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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
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1920
Le pareva perfino troppa; e di essersi ubriacata, benché
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1920
solito. Niccolò l'approvava, e burlava Giulio quando stava
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non avrebbero più riso; e, allora, con la sua
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1920
sentito sghignazzare il cassiere e il direttore della banca
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1920
bene, parevano brividi; lente e comode, larghe e insolenti
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lente e comode, larghe e insolenti. Egli rideva anche
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la malcreanza d'Enrico, e la timidità corrotta di
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1920
tavola. Tutto doventava ridicolo e piacevole. ¶ Giulio disse: ¶ — Ora
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1920
piacevole. ¶ Giulio disse: ¶ — Ora, è troppo! ¶ Chiarina e Lola
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1920
Ora, è troppo! ¶ Chiarina e Lola gridarono: ¶ — No, no
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grifo dentro ai piatti e taci. ¶ — Se non vuoi
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1920
un bicchiere di vino; e vi passerà la voglia
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1920
di fare un bisticcio. È meglio divertirsi che altercare
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1920
dietro alla sua sedia; e, prendendogli la testa, lo
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1920
dov'era stato baciato; e, allontanandola con una spinta
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1920
puoi ritenerti? ¶ VI ¶ Chiarina e Lola, crescendo, si volevano
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sempre più bene. ¶ Tutte e due bruttine, nàchere e
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e due bruttine, nàchere e tracagnotte, troppo grasse; e
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e tracagnotte, troppo grasse; e si assomigliavano. Chiarina la
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1920
buona, cucendo da sé; e di grazioso non avevano
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1920
parlarsi, facevano una risatina; e, con gli occhi, si
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1920
soltanto il loro pudore e la loro innocenza. E
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1920
e la loro innocenza. E si promettevano sempre di
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1920
pensare a cose eguali; e avevano fatto proponimento, giurando
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1920
fortuna migliore. ¶ A tutte e due piacevano le passeggiate
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1920
le passeggiate in campagna. E la zia, sebbene non
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per una strada solitaria e quieta. ¶ Dovevano passare davanti
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1920
alla loro Scuola Normale; e allora davano un'occhiata
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Dando quell'occhiata, sghignazzavano e camminavano più leste; arrivando
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1920
fuori, una meridiana vecchia e stinta; senza il ferro
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1920
con qualche chiazza giallastra; e, dietro a quelle, viti
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1920
dietro a quelle, viti e olivi. Non c'era
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1920
la Strada del Mandorlo. E allora, tra gli olivi
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1920
vedere Siena. ¶ Quando Chiarina e Lola si soffermarono lì
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1920
tutto cinereo, ma chiaro; e il sole faceva doventare
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1920
Amiata, sempre più sbiadita e uniforme. I contorni dei
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1920
erba delle grosse greppaie. E Siena strapiomba su un
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1920
che in quel punto è quasi dritta; mentre, verso
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1920
con una finestra finta e le persiane verdi; con
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1920
chiocciole in mano. ¶ Chiarina e Lola fecero le boccacce
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1920
preti: uno basso, tarpagno; e un altro secco come
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1920
un nocciolo d'oliva. E alle due sorelle venne
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1920
strada erano tutti storti e piegati; sbilenchi, con rigonfiature
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1920
a canticchiare; ma, stonando e non andando a tempo
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1920
Non pensavano a niente; e la zia disse loro
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1920
arriviamo fino alla cappella? ¶ — È troppo lontana; poi, per
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1920
per tornare a dietro, è salita. ¶ — Non t'impaurire
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1920
avanti, con il marito e i cognati. Era stato
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1920
capiva di più. Energica e robusta, passava le giornate
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1920
le giornate in casa; e lavorava più lei che
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1920
non era meno massiccia e meno grassa. Il marito
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1920
meno grassa. Il marito e i cognati le empivano
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1920
le nascondevano qualche cosa; e non era più tranquilla
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1920
non era più tranquilla e contenta come una volta
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1920
di asciugarsi il viso e le mani, ella gli
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1920
la libreria non guadagna, e in vece facciamo i
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1920
ti ho visto preoccupato, e troppe volte hai detto
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1920
alzato così di buonumore, e tu me lo vuoi
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1920
Non fare il buffo! ¶ — E tu le bizze. ¶ — Non
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1920
ansia le dette forza. E, portatagli la cioccolata in
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1920
aveva il viso afflitto; e, pure di potersene andare
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1920
bene che ti voglio e gli anni del nostro
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1920
guardarti. Bada che non è una celia! ¶ — Mi minacci
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1920
buona moglie come credevo. E come ti vantavi. ¶ Ella
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1920
sognare un terno sicuro, e tornava a rigiocare i
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1920
quel suo fanatismo testardo e assurdo. ¶ Ella, allora, aspettando
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1920
era con lei sornione, e qualche volta cupo. Le
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1920
della libreria? ¶ — Non c'è il tuo marito? Perché
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1920
me? Questo latte non è più buono, come prima
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1920
ha voluto dirmi niente! ¶ — E, perciò, ti rivolgi a
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1920
voglio parlare con te, e più tu mi vieni
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1920
guardava con disprezzo, accigliato e con una serietà ostile
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1920
Ti prego di smettere e di andartene! ¶ Ella obbedì
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1920
andò difilato a bottega e disse a Niccolò: ¶ — Mi
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1920
Con me, se n'è guardata bene. ¶ — Mi credi
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1920
Mettiamoci, invece, d'accordo. E, quando viene Giulio, domandiamo
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1920
Oggi, le parleremo tutti e tre insieme. Perché non
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1920
alla tagliola. ¶ — Non c'è pericolo! Sono abbastanza furbo
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1920
una donna. ¶ — Appunto perché è una donna ci vuole
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ci vuole doppio giudizio. E bisogna metterla subito al
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1920
Siamo rovinati! Non c'è più scampo! Le donne
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1920
tanti riguardi! ¶ Giulio propose: ¶ — È meglio con le buone
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sé, a voce alta: ¶ — È meglio con le buone
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1920
Voi starete lì soltanto; e, se ce ne sarà
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1920
una pecora! Non c'è stato mai una mezza
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1920
fece chiamare in salotto; e mandò le nipoti in
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1920
la donna di servizio. E le disse: ¶ — Siamo tutti
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le disse: ¶ — Siamo tutti e tre sorpresi dei discorsi
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1920
Diteglielo anche voi: non è così? ¶ Modesta si sentì
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1920
sarebbe buttata in ginocchio; e invece si sentiva venire
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1920
tenersi ritta. Era sbigottita; e, nello stesso tempo, meravigliata
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1920
le avrebbe chiesto perdono, e che Enrico sarebbe stato
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1920
Ella li credeva indignati, e pieni d'ira. E
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1920
e pieni d'ira. E se, invece, avesse detto
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1920
una mezza parola, tutti e tre non avrebbero più
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1920
gli altri a ridere e a essere allegri; sentendo
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1920
venne subito... in carrozza... È uno dei pochi medici
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1920
immaginare tutto il rimanente!.. ¶ E siccome egli temeva che
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non ne poteva più. E il cavaliere disse a
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1920
faremo, presto, un'altra! E verrà lei con me
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1920
piedi non posso camminare. ¶ — E perché? Se cammino perfino
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1920
disse: ¶ — Noi abbiamo tutti e tre la gotta, come
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1920
gotta, come lei sa! ¶ — È una cosa che fa
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seppe quel che rispondere; e restò male, a pensarci
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Ah, non potrei sopportarla! ¶ E fissò in viso i
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meglio il loro animo. E, siccome si riteneva più
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1920
il Nicchioli già sospettasse. E tutte le volte che
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1920
si sentiva già perso e chiudeva gli occhi. Anche
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una specie d'immobilità. E, allora, sbagliava anche a
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se fosse stato sordo e non capisse. Gli saliva
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il sangue alla testa; e, se il cavaliere si
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aveva perso la salute; e dimagrava; benché, ormai, il
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1920
stesso vestito blu; lustro e magagnato. ¶ Il Nicchioli li
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Il Nicchioli li ammonì: ¶ — È inutile che ve lo
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si meravigliò un poco; e, credendo d'averli offesi
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farmi restituire ciò che è mio... non ho nessuna
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che voi siete buoni e leali... come me... Mi
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1920
avrebbe supplicato di smettere; e Niccolò ficcava all'incontrario
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Passava tutto il reggimento, e si sentivano soltanto i
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1920
passi cadenzati. Involontariamente, tutti e tre si voltarono ai
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1920
marcia. I vetri tremarono; e tutti e tre si
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1920
vetri tremarono; e tutti e tre si riscossero. Essi
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si riscossero. Essi ascoltavano; e i loro sentimenti parevano
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Nicchioli aspettò un poco, e poi riprese: ¶ — Vedete come
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Il Nicchioli fu soddisfatto, e disse: ¶ — Nessuno.. più di
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di me... vi stima. E non vi basta!. Ci
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conosciamo fino da ragazzi... e sarei pronto a restare
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Niccolò riescì a ridere e gli disse: ¶ — Lo sa
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s'era ancora sfogato, e Giulio dovette ascoltarlo per
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finalmente respiriamo! ¶ Niccolò propose: ¶ — E se gli dicessimo della
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1920
scommetto che la pagherebbe! È così benefico! Non hai
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hai sentito come parla? ¶ — E che importa se parla
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modo? Non bisogna approfittarne; e, forse, né meno credergli
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che al mercato c'è una palomba bianca come
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bianca come il sale, e una cesta d'anguille
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era pericolo di leticare. E disse: ¶ — Che vi ha
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fosse il suo confessionale! È un'indecenza. Quando la
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le triglie che puzzavano, e io le avevo scelte
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una, fresche? Non c'è da fidarsi! Datemi i
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denari; se no, c'è caso che lo compri
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1920
di lui, non c'è nessuno. ¶ E tutti e
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non c'è nessuno. ¶ E tutti e tre fecero
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è nessuno. ¶ E tutti e tre fecero una risata
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non sapeva fare altro e non capiva di più
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smettere, tutti e due. È una vergogna, tra fratelli
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potesse! ¶ Giulio disse: ¶ — Non è vero! ¶ — Tu lo scusi
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lo scusi sempre, ma è così. Fagli posare il
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morisse. ¶ Il Corsali chiese: ¶ — E perché? ¶ — Il perché lo
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parlare! Se fossimo io e Giulio soli, le cose
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andrebbero come ci vanno! È tanto tempo che desidero
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1920
desidero d'essere io e Giulio soltanto! ¶ — Ma ormai
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soltanto! ¶ — Ma ormai, c'e anche lui; ed è
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e anche lui; ed è bene che ci resti
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poteva commettere un'imprudenza. E il Corsali, accortosene, disse
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1920
vengo qui da amico; e potete essere sicuri che
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Giulio, allora, si riprese: ¶ — È Niccolò che fa immaginare
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ho detto? ¶ — Zitto, zitto! ¶ E si turò la bocca
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forte: ¶ — Io allegro? Questa è la più grande calunnia
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che se ne andasse. E, quando se ne fu
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si mise a singhiozzare. ¶ — E, ora, perché piangi? ¶ — Non
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bollenti; che lo accecavano. ¶ E non ebbero il coraggio
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Orazio Nicchioli, assessore comunale e capo di parecchie congregazioni
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1920
il padrone della libreria; e voleva bene da vero
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da vero a tutti e tre i fratelli. ¶ Aveva
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una bocca da bambino, e l'arricciava sempre. Guardava
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le cose? ¶ Giulio arrossì, e gli rispose: ¶ — Non cambiano
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per primo la parola, e con lui era quasi
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una differenza tra lei e Giulio? Lei se ne
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con lui; ma sorrise e basta. Giulio, invece, si
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sentiva un poco sconvolto; e doveva stare attento di
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più che contegno tenere. E Niccolò disse: ¶ — Giulio, dàgli
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moglie? ¶ — Sta bene; grazie. ¶ — E il bambino? ¶ — Ingrassa sempre
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lodarlo a modo suo: ¶ — È... veramente... un prodigio! Bello
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psi... si volta subito... E ha quattordici mesi precisi
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compiuti tre giorni fa... È la mia consolazione!.. ¶ Niccolò
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si mise il tubino e rispose: ¶ — Vengo subito! ¶ — Io
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al mondo non c'è altro. ¶ Niccolò gli faceva
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fino a Porta Camollia e poi in Pescaia, per
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sotto una poggiaia dirupata e sterposa, sempre più alta
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sterposa, sempre più alta; e Siena si ritira e
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1920
e Siena si ritira e si nasconde sempre di
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dentro un collineto lunghissimo e avvignato. Al Madonnino Scapato
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soltanto San Domenico; massiccio e rosso, su un rialzo
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di una nebbiolina rosea; e il Monistero, su un
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un'altura più ritta e più lontana, pareva dello
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due cipressi accanto; scuricci e acuminati. Un torrente affossato
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tremolante di pioppi storti e arrembati; impolloniti. Accanto ai
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1920
un verde così forte e fresco che il Nicchioli
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Ma si riprese subito, e non dette tempo al
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con i margini dorati; e disse: ¶ — Vede: io, per
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piangere... mia moglie, sensibile e nervosa com'è... si
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sensibile e nervosa com'è... si allarmò subito... perché
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1920
egli lesto si scansava e mostravasi arcigno; quasi offeso
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una mosca che vola. ¶ E si mise a ridere
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un riso violento, sensuale e acre. Il Corsali disse
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fu preso dal furore: ¶ — E io ti dico che
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prendo per il collo, e ti metto fuori di
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una risata così spontanea e gioconda, che quegli restò
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1920
accorto che celiavo? ¶ — Non è questo il modo di
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1920
non voleva sentirselo dire; e ridoventò minaccioso e provocante
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1920
dire; e ridoventò minaccioso e provocante. ¶ Vittorio Corsali era
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era magro, senza capelli e i baffi bianchi. Quando
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1920
si vedevano i denti; e tutta la testa pareva
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1920
domandò al fratello: ¶ — Quando è che ti senti disposto
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1920
mia compagnia d'assicurazioni. E là, dal piovano, ho
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1920
con veemenza: ¶ — Lo vende? ¶ — È quello che volevo dirti
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1920
dirti! ¶ Niccolò pareva adirato e come se avesse da
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1920
Giulio chiese: ¶ — Quanto pretende? È avaro? ¶ — Ci vogliono, a
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1920
mi viene a cercare! ¶ E spalancò la bocca, come
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1920
guardando ora il fratello e ora l'amico, con
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1920
disse con rammarico afflitto e brusco: ¶ — Non mi parlate
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1920
vuoi così! ¶ — Stasera, c'è il pollo? ¶ — Credo. ¶ — Se
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1920
te lo proibisce. Non è la prima volta. ¶ — E
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1920
è la prima volta. ¶ — E tu che mangi, Vittorio
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1920
come la broscia, lesso, e poi, se c'è
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1920
e poi, se c'è, un cirindello di cacio
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1920
Niccolò fece una risata, e disse: ¶ — Io vorrei trovarmi
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1920
biascicarlo? ¶ Egli era gaio e festoso; e si mise
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1920
era gaio e festoso; e si mise a raccontare
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1920
Ne sapeva sempre nuove; e allora rideva anche con
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1920
lo stomaco, sussultando: ¶ — Questa è bella da vero! Trovatene
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1920
la mia moglie s'è destata e m'ha
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1920
moglie s'è destata e m'ha detto: o
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1920
bottega. Era ancora assonnato e intontito; camminava tutto dinoccolato
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1920
intontito; camminava tutto dinoccolato e cozzò nel banco dov
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1920
si sa che c'è uno a dormire, dovrebbero
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1920
i giorni. Lo dicono! ¶ — E a lui che importava
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1920
zitto. Sono troppo buono! E tu perché ti sei
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1920
trovarcene almeno un bicchierino! ¶ — E hai bevuto l'acqua
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1920
la voce di cattivo; e seguitò: ¶ — Me lo dite
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1920
deve portare rispetto? Non è vero, Vittorio? Se me
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1920
Perché io sono permaloso. E, poi, per le cose
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1920
Giulio lo guardò meravigliato e rispose: ¶ — Mi sembra che
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1920
ti dico di no. ¶ — E, allora, perché volete insistere
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1920
che se ne vada! ¶ E prese in mano un
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1920
mano un vaso antico. ¶ — E tu, per rompermi la
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1920
deve tenere di conto! È d'una terraglia che
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1920
si scheggia a guardarla. E, poi, badate com'ha
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1920
cassapanca! Sei un lezzone e uno sciupone. ¶ Vittorio, che
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1920
piacere di smettere, tutti e due. È una vergogna
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1920
con i baffi biondi e un bastone con il
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1920
Aveva gli occhi turchini, e i baffi parevano un
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1920
che facevano gli altri; e aveva piacere se glielo
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1920
non compromessi come lui e i suoi fratelli, appartenessero
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1920
sorriso restava sempre impacciato e riservato; e quelle erano
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1920
sempre impacciato e riservato; e quelle erano le occasioni
247
1920
Niccolò non voleva amicizie e lo rimproverava tutte le
248
1920
sai che tra noi e gli altri c'è
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1920
e gli altri c'è una cosa, che nessuno
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1920
Giulio scosse la testa; e, poi, disse: ¶ — Non so
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1920
facciamo a andare avanti! ¶ E, allora, il piacere sentito
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1920
pareva una grande ingiustizia e una privazione acuta che
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1920
in mente parecchi progetti, e vi rinunciava a pena
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1920
guadagnato in altri tempi, e ora ha i denari
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1920
restò un poco perplesso, e poi rispose: ¶ — Già: è
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1920
e poi rispose: ¶ — Già: è una fortuna da vero
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1920
che esagerasse per spilorceria e per grettezza, si mise
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1920
Giulio socchiuse gli occhi, e seguitò: ¶ — Lei non mi
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1920
non vorrei mai dirle! ¶ E restò soprapensiero. Il Nisard
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1920
avesse capito lo scherzo; e gli domandò: ¶ — Crede che
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1920
penso prima a me e poi a voi! Dite
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1920
Giulio era restato male e imbarazzato. Ma Giulio esclamò
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1920
andare a casa? C'è altro da comprare? ¶ Il
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1920
gli accennò la porta, e quegli escì. ¶ Enrico, quando
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1920
meno: doventava più arrogante e rispondeva male. ¶ Allora Giulio
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1920
La tavola bene apparecchiata è una nostra debolezza. Siamo
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1920
non lo avrebbero aspettato; e sapeva che i primi
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1920
essersi impegnato ad aspettarlo; e, perciò, si dolse: ¶ — Non
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1920
mai di che colore è il cielo; m'è
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1920
è il cielo; m'è venuto a noia perfino
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1920
al macero! ¶ — Ma lei è così intelligente, e parla
272
1920
lei è così intelligente, e parla sul serio a
273
1920
Sono stato intelligente. Ora, è finita. Ho quarant'anni
274
1920
finita. Ho quarant'anni, e mi sembra di averne
275
1920
Nisard allargò le braccia; e, sorridendo, disse che si
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1920
grattare su i maccheroni; e, dentro di sé, diceva
277
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quando sente che non è di quello come piace
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come piace a noi!". E gli pareva di vedere
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aveva finito di mangiare, e di escire senza voler
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mentre le nipoti, Chiarina e Lola, ci ridevano; ed
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con una cadenza placida; e anche San Cristoforo, la
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gente era meno rada, e cominciavano a passare gli
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orologio replicò le ore; e a Giulio parve che
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rispondessero proprio a lui, e fossero saporite e allegre
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lui, e fossero saporite e allegre come una leccornia
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Poi escì, camminando lentamente e strenfiando; quasi sudando, benché
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come agli altri fratelli; e, da quanto aveva impippiato
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il viso da ridere; e se qualcuno, allora, si
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le mani, disse: ¶ — Vino e ponci! Ma i ponci
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era una gioia rabbiosa e violenta. Ed egli, ridendo
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quando torna Giulio, che è andato a un appuntamento
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si chiude questa paretaia; e si va a mangiare
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un chilo di parmigiano e certe pere che passano
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Il signor Valentini rise e gli batté una mano
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Poi, chiese: ¶ — Che Madonna è quella, lì nel mezzo
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lei dirò la verità: è una Madonna che ho
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lire sole! ¶ Si alzò, e con la voce che
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un idiota come quello! ¶ — E lei quante ce ne
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quattromila lire, quattromila lire! ¶ — E non l'ha data
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Ce ne prenderò seimila. ¶ E siccome s'era rimesso
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scatto, battendo i piedi e ricominciando a gridare: ¶ — Cento
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come lui, per darmela! ¶ E finse di ridere tanto
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esalti? ¶ Niccolò smise istantaneamente; e s'avventò alla porta
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dov'era una fruttaiola; e, allora, guardò le ceste
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frutta gli fece allargare e stringere le narici; e
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e stringere le narici; e gli si piegarono le
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raccapezzarsi più dove andasse, e a ogni pochi passi
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le immaginava più buone e più saporite di quante
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Giulio, ridendo. ¶ — Toh! C'è bisogno che mi faccia
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gli strinse un braccio e gli disse, dopo aver
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Ho visto certe mele e certe pere che... se
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che abbiamo incassato stamani; e mandacelo. Fa' invogliare anche
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lo faceva sempre chiudere e aprire. Guardò tutta la
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c'era qualcuno; sospettoso e pronto a qualche villania
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la sua voce nasale e strascicata. — Hai sempre voglia
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sua? L'impiantito, quando è consumato, bisogna rifarlo fare
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compagnia alla sua moglie! ¶ — È vero? Chi te l
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ci credete, per me è lo stesso. ¶ Giulio aprì
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delle dita dieci lire e gliele porse: ¶ — Vai da
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porse: ¶ — Vai da Cicia, e compra due chili tra
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due chili tra mele e pere. ¶ — Io ci devo
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non gli parlava più e non lo guardava né
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irritato. Giulio gli disse: ¶ — È lui che ti vuol
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avviò verso l'uscio; e Niccolò, allora, disse: ¶ — Purché
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qui tra i piedi! ¶ E, quando fu escito, seguitò
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fare niente. ¶ Ma tutti e due doventarono silenziosi. Soltanto
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che ho nel cuore. È una spina grossa come
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sua voce quasi supplichevole e dolce; e sarebbe stato
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quasi supplichevole e dolce; e sarebbe stato capace di
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petto: camminando in su e in giù per la
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soddisfatto di se stesso e dava occhiate di orgoglio
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devono esser sacre. Non è vero? ¶ — L'ho sempre
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dieci minuti soli che è andato via! ¶ E Giulio
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che è andato via! ¶ E Giulio sbirciò il suo
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Io vado a casa, e vi aspetto là tutti
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vi aspetto là tutti e due. Vieni presto! ¶ Ma
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la tesa del cappello; e richiuse gli occhi. Stava
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in tasca dei calzoni e la testa appoggiata a
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di vasi, di piatti e di pitture. ¶ — Ohé! Non
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ti vergogni a dormire! È tutta la mattina! Fai
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sdrusciò forte le labbra e aprì gli occhi guardando
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alla banca! Stamani, c'è un rinnovo. ¶ Niccolò fece
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Niccolò fece una sbuffata e rispose: ¶ — Vai! C'era
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correre, prendendo lo slancio; e tornò a dietro, rincantucciandosi
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a sedere. ¶ Era alto e grasso; con la barbetta
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brizzolata, le labbra grandi e gli occhi bigi. ¶ Allora
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altro fratello, lo guardò e chiese con premura studiata
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premura studiata: ¶ — Enrico dov'è? Dobbiamo sempre fare tutto
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di fare una passeggiata. ¶ — E rimproveravi me perché me
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firma su la cambiale e disse: ¶ — Bada anche tu
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Niccolò alzò le spalle e non rispose. Giulio disse
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sempre meno involontaria: ¶ — M'è venuta proprio bene! ¶ Il
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fratello abbassò la testa e fece un'altra sbuffata
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punta d'un piede; e, allora, tremava tutta la
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per pagare le cambiali! ¶ — E se alla banca scoprono
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anche il più forte e quello che sperava perciò
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si perdeva d'animo e andava alla banca soltanto
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indispensabile a guadagnare tempo. È vero anche, però, che
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senza destare nessun sospetto, e il cavaliere Orazio Nicchioli
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essere il loro amico, e ad andare alla libreria
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Niccolò: ma senza barba e più giovane, sebbene i
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biondi; il viso roseo; e gli occhi celesti facevano
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colore. Il più intelligente e il solo che avesse
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faceva anche l'antiquario; e stava quasi sempre fuori
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cercare alle fattorie antiche e nei paesi qualche cosa
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baffi più scuri; sgarbato e prepotente. ¶ Soltanto Niccolò aveva
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padre era stato fortunato, e anch'essi da prima
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alla bocca, la prese e se la mise in
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Niccolò lo guardava, imprecando e bestemmiando. ¶ — È inutile bestemmiare
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guardava, imprecando e bestemmiando. ¶ — È inutile bestemmiare. ¶ — Che devo
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Aveva la voce forte e robusta, e quando gridava
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voce forte e robusta, e quando gridava a quel
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era impossibile sentirsi afflitto e umiliato. E rispose, con
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sentirsi afflitto e umiliato. E rispose, con la sua
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camminare a testa alta e di farsi vedere senza
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su la sua sedia; e si mise a biascicare
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Come sta? ¶ — Io, bene. E lei? ¶ — Un poco di
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allora, