Dante Alighieri, Vita nova, 1294?

credendo che io sognasse, e diceanmi: «Non dormire più

diceanmi: «Non dormire più», e «Non ti sconfortare». E

e «Non ti sconfortare». E parlandomi così, sì mi

Beatrice, benedetta sie tu»; e già detto avea «O

riscotendomi apersi li occhi, e vidi che io era

che io era ingannato. E con tutto che io

secondo il mio parere; e avvegna che io vergognasse

mi rivolsi a loro. E quando mi videro, cominciaro

dire: «Questi pare morto», e a dire tra loro

mi diceano da confortarmi, e talora mi domandavano di

io, essendo alquanto riconfortato, e conosciuto lo fallace imaginare

amorosa cosa da udire; e però ne dissi questa

questa canzone: "Donna pietosa e di novella etate", ordinata

infrascritta divisione. ¶ Donna pietosa e di novella etate, ¶ adorna

miei pien di pietate, ¶ e ascoltando le parole vane

paura a pianger forte. ¶ E altre donne, che si

fecer lei partir via, ¶ e appressarsi per farmi sentire

Qual dicea: «Non dormire», ¶ e qual dicea: «Perché sì

voce mia sì dolorosa ¶ e rotta sì da l

nome nel mio core; ¶ e con tutta la vista

una l'altra umilemente; ¶ e dicevan sovente: ¶ «Che vedestù

tu non hai valore?» ¶ E quando un poco confortato

la mia frale vita, ¶ e vedea 'l suo durar

l suo durar com'è leggiero, ¶ piansemi Amor nel

li occhi vilmente gravati, ¶ e furon sì smagati ¶ li

che ciascun giva errando; ¶ e poscia imaginando, ¶ di caunoscenza

poscia imaginando, ¶ di caunoscenza e di verità fora, ¶ visi

so in qual loco, ¶ e veder donne andar per

via disciolte, ¶ qual lagrimando, e qual traendo guai, ¶ che

poco ¶ turbar lo sole e apparir la stella, ¶ e

e apparir la stella, ¶ e pianger elli ed ella

volando per l'are, ¶ e la terra tremare; ¶ ed

ed omo apparve scolorito e fioco, ¶ dicendomi: — Che fai

Non sai novella? ¶ morta è la donna tua, ch

miei bagnati in pianti, ¶ e vedea, che parean pioggia

tornavan suso in cielo, ¶ e una nuvoletta avean davanti

qual gridavan tutti: "Osanna"; ¶ e s'altro avesser detto

a veder madonna morta; ¶ e quand'io l'avea

la mia donna stata, ¶ e dei aver pietate e

e dei aver pietate e non disdegno. ¶ Vedi che

partia, consumato ogne duolo; ¶ e quand'io era solo

fantasia da certe donne, e come promisi loro di

quello che certe donne, e che una sola, dissero

che una sola, dissero e fecero per la mia

la mia fantasia quanto è dinanzi che io fossi

io lasciai questo farneticare; e comincia questa parte quivi

chiamaro, le ringrazio chiusamente; e comincia quivi questa parte

la mia donna stava, e pareami che lietamente mi

mi avessero detto rispondendo. E comincia lo primo: "Voi

portate la sembianza umile", e l'altro: "Se' tu

andar sanz'atto vile. ¶ E se venite da tanta

restar qui meco alquanto, ¶ e qual che sia di

vostri c'hanno pianto, ¶ e veggiovi tornar sì sfigurate

ne la prima chiamo e domando queste donne se

La seconda comincia quivi: "E se venite". ¶ Qui appresso

se venite". ¶ Qui appresso è l'altro sonetto, sì

par d'altra gente. ¶ E perché piangi tu sì

mente? ¶ Lascia piangere noi e triste andare ¶ (e fa

noi e triste andare ¶ (e fa peccato chi mai

donne per cui rispondo; e però che sono di

sentenzia de le parti, e però le distinguo solamente

La seconda comincia quivi: "E perché piangi"; la terza

de la mia donna. E quando ei pensato alquanto

la mia debilitata vita; e veggendo come leggiero era

alcuna volta si muoia». E però mi giunse uno

che chiusi li occhi e cominciai a travagliare sì

diceano: «Tu pur morrai»; e poi, dopo queste donne

apparvero certi visi diversi e orribili a vedere, li

ove io mi fosse; e vedere mi parea donne

per via, maravigliosamente triste; e pareami vedere lo sole

faceano giudicare che piangessero; e pareami che li uccelli

l'aria cadessero morti, e che fossero grandissimi tremuoti

che fossero grandissimi tremuoti. E maravigliandomi in cotale fantasia

maravigliandomi in cotale fantasia, e paventando assai, imaginai alcuno

la tua mirabile donna è partita di questo secolo

a piangere molto pietosamente; e non solamente piangea ne

guardare verso lo cielo, e pareami vedere moltitudine d

questi angeli cantassero gloriosamente, e le parole del loro

queste: "Osanna in excelsis"; e altro non mi parea

amore, mi dicesse: «Vero è che morta giace la

giace la nostra donna». E per questo mi parea

era stata quella nobilissima e beata anima; e fue

nobilissima e beata anima; e fue sì forte la

mostrò questa donna morta: e pareami che donne la

con uno bianco velo; e pareami che la sua

io chiamava la Morte, e dicea: «Dolcissima Morte, vieni

Morte, vieni a me, e non m'essere villana

che molto ti disidero; e tu lo vedi, ché

già lo tuo colore». E quando io avea veduto

ne la mia camera, e quivi mi parea guardare

guardare verso lo cielo; e sì forte era la

Oi anima bellissima, come è beato colui che ti

colui che ti vede!». E dicendo io queste parole

doloroso singulto di pianto, e chiamando la Morte che

me, una donna giovane e gentile, la quale era

che lo mio piangere e le mie parole fossero

lo spirito d'Amore. ¶ E simil face in donna

di lui in quanto è in potenzia; ne la

sì come questo suggetto e questa potenzia siano produtti

siano produtti in essere, e come l'uno guarda

si riduce in atto; e prima come si riduce

riduce in donna, quivi: "E simil face in donna

si sveglia questo Amore, e come non solamente si

ma là ove non è in potenzia, ella, mirabilemente

operando, lo fa venire. E allora dissi questo sonetto

ver lei si gira, ¶ e cui saluta fa tremar

il viso, tutto smore, ¶ e d'ogni suo difetto

parlar la sente, ¶ ond'è laudato chi prima la

tenere a mente, ¶ sì è novo miracolo e gentile

sì è novo miracolo e gentile. ¶ Questo sonetto si

de li suoi occhi; e ne la terza dico

de la sua bocca; e intra queste due parti

intra queste due parti è una particella, ch'è

è una particella, ch'è quasi domandatrice d'aiuto

a la precedente parte e a la sequente, e

e a la sequente, e comincia quivi: "Aiutatemi, donne

tutto ciò che vede, e questo è tanto a

che vede, e questo è tanto a dire quanto

potenzia là ove non è; ne la seconda dico

passa"; la terza quivi: "e cui saluta". Poscia quando

cui la mia intenzione è di parlare, chiamando le

quello medesimo che detto è ne la prima parte

uno de li quali è lo suo dolcissimo parlare

lo suo dolcissimo parlare, e l'altro lo suo

a coloro che rimangono e sono stati amici di

che se ne va; e nulla sia sì intima

padre a buon figliuolo e da buon figliuolo a

figliuolo a buon padre; e questa donna fosse in

altissimo grado di bontade, e lo suo padre, sì

da molti si crede e vero è, fosse bono

si crede e vero è, fosse bono in alto

in alto grado; manifesto è che questa donna fue

amarissimamente piena di dolore. E con ciò sia cosa

cittade, donne con donne e uomini con uomini s

Allora trapassaro queste donne; e io rimasi in tanta

a li miei occhi; e se non fosse ch

lagrime m'aveano assalito. E però imorando ancora nel

veniano dicendo: «Questi ch'è qui piange né più

non pare esso, tal è divenuto!». E così passando

esso, tal è divenuto!». E così passando queste donne

udio parole di lei e di me in questo

questo modo che detto è. Onde io poi, pensando

avea da queste donne; e però che volentieri l

elle m'avessero risposto. E feci due sonetti; che

modo ch'io tenesse; e pensai che parlare di

donne in seconda persona, e non ad ogni donna

coloro che sono gentili e che non sono pure

per se stessa mossa, e disse: "Donne ch'avete

parlando innamorar la gente. ¶ E io non vo' parlar

di lei leggeramente, ¶ donne e donzelle amorose, con vui

con vui, ¶ ché non è cosa da parlarne altrui

clama in divino intelletto ¶ e dice: «Sire, nel mondo

suo segnor la chiede, ¶ e ciascun santo ne grida

me piace ¶ là 'v' è alcun che perder lei

perder lei s'attende, ¶ e che dirà ne lo

speranza de' beati». ¶ Madonna è disiata in sommo cielo

onne lor pensero agghiaccia e pere; ¶ e qual soffrisse

pensero agghiaccia e pere; ¶ e qual soffrisse di starla

cosa, o si morria. ¶ E quando trova alcun che

li dona, in salute, ¶ e sì l'umilia, ch

esser pò sì adorna e sì pura?» ¶ Poi la

pura?» ¶ Poi la reguarda, e fra se stesso giura

non for misura: ¶ ella è quanto de ben pò

che allor la guati, ¶ e passan sì che 'l

figliuola d'Amor giovane e piana, ¶ che là 've

cui laude so' adornata». ¶ E se non vuoli andar

altre cose di sopra. E però prima ne fo

parti: la prima parte è proemio de le sequenti

sequenti parole; la seconda è lo intento trattato; la

intento trattato; la terza è quasi una serviziale de

de la mia donna, e perché io voglio dire

penso lo suo valore, e com'io direi s

dico"; la terza quivi: "E io non vo' parlar

parlar"; la quarta: "donne e donzelle". Poscia quando dico

trattare di questa donna. E dividesi questa parte in

in terra, quivi: "Madonna è disiata". Questa seconda parte

la bocca, la quale è fine d'amore. E

è fine d'amore. E acciò che quinci si

legge, che di sopra è scritto che lo saluto

questa mia canzone desidero; e però che questa ultima

che questa ultima parte è lieve a intendere, non

ma tuttavia chi non è di tanto ingegno che

li dovesse dire che è Amore, avendo forse per

trattare alquanto d'Amore, e pensando che l'amico

io trattassi d'Amore; e allora dissi questo sonetto

lo qual comincia: "Amore e 'l cor gentil". ¶ Amore

l cor gentil". ¶ Amore e 'l cor gentil sono

in suo dittare pone, ¶ e così esser l'un

ragione. ¶ Falli natura quand'è amorosa, ¶ Amor per sire

amorosa, ¶ Amor per sire e 'l cor per sua

riposa ¶ tal volta poca e tal lunga stagione. ¶ Bieltate

de la cosa piacente; ¶ e tanto dura talora in

parole: e però non è bene a me di

quanto tu le rispondessi?» E a costui rispondea un

un altro, umile, pensero, e dicea: «S'io non

perdessi le mie vertudi, e fossi libero tanto che

di vederla, lo quale è di tanta vertude, che

tanta vertude, che uccide e distrugge ne la mia

lui si potesse levare; e però non mi ritraggono

diviene presso di lei; e dissi questo sonetto, lo

veder voi, bella gioia; ¶ e quand'io vi son

se 'l perir t'è noia». ¶ Lo viso mostra

ovunque pò s'appoia; ¶ e per la ebrietà del

andare presso di lei; e comincia questa parte quivi

comincia questa parte quivi: "e quand'io vi son

io vi son presso". E anche si divide questa

altri doverebbe avere pietà, e ciò è per la

avere pietà, e ciò è per la pietosa vista

la quale vista pietosa è distrutta, cioè non pare

mostra"; la terza quivi: "e per la ebrietà"; la

de le quali si è che molte volte io

facea. La seconda si è che Amore spesse volte

donna. La terza si è che quando questa battaglia

addivenia. La quarta si è come cotale veduta non

la mia poca vita. E però dissi questo sonetto

ch'Amor mi dona, ¶ e venmene pietà, sì che

un spirto vivo solamente, ¶ e que' riman perché di

ché mi voglio atare; ¶ e così smorto, d'onne

a vedervi, credendo guerire: ¶ e se io levo li

sono in esso narrate; e però che sono di

sforzo"; la quarta quivi: "e se io levo". ¶ XVII

mio stato, credendomi tacere e non dire più però

convenne ripigliare matera nuova e più nobile che la

nobile che la passata. E però che la cagione

de la nuova matera è dilettevole a udire, la

a molte mie sconfitte;e io passando appresso di

giunto dinanzi da loro, e vidi bene che la

esse, rassicurandomi le salutai, e domandai che piacesse loro

suoi occhi verso me e chiamandomi per nome, disse

conviene che sia novissimo». E poi che m'ebbe

di cui voi intendete, e in quello dimorava la

a parlare tra loro; e sì come talora vedemo

uscire mischiate di sospiri. E poi che alquanto ebbero

mi partio da loro, e venia dicendo fra me

me medesimo: «Poi che è tanta beatitudine in quelle

donna, perché altro parlare è stato lo mio?». E

è stato lo mio?». E però propuosi di prendere

loda di questa gentilissima; e pensando molto a ciò

non ardia di cominciare; e così dimorai alquanti dì

con disiderio di dire e con paura di cominciare

braccia de la Pietà. E in questo stato dimorando

di scriverne parole rimate; e dissine allora questo sonetto

penser parlan d'Amore; ¶ e hanno in lor sì

mi fa spesse fiate; ¶ e sol s'accordano in

tremando di paura che è nel core. ¶ Ond'io

da qual matera prenda; ¶ e vorrei dire, e non

prenda; ¶ e vorrei dire, e non so ch'io

trovo in amorosa erranza! ¶ E se con tutti voi

ne la prima dico e soppongo che tutti li

dico che sono diversi, e narro la loro diversitade

qual parte pigli matera, e se la voglio pigliare

inimica, madonna la Pietade; e dico 'madonna' quasi per

seconda parte comincia quivi: "e hanno in lor"; la

lor"; la terza quivi: "e sol s'accordano"; la

che io fossi menato, e fidandomi ne la persona

elle siano degnamente servite». E lo vero è che

servite». E lo vero è che adunate quivi erano

disposata era lo giorno; e però, secondo l'usanza

ne la sua compagnia. E nel fine del mio

da la sinistra parte e distendersi di subito per

quale circundava questa magione; e temendo non altri si

tremare, levai li occhi, e mirando le donne, vidi

li spiriti del viso; e ancora questi rimasero fuori

vedere la mirabile donna. E avvegna che io fossi

che si lamentavano forte e diceano: «Se questi non

si cominciaro a maravigliare, e ragionando si gabbavano di

prese per la mano, e traendomi fuori de la

Allora io, riposato alquanto, e resurressiti li morti spiriti

li morti spiriti miei, e li discacciati rivenuti a

per intendimento di ritornare». E partitomi da lui, mi

ne la quale, piangendo e vergognandomi, fra me stesso

pietade le ne verrebbe». E in questo pianto stando

cagione del mio trasfiguramento, e dicesse che io so

bene ch'ella non è saputa, e che se

ella non è saputa, e che se fosse saputa

pietà ne giugnerebbe altrui; e propuosile di dire desiderando

ne la sua audienza. E allora dissi questo sonetto

donne mia vista gabbate, ¶ e non pensate, donna, onde

mi trova, ¶ prende baldanza e tanta securtate, ¶ che fere

tra' miei spiriti paurosi, ¶ e quale ancide, e qual

paurosi, ¶ e quale ancide, e qual pinge di fore

mestiere di divisione. Vero è che tra le parole

tutti li miei spiriti, e li visivi rimangono in

de li strumenti loro. E questo dubbio è impossibile

loro. E questo dubbio è impossibile a solvere a

grado fedele d'Amore; e a coloro che vi

coloro che vi sono è manifesto ciò che solverebbe

solverebbe le dubitose parole: e però non è bene

parli con tanta oscuritade?». E quelli mi dicea in

che utile ti sia». E però cominciai allora con

quale mi fue negata, e domandailo de la cagione

da te alcuna noia; e però questa gentilissima, la

questa gentilissima, la quale è contraria di tutte le

sopra te per lei, e come tu fosti suo

da la tua puerizia. E di ciò chiama testimonio

colui che lo sa, e come tu prieghi lui

volentieri le ne ragionerò; e per questo sentirà ella

lei immediatamente, che non è degno; e no le

che non è degno; e no le mandare in

volte che farà mestiere». E dette queste parole, sì

queste parole, sì disparve, e lo mio sonno fue

nona ora del die; e anzi ch'io uscisse

segnore m'avea imposto; e feci poi questa ballata

che tu ritrovi Amore, ¶ e con lui vade a

pria, ¶ ché forse non è bon sanza lui gire

sì com'io credo, è ver di me adirata

la m'intendiate. ¶ Amore è qui, che per vostra

Madonna, lo suo core è stato ¶ con sì fermata

pensero: ¶ tosto fu vostro, e mai non s'è

e mai non s'è smagato». ¶ Sed ella non

messo ch'eo moia, ¶ e vedrassi ubidir ben servidore

vedrassi ubidir ben servidore. ¶ E dì a colui ch

dì a colui ch'è d'ogni pietà chiave

tu qui con lei, ¶ e del tuo servo ciò

ciò che vuoi ragiona; ¶ e s'ella per tuo

lei ov'ella vada, e confortola però che vada

che vada più sicura, e dico ne la cui

se vuole sicuramente andare e sanza pericolo alcuno; ne

uomo opporre contra me e dicere che non sapesse

che la ballata non è altro che queste parole

parole ched io parlo: e però dico che questo

io lo intendo solvere e dichiarare in questo libello

in parte più dubbiosa; e allora intenda qui chi

dire, mi cominciaro molti e diversi pensamenti a combattere

diversi pensamenti a combattere e a tentare, ciascuno quasi

quali era questo: buona è la signoria d'Amore

era questo: non buona è la signoria d'Amore

porta, tanto più gravi e dolorosi punti li conviene

lo nome d'Amore è sì dolce a udire

nominate cose, sì come è scritto: «Nomina sunt consequentia

ti stringe così, non è come l'altre donne

muova del suo cuore. E ciascuno mi combattea tanto

pigli lo suo cammino, e che vuole andare e

e che vuole andare e non sa onde se

onde se ne vada; e se io pensava di

me, cioè di chiamare e di mettermi ne le

le parole le quali è mio intendimento d'assemplare

assemplare in questo libello; e se non tutte, almeno

di nobilissimo colore, umile e onesto, sanguigno, cinta e

e onesto, sanguigno, cinta e ornata a la guisa

li menimi polsi orribilmente; e tremando disse queste parole

cominciò a maravigliare molto, e parlando spezialmente a li

de la mia beatitudine. E però lo dolcissimo segnore

come peregrino leggeramente vestito e di vili drappi. Elli

Elli mi parea disbigottito, e guardava la terra, salvo

ad uno fiume bello e corrente e chiarissimo, lo

fiume bello e corrente e chiarissimo, lo quale sen

che Amore mi chiamasse, e dicessemi queste parole: «Io

quella donna la quale è stata tua lunga difesa

stata tua lunga difesa, e so che lo suo

sarà a gran tempi; e però quello cuore che

io l'ho meco, e portolo a donna la

difensione, come questa era». E nominollami per nome, sì

hai mostrato a questa e che ti converrà mostrare

converrà mostrare ad altri». E dette queste parole, disparve

mi desse di sé; e, quasi cambiato ne la

quel giorno pensoso molto e accompagnato da molti sospiri

come avesse perduto segnoria; ¶ e sospirando pensoso venia, ¶ per

mi chiamò per nome, ¶ e disse: «Io vegno di

cor per mio volere; ¶ e recolo a servir novo

parte, ¶ ch'elli disparve, e non m'accorsi come

com'io trovai Amore, e quale mi parea; ne

cammino de li sospiri; e acciò che lo mio

fiate mi pensava duramente. E per questa cagione, cioè

di tutti li vizi e regina de le virtudi

tutta la mia beatitudine. E uscendo alquanto del proposito

chiunque m'avesse offeso; e chi allora m'avesse

viso vestito d'umilitade. E quando ella fosse alquanto

deboletti spiriti del viso, e dicea loro: «Andate a

rimanea nel luogo loro. E chi avesse voluto conoscere

de li occhi miei. E quando questa gentilissima salute

quale molte volte passava e redundava la mia capacitade

terra d'amarissime lagrime. E poi che alquanto mi

lamentarmi sanza essere udito; e quivi, chiamando misericordia a

donna de la cortesia, e dicendo «Amore, aiuta lo

vestito di bianchissime vestimenta, e pensando molto quanto a

là ov'io giacea; e quando m'avea guardato

che sospirando mi chiamasse, e diceami queste parole: «Fili

m'avea già chiamato: e riguardandolo, parvemi che piangesse

parvemi che piangesse pietosamente, e parea che attendesse da

Segnore de la nobiltade, e perché piangi tu?». E

e perché piangi tu?». E quelli mi dicea queste

mi sforzava di parlare, e diceali queste parole: «Che

diceali queste parole: «Che è ciò, segnore, che mi

nostro, cominciò a piangere, e piangendo disse queste parole

tosto a lui disponsata, e cominciò a prendere sopra

sopra me tanta sicurtade e tanta signoria per la

volte l'andai cercando, e vedeala di sì nobili

vedeala di sì nobili e laudabili portamenti, che certo

mortale, ma di deo». E avvegna che la sua

fosse utile a udire. E però che soprastare a

soprastare a le passioni e atti di tanta gioventudine

mi partirò da esse; e trapassando molte cose le

di più lunga etade; e passando per una via

io era molto pauroso, e per la sua ineffabile

ineffabile cortesia, la quale è oggi meritata nel grande

nona di quello giorno; e però che quella fu

partio da le genti, e ricorsi a lo solingo

d'una mia camera, e puosimi a pensare di

di questa cortesissima. [III] E pensando di lei, mi

a chi la guardasse; e pareami con tanta letizia

che mirabile cosa era; e ne le sue parole

dinanzi degnato di salutare. E ne l'una de

la quale ardesse tutta, e pareami che mi dicesse

parole: «Vide cor tuum». E quando elli era stato

disvegliasse questa che dormia; e tanto si sforzava per

convertia in amarissimo pianto; e così piangendo, si ricogliea

ne le sue braccia, e con essa mi parea

sostenere, anzi si ruppe e fui disvegliato. E mantenente

ruppe e fui disvegliato. E mantenente cominciai a pensare

mantenente cominciai a pensare, e trovai che l'ora

trovatori in quello tempo: e con ciò fosse cosa

li fedeli d'Amore; e pregandoli che giudicassero la

nel mio sonno veduto. E cominciai allora questo sonetto

A ciascun'alma presa e gentil core ¶ nel cui

onne s tella n'è lucente, ¶ quando m'apparve

meo core in mano, e ne le braccia avea

dormendo. ¶ Poi la svegliava, e d'esto core ardendo

la prima parte saluto e domando risponsione, ne la

fue risposto da molti e di diverse sentenzie; tra

de li miei amici, e disse allora uno sonetto

mio parere, onne valore". E questo fue quasi lo

l'amistà tra lui e me, quando elli seppe

spesso nel mio pensero: e nel fine di questa

terza quivi: "Quand'elli è giunto"; la quarta quivi

più sottilmente ancora dividere, e più sottilmente fare intendere

passare con questa divisa, e però non m'intrametto

lo tira. ¶ Quand'elli è giunto là dove disira

donna, che riceve onore, ¶ e luce sì, che per

degnamente trattare di lei. E di venire a ciò

fue detto d'alcuna. E poi piaccia a colui

piaccia a colui che è sire de la cortesia

la terza dico com'e' le risponde. La seconda

a dimorar meco sovente, ¶ e ragiona d'amor sì

dice al cor: «Chi è costui, ¶ che vene a

la nostra mente, ¶ ed è la sua vertù tanto

Oi anima pensosa, ¶ questi è uno spiritel novo d

me li suoi desiri; ¶ e la sua vita, e

e la sua vita, e tutto 'l suo valore

a li occhi miei; e pareami giovane in simile

a pensare di lei; e ricordandomi di lei secondo

costanzia de la ragione: e discacciato questo cotale malvagio

la loro gentilissima Beatrice. E dico che d'allora

nome di quella gentilissima, e come si partio da

si partio da noi. E molte volte avvenia che

ch'io dimenticava lui e là dov'io era

disiderassero pur di piangere; e spesso avvenia che per

che cotale desiderio malvagio e vana tentazione paresse distrutto

sentenzia di questa ragione. E dissi allora: "Lasso! per

forza di molti sospiri"; e dissi 'lasso' in quanto

li occhi son vinti, e non hanno valore ¶ di

persona che li miri. ¶ E fatti son che paion

due disiri ¶ di lagrimare e di mostrar dolore, ¶ e

e di mostrar dolore, ¶ e spesse volte piangon sì

di martìri. ¶ Questi penseri, e li sospir ch'eo

nome di madonna scritto, ¶ e de la morte sua

una via la quale è quasi mezzo de la

la cittade ove nacque e vivette e morio la

ove nacque e vivette e morio la gentilissima donna

paiono di lontana parte, e non credo che anche

parlare di questa donna, e non ne sanno neente

detto fra me medesimo; e acciò che più paresse

avesse parlato a loro; e dissi questo sonetto, lo

peregrini che pensosi andate". E dissi 'peregrini' secondo la

modi, in uno largo e in uno stretto: in

in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori

quanto è peregrino chiunque è fuori de la sua

sa' Iacopo o riede. E però è da sapere

o riede. E però è da sapere che in

cosa che non v'è presente, ¶ venite voi da

perduta la sua beatrice; ¶ e le parole ch'om

propuosi di mandare loro e di fare una cosa

adempiesse li loro prieghi. E dissi allora uno sonetto

narra del mio stato, e manda'lo a loro

lo precedente sonetto accompagnato, e con un altro che

donna onorata là suso; e chiamolo allora 'spirito peregrino

spiritualmente va là suso, e sì come peregrino lo

come peregrino lo quale è fuori de la sua

debole a lo sole: e ciò dice lo Filosofo

questo, cioè che tutto è lo cotale pensare de

li occhi mia viltate. ¶ E tolsimi dinanzi a voi

l'anima trista: ¶ «Ben è con quella donna quello

d'una vista pietosa e d'un colore palido

colore si mostrava tuttavia. E certo molte volte non

per la sua vista. E però mi venne volontade

parole, parlando a lei, e dissi questo sonetto, lo

Color d'amore"; ed è piano sanza dividerlo, per

ragione. ¶ Color d'amore e di pietà sembianti ¶ non

pianger ch'elli hanno: ¶ e voi crescete sì lor

de li occhi miei, e dicea loro nel mio

la vostra dolorosa condizione, e ora pare che vogliate

vostre lagrime avere restate». E quando così avea detto

a li miei occhi, e li sospiri m'assalivano

sospiri m'assalivano grandissimi e angosciosi. E acciò che

assalivano grandissimi e angosciosi. E acciò che questa battaglia

di fare un sonetto, e di comprendere in ello

ello questa orribile condizione. E dissi questo sonetto, lo

alcuna dubitazione, manifestando chi è che così parla; e

è che così parla; e comincia questa parte quivi

sariano indarno, però che è manifesto per la precedente