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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Vittorio Alfieri, Bruto secondo, 1789

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
1
1789
l'ardir suo prisco, e la virtude agghiaccia... ¶ Bruto
2
1789
di Roma, ei serba ¶ e libertade e vita. ¶ Cassio
3
1789
ei serba ¶ e libertade e vita. ¶ Cassio ¶ Oh noi
4
1789
nulla ¶ per Roma; orrore e dolor smisurato ¶ per me
5
1789
un giusto sprezzo. ¶ Cimbro ¶ E per chi mai? ¶ Bruto
6
1789
che di Roma sei, ¶ e di noi, l'alma
7
1789
divin Cato il genero, e il nipote;... ¶ e del
8
1789
genero, e il nipote;... ¶ e del tiranno Cesare io
9
1789
ascolto? Esser potrebbe?... ¶ Cassio ¶ E sia: non toglie, ¶ che
10
1789
poter volea ¶ per ora, e farmen poscia infame erede
11
1789
pianto ¶ scendea pur anco; e del suo guasto cuore
12
1789
farsalica, tremante ¶ Servilia svela, e afferma, ch'io son
13
1789
frutto ¶ dei loro amori; e in brevi e caldi
14
1789
amori; e in brevi e caldi detti, ¶ ella scongiura
15
1789
che non restasti?... ¶ Cassio ¶ E se qual figlio ei
16
1789
regno, o morte. ¶ Cimbro ¶ E morte egli abbia ¶ tal
17
1789
Incorreggibil, fermo ¶ tiranno egli è. Pensa omai dunque, o
18
1789
non ha padre... ¶ Cimbro ¶ E che un tiranno non
19
1789
ha figli mai... ¶ Bruto ¶ E che in cor mai
20
1789
in cor sentite ¶ sublimi e sacri di natura i
21
1789
che impulso da natura, e norma, ¶ pigliate all'alta
22
1789
la tirannia che parte e rompe e annulla ¶ ogni
23
1789
che parte e rompe e annulla ¶ ogni vincol più
24
1789
tutto mostrare il dolore, e l'orrore, ¶ che a
25
1789
me figlio di Cesare e di Roma. ¶ Nemico aspro
26
1789
assai del mio, mi è dato ¶ di ritrovar: fra
27
1789
alberga di Bruto... ¶ Cassio ¶ E d'ambo degna ¶ è
28
1789
E d'ambo degna ¶ è la gran donna. ¶ Cimbro
29
1789
Bruto ¶ Ella, in sereno e forte ¶ volto, bench'egra
30
1789
mira; ¶ donna non sono». E in così dir, cadersi
31
1789
del manto il lembo, e a me discuopre ¶ larga
32
1789
stil, da questa mano, è fatta, ¶ or son più
33
1789
a te taciuta sempre, ¶ e imperturbabilmente sopportata ¶ dal mio
34
1789
erro, questa piaga ¶ fammi e d'udire, e di
35
1789
fammi e d'udire, e di tacer, gli arcani
36
1789
a una tal vista; e muto, ¶ piangente, immoto, attonito
37
1789
il suo pianto ¶ non è di donna, è di
38
1789
non è di donna, è di Romano. Il solo
39
1789
fato avverso ella incolpa: e in darmi forse ¶ lo
40
1789
figlio, a Porzia sposo, ¶ e ch'io Bruto mi
41
1789
oblio tai nomi, mai: ¶ e a giurarvelo, vengo. — Altro
42
1789
accennarvi ¶ la minor parte; e d'amistà fu sfogo
43
1789
torrammi ¶ poscia, pur troppo! e per sempre, a me
44
1789
stesso. ¶ Cimbro ¶ Romani siamo, è ver; ma siamo a
45
1789
della patria oppressa, ¶ straziata, e morente, taccion tutti: ¶ o
46
1789
In reputarmi ¶ più forte e grande ch'io nol
47
1789
nol son, me grande ¶ e forte fai, più ch
48
1789
nuovo io giuro, ¶ quanto è fra noi già risoluto
49
1789
e ne' miei sguardi, ¶ e ne' miei detti, e
50
1789
e ne' miei detti, e nel tacer mio stesso
51
1789
per te mi muova e mi trasporti? ¶ Bruto ¶ È
52
1789
e mi trasporti? ¶ Bruto ¶ È vero; ¶ osservo in te
53
1789
non so qual moto; e parmi ¶ d'uom più
54
1789
assai, che di tiranno: e finto ¶ creder nol posso
55
1789
finto ¶ creder nol posso; e schietto, attribuirlo ¶ a che
56
1789
petto? ¶ Bruto ¶ Ah! mille: e invidia tranne, ¶ tutti per
57
1789
s'uom tu ritorni e cittadino, immenso ¶ m'inspiri
58
1789
Cesare ¶ Amore io voglio: ¶ e a me tu il
59
1789
istessa ¶ il crederai. Questo è un suo foglio; io
60
1789
Mira; a te nota è la sua mano: ah
61
1789
forse, ¶ Pompeo non pure, e i cittadini tuoi, ¶ ma
62
1789
il tuo proprio figliuolo. È Bruto il frutto ¶ de
63
1789
de' nostri amori giovenili. È forza, ¶ ch'io te
64
1789
sospendi, ¶ se ancor n'è tempo, il brando: esser
65
1789
Servilia.» — Oh colpo inaspettato e fero! ¶ Io di Cesare
66
1789
come mai sì gelido e feroce ¶ rinserri il cor
67
1789
in te possa? ¶ Bruto ¶ E che? credi or tu
68
1789
figlio? Ami te stesso; e tutto ¶ serve in tuo
69
1789
desio di regno. ¶ Mostrati, e padre, e cittadin; che
70
1789
regno. ¶ Mostrati, e padre, e cittadin; che padre ¶ non
71
1789
cittadin; che padre ¶ non è tiranno mai: deh! tal
72
1789
deh! tal ti mostra; ¶ e un figlio in me
73
1789
nol voglio. O Bruto è figlio ¶ di liber'uom
74
1789
per Roma il sangue; ¶ e in un per te
75
1789
un nobil pianto? ¶ Rotto è del cor l'ambizioso
76
1789
bocca mia le voci; e Bruto, e Roma, ¶ per
77
1789
le voci; e Bruto, e Roma, ¶ per te sien
78
1789
il servir di Roma è omai maturo: ¶ con più
79
1789
più danno per essa, e men virtude, ¶ altri terralla
80
1789
il vil tuo core, e il mio ¶ vil nascimento
81
1789
