parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il disprezzo, 1954

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
1
1954
lasciami andare a letto... è tardi». ¶ Non la intendevo
2
1954
intendevo in questo modo; e l’afferrai di nuovo
3
1954
si tirava indietro, «non è questo il bacio che
4
1954
mi fai male». ¶ «Non è vero, non può essere
5
1954
o tre gesti energici e semplici, si alzò in
6
1954
si alzò in piedi e, come decidendosi ad un
7
1954
fine di questo nuovo e strano senso di estraneità
8
1954
che diceva: «Va bene», e poi la udii camminare
9
1954
togliersi la camicia, pensai, e mi ricordai che in
10
1954
diversi, non più infantili e puri seppure vogliosi, ma
11
1954
ma resi invece crudeli e indegni di lei e
12
1954
e indegni di lei e di me dalla sua
13
1954
di chi si assesti, e poi ella disse, sempre
14
1954
si era sempre spogliata e si era distesa sul
15
1954
dal tono della voce e persino dai cigolii delle
16
1954
delle molle del letto e dai fruscii delle coltri
17
1954
talvolta, quando la mente è distratta da qualche profondo
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1954
non si sa dove e poi, cessata la distrazione
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1954
cercarlo invano per ore e finalmente di trovarlo nei
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1954
veloce, ebbra, incantata distrazione e io mi ero sempre
21
1954
ricordare come fosse avvenuto e che cosa avessi fatto
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1954
fronte all’altra, tranquilli e senza desideri, e l
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1954
tranquilli e senza desideri, e l’altro in cui
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1954
del tutto in lei e dunque anche in me
25
1954
nel mio animo rabbioso e disgustato assunse il carattere
26
1954
alla moglie che amavo e che mi amava, bensì
27
1954
prostituta un po’ impaziente e inesperta, che si apprestava
28
1954
soltanto che fosse breve e poco stancante. Quest’immagine
29
1954
occhi, come un’apparizione, e poi sentii che, per
30
1954
girava dietro le spalle e faceva tutt’uno con
31
1954
piedi, sempre senza voltarmi, e dissi: «Non importa... non
32
1954
là... tu rimani qui»; e in punta di piedi
33
1954
con le lenzuola rovesciate e la camicia di Emilia
34
1954
aveva posato in terra e la vestaglia che aveva
35
1954
alla camera da letto e misi ogni cosa su
36
1954
di levare gli occhi e di guardarla. Ella stava
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1954
che aveva preso distendendosi e dicendomi: «Su, vieni!»: tutta
38
1954
bene aperti ma indifferenti e come senza sguardo, l
39
1954
un’aria di impossibilità e di nostalgia, remota, come
40
1954
regione, fuori della realtà e fuori dei miei sentimenti
41
1954
si era mostrata fredda e disamorata, tanto è vero
42
1954
fredda e disamorata, tanto è vero che avevo preferito
43
1954
Ma io l’amavo e c’è nell’amore
44
1954
l’amavo e c’è nell’amore una grande
45
1954
suo peso di ostilità e riducendosi ad uno screzio
46
1954
rifiutò il mio amore. È vero che anche questa
47
1954
quello stesso modo freddo e passivo che aveva già
48
1954
dopo, grazie ai sofismi e alla buona volontà dell
49
1954
dalla camera al salotto, e io la seguivo con
50
1954
che dire, insieme dispiaciuto e imbarazzato, i miei sguardi
51
1954
or no, con colori e contorni velati e interrotti
52
1954
colori e contorni velati e interrotti; e improvvisamente, quel
53
1954
contorni velati e interrotti; e improvvisamente, quel sospetto che
54
1954
mente, in maniera repentina e ossessiva, come un senso
55
1954
di impossibilità di contatto e di comunione tra il
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1954
tra il mio corpo e il suo. Era una
57
1954
non avevo mai provato e per un momento rimasi
58
1954
momento rimasi quasi stordito e insieme incredulo. L’amore
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1954
insieme incredulo. L’amore è certamente e anzitutto sentimento
60
1954
L’amore è certamente e anzitutto sentimento; ma anche
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1954
anche, in modo ineffabile e quasi spirituale, comunione dei
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1954
come di cosa ovvia e affatto naturale. Ora questa
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1954
ad un fatto palese e, tuttavia, fino a quel
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1954
senso acuto di impotenza e, al tempo stesso, un
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1954
senza difficoltà né consapevolezza; e il mio amore si
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1954
sembrato scaturisse da me e soltanto da me. Adesso
67
1954
che questo impulso dipendeva e si alimentava dall’impulso
68
1954
impulso simile di Emilia, e temevo, vedendola così cambiata
69
1954
atto di fredda imposizione e da parte sua... Non
70
1954
uno scatto quasi involontario e l’afferrai per un
71
1954
poi, subito dopo, cedette e venne a sedersi anche
72
1954
sinora dai nostri rapporti e che più d’ogni
73
1954
un rapido sguardo obliquo e rispose con decisione: «Non
74
1954
capisco... perché cambiato?... Non è cambiato niente». ¶ «Io non
