parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
da rabbiosa, cieca fame è tratto ¶ A vagar mendicando
2
1867
Quanti disagi tollerar gli è forza, ¶ Quanti dolori! Ma
3
1867
io rimanga, della madre ¶ E del padre d'Ulisse
4
1867
alberghi scesero di Pluto. ¶ E di novo il porcaio
5
1867
crucia ¶ Dell'assente figliuolo, e della moglie, ¶ Che vecchio
6
1867
della moglie, ¶ Che vecchio e tristo lo lasciò morendo
7
1867
tristo lo lasciò morendo. ¶ E anch'ella, sempre il
8
1867
Erami grato il visitarla, e seco ¶ Ragionando seder: poi
9
1867
minor di sue figlie, e di me cura ¶ Avea
10
1867
condotta ¶ A prendervi marito, e gran tesoro ¶ N'ebbero
11
1867
Ben provvisto di tuniche e mantelli, ¶ Fui questo gregge
12
1867
cibi ¶ Io non ebbi e di vini. Ma conforto
13
1867
balìa ¶ D'insolenti garzoni è la sua casa: ¶ Né
14
1867
Né vederla o parlarle, e alcun ristoro ¶ Di cibo
15
1867
ristoro ¶ Di cibo averne, è dato a' suoi più
16
1867
Buoi t'ha sorpreso, e tratto alla sua nave
17
1867
tratto alla sua nave, ¶ E per molt'oro a
18
1867
Qui siedi al desco, e tacito m'ascolta, ¶ E
19
1867
e tacito m'ascolta, ¶ E vuota il nappo a
20
1867
Lunghe ¶ Sono le notti, e novellando in parte ¶ Passarle
21
1867
novellando in parte ¶ Passarle, e in parte noi potrem
22
1867
il sonno ancor quando è soverchio. ¶ Se a qualcun
23
1867
tuttavia dormir piacesse, ¶ Esca e si corchi; ma co
24
1867
co' primi albori ¶ Sorga, e, prendendo il cibo usato
25
1867
La sua greggia conduca. E noi fra tanto ¶ Con
26
1867
che molto errato ¶ Abbia e molto patito. Odimi or
27
1867
Un'isola, che Siria ¶ È nominata, se parlarne udisti
28
1867
Ma di mandre feconda, e di frumenti ¶ Ricca e
29
1867
e di frumenti ¶ Ricca e di vini generosi, e
30
1867
e di vini generosi, e dove ¶ Mai la fame
31
1867
sonante arco d'argento, ¶ E la vergine Cinzia, all
32
1867
dardi. ¶ In due cittadi è l'isola partita, ¶ Tra
33
1867
Tra lor di forza e di ricchezze uguali; ¶ E
34
1867
e di ricchezze uguali; ¶ E lo scettro stendea su
35
1867
stendea su l'una e l'altra ¶ Il mio
36
1867
una fenicia donna, ¶ Grande e leggiadra e in bei
37
1867
donna, ¶ Grande e leggiadra e in bei lavori esperta
38
1867
scaltrito ¶ De' que' nocchieri, e l'ultimo ne colse
39
1867
del nome la chiese, e donde fosse ¶ Colà venuta
40
1867
mostrò di mio padre, e gli rispose: ¶ Io son
41
1867
ladroni m'han rapita, e quindi ¶ Condotta in Siria
42
1867
quindi ¶ Condotta in Siria, e a questo re venduta
43
1867
seguirci al tuo paese, ¶ E veder la tua casa
44
1867
veder la tua casa e i tuoi parenti, ¶ Che
45
1867
Che ancor son vivi, e ricchi ognun li dice
46
1867
Ella soggiunse: Amici, ora è mestieri ¶ Di segretezza; e
47
1867
è mestieri ¶ Di segretezza; e se di voi qualcuno
48
1867
nol sappia ¶ Il vecchio, e me col carcere punisca
49
1867
volar l'intero giorno; e come ¶ Il Sol disparve
50
1867
come ¶ Il Sol disparve e s'oscurò la terra
51
1867
la screzïata ¶ Biga salîro, e il portico sonante ¶ Traversando
52
1867
dunque ¶ Entro Pilo condurmi, e sul vicino ¶ Lido mi
53
1867
vostro albergo ¶ Per festeggiarmi; e a me partir conviene
54
1867
al mare i cavalli, e su la spiaggia ¶ Deposti
55
1867
nave ¶ Ascendi coi compagni, e in mar t'allarga
56
1867
ben io lo conosco, e so per prova ¶ Come
57
1867
stesso immantinente al lido; ¶ E se tanto indugiar tu
58
1867
sé chiama i compagni, e così grida: ¶ Affrettatevi, amici
59
1867
il negro ¶ Legno salîro, e si schierâr sui banchi
60
1867
Poi la patria fuggendo e il bellicoso ¶ Neleo, che
61
1867
ad altre terre ¶ Migrava, e a lungo dolorando in
62
1867
Neleo per la figlia, e per l'audace ¶ Impresa
63
1867