tua mano. Orrida, atroce ¶ è la tua sconoscenza... Eppure
82
1789
padre ¶ ti ostini, ingrato; e se, qual figlio, sdegni
83
1789
io spero, ¶ l'onta e l'orror d'esser
84
1789
amor, se tu forte e sublime prova ¶ pria non
85
1789
D'ogni altro affetto è quel di padre il
86
1789
di padre il primo; ¶ e nel tuo cor de
87
1789
gioia allor, quanta dolcezza, e quanto ¶ orgoglio avrò d
88
1789
a me, sublime madre è Roma. — ¶ Deh! non sforzarmi
89
1789
Bruto, ¶ che a Roma e vita e libertà, col
90
1789
a Roma e vita e libertà, col sangue ¶ de
91
1789
Cesare ¶ Oh me infelice!... E fia pur ver, che
92
1789
Quant'io ti dico, è certo: uscir fu visto
93
1789
ed ama ¶ la gloria, e il retto. A noi
94
1789
in me stesso, ¶ credo, e mi affido. Ogni suo
95
1789
sola ¶ l'util pondera, e vede. ¶ Cimbro ¶ Eccolo appunto
96
1789
voi soli trovo? ¶ Cassio ¶ E siam noi pochi, ove
97
1789
Me sol, senza littori, e senza ¶ pompa nessuna, vedi
98
1789
sol di Cesare degno, è il valor suo: ¶ e
99
1789
è il valor suo: ¶ e vieppiù quando ei si
100
1789
lasciarti ¶ ed i rimorsi e il perpetuo terrore, ¶ di
101
1789
al mio cor, non è parola questa, ¶ nota pure
102
1789
invitto duce; ¶ non l'è a Cesare in Roma
103
1789
per forza ¶ suo dittatore. È generoso troppo, ¶ per negarmelo
104
1789
troppo, ¶ per negarmelo. Cesare: e, senz'onta, ¶ può confessarlo
105
1789
di tua stessa grandezza è assai gran parte. ¶ Franchi
106
1789
parte. ¶ Franchi parliam: degno è d'entrambi. — Ai molti
107
1789
uccidermi ora. Favellarmi, intanto, ¶ e udirmi vuoi, perché il
108
1789
perché il timor ti è norma ¶ unica omai; né
109
1789
saperlo sfuggi. ¶ Cesare ¶ Ingrato! ... e il torre ¶ di Farsaglia
110
1789
tu allora ¶ di gloria, e ancor della battaglia caldo
111
1789
battaglia caldo, ¶ eri grande: e per esserlo sei nato
112
1789
primo ¶ te ne scongiuro; e di romano pianto, ¶ in
113
1789
a' tuoi stessi occhi; e avvinto ¶ ti tiene, e
114
1789
e avvinto ¶ ti tiene, e schiavo, più che altrui
115
1789
te minor di dignitade, e d'anni, ¶ e di
116
1789
dignitade, e d'anni, ¶ e di possanza, e di
117
1789
anni, ¶ e di possanza, e di trionfi, io sono
118
1789
odo una voce, ¶ timida, e quindi non romana affatto
119
1789
ch'io ti spenga, è d'uopo. ¶ Lieve il
120
1789
Lieve il primo non è; più che nol credi
121
1789
credi ¶ lieve il secondo: e, se a me sol
122
1789
penso, ¶ romano, a Roma; e sol per essa io
123
1789
Roma render tutto; ¶ pace, e salvezza, e gloria, e
124
1789
tutto; ¶ pace, e salvezza, e gloria, e libertade: ¶ quanto
125
1789
e salvezza, e gloria, e libertade: ¶ quanto le hai
126
1789
ogni uom l'ardire e i mezzi ¶ d'imitarti
127
1789
mezzi ¶ d'imitarti tiranno; e hai tolto a un
128
1789
di più sangue ¶ bagnato e sazio; ei, cittadin pur
129
1789
pur anco ¶ farsi ardiva, e fu grande. Oh! quanto
130
1789
più, che di possanza è giunto ¶ oltre a Silla
131
1789
favellar, pur troppo! ¶ vero è fors'anche. Ignota forza
132
1789
mi fan tuoi detti; e allora che a me
133
1789
il confessarlo io primo, ¶ e il non n'essere
134
1789
non n'essere offeso, e il non odiarti ¶ sicure
135
1789
prove esser ti denno, e immense, ¶ che un qualche
136
1789
sei caro, il credi; ¶ e molto il sei. — Ciò
137
1789
sol degna. Ho tolta, è vero, in parte ¶ la
138
1789
aggiunto ¶ gloria a Roma, e possanza: al cessar mio
139
1789
te sanatore: integro sempre, e grande, ¶ stato sei tu
140
1789
qual padre, ti parlo;... e, più che figlio, ¶ o
141
1789
sei. ¶ Bruto ¶ ... Non m'è ben chiaro ¶ questo tuo
142
1789
ingiusta ¶ sterminata tua possa. E che? tu parli ¶ di
143
1789
puoi, se ti cangi; e se te stesso vinci
144
1789
nel mio contegno teco, e ne' miei sguardi, ¶ e
145
1789
terrore esser le leggi: ¶ e, finché torni al prisco
146
1789
di fama ¶ egli arde: è cieco, sì; ma tal
147
1789
sol la prospera sorte, e gli empi amici, ¶ che
148
1789
che il mio dire è un nulla; ¶ o ch
149
1789
io parole sì incalzanti e calde ¶ trar dal mio
150
1789
trar dal mio petto, e sì veraci e forti
151
1789
petto, e sì veraci e forti ¶ ragion tremende addur
152
1789
ragion tremende addur saprogli, e tante, ¶ ch'io sì
153
1789
sì, sforzar Cesare spero; e farlo ¶ grande davvero, e
154
1789
e farlo ¶ grande davvero, e di virtù sì pura
155
1789
degna, in mente volgi; e solo ¶ tentarla puoi. Non
156
1789
questa tua speme generosa, è prova ¶ ch'esser tu
157
1789
sensi udir pur dianzi, ¶ e tollerarli. Il riudrai fra
158
1789
amico ¶ pregar pur volli, e in nome tuo, colui
159
1789
certa prova ¶ esser conosco, e come tale abborro. ¶ Cesare
160
1789
di me sia degno: ¶ e Bruto egli è. ¶ Antonio
161
1789
degno: ¶ e Bruto egli è. ¶ Antonio ¶ Quindi or, non
162
1789
solo, ¶ ma Bruto prima, e i Cassi, e i
163
1789
prima, e i Cassi, e i Cimbri poscia, ¶ e
