Alessandro Manzoni, Il conte di Carmagnola, 1820

egli erra, e nostra è dell'error la pena

concesso il farne lagno; e dove ¶ si riscotan per

riscotan per questo onte e dispregi, ¶ che far? soffrirli

stimo, ¶ questo partito; risentirci? e dargli ¶ occasion che, in

in mezzo all'opra, e nelle ¶ più difficili strette

ei ci abbandoni ¶ sdegnato, e al primo altro signor

offra il suo braccio, e sveli ¶ quanto di noi

magnificando ¶ la nostra sconoscenza, e i suoi gran merti

lui tenea lo Stato, e a cui ¶ quindi ei

un da pochi aggirato, e questi vili; ¶ timido e

e questi vili; ¶ timido e stolto, che non seppe

paura, ¶ nasconderla nel core, e starsi all'erta; ¶ ma

pria di scagliarlo: ¶ tale è il signor che inimicossi

una volta un furibondo e stolto ¶ fuor dell'arcione

stolto ¶ fuor dell'arcione, e lo gettò nel fango

salirlo ancora ¶ un cauto e franco cavalier non voglia

MARINO ¶ Poiché sì certo è di quest'uomo il

più non m'oppongo; e questo a lui sol

Conte non si faccia, e a lui ¶ si dia

ce ne faccia accorti, ¶ e braccio che invisibile il

impresa ¶ contristar con sospetti? E far disegni ¶ di terrori

far disegni ¶ di terrori e di pene, ove null

null'altro ¶ che lodi e grazie può aver luogo

sola una via gli è schiusa; ¶ lo star con

La gloria ond'egli è già coperto, e quella

egli è già coperto, e quella ¶ a cui pur

calar de' suoi pensieri, ¶ e riporsi tra i vili

il cor nella fiducia; e poi ¶ che in così

che in così giusta e grave causa, un tanto

Iddio; con quella fronte, ¶ e con quel cor che

Si raccolgano i voti; e ognun rammenti ¶ quanto rilevi

il segreto hanno tradito, e nullo ¶ fu tra quei

sempre ¶ di render grazie e di pregar, protetto ¶ dal

un dì potria stancarsi ¶ e abbandonarmi; o ritornar sul

suono ¶ destarmi, comandar; questo è il momento ¶ che ne

riman, degg'io chiuso e celato ancora ¶ in questo

l'omicida nel tempio? E chi d'un regno

che ritorla all'ingrato, e farne un dono ¶ a

valersi? ¶ SCENA V ¶ MARCO, e IL CONTE ¶ IL CONTE

arrechi? ¶ MARCO ¶ La guerra è risoluta, e tu sei

La guerra è risoluta, e tu sei duce. ¶ IL

il giuro. ¶ Il giorno è questo che del viver

glorioso antico grembo ¶ accolto, e dato di suo figlio

io vo' per sempre; e questo brando ¶ io consacro

per sempre alla difesa ¶ e alla grandezza sua. ¶ MARCO

sempre a sé stessi, e superate ¶ tutte le vie

dico, né mi lice; e forse ¶ troppo già dissi

Forse io l'ignoro? E forse ad uno ad

io servirò, ma franco e in mio proposto ¶ deliberato

deliberato, come quei ch'è certo ¶ che giusta cosa

cosa imprende. ¶ IL DOGE ¶ E tal vi tiene ¶ questo

già tra il Duca e voi ¶ ha giudicato irrevocabilmente

deste il primo giorno. È nostra ¶ or questa fede

nostra ¶ or questa fede; e noi saprem tenerne ¶ ben

tutto ¶ necessaria la guerra, e della guerra, ¶ se oltre

se oltre il presente è mai concesso all'uomo

meno. ¶ A che partito è il Duca? A mezzo

il Duca? A mezzo è vinta ¶ da lui Firenze

lui Firenze; ma ferito e stanco ¶ il vincitor; voti

loro istesse ¶ le sconfitte e le fughe. Io li

fughe. Io li conosco, ¶ e conoscer li deggio: a

glorioso, antico ¶ viver civile; e subito uno sguardo ¶ rivolgon

raggio, ¶ frementi del presente e vergognosi. ¶ Ei conosce il

tiensi tra l'ugne, e divorarla. ¶ Fingiam che glielo

col tesor de' vinti, ¶ e più folte e anelanti

vinti, ¶ e più folte e anelanti a nove imprese

amico! Egli sicuro ¶ consulterebbe e come e quando a

sicuro ¶ consulterebbe e come e quando a voi ¶ mover

dimora ove il guadagno è certo, ¶ ma ne' perigli

a novellar di cacce e di banchetti, ¶ a interrogar

tremando un indovino. ¶ Ora è il tempo di vincerlo

