposito è
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2014
è che il deposito è isolato, lontano da tutto
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viola di primavera inoltrata, e poi le insegne giallo
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2014
rotta da anni. Pietro è contromano, cerca posto vicino
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vicino all’entrata. ¶ C’è una signora, ha un
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un bambino sul fianco, e nell’altro una borsa
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vede, ma non c’è dubbio. È proprio lei
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non c’è dubbio. È proprio lei! L’energica
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pomeriggio fredda, novembre, foschia e brividi; avranno avuto sedici
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le labbra. Una suora. È passato quasi mezzo secolo
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mezzo secolo. Porcomondo, quanto è grassa. La Zerti non
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La Zerti non si è accorta di lui, Pietro
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di lui, Pietro si è fatto piccolo dietro il
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2014
volante, ma la precauzione è eccessiva, la donna non
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2014
con quei capelli spettinati e ingrigiti non è il
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2014
spettinati e ingrigiti non è il Pietro magro magro
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2014
sa quando mangiarli, non è tipo che ogni tanto
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li compra ogni volta. È come preda di un
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tra quegli scaffali. Forse è solo smarrito, spaesato. Sono
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suoi, sì, metallo ossidato e legno dozzinale, ma parlano
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in grande quantità, spugne e pagliette tra i pacchi
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No, lo yogurt non è da uomini. Il sugo
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sa di niente, ma è in offerta. Alla fine
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mese. Lamette da barba e schiuma. Un buon bagno
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l’orologio! Ma ormai è tardi, è dentro al
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Ha rotto il guscio e le ha annusate. Le
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grana perché il grana è l’unica cosa che
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Ha mangiato le uova e il teflon ascoltando la
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Poveri vitelli ubriachi. ¶ Allora è andato al suo armadio
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truccatissima, le spalle scoperte. È un armadio imponente, troppo
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colori, i dorsi allineati. E poi ce n’è
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E poi ce n’è un ottavo quasi sgombro
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tre volte in cui è stato all’opera. Meglio
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che l’ha vista e di quella che poi
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alla fine, non c’è andato. Lì c’è
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è andato. Lì c’è un Kenwood di trent
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casse voluminose, grigio-marroni. È il più grande investimento
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vita, insieme alla Panda e al lapislazzulo che aveva
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aveva comprato per Nina e non le ha mai
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ha mai dato. ¶ Pietro è affezionato al fruscio delle
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cassette, a poterle interrompere e riavvolgere; lo rassicura il
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non le butta via. E anche se, da anni
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può più sentire Manon e Le nozze di Figaro
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ha mai ricomprate. Non è nemmeno passato ai cd
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sedotte, la fabbrica fallì e loro si fecero monache
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Pia, scappò dal convento e si dice vaghi ancora
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edificio, inservibile da quando è stata costruita l’autostrada
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stata costruita l’autostrada, è stato acquistato dal Comune
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con qualche pretesa liberty è diventata un luogo di
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al pianterreno, delle scaffalature e due vetrate in cui
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anonime che erano uffici e ora sono ripostigli. Dovunque
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smetta di cercarli. C’è sempre più roba. Alcuni
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la prima volta che è entrato nel deposito. C
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una tana di ghiri e un imballo con delle
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ghiri si sono trasferiti e le bottiglie sono ancora
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con la scritta CRISTINELLI. È che poi, non si
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lui, ma il deposito è pieno anche delle miserie
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i registri. Sa che è di sopra, nella stanza
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di Fellini, dove c’è l’attrezzeria per una
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scena di 8 ½ poi tagliata. È per terra, tra sedie
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schienale triangolare di polistirolo e un vestito porpora da
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volta che lo chiedono, è che poi nessuno si
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i creditori non demordono. È di vetro di Murano
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vetro di Murano, blu e bianco, fiori grandi come
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lampadario, ma non c’è niente. Allora lo cerca
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arrende; pensa che non è il caso di affannarsi
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cucina, va sul sicuro: E lucevan le stelle, e
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E lucevan le stelle, e olezzava la terra. Pietro
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non canta mai. Ascolta e basta. È stonato, si
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mai. Ascolta e basta. È stonato, si imbarazza anche
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si imbarazza anche se è da solo, se lo
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lo ascoltano le tignole e i beccamoschini. Verdi no
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marrone sul muso. Ma è passato troppo tempo, da
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1. ¶ Lì c’è Pietro ¶ È un sentiero
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Lì c’è Pietro ¶ È un sentiero stretto, sassoso
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si viene dalla provinciale e si procede verso il
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unico modo per scovarlo è ricordarsi che si imbocca
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chiama quell’albero California. È difficile da riconoscere se
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si arriva troppo veloci. E anche quando si imbocca
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a lungo tra pioppi e bacche, grilli e buche