164
1789
e i Cimbri poscia, ¶ e i Tulli, e tanti
165
1789
poscia, ¶ e i Tulli, e tanti uccider densi, e
166
1789
e tanti uccider densi, e tanti. ¶ Cesare ¶ Quant'alto
167
1789
tanti. ¶ Cesare ¶ Quant'alto è più, quanto più acerbo
168
1789
più, quanto più acerbo e forte ¶ il nemico, di
169
1789
sempre ¶ piacque il vincerlo; e il fea, più che
170
1789
cor pien d'odio, e farsi essere amico ¶ l
171
1789
contro a degno nemico è la vendetta ¶ la più
172
1789
vendetta ¶ la più illustre; e la mia. ¶ Antonio ¶ Cesare
173
1789
a un tempo ¶ Roma e sé, da chi gli
174
1789
oggi ei l'apprenda: e sovra ogni uom, quell
175
1789
la vera della patria; e poco ¶ mostri curar la
176
1789
securtà di entrambi. ¶ Cesare ¶ E atterrir tu con vil
177
1789
può Cesare anch'egli, e il debbe. ¶ Cesare ¶ Morir
178
1789
Cesare ¶ Morir per Roma, e per la gloria ei
179
1789
snudaro, ¶ un d'essi è Bruto; io già coll
180
1789
mano ¶ preso l'ebbi, e perire allor nol fea
181
1789
quello ancora dei Parti, e quel di Bruto: ¶ questo
182
1789
per ora io pongo; e può giovarmi assai ¶ Bruto
183
1789
la gloria di Cesare e di Roma. ¶ Antonio ¶ Puoi
184
1789
io stimo ¶ un nulla: è tal l'animo mio
185
1789
pera. — ¶ Ma, di discordie, e d'atri umor perversi
186
1789
lasciarla ¶ piena di sangue e di terror vorrei; ¶ benché
187
1789
sol tutto appianarmi... ¶ Antonio ¶ E un nulla ¶ reputi Antonio
188
1789
presto ¶ sono a servirti; e il sai. Ma, cieco
189
1789
Cesare ¶ Assai più cieco è forse ¶ ei quanto a
190
1789
d'inganno: oggi mi è forza ¶ ciò almen tentare
191
1789
trar te stesso possa; ¶ e in tempo ancor conoscer
192
1789
vinta, egra, oppressa, moribonda, è Roma. ¶ Pari desir, cagion
193
1789
brando, ¶ questo mio solo, e la indomabil ira ¶ che
194
1789
snudar mel farà, bastano, e troppo ¶ fiano, a troncar
195
1789
in pianto ¶ tiene allacciata e serva; ove non altro
196
1789
segga ¶ altri a consiglio, e ponderi, e discùta, ¶ e
197
1789
a consiglio, e ponderi, e discùta, ¶ e ondeggi, e
198
1789
e ponderi, e discùta, ¶ e ondeggi, e indugi, infin
199
1789
e discùta, ¶ e ondeggi, e indugi, infin che manchi
200
1789
il più certo. ¶ Degno è di Roma il trucidar
201
1789
trucidar quest'uno ¶ apertamente; e di morir pur merta
202
1789
non m'era... ¶ Cimbro ¶ E da chi mai? ¶ Bruto
203
1789
finora. ¶ Cicerone ¶ Antonio? ¶ Cassio ¶ E il vile ¶ satellite di
204
1789
da Bruto? ¶ Bruto ¶ Ebbela, e in nome ¶ del suo
205
1789
Udirlo io quindi ¶ voglio, e fra breve, e in
206
1789
voglio, e fra breve, e in questo tempio stesso
207
1789
i più vili. ¶ Bruto ¶ E a risvegliarmi, in fatti
208
1789
a me di laude ¶ e biasmo in un, come
209
1789
ed ogni spron mi è vano. ¶ Cassio ¶ Ma, che
210
1789
tu speri forse... ¶ Bruto ¶ E piacemi, che il senno
211
1789
odiar, nell'amar Roma, ¶ e nel voler morir per
212
1789
popol trarre ¶ d'inganno, e all'armi; o col
213
1789
terzo. ¶ Cassio ¶ Il tuo? ¶ E qual altro ne resta
214
1789
un giorno, inferma troppo ¶ è Roma ormai. Puossi infiammar
215
1789
adunque. Ma, il senato è forse ¶ più sano? annoverar
216
1789
non fosse ¶ come vero è, pur troppo! ¶ Bruto ¶ Ir
217
1789
non far peggio. Cesare è tiranno; ¶ ma non sempre
218
1789
ma non sempre lo è stato. Il vil desio
219
1789
da non gran tempo: e il vile Antonio, ad
220
1789
forse ¶ a sua rovina, e innalzar sé sovr'esso
221
1789
l'estimi ¶ più grande, e ardito, che nol fosse
222
1789
vendetta ¶ dei privati nemici, e in fin più ch
223
1789
ir contra i Parti, e abbandonar pur Roma, ¶ ove
224
1789
tenuto: ei dunque ¶ ambizioso è più che reo... ¶ Cassio
225
1789
la gloria ancor; non è dunqu'egli in core
226
1789
comincia ¶ a tremar pure, e finor non tremava; ¶ vero
227
1789
Ma, qual sia, ¶ non è sprezzabil Cesare, né indegno
228
1789
vinto cadeva. Io vivo; e assai gran macchia ¶ è
229
1789
e assai gran macchia ¶ è il mio vivere a
230
1789
ingrato. ¶ Cicerone ¶ Dell'armi è tal spesso la sorte
231
1789
egli, ¶ per grazia espressa, e vieppiù espresso errore, ¶ non
232
1789
ricevea da Silla? ¶ Bruto ¶ È vero; eppure ¶ mai non
233
1789
ma il mio dover, e la mia patria a
234
1789
Bruto, in somma, ¶ Cesare è tal, che dittator tiranno
235
1789
che dittator tiranno, ¶ (qual è, qual fassi ogni dì
236
1789
patto nullo in vita; ¶ e vuol svenarlo, o esser
237
1789
Bruto appare, ¶ che libertade, e impero, e nerbo, e
238
1789
che libertade, e impero, e nerbo, e vita ¶ render
239
1789
e impero, e nerbo, e vita ¶ render, per ora
240
1789
s'ei cittadin ritorna. È della plebe ¶ l'idolo
241
1789
udito ¶ hai fremer tutti; e la regal tua rabbia
242
1789
pesa, anco il veggio: e a ciò non eri
243
1789
Roma; ¶ liberator fartene ardisci, e n'abbi ¶ certezza intera
244
1789
ho di me dato; e, dove ¶ me signor d
