Enrico Panzacchi, Donne e poeti, 1902

poetico di Giosuè Carducci e di quel suo sentimento

quel suo sentimento profondo e tutto particolare di attualità

la frase d'uso) e di temperamento. ¶ Rileggendola, io

ci venivano tante strane e dolorose notizie, coronate poi

coronate poi dal bombardamento e saccheggio d'Alessandria; e

e saccheggio d'Alessandria; e in quel mezzo arrivò

con le origini eroiche e le glorie antiche della

Ermetico Egitto mirabilmente epilogato e scolpito nelle prime tre

mistico serpente ¶ sibilò ritto, e 'l vulture a sinistra

a sinistra ¶ Volò stridendo, ¶ E da l'immenso serapèo

intorno, questo ¶ Greco peana . . . ¶ È l'inno che intonano

ha riconosciuto per figlio, e dinanzi all'isola di

al tempio d'Ammone, e come egli al ritorno

il lago di Mareoti e l'isola, datosi a

scena rivive, con toni e colori d'epica leggenda

epica leggenda, nella fantasia e nei versi del poeta

peana degli Achei suonava: ¶ E il giovin duce, liberato

mare. ¶ Guardava il mare, e l'isola di Faro

L'aurea corazza ¶ Sciolse, e gettolla splendida nel piano

corazza ¶ Stia nel deserto e a' barbari ed a

non più. I vanti e le speranze dell'Egitto

ire del deserto ¶ Agita e spira! ¶ Sepolto Osiri, il

calcagni la fuggente Europa, ¶ E chiama avanti i bestiali

prestigi del colore locale e storico, in questa ode

maxima espectatio» del volume è certamente l'ode: Scoglio

volume egli creda migliore; e confesso che amerei di

ricchezza fantastica di Alessandria e dell'ode: Presso l

prisca euritmia delle proporzioni e per un tono originalissimo

luogo a una singolare e toccante fusione di patetico

toccante fusione di patetico e d'eroico. Al disegno

forma; perfetta anch'essa, e malgrado due piccole mende

che voglio notare. Una è quel «palpido lucido» dell

questo componimento m'ispira. E nemmeno voglio citarne dei

di commento sempre pericolosa e in questo caso presso

con l'animo raccolto; e muovere da quella «breve

che sporge nel mare, e cogliere con l'occhio

tranquillo, sereno, incantevole che è sopra e d'intorno

incantevole che è sopra e d'intorno, con Genova

tra i lumi morenti e i canti che arrivano

Garibaldi, col suo puncio e la sua spada «la

Roma» bilanciata sull'omero; e dietro lui giungere a

che vadano al malefizio e invece per amore d

Poi bisogna salire, salire e lasciarsi portare per questa

idealità due figure, Pallante e Garibaldi, i due lucidi

Su tutto il quadro e su tutta la visione

dell'ode: Il liuto e la lira, dedicata «A

Sguardo al liuto reca e su 'l memore ¶ Ministro

eroici lai ¶ La mano e l'inclita fronte piega

pace ai padri. ¶ Elena e Isotta vanno pensose per

bianche braccia in mare, ¶ E il mar rifugge gonfio

alla mente del critico è questa: come si conciglia

sue pene a Edippo e questi si inquieta ancora

ancora per la Sfinge? E sopratutto che hanno a

travagli» quelle due sanguinose e piangenti figure di Lady

figure di Lady Macbeth e di Clitennestra? Ma la

Ma la contradizione non è che apparente e armonicamente

non è che apparente e armonicamente si rissolve, subito

che l'intimo senso e come il substratum di

consiste appunto nel magico e benefico potere della idealizzazione

idealizzazione poetica. Quello che è dolore, quello che è

è dolore, quello che è colpa e punizione nella

quello che è colpa e punizione nella realtà, si

si converte in tranquilla e beata visione, quando assurga

liberatrice. I poeti guardano e cantano; le ombre passano

ognuna nell'atteggiamento bello e pietoso e terribile in

atteggiamento bello e pietoso e terribile in cui i

calore degli estri divini. E questa è la beatitudine

estri divini. E questa è la beatitudine. Siamo nel

nelle acque del Mediterraneo e la assunse ai cori

Leopardi, Heine, Victor Hugo e qualcun altro: ma qualunque

detrae alla superba concezione e alla grande bellezza dell

che formano il libro, e debbo studiarmi d'essere

calda di eroici ricordi e di propositi animosi: ¶ E

e di propositi animosi: ¶ E tu pendevi tralcio da

fino a lo Stelvio ¶ E il popol latino si

lampi delle nostre vittorie e alle smisurate confidenze succedeva

gli aspri animi ¶ Contenne e i cavalli dell'Istro

vista dei tre colori. ¶ E seguirlo ne' fulgidi auguri

evocazione dell'ombre magnanime e confidati all'avvenire: ¶ . . . . . . . . . . . . ¶ Sia

