Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

lo Stato di Milano, e che erano, nelle sovvenzioni

Imperadore non gli soccorreva. ¶ E già cominciava a sperimentare

bisogni di tanti Spagnoli. E lusingandomi che almanco, essendosi

spedizione de' suoi dispacci e patenti potevan bastarmi per

ogni diritto di spedizione e di suggello, sicome erano

non poco, con esclamazioni e gridi presso il presidente

me furon le ultime e finali. ¶ Tutti i forastieri

de' regni di Napoli e di Sicilia e dello

Napoli e di Sicilia e dello Stato di Milano

Stato di Milano. Non è — essi dicevano — cosa strana

essi dicevano — cosa strana e nuova, che un monarca

han meritata qualche mercede, e che stanno alla faccia

per loro sostentamento. ¶ Tutto è vero. Ma il mio

erano sì spietate, terribili e potenti, che avean fatto

che avean fatto crollare e cadere a terra le

ov'era io appoggiato e dalle quali era sostenuto

sostenuto. ¶ Il caso seguìto è tutto nuovo, né si

un simil esempio. Non è mai occorso che un

persone da altrui regni e province, e per lo

altrui regni e province, e per lo corso di

invitar sempre delle nuove; e, se fosse stato possibile

ne' regni di Spagna, e questi tenerli nella sua

tenerli nella sua corte e nella città di sua

i regni di Napoli e di Sicilia e lo

Napoli e di Sicilia e lo Stato di Milano

tanti reggenti, consiglieri, secretari, e per l'immensa turba

letame ed accrescer numero; e donde, finalmente, veniva il

per le loro figliuole e sorelle, ne' viaggi, nelle

poco era da esaurire, e quel poco appena bastava

Ne' regni d'Ungheria e di Boemia non vi

valere i loro diritti e prerogative di non ammettere

a supplire i pesi e le pensioni antiche ond

antiche ond'erano caricati, e sovente mancava il denaro

supplire una sì grave e ruinosa perdita. Né bastavano

compensarla. ¶ Infinite altre volte è accaduto che, perdutasi una

perduti, perch'eran poche; e, quando mancassero impieghi, sovvenirgli

ch'erano in Madrid e negli altri regni di

venne Madrid a sgravarsi; e que' a' quali non

il regno di Napoli, e poi quello di Sicilia

poi quello di Sicilia e di Sardegna, abolì tosto

andarsene alle lor case; e gli altri, ch'eran

Ed avvezzi all'abbondanza e fasto, col quale eransi

di ludibrio, tornando miseri e tapini, a' loro compatriotti

tapini, a' loro compatriotti; e pretendevano che l'Imperadore

sue parti, dovesse soccorrergli. E dall'altra parte l

averne tutto il compatimento, e che non gli avrebbe

Napoli ed in Sicilia e volevano mostrarsi zelanti al

Imperadore l'avrebbe accolti e mantenuti. ¶ All'incontro, a

dell'Uovo, poi Castelnuovo e gli altri intorno, rimanendo

le province di Capitanata e del contado di Molise

del contado di Molise, e quelle di Principato citra

di molti di confusione e di spavento; ma sopra

la sorgiva più abbondante e copiosa, di necessità dovean

sua condotta, imputandolo vile e codardo, che dovea opporsi

ed impedirgli l'entrata e non ritirarsi in Puglia

conto della sua condotta, e dato il comando delle

trovarono l'ultimo eccidio e ruina: poiché, premuto questo

per le spesse vigne e siepi di macere e

e siepi di macere e folte macchie, che le

gli riuscì così infelice e vergognosa, che gli fu

uopo posar l'armi e rendersi prigionier di guerra

altri generali ed ufficiali e tutta la milizia. Sicché

Basilicata, Terra d'Otranto e le due Calabrie — sotto

condizioni, poiché il presidio e le truppe che vi

ne' porti dell'Adriatico, e salve condursi a Fiume

il regno di Napoli, e che il prossimo di

per far lo stesso, e con maggior precipitanza; poiché

di forze, di munizioni e di gente. Ed i

l'esempio di Napoli, e che gli Spagnoli aveano

mari di Napoli navi e vascelli bastanti per intraprenderne

si offerirono di ricevergli, e s'intese che avean

a Napoli, per rendersi; e già Lipari avea inalberate

a quelle degli Spagnoli. E pure chi 'l crederebbe