245
1789
novello, ¶ lungi dal foro, e senza armate scorte ¶ che
246
1789
lungo, ¶ più duri ancora e più insultanti detti, ¶ udrò
247
1789
nome invitati ho Cassio e Bruto ¶ a qui venirne
248
1789
Bruto ¶ a qui venirne; e qui saranno in breve
249
1789
la patria nostra. ¶ Cicerone ¶ È ver, che indugio nullo
250
1789
convinto ¶ per prova egli è, che della compra plebe
251
1789
che l'esercito abbia: e n'ha certezza ¶ dalle
252
1789
primi. ¶ Tropp'oltre, troppo, è omai trascorso: or tempo
253
1789
Ma pure, ¶ non v'è per anco Bruto. ¶ Cimbro
254
1789
severa ¶ virtù di Cimbro, e del gran Tullio al
255
1789
gran Tullio al senno, ¶ e all'implacabil ira mia
256
1789
i Numi! ¶ Io, quant'è in me, presto a
257
1789
libertà tu sempre ¶ eri, e sublime il tuo parlar
258
1789
benché non più romano, è popol sempre: ¶ e sia
259
1789
romano, è popol sempre: ¶ e sia ogni uomo per
260
1789
più il puote, ¶ corrotto e vile, i più si
261
1789
salir spero in ringhiera; e voglio ¶ ivi morir, s
262
1789
voglio ¶ ivi morir, s'è d'uopo. — Al poter
263
1789
ei doma, ¶ le Gallie, è ver; ma con la
264
1789
sue legion da prima, e in parte poscia ¶ il
265
1789
che ingannati ha pria. ¶ E noi del par con
266
1789
disingannare, illuminar, far sani, ¶ e gl'intelletti e i
267
1789
sani, ¶ e gl'intelletti e i cuori? Infra il
268
1789
Infra il mio dire, ¶ e il favellar del dittator
269
1789
non curo. A orecchi e cor, già stati ¶ romani
270
1789
Svelato appien, Cesare vinto è appieno. ¶ Cimbro ¶ Dubbio non
271
1789
generoso, ¶ di ascender solo, e di morir su i
272
1789
del foro il campo, e ogni dritt'uom sbandisce
273
1789
dritt'uom sbandisce. ¶ Non è più al Tebro Roma
274
1789
al Tebro Roma: armi, e virtudi, ¶ e cittadini, or
275
1789
Roma: armi, e virtudi, ¶ e cittadini, or ricercar si
276
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aperta ¶ duro assai troppo è il ritornar; ma pace
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ma pace ¶ pur non è questa. I pravi umor
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che tanti ¶ tra viva e morta opprimon Roma, è
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e morta opprimon Roma, è forza ¶ (pur troppo!) ancor
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al certo era Catone; e il sangue ¶ dei cittadini
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dicea: ¶ «Dall'armi nata, e omai dall'armi spenta
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ne rimane? O Roma è vinta, ¶ e con lei
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O Roma è vinta, ¶ e con lei tutti i
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veraci ¶ cadono; o vince, e annichiliti spersi ¶ sono, o
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venga ¶ solo una volta; e la sua stessa plebe
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ardiran tiranno empio nomarlo, ¶ e come tal proscriverlo. ¶ Cassio
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istesso, ¶ possiam combatter Cesare, e compiuta ¶ noi riportarne palma
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iniqua ei provocar dovrassi, ¶ e forse per non vincerlo
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chi a sua privata e bassa ¶ picciola causa, la
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causa, la comun grandezza ¶ e securtà posporre, invido, ardisce
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appella. ¶ Primo il sono, e men vanto; or che
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sola una cosa ell'è Cesare e Roma. — ¶ Breve
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cosa ell'è Cesare e Roma. — ¶ Breve parla chi
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faccia, ¶ con servili, artefatti, e vuoti accenti, ¶ suonar di
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ma ai veri padri; e non, com'ora, ¶ adunati
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ora, ¶ adunati a capriccio; e non per vana ¶ forma
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forma a scherno richiesti; e non da vili ¶ sgherri
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infami accerchiati intorno intorno, ¶ e custoditi; e non in
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intorno intorno, ¶ e custoditi; e non in vista, e
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e non in vista, e quasi ¶ ascoltati da un
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da chi il pasce e corrompe. È un popol
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il pasce e corrompe. È un popol questo? ¶ Questo
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farsi al bene inciampo, ¶ e ad ogni male scudo