segua, o no, v'è grato; e vede in

no, v'è grato; e vede in esso, ¶ non

SCENA III ¶ IL DOGE, e SENATORI ¶ IL DOGE ¶ Dissimil

il consiglio ¶ più generoso è il più sicuro, in

comuni ¶ tra lor rischi e speranze; e treman tutti

lor rischi e speranze; e treman tutti ¶ dai fondamenti

vuole ¶ sceglierlo, ei solo; e non è questo il

ei solo; e non è questo il suo. ¶ Il

suo. ¶ Il nostro egli è, se non ci falla

si stringa la lega, e che la guerra ¶ tosto

al Duca s'intimi, e delle nostre ¶ genti da

MARINO ¶ Contro sì giusta e necessaria guerra ¶ io non

La metà dell'impresa è nella scelta ¶ del capitano

ama più della patria; e per me, quando ¶ di

si tratti, ogni rispetto è nulla. ¶ Io dico, e

è nulla. ¶ Io dico, e duolmi che di fronte

oppormi a voi, ¶ non è il duce costui quale

Ei fu l'offeso; e sia pur ver: l

pur ver: l'offesa ¶ è tal che accordo non

accordo non può darsi; e questo ¶ consento: io giuro

in esse ¶ ei s'è dipinto; e governar sì

ei s'è dipinto; e governar sì ombroso, ¶ sì

sì ombroso, ¶ sì delicato e violento orgoglio, ¶ o Senatori

come costui ¶ riverir degnamente. E quando egli abbia ¶ la

prevalga? ¶ S'egli erra, e nostra è dell'error

colpo, e l'assassino è in ceppi. ¶ Mandato egli

ceppi. ¶ Mandato egli era; e quei che a ciò

l'ha nomato, ed è... quel Duca istesso ¶ di

vile ¶ perfidia della trama, e l'onta aperta ¶ che

veracemente il Conte; ella è fra loro ¶ chiusa ogni

un patto. ¶ L'odia... e lo teme: ei sa

in trono il pose; ¶ e disperando che più a

d'Italia il primo, e, ciò che meno ¶ forse

che meno ¶ forse non è, delle sue forze istrutto

trovargli ove più certa, ¶ e più mortal sia la

arme in nostra mano; e noi ¶ adoperiamla, e tosto

mano; e noi ¶ adoperiamla, e tosto. Onde possiamo ¶ un

possiamo ¶ un più fedele e saggio avviso in questo

SCENA II ¶ IL CONTE, e detti. ¶ IL DOGE ¶ Conte

si valga la Repubblica, e vi mostri ¶ in che

sì nefando ¶ periglio uscito; e protestiam che a noi

che a noi ¶ fatta è l'offesa, e che

fatta è l'offesa, e che sul vostro capo

scudo, ¶ scudo di vigilanza e di vendetta. ¶ IL CONTE

giorno ¶ aggiungere in silenzio, e che guardarsi ¶ tristamente, tirarla

tirarla in luce ancora, ¶ e spenderla per voi, ma

piccol peso. ¶ IL CONTE ¶ E senno e braccio ¶ e

IL CONTE ¶ E senno e braccio ¶ e quanto io

E senno e braccio ¶ e quanto io sono è

e quanto io sono è cosa vostra: e certo

sono è cosa vostra: e certo ¶ se mai fu

giovi un mio consiglio, è questo. ¶ E lo darò

mio consiglio, è questo. ¶ E lo darò: ma pria

me parlarvi in breve, e un core aprirvi, ¶ un

a voi ¶ esser grato e fedel, s'io non

vorrei, prima che romperlo, e me stesso ¶ far vile

non sento, ¶ perch'egli è giusto ed onorato: il

le vie del biasmo e dell'onor, ch'ei

correr certo del plauso, e non dar mai ¶ passo

sono ¶ di riportar, forza è pur dirlo, il brutto

So che de' grandi è l'uso ¶ valersi d

ch'essi stiman rea, ¶ e profondere a quel che

l'ha compita ¶ premi e disprezzo, il so; ma

sono ¶ nato a questo; e il maggior, premio che

bramo, ¶ il solo, egli è la vostra stima, e

è la vostra stima, e quella ¶ d'ogni cortese

quella ¶ d'ogni cortese; e, arditamente il dico, ¶ sento

il Duca ¶ mi tengo, e il sono. Se volesse

corsi ¶ pareggiar le ragioni, è noto al mondo ¶ qual

fin che fui seco, e nol lasciai che quando

campo, ¶ per nobil causa, e con onor, non preso

vili. Io lo lasciai, ¶ e a voi chiesi un

voi chiesi un asilo; e in questo ancora ¶ ei

con quella negligenza che è naturale a chi parla

coi tormenti, coi testimoni e con le sue proprie

certo essere stato adoprato è l'infamissimo primo, quello

