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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Luigi Pirandello, Diana e la Tuda, 1926

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
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1926
Giuncano che sta seduto e mostra di non prestarle
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tutti quel che c'è tra me e Dossi
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c'è tra me e Dossi. E con un
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tra me e Dossi. E con un uomo come
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uno siete proprio voi. È una pena, credete, una
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di tacere! ¶ Sara: Oh! ¶ E sta a guardarlo, come
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sentito dire - ¶ Giuncano: - non è vero - ma vi ordino
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no: se Dossi non è vostro figlio, qua voi
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altra gelosia - ¶ Giuncano: - c'è quanto basta, mi pare
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voi. ¶ Sara: Lo so. E so anche che cosa
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1926
vuol dire. ¶ Giuncano: Ditemelo, e me ne vado. ¶ Sara
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certo; lo suppongo. S'è provato a lavorare con
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con altre modelle - ¶ Giuncano: - e non ha potuto! - ¶ Sara
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potuto! - ¶ Sara: - perché s'è fissato! - Ne verrà una
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cento volte di più! E anche quelle altre che
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dietro la tenda, dov'è la statua ¶ per capire
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con lei - ¶ Sara: Se è vero ciò che ha
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detto... ¶ Giuncano: Ma non è vero niente! E se
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non è vero niente! E se n'accorge adesso
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mancarsi tra il pollice e la creta il dono
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intenderlo, se la bevevano e la trasformavano in quella
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morire! Sapete forse dov'è? ¶ Sara: Come! Voi non
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Ha lasciato qua tutto. E aveva imparato così bene
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cinici, come voi dite, è pure un modo di
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di più leggero, infatti, e niente di più seccante
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di voi il fornellino è spento? Se la morte
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Se la morte viene e ci soffia su? Avevo
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figliuola, lo sapete: m'è morta. ¶ Giuncano si volta
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con voce di pianto; e che menzogna più? Un
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dopo... ¶ Giuncano: Sì, sì, è possibile. ¶ Sara: Meglio non
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fuoco. Si diventa cattivi. E non si può dar
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il gusto inatteso, insperato (e perfino, sì: me lo
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1926
entrare qua a prendersi e portar via il marito
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1926
a vederla impallidire. ¶ Giuncano: E lui? ¶ Sara: Lui no
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1926
ha lasciato fare qua, e altrove, tutti i dispetti
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altrove, tutti i dispetti e il male che avete
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1926
nulla. Sapete bene com'è. Vuole soltanto lavorare. ¶ Giuncano
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Vuole soltanto lavorare. ¶ Giuncano: E voi, facendo così, l
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lo so, che lavorasse e la finisse al più
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perché v'assicuro che è un vero avvilimento per
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avvilimento? - ¶ Sara: - avvilimento! avvilimento! - (e vi confesso che forse
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sentimenti: veniamo ai fatti. È mia la colpa di
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la colpa di quanto è accaduto? ¶ Giuncano: Se l
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che mia, la colpa è stata sua. ¶ Giuncano: Sì
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Sì: se agire naturalmente è colpa. ¶ Sara: Risentimento, avvilimento
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li ho provati? Sì. E anch'io naturalmente, allora
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Abbiamo agito naturalmente tutt'e due, andate là: ma
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ma lei da sciocca, e io no! ¶ Giuncano: Ah
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1926
importa; lo so adesso: è sempre a tempo. ¶ Giuncano
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soffre tanto ancora! ¶ Giuncano: E poi? ¶ Tuda: Le dico
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Sì: perché non c'è altro in me che
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se lei vuole - giacché è venuto al momento giusto
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Tuda: - sì: per sfregio! E buttare via tutto! ¶ Giuncano
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te stessa, viva! ¶ Tuda: E che vale? ¶ Giuncano: Per
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che tu sappia come; e tu le segui, appena
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mai riconosciuto! - ¶ Tuda: - come! - e non è lei? - ¶ Giuncano
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Tuda: - come! - e non è lei? - ¶ Giuncano: - no - quello
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me, questo corpo. - M'è venuto da uno che
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padre! - ¶ Tuda: - estraneo? - ¶ Giuncano: - è orribile, sì! Invecchia, e
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è orribile, sì! Invecchia, e diviene sempre più suo