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pioppi e bacche, grilli e buche. Si capisce che
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il fiume si avvicina, è lì da qualche parte
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il deposito giudiziario, grigio e grande, scrostato, l’edera
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oggetti abbandonati. ¶ Lì c’è Pietro. ¶ È fermo sotto
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Lì c’è Pietro. ¶ È fermo sotto la tettoia
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giallognola, che senza dubbio è stata bianca un tempo
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Sta comodo così, canottiera e ciabatte con la bandiera
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italiana, i capelli arruffati e grigi, ancora folti, le
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con le gambe allungate e divaricate e le braccia
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gambe allungate e divaricate e le braccia in grembo
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solito mentre si incrociano e si dicono chissà cosa
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lungo, tra gli iris e le lenticchie di mare
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ghiaia che corre sotto e fa parlare il fiume
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passano poche di imbarcazioni; e anche se passano, mica
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l’immagine diventa chiara. ¶ È lei. ¶ È sempre lei
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diventa chiara. ¶ È lei. ¶ È sempre lei. Gli occhi
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ha ancora davanti. Nina. È lì. No, non è
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È lì. No, non è possibile. Nina se n
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possibile. Nina se n’è andata. Sarà che il
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caldo. Ma Nina c’è. Quel fantasma ha consistenza
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ha niente da dirgli. E lui? “Nina...” sussurra. Lei
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torna nella nebbia. Perché è venuta? Non vuole che
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lui non fosse esistito. E dire che è venuto
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esistito. E dire che è venuto al deposito per
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posto dove lei non è mai stata, dove non
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Ma di lei c’è tutto, lo stesso. Anche
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questa volta davvero, non è l’immaginazione. A rompere
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l’incantesimo che c’è in riva al Po
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domanda Pietro. No, non è la postina, che arriva
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arriva in bicicletta, industriosa e minuta, piccola e rumorosa
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industriosa e minuta, piccola e rumorosa come una mosca
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Lei solleva poca polvere. È senz’altro il Castroni
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timpani, prima o poi – è Die young di Ke
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Buongiorno, Pietro. Come sta?” E subito, prima che Pietro
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farmi un bel bagno, e ammazzare tutte queste zanzare
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vita, tranne gli insetti e il calcio.” ¶ L’ufficiale
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dal parrucchiere.” ¶ Il furgoncino è lontano, Pietro si è
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è lontano, Pietro si è seduto di nuovo sulla
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stanza da letto che è anche la sua cucina
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anche la sua cucina e il suo salotto. Di
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il frigorifero, vede che è quasi vuoto. Dovrò fare
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stop!” aggiunge il ragazzino. È stanco di disegnare, di
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letto, lascia il foglio e va verso il pallone
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in bagno; lo specchio è troppo alto per Tommaso
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fare i passatelli, MASON 1999/1, e con la scatola e
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e con la scatola e tutto gliel’ha piazzata
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bomboletta della schiuma, spruzza e spalma. Ha mani callose
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spalma. Ha mani callose e precise. “Eliminiamo questi baffi
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Tommaso per tenerlo fermo e, con la lametta nell
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altra mano, fa pelo e contropelo. I baffi sono
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allo specchio. L’opera è compiuta; aveva quattro peli
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peli, niente di più, è del tutto identico a
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di Fellini. “Porcomondo, se è scomoda.” L’altro gli
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mano di Tommaso non è incerta, procede spedita, taglia
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piacciono così.” Metà faccia è fatta. L’altra metà
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fatta. L’altra metà è una nuvola bianca, ma
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Tommaso dice: “Puoi lavareti” e fa finta di uscire
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due dalla borsa. “Questo è l’ultimo.” E fa
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Questo è l’ultimo.” E fa un gesto eloquente
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Pietro Pinocchio.” ¶ Il fiume è caldo, oggi sa d
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oggi sa d’estate e di sale. La corrente
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di sale. La corrente è lenta, sembra che l
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frasi?” ¶ Il ragazzino ora è a cavalcioni su una
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Sasso.” Ne prende uno e lo lancia. “E chissenefrega
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uno e lo lancia. “E chissenefrega se torniamo al
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lenza non piace. “Forse è un problema di esche
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Tommaso. ¶ “Erba,” dice Pietro, e ne strappa un ciuffo
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porgendogli una margherita. “Fiore.” E lo ripete finché non
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da terra, la indica e chiede: “Shelo?”. ¶ “No. Foglia
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vicino a un pioppo e battendo sulla corteccia. “Albero
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le foglie. Il cielo è diverso. Il cielo è
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è diverso. Il cielo è più grande.” Niente, Tommaso
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più grande.” Niente, Tommaso è interdetto. Si risiede. Ricomincia
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di pezzi di corteccia. È un po’ frustrato; gli
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si aggrappa all’amo e poi si libera, è
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e poi si libera, è tutto spine”. ¶ Sa dove
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maialerie varie”. Lì c’è lo specchietto di una
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rivista per ragazze, c’è una cornice con scritto