75
1954
lasciassi sola quando uscivo... e poi non ti dava
76
1954
me... al contrario». ¶ «Ah, è per questo», ella esclamò
77
1954
soltanto perché voglio dormire e con te non ci
78
1954
sentivo stranamente gli argomenti e il malumore fondersi rapidamente
79
1954
il malumore fondersi rapidamente e dissolversi in nulla, come
80
1954
in quella sua torbida e spiegazzata camicia che pareva
81
1954
trasparire soltanto i colori e le forme più intime
82
1954
le forme più intime e più segrete del suo
83
1954
segrete del suo corpo; e io la desideravo e
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1954
e io la desideravo e mi pareva strano che
85
1954
se ne rendesse conto e non tacesse e non
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1954
conto e non tacesse e non mi abbracciasse, come
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1954
molto bassa: «Se nulla è cambiato, provamelo». ¶ «Ma te
88
1954
violenza per i capelli e cercai di piegarla ad
89
1954
che ti baci?». ¶ «Non è questo», ella mormorò riassestando
90
1954
ma poi tu continui... e ormai è tardi...». ¶ Mi
91
1954
tu continui... e ormai è tardi...». ¶ Mi sentii offeso
92
1954
da queste parole giudiziose e scostanti: «Non è mai
93
1954
giudiziose e scostanti: «Non è mai tardi per queste
94
1954
l’avevo appena toccata, e ricordavo invece che, al
95
1954
Eccolo», ella si sporse e, maternamente, mi scoccò un
96
1954
leggero bacio sulla fronte, «e ora lasciami andare a
97
1954
feci osservare ad Emilia, e ci si poteva quasi
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1954
parco di cui, qua e là, dove gli alberi
99
1954
viali serpeggianti, le fontane e gli spiazzi, non fosse
100
1954
noi da una strada e da un muro, e
101
1954
e da un muro, e noi potessimo scendere a
102
1954
durante tutto il giorno e poi non ricordo dove
103
1954
a tre luci, guardandomi e togliendomi pian piano la
104
1954
letto matrimoniale un guanciale e avviarsi verso la porta
105
1954
vidi fermarsi sulla soglia e voltarsi dicendo, in tono
106
1954
Per stanotte?», pronunziai sbalordito e ancora incomprensivo. ¶ «No, per
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1954
al canto del gallo e poi non mi riaddormento
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1954
non mi riaddormento più e tutta la giornata rimango
109
1954
tardavo ancora a capire, e a tutta prima non
110
1954
soltanto, in una c’è il letto e nell
111
1954
c’è il letto e nell’altra ci sono
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1954
ci sono le poltrone e i divani... Perché? e
113
1954
e i divani... Perché? e poi dormire in un
114
1954
trasformabile in letto, non è comodo». ¶ «Non avevo mai
115
1954
altro facciamo sempre tardi... e allora...». Ella non finì
116
1954
non finì la frase e fece per avviarsi verso
117
1954
di soggiorno. La rincorsi e le dissi in fretta
118
1954
vidi scuotere il capo e rispondere, con un leggero
119
1954
chiuse ti senti soffocare... è meglio che dormiamo separati
120
1954
abituerò». ¶ Ella parve esitare e poi disse con imprevista
121
1954
piccolo... dormirò nel salotto». ¶ «E se io ti dicessi
122
1954
che questo mi dispiace e che voglio che tu
123
1954
quando ci siamo sposati... e adesso lo vuoi fare
124
1954
fa?... Tanti dormono separati e si vogliono bene lo
125
1954
ella disse con impazienza. E questa volta, senza darmi
126
1954
l’idea della separazione e dell’abbandono, e stetti
127
1954
separazione e dell’abbandono, e stetti un momento trasognato
128
1954
la stanza, Emilia andava e veniva portando nel salotto
129
1954
un tempo ancora mite, e lei girava per casa
130
1954
lei, sembrava più grande e soprattutto più maestosa di
131
1954
della stanza, l’abbracciai e mi meravigliai oscuramente accorgendomi
132
1954
al sommo del petto e che io la sopravanzavo
133
1954
con il naso pronunziato e di forma severa: la
134
1954
luminosa, sempre come inumidita e resa brillante dalla saliva
135
1954
dorato, d’espressione sensuale e, talvolta, nei momenti di
136
1954
di abbandono, stranamente sfatti e smarriti. Ella non era
137
1954
il disegno dei fianchi e del petto; forse per
138
1954
per il portamento eretto e pieno di dignità; forse
139
1954
forse per la baldanza e forza giovanile delle lunghe
140
1954
delle lunghe gambe dritte e ben piantate. C’era
141
1954
quell’aria di grazia e di maestà placida, involontaria
142
1954
venire solo dalla natura e che, per questo, appare
143
1954
appare tanto più misteriosa e indefinibile. ¶ Ora quella sera
144
1954
sera, mentre ella andava e veniva dalla camera al
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1954
quest’immagine così promettente e lusinghiera cedette il luogo
146
1954
impigliato in una patetica e meschina trappola, il quale
147
1954
amore per sua moglie e aveva fatto il passo
148
1954
più lungo della gamba e chissà per quanto tempo
149
1954
di riviste in rotocalco e di giornali di secondo
150
1954
la città cercando lavoro e spesso non trovandone; si
151
1954
ai debiti da pagare; e, insomma, non pensava e
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1954
e, insomma, non pensava e non vedeva più che
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1954
lustro né dignità, miserabile e convenzionale, da libro di
154
1954
da libro di lettura, e io l’odiavo perché
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1954
con gli anni, lentamente e insensibilmente, avrei mio malgrado
156
1954
una donna che condividesse e comprendesse le mie idee
157
1954
idee, i miei gusti e le mie ambizioni; avevo
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1954
bellezza, una dattilografa incolta e semplice, piena, come mi
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1954
di tutti i pregiudizi e le ambizioni della classe
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1954
di una vita povera e disordinata, in uno studio
161
1954
mio senso di angoscia e di impotenza di fronte
162
1954
una fiamma persistente ammollisca e pieghi, sentivo allora che
163
1954
animo veniva gradualmente ammollito e piegato dalle angustie che
164
1954
angustie, per i ricchi e i privilegiati; e all
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1954
ricchi e i privilegiati; e all’invidia, sempre mio
166
1954
che la mia irritazione e la mia insofferenza della
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1954
rivolta contro l’ingiustizia e non soltanto quella che
168
1954
in stati d’animo e riflessioni disinteressate, attraverso la
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1954
pensieri, che prendevano sempre e irresistibilmente la stessa direzione
170
1954
lottare contro i mali e le storture di quella
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1954
i suoi figli migliori e proteggeva i peggiori. Tutto
172
1954
nelle persone più semplici e incolte, avviene inconsapevolmente, in
173
1954
me, avvezzo a sorvegliarmi e a studiarmi, questo processo
174
1954
questo processo era chiaro e visibile, come se l
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1954
seguito in un altro; e però mi rendevo conto
176
1954
ubbidire a determinazioni materiali e interessate, di trasformare in
177
1954
mi era sinora mancata; e perciò molto mi indispettiva
178
1954
questa rabbia era impotente; e, alla fine, un giorno
179
1954
pezzo mi stava attorno, e mi iscrissi al partito
180
1954
ero dentro al partito e non potevo più tirarmi
181
1954
dirle quello che pensavo e cioè che, con ogni
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1954
quell’appartamento troppo costoso. E la cosa finì lì
183
1954
Finalmente entrammo in casa; e, per una coincidenza che
184
1954
nostro ingresso, incontrai Battista e, come ho già raccontato
185
1954
tempo mi sentii sollevato e allegro come non ero
186
1954
per pagare l’appartamento e poi mi sarei dedicato
187
1954
di nuovo al giornalismo e al mio caro teatro
188
1954
l’amore per Emilia e talvolta mi rimproveravo persino
189
1954
di lei, giudicandola egoista e insensibile. Questa breve schiarita
190
1954
più lunga che larga, e una camera da letto
191
1954
della domestica erano tutti e tre molto piccoli, ridotti
192
1954
di costruzione recente, liscia e bianca come se fosse
193
1954
brillare e rispecchiare brillasse e rispecchiasse, fosse pure il
194
1954
stesa da un lato e il mio pigiama dall
195
1954
mio pigiama dall’altro e le coperte ben rimboccate
196
1954
le coperte ben rimboccate e i guanciali gemelli ben
197
1954
affittacamere, preparava la colazione e me la portava lei
198
1954
concentrazione, una cura cupida e assorta che facevano la
199
1954
restava una stanza ammobiliata; e l’illusione che ella
200
1954
procurare a se stessa e a me non era
201
1954
ella si lamentava, dolcemente, è vero, e quasi placidamente
202
1954
lamentava, dolcemente, è vero, e quasi placidamente, secondo il
203
1954
modo di vita provvisorio e inferiore. Io mi rendevo
204
1954
questo era vero dolore; e mi tormentava il pensiero
205
1954
capivo che ella soffriva e che questa sofferenza, forse
206
1954
mi procurai in prestito; e così potei pagare la
207
1954
moglie; ero invece inquieto e talvolta addirittura angosciato, perché
208
1954
un passo così imprudente e pericoloso. ¶ Tuttavia, la gioia
209
1954
all’annunzio dell’acquisto e, più tardi, i sentimenti
210
1954
tardi, i sentimenti insoliti e per me strani per
211
1954
per la loro qualità e intensità che ella diede
212
1954
passione mi apparve legata e confusa con la sensualità
213
1954
tutto fisico, più vicino e più intimo. Eravamo andati
214
1954
per le stanze fredde e vuote, mentre io le
215
1954
destinazione di ciascuna stanza e il modo con il
216
1954
l’intenzione di aprirla e mostrarle la vista che
217
1954
si accostò a me, e stringendosi contro di me
218
1954
lei, di solito discreta e quasi timida nei rapporti
219
1954
Turbato da questa novità e dal tono della voce
220
1954
uno dei più violenti e più abbandonati che mai
221
1954
ad una maggiore intimità; e poi, smaniosamente, si strappava
222
1954
inarticolato, seppure distintamente melodiosa e struggente, ella mi sussurrò
223
1954
parve, che la prendessi; e intanto con tutto il
224
1954
quest’amplesso così sfrenato e così insolito, io avvertii
225
1954
casa, non al marito. E quelle stanze nude e
226
1954
E quelle stanze nude e sonore, odoranti di vernici
227
1954
sonore, odoranti di vernici e di calce ancor fresca
228
1954
all’appartamento ancora vuoto e il giorno del nostro
229
1954
questo le faceva piacere, e radunammo quei pochi mobili
230
1954
inquieto per l’avvenire, e in certi momenti, addirittura
231
1954
disperato. Guadagnavo ormai abbastanza, è vero, per vivere modestamente
232
1954
vero, per vivere modestamente e mettere da parte anche
233
1954
periodo di grande ansietà e, in qualche modo, di
234
1954
in una maniera oscura, e in qualche momento mi
235
1954
che, adesso, tutta affaccendata e giuliva, non pensava che
236
1954
da mettere nella casa e ogni giorno mi annunziava
237
1954
Tuttavia la sua serenità e soddisfazione mi sembravano, nel
238
1954
un uomo di cultura e uno scrittore di teatro
239
1954
nutrito una grande passione e al quale mi pareva
240
1954
magrezza, miopia, nervosità, pallore e trasandatezza nel vestire testimoniavano
241
1954
Battista le era antipatico e per qual motivo; sempre
242
1954
aveva nulla da rimproverargli e che, soltanto, non desiderava
243
1954
queste serate la stancavano e, in fondo, l’annoiavano
244
1954
di queste generiche spiegazioni e tornavo ad insinuare che
245
1954
essere avvenuto tra lei e Battista, sia pure senza
246
1954
da una caparbia ostinazione e decisione. Allora, del tutto
247
1954
di lei verso Battista e al contegno di Battista
248
1954
sinora senza di lei e Battista lo sapeva; a
249
1954
la sua assenza, improvvisa e difficilmente giustificabile, avrebbe potuto
250
1954
dipendeva la nostra vita, e, insomma, poiché lei non
251
1954
per la sua assenza e io invece ero in
252
1954
grado di darne molti e buonissimi per la sua
253
1954
lei sopportasse la stanchezza e la noia di quelle
254
1954
con una attenzione trasognata e quasi contemplativa: si sarebbe
255
1954
interessassero il mio viso e i miei gesti mentre
256
1954
fine, invariabilmente, si arrendeva e cominciava in silenzio a
257
1954
dispiaceva, in maniera categorica, e allora uscivamo. ¶ Tutto questo
258
1954
per l’aria cambiata e più pesante, l’avvicinarsi
259
1954
di quel pianto vergognoso e invincibile; e da allora
260
1954
pianto vergognoso e invincibile; e da allora cessai del
261
1954
lievemente velato di contrarietà e di tristezza, allorché le
262
1954
uscire... tornerò alle cinque»; e lei rispondeva: «Sta’ pur
263
1954
ella non rispose direttamente e si limitò a dire
264
1954
casa soltanto il pomeriggio; e io, finora, avevo sempre
265
1954
mattina, come ho detto, e spesso senz’altro scopo
266
1954
di saggiare la nuovissima, e, per me, così amara
267
1954
amara indifferenza di Emilia; e tuttavia ella non mostrava
268
1954
subentra fatalmente all’amore, e la sicurezza di essere
269
1954
pensassi, giacché il pensiero è sempre più fallibile, pur
270
1954
apparente precisione, dell’oscuro e torbido sentimento. Io sentivo
271
1954
perché le considerava inevitabili e senza conseguenze per i
272
1954
meno o nient’affatto. E che, appunto, qualche cosa
273
1954
per non dire disperata, e non sapevo come uscirne
274
1954
simile ad una gelosa e profonda passione, quasi una
275
1954
oltrepassava la sua persona e pareva trarre la propria
276
1954
sua, neppure d’affitto, e che, nei primi tempi
277
1954
quale meticoloso ordine, nitore e pulizia Emilia la mantenne
278
1954
per quanto era possibile, e in una stanza ammobiliata
279
1954
una stanza ammobiliata ciò è possibile soltanto in misura
280
1954
possedere una casa sua; e che, in mancanza di
281
1954
il suo spirito casalingo e raccolto. C’erano sempre
282
1954
in un ordine amorevole e suggestivo, come per invitarmi
283
1954
per invitarmi a lavorare e garantirmi la massima intimità
284
1954
garantirmi la massima intimità e quiete; sopra un tavolino
285
1954
mai dei suoi tovaglioli e di una scatola di
286
1954
in simili dimore anguste e provvisorie. Dopo la prima
287
1954
stanza ad una seconda e più scrupolosa pulizia personale
288
1954
ciò che poteva brillare e rispecchiare brillasse e rispecchiasse
289
1954
ha un parafango scrostato e piegato, la macchina ha
290
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fa dare i nomi e gli indirizzi. Durante tutto
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felicità, perché ho mangiato e bevuto molto e bene
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mangiato e bevuto molto e bene e Battista alla
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bevuto molto e bene e Battista alla fine del
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film. Ma lo scontro e le spiegazioni susseguenti durano
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dieci, forse quindici minuti e io giungo in ritardo
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poltrona, le gambe accavallate, e Battista in piedi, in
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ho avuto un incidente e mi accorgo di adottare
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da nascondere: in realtà è il tono di chi
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voce singolare: «Un incidente... e che incidente?»; io allora
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incidente?»; io allora, stupito e forse perfino un po
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di non essere creduto; e, insomma, mi rendo conto
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Tuttavia Emilia non insiste; e Battista, tutto ridente e
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e Battista, tutto ridente e affabile, dispone sul tavolo
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sul tavolo tre bicchieri e mi invita a bere
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a bere. Mi seggo; e chiacchierando e scherzando, soprattutto
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Mi seggo; e chiacchierando e scherzando, soprattutto Battista ed
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paio d’ore. Battista è così esuberante e allegro
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Battista è così esuberante e allegro che quasi non
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che Emilia non lo è affatto. D’altra parte
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D’altra parte ella è sempre piuttosto silenziosa e
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è sempre piuttosto silenziosa e schiva perché è timida
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silenziosa e schiva perché è timida, così il suo
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conversazione almeno con sorrisi e sguardi, come è solita
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sorrisi e sguardi, come è solita: ella non sorride
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sorride, non ci guarda e si limita a fumare
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si limita a fumare e a bere in silenzio
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mi informa sul regista e sul compagno di sceneggiatura
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sul compagno di sceneggiatura e conclude invitandomi a venire
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per levarsi in piedi e dire che è stanca
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piedi e dire che è stanca e che vorrebbe
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dire che è stanca e che vorrebbe andare a
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insperata proposta di Battista e non posso fare a
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Io dico la somma e soggiungo: «Così i nostri
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per il prossimo inverno»; e intanto, vado con la
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lascia stringere la mano e non parla più fino
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contratto per la sceneggiatura, e ricevetti il primo anticipo
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di non essere tagliato, e che, invece, mi rivelò
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una mia insospettata vocazione. E quel giorno stesso ebbi
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riunione con il regista e con l’altro sceneggiatore
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altro sceneggiatore. ¶ Mentre mi è possibile indicare con esattezza
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casa di Battista, mi è molto difficile dire con
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quasi tutti i giorni, e potrei raccontare con abbondanza
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o meno uno spicco e un significato particolari. Vorrei
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forte né molto decisa, è vero, ma stranamente persistente
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persistente nella sua espressione e nelle sue giustificazioni. Sempre
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il pretesto non reggeva e insistevo per sapere se
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accordo dei sensi, completo e profondo, era accompagnato da
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circostanze sospende ogni giudizio e, si rimette al solo
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del tutto di difetti e così ritengo che apparissi
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vedevo i suoi difetti e lei vedeva i miei
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io continuavo ad amarla e a non giudicarla, Emilia
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scoprire alcuni miei difetti e mi giudicasse e cessasse
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difetti e mi giudicasse e cessasse di amarmi in
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in conseguenza. ¶ La felicità è tanto più grande quanto
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moglie ed esserne amato; e quest’amore mi sembrava
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aria che si respira e ce n’è tanta
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respira e ce n’è tanta e diventa preziosa
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ce n’è tanta e diventa preziosa solo quando
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sebbene amassi mia moglie e lei amasse me, mi
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quotidiano di secondaria importanza e con altre simili attività
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in seguito, ero completamente e profondamente felice. ¶ Alla fine
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Battista, un produttore cinematografico, e scrissi per lui la
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più alte ambizioni letterarie, e che, invece, era destinato
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del mestiere di sceneggiatore e col primo peggioramento dei
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due avvenimenti quasi contemporanei e, come si vedrà, legati
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cenato in un ristorante e Battista ha proposto di
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serata a casa sua e noi abbiamo accettato. Adesso
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accettato. Adesso siamo tutti e tre davanti all’automobile
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gran lusso, ma angusta e con due soli posti
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soli posti. Battista, che è già seduto al volante
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sporge da una parte e spalanca lo sportello dicendo
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dispiace, ma non c’è che un posto; lei
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torno a prenderla». Emilia è vicina a me, indossa
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solo che abbia, scollato e sbracciato, e tiene sul
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abbia, scollato e sbracciato, e tiene sul braccio la
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la mantellina di pelliccia: è ottobre e fa ancora
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di pelliccia: è ottobre e fa ancora caldo. La
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ancora caldo. La guardo e, non so perché, avverto
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bellezza, di solito serena e placida, questa sera c
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placida, questa sera c’è come una nuova inquietudine
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taxi». Emilia mi guarda e poi risponde con voce
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che Battista ci precedesse e noi due si andasse
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solo». Emilia incomincia: «Non è questo, ma...»; e io
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Non è questo, ma...»; e io, improvvisamente, mi accorgo
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di solito così calmo e armonioso, ora è offuscato
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calmo e armonioso, ora è offuscato e si direbbe
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armonioso, ora è offuscato e si direbbe decomposto da
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cede o meglio ubbidisce e sale nella macchina. Ma
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irresoluti, mescolati di preghiera e di ripugnanza. Però io
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passo sopra questa sensazione e, con il gesto, deciso
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sportello. La macchina parte e io, assai lieto, fischiettando
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lieto, fischiettando tra me e me, mi avvio alla
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casa del produttore non è lontana dal ristorante; normalmente
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con un’automobile privata e ambedue riportano alcuni danni
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sulla fronte, sulle tempie e sul capo, e attirava
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tempie e sul capo, e attirava la mia testa
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forse era semplicemente annoiato e diligente, come di chi
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animo, per sola volontà; e pur premendo il viso
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petto di lei, seminudo e or sì or no
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che arrischiava, con precauzione: «E che faresti se veramente
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nel suo seno dolce e caldo: «Te l’ho
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Battista». Avrei voluto soggiungere: “e mi separerei da te
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che ella mi amasse e temevo che questa separazione
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Ma io ti amo... e tutto questo è assurdo
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amo... e tutto questo è assurdo... ora lo sai
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gli fissi un appuntamento e poi ci vai e
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e poi ci vai e accetti il lavoro». ¶ «Ma
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non farmelo ripetere più... e io ci tengo a
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non ti amo più e io non tengo alla
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che ella non mentisse; e nello stesso tempo mi