del secol non anche è piena. ¶ Ma nei vegliardi

venti la tua bandiera. ¶ È questa nel volume una

delle odi più serrate e rapide per la fattura

la fattura, più concitata e quasi direi nervosa per

l'anima. Balza qua e là in queste otto

piccole odi: Courmayeur, Convivale e Colli toscani, quest'ultima

sentita, la più spontanea e per ciò la più

il suo canto nacque, ¶ e scioglie i voti affettuosi

scioglie i voti affettuosi e richiama le memorie mestissime

richiama le memorie mestissime e care: ¶ Colli, tacete, e

e care: ¶ Colli, tacete, e voi non sussurratele, olivi

la fiorita ¶ Collina tosca, e t'è già il

Collina tosca, e t'è già il padre accanto

gentil voce di pianto? ¶ È il pargoletto mio,... ¶ E

È il pargoletto mio,... ¶ E rivedevo col pensiero i

la sua triste primavera» e riandavo le tante schiette

carducciane derivate dal bello e desolato paese, fra le

nostra caducità, si innalza e si dilata nella immaginazione

suo calore innumerevoli vite e dolori e glorie innumerevoli

innumerevoli vite e dolori e glorie innumerevoli, anch'essa

anch'essa si raffredderà; e verrà un giorno in

fuggente» l'ultimo uomo e l'ultima donna si

al sommo dell'equatore; e di là con gli

origine byroniana, abilmente condensata e corretta nelle linee dell

riprende, ma lo tramuta e lo varia per modo

ammirazione la sua arte e la sua vena. In

del bel fiume veronese, è invece il poeta che

tante vicende di popoli e d'imperi. - Quanto tempo

d'imperi. - Quanto tempo è passato dal dì che

entrava vittorioso in Verona e la povera plebe italica

abbrunate, sventolanti sulle torri e dalle finestre delle case

Vittorio Emanuele!... Tutto passa e si muta; non la

io, bel fiume, canto; e il mio cantico ¶ Nel

verso raccoglie i secoli, ¶ E il cuore al pensiero

la strofe che sorge e trema. ¶ Ma la mia

compie il pensiero solenne e triste del poeta intorno

apostrofe a Roma s'è visto com'egli concluda

Gino Rocchi, tutti squisitezza e profumo di eleganze e

e profumo di eleganze e di ricordi classici, questa

questa idea ritorna ed è svolta e colorita più

ritorna ed è svolta e colorita più precisamente. E

e colorita più precisamente. E non è senza un

più precisamente. E non è senza un vago tremito

poeta di Febo Apolline e di Camesana arrivare al

notturno di un chiostro e mormoranti «la requie.... sui

luna il volto bello e doloroso di Edmenegarda? Chi

le «vergini indarno fidanzate» e le madri che videro

Adelchi? - Ma quella non è che una sosta fuggevole

verso la classica visione e attacca immediatamente: ¶ E calerem

visione e attacca immediatamente: ¶ E calerem noi pur giù

i cuor letifica. ¶ Duci e poeti allor, fronti sideree

sideree, ¶ Ne muoveranno incontro e - Di qual secolo ¶ - Domanderanno

cigli torva cura infoscasi ¶ E da l'augusto petto

vita esercitammo il muscolo ¶ E discendemmo grandi ombre tra

odi. Salto la tredicesima e la quattordicesima e arrivo

tredicesima e la quattordicesima e arrivo all'ode: Presso

realtà: ¶ L'ora presente è invano, non fa che

non fa che percuotere e fugge: ¶ Sol nel passato

fugge: ¶ Sol nel passato è il bello, sol ne

sol ne la morte è il vero. ¶ ..... O strofe

dei sofi, dei poeti e dei navigatori dell'antichità

assume un aspetto nuovo e tutto moderno. A prima

richiamare la parte centrale e più importante del bellissimo

Sigfrido ed Achille alti e biondi ¶ Erran cantando lungo

Sfolgora Durendala d'oro e di gemme al sole