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circo infame ha posta, ¶ e nella pingue annona dell
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sgombro il senato ¶ veggasi, e allor ciascun di noi
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parer frattanto ¶ piacemi, ed è: Che dittator non v
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un senato giusto ¶ facciasi; e un giusto popolo, e
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e un giusto popolo, e tribuni ¶ veri il foro
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lei fallace, i veri, e pochi ¶ suoi cittadini apprestinsi
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Cicerone ¶ Figlio di Roma, e non ingrato, io l
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più che me stesso: e Roma, il dì che
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rimembrarlo, ancora ¶ di tenerezza e gratitudin sento ¶ venirne il
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fur la mia brama; e il sono. ¶ Morire io
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sono. ¶ Morire io solo, e qual per Roma io
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Pel vero io parlo; e al canuto mio crine
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leggi ¶ si andar cangiando, e con più strazio sempre
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davver fra noi, chi è cittadin di cuore, ¶ e
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è cittadin di cuore, ¶ e non di labro, ora
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onta lor, Romani ¶ soli, e veraci, noi. — Son questi
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i sospiri, il lagrimare è questo ¶ di un cittadin
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tutti, ¶ deh! lo ascoltate: e chi di gloria troppa
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chi di gloria troppa ¶ è carco già, deh! non
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invan di più acquistarne: e quale ¶ all'altrui gloria
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propri pregi ¶ accrescer molto, e in nobil modo e
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e in nobil modo e schietto ¶ scemar gli altrui
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per noi sia Roma; e ad un suo sguardo
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suo sguardo tosto, ¶ Parti, e quanti altri abbia nemici
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vento. ¶ Bruto ¶ Cimbro, Cassio, e il gran Tullio, hanno
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stesso ha posta ¶ Roma, e neppur dissimularlo or degna
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poiché in te solo è Roma, ¶ di Roma no
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Io non t'amo, e tu il sai; tu
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qui il solo Bruto; e a Bruto sol dà
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da tue virtudi stassi, e sol divide ¶ teco i
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1789
teco i tuoi vizi, e gli asseconda, e accresce
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vizi, e gli asseconda, e accresce. — ¶ Tu forse ancor
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credo) ¶ d'esser salvo; e il vorrei; perché tu
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Da voi, o generosi e liberi Italiani, spero che
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vece di donne, interlocutore e attore, fra molti altissimi
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l'offesa, di attribuire e lingua, e mano, e
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di attribuire e lingua, e mano, e intelletto, a
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e lingua, e mano, e intelletto, a chi (per
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sarà forse retribuita giustizia, e non scevra di qualche
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che nessuno individuo odiava; e che manifestamente sforzavasi (per
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il dittator di Roma. È ver, che rade ¶ volte
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cagione i miei nemici e vostri, ¶ che depor mai
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Roma del romano senno; ¶ e, ridonata pria Roma a
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sangue ¶ respira or ella; e tempo è omai, che
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or ella; e tempo è omai, che al Tebro
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riabbia ogni suo dritto, e quindi ¶ taccia il livor
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della calunnia atroce. ¶ Non è, non è (qual grido
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atroce. ¶ Non è, non è (qual grido stolto il
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nome, ¶ infra il Tago, e l'Eufrate; infra l
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1789
infra l'adusta ¶ Siene, e la divisa ultima ignota
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nome, ¶ trema ogni gente: e vie più trema il
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ch'ei di Crasso è vincitore; il Parto, ¶ che
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vittoria inopinata ¶ stupidamente attonito; e ne aspetta ¶ il gastigo
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di Roma; ai Parti e al mondo ¶ mostrar, che
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che là cadean morti, e non vinti, ¶ quei romani
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Ad essa io dunque ¶ e vi esorto, e vi
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dunque ¶ e vi esorto, e vi prego. — Ivi ci
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vendetta ei pure ¶ chiede (e la vuol) dei temerari
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dal fior di Roma (e, con romana gioia, ¶ chiesto
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chiesto a un tempo e ottenuto, io già l
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altri obbrobri, altre offese, e assai più gravi, ¶ Roma
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più gravi, ¶ Roma punire e vendicar de' pria ¶ che
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di sangue Roma: ¶ n'è tutta Italia, e n
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n'è tutta Italia, e n'è il suo
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tutta Italia, e n'è il suo mar cosperso
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di romano sangue? ¶ Sparso è forse dai Parti? — In
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stato ¶ tornar si debba; e pria rifarsi Roma, ¶ poi
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Il che ai Romani è lieve. ¶ Antonio ¶ Io, consol
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Antonio ¶ Io, consol, parlo; e spetta a me: non
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né alcun lo ascolta. — È mio parere, o padri
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di Roma il sono? E, sorda fosse anch'ella
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tristo esemplo? ¶ Popoli molti, e bellicosi, han sede ¶ fra
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sede ¶ fra il Parto e noi: chi, chi terralli
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guerriera gente, che oltraggiata, e vinta, ¶ d'ogni intorno
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ch'ei di vittorie, e di finite guerre, ¶ e
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e di finite guerre, ¶ e di conquiste, e di
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guerre, ¶ e di conquiste, e di trionfi, avanzi ¶ Cesare
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invidia che val? Cesare, e Roma, ¶ sono in duo
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mondo ¶ Cesare sol rende, e mantiene. Aperto ¶ nemico è
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e mantiene. Aperto ¶ nemico è dunque or della patria
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patria, iniquo ¶ traditor n'è, chi a sua privata
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certo il manda. ¶ State; e ci udite. ¶ SCENA III
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incarco ¶ dal dittatore... ¶ Bruto ¶ E sia ciò pure. ¶ Antonio
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Giunia a me germana è sposo; ¶ del gran Caton
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l'amico ¶ era Cimbro, e il più fido: amor
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ei tosto ¶ a Cassio, e a Cimbro. ¶ Antonio ¶ Hai
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anch'essi ¶ l'onta e il dolor del tristo
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dittatore. Ei, vero padre, e cieco ¶ quanto infelice, lusingarsi
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potresti al grido ¶ possente e sacro di natura. ¶ Bruto
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sacro di natura. ¶ Bruto ¶ E in quale ¶ guisa arrendermi
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1789
piegarmi?... ¶ Antonio ¶ A rispettare e amar chi a te
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dai, ¶ parole son; stringi, e rispondi. È presto ¶ Cesare
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1789
son; stringi, e rispondi. È presto ¶ Cesare, al dì
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a rinunziar la dittatura? è presto ¶ senza esercito a
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i Romani? a sciorne ¶ e gli amici, e i
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sciorne ¶ e gli amici, e i nemici, e in
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amici, e i nemici, e in un se stesso
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da lui sprezzate ¶ battute e spente leggi sacrosante? ¶ a
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tuo ¶ riedi tu dunque, e digli; che ancor spero
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anzi, ch'io credo, e certo son, che al
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alte, ¶ per la salvezza e libertà di Roma, ¶ ei
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cadrà primier, qual cittadino e figlio; ¶ dove pur padre
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figlio; ¶ dove pur padre e cittadino ei sia. ¶ E
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e cittadino ei sia. ¶ E digli in fin, ch
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troppo invan!) gran tempo è già, gli dissi. ¶ Bruto
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ti estimo, ¶ infra Cesare e Bruto: ma, s'ei
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Se a me credesse, e all'utile di Roma
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fo: se vana ell'è, promisi ¶ io di dar
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io di dar cenno, e di aspettarlo voi: ¶ v
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Usciam di qui: tempo è d'andarne ai pochi
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pochi ¶ che noi scegliemmo; e che a morir per
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SCENA I ¶ La scena è nella curia di Pompeo
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vidi io tanto ¶ securo, e in calma. ¶ Bruto ¶ Arde
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che marmoreo qui spira, e ai pochi nostri ¶ par
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tiranno i littori. ¶ Bruto ¶ E Casca, e Cimbro?... ¶ Cassio
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littori. ¶ Bruto ¶ E Casca, e Cimbro?... ¶ Cassio ¶ Feri scelto
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tratterranno a lungo ¶ Fulvio e Macrin; s'anco impedirlo
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Macrin; s'anco impedirlo è d'uopo, ¶ con la
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II ¶ SENATORI seduti. BRUTO e CASSIO ai lor luoghi
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lo lasciano; CASCA, CIMBRO, e molti altri, lo seguono
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tutti noi pur nota ¶ è la cagion richiesta. — Or
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come a te non è nuova la clemenza ¶ generosa
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giorno ¶ dal senato spariro: e mal fan quelli, ¶ che
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gioia ¶ gl'impeti posso; e disgombrar mi giova ¶ il
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Bruto oggi ei rinfaccia, ¶ e che adoprar mai più
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qui di se stesso, e della invidia altrui. ¶ Vel
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cittadini suoi ¶ rifarsi pari; e il vuol spontaneo: e
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e il vuol spontaneo: e quindi, ¶ infra gli uomini
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detti ¶ preoccupar del dittatore. È Bruto ¶ col gran Cesare
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ciglia: ¶ oscuro ai padri è il mio parlar; ma
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di lui son nato; ¶ e assai men pregio; poiché
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ch'egli era, ¶ perpetuo e primo cittadin si è
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e primo cittadin si è fatto. ¶ Grido universale di
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di gioia ¶ Cesare ¶ ... Bruto è mio figlio, è ver
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Bruto è mio figlio, è ver; l'arcano or
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l'impeto, l'ardire, ¶ e un non so che
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spirto, ¶ vero mio figlio, è Bruto. Io quindi, a
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nemici stessi ¶ più acerbi e implacabili di Bruto, ¶ nol