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un tratto la presa e sussurrò: «Baciami, vuoi?». ¶ Mi
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Baciami, vuoi?». ¶ Mi rialzai e la guardai un momento
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colpito dall’aria stanca e quasi spossata che traspariva
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più che mai disfatto e irresoluto. Come se ella
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mi parlava, mi accarezzava e mi stringeva; e si
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accarezzava e mi stringeva; e si apprestasse a durarne
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il mento nella mano e feci per avvicinare le
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momento il telefono squillò. «È Battista», ella disse svincolandosi
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svincolandosi, con manifesto sollievo, e correndo nella camera attigua
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vidi staccare il ricevitore e dire: «Si... è qui
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ricevitore e dire: «Si... è qui, glielo do subito
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appunto parlando di lei e del suo nuovo film
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con lui qualche parola e poi riposi il ricevitore
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dalla stanza mentre parlavo. E non potei fare a
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di una famiglia patrizia e adesso, come avviene, sede
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inchiodate fotografie di attori e di attrici, pagine strappate
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di premi di festival e altri simili ornamenti comuni
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anticamera era già affollata e al primo sguardo, con
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dall’aria insieme stanca e indaffarata, dagli scartafacci che
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al tempo stesso ricercata e trasandata; qualche organizzatore o
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o meglio comparse, giovani e forse graziose, ma come
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gente passeggiava in su e in giù sul mosaico
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le pareti, sbadigliando, fumando e parlottando sottovoce. Le segretarie
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occhi che la noia e l’assenza di pensieri
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di pensieri rendevano vitrei e quasi strabici. Ogni tanto
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campanello dal suono violento e sgradevole squillava; allora le
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riscuotevano, chiamavano un nome e uno dei visitatori si
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si levava in fretta e scompariva dietro una porta
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porta dai battenti bianchi e dorati. ¶ Dissi il mio
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Dissi il mio nome e poi andai a sedermi
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a quella spiegazione completa e sincera che non avevo
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di sospendere il lavoro e mandare all’aria ogni
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amore, io nel mio. E tutto sembrava avviarsi a
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sempre sperare, anche quando è convinto di essere disperato
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non mi amava più, e, tuttavia, mi restava ancora
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nuovo, dietro di me e riprese la rivista. Dissi
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sceneggiatura, d’altra parte, è importante per me perché
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di chi sta leggendo e parla senza staccare gli
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Stetti un momento silenzioso e poi soggiunsi con voce
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di rifiutare questo lavoro». ¶ «E perché?». Il tono era
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il giro del sofà e venni a sedermi di
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a lei, l’abbassò e mi guardò. «Perché», dissi
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sai odio questo lavoro e lo faccio soltanto per
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più... allora tutto questo è inutile». ¶ Ella mi guardava
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guardava con occhi spalancati e non disse nulla. «Tu
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mi ami più», continuai, «e io non farò più
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avanti in questo modo e sento che è venuto
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modo e sento che è venuto il momento di
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Ormai l’avevo detto e così era giunto il
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per tanto tempo temuta e desiderata insieme. Provai a