gran silenzio dei venti e dei flutti. Il Carducci

descrivere la marina dintorno e l'interno del castello

le città turrite, ¶ Muggia e Pirano ed Egida e

e Pirano ed Egida e Parenzo ¶ Gemme del mare

Parenzo ¶ Gemme del mare. ¶ . . . . . . . . . . . . . ¶ E tona il cielo a

lungo ¶ La ferrugigna costa, e di baleni ¶ Trieste in

terribili auguri. L'Erinni è salita coi due sulla

coi due sulla nave e spiega essa la vela

di Giovanna la Pazza... È una evocazione subitanea che

mozzo di Maria Antonietta e l'irta faccia gialla

Non era bastantemente effigiata e riassunta nella demenza della

di Queretaro? La lirica è tanto più potente quanto

lo sguardo il pelago e fissando la preda, grida

perchè, domando io? Non è per vano sfoggio di

in campo. Qui Huitzilopotli è al suo posto: difensore

al suo posto: difensore e vendicatore de' suoi nel

con la stessa legittimità e opportunità fantastiche con la

più, giudicare alquanto studiato e artificioso il legame che

della famiglia degli Ausburgo; e per questo, io ne

pezza la perspicuità ideale e la equa rispondenza vendicatrice

equa rispondenza vendicatrice, che è nella profezia del Nereo

in dubbio la terribilità e l'efficacia fulminea, delle

ode si chiude: ¶ Quant'è che aspetto! La ferocia

rinato ¶ Fiore d'Ausburgo; ¶ E a la grand'alma

si mesce senza sforzo e nobilmente, al tragico terrore

di compiacersi. ¶ Negli esametri e nei pentametri latini, che

in onore, Giosuè Carducci è riuscito a imprimere una

armonia varia, snella, disinvolta e potente che dà loro

gli ultimi dubbi. Non è una esumazione ma una

mi sfiori ¶ La fronte, e ignoto io passi ne

sacro. ¶ Eccettuati questi distici e il quarto verso nella

alcaica, - il quale non è poi altro che un

versi italici con misura e con accenti come li

novità, ha il primo e il terzo verso formato

settennario a volta piano e a volta tronco, unito

di Reno....) Il secondo e il quarto verso è

e il quarto verso è formato di un decasillabo

vecchi quesiti di metrica e di tonica, mi hanno

quinto piede del montone! ¶ * ¶ * * ¶ E proseguendo le note in

Castel Vecchio di Verona e Da Desenzano stampate di

ideale che le domina. È il concetto della evanescenza

spettacoli lieti della natura e ai grandi monumenti della

amici, il biondo vino, e il sole ¶ Vi si

fugace il verno ¶ Consola e muore. ¶ Ma poi subito

verso del poeta non è «pensoso» per nulla. Sentiamo

al nulla della vita e lo contempla con mestizia

agile evocazione di immagini e che ineffabile malinconia musicale

cima di Monte Mario è tratta al pensiero della

Sotto la neve bianca e sepolcrale ¶ Forse dormono i

che elegante ricchezza assume e svolge il Carducci quella

i fior si svegliano ¶ E curiosi al ciel gli

ciel gli occhietti levano, ¶ E ne' lor guardi vagola

Sognaron l'albe roride e gli splendidi ¶ Soli e

e gli splendidi ¶ Soli e il tuo viso, o

vagamente sulla ode terza e quarta: Egle, che è

e quarta: Egle, che è una breve melodia d

breve melodia d'esametri e pentametri, e Canto di

d'esametri e pentametri, e Canto di Marzo, una

l'ombra del sopore e l'occupa, ¶ Disciolta giace

l'occupa, ¶ Disciolta giace e palpita sul talamo, ¶ Sospiri

talamo, ¶ Sospiri al labbro e rotti accenti vengono ¶ E

e rotti accenti vengono ¶ E subiti rossor la faccia

la faccia corrono, ¶ Tale è la terra: l'ombra

vento scuote i peschi e i mandorli ¶ Bianco e

e i mandorli ¶ Bianco e rosso vestiti, ed i