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la faccia s'incassa e più si disegnano le
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si disegnano le rughe. - E me ne cresce l
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come un mendico stanco, e cui debbo fare, per
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da questa amarezza disperata e feroce. - Ma tu no
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1926
vecchia carogna da seppellire, e calcarci sopra la terra
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non si deve. ¶ Tuda: E se non si può
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fa altrimenti! ¶ Pausa. ¶ Tuda: È appunto questo, vede? Mi
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davanti - là, immobili, perfette - e di fronte ad esse
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una delle statue ¶ se è lì, statua, arte - ¶ Tuda
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pure, sa? della statua e di me che mi
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ora un po' meno - e sempre meno, sempre meno
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finito di morire! ¶ Tuda: È vero. Ma allora fin
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d'essere come sono, e di non potere più
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1926
che non ero io - e che anche tutte quelle
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un certo punto accorgersene e si allontanarono da me
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1926
corpo scoprirono me, diverso. - È più, più che ribrezzo
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più, più che ribrezzo; è odio, proprio odio. - Mi
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si leva il cappello e lo tiene sulle ginocchia
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col cappello in capo e il soprabito ripiegato sul
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ferma in quell'atteggiamento, e, dopo aver guardato in
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nello studio non c'è altri, le si accosta
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piedi, sporge il capo e fa per baciarla su
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in piedi a tempo e gli dà uno schiaffo
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istintivamente, apre le braccia e lascia cadere a terra
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questo! Lèvatelo dalla testa! È vero, di', che ti
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che facevi con me. È vero, sì o no
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o no? ¶ Caravani: Sì, è vero. Chi te l
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l'ha detto? ¶ Tuda: È anche un po' mio
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quel quadro. ¶ Caravani: Sì. E ti prego di credere
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di credere che non è niente affatto una sudiceria
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Va bene. Se non è, faremo ora tutto il
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il soprabito da terra e glielo butta in faccia
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Caravani: Perché lo fai, e perché vuoi che sia
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per farti da modella. ¶ E poiché Caravani si volta
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guardarla di nuovo, maravigliato e sorridente, indicandogli la porta
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la porta ¶ - Via! Andiamo! ¶ E s'avvia di furia
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per entrare quando volete, e che, se vi piace
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La festa al Circolo è per sabato sera. ¶ A
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Sara: ¶ Scusatelo, signora: s'è un po' urtato con
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qua i miei abiti; e se n'è salito
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abiti; e se n'è salito su, credo, pensando
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voi. ¶ Sara: A me? E perché? ¶ Tuda: Appunto: me
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tra ciuffi di piume e spume di merletti... Lo
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d'ermellino! ¶ Tuda: Sì, è vero? Sono più di
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Sara: - da Lipsia: c'è un mercato speciale. E
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è un mercato speciale. E anche questo pizzo è
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E anche questo pizzo è magnifico. E l'abito
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questo pizzo è magnifico. E l'abito, così, vi
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toglie la stoffa lilla, e indossa poi l'abito
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l'abito da passeggio. ¶ E vedrete il cappello che
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La Modista: Come no! E anche tant'altri, come
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Sara: Potete senza rimorso: è molto ricco. ¶ Tuda: Senza
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Sara: Perfetto. Non c'è che dire. E di
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c'è che dire. E di ottimo gusto. ¶ Tuda
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molto. ¶ Tuda: - Invenzione mia! È vero? ¶ La Modista: Verissimo
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questo poi... ¶ Alla Sarta: ¶ E a lei mi raccomando
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Fra tre giorni. Ma è ormai così semplice! ¶ La
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Giovane: ¶ Prendi quei cappelli, e mettili subito dentro la
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A rivederci. ¶ La Sarta e la Modista accompagnate dalle
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me, chi mi pare e piace. ¶ Sara: Giusto. Difatti
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Vi ritenete tanto forte e sicura di lui? Pur
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sua statua? ¶ Sara: Non è assolutamente imprescindibile che la
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la sua statua. ¶ Tuda: E dunque? ¶ Sara: È diverso
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Tuda: E dunque? ¶ Sara: È diverso. Non poté specialmente
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gli avevate suggerito. Non è vero? ¶ Tuda: È vero
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Non è vero? ¶ Tuda: È vero. ¶ Si volta di
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ora, la sua Diana è rimasta a mezzo. Ci
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lui v'ha detto...? E a che proposito? ¶ Sara
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mi sta facendo. S'è voluto consigliare con me
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prendervi lui. ¶ Sara: Ecco. E difatti io gli ho
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quel suo quadro (ch'è molto brutto: Dossi ha
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preso un gusto pazzo e non penso più ad
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Anzi, tutt'altro! ¶ Tuda: E gli avrete anche suggerito
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I quadri brutti, c'è sempre qualcuno che li
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peccato, dice, che non è finito. ¶ Tuda: Anche la
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la statua là non è finita. ¶ Sara: Ma è
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è finita. ¶ Sara: Ma è a buon punto, credo
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l'avete veduta, com'è ora? ¶ Sara: No. Non
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io v'ho capita, e accetto la vostra sfida
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proprio lui. ¶ Tuda: Se è lui, vado subito. ¶ Apre
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trova davanti Nono Giuncano e resta: ¶ Ah, lei Maestro
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mi mettesti da parte, e prendesti a domandarmi di
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importa? ¶ Tuda: Perché non è vero! - Sì, m'ero
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me? ¶ Tuda: No: perché è così! Né lei m
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più neanche il colore. E mi sta così male
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La signora, mi scusi, è un po'... ¶ Tuda: - come
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veramente - ¶ La Sarta: - ecco: e allora il grigio, senza
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intanto levato l'abito e Tuda sarà rimasta in
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come ci si sciupa... E io ¶ scoppia a ridere
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a ridere pensando che è stata sposata per far
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Sirio, di là, senta e intenda. ¶ La Sarta: Oh
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allo specchio): No no: è vero; non m'ero
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Tante volte, non c'è nulla più d'un
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lo possa far notare. E per noi sarte le
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bel visino. ¶ La Sarta: E allora ¶ mostra l'abito
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anno. ¶ Tuda: Non c'è un lilla? ¶ La Sarta
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me. ¶ La Sarta: Non è di moda. ¶ Tuda: La
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Questo. Vede che c'è? Combiniamolo subito, qua, ora
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butta addosso la stoffa e si guarda allo specchio
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drappeggia. ¶ Senza tanti lisci e gale. Semplice semplice! E
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e gale. Semplice semplice! E non molto scollato. Ecco
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Lo appunti. ¶ La Sarta: È veramente un piacere vestire
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fino al secondo piano; e se li faccia dare
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andar su a provare e scegliere tutto quello che
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No, caro. Per me è meglio qua. ¶ Sirio (reciso
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intendendo): Lo so, che è fatto apposta. ¶ Tuda (subito
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fatto apposta. ¶ Tuda (subito): E anch'io, dunque, perché
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Hai torto. Riflettici bene, e riconoscerai che a te
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sfogo: nient'altro. ¶ Sirio: E a me giova provocare
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giova provocare? ¶ Tuda: Sì: e non dovresti abusarne. ¶ Rivolgendosi
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zoccolo. ¶ A Sirio: ¶ S'è accorta anche lei, ¶ indica
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Mi sento, mi sento! E ho molta più fretta
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volte, io vorrei starci, e manca proprio per te
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impazienti. ¶ Tuda (estrosa, riprendendosi): E allora io... ¶ Alla Sarta
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perché? ¶ Tuda: - mi dia! E l'altro - ¶ La Sarta
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lei, codesto! ¶ Alla Modista: ¶ E lei prenda quelle stoffe
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meglio! ¶ La Modista (ridendo). E io con queste? ¶ mostra
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che ritorna coi pizzi e il mantello d'ermellino
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il mantello d'ermellino e resta in prima sbalordita
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Giustissimo! ¶ Tuda: Il guajo è che esse - sì, paiono
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me! - ¶ Alla Giovane ch'è andata su: ¶ Ha portato
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scatola): Eccoli. ¶ Tuda (cercando e scartando, finché trova): Questi
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guardi - appuntati qua così - e poi altri, giù da
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Le domandi il permesso e glielo levi. ¶ La Giovane
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prendere, sorridendo, il mantello e lo pone sulle spalle
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la chiave dalla serratura e richiude la porta. Subito
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spettacolo delle statue vestite e non può frenare una
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una esclamazione di sorpresa e di sdegno. ¶ Sara: Eh
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Sara: Eh? ¶ La Sarta e la Modista con le
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Sarta): Sì. Non c'è male. Mi par che
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imbarazzo): Dossi non c'è? ¶ Tuda (alla Sarta): E
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è? ¶ Tuda (alla Sarta): E forse questi fiori... ¶ S
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l'abbiamo veduto. ¶ Tuda: E allora non so: non
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non dovrebbe essere lontano: è uscito come si trovava
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nella stufa. ¶ Rosa: Se è ancora accesa... ¶ Tuda: Non
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vieni qua! ¶ Rosa (cupa e scontrosa): Che vuoi tu
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tempo! ¶ Giuditta (sempre sghignando e accennando a sollevarsi la
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Rosa (volgendosi verso Tuda): E tu, all'età mia
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me! ¶ Giuditta (a Tuda): E n'era geloso allora
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era geloso allora, lui! E lei lo piantò - oh
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Giuncano (dalla porta ridendo): È vero, sì: lei, lei
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che mi volevi dire. ¶ E se ne va. Le
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che l'ho aspettato e me ne sono andata
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avvia verso la porta, e sta per uscire, allorché
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Ma ora devo andare. È tardi. ¶ Sirio: Tu resterai
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mezzo, io. Se n'è andata con Caravani. ¶ Sirio
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Sirio: Smettila, ti dico! E non parlarmi di quella
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Tuda: Ah no, aspetta! E come intendi allora? Dobbiamo
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quello che ti parrà e piacerà. ¶ Tuda: Non te
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La gente saprà perché e come sarai mia moglie
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avvalga della tua libertà, e più apparrà chiaro perché
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sicura. ¶ Tuda: Affare! Non è affare soltanto! ¶ Sirio: Ah
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una pausa di riflessione): E... abiterò qua nella tua
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quello che vorrai. ¶ Tuda: E - che ne dirà lei
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essere sicura che non è un dispetto, tu capisci
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qua. ¶ Tuda: Ah sì? E io allora ci vengo
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il modo d'impedirtelo. E poi, forse, tu stessa
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ha questo senso soltanto, e nessun valore per sé
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sarà affar mio. ¶ Tuda: E se poi, avendolo fatto
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questo? ¶ Sirio: Per questo, e perché non serva più
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Ah - per te... ¶ Tuda: E non pensi che - ¶ s
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Sirio: Finora non t'è mai nato. ¶ Tuda (guardandolo
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mai nato. ¶ Tuda (guardandolo e poi abbassando gli occhi
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quello che ha detto, e con un sorriso appena
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un sorriso appena, vano e triste, esclama: ¶ Eh già
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vuoto con occhi lieti e un sorriso di vaga
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sarà bella... Il giardino... E io... ¶ Fa per guardare
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finire presto la statua! ¶ E cominciando a sganciarsi la
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rivenendo fuori con Giuditta e Rosa nell'atto di
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abbiamo sentito sì... ¶ Tuda: E dunque sono la padrona
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vedere io, pentolaccia! ¶ Sirio: E via, basta: lasciale stare
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scompare dietro di nuovo, e un attimo dopo, rimontando
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attimo dopo, rimontando nuda e giojosa sullo zoccolo): Eccomi
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la Sarta. Questa le è presso e le aggancia
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Questa le è presso e le aggancia ancora l
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scatola piena di cappelli e di fiori finti. La
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un altro abito. Sirio è dietro la tenda, in
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Tuda: Che benissimo! Non è venuto affatto come volevo
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qua. ¶ La Sarta: Ma è così ricco, signora: uno
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creda. ¶ Tuda: Troppo, troppo; e non mi piace! - No
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dietro la tenda. Giuncano e Tuda vi si ritirano
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per andarsene. Ma c'è altri. Non è possibile
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c'è altri. Non è possibile. ¶ Sara: Chi c
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possibile. ¶ Sara: Chi c'è? ¶ Sirio: Giuncano. ¶ Sara: Ah
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Sara: Ah, comodo, quello! E non potrei anch'io
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Da un uomo no, e da una donna si
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con chi sta? ¶ Sara: E che Caravani da una
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anche lui una Diana. E questo te l'ha
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che vi serve. ¶ Caravani: È qua ancora? ¶ Sara: Eccomi
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a lui la modella! - È un cambio. ¶ A un
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di Caravani: ¶ Acconsente! acconsente! - E acconsento anch'io! - Andiamo
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A Caravani: ¶ Andiamo, andiamo! ¶ E, vedendo uscire Giuncano dalla
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tenda: ¶ A rivederci, Maestro! ¶ E si trascina via Caravani
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dalla tenda, già rivestita e col cappello in capo
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in capo): Che cos'è? ¶ Giuncano: S'è portato
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cos'è? ¶ Giuncano: S'è portato via Caravani. ¶ Tuda
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portato via Caravani. ¶ Tuda: E lui, come uno stupido
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come uno stupido, le è corso dietro? ¶ Giuncano: Non
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1926
corso dietro? ¶ Giuncano: Non è uno stupido. ¶ Tuda: Ma
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Tuda: La prova, scusi, è che è corso a
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prova, scusi, è che è corso a raggiungerla. ¶ Giuncano
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1926
schifo!" ¶ Tuda: Perché s'è accorto che ha voluto
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sì... ¶ Tuda (con orgoglio). E perché stupida? ¶ (Sottintendendo: "Non
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così accanito al lavoro e sospetta che possa essere
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1926
lui, prima - ¶ Giuncano: - non è uno stupido, lui - ¶ Tuda
266
1926
lui - ¶ Tuda: - perché lei è vecchio? ¶ Giuncano: - perché tra
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1926
La guarda, tra scontroso e minaccioso.) Che cosa? - ¶ Tuda
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perché il suo sentimento è un altro. ¶ Giuncano (come
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1926
altro? ¶ Tuda: Un altro; e non lo vuol dire
270
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me l'intende - non è più vera, allora. ¶ Giuncano
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atto, così: il pensiero è nato in loro. E
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è nato in loro. E ne sono così sicuri
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nasce l'idea di...» E io, seria: «Che mossa
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che vuole, questo. ¶ Tuda: E lei crede veramente che
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dici così? ¶ Tuda (subito, e poi imbarazzata): Per niente
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padre, anzi. Volontà fredda e dura. ¶ Tuda: Dicono che
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ad arricchirsi lontano. ¶ Tuda: E lei lo conobbe bambino
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ho viste poche. ¶ Tuda: È quell'unico gesso che
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parlare, quando io guardo e vado per qualche luogo
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rischia di rimanere estraneo; e sto con l'ansia
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invece... io non so: è così: coi paraocchi: non
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Tuda (assorta): Se davvero è così ricco, come dicono
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volevi dir questo. ¶ Tuda: È vero. Io volevo dire
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due vecchie sorelle Giuditta e Rosa dette "Le Streghe
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quasi carnevalescamente con fiocchi e nastri sui capelli lanosi
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caldo della stufa. ¶ Giuditta: È permesso? ¶ Tuda: Chi è
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È permesso? ¶ Tuda: Chi è? - Ah, voi? ¶ Rosa (a
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Tuda: ¶ Il signorino dov'è? ¶ Tuda: Doveva essere nel
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statua ¶ e dire che è finita, pur di finirla
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Ecco; ti rispondo: sì. E ti sfido a riderne
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da giovane, avendo bisogno... - e fu la sua fortuna
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nudo lo fa bene. È di moda anche lui
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pura divinità! ¶ Tuda: - già! e mi sta facendo morire
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proibisco! ¶ Tuda: O ch'è di tua spettanza esclusiva
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io con te, sì; e glielo proibisco! Tanto più
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suggerito tu! ¶ Tuda: Ma è un'altra cosa... ¶ Sirio
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Endimione dormente - mezzo verde e mezzo violetto - tra le
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Tanti hanno fatto così. E con certune che non
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non posso tollerarlo! ¶ Tuda: E tu sposami! ¶ Sirio: Finiscila
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non mi vuole lui. E allora non c'è
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E allora non c'è gusto a fare la
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Ritorna dietro la tenda e si rimette in posa
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inventare: Il lume dietro, e l'ombra della statua
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altro che muoverti! Vèstiti e vattene! ¶ Tuda: Abbi pazienza
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finire d'essere statue, e pur senza potere esser
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Giuncano: No, vive, vive! E allora sì. Mi rimetterei
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la forma, il movimento - e avviarle, dopo averle scolpite
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vita divina. ¶ Tuda (che è già balzata giù dallo
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balzata giù dallo zoccolo e s'è rimesso il
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dallo zoccolo e s'è rimesso il "chimono" vien
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volto. ¶ Quando non ride, è così. ¶ E rimane ancora
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non ride, è così. ¶ E rimane ancora ferma un
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Giuncano: Ma guardala! guardala! ¶ E, come Tuda si scompone
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un'altra! ¶ Sirio: Già! E se non la fermi
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in cui consista, che è? ¶ Nulla. ¶ Tuda: Come come
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Una statua. ¶ Giuncano: Una - e per sempre - che non
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si muova più? ¶ Sirio: È l'ufficio dell'arte
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arte - ¶ Giuncano (subito, forte): - e della morte: che farà
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stecchito. ¶ Tuda (quasi cantando e ballando): Viva: occhi bocca
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le muovo, le muovo - e questa è carne, senti
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le muovo - e questa è carne, senti: calda! ¶ Sirio
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la tua carne. ¶ Tuda: E perché hai bisogno di
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Indica la statua. ¶ Giuncano: E non ne provi sgomento
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vivo - ¶ Sirio: - sì, sì, è vero - ¶ Giuncano: - ebbene: quando
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moveva le tue dita e quella creta, la vita
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senza più movimento: atteggiata. E non ne provi lo
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poc'anzi era vivo, e ora è lì, che
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era vivo, e ora è lì, che non si
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si muove più? ¶ Tuda: È vero, è vero! ¶ Giuncano
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più? ¶ Tuda: È vero, è vero! ¶ Giuncano: Ti si
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ammirazione, perché la statua è bella? - ¶ Sirio: - viva - che
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momento, mutare ogni momento, e quella non muore e
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e quella non muore e non si muta più
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Tuda per le braccia e la scuote ¶ e non
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braccia e la scuote ¶ e non più viva, non
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a fissarlo con ira e insieme con maraviglia. Sente
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sospesa a un bastone e scorrevole sugli anelli, a
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anni. Corporatura poderosa. Barba e capelli bianchi, scomposti. Viso
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Ferma ti dico! Non è passata l'ora. ¶ Tuda
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passata l'ora. ¶ Tuda: È passata, è passata! ¶ Sirio
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ora. ¶ Tuda: È passata, è passata! ¶ Sirio: Ancora un
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starà fermissima! ¶ Sirio: T'è nata adesso che non
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non lavorare più? - ¶ Giuncano: - e li buttassi tu in
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forza, alzandosi): Ah sì - e ne ringrazio Dio, se
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così in tanti insieme - e il silenzio, su quel
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Non far la stupida e rimettiti in posa! ¶ Tuda
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Ah, no no, basta: è quasi, mezzogiorno: mi rivesto
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addosso un "chimono" violaceo e vien fuori coi piedi
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un pajo di babbucce e un grappolo d'uva
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d'uva in mano e nell'altra un panino
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statua presso la tenda e le dice: ¶ Tu non
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hai fame; io sì, e mangio! ¶ È giovanissima e
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io sì, e mangio! ¶ È giovanissima e di meravigliosa
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e mangio! ¶ È giovanissima e di meravigliosa bellezza. Capelli
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luminosa, che sembra rischiari e avvivi ogni cosa. ¶ Giuncano
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sì, cara. Ti prometto e giuro che codesta Diana
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fare altre statue. ¶ Tuda: E allora io? ¶ Giuncano: Non
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almeno agli scultori. ¶ Tuda: E ai pittori, sì? Meno
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Sirio: Mi lasci così, e vorresti che ti ringraziassi
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dato che gli s'è proprio radicata oh, questa
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sentirlo dire. ¶ Tuda: Non è uno studio di scultore
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Pare quasi finto, tant'è bello! Chi sa quanto
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professione... ¶ Tuda (a Giuncano): È vero che l'idea
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Maledetto! ¶ Sirio (a Giuncano): E invece, guarda, proprio per
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piedacci della gente accorsa - e quelle facce sguajate, quei
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da prendere a calci e abbattere ah, quelli sì
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estero! - Che ridere, Maestro! È stato jeri per l
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di Francia! Non c'è che Tuda: Tanti quadri
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quadri, tante Tude. M'è parso d'entrare nuda
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su. Altri dieci minuti, e poi basta. ¶ Sirio: Che
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fino alla gola! ¶ Tuda: E tu piantalo! Ma scusa
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fare? ¶ Sirio (con ira e nausea, gridando): Non dico
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coraggio di dire ch'è impazzito lei! Sta impazzendo
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Lo guardi! - ¶ A Sirio: ¶ È il quinto abbozzo: lo
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No, questo no, perché è già quello che dev
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febbre addosso? ¶ Giuncano: Non è mica come quei ladruncoli
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lui. Una sola statua e lì. ¶ Sirio: Almeno di
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Sirio: La farò, sì - e poi basta. ¶ Giuncano: Ah
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sciocco. ¶ Giuncano: Perché ora è guarito? ¶ Sirio: Guarito? È
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è guarito? ¶ Sirio: Guarito? È più solo di me
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nei fatti degli altri, e specie nei tuoi. Per
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finirà mai, quella statua. E chi sa che questa
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vivere? - ¶ Giuncano: - sì, sì - e senza nemmeno saper di
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tenda, sottintendendo la statua ¶ e dire che è finita
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Ah, voi no: questo è certo. ¶ Sara: Ragionate con
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ragioni io, allora. S'è prestata, sì o no
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volle farmi puerilmente, sposandola? È innegabile. E intese proprio
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puerilmente, sposandola? È innegabile. E intese proprio méttermisi di
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me ne risentissi, no? e dimostrarmi, se non era
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venire qua come prima? - e con qual diritto se
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seguitando a venire qua; e se ella ne impallidisce
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Come se realmente io e Sirio le facessimo qualche
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provato - se per voi è così, una povera sciocca
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ha agito naturalmente. ¶ Sara: E daccapo! Ma naturalmente, naturalmente
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si meritava. - Ci s'è messa da sé, perché
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la modella ad altri, e lei, invece d'andarsene
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lascia persuadere a posargli, e per giunta per quella
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rimasta a mezzo? Giuncano: E voi, per dar modo
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resto lo stesso Caravani! E stata per me la
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più bella: fargli vedere e toccare con mano la
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nulla di trarla fuori e svergognarla, prende per il
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per il collo Caravani e gli stropiccia la faccia
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figuratevi come! Povero Caravani! E s'è buscata ora
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Povero Caravani! E s'è buscata ora, per giunta
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L'ho visto jeri, e - ¶ Si sente picchiare alla
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con molle andatura bestiale. È in capelli, uno scialletto
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Dici a me? ¶ Giuncano: E io che non previdi
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aver guardato l'una e l'altro): E che
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una e l'altro): E che è, qua ognuno
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l'altro): E che è, qua ognuno parla per
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tiene dentro... ¶ Jonella. Dov'è quello che mi vuole
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mi vuole? ¶ Indica Giuncano: ¶ È lui? ¶ Giuncano: Sento ch
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lui? ¶ Giuncano: Sento ch'è già tale lo squarcio
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Domando d'una cosa, e tra voi vi rispondete
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altra? ¶ Sara: No, non è lui. Deve ancora venire
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vedo più nulla, io; e posso far tutto ormai
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prima predicate la pazzia, e ora andate cercando per
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disperato la ragione. Se è stata una pazzia... ¶ Giuncano
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l'altro jeri. S'è ridotta così male! ¶ Sara
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che pare una pazza, e che qua - dice - non
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da casa tua. ¶ Tuda è qua. ¶ Giuncano: Ah, qua
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hai trovata? ¶ Giuncano: Dov'è? ¶ Sirio: In giardino... ¶ Jonella
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Jonella. Oh guarda... ¶ Sara: È venuta da sé? ¶ Sirio
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da sé? ¶ Sirio (pronto e duro): Non è venuta
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pronto e duro): Non è venuta da sé. ¶ A
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vada via io! ¶ Giuncano: E poi, io no! ¶ Sirio
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solo che voglia fare e abbia da fare! ¶ Prendendo
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con la creta incrostata e mostrandola a Giuncano: ¶ Ma
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stecche! - Bizze stupide, ridicolaggini; e io non posso più
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per me, basta. ¶ Jonella: E anch'io allora me
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ne posso andare, se è tornata lei. ¶ Sirio: Così
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lei. ¶ Sirio: Così com'è, per ora non potrà
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a cercarla ugualmente! ¶ Sara: E la prova è che
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Sara: E la prova è che l'hai condotta
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l'hai condotta qua e stai facendo di tutto
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sei contento! Dopo tutto è tua moglie; e t
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tutto è tua moglie; e t'ha trattato bene
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può servirti per ora, e tu hai bisogno della
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Tuda, seguita da Giuncano. È scapigliata, col viso scavato
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servire meglio di me; e così io me ne
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ma sì! ¶ Sirio: Non è possibile! ¶ Jonella (contemporaneamente). L
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Sirio (con forza): Non è possibile, perdio, ti dico
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altra! ¶ Sara (a Tuda): E vi potete calmare: so
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potete calmare: so ch'è venuto lui a cercarvi
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cercarvi! ¶ Tuda: Sì, lui: e diglielo, dove: e se
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lui: e diglielo, dove: e se mi tenevo nascosta
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mi fece la spia; e se ora t'ho
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me ne vado. ¶ Jonella: E io, allora... ¶ Tuda: Ma
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ho schifato io - sì, e il nome che m
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che m'ha dato, e gli abiti, e su
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dato, e gli abiti, e su, la casa... (che
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ne afferra un lembo e con una violenta bracciata
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il bastone a cui è sospesa. Appare, grande, sul
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gli occhi! gli occhi! - e ora guarda qua i
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vedendo ora - da pazza - e così, perché me li
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così - da pazza - tutti e due! ¶ indica Sirio e
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e due! ¶ indica Sirio e Sara. ¶ - Ti pare che
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fustigata! - ¶ Tuda: Odio c'è, odio, per il supplizio
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me li ha presi e glieli ha dati: guardala
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glieli ha dati: guardala: - E quella mano là che
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per resistere al supplizio - e la statua, vedi, anche
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farne a meno! Non è più quella che lui
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io - ¶ Sirio (di scatto). - e se ne va! ¶ Jonella
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Jonella scrolla una spalla e se ne va ¶ - che
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confessato a me! ¶ Tuda: - e lui l'ha capito
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che lo facevate apposta - e se n'è approfittato
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apposta - e se n'è approfittato! ¶ Sara: Ah, questo
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Sara: Ah, questo sì: e anche di me, approfittato
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Sara: Ma lo so! E gli è convenuto ostentare
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lo so! E gli è convenuto ostentare davanti a
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voi avevate capito questo? E vi siete prestata? - La
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prestata? - La sente, Maestro? - E allora proprio per cattiveria
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non di questo s'è approfittato lui - non lo
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non lo credete! - S'è approfittato di voi, come
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gelosia; ora so ch'è stata cattiveria) - perché giovava
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dice di sì; sorride e dice di sì! ¶ Giuncano
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conteso da due donne. ¶ E ride di nuovo. ¶ Tuda
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a me che rida, e che confessi così lui
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lui stesso che s'è approfittato! Lo compresi subito
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statua serrare la mano; e avere quegli occhi! ¶ Tuda
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occhi! ¶ Tuda: Oh! Ecco! E di questo - vede? - sono
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tua statua com'era; e non di me che
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capisce? ¶ Volgendosi a Sirio: ¶ E su quella stessa guancia
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di tutto. - ¶ Rivolgendosi, fosco e fiero, a Sirio: ¶ Non
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Sirio: Non l'ammetti; e poi? ¶ Giuncano: Non l
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Giuncano: Non l'ammetto e te lo nego, tanto
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difenderla? ¶ Giuncano: L'ho! E ti dico bada a
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finire, la deve finire! E dunque voi dovete seguitare
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vuole finirla così com'è ora, bisogna che abbia
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che abbia questi occhi! E dunque voi dovete seguitare
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occhi! ¶ Giuncano (a Tuda): E come, sciocca? se poi
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poi ti riduci così, e non puoi più servirgli
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disperazione, smarrendosi): Ah già, è vero... è vero... Oh
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Ah già, è vero... è vero... Oh Dio, come
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Oh Dio, come faccio? È vero... Così non posso
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Così non posso più... È vero! Non posso più
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essere io, là - viva - e non essere nulla! Possibile
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soffrivo! Ma se n'è accorto, se n'è
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è accorto, se n'è accorto, se m'ha
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carne che mi s'è macerata così! Come faccio