alle marine di Bari e salvatosi ad Ancona, per

indi passare a Triesti e condursi a Vienna, gli

al regno di Napoli. E stando la Sicilia per

si trovava ivi viceré, e rifatto in suo luogo

il marchese Rubi, catalano, e mandato in Sicilia, con

che riguardava quel regno. E ciò, perché dalla sua

a' viceré di Napoli e di Sicilia. Ma uno

uno risiedeva ad Ancona, e l'altro dovea regger

che fare per Milano, e molto meno per Napoli

molto meno per Napoli, e che da Sicilia periclitante

obbligando i consiglieri, reggenti e secretari, con gli ufficiali

a discorrere del più e del manco intorno alla

fosse la mia aggitazione e sbigottimento. Poiché, se ancora

vantaggio mi scriveva miserie, e che il nuovo governo

spagnolo era sì rigido e severo contro coloro che

si metteva a scrivermi, e che io per non

stessi cauto nello scrivere, e che meglio farei d

meglio farei d'astenermene. E ben compresi che fosse

invece di conforto, disperazione e presagi di maggiori calamità

presagi di maggiori calamità e miserie, e ciascuno procurava

maggiori calamità e miserie, e ciascuno procurava in sì

i regni di Napoli e di Sicilia e lo

Napoli e di Sicilia e lo Stato di Milano

che, quando gli Spagnoli e spezialmente il conte di

pasceva di vane speranze. E gridando che almanco vi

per imbarcarle in Fiume e Triesti, furon le marce

Triesti, furon le marce e gl'imbarchi guidati con

guidati con tali disordini e confusioni, mancando il bisognevole

nemici, per restarvi prigioniere. E scorgendo gli Spagnoli che

de' regni di Napoli e di Sicilia, e più

Napoli e di Sicilia, e più volte sentendo colle

difesa pur troppo ingegnosa e valida. ¶ Fra l'infinita

Cesare, erano molti scherani e fuorusciti, chiamati “micheletti”. Di

agguati dentro i boschi e fra le montagne, ad

montagne, ad ingaggiar scaramucce e tender insidie. Fornita la

confini, in que' boschi, e scovertasi a gli altri

de' Spagnoli nel Regno. E costò all'Imperadore questa

negli abiti, nelle armi e nel bagaglio, che si

che si volle magnifico e pomposo. E con questo

volle magnifico e pomposo. E con questo e colle

pomposo. E con questo e colle poche truppe, ch

opporsi vigorosamente all'inimico. E — quel che recò stupore

vi era tal comando, e, se pur vi fosse

facile a gli alleati e d'impedirlo, ovvero, seguitandolo

fra le loro truppe e le spagnole. ¶ Si sentì

del Regno, ventiduemila soldati, e pure non esservene che

reggimenti; i tanti donativi e le sovvenzioni somministrate per

somministrate per le munizioni e fortificazioni de' castelli e

e fortificazioni de' castelli e delle piazze, e pure

castelli e delle piazze, e pure vedersi di tutto

aver con somma istanza e premura chiesto soccorso di

presso tutti meriteran lode e commendazione d'avere fin

ma compatimento, se abbandonati e posti nell'ultima necessità

riuscir loro più salutare, e che apportasse alla Città

che apportasse alla Città e Regno tranquillità e riposo

Città e Regno tranquillità e riposo. ¶ Questi sforzi, ancorché

de' regni di Napoli e di Sicilia, convincono che

come comunemente si vociferava e da tutti era creduto

così esausti di gente e di denaro, perché riuscisse

Imperadore bastasse per conservarli, e che la Spagna non

gli rese negligenti, scioperati e quasi che stupidi ed

badando che ad estraricchire e cumular tesori; i quali

stessi nazionali, ricchi, potenti e nobilissimi che si fossero

cariche, magistrati, signorie, ricchezze e tanti lucrosi impieghi, inventati

quanto presuntuosi, fanatici, illusi e fastosi, altrettanto sciocchi, da

marzo avvicinato a' confini. E proseguendo le marce senza

ostacolo, entrarono nel Regno. E superando il passo di

in Terra di Lavoro; e giunti ad Aversa la

conservarla colle province vicine, e quando non potessero, ritirarsi

in Napoli senza scompiglio e con somma tranquillità e