Vacche del cielo, grige e bianche nuvole, ¶ Versate il

ellenico, per sè medesimo e per noi, mitigò, trasformò

tutti quei miti zoomorfi; e gli incorreggibili e i

zoomorfi; e gli incorreggibili e i non esteticamente da

i confini di Samotracia e oltre il Ponto. Anche

per esempio, dell'uomo e del cavallo, de la

cavallo, de la donna e del pesce erano sì

buone accoglienze il centauro e la sirena. Queste vacche

con gli overi spenzolanti e gocciolanti, non trovarono grazia

questo neo, l'ode è, ripeto, a mio gusto

gusto, una elegantissima cosa. E si eleva superbamente nelle

in mezzo ai sorrisi e alle inquietudini della Natura

Ciò che fu torna e tornerà nei secoli. ¶ * ¶ * * ¶ La

in unità d'emozione e di fantasma dentro lo

infinito, ¶ Nasce il dolce e pensoso fior de la

niente o pochissimo m'è rimasto dell'ode che

segue: Saluto d'autunno: e tralasciandola parmi che il

odi: Le due torri e Miramar. Con brevità concettosa

Miramar. Con brevità concettosa e fantastica il Carducci rappresenta

come una titanica antenna, e in quello della Garisenda

immane, i drammi gloriosi e dolorosi della vecchia città

alliterazioni di un verso (E su 'l populeo Po

che alcuna volta egli è preso dal bizzarro compiacimento

scrivere un verso scadente e mandarlo per il mondo

popolo, ¶ Sangue di Svevia, e te chinare la bionda

giovine fronte a guardarci, ¶ E, come su noi passano

su lui passar fantasmi e fantasmi ed intorno ¶ Premergli

ruinassi ¶ Su Carlo quinto e su Clemente settimo! ¶ * ¶ * * ¶ All

volta il volume, tanto è la curiosità e l

tanto è la curiosità e l'aspettazione della sua

la brevità della pròtasi; e quel subito irrompere del

si capisce, a procedere e ora a fermarmi scartando

fermarmi scartando ricordi innumerevoli e non unicamente interessanti, io

italiana del nostro tempo. E un capitolo molto importante

che studiasse i grandi e molteplici influssi che il

sè oltre la letteratura e la poesia, sugli uomini

uomini che l'avvicinarono. E apparirà questo curioso contrasto

imporla, tanto pareva remissivo e compiacente alle opinioni degli

intima vigoria di sentimento e di pensiero che partiva

con una facile vittoria; e da ultimo adottava quella

espande in preziose sentimentalità e si pasce d'infatuazioni

per l'anima nostra e per quella degli altri

oltre quarant'anni, perseverante e gloriosa. ¶ In mezzo ai

forte giovinezza, all'Arte e all'Italia. ¶ Questo, Giosuè

da lontano col desiderio e inchinandomi dinanzi a lui

in dominio dei compratori e già se ne leggevano

stati scritti appena tagliato e scorso il volume, umido

scorso il volume, umido e adorante ancora dell'antimonio

sui romanzi da salotto e sui libretti d'opera

opera! Ma il peggio è che questa urgente consuetudine

consuetudine della critica frettolosa è come un torrentaccio di

di piglio alla penna e tira giù l'articolo

sciagurato della curiosità pubblica. ¶ E anch'io cedo alla

aver contratta una lunga e studiosa abitudine con l

l'ingegno del Carducci, e appunto perch'io l

novissima forma poetica, ardua e intensa, richiederebbe una più

una più intima compenetrazione e assimilazione del gusto, a

delle quali conoscevo già: e ho richiamate alla memoria

alla memoria le Prime e le Seconde Odi. Ho

Ho percorso in lungo e in largo il bosco

il bosco d'alloro e di mirto; ho raccolto

raccolto i murmuri sommessi e le note squillanti che

che escono dalle cime e dal folto degli alberi

nè Tiresia nè Sigfrido; e sento che dovrò anche

prima di raccogliere dentro e gustare e giudicare completamente

raccogliere dentro e gustare e giudicare completamente tutte le

giudizi, le impressioni vive e salienti che hanno suscitato

incontra nella seconda strofa, è modo audace e nuovo

strofa, è modo audace e nuovo, ma, a gusto

che doveva partorirne tanti e tanti! Carducci principia la

in un limpido fiume; e nell'ultima delle sei

cima de l'essere;» e si chiude col «fiume

anima» aveva principiato! ¶ Non è troppo? Non abbiamo noi

da un medesimo motivo e quindi troppo fitte, troppo

un privilegio degli antichi e che fanno del Carducci

una mattina alla finestra e visto i tetti delle

i tetti delle case e le prossime colline coperte

coperte di neve, pensò e mandò a uno dei

tre versi seguenti: ¶ Rose e viole: ¶ Sotto la neve

discusso, perchè il capo e perchè lontano. Il più

sentiva grandemente di sè e un poco per il

poetando con molto successo; e da qualcuno si era

amici pisani, così appassionati e gelosi delle pure tradizioni

era quasi la Lombardia; e questa voleva dire romanticismo

voleva dire romanticismo, manzonismo e chi sa che altro

insieme odore di Proudhon e odore di Victor Hugo

accolta dagli amici malissimo; e ci videro una prova

più cari, più colti e più bizzarri spiriti che

guardinfanti, il marchese Algarotti e il rapè, che fiutava

che fiutava con passione; e diceva d'amare anche

anche l'imperatore Nerone; e teneva sempre due pistolette

suo scrittoio, egli mite e gentile e impressionabile come

egli mite e gentile e impressionabile come una vecchia

era fatto insieme colazione; e piantatosi in mezzo al

Lung'Arno, quasi deserto e pieno di sole, alzò

Era la sua classica e unica bestemmia. Poi si

lasciò andare sul lastrico e si rotolò per un

tratto, ammaccandosi la tuba e riducendo in misero stato

alcuni credendo una disgrazia e fecero per sollevarlo. Allora

importare ad essi? - Io e Romeo Cantagalli, testimoni, avemmo

si calmarono; benchè altre e più ostiche sorprese a

finiti i miei studi e tornato da un anno

Bologna libero di me e vi fondai la Rivista

nostra amicizia si strinse e si mutò in una

vita, a me carissima e, ho ragione di credere

anche a lui. Non è già che io vivessi

si andava intanto consolidando e ampliando. Io ammiravo con

passione i suoi versi e ne parlavo con passione

un poco al vagabondo e si finiva in qualche

per la viva impazienza e pareva che tutta l

la decapitazione di Monti e Tognetti e quella In

di Monti e Tognetti e quella In morte di

degli strappi di serenità; e allora erano sonetti meravigliosi

voci degl'intimi affanni, e un consenso di dolcezza

un consenso di dolcezza e di pietà infinita pareva

Rinverdì tutto or ora ¶ E giugno lo ristora ¶ Di

lo ristora ¶ Di luce e di calor... ¶ Ho ricordato

quel tempo, la poesia e l'arte carducciana si

lesinate con avara mano e condizionate da riserve infinite

erano ancora fortissime; ed è curioso adesso ricordare come

ammiriamo: la agilità magistrale e l'armonia multiforme. Ma

in un giornale bolognese e ai miei lettori domandavo

ai miei lettori domandavo: è duro anche questo?... Certo

duro anche questo?... Certo è che il tema simpatico

che il tema simpatico e le mirabili bellezze dell

molte conversioni; come moltissime, e per ragioni più complesse

molti che altre durezze e asprezze in quel tempo

il vertice della fama; e vi siede tranquillo, con

