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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Tassoni, L'Oceano, 1622

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
1
1622
descrizione d’una battaglia e l’altro un accidente
2
1622
ne mostra un braccio e una gamba, io discorrerò
3
1622
discorrerò di quel braccio e di quella gamba per
4
1622
per quello che sono, e forse delle qualità loro
5
1622
me pare assai buono e corrente; e credo che
6
1622
assai buono e corrente; e credo che l’uso
7
1622
Signoria averà più facile e franca la vena da
8
1622
Le comparazioni sono poche e potrebbono essere alcune di
9
1622
volte ha qualche difficoltà e sonovi alcune voci e
10
1622
e sonovi alcune voci e frasi poco toscane segnate
11
1622
ne le cose essenziali e seguita, per quant’io
12
1622
dati fuora venti canti, e il Villifranchi, che avea
13
1622
eroicamente l’istesso suggetto e tutti danno in questo
14
1622
Tasso ne la Gierusalemme e Virgilio ne l’Eneide
15
1622
Virgilio ne l’Eneide e niuno si ricora de
16
1622
Già per publica fama e per istorie notissime a
17
1622
cognizione alcuna di lui; e che andavano tutti nudi
18
1622
essere di natura pusillanimi e vili, se non vogliamo
19
1622
nondimeno più del fiero e combattevano con archi e
20
1622
e combattevano con archi e saette di canna con
21
1622
contra uomini disarmati, ignudi e paurosi? Non vede Vostra
22
1622
Vostra Signoria che questo è un confondere l’Iliade
23
1622
Iliade con la Batracomiomachia, e introdurre un Achille che
24
1622
Indiani li finge armati e bravi. E questo è
25
1622
finge armati e bravi. E questo è forse ancor
26
1622
e bravi. E questo è forse ancor peggio percioché
27
1622
che non avevano armi e che non erano tali
28
1622
esce apertamene del verisimile e l’intelletto non può
29
1622
di quelle parti ignudi e vili, a me non
30
1622
erano nondimeno tanto fieri e gagliardi che, combattendo con
31
1622
combattendo con archi grandi e saette con punte di
32
1622
sei mila tra fanti e cavalli armati contra una
33
1622
che i pochi armati e bravi vincano i molti
34
1622
vincano i molti disarmati e inesperti. E per questo
35
1622
molti disarmati e inesperti. E per questo l’Ariosto
36
1622
dal Colombo erano brune e andavano anch’esse ignude
37
1622
anch’esse ignude. Però è vanità il fingere in
38
1622
bellezze diverse dal colore e dal costume di quelle
39
1622
che combatta con lui è il maggior errore che
40
1622
senza controversia a tentare e scuoprire il mondo nuovo
41
1622
di mare, a contrasti e macchine di demoni, a
42
1622
impeti di genti selvaggie e a discordie e rebellioni
43
1622
selvaggie e a discordie e rebellioni de’suoi, che
44
1622
in parte cose vere. E negli amori andrei molto
45
1622
non uscire dal cerchio, e fingerei più tosto le
46
1622
si legge d’Anacaona. E quanto all’invenzione che
47
1622
ho per debole assai, e tanto maggiormente sapendosi che
48
1622
volta a questo suggetto e ne feci così all
49
1622
qui congiunta una copia. ¶ E le bacio le mani
50
1622
al nostro mondo aperse, ¶ e da barbaro culto e
51
1622
e da barbaro culto e rito indegno ¶ vinto il
52
1622
indegno ¶ vinto il ritrasse e al vero Dio l
53
1622
l’Inferno ei sostenne e l’onde avverse, ¶ e
54
1622
e l’onde avverse, ¶ e con tre sole navi
55
1622
giogo a cento regni e cento. ¶ Tu magnanimo Carlo
56
1622
perché la difendessi ardito e forte ¶ da l’inimico
57
1622
da l’inimico oltraggio e da lo scherno, ¶ tu
58
1622
gradisci il mio canto e tu da morte ¶ privilegialo
59
1622
domator de l’oceano ¶ e con le prore a
60
1622
tempeste nel mar placido e piano, ¶ e, invitata da
61
1622
mar placido e piano, ¶ e, invitata da un ciel
62
1622
da un ciel puro e sereno, ¶ gli apriva Teti
63
1622
lontan fuggir la riva ¶ e da tergo sonar l
64
1622
di rose il cielo e d’amaranti, ¶ e, affacciata
65
1622
cielo e d’amaranti, ¶ e, affacciata al balcon de
66
1622
trombe il nuovo giorno ¶ e i delfini a scherzar
67
1622