e con somma tranquillità e quiete di tutti, cominciarono

riducendogli all'ultime estremità e desolazioni. ¶ Poiché per trarne

alla mancanza di Milano e sovvenire a' nuovi Spagnoli

presidenti della regia Camera e de' giudici della gran

denaro, per esserne decorati. E si trovò in Vienna

in Vienna un infame e sfacciato napolitano, il quale

circolari a gli avvocati e ministri di Napoli, invitandogli

Rialp, secretario di Stato, e dal conte di Montesanto

in una grandissima costernazione. E sentendo che si tentavano

sapessero essersi dalla Francia e Savoia mossa guerra all

Imperadore, si credettero abbandonati, e che non si cercasse

un abbandonamento così improvviso e spietato. E pure si

così improvviso e spietato. E pure si trovarono degli

impoverire le lor case e l'imminente pericolo di

mandarono denaro in Vienna; e furon vendute due piazze

Milano. ¶ In tanta costernazione e disordine, pensava ciascuno di

mano degli ufficiali spagnoli, e stando esposto all'arbitrio

Spagnoli venuti da Milano, e supplire per Napoli e

e supplire per Napoli e Sicilia la mancanza di

anno quelle di novembre e dicembre onde a ragion

il regno di Napoli, e molto più quello di

Imperadore erasi ultimamente fermata e stabilita; e che l

ultimamente fermata e stabilita; e che l'Imperadore non

combattere che co' Francesi e Piemontesi, i quali sarebbero

sarebbero stati presto vinti e scacciati di Lombardia. E

e scacciati di Lombardia. E quantunque da tutte le

si facevano in Barzellona, e l'imbarco da quel

imbarco da quel porto e da altri di Spagna

da altri di Spagna, e le navi istradate già

onuste di grossa artiglieria e di altri attrezzi militari

di altri attrezzi militari, e che i generali conte

generali conte di Montemar e duca di Liria eran

suoi Stati in sicurezza, e sottrargli dall'insulti stranieri

avea fermata colla Savoia. ¶ E con questi discorsi e

E con questi discorsi e vane lusinghe, erasene già

Capitolo nono ¶ Anno 1734. Vienna e Venezia. ¶ Cominciarono in questo

che i generali Montemar e Liria, partiti da Lombardia

eransi fermati nella Toscana, e che ne' campi intorno

quali, sbarcate in Livorno e ne' vicini porti, s

a' confini del Regno; e che da Spagna l

Vienna s'eran fatti e tuttavia si proseguivano gli

gli apparati di guerra, e s'erano incamminati gli

incamminati gli attrezzi militari e le truppe per Mantua

le truppe per Mantua, e tutti gli sforzi erano

per combattere i Francesi e Piemontesi, e discacciargli dallo

i Francesi e Piemontesi, e discacciargli dallo Stato di

il Consiglio di guerra e tutti i Tedeschi, che

del regno di Napoli, e molto meno di Sicilia

fosse perduto in Napoli. E con tanta forza impressero

Nella mia Istoria civile e nell'Apologia, che fui

scuopo che di manifestare e porre in più chiara

tramezzano tra l'imperio e il sacerdozio; affinché, resigli

affinché, resigli più apparenti e chiari, ciascuno potesse accorgersi

la potestà de' principi, e quanto da ciò fossesi

glielo diede sovrano, intero e perfetto sopra i loro

Stati, per governar essi e non altri, i loro

altri, i loro sudditi. E trattando del regno di

fonti, onde tanti mali e disordini provenivano. E pure

mali e disordini provenivano. E pure, tutto ciò e

E pure, tutto ciò e l'aver sacrificato la

vita, i miei studi e i miei pochi talenti

sottrarre dalle umane necessità, e vivere sicuro in qualche

gli rivolse in contrario, e fece che io gli

trarrà sensi di pietà e compassione. ¶ Fu continuata la

le cose di Polonia; e nella mia lunga dimora

Stati propri dell'Imperadore. E pure il conte di

di Montesanto, come presidente, e suo fratello, a cui

almanco mettergli in sospetto. ¶ E tornato ch'io fui

si prolungava la lusinga, e continuavan tutti a starsene

potevan condursi in Italia. E stavan sicuri, che Savoia

non addossarsi la collera e l'indignazione di Cesare

quale l'avrebbe sconvolti e dissipati i suoi Stati

dissipati i suoi Stati, e sottopostolo al banno imperiale

quali, unite colle piemontesi e savoiarde, s'avviavano nello

tosto via da Milano, e ricovrossi a Mantua. Egli

avea che pochi reggimenti: e pure lo Stato avea

lo Stato avea contribuito e contribuiva per il numero

di munizioni, di presidio e di fortificazioni; poiché gli

rimesso al loro arbitrio e discrezione di fornirle, senza

Novara, Pavia, Tortona, Pizzichitone; e se ben entrati già

la città di Milano, e posto al castello stretto

pochi giorni fu reso e mandato il presidio a

tutti in somma costernazione e sbigottimento, non leggendosi nelle

sempre di armi fioritissimo e di piazze munitissimo (e

e di piazze munitissimo (e che un palmo di

senza perderci un soldato. E pure gli Spagnoli di

al Milanese il Monferrato [e] il Piemontese. E non

Monferrato [e] il Piemontese. E non mancarono ufficiali della

distesi nel Piemonte, Monferrato e nella Savoia stessa. ¶ E

e nella Savoia stessa. ¶ E questo spirito trasonico avea

colà impiegati ne' magistrati e nelle civili cariche de

civili cariche de' tribunali e delle secretarie. I quali

Vienna con visi allegri e festosi, come se da

non vinti, ma vincitori. E nell'istesso tempo assordavan

potessero sostenere sé stessi e le loro famiglie, dovesse

nuovi che cercavan soccorsi. E trovaron pietose orecchie che

i regni di Napoli e di Sicilia, aggiunsero peggiori

inteso, quando s'udiva e si leggeva nelle pubbliche

leggeva nelle pubbliche tesi e ne' frontispizi de' libri

che il nuovo Testamento, e tutta la divina tradizione

ed esserne suo vicario e vice–Dio. Esclami pur

gl'imperi lor terreni e mortali, ma a dare

agli uomini regni immortali e celesti; che i principi

corroda i loro regni e dentro i loro imperi

dottrine, che, ancorché empi e malvagi, salderebbero con Dio

aprendosi così questa facile e sicura strada di acquistare

terreno, un regno spirituale, e celeste. ¶ Bisognava, però, a

meglio le loro coscienze e non esporre gli uomini

provvide di sano intelletto e diritto discorso, alle persecuzioni

Stati facessero ogni sforzo e ponessero ogni studio di

Epistole di San Paolo, e di quanto è compreso

Paolo, e di quanto è compreso ne' libri del

libri del nuovo Testamento. E ciò nemmeno basta. Bisognava

quanto da una sincera e fedele istoria ecclesiastica è

e fedele istoria ecclesiastica è stato a noi tramandato

dottrine, disseminate altre massime e fatti nuovi Evangeli: bisognava

in una perpetua confusione, e pretender da' medesimi che

a storcere il cervello e perdere ogni diritto discorso

divenire peggiori di bruti; e di vantaggio non volendo

abusarsi del loro lume e natural discorso, esporgli a

a persecuzioni, a ruine e calamitosi pericoli. Bruggiati che

gli antichi sacri libri e spenta di lor ogni

si trovò tutto consunto; e nell'altra eranvi riposti

dell'antico ius pontificio e della sapienza degli antichi

di pochi riti semplici e schietti. ¶ E Livio stesso

riti semplici e schietti. ¶ E Livio stesso ci assicura

di tante peregrine religioni e di tanti sacrificuli, di

sacrificuli, di tanti pomposi e nuovi riti e multiplici

pomposi e nuovi riti e multiplici cerimonie, che sovente

al senato metterci argine. E Porcio Catone, in una

il lusso dell'Asia e della Grecia avea penetrato

della Grecia avea penetrato e corrotto fino l'antica

antica religione de' Romani, e che trasportate da Siracusa

che trasportate da Siracusa e dalla Grecia le statue

i Romani si burlavano e deridevano i loro antichi

di legno, facendone beffe e brutti scherni; ma ch

propizi, che i nuovi e peregrini. ¶ Quindi il senato

professavano allora in Roma e con ciò a porsi

ci furon gettati dentro e consumati ed arsi. Lo

accomodarsi alle nuove dottrine e sistemi. Altrimenti, rimanendo, non

apportare se non confusioni, e costringergli a far forza

intelletti di altrimente pensare, e torcere i lor discorsi

comun senso gli guida e detta: cosa, alla quale

arrivarono i più crudeli e spietati tiranni, che avesse

giammai. ¶ In questi studi, e fra tali considerazioni passando

depositari fattisi credere padroni e signori, e dall'esposizioni

credere padroni e signori, e dall'esposizioni ed esortazioni

la norma del giusto e dell'equo, e di

giusto e dell'equo, e di bilanciare le azioni

gli antichi affatto incognito e sconosciuto. Poiché, surto dapoi

innalzato fra questi ministri e dispensatori uno che, riducendo

gli altri da fratelli e compagni del suo ministero

a suoi propri ministri e servidori, poté stabilire il

l'ignoranza de' principi e semplicità de' popoli. E

e semplicità de' popoli. E con tanto maggior successo

potessero cambiarsi colle spirituali, e le ricchezze facilitassero l

acquisto del regno celeste, e che le donazioni, i

loro anime da' peccati e farle volare in Cielo

aprirono questa nuova, facile e piana strada, massimamente a

strada, massimamente a' facoltosi e potenti; ed a riguardo

facili d'esteriori riti e cerimonie, di pellegrinaggi, di

ad un'arte meccanica e puramente estrinseca; poiché, con

lustrale, con baciar reliquie e portare addosso scapulari ed

amuleti, con accender lampade e candele avanti le immagini

le immagini de' santi, e tanti altri atti estrinseci

aver quei pochi, semplici e schietti riti, affin d

ma da' Gentili stessi; e con ciò aver resa

pagani istessi ne' superbi e magnifici tempî, negli altari

altre tante nuove cerimonie. E chi ne farà paragone

degli Egizi, de' Greci e Romani, anzi di tutte

del mondo delle quali è rimasa a noi notizia

notizia, ch'ebber tante e sì innumerabili nazioni che

troverà che la cristiana, e per il numero e

e per il numero e varie divise de' sacrificanti

varie divise de' sacrificanti, e per la multiplicità, apparato

la multiplicità, apparato, magnificenza e pomposità de' riti, sia

divenuti già tutti pagani e superstiziosi, assai più che

imperio sopra i regni e domini de' principi fu

per le nuove massime e dottrine si tentava stabilire

che non pur scemasse e corrodesse i propri, ma

se gli rendesse soggetti, e finalmente l'assorbisse in

sottraendoli dalla lor giurisdizione e sottoponendogli alla propria, rendendogli

anche i loro beni. E quando Iddio avea riposto

se lo vider togliere, e la norma del giusto

la norma del giusto e del lecito passare in

nuovi tribunali, nuove leggi e nuovi istituti. ¶ E ben

leggi e nuovi istituti. ¶ E ben poteano accorgersi che

i loro reali diritti e sovrane preminenze; giacché, alla

il titolo di re e di monarca della repubblica

un mare all'altro; e che egli dovrebbe ridurre

tutto l'uman gregge, e divenire unico e sol

gregge, e divenire unico e sol pastore; ed infine

bestemmia; anzi era applaudito e caramente accolto ed inteso

si abbia in Lui è tutta schietta, semplice e

è tutta schietta, semplice e pura, della quale ne

capace ogni rustico villano e ogni rozza e vile

villano e ogni rozza e vile femminetta, così i

lasciò furon pochi, semplici e schietti, niente operosi, non

un cuor puro, umiliato e contrito, la sua religione

riguardava un regno mondano e sensibile, ma un altro

altro più sublime, spirituale e celeste. ¶ Voleva gli uomini

Voleva gli uomini solleciti e pien di zelo nell

di zelo nell'amore e carità verso di Dio

il principal lor sforzo e l'unico scuopo, dove

opere, i lor pensieri e lor parole. Serbare i

per te non vuoi, e far al tuo prossimo

vorresti che altri facesse. E tutto ciò operare, essendo

oprare, immersi in profondo e tenebroso sonno, cosa che

cosa che possa piacerti”. ¶ E poiché, essendo vivi e

E poiché, essendo vivi e terreni, in questa mortal

ingegnarci d'essere mondi e perfetti, per esser meritevoli

ed ammaestramenti così efficaci e salutiferi, che, ricorrendo a

a Lui si rivolge. E ci lasciò fino la

rimetta i nostri difetti, e ci allontani dalle tentazioni

ci allontani dalle tentazioni, e ci liberi da' mali

ci liberi da' mali e dalla contagione di questo

la somma delle cose, e qui consistere la perfezione

d'un vero cristiano; e queste essere le vere

essere le vere massime e la sana dottrina che

illumina le nostre menti, e la vera strada che

fossero sfuggite le contenzioni e le vane curiosità e

e le vane curiosità e ricerche di cose superflue

conducono alla nostra salute. E Sant'Agostino diceva che

per lo più astratte e metafisiche, nelle quali l

non ha voluto rivelarci, e che l'uomo sapesse

per la sua salute, e per ciò non doversi

suoi precetti fossero difettosi e mancanti: sicché fosse stato

sarebbe un'empia bestemmia, e riputar la divina Sapienza

Sapienza mondana ed imperfetta, e che, per suo difetto

che contengono l'intiera e solida credenza che l

l'uom dee avere, e la vera regola de

attenersi, per essere immutato, e, da terreno, farsi degno

qui a me ignote; e mi avvidi quanto in

sostegno, che le proprie e singolari opinioni umane; le

han cagionate tante confusioni, e ridottigli miseramente ad occupazioni

miseramente ad occupazioni vane, e a disputar di cose

religione sì schietta, umile e sprezzatrice di cose terrene

una macchina cotanto sublime e vasta, quanto niun'altra

del mondo, ancorché mondana, e che non avea altro

che giungervi o pareggiarla. E dall'istoria de' tempi

i quali, da amministratori e depositari fattisi credere padroni

per infinita sua bontà e beneficenza, mandato il suo

gli fosse di lume e scorta, additandogli la vera

scorta, additandogli la vera e sicura strada, onde da

strada, onde da terreni e mortali, potessero rendersi immortali

mortali, potessero rendersi immortali e celesti. ¶ Compresi questi essere

l'uomo con Dio; e chi l'udiva e

e chi l'udiva e facea quanto Egli gli

Egli gli avrebbe prescritto e comandato, stesse pur sicuro

sarebbe risorto ed immutato, e fatto coerede del Padre

fatto coerede del Padre e partecipe del regno celeste

trasgredivano i suoi precetti e comandamenti, sarebbero sì bene

peccato, ond'era absorto, e che, sicome tutti in

Cristo si sarebbero giustificati; e sicome per Adamo era

nel mondo il peccato, e pe 'l peccato la

per Cristo la giustificazione, e per lei la vita

vita celeste ed eterna. ¶ E poiché tutto ciò dipendeva

ciò dipendeva da gratuita e divina beneficenza, quindi questo

l'uomo dovea salvarsi; e per ciò, la resurrezione

ma tenesser per fermo e costante che, sicome Cristo

che in Lui credettero; e per ciò era detto

il primo a risorgere, e poi, visitando le tombe

nuovo tornar in vita, e negavano la resurrezione di

la resurrezione di Cristo. E pur Cristo risurse ed

mangiaron seco, lo palparono, e toccarono le cicatrici delle

cicatrici delle piaghe sofferte, e che avea carne ed

esser posto in croce e morto. ¶ Quindi i primi

vana ogni lor fede e speranza. E Tertulliano non

lor fede e speranza. E Tertulliano non inculcava altro

resurrectio mortuorum fiducia Christianorum. E Sant'Agostino solea per

togliendosi la resurrezione, cade e va a terra tutta

Gli uomini, adunque, mortali e terreni saranno resuscitati e

e terreni saranno resuscitati e ridotti in quello stato

erano prima di morire, e saranno resi eterni ed

adempiranno i suoi precetti e comandamenti, saranno immutati, e

e comandamenti, saranno immutati, e da terreni saran resi

Padre) una vita beata e gioconda, non soggetta a

opere, come inutili spine e triboli e come gl

inutili spine e triboli e come gl'infruttuosi oleastri

sante sue leggi, dov'è insegnata una perfetta morale

Dio, creatore del cielo e della terra, di tutte

solo mediatore tra Dio e l'uomo; aver questi

questi sofferto, per noi e per la nostra salute

la nostra salute, passione e morte; che trionfando della

trionfando della morte risuscitò, e visitando le tombe de

gli ridusse in vita e seco condusse nel celeste

quale, risorti, saranno giudicati e, secondo le di loro

celeste, ed i reprobi e malvagi precipitati nel tartaro

malvagi precipitati nel tartaro. ¶ E sicome la credenza che

novam promissionem regni coelorum. E San Giovan Crisostomo rende

il secondo nel Nuovo. E del mondo doversi considerare

comincia dalla sua creazione, e continua sino all'imperio

stato di natura mortale e terreno; la seconda dalla

Verbo, disceso in terra e presa carne umana, conversò

conversò fra gli uomini, e mostratigli nuovo lume ed

gl'innalzò dal fango e resegli immortali e celesti

fango e resegli immortali e celesti. ¶ Il principio di

apostoli di San Luca e dalle Epistole di San

Epistole di San Paolo; e viene a cominciare ne

sotto un equabile, giusto e clemente imperio, ed i

resi più culti, docili e mansueti. E Sant'Agostino

culti, docili e mansueti. E Sant'Agostino riflette, che

affinché, resolo più culto e docile, fossero disposti gli

a ricever que' ammaestramenti e quella dottrina, che dovea

con animo di proseguirgli. E distrigato di quanto pareami

libri del nuovo Testamento e da quanto i più

quanto i più seri e dotti espositori vi avean

eternità di quel Consiglio e per i nuovi cangiamenti

per quest'ultima guerra, e per me e per

guerra, e per me e per lei riuscì infruttuosa

Stanislao, padre della regina e suocero del Re. Ma

forze di quel regno, e che non v'era

principal autore del consiglio. E furon mandate in Moscovia

in caso di bisogno. E con tal occasione si

a' successi di Polonia, e niente si pensava o

temeva de' propri regni e domini. Intanto, come a

degl'imminenti propri mali e sciagure che ci soprastavano

sciagure che ci soprastavano. E con questa aspettazione, eravamo

nel principio del quale, e molto più approssimandosi la

primavera, crebbero i romori e gli apparecchi marziali, ma

di confusioni, di disordini e di guerre, non meno

scappar via da Vesti e di ritirarsi a Napoli

Napoli, egli, come si è detto, non volle riceverlo

a perir di disagi e di miserie; onde fu

lo provvedessi del bisognevole e lo facessi stradare per

stradare per gli studi, e cominciar da capo la

da capo la grammatica e l'ortografia e l

grammatica e l'ortografia e l'arte di scrivere

arte di scrivere emendato e corretto. Poiché non solo

in Vesti da rustico e selvaggio, onde, ancorché adulto

lasciata della mia roba, e commetterla ad altri. Ma

ne ricavassi alcun profitto, e che a' nostri invidi

che a' nostri invidi e malevoli — che non mancavano

vinto dalle loro esortazioni e mi ritenni, aspettando che

ivi, lontano dalla città e da altre cure noiose

il libro degli Evangeli e gli Atti di San

Atti di San Luca, e spezialmente l'Epistole di

E gli stessi Strabone e Diodoro, gentili che fossero

contaminati di quelle illusioni e delle tante favole, onde

innalzassero ad un stile e parlar magnifico e metaforico

stile e parlar magnifico e metaforico, tante arditezze, e

e metaforico, tante arditezze, e molto meno si mostrano

vaghi di splendide fantasie e di tante vane deità

ed infernali, di Sisifo e di Tantalo, e di

Sisifo e di Tantalo, e di tante altre fole

di tante altre fole e ciance, onde la gentilità

del mondo, può vantarsi; e per ciò Iddio l

dichiarandosene Egli particolar re e signore, e che da

particolar re e signore, e che da questo popolo

mondo il suo liberatore e redentore. ¶ Egli è vero

liberatore e redentore. ¶ Egli è vero che, negli ultimi

ma di peregrine dottrine, e ad allontanarsi dalla sapienza

varie città degli Assiri e de' Medi e de

Assiri e de' Medi e de' Persi dov'erano

vennero contaminati da nuove e peregrine dottrine. Quindi si

Ebreo, di lor nazione; e toltone i Sadducei, i

i quali furono fermi e rigidi osservatori dell'antica