senza contrasti. ¶ Leone Tolstoi è glorificato insieme e scomunicato

Tolstoi è glorificato insieme e scomunicato. Intorno al Carducci

risuonano ora che lodi; e s'inchinano a lui

più in voga, si è come fermato dinanzi al

un ingegno così libero e animoso sia insieme così

sia insieme così equilibrato e così sano; e abbia

equilibrato e così sano; e abbia potuto fiorire nel

sparso fiore di ricordi e posarlo sull'altare della

povero amico Adolfo Borgognoni; e lo udivo ripetere ogni

chiesi di chi fossero e mi nominò Giosuè Carducci

fosse la Rivista Contemporanea) e lessi tutta l'ode

poesia, tra il Manzoni e Paolo Costa, e leggevamo

Manzoni e Paolo Costa, e leggevamo troppi sonetti di

vigoria nella strofa semplice e schietta e quel buon

strofa semplice e schietta e quel buon sapore di

nella lingua, mi penetrarono; e quando rividi il Borgognoni

quella prima impressione favorevole; e cominciai a volgere dentro

Giosuè Carducci. ¶ * ¶ * * ¶ Bei tempi e dolci a ricordare! Nella

ricordare! Nella libreria Marsigli e Rocchi (antecessori Zanichelli) una

parte seduti dal libraio e parte passeggiando sotto i

parlare del suo amico e condiscepolo Carducci con sì

obbiettare non ci mancò. E il Prati? e l

mancò. E il Prati? e l'Aleardi? A ogni

senza effetto in me e nell'amico Adolfo. E

e nell'amico Adolfo. E poichè s'era allora

demmo a cercare insieme e a leggere con passione

passione tutti i versi e le prose del Carducci

bolognese, la nostra curiosità e la aspettazione furono grandissime

la aspettazione furono grandissime. ¶ E si sa quale sia

frequente delle aspettazioni grandissime; e toccò anche al Carducci

Eravamo avvezzi al tono e alle forme delle «lezioni

il Carducci parlatore facile, e non voleva essere fiorito

maestro di forte ingegno e, per la età sua

sua giovanissima, mirabilmente preparato; e che per lui, come

come per il Gandino e per il Teza, si

metodo d'insegnamento letterario e filologico assai diverso da

allora non si parlava; e pareva che amasse di

naturalmente de' suoi amici e, a breve andare, mi

me la compagnia preferita; e non solamente per la

Essendo spesso tra Pisa e Bologna, io divenni in

intermediario tra il Carducci e gli amici pisani; e

e gli amici pisani; e vedevo passarmi sotto gli

gli occhi le vicende e gli umori di quella

non erano sempre tranquilli; e pareva che le opinioni

pareva che le opinioni e le manifestazioni letterarie decidessero

quegli animi giovanilmente inquieti e irritabili. ¶ Insomma, il Carducci

come un capo lontano; e quindi facilmente discusso, perchè

e Graziano e Montano e Lodovico e Rodrigo hanno

e Montano e Lodovico e Rodrigo hanno abbandonata quella

l'alabastro della tomba» e un corpo nero tutto

a contemplare la scena e non cessa dal chiedere

apoteosi della pietà umana e il compianto immortale. Se

la sua canzone melanconica e dolce; e, indarno, dal

canzone melanconica e dolce; e, indarno, dal virgiliano bosco

le anime di Saffo e di Fedra, di Isolda

di Fedra, di Isolda e di Francesca da Rimini

per narrarle i terrori e le gioie degli amori

amori colpevoli... ¶ NICOLÒ TOMMASEO ¶ È certamente la figura di

di letterato più curiosa e più bizzarra in quel

come la sua multiforme e complessa, difficile a essere

abbracciata in una sintesi e stimata al suo conveniente

Per la vita agitata e per il temperamento di

temperamento di polemista irascibile e perfino accattabrighe, potrebbe richiamare