da altra parte s'è saputo mai nulla d

tale trattato. Quest'accusa è isolata nella storia, e

è isolata nella storia, e non si appoggia a

ricorrere a questa supposizione: e sarebbe una legge stravagante

senza esitazione, senza riguardi e senza precauzioni: si badi

la taccia d'ingratitudine e d'ingiustizia che gli

che non era veneziano, e non poteva aver partigiani

carattere noto del Carmagnola e del Duca di Milano

del Duca di Milano, e si vedrà che l

vedrà che l'uno e l'altro ripugnano alla

era stato orribilmente ingrato, e che aveva tentato di

Duca non era perdonatore; e il Carmagnola che lo

a una riconciliazione stabile e sicura con lui. Il

Milano, come egli doveva, e che s'intendeva col

stare a gran pericolo, e non sapendo con qual

del Duca di Milano."(20) ¶ E il Poggio: "Certuni dicono

verso i cittadini veneti, e odiosa a tutti."(21) ¶ Il

due, cioè il timore e le vendette private dell

avvenimento una spiegazione probabile, e certo più probabile di

tradimento contrario all'indole e all'interesse dell'uomo

una giusta sentenza. Questo è il Conte Verri; ma

che la sua opinione è venuta dal non aver

tempo ottenuto gli onori, e sotto del quale aveva

fargli proposizioni di accomodamento, e gli sacrificasse i meschini

dissenso dei Procuratori veneti, e malgrado la decisa loro

trascurò tutte le occasioni, e lentamente progredendo lasciò sempre

tanto conosciuta l'iniquità, e che tanto si studia

preso che il Malatesti, e fu ritenuto; non è

e fu ritenuto; non è esatto il dire che

in tutta l'Italia; e pare che in particolare

la sentissero più acerbamente, e ne serbassero memoria, come

un sentimento di vendetta, e di patriottismo municipale, ma

capitano in quella nobile e bellicosa parte d'Italia

della presente Tragedia, s'è conservato il loro ordine

il loro ordine cronologico, e le loro circostanze essenziali

cui nella tragedia si è attribuito il nome di

cui nella tragedia si è attribuito il cognome di

in Venezia. ¶ IL DOGE e SENATORI seduti. ¶ IL DOGE

SENATORI seduti. ¶ IL DOGE ¶ È giunto il fin de

fin de' lunghi dubbi, è giunto, ¶ nobiluomini, il dì

Ma pria, ¶ se alcuno è qui cui non sia

vile opra di tenebre e di sangue ¶ sugli occhi

inviolato asilo ¶ di giustizia e di pace, odami: al

insidiò la vita; ¶ fallito è il colpo, e l

fallito è il colpo, e l'assassino è in

di terra della repubblica; e il 15 gli fu dato

dal doge il bastone e lo stendardo di capitano

espugnazione in quelli tempi, e secondo quelle guerre, fu

Martino V s'intromise; e sul finire dello stesso

Dopo molti piccoli fatti, e dopo la presa d

Guido Torello, Francesco Sforza, e Nicolò Piccinino.(14) Essendo nata

di sé condottieri celebri, e principi, come Giovanfrancesco Gonzaga

Antonio Manfredi, di Faenza, e Giovanni Varano, di Camerino

carattere del generale nemico, e cavarne profitto. Attaccò Maclodio

a guisa d'argine: e tra le paludi s

paludi s'alzavano qua e là delle macchie poste

in queste degli agguati, e si diede a provocare

che pare più comune, è che il Pergola e

è che il Pergola e il Torello, sospettando d

battaglia: che lo Sforza e il Piccinino la volessero

degli ultimi; la diede, e fu pienamente sconfitto. Appena

fu assalito a destra e a sinistra dall'imboscate

a sinistra dall'imboscate, e gli furono fatti, secondo

quelle guerre, Andrea Redusio, è il solo, per quanto

presto finite le guerre, e di sentirsi gridare dai

Signori veneti furono punti e insospettiti dal procedere del

della guerra comunemente seguite; e non potevano senza indiscrezione

un'usanza così utile e cara ai soldati, esponendosi

a tutta la milizia, e a privarsi d'ogni