in poppa il capitano e ʼntorno ¶ cinte de’ suoi
68
1622
con parlar ferocemente adorno ¶ e con voci magnanime e
69
1622
e con voci magnanime e feconde ¶ diceva loro: «Oggi
70
1622
diceva loro: «Oggi, compagni, è il punto ¶ che ʼl
71
1622
sole a l’Oriente è giunto. ¶ Oscura abbiamo e
72
1622
è giunto. ¶ Oscura abbiamo e neghittosa vita ¶ fin qui
73
1622
meco a fama eterna e vera. ¶ E s’alcuno
74
1622
fama eterna e vera. ¶ E s’alcuno di voi
75
1622
maggior cura ¶ d’oro e di gemme a faticar
76
1622
vi toglia; ¶ ché pazzo è chi desia, per cangiar
77
1622
temeraria morte». ¶ Così parlava e già trascorsi tanto ¶ erano
78
1622
de l’aer denso ¶ e, antiveduto il suo periglio
79
1622
sorse ¶ dal nero seggio e l’empie man si
80
1622
empie man si morse. ¶ E, chiamando i ministri a
81
1622
aria avea d’Occidente e ʼl mar profondo, ¶ grida
82
1622
profondo, ¶ grida lor furiando: «E chi concessa ¶ al Colombo
83
1622
vil l’audacia oppressa ¶ e sommersa del mar nel
84
1622
farò provar l’ire e gli sdegni ¶ ch’io
85
1622
le perdute anime immonde, ¶ e legherovvi di catene eterne
86
1622
eterne ¶ tra ʼl foco e ʼl giel de le
87
1622
il re dell’ombre e ʼl guardo fiero ¶ volgendo
88
1622
impero ¶ toccassero le basi e i fondamenti. ¶ Come nottole
89
1622
nati ai rai lucenti ¶ e pareva che ʼl sole
90
1622
turbàr l’aure soavi ¶ e l’onde si turbàr
91
1622
onde si turbàr placide e pure. ¶ A l’apparir
92
1622
apparir degli empi spirti e pravi ¶ parve ascondersi il
93
1622
ciel fra nubi oscure ¶ e i venti, che dormian
94
1622
mar, ruppero i ceppi e le catene. ¶ Scatenato Libecchio
95
1622
Scatenato Libecchio Africa lassa ¶ e verso tramontana i vanni
96
1622
fondo del mar corre e s’abbassa, ¶ e le
97
1622
corre e s’abbassa, ¶ e le tempeste in ciel
98
1622
il periglio il capitano e passa ¶ a confortare i
99
1622
fuor che ʼl trinchetto, e piglia in poppa il
100
1622
faccia del ciel torbida e nera ¶ grandine e pioggia
101
1622
torbida e nera ¶ grandine e pioggia e fulmini e
102
1622
nera ¶ grandine e pioggia e fulmini e tempesta. ¶ Sparve
103
1622
e pioggia e fulmini e tempesta. ¶ Sparve il giorno
104
1622
il giorno col sole e innanzi sera ¶ notte si
105
1622
notte si fe’ caliginosa e mesta; ¶ né rimase altro
106
1622
elle ¶ perdon la forma e la sembianza d’onde
107
1622
salir verso le stelle ¶ e su le nubi alzar
108
1622
ne le voragini profonde; ¶ e al romper de l
109
1622
romper de l’antenne e de le sarte ¶ han
110
1622
pioggia, al cader folto e spesso, ¶ che giù nel
111
1622
soffiar dagli angioli perversi; ¶ e già comincia il capitan
112
1622
tutto fe’ il valoroso e fu veduto ¶ ne’ più
113
1622
consiglio vano, ¶ fermossi immoto e pien d’ardente zelo
114
1622
zelo ¶ rivolse gli occhi e le parole al cielo
115
1622
le parole al cielo. ¶ E disse: «Ecco, Signor, che
116
1622
frale ingegno. ¶ Se non è tuo voler che la
117
1622
de la tua legge e del tuo regno, ¶ perdona
118
1622
che non han colpa, ¶ e del soverchio ardir me
119
1622
la tua destra forte ¶ e d’Israel il popolo
120
1622
noi con egual sorte, ¶ e vegga de l’Inferno
121
1622
in cielo, in terra e ʼn mar tu sol
122
1622
preghiera al Ciel volando ¶ e fermò l’ali a
123
1622
piè del Redentore. ¶ Mirolla e ʼl guardo in Urriel
124
1622
de l’ispano regno è protettore, ¶ «Va’ tu» gli
125
1622
Va’ tu» gli disse. E quegli al gran comando
126
1622
s’armò di lampi e di terrore, ¶ e dove
127
1622
lampi e di terrore, ¶ e dove perigliar vide il
128
1622
Colombo ¶ trasse la spada e giù lanciossi a piombo
129
1622
orando in atto umile e pio, ¶ quando si scosse
130
1622
si scosse l’uno e l’altro polo, ¶ e
131
1622
e l’altro polo, ¶ e tremò il mondo e
132
1622
e tremò il mondo e un fiero tuon n
133
1622
l’angel di Dio; ¶ e parve ai lampi e
134
1622
e parve ai lampi e a le fiammelle sparte
135
1622
passa, ¶ piomba dal cielo e le disperge e fiede
136
1622
cielo e le disperge e fiede ¶ con l’artiglio
137
1622
fiede ¶ con l’artiglio e col rostro e la
138
1622
artiglio e col rostro e la fracassa; ¶ cotal l
139
1622
vanni abbassa; ¶ gli percote e gli caccia e li
140
1622
percote e gli caccia e li disperge ¶ e ʼl
141
1622
caccia e li disperge ¶ e ʼl nubiloso ciel colora
142
1622
l nubiloso ciel colora e terge. ¶ Fra i nembi
143
1622
spere; ¶ fuggiano i venti e i turbini sonanti ¶ e
144
1622
e i turbini sonanti ¶ e le procelle e l
145
1622
sonanti ¶ e le procelle e l’ombre oscure e
146
1622
e l’ombre oscure e nere. ¶ Egli in atti
147
1622
Egli in atti sdegnosi e fulminanti ¶ con la spada
148
1622
ferir l’inique schiere ¶ e cacciarle del ciel visibilmente
149
1622
brando, ¶ discaccia i demoni e le tempeste. ¶ Chi vuol
150
1622
vuol segno più lieto e memorando? ¶ Ecco il ciel
151
1622
ciel che s’allegra e si riveste ¶ d’azzurro
152
1622
si riveste ¶ d’azzurro, e ʼl mar che placa
153
1622
il terreno». ¶ Così parlava e di lontan vedea ¶ molt
154
1622
goder l’alme beate, ¶ e le chiamò Felici e
155
1622
e le chiamò Felici e Fortunate. ¶ Porto in una
156
1622
ch’entra nel lido e forma un ampio cinto
157
1622
forma un ampio cinto; ¶ e fuor, là dove ad
158
1622
ad imboccarlo vassi, ¶ stretto è di foce e d
159
1622
stretto è di foce e d’alti scogli è
160
1622
e d’alti scogli è cinto. ¶ Nella tempesta il
161
1622
con le sue navi ¶ e stanza vi trovò dolce
162
1622
aure soavi, ¶ fonti, rivi e d’amor la terra
163
1622
piena; ¶ fiorite l’erbe e gli arbuscelli gravi ¶ di
164
1622
arbuscelli gravi ¶ di frutti e intorno una continua scena
165
1622
intorno una continua scena; ¶ e tra le frondi augelli
166
1622
tra le frondi augelli e per le valli, ¶ persi
167
1622
persi, verdi, vermigli, azzurri e gialli. ¶ Ma non s
168
1622
in fra le piagge e l’onda. ¶ Come alzaron
169
1622
piede una di loro ¶ e da l’arco aventò
170
1622
a l’aura sparse ¶ e la faretra d’oro
171
1622
oro ond’era armata; ¶ e in succinto vestir leggiadra
172
1622
apparse, ¶ bianca la gonna e ʼl vago piè calzata
173
1622
calzata ¶ d’aurei coturni, e ne la faccia bella
174
1622
faccia bella ¶ qual tremolante e mattutina stella. ¶ E volgendo
175
1622
tremolante e mattutina stella. ¶ E volgendo a le navi
176
1622
navi i lumi irati, ¶ «E chi» gridò, «cotanto ardir
177
1622
gli eroi fatti beati ¶ e le ninfe immortali albergo
178
1622
le ninfe immortali albergo e sede». ¶ E ʼn questo
179
1622
immortali albergo e sede». ¶ E ʼn questo dir scoccando
180
1622
altera ¶ fossero i gesti e le parole un gioco
181
1622
scese ¶ co’ suoi compagni e un padiglion vi tese
182
1622
Quivi rifece antenne, arbori e sarte, ¶ e rivide le
183
1622
antenne, arbori e sarte, ¶ e rivide le poppe e
184
1622
e rivide le poppe e le carene. ¶ Ma de
185
1622
per quelle piagge amene ¶ e trovàr le vallette in
186
1622
ogni parte ¶ di cannemele e zuccari ripiene ¶ e di
187
1622
cannemele e zuccari ripiene ¶ e di starne e fagiani
188
1622
ripiene ¶ e di starne e fagiani e daini e
189
1622
di starne e fagiani e daini e lepri ¶ che
190
1622
e fagiani e daini e lepri ¶ che scherzavan fra
191
1622
scherzavan fra i mirti e fra i ginepri. ¶ Era
192
1622
ginepri. ¶ Era ancor primavera e da le viti ¶ pendean
193
1622
pendean l’uve mature, e i rami tutti ¶ parevano
194
1622
i gusti più cari e più graditi, ¶ che divennero
195
1622
La vaga gioventù focosa e ardente ¶ correa per abbracciarle
196
1622
ardente ¶ correa per abbracciarle; e correa invano, ¶ ch’elle
197
1622
elle si nascondeano immantinente ¶ e su l’avvicinar fuggian
198
1622
una n’apparia bella e ridente, ¶ e sembianze d
199
1622
apparia bella e ridente, ¶ e sembianze d’amor fea
200
1622
appresso ¶ scoccava l’arco e fuggia a un tempo
201
1622
strali erano d’oro e piaga mai ¶ nel suo
202
1622
percotea, ¶ né di seguirla e di cercarla a i
203
1622
rai ¶ de la luna e del sol si ritenea
204
1622
sembiante arder d’amore; ¶ e quando s’accorgean d
205
1622
accenti, ¶ lo spirito velocissimo e canoro ¶ or con tremule
206
1622
or con liete alternando e disciogliendo, ¶ da una rupe