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pensiero quasi un sollievo e guardai Emilia con una
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prima di tutto se è vero o no». ¶ Ella
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Ella mi guardava, irresoluta; e poi, improvvisamente, vidi passare
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da tenere con me e non avrebbe più deflesso
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ho bisogno di buio e di silenzio... te lo
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ebbe un lieve sorriso e poi aggiunse: «Ogni notte
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del russare che ignoravo e al quale, d’altra
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dormito con altre donne e nessuna di loro mi
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detto che russavo. Dissi: «E poi tu non mi
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Emilia, di solito riservata e decente, nell’intimità non
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stupiva ogni volta oscuramente e che mi attraeva per
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solita parlare prima, durante e dopo l’amore dell
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reticenza, con una crudezza e una libertà sconcertanti. Dissi
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amore, l’abbiamo fatto... e tu non sei uno
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amore mi darebbe noia e cercherei di non farlo
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cercherei di non farlo... e una donna può sempre
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pretesti per rifiutarsi, no?». ¶ «E va bene», dissi, «lo
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cui lo fai non è quello di chi ami
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quello di chi ami». ¶ «E in che modo lo
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che soggiace al cliente e desidera soltanto che la
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per rispetto di lei e anche di me stesso
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me stesso, preferii tacere. E, del resto, a che
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che non era vero e magari mi avrebbe ricordato
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tutto fuorché la tenerezza e l’abbandono ineffabile della
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ineffabile della vera dedizione; e io non avrei saputo
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saputo che cosa opporre; e, per giunta, offendendola con
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suo bel viso bruno e sereno, così armonioso, così
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così armonioso, così simmetrico e così compatto, subiva, nell
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ad un tratto smagrita e l’altra no, la
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dentro le occhiaie, smarriti e foschi, come dentro una
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sarei spiegato con Emilia; e il giorno dopo avrei
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L’ascensore intanto scendeva e io guardavo tutti quei
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l’ascensore si fermò e feci per aprire le
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casa, di disgustare Battista e di perdere il lavoro
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cambiare idea a Battista e indurlo a scegliere un
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lacerato tra l’interesse e gli affetti, incapace di
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affetti, incapace di scelta e di decisione. E chissà
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scelta e di decisione. E chissà quanto tempo ancora
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ancora sarei rimasto, esitante e smarrito, dentro l’ascensore
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entrò a sua volta e mi domandò a quale
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Glielo dissi; lei annunziò: «e io al secondo», premendo
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provai un sollievo profondo; e, insieme, mi venne fatto
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si vedevano i piatti e i resti della colazione
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che hai?... che ti è successo?». ¶ «Non dovevi far
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a me stesso, tacqui e sedetti a mia volta
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la rivista, senza guardarmi: «E tu che hai fatto
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nella stanza accanto. Pensai: «È Battista... ora gli dico
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sceneggiature... al diavolo tutto... è così chiaro che questa
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po’ a vedere chi è... sarà certamente per te
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sarà certamente per te»; e io mi alzai ed