in cor gli mise. ¶ E nondimeno, dalla negra Parca
64
1867
fe' padre, d'Antìfate e di Manzio. ¶ E d
65
1867
Antìfate e di Manzio. ¶ E d'Antìfate nacque il
66
1867
sommo Giove ¶ Carissimo mortale e al biondo Apollo. ¶ Ma
67
1867
Anfìloco possente ¶ Genitor divenuto e d'Alcmeone, ¶ Sotto Tebe
68
1867
D'avara donna. Clito e Polifide ¶ Manzio poi generava
69
1867
Polifide ¶ Manzio poi generava; e dall'Aurora, ¶ Innamorata di
70
1867
dinanzi ¶ Si presentò Teoclimeno, e disse: ¶ Poiché ti trovo
71
1867
Per li tuoi sacrifizi e i tuoi compagni, ¶ Per
72
1867
tu? di che sangue, e di che gente? ¶ Ospite
73
1867
sono, ¶ Ed Ulisse m'è padre, se pur vive
74
1867
ancora; perocché già forse ¶ È morto l'infelice, ed
75
1867
io con questa ¶ Nave e questi compagni il cerco
76
1867
in Argo prepossenti amici ¶ E fratelli lasciò. Scampato appena
77
1867
non sia da costoro, e trucidato. ¶ Mai non sarà
78
1867
Io ti respinga. Vieni, e l'accoglienza ¶ Da me
79
1867
sul palco ¶ La depose; e salita indi la nave
80
1867
poppa ¶ Ei s'assise, e seder fece al suo
81
1867
ritegni, ¶ Sollevâr nell'incasso e con le sartie ¶ L
82
1867
flutti ¶ Facea la nave, e al tramontar del Sole
83
1867
estinto. ¶ Col fedel mandrïano e gli altri servi ¶ Cenava
84
1867
Cenava in questa Ulisse; e del cibarsi ¶ Spenta la
85
1867
dunque, Eumeo, m'aiuta, e fa' che un servo
86
1867
un bicchier di vino e un pane; ¶ M'inoltrerò
87
1867
sarò; perché d'uopo è tu conosca ¶ Che per
88
1867
svelti donzelli, ¶ Di tuniche e di clamidi vestiti, ¶ Leggiadro
89
1867
crine, ¶ Ministrano ai superbi; e le forbite ¶ Mense ne
90
1867
sono di purpurei vini ¶ E di carni e di
91
1867
vini ¶ E di carni e di pani ognor ricolme
92
1867
veste ¶ Ti farà dono e d'un mantello, e
93
1867
e d'un mantello, e poscia ¶ Invïeratti ovunque andar
94
1867
fossi al gran Giove e a tutti i Numi
95
1867
riposo ¶ Da lunghi affanni e lungo errar consenti! ¶ Ben
96
1867
errar consenti! ¶ Ben degno è di pietà, degno di
97
1867
D'Ulisse il figlio, e in fretta alla persona
98
1867
spalle il largo manto, ¶ E fuori uscendo, gli si
99
1867
gli si fece incontro, ¶ E così disse: Atride Menelao
100
1867
dammi or via congedo, ¶ E fa' ch'io tosto
101
1867
soverchio l'ospite accarezza ¶ E chi lo spregia, sempre
102
1867
modo serbar: ché non è meno ¶ Discortese colui, che
103
1867
lo straniero ¶ Arresta quando è di partir bramoso, ¶ Che
104
1867
Quando s'indugi, festeggiarlo, e pronto ¶ Dargli commiato, quando
105
1867
commiato, quando il cerchi, è d'uopo. ¶ Ma tu
106
1867
Alcun dono sul carro, e che comandi ¶ Alle donzelle
107
1867
desco ¶ Di serbate vivande. E bello insieme ¶ E giocondo
108
1867
vivande. E bello insieme ¶ E giocondo ti fia correr
109
1867
d'Argo la terra e Grecia tutta ¶ Visitar ti
110
1867
io col mio cocchio ¶ E i miei destrieri ti
111
1867
dono ti darìa congedo; ¶ E un tripode n'avresti
112
1867
Non disperdano i Proci, e pêra io stesso ¶ Mentre
113
1867
invano. ¶ Più non disse; e l'Atride alla consorte
114
1867
l'Atride alla consorte ¶ E alle donzelle subito commise
115
1867
foco ¶ Questi gl'ingiunse e d'arrostir le carni
116
1867
Eteoneo. Col figlio Megapente ¶ E con la moglie scese
117
1867
toglie un'aurea coppa, ¶ E al figlio accenna di
118
1867
Felicemente ad Itaca guidarti; ¶ E questo da me prendi
119
1867
re delle sidonie genti, ¶ E di buon grado a
120
1867
tonda coppa in mano, e dal suo caro ¶ Megapente
121
1867
Elèna ¶ Dalle floride guance, e così parla: ¶ Prendi, amato
122
1867
Questo candido peplo. Esso è lavoro ¶ Delle mani d
123
1867
Delle mani d'Elèna, e tu lo serba ¶ Per
124
1867
La madre il custodisca, e tu ritorna ¶ Lieto con
125