da lui la fedeltà e lo zelo, ma non

anzi che d'onori e di ricompense. ¶ Nell'aprile

conclusa tra i Veneziani e il Duca un'altra

una parte dell'esercito, e cadde in un agguato

il Bigli, secento cavalli e molti fanti, salvandosi lui

del Duca. Il Piccinino e lo Sforza, facendo le

aiuto all'armata veneta, e intanto imbarcarono gran parte

s'avvide dell'inganno, e corse per sostenere i

armata veneta fu sconfitta, e il capitano di essa

fosse imprudente da principio, e irresoluta nella battaglia.(17) Fu

nella battaglia.(17) Fu bandito, e gli furono confiscati i

furono confiscati i beni; "e al capitano generale (Carmagnola

dovette abbandonare l'impresa, e ritornare al campo. ¶ Il

a sostenere quest'impresa; e mi par cosa strana

averlo nelle mani disarmato; e non ne trovò una

Ci andò senza sospetto, e in tutto il viaggio

onori straordinari a lui, e al Gonzaga che l

volte si chiamava prudenza e virtù politica. Arrivato a

Fu arrestato nel palazzo, e condotto in prigione. Fu

nome di Collegio secreto; e condannato a morte, fu

due colonne della Piazzetta, e decapitato. La moglie e

e decapitato. La moglie e una figlia del Conte

veneziani, che volevano scrivere e viver tranquilli, l'avrebbero

una cosa di fatto, e con quella negligenza che

parte il loro fine, e rinnovarne lo spirito, inserendo

questi indipendenti dall'azione e non applicati a personaggi

più lirico, più variato e più fantastico. Hanno inoltre

che questa si alteri e si scomponga per farceli

d'introdursi nell'azione, e di prestare ai personaggi

siano destinati alla lettura: e prego il lettore d

all'arte più importanza e perfezionamento, somministrandole un mezzo

più diretto, più certo e più determinato d'influenza

notizie storiche sul personaggio e sui fatti che sono

componimento misto d'invenzione e di verità storica, ami

discernere ciò che vi è conservato di avvenimenti reali

di guerra che gli è rimasto nella storia. Non

Egli lo seguì volentieri, e si mise con esso

non i fatti principali, e particolarmente quelli che sono

diversamente dagli storici, che è impossibile formarsene e darne

che è impossibile formarsene e darne una opinione, certa

darne una opinione, certa e unica. Tra le relazioni

le relazioni spesso varie, e talvolta opposte, ho scelto

di Giovanni, pessimamente tutelata, e nel suo debole e

e nel suo debole e crudele governo. Molte città

Tenda vedova di Facino, e con questo mezzo si

già possedute da lui, e de' suoi militi. ¶ Era

tra essi il Carmagnola, e ci aveva già un

se n'era impadronito, e lo sforzò a ritirarsi

tempo Piacenza, Brescia, Bergamo, e altre città. Alcune ritornarono

Egli espugnò inoltre Genova, e la riunì agli stati

agli stati del Duca. E questo, che nel 1412 era

nel 1412 era senza potere e come prigioniero in Pavia

nozze della infelice Duchessa,(9) e colla fede e col

Duchessa,(9) e colla fede e col valore del Conte

sa in qual grado; e si fabbricò in Milano

il suo carattere fermo e altiero, la grandezza forse

contemporaneo, cita Zanino Riccio e Oldrado Lampugnano, fomentarono i

Lampugnano, fomentarono i sospetti e l'avversione del loro

spedito governatore a Genova, e levato così dalla direzione

nutrito tra l'armi: e ben s'accorse, dice

risposta ch'era impedito, e che parlasse con Riccio

d'aver poche cose e da comunicarsi al Duca

comunicarsi al Duca stesso; e gli fu replicata la

rimproverò la sua ingratitudine, e la sua perfidia, e

e la sua perfidia, e giurò che presto si

diede volta al cavallo, e partì coi pochi compagni

la Savoia, la Svizzera e il Tirolo, si portò

dal pubblico nel Patriarcato, e concessa licenza di portar