nostro umanista dal XV e XVI secolo: si è

e XVI secolo: si è tentati di pensare al

Aretino; ma subito si è allontanati dal confronto, come

nel Tommaseo altamente rispettabile e, in certi suoi aspetti

in certi suoi aspetti e in certi periodi, eroica

fosse nato francese, tedesco e magari russo, chi sa

intorno a lui uomo e scrittore! In Italia sono

tratti di lui largamente e degnamente ¶ 2 . ¶ E anche questo

lui largamente e degnamente ¶ 2 . ¶ E anche questo libro par

paurosa fatalità. Certa cosa è che il signor Luigi

fondo il suo autore e che, fatte le debite

critica, lo ammira molto e lo ama; ma nel

giudizio procede sempre dubitoso e circospetto, con temperamenti e

e circospetto, con temperamenti e cautele infinite; e dopo

temperamenti e cautele infinite; e dopo che s'è

e dopo che s'è deciso a fare un

altro verso il biasimo; e anche quando l'opera

si mostra evidentemente poderosa e la sua vita fuor

senza ritegni, a onore e a gloria di lui

il cipiglio di Niccolini e di Cattaneo?... Oppure che

un ferreo cerchio diantipatie e diffidenze, di rancori più

simulati, di odi continuati e implacabili anche dopo la

che verso l'uomo e verso lo scrittore mi

moti di curiosità affettuosa e da ammirazione profonda, maturata

studio della sua vita e degli scritti. ¶ Al tempo

calzante ed ebbe fortuna. E veramente poteva parere che

nei libri, nei discorsi e nelle lettere private - talvolta

buttandosi addosso a questo e a quello. E talvolta

questo e a quello. E talvolta erano nerbate che

il Manzoni, il Capponi e il Rosmani, chi risparmiò

egli dei nostri letterati e uomini pubblici? Ugo Foscolo

tutta la sua vita; e fin oltre la vita

dell'uomo, pur troppo, è posta al di là

alla loro mèta fatale, e lasciano le donne a

a questa idealità imperiosa e spietata, ma ne resta

tutta assorbita ed annichilita. È la nota più singolare

Dove sono la mente e la volontà di Desdemona

certo le ha possedute e ha mostrato di saperle

volontà pare che svapori e si perda in quella

propria, ma la sostiene e la volta qua e

e la volta qua e là, su e giù

qua e là, su e giù, come una piuma

s'arrischia di piangere e subito dopo è rabbonita

piangere e subito dopo è rabbonita: quando egli le

una mezz'ora. Othello è in tutto e per

Othello è in tutto e per tutto «il suo

d'ingannare il marito?.. - È insomma scomparso affatto quel

scomparso affatto quel caldo e vivace temperamento, che noi

veneziana, cresciuta nel lusso e nelle eleganze del Rinascimento

Rinascimento, amante della danza e della musica, passionata nell

l'aria di sciogliersi e degenerare in qualche cosa

cosa di troppo lontano e troppo diverso. «Fredda, fredda

suo bel corpo inanimato; e in quel grido ci

perfezione morale ed estetica e lo ha perfettamente raggiunto

ha perfettamente raggiunto. ¶ Desdemona è il tipo delle donne

La remissione dello spirito e la rinuncia del volere

raggiunse nell'amore, che è in lei monomania profonda

in lei monomania profonda e idolatria serena. Il lato

potuto dire al Doge e ai Senatori: «Guardando Othello

che la sua anima:» e muore non credendo nemmeno

della colpa di cui è creduta rea. ¶ E Shakespeare

cui è creduta rea. ¶ E Shakespeare come l'ama

puro della sua mente! E come con tocchi di

gli toglie di vivo e d'umano agli occhi

di poesia, di tenerezza e d'ambascia desolata che

del bisso, degli aromi e dei balsami preziosi in

del tragico episodio, Shakespeare è veramente «il vate dalla

contemporanei: Sweet Shakespeare! ¶ Miranda e Titania ci fanno sognare

mistica legge di espiazione; e indi il terrore, che

comunque, questa mistica legge e avvolge in una nube

in una nube fredda e sanguigna l'anima degli

stolta ingiustizia come padre e come re: Amleto fu

con la madre, leggero e forse sacrilego verso il

il Moro così nobile e così leale, Desdemona così

leale, Desdemona così amante e così pura? ¶ Dopo che

Dopo che la donna è spirata e Othello s

la donna è spirata e Othello s'è tagliata

spirata e Othello s'è tagliata la gola; dopo

gola; dopo che Cassio e Graziano e Montano e

che Cassio e Graziano e Montano e Lodovico e

profezia di sventura. Othello è pieno di fede. Desdemona

dell'amore «peregrino» che è stato causa di tante

causa di tante emigrazioni e di tante fughe... ¶ * ¶ * * ¶ Nella

eterna leggenda dell'amore e nel regno della poesia

regno della poesia, Desdemona e Othello hanno antenati famosi

dell'imprevisto, dello sconosciuto e del vago. ¶ Un giovane

del vago. ¶ Un giovane è sceso nel porto, è

è sceso nel porto, è entrato nella città: - Chi

entrato nella città: - Chi è egli? donde viene? dove

donde viene? dove va? - E l'occhio femminile si

come deve essere bello e generoso avvincere il proprio

uomo! Ed ama. Romeo e Tancredi hanno bisogno d

avversione ereditaria di famiglie e di genti in guerra

straniero» nel senso antico e leggendario della parola, è

e leggendario della parola, è quasi scomparso; il fascino

il fascino del nuovo e dell'ignoto ora non

Londra, il rimedio non è difficile. Fate in modo

alle porte di Nachor? E l'episodio omerico di

re accoglie Ulisse naufrago e nudo sulla spiaggia, lo

lo rincora, lo veste e lo conduce sul suo