1867
con gioia l'accetta; e i bei presenti ¶ Ammirava
126
1867
bei presenti ¶ Ammirava Pisistrato, e sul cocchio ¶ Li deponea
127
1867
i garzoni Menelao condusse; ¶ E come fûr seduti, una
128
1867
che d'elette dapi ¶ E di pani colmò la
129
1867
voglia, i corridori ¶ Aggiogarono, e il cocchio indi salendo
130
1867
salendo, ¶ Fuor dell'atrio e del portico sonante ¶ Il
131
1867
sonante ¶ Il guidâr lentamente; e li seguìa ¶ Il biondo
132
1867
alti ¶ Corridori ei fermossi, e propinando ¶ Ai garzoni, esclamò
133
1867
mura combattean di Troia. ¶ E a Menelao Telemaco rispose
134
1867
ebbi in questa casa, e i molti e ricchi
135
1867
casa, e i molti e ricchi ¶ Doni mostrar che
136
1867
Negli artigli una bianca e smisurata ¶ Domestic'oca, dal
137
1867
gran turba ¶ D'uomini e donne; e l'aria
138
1867
D'uomini e donne; e l'aria essa fendendo
139
1867
Avvicinossi ai due garzoni, e a destra ¶ Sparve innanzi
140
1867
vista ¶ Ognun s'allegra; e il figlio di Nestorre
141
1867
un Dio m'inspira, ¶ E che certo avverrà. Come
142
1867
Ulisse: ¶ Se già non è tornato, e già la
143
1867
già non è tornato, e già la strage ¶ Non
144
1867
apparecchia de' superbi amanti. ¶ E Telemaco a lei: Deh
145
1867
gli cedesse il manto; ¶ E così favellò: M'ascolta
146
1867
palese ¶ Ciò che meglio è tacer. Ma poiché il
147
1867
Duci l'inclito Ulisse e Menelao, ¶ Ed io con
148
1867
Giacevam fra le canne e fra i virgulti ¶ In
149
1867
In terren paludoso. Algente e trista ¶ Notte ne colse
150
1867
un vento ¶ Aquilonar levossi, e una minuta ¶ Neve calava
151
1867
Neve calava come brina, e dense ¶ Croste di ghiaccio
152
1867
scudi. ¶ Nelle tuniche avvolti e nei mantelli ¶ E degli
153
1867
avvolti e nei mantelli ¶ E degli scudi gli omeri
154
1867
Il mantello ai compagni, e l'armi solo ¶ Tolsi
155
1867
armi solo ¶ Tolsi meco e la veste. Ma già
156
1867
Il terzo della notte, e già cadendo ¶ Le stelle
157
1867
v'ha più scampo! - E, il saggio ¶ Ulisse, che
158
1867
Indi rizzossi ¶ Sul cubito, e la fronte sollevando, ¶ Così
159
1867
nostro aiuto. ¶ Tacque Ulisse; e Toante Andremonide ¶ Sorge, depone
160
1867
depone il roseo manto, e ratto ¶ Alle tende s
161
1867
Quel manto io presi, ¶ E me lo cinsi intorno
162
1867
cinsi intorno al corpo, e chiuso ¶ Vi restai fino
163
1867
nel fiore ¶ Degli anni e delle forze ancor foss
164
1867
voi, pel quel rispetto ¶ E quell'amore ch'uom
165
1867
sconcio ¶ O vano accento, è dal tuo labbro uscito
166
1867
abbiamo ¶ Di tuniche dovizia e di mantelli, ¶ Da cangiarli
167
1867
vestirti si darà pensiero, ¶ E d'invïarti ovunque andar
168
1867
pose accanto al fuoco, e su vi stese ¶ Pelli
169
1867
stese ¶ Pelli d'agne e di capre. Ivi corcossi
170
1867
Il figlio di Laerte; e il buon porcaio ¶ Lo
171
1867
l'usate ¶ Armi indossava; e lui cotanto Ulisse ¶ Degli
172
1867
vello ¶ Di cornigera capra, e un'asta acuta ¶ Finalmente
173
1867
Finalmente, degli uomini terrore ¶ E de' mastini. Così tutto
174
1867
Alla patria il ritorno; e coricato ¶ Il trovò con
175
1867
la Diva al giovinetto, ¶ E favellò: Telemaco, non lice
176
1867
lontano ¶ Dai paterni poderi, e che il tuo tetto
177
1867
lor le tue ricchezze, ¶ E, non che vano, torni
178
1867
che più le dona, e le promette ¶ Più larga
179
1867
d'arricchir l'albergo, ¶ E lo sposo defunto e
180
1867
E lo sposo defunto e i primi figli ¶ Essa
181
1867
Essa più non ricorda e più non cura. ¶ Ma
182
1867
ancelle ¶ La più saggia, e il governo le commetti
183
1867
Io favellar ti deggio, e tu m'ascolta. ¶ Nel
184
1867
io non m'inganno, e forse pria la terra
185
1867
schivi ¶ La tua carena, e naviga di notte, ¶ Col
186
1867