portar armi a lui e al suo seguito. Due

La trama fu sventata, e levò ai Veneziani ogni

pure caldamente per essa: e fu risoluta. La lega

La lega coi Fiorentini e con altri Stati d

significato proprio e comune, e che usate qui metaforicamente

regole prescritte dagli uomini; e si danno in questo

tali regole possono essere, e sono spesso, più generali

delle cose richieda. Si è trasportata questa espressione nella

questa espressione nella grammatica, e vi sta bene; perché

grammaticali essendo di convenzione, e per conseguenza alterabili, può

critici, trovate, non fatte; e quindi la trasgressione di

spiegarla con frasi metaforiche e ambigue, vere in un

vere in un senso e false in un altro

chiara svelerebbe la contradizione. E a voler mettere in

regole impediscono molte bellezze, e producono molti inconvenienti. ¶ Non

di questa proposizione: ciò è stato fatto egregiamente più

più di una volta. E la cosa resulta tanto

d'alcune tragedie inglesi e tedesche, che i sostenitori

limiti reali di tempo e di luogo lascia il

imitazione ben altrimenti varia e forte: non negano le

Ora, ammettendo l'obiezione, è chiaro che l'inverosimiglianza

che alla rappresentazione scenica; e però la tragedia da

secondo genere di tragedia: e nell'alternativa di sacrificare

state superate dai moderni, e che producano il sommo

astringersi alle due unità, e specialmente a quella di

peu naturel. La sconvenienza è assai bene sentita, e

è assai bene sentita, e sinceramente confessata. Ma la

confessata. Ma la giustificazione è singolare. Eccola: Cependant il

le faut.(5) ¶ Forse si è qui eccessivamente ciarlato su

già così bene sciolta, e che a molti può

s'il est possible.(6) E del rimanente, credo che

importante. L'errore solo è frivolo in ogni senso

l'arti della parola, e coi diversi modi d

d'influire sulle idee e sugli affetti degli uomini

sugli affetti degli uomini, è legato di sua natura

i popoli civilizzati: essa è considerata da alcuni come

una cosa indifferente. Ed è certo che tutto ciò

suo tipo di verità e di perfezione, deve alterare

altro che sciolta; ed è: se la poesia drammatica

di Nicole, di Bossuet, e di G. G. Rousseau

pena di riuscire freddo, e quindi vizioso secondo l

vizioso secondo l'arte; e che in conseguenza la

Se ne può dare, e se ne dà un

alto grado d'interesse e immune dagl'inconvenienti di

Cori greci: Il Coro è da riguardarsi come la

nome dell'intera umanità. E poco sotto: Vollero i

rappresentante del genio nazionale, e poi il difensore della

temperava l'impressioni violente e dolorose d'un azione

troppo vicina al vero; e riverberando, per così dire

d'un'espressione lirica e armonica, e lo conduceva

espressione lirica e armonica, e lo conduceva così nel

della contemplazione.(8) Ora m'è parso che, se i

IN ATTESTATO ¶ DI CORDIALE E RIVERENTE AMICIZIA ¶ L'AUTORE

ricevuti comunemente in Italia, e sanzionati dalla consuetudine dei

drammatica idee così nuove e vere e di così

così nuove e vere e di così vasta applicazione

a regolarne un giudizio; e a mio avviso sono

da un tale esame, e volere a tutta forza

secondo regole, delle quali è controversa appunto l'universalità

controversa appunto l'universalità e la certezza, è lo

universalità e la certezza, è lo stesso che esporsi

il che per altro è uno de' più piccoli

uno de' più ingegnosi è quello d'avere, quasi

la esercita: siate originale, e non fate nulla di

più di quello che è già, levano anche a

due unità di tempo e di luogo può esser

trattata tutta in astratto, e senza far parola della

della presente qualsisia tragedia: e poiché queste unità, malgrado

L'unità di luogo, e la così detta unità

autorità non bene intesa, e da princìpi arbitrari: ciò

L'unità di luogo è nata dal fatto che

in un sol luogo, e dalla idea che il

esprimere un'idea precisa, e di non essere accompagnata

trovarne che una, ed è: che, assistendo lo spettatore

avvengano in diversi luoghi, e che essa duri per

essersi mosso di luogo, e d'avere impiegate solo

ad osservarla. Questa ragione è evidentemente fondata su un

parte dell'azione; quando è, per così dire, una

considera che lo spettatore è fuori dell'azione, l

esser loro visibilmente presente, e li veggo esposti agli

non entra nel dramma: e questa risposta vale anche

anche a questi casi, e non si sia imposto

sono necessarie alla illusione è, che il popolo si

arte, assistendo ogni giorno e in tutti i paesi

esse non sono osservate; e il popolo in questa

popolo in questa materia è il miglior testimonio. Poiché

diversi generi d'illusione, e non avendo alcuna idea

state stabilite per principio, e che s'è fatto

principio, e che s'è fatto contro ciò che

i poeti drammatici inglesi e spagnoli più celebri, quelli

vennero introdotte a stento; e l'unità di luogo

state seguite come leggi, e senza discussione, che io

discussione, che io sappia, e quindi probabilmente senza esame

colmo poi di bizzarria, è accaduto che quegli stessi

in alcune tragedie italiane e francesi, di quelle chiamate

quelle chiamate esclusivamente regolari, è noto che l'unità

unità di tempo non è osservata né pretesa nel

l'irragionevolezza della regola, e si sono messi in

ben discutere con chi è di parere che l

nel loro significato proprio e comune, e che usate

tratto a più saggio e più civil consiglio. ¶ Or

alla patria: ad altre, e forti, e pure ¶ mani

ad altre, e forti, e pure ¶ mani è commessa

forti, e pure ¶ mani è commessa la sua sorte

commessa la sua sorte: e nulla ¶ a cor le

ma che s'adempia, e che non sia sofferto

Espresso ¶ sovra quest'uomo è del Senato il voto

d'un gran disegno; e in vostro cor bramate

voto ei vada: non è ver? ¶ MARCO ¶ Che importa

dell'opre mie non è misura ¶ il desiderio, ma

un ve ne chiedo: e questo, ¶ se lo negate

serba ai traditor, v'è noto. ¶ MARCO ¶ Io... Che

MARINO ¶ Riconoscete ¶ che patria è questa a cui bastovvi

Sui figli ¶ a stento e tardi essa la mano

essa la mano aggrava; ¶ e a perderne soltanto ella

puote. Ogni error vostro ¶ è pronta ad obbliar; v

noto vi fia: pronta è la nave; ed oggi

giurar dovete ¶ per quanto è sacro, che in parole

di quanto ¶ oggi s'è fisso. Il giuramento è

è fisso. Il giuramento è questo: ¶ (gli presenta un

foglio) ¶ sottoscrivete. ¶ MARCO ¶ (legge) ¶ E che, signor? Non basta

signor? Non basta?.. ¶ MARINO ¶ E per ultimo, udite. Il

ultimo, udite. Il messo è in via ¶ che porta

se sta in forse, e segno ¶ dà di sospetto

un gran segreto udite, ¶ e tenetelo in voi; l

in voi; l'ordine è dato ¶ che dalle nostre

ardisce, ¶ quei l'uccide, e si perde. Io più

scrivo. ¶ (prende il foglio e lo sottoscrive) ¶ MARINO ¶ Tutto

lo sottoscrive) ¶ MARINO ¶ Tutto è posto in obblio. La

or dee dalla prudenza: e questa ¶ non può mancarvi

SCENA II ¶ MARCO ¶ Dunque è deciso!... un vil son

fui posto ¶ al cimento; e che feci?... Io prima

che su lui scende, e non gridar: ti guarda

ei penserà che Marco ¶ è senator, che anch'io

anch'io l'invito; e lunge ¶ ogni dubbiezza scaccerà

ch'egli medesmo accusa, e che gli preme ¶ di

era un nobil pretesto; e me lo diede. ¶ Gli

quest'altro ¶ le minacce... e la mia?... voller che

presa! ¶ Io li spregiava; e son da men di

non pensai che incarco ¶ è l'amistà d'un

uom che agli altri è sopra? ¶ Perché allor correr