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possa ¶ cede, o Romani: e in ciò vuol dir
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non giusto ¶ Cesare annulla, e in libertà per sempre
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cospetto ¶ tu, come figlio, e come a me minore
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gran tempo mi appella, e a forza tragge. ¶ Lascio
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assegnate ¶ provincie lor tornino e Cassio, e Cimbro, ¶ e
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lor tornino e Cassio, e Cimbro, ¶ e Casca: al
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e Cassio, e Cimbro, ¶ e Casca: al fianco mio
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miei nemici io riedo: ¶ e, o dittatore, o cittadino
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volta; i pianti ascolta, e i preghi ¶ di un
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Bruto esser vuoi padre, ¶ e non l'esser di
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udir non voglio. ¶ Sorgi, e taci. — Appellarmi osa tiranno
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così di Roma impera; e ogni uomo, ¶ che di
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omai dubita, o niega, ¶ è di Roma nemico; e
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è di Roma nemico; e lei rubello, ¶ traditor empio
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rubello, ¶ traditor empio egli è. ¶ Bruto ¶ — Come si debbe
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al dittatore.Bruto snuda, e brandisce il pugnale; i
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Muori, ¶ tiranno, muori. ¶ Cassio ¶ E ch'io pur anco
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fera. ¶ Cesare ¶ Traditori... ¶ Bruto ¶ E ch'io sol ferir
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manto, egli spira. ¶ Figlio,... e tu pure?... Io moro
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il popol venga: ¶ spento è il tiranno. A trucidar
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grida udimmo? ¶ qual sangue è questo? Oh! col pugnale
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il nome ¶ di vera e sacra libertade, il petto
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a piena gioia aprite: è spento al fine, ¶ è
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è spento al fine, ¶ è spento là, di Roma
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re, sì, vel confermo, e il giuro: ¶ era ei
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re: tal qui parlava; e tale ¶ mostrossi ei già
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piacque ¶ la tresca infame; e a certa prova ei
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mentre esausta ¶ d'uomini, e d'armi, e di
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1789
uomini, e d'armi, e di tesoro è Roma
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1789
armi, e di tesoro è Roma, ¶ irne in campo
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tornarne a mano armata, e farvi ¶ caro costare il
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vostra ¶ libertà non vendete: e ancor per essa ¶ presti
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morir tutti vi veggio: e il sono ¶ io, quanto
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io, quanto voi. Libera è Roma; in punto ¶ Bruto
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libertà, virtù vi rende, e vita; ¶ per vendicare il
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un dì, quasi tranquillo e pieno ¶ proprio retaggio suo
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Oh ria baldanza!... ¶ Bruto ¶ E le sue mire inique
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piansi, ¶ pregai, qual figlio; e in un, qual cittadino
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il dava ¶ a pochi e forti: ma in alto
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oh vero Bruto! ¶ Bruto ¶ È spento ¶ di Roma il
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da voi la morte... E viver volli io forse
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1789
pur vivo, ¶ Roman non è. ¶ Popolo ¶ Fiamma è il
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non è. ¶ Popolo ¶ Fiamma è il tuo dire, o
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l'opre vostre; alta è l'impresa; ¶ degna è
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è l'impresa; ¶ degna è di noi: seguitemi; si
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Campidoglio; andiamo; il seggio è quello ¶ di libertade, sacro