pino alla città spedisci; ¶ E tu vanne all'ostel
187
1867
guardia. ¶ Ivi tu dormi; e il servo incontanente ¶ A
188
1867
Pilo ritornasti illeso. ¶ Tacque, e all'Olimpo risalì la
189
1867
Di Nestore il figliuolo, e, Sorgi, amico, ¶ Sorgi, gli
190
1867
dice, aggioga i corridori, ¶ E partiam. - Ma Pisistrato rispose
191
1867
partiam. - Ma Pisistrato rispose: ¶ È buia ancor la notte
192
1867
buia ancor la notte, e a me fra l
193
1867
condusse ¶ Alle case paterne, e d'una bella ¶ Tunica
194
1867
Tunica mi fe' dono e d'un bel manto
195
1867
patria ¶ L'eroe tornava; e mi mostrò l'acciaro
196
1867
mi mostrò l'acciaro ¶ E l'oro e il
197
1867
acciaro ¶ E l'oro e il bronzo, che adunato
198
1867
palese al suol natìo; ¶ E mi giurò, libando agl
199
1867
era pronta la nave e i naviganti ¶ Destinati a
200
1867
vista il lido appena, ¶ E già vendermi a prezzo
201
1867
prezzo avean deciso: ¶ Tunica e manto mi spogliâro, e
202
1867
e manto mi spogliâro, e un rozzo ¶ Lacero saio
203
1867
ai banchi della nave, ¶ E poi tutti a cenar
204
1867
collo, ¶ Sdrucciolai dal timone, e con le palme ¶ Tacito
205
1867
riva ¶ Uscii non visto; e l'erta d'una
206
1867
legno ¶ Facean essi ritorno, e me nascosto ¶ Tennero gl
207
1867
poscia d'uom benigno e saggio, ¶ Poiché vuole il
208
1867
I tuoi mali narrando e le tue tante ¶ Aspre
209
1867
quanto del mio signore ¶ È vicino il ritorno! A
210
1867
Achivi eretto un tumolo, e famoso ¶ Col suo s
211
1867
solingo ¶ Presso la greggia, e la città non veggo
212
1867
fianchi ¶ Se gli stringe, e l'interroga a vicenda
213
1867
l'interroga a vicenda; ¶ E chi si lagna che
214
1867
Dopo sì lunga assenza, e chi ne gode ¶ E
215
1867
e chi ne gode ¶ E gli consuma impunemente il
216
1867
corso errando ¶ Molte contrade, e a cui ricetto io
217
1867
navi ¶ Sconquassate dall'onde, e che l'estate ¶ O
218
1867
sarìa con gran tesoro ¶ E co' suoi prodi in
219
1867
temo ¶ Il gran Giove e di te pietà mi
220
1867
Orsù, facciamo un patto, e testimoni ¶ Ne sian dal
221
1867
dona ed un mantello, ¶ E, come bramo, al fertile
222
1867
M'incita i servi, e da scoscesa rupe ¶ Capovolto
223
1867
preghiere! Ma del pasto è l'ora, ¶ E tardar
224
1867
pasto è l'ora, ¶ E tardar non dovrebbero i
225
1867
famigli ¶ A far ritorno, e preparar la cena. ¶ Mentre
226
1867
l'aria di strida e di grugniti. ¶ Ai servi
227
1867
giunto ¶ Da lontane contrade; e festa insieme ¶ Farem noi
228
1867
tronco ¶ Fendea di quercia, e dalla stalla intanto ¶ Conducevano
229
1867
sagginato ¶ Grosso porco quinquenne, e innanzi al fuoco ¶ Il
230
1867
sui lunghi ¶ Schidoni infisso, e con solerte cura ¶ Indi
231
1867
tutti ad un tempo, e su la mensa ¶ Si
232
1867
caro al fulminante ¶ Giove e a tutti gli Dei
233
1867
sono, un tanto onore. ¶ E tu così gli rispondesti
234
1867
poco, ¶ Che solo offrirti è a me concesso: il
235
1867
ei puote. ¶ Così disse; e bruciando le primizie, ¶ E
236
1867
e bruciando le primizie, ¶ E libando agli Dei, porse
237
1867
che nulla la regina e nulla ¶ Ne sapesse Laerte
238
1867
Stesero al colmo desco; e quando in tutti ¶ Fu
239
1867
Mesaulio il pan raccolse, e ciascheduno ¶ Ritirossi a dormir
240
1867
diluvïando ¶ Una pioggia incessante, e furïoso ¶ Vento soffiava da
241
1867
Dio, per gesta insigni ¶ E per dovizie e per
242
1867
insigni ¶ E per dovizie e per famosa prole. ¶ Come
243
1867
lasciando ¶ Una povera casa e pochi averi. ¶ Pure un
244
1867
Col favor di Marte ¶ E di Minerva, io degli
245
1867
entrò nel mio petto; e tutti sempre ¶ Io precorrea
246
1867
fui; ma le cure e le fatiche ¶ Necessarie a
247
1867
m'ebbi a schifo, e solo mi fûr care
248
1867
navi a molti remi e le pungenti ¶ Aste e
249
1867
e le pungenti ¶ Aste e l'arco e gli
250
1867
Aste e l'arco e gli strali: al core
251
1867
mare ¶ Contro nemici forestieri; e tanto ¶ In ogni impresa
252
1867
ch'io mi scelsi, e quelle ¶ Che in sorte
253
1867
accrebbe ¶ Il mio retaggio, e grande e riverito ¶ Il
254
1867
mio retaggio, e grande e riverito ¶ Il mio nome
255
1867
Il mio nome divenne. E quando Giove ¶ Ai Greci
256
1867
ben nove ¶ Anni pugnammo; e al decimo l'altera
257
1867
con la saggia sposa ¶ E co' figliuoli avea goduto
258
1867
co' figliuoli avea goduto, e brama ¶ Già mi nascea
259
1867
di vettovaglie ¶ Li provvidi, e sei giorni banchettando ¶ L
260
1867
un fiume, ¶ Senza disagio e senza rischio in mare
261
1867
mare ¶ Volavano le navi; e noi, tranquilli ¶ Sui banchi
262
1867
a quel propizio vento ¶ E ai timonieri lasciavam la
263
1867
Egitto, di limpida corrente, ¶ E risalendo il vasto fiume
264
1867
di tirarli in secco, ¶ E fermarsi colà, pochi invïando
265
1867
donne ed i fanciulli, ¶ E a trucidarli. Alla città
266
1867
corse ¶ Subito il grido, e al novo Sol vedemmo
267
1867
Tutta d'armi lucenti e di cavalli ¶ E di
268
1867
lucenti e di cavalli ¶ E di fanti inondata la
269
1867
far testa non osava, e chiuso ¶ Era a tutti
270
1867
Dagli omeri lo scudo, e dalla fronte ¶ Io mi
271
1867
il cimier, l'asta e la spada ¶ Gitto da
272
1867
Gitto da me lontano, e corro incontro ¶ Ai cavalli
273
1867
del re: gli stringo e bacio ¶ Lagrimando i ginocchi
274
1867
accoglie nel suo cocchio, e senza indugio ¶ Al suo
275
1867
suo tetto mi guida. È ver che molti ¶ Con
276
1867
Il furor ne frenava e con la voce, ¶ Del
277
1867
rimasi fra gli Egizi; e tutti ¶ Colmandomi di doni
278
1867
Già molti avea traditi; e tanto seppe ¶ Raggirarmi il
279
1867
dove un ampio albergo ¶ E poderi ei tenea. Quivi
280
1867
alcuna, ¶ Ma ciel soltanto e mare; e un'atra
281
1867
ciel soltanto e mare; e un'atra nube ¶ Ei
282
1867
sul capo ne stese, e mare e cielo ¶ Di
283
1867
ne stese, e mare e cielo ¶ Di tenebre coperse
284
1867
scagliò contro la nave; ¶ E la nave, dal fulmine
285
1867
puzzo ¶ Mandò di zolfo, e noi precipitammo ¶ In mezzo
286
1867
altri intorno al legno, ¶ E tutti li sommerse un
287
1867
potessi. A quella avviticchiato, ¶ E sbattuto dai venti, errando
288
1867
sul lido ¶ Spossato, assiderato, e con la destra ¶ Sorreggendomi
289
1867
vicino ¶ E nostrali pastori e forestieri. ¶ E qui pure
290
1867
nostrali pastori e forestieri. ¶ E qui pure, al confin
291
1867
di capre undici stalle; ¶ E ciascun de' custodi una
292
1867
ne fornisce ai Proci; ¶ E anch'io, che pasco
293
1867
questo armento, un pingue ¶ E grosso porco sempre ad
294
1867
ciò detto, il mandrïano; e il figlio ¶ Di Laerte
295
1867
Laerte si ciba intanto e beve ¶ Senza far motto
296
1867
finita ¶ Ebber la cena, e confortato il core, ¶ Eumeo
297
1867
si colma il nappo, e lo presenta ¶ All'eroe
298
1867
eroe, che lo vuota, e con allegro ¶ Volto a
299
1867
che vanti ¶ Sì ricco e grande, e che sarìa
300
1867
Sì ricco e grande, e che sarìa perito ¶ Il
301
1867
A me lo svela, e ti dirò se mai
302
1867
Delle molte che vidi; e san gli Dei ¶ Se
303
1867
accattoni, bisognosi ¶ Di tunica e di pane. Un solo
304
1867
sue ciance alla regina; ¶ E tutti li riceve ella
305
1867
cento cose li domanda, e il pianto ¶ Cader si
306
1867
Muoia fuor di paese. E tu, buon vecchio, ¶ Non
307
1867
fola, ¶ Se una tunica e un manto da coprirti
308
1867
ti desse. I cani e gli avoltoi ¶ Ne lacerâr
309
1867
i pesci nel mare, e l'ossa ignude ¶ Giaccion
310
1867
tutti i suoi cari, ¶ E me più ch'altri
311
1867
M'hanno i parenti. E tanto non mi punge
312
1867