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ma dovrebbe bastare. Quando è di nuovo al fiume
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a sé Tommaso: “Questo è uno specchio”. Il ragazzino
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dice. “Foglie.” Si china e ne prende una da
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terra. “Foglia morta,” dice. E poi indica lo specchio
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un po’ di azzurro, e poi tutto lo specchio
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Bravo,” si complimenta Pietro, e si accorge che la
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dato l’ultimo strappo, è uscito, l’hanno tirato
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ha preso in mano. “È saporito il luccio, altro
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per dirgli che non è che foglia vada bene
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tutto, ma in realtà è vero, il luccio ha
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si avvicina. “Il luccio è cattivo. Il luccio è
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poi una sedia, “Berta”, e alla fine una macchina
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fine una macchina squadrata; è la Panda. ¶ “E Tommaso
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squadrata; è la Panda. ¶ “E Tommaso?” Da quel nome
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delle righe, sono pagine, è un libro. Ci mette
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Ci mette un titolo e, in copertina, uno spicchio
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ragazzino scuote la testa e sbuffa. ¶ Pietro allora prende
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taglia tutto il Nord è che è il Po
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il Nord è che è il Po, poi aggiunge
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poi aggiunge Pietro, Tommaso e anche casa, e subito
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Tommaso e anche casa, e subito dopo una scia
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Mediterraneo, va verso est, e dice “Tommaso?”. ¶ Il ragazzino
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Tommaso si fa coraggio e prende un foglio bianco
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segni sopra, buchi, scrostature. È un muro, interrotto in
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nomi, tra cui “Tommaso”. È un mercato, e lui
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Tommaso”. È un mercato, e lui è dietro a
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un mercato, e lui è dietro a una bancarella
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Vicino, disegna un uomo e dice: “Calé. Tommaso Calé
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Mela,” dice. ¶ “Mele, Tommaso. È plurale.” ¶ Il disegno è
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È plurale.” ¶ Il disegno è finito. Ma non il
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a una a una, e le X sono profonde
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per far capire che è una pioggia. Ma segna
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La siccità,” sussurra Pietro, e aggiunge: “Come il Po
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acqua?”. ¶ Il ragazzino annuisce e torna sul foglio. In
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foglio. In basso, dove è rimasto un po’ di
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nuvola da fumetto, forse è arabo, la frase finisce
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finisce con un teschio; è una maledizione, una minaccia
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delle pistole, dei proiettili, è tutto nero sul foglio
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la carta di spari, e gli sale la rabbia
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capirebbe niente; lo prende e lo straccia. ¶ Pietro vorrebbe
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qualcosa, ha capito che è scappato da lì, che
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da lì, che tutto è cominciato lì. ¶ Tommaso, però
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arancione, poi una palma e un tondo azzurro davanti
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azzurro davanti, un’oasi. È un deserto. Avanza una
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basso, raffigura un sole, e poi una luna, e
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e poi una luna, e poi un sole e
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e poi un sole e ancora una luna. Sette
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per far capire che è arrivato dentro una grande
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dov’era partito. ¶ C’è una banchina, una nave
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ma Pietro non capisce e a lui sta passando
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corsie, con il rosso e il verde fa un
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Tommaso era lì.” ¶ “Sì.” ¶ “E che facevi?” ¶ “Tommaso acqua
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nave rossa che c’è nel porto. Da lì
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Due uomini. Uno basso e grasso, uno alto e
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e grasso, uno alto e magro. Non hanno volto
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mano la matita nera, e continua a farli neri
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quel colore. Sono neri, e basta. Li indica e
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e basta. Li indica e poi accenna a sputare
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contro di loro. Pietro è confuso. “Tommaso stop!” aggiunge
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qui per quello.” ¶ “No? E cosa vuoi?” ¶ “Un test
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Non fare il cascamorto e non farmi perdere tempo
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non farmi perdere tempo. È l’una del mattino
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taglio a una gamba e mi sento la febbre
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gli antibiotici.” ¶ “Ma questa è l’ultima volta!” ¶ “E
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è l’ultima volta!” ¶ “E poi vorrei un disinfettante
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un disinfettante. Delle bende e dei cerotti. Per il
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antitetanica? Non penso proprio.” ¶ “È meglio se guardo.” ¶ “No
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mi pare il caso.” ¶ “È uscito molto sangue?” ¶ “Sì
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non direi.” ¶ “La terra è pericolosa. Piena di batteri
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ha gli occhi pesti e la fronte che scotta
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Il termometro a mercurio è immortale e giallastro. “Trentanove
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a mercurio è immortale e giallastro. “Trentanove.” Pietro mostra
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niente, solo la pelle e il taglio. La osserva
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il taglio. La osserva, è una riga dritta, superficiale
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da lì. “Dormi adesso.” È notte alta, Pietro si
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la mano sulla fronte. È rovente; le dita, viceversa
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lo stesso di prima; è dispiaciuto, preoccupato. ¶ È il
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prima; è dispiaciuto, preoccupato. ¶ È il momento di un
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bene sudare un po’. E se non fa effetto