207
1622
a nasconder la loro e trovar arte ¶ d’usurparsi
208
1622
trovar arte ¶ d’usurparsi e goder de l’altrui
209
1622
accinse, ¶ nandò l’Onore e l’Onestade in terra
210
1622
amor l’una restrinse, ¶ e l’altro mosse a
211
1622
stagione il vago aprile ¶ e s’infiamma d’arsura
212
1622
autunno Amor l’arco e ʼl focile ¶ co’ dolci
213
1622
sì tosto poi sazio è il desio, ¶ ch’un
214
1622
oblio. ¶ Godete, amanti lieti e aventurati, ¶ di primavera i
215
1622
di primavera i fiori e la verdura, ¶ soffrite de
216
1622
Così cantò la ninfa e ʼn tal maniera ¶ mosse
217
1622
mosse la gioventù cupida e sciolta, ¶ che per le
218
1622
le selve andar mattina e sera ¶ si vedea follegiando
219
1622
sera ¶ si vedea follegiando e di sé tolta. ¶ Vincere
220
1622
l suo periglio intese ¶ e vide ciò che ne
221
1622
tosto proveder consiglio prese ¶ e fe’ intimar che si
222
1622
partire; ¶ ma gli ordini e i comandi indarno spese
223
1622
i comandi indarno spese ¶ e i prieghi indarno e
224
1622
e i prieghi indarno e le minacce e l
225
1622
indarno e le minacce e l’ire, ¶ ché non
226
1622
altri, ei dicea loro: ¶ «E qual nuova cercar miglior
227
1622
tesoro, ¶ se la stanza e ʼl possesso ora lasciamo
228
1622
son dipinti questi frutti e fiori; ¶ ma il capitan
229
1622
hanno come gli altri e sugo e odori. ¶ Quest
230
1622
gli altri e sugo e odori. ¶ Quest’isola sì
231
1622
Quest’isola sì bella e sì gradita, ¶ albergo de
232
1622
albergo de le grazie e de gli amori, ¶ mostra
233
1622
almen con miglior sorte. ¶ E non senza ragion l
234
1622
tolle. ¶ Qui la primavera è sempre, autunno e state
235
1622
primavera è sempre, autunno e state, ¶ senza alcun verno
236
1622
state, ¶ senza alcun verno, e non è piano o
237
1622
alcun verno, e non è piano o colle ¶ che
238
1622
frutti non sia pieno e fecondo; ¶ e noi vogliam
239
1622
sia pieno e fecondo; ¶ e noi vogliam cercar d
240
1622
a prender nuova gente ¶ e la conduca ove s
241
1622
ei troverà compagni agevolmente ¶ e noi godremo qui felici
242
1622
partito il gran Colombo; e cento ¶ nati sul Tago
243
1622
Roldano, ¶ uom di feroce e indomito ardimento, ¶ e cento
244
1622
feroce e indomito ardimento, ¶ e cento già d’Italia
245
1622
Seco il minor fratello e ʼl maggior figlio ¶ conducea
246
1622
periglio ¶ fosser consorti entrambi e ʼn sua difesa ¶ o
247
1622
Quantunque volge l’una e l’altra riva ¶ de
248
1622
Liguria a l’Austro e al sol nascente, ¶ non
249
1622
o di maggior beltade. ¶ E questi e assai pochi
250
1622
maggior beltade. ¶ E questi e assai pochi altri eran
251
1622
mandò messi iterati ¶ attorno e delirar vide i più
252
1622
egli stesso al fine e gli ostinati ¶ smover con
253
1622
ostinati ¶ smover con dolci e con parole gravi ¶ cercò
254
1622
così poco ciel non è ristretta ¶ quella felicità che
255
1622
ciò che più gusta e più diletta, ¶ se dentro
256
1622
più c’ingolfiamo ¶ ritroveremo, e donne e frutti e
257
1622
ingolfiamo ¶ ritroveremo, e donne e frutti e fiori ¶ e
258
1622
e donne e frutti e fiori ¶ e, quel ch
259
1622
e frutti e fiori ¶ e, quel ch’importa più
260
1622
ch’importa più, gioie e tesori. ¶ Se v’arrestano
261
1622
l’alta impresa eletti ¶ e fate a la lor
262
1622
la lor fede oltraggio e scorno». ¶ Così dicea; ma
263
1622
ei tornò tutto dolente e mesto, ¶ fra sé volgendo
264
1622
il non pensato caso; ¶ e di perder temendo ancor
265
1622
rimaso, ¶ l’ancore svelse e uscì del porto presto
266
1622
uscì del porto presto ¶ e le vele spiegò verso
267
1622
sgomenta. ¶ L’isola gira e di lontan sovente ¶ manda
268
1622
sovente ¶ manda uno schiffo e gli animi ritenta; ¶ ma
269
1622
ogn’orecchia, ogni speranza è spenta; ¶ ond’al fin
270
1622
ond’al fin parte e i legni in alto
271
1622
con dolci usati ¶ susurri e va girando e torna
272
1622
susurri e va girando e torna e parte, ¶ e
273
1622
va girando e torna e parte, ¶ e, quando vede
274
1622
e torna e parte, ¶ e, quando vede al fin
275
1622
compagni a far dimora ¶ e gìan piangendo e di