or ch'ei dorme, ¶ e il nemico gli è

e il nemico gli è sopra, io la ritiro

ritiro: ¶ ei si desta, e mi cerca; io son

fuggito! ¶ Ei mi dispregia, e more! Io non sostengo

ho sottoscritto un foglio, ¶ e nulla più. Se fu

del precipizio; il vedo, ¶ e ritrarmi poss'io... Non

il disse ¶ per atterrirmi... E se davvero il disse

destino... e nostra. ¶ Non è giustizia che il persegue

giustizia che il persegue: è solo ¶ odio privato, è

è solo ¶ odio privato, è invidia, è basso orgoglio

odio privato, è invidia, è basso orgoglio ¶ che non

di voi. ¶ Certo inaudito è un tal linguaggio: i

Senato oggi l'udiro; e muti ¶ si volsero a

nel Senato ardia. ¶ Chiarito è il Conte un traditor

Ma l'arte ¶ tanta e l'audacia è di

tanta e l'audacia è di costui, che reso

che reso ¶ ei s'è tremendo a' suoi signori

tremendo a' suoi signori; è forte ¶ di quella forza

il cor de' soldati; e l'armi nostre, ¶ quando

noi ¶ volger le puote, e il vuol. Certo è

e il vuol. Certo è follia ¶ aspettar che lo

ch'ei si prevenga, e tosto. A forza aperta

tosto. A forza aperta ¶ è impresa piena di perigli

impresa piena di perigli. E noi ¶ starem per questo

noi ¶ starem per questo? E il suo maggior delitto

una strada alla giustizia è schiusa, ¶ l'arte con

ebben, si tenga: ¶ questo è il voto comun. Che

un uom di soverchio, e che bisogna ¶ porre il

la causa dello Stato ¶ è la mia causa; e

è la mia causa; e il suo segreto importa

il darvene agio ancora ¶ è gran clemenza. ¶ MARCO ¶ Io

amico al Conte: ¶ questa è l'accusa mia; nol

nego, io il sono: ¶ e il ciel ringrazio che

qui. Ma se nemico ¶ è della patria? Mi si

patria? Mi si provi, è il mio. ¶ Che gli

non parve questa scusa? e largo ¶ d'ogni onor

fu chiesto a tempo. ¶ E la sentenza che a

novo ¶ impensato nemico avventurarsi; ¶ e abbandonò l'impresa. Ella

abbandonò l'impresa. Ella è, fra tante ¶ sì ben

ma il tradimento ov'è? Fiero, oltraggioso ¶ da gran

gran tempo, voi dite, è il suo linguaggio: ¶ un

un'insidia, il lava? ¶ E poi che un nodo

non può tener Venezia e il Carmagnola, ¶ chi ci

un più degno concetto; e non si creda ¶ che

tema ¶ ove lo scettro è in una mano, e

è in una mano, e basta ¶ a strapparlo un

più degno di tenerlo; e a' suoi compagni ¶ il

Al Duca ritornar, dicesi, e seco ¶ le schiere trar

colui ¶ che gli compose e che gli scosse il

util soltanto dello Stato, e il giusto; ¶ allora ufizio

sia ¶ richiamato a Venezia, e gli si faccia ¶ onor

onor più dell'usato, e tutto questo ¶ per tirarlo

il grido ¶ de' nemici e de' posteri; fu il

o starne a parte. ¶ E se pietà d'un

ciò che l'onora, e che si può salvarla

questo? ¶ PRIMO COMMISSARIO ¶ C'è di più. Gli dissi

Cauto ad un tratto è divenuto... e dopo ¶ una

un tratto è divenuto... e dopo ¶ una vittoria. ¶ PRIMO

indiscreto che t'assedia, e vuole ¶ il tuo segreto

detto il suo segreto? E questo ¶ motivo ond'egli

trovava innanzi ¶ un temerario, e ch'io sentia parole

pari nostri. ¶ SECONDO COMMISSARIO ¶ E s'egli ¶ al suo

lui, quel che gli è contro? ¶ Tal nemico mostrarglisi

dopo colui che v'è seduto? ¶ Se un duca

duca ardente di conquiste, e inetto ¶ a sopportar d

mano ha d'uopo e d'un consiglio, ¶ e

e d'un consiglio, ¶ e al condottier lo chiede

al condottier lo chiede, e gli comanda ¶ ciò ch

condottier paresse, ¶ che molti, e vigilanti, e più bramosi

che molti, e vigilanti, e più bramosi ¶ di conservar

certo. Colui che trama, e del successo ¶ si pasce

ancor che nol voglia; e quei che sprezza ¶ in

da Filippo ei non è sciolto in tutto. ¶ A

sposa egli ebbe ¶ non è stranier: troppo gli è

è stranier: troppo gli è caro il nodo ¶ che