Perché molto m'amava, e molta cura ¶ Ei prendeasi
313
1867
pur io ¶ L'amo e l'onoro qual maggior
314
1867
onoro qual maggior fratello. ¶ E a lui di novo
315
1867
mese o nel seguente, e tutti ¶ I tristi punirà
316
1867
Gli coprono la sposa e il caro figlio. ¶ Amico
317
1867
via, bevi in pace, e d'altro ¶ Qui si
318
1867
per ora ai giuramenti, e torni ¶ Alfin l'eroe
319
1867
me, dal buon Laerte e dalla sposa ¶ E dal
320
1867
Laerte e dalla sposa ¶ E dal figlio, che bello
321
1867
dal figlio, che bello è come un Dio. ¶ Ahi
322
1867
allevato come pianta eletta, ¶ E ch'io sperava di
323
1867
sperava di veder cresciuto, ¶ E brillar per saggezza e
324
1867
E brillar per saggezza e per valore ¶ Non men
325
1867
del genitore in traccia; ¶ E gli han teso un
326
1867
vita al suo ritorno; ¶ E così spenta del divino
327
1867
o salvo ¶ N'esca, e il protegga il folgorante
328
1867
di lui si taccia; e tu mi narra ¶ I
329
1867
tuoi casi, o straniero, e fa' ch'io sappia
330
1867
Chi sei, dove nascesti, e donde vieni ¶ E su
331
1867
nascesti, e donde vieni ¶ E su qual nave, e
332
1867
E su qual nave, e come alla petrosa ¶ Itaca
333
1867
mensa, ¶ Col nappo innanzi e le vivande, mentre ¶ Stanno
334
1867
Io nacqui in Creta, e mi fu padre un
335
1867
fu padre un saggio ¶ E ricco cittadin, ch'altri
336
1867
mi vanto ¶ Esser disceso, e ch'era dai Cretensi
337
1867
tolse il divo Ulisse, ¶ E per aspro sentier mutando
338
1867
sentier mutando i passi, ¶ E folte macchie e balze
339
1867
passi, ¶ E folte macchie e balze attraversando, ¶ Giunse al
340
1867
servi il più fedele; ¶ E lo trovò nel portico
341
1867
cima d'un colle, e si potea ¶ Tutto correr
342
1867
Nell'assenza d'Ulisse, e senza darne ¶ Alla regina
343
1867
Tolta a vicina cava, e circondato ¶ d'una siepe
344
1867
dodici stalle eran disposte, ¶ E ciascheduna contenea cinquanta ¶ Feconde
345
1867
i maschi ¶ Dormìan lontani, e li venìan più sempre
346
1867
sì che a trecento ¶ E sessanta eran essi omai
347
1867
mastini, che allevati avea ¶ E nudrìa di sua mano
348
1867
le mandre al pasco, e con l'usato ¶ Tributo
349
1867
non balzava dalla porta, e or l'uno, ¶ Ora
350
1867
fossi da' miei cani, e la vergogna ¶ Io ne
351
1867
Altra cagion non abbia e di querele, ¶ Io che
352
1867
che qui sto piangendo e sospirando ¶ Il miglior de
353
1867
Il miglior de' padroni, e i suoi maiali ¶ Pascer
354
1867
affamato, ¶ Ove pur viva, e ancor gli splenda il
355
1867
meco ¶ In questa casa; e poi che ristorato ¶ Col
356
1867
sarai, le tue vicende ¶ E la tua patria mi
357
1867
Sì dicendo, il precede; e nel campestre ¶ Albergo entrati
358
1867
denso ¶ Letto di frondi, e con villosa pelle ¶ Di
359
1867
a nome il chiama, e dice: ¶ Favorisca il gran
360
1867
noi gli ospiti manda e i poverelli. ¶ Poco offrir
361
1867
l'offro. Oh trista è ben la sorte ¶ De
362
1867
che qui mi pose, ¶ E casa e terra e
363
1867
mi pose, ¶ E casa e terra e bella e
364
1867
E casa e terra e bella e ricca moglie
365
1867
e terra e bella e ricca moglie ¶ Dato m
366
1867
tanti eroi mandò sotterra! E anch'egli ¶ Per onor
367
1867
ai lombi ¶ La tunica, e ai presepi s'incammina
368
1867
Due porcelli ne leva, e poi gli scanna ¶ E
369
1867
e poi gli scanna ¶ E gli abbronza e gli
370
1867
scanna ¶ E gli abbronza e gli squarta e negli
371
1867
abbronza e gli squarta e negli acuti ¶ Spiedi gl
372
1867
gli arrostiti ¶ Brani, fumanti e negli spiedi infissi, ¶ Mette
373
1867
Mette all'ospite innanzi, e li cosperge ¶ Di candida
374
1867
versa il dolce vino, e a fronte ¶ Se gli
375
1867
fronte ¶ Se gli pone, e a cibarsi lo conforta
376
1867
i porci più grossi e sagginati, ¶ Senza pietà, senza
377
1867
scorrendo i mari, ¶ Invase e saccheggiò lontana terra, ¶ Anch
378
1867
Non temono de' Numi, e, tutti a gara ¶ Vagheggiando
379
1867
le sostanze. ¶ Quanto lunga è la notte e lungo
380
1867
lunga è la notte e lungo il giorno ¶ Seggono
381
1867
o due ¶ Tengonsi paghi, e il generoso vino ¶ Senza
382
1867
altrettante ¶ Greggie d'agnelli, e dodici di capre ¶ E
383
1867
e dodici di capre ¶ E pingui porci spazïose stalle
384
1867
paese a noi vicino ¶ E nostrali pastori e forestieri
385
1867
d'abbracciar gli amici ¶ E i congiunti sarìa: ma
386
1867
tempo ti sospira indarno, ¶ E misera nel pianto i
387
1867
pianto i dì consuma ¶ E consuma le notti. A
388
1867
La tua sorte nascosta, e ben sapea ¶ Che la
389
1867
sapea ¶ Che la nave e i compagni al tuo
390
1867
creda. Del marino Forco ¶ È questo il porto, e
391
1867
È questo il porto, e quello è il frondeggiante
392
1867
il porto, e quello è il frondeggiante, ¶ Antico ulivo
393
1867
quelle Ninfe ¶ Vittime elette; e mira del Nerito ¶ Sorger
394
1867
Pallade sgombrò la nebbia, e tutta ¶ L'alpestre Itaca
395
1867
vista, giubilò l'eroe, ¶ E la terra baciò. Quindi
396
1867
Al ciel le mani e supplicando, disse: ¶ Ninfe, prole
397
1867
Mi serba in vita e mi protegge il figlio
398
1867
mi protegge il figlio. ¶ E Minerva all'eroe: Ti
399
1867
alcun non le scopra; e poi vedremo ¶ Che far
400
1867
Cercandone i segreti penetrali; ¶ E il figliuol di Laerte
401
1867
vesti in man recando e l'oro ¶ E l
402
1867
recando e l'oro ¶ E l'indomito bronzo, a
403
1867
donati ¶ Dai feacesi prenci. E come tutti ¶ Ebbero que
404
1867
poi sedendo al piede, ¶ E la morte de' Proci
405
1867
Così la Dea ripiglia: È tempo, Ulisse, ¶ Di fiaccar
406
1867
tua bella consorte vagheggiando, ¶ E tentandone il cor con
407
1867
tutti invia ¶ Lusinghieri messaggi, e ad altro intende. ¶ Dunque
408
1867
Proci vendicar mi possa, ¶ E stammi al fianco, e
409
1867
E stammi al fianco, e quel vigor m'infondi
410
1867
di pugnar non temo. ¶ E così pronta rispondea Minerva
411
1867
l'opra ¶ Starem compiendo; e spero io ben che
412
1867
fra poco ¶ Col sangue e le cervella il pavimento
413
1867
farò le bionde chiome, e un manto ¶ T'indosserò
414
1867
vo' sconciarti, perché brutto e vile ¶ Ai Proci appaia
415
1867
vile ¶ Ai Proci appaia e alla consorte e al
416
1867
appaia e alla consorte e al figlio. ¶ Vanne prima
417
1867
guarda i porci setolosi, e t'ama, ¶ E Telemaco
418
1867
setolosi, e t'ama, ¶ E Telemaco onora e la
419
1867
ama, ¶ E Telemaco onora e la prudente ¶ Penelope. Nel
420
1867
sasso ¶ Detto del Corvo e al fonte d'Aretusa
421
1867
pascendo le silvestri ¶ Ghiande, e bevendo l'aqua limacciosa
422
1867
ingrassa. ¶ Ivi t'arresta, e d'ogni cosa il
423
1867
saper se tu vivi e in qual contrada. ¶ Perché
424
1867
Nella reggia d'Atride. È bensì vero ¶ Che su
425
1867
una verga ¶ Tocca Ulisse, e la pelle su le
426
1867
le membra ¶ Gli dissecca, e sparir gli fa dal
427
1867
capo ¶ Le bionde chiome, e di senili rughe ¶ Gli
428
1867
Gli segna il viso, e gli contorce e sforma
429
1867
viso, e gli contorce e sforma ¶ I fulgid'occhi
430
1867
tunica, sdruscita, ¶ Sordida, affumicata, e con un'ampia ¶ Logora
431
1867
sostenuta ¶ Da ruvida coreggia. E come dato ¶ Ebbe così
432
1867
Schiuse Pallade il volo, e all'alma Sparta ¶ Discese
433
1867
qual gente v'alberga? e chi la regge? ¶ Sarebbe
434
1867
Di questa terra. Non è dessa oscura: ¶ A tutti
435
1867
dessa oscura: ¶ A tutti è nota, o ch'abbiano
436
1867
il Sol tramonta. Alpestre è in vero, ¶ Né al
437
1867
corso adatta de' cavalli, e in breve ¶ Ora la
438
1867
giri; ma di messi e ricca, ¶ Ricca è di
439
1867
messi e ricca, ¶ Ricca è di vini, perché un
440
1867
Di pioggie la conforta e di rugiade. ¶ E le
441
1867
conforta e di rugiade. ¶ E le capre vi crescono
442
1867
le capre vi crescono e i giovenchi, ¶ E di
443
1867
crescono e i giovenchi, ¶ E di foreste rigogliose abbonda
444
1867
di foreste rigogliose abbonda ¶ E d'aque irrigatrici; ond
445
1867
d'aque irrigatrici; ond'è che il nome ¶ D
446
1867
di gioia il core; e pronta avendo ¶ Una sua
447
1867
ricchezze, ¶ Parte meco recando. E Creta io fuggo, ¶ Dove
448
1867
in sorte ad Ilio, e per cui tanto ¶ Fra
449
1867
tanto ¶ Fra sanguinose pugne e in mar soffersi, ¶ Involarmi
450
1867
Obbedir non mi piacque, e d'altre schiere ¶ Il
451
1867
nocchieri offersi ¶ Generosa mercede, e li pregai ¶ Di tragittarmi
452
1867
respinse ¶ Un vento procelloso; e, lor malgrado, ¶ (Ché d
453
1867
Né verun, quantunque ¶ Digiuno e di ristoro bisognoso, ¶ Si
454
1867
Si curò della cena, e su la spiaggia ¶ Ne
455
1867
tosto colse un grave e lungo sonno; ¶ E i
456
1867
grave e lungo sonno; ¶ E i fenici nocchier, sorti
457
1867
lido i miei tesori, ¶ E vèr Sidone dirizzâr le
458
1867
Me qui lasciando addolorato e solo. ¶ Ride la glauca
459
1867
Diva a tal racconto, ¶ E il mento gli accarezza
460
1867
si cangia in maestosa e vaga ¶ Donna, che tutto
461
1867
sa, che tutto intende, ¶ E, chiamandolo a nome, così
462
1867
te, fabbro d'insidie, e di menzogne, ¶ Avanzasse. O
463
1867
guisa ¶ Di raggiri cresciuto, e non mai sazio ¶ Di
464
1867
maestri: ¶ Tutti d'accorgimento e d'eloquenza ¶ I mortali
465
1867
I mortali tu vinci, e tutti io vinco ¶ D
466
1867
io vinco ¶ D'accorgimento e di scaltrezza i Numi
467
1867
rischi ¶ A canto sempre, e sempre ti soccorre, ¶ E
468
1867
e sempre ti soccorre, ¶ E che poc'anzi t
469
1867
Novellamente a conferir venuta, ¶ E i doni ad occultar
470
1867
Scheria offrir ti feci; ¶ E più che tutto a
471
1867
Ulisse, il tuo ritorno, e solo ¶ Col silenzio rispondi
472
1867
a chi t'offende. ¶ E a Pallade così l
473
1867
di Priamo le torri, e noi spiegammo ¶ Le vele
474
1867
Le vele ai venti, e Giove in mar disperse
475
1867
tregua a' miei mali, e tu venisti ¶ Con amiche
476
1867
sembra nella patria terra, ¶ E temo che ingannar tu
477
1867
o Diva, ¶ Se questa è veramente Itaca mia. ¶ Ancor
478
1867
ostini? ¶ Gli rispose Minerva. E tuttavolta ¶ Dimenticarti nelle tue
479
1867
posso, tal palesi ingegno ¶ E facondia e prudenza. Altri
480
1867
palesi ingegno ¶ E facondia e prudenza. Altri che fosse
481
1867
ricolmo: con tant'oro e bronzo ¶ E ricche vesti
482
1867
tant'oro e bronzo ¶ E ricche vesti, quante dalla
483
1867
Troppo in sue forze e in suo valor fidando
484
1867
Te non onora, adesso e in ogni tempo ¶ Puoi
485
1867
il cor ti detta. ¶ E a lui Nettuno: Io
486
1867
Io di buon grado e tosto ¶ Ciò che dici
487
1867
Tornar vedranno il legno, e non discosto ¶ Sarà da
488
1867
discosto ¶ Sarà da terra, e tu lo cangia in
489
1867
a nave ancor somigli, e monumento ¶ Resti ai mortali
490
1867
copri. ¶ Sì Giove disse; e il forte Enosigeo ¶ Scese
491
1867
Enosigeo ¶ Scese alla Scheria, e si piantò sul lido
492
1867
D'ira acceso, Nettuno, e con un tocco ¶ Della
493
1867
Immobile su l'onde, e s'allontana. ¶ Ciò visto
494
1867
prodi Feacesi, al mare ¶ E al remo avvezzi, a
495
1867
diêro ¶ Tra lor confusamente, e al suo vicino ¶ Con
496
1867
nostra ¶ Bella nave perduta, e con un monte ¶ Coperta
497
1867
scortato ¶ Dai nostri legni; e dodici a Nettuno ¶ Grossi
498
1867
città. - Così parlava Alcinoo; ¶ E i Feacesi, di terror
499
1867
intorno all'altar preghiere e voti ¶ Faceano i prenci
500
1867
i prenci della Scheria e i duci ¶ Al re