276
1622
dimora ¶ e gìan piangendo e di lor vita in
277
1622
quando calò le vele e la sua prora ¶ tutto
278
1622
il vento per fianco e diede segno ¶ ch’a
279
1622
rabbia avversa ¶ s’oppone, e ritornar non gli concede
280
1622
attraversa ¶ che va girando e tardo e lento ei
281
1622
va girando e tardo e lento ei riede. ¶ Vince
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fin l’aura perversa ¶ e già securo ha sovra
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la palma, ¶ subito cessa e resta il mare in
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i marinai le vele e vanno ¶ cercando aura che
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cercando aura che spiri, e nulla giova. ¶ Senz’aura
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senz’onda stanno, ¶ perduto è quaggiù il moto o
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trova. ¶ Gettan gli schiffi e con fatica e affanno
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schiffi e con fatica e affanno ¶ cercan di rimorchiar
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prova; ¶ ma sì stentata è l’opra e così
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stentata è l’opra e così lunga, ¶ che troppo
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racolto, ¶ levò le mani e le preghiere a Dio
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le preghiere a Dio ¶ e disse: «Alto signor, tu
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custodir dal tuo avversario e mio, ¶ tu che rompesti
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dianzi il nembo folto ¶ e frenasti del mar l
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tu dammi or vento e fa ch’io ritrovi
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a la magion celeste: ¶ e ʼl messaggier divin, che
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succinto in luminosa veste, ¶ e ritrovò che gli angioli
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Colombo a l’Occidente ¶ e che più non tornasse
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le caverne lor frigide e vòte ¶ legaro i venti
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vòte ¶ legaro i venti, e restàr l’aure immote
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restàr l’aure immote. ¶ E avean lo schernitor di
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il quarto dì giugnea ¶ e ritrovava in orrida sembianza
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lontan videro i legni; ¶ e con le mani alzate
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con le mani alzate e con le vesti ¶ feron
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a i naviganti segni; ¶ e a l’approdar de
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che di prati fioriti e piagge amene ¶ s’eran
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cangiati in nudi sassi e arene. ¶ Fuvi di lor
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di quel luogo inospite e diserto ¶ corse ne l
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Ma poi che tempo e spazio ebbe il desire
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esperto, ¶ con vergognose luci e ʼn terra fisse, ¶ chiese
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chiese perdono al capitano e disse: ¶ «Quel dì, signor
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ninfe leggiadre in festa e ʼn danza. ¶ Ogni tristo
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era in sì bella e sì gioconda stanza; ¶ godevamo
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gioconda stanza; ¶ godevamo ugualmente e n’era aviso ¶ d
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l’ocean s’immerse ¶ e fu la luce sua
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a l’agitat’Oreste e d’orror cinta, ¶ che
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ne furo il sonno e le speranze rotte. ¶ Di
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rotte. ¶ Di rauche trombe e di tamburi il suono
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le fere in abbandono ¶ e ʼn vece de le
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parea ¶ ch’uscissero giganti e mostri ascosi, ¶ orribili, tremendi
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mostri ascosi, ¶ orribili, tremendi e spaventosi. ¶ Né le sembianze
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a i sensi oppressi e conturbati; ¶ ma d’urti
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ma d’urti fieri e di percosse strane ¶ sentimmo
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colpi da diversi lati, ¶ e le piagge vicine e
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e le piagge vicine e le lontane ¶ muggiar d
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muggiar d’urli feroci e di latrati. ¶ Così senza
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alba in Oriente apparve ¶ e le sue stelle in
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notte ascose, ¶ s’accolsero e fuggìr tutte le larve
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fuggìr tutte le larve ¶ e le finte bellezze insidiose
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sparve, ¶ gli ameni prati e le selvette ombrose; ¶ e
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e le selvette ombrose; ¶ e l’isola restar vedemmo
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piena ¶ d’orridi sassi e d’infeconda rena. ¶ Tre
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solinga stanza ¶ senza riposo e senza cibo stati, ¶ di
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corso». ¶ Qui tacque Blasco e lo smarrito aspetto ¶ degli
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Gli conforta il Colombo e con affetto ¶ paterno di
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si suole; ¶ fa ristorargli e ascolta con diletto ¶ i
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diletto ¶ i lor vaneggiamenti e le lor fole; ¶ e
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e le lor fole; ¶ e l’isola deserta intanto
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isola deserta intanto lassa ¶ e a prender acqua a
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passa. ¶ Vede rustici alberghi e abitatori ¶ e d’acqua
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rustici alberghi e abitatori ¶ e d’acqua chiede; e
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e d’acqua chiede; e, meraviglia strana, ¶ trova il
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grand’arbore in vece è di fontana. ¶ Stringonsi intorno
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i vapori ¶ del luogo e, fuor d’ogni credenza
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quell’arbore gli scioglie ¶ e gli distilla giù da
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adagio i vasi voti ¶ e tolse al dipartir rinfrescamenti
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tolse al dipartir rinfrescamenti; ¶ e veggendo del mar già
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d’intelletto fior dammi e di senso ¶ qual si
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de la magion divina ¶ e le finestre apria de
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repente, ¶ l’ancore svelse e a l’aura mattutita
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d’un bel sereno e puro, ¶ e tacevan del
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bel sereno e puro, ¶ e tacevan del mar l
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del mar l’ire e gli sdegni, ¶ e ʼl
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ire e gli sdegni, ¶ e ʼl vento, dianzi sì
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vento, dianzi sì perverso e duro, ¶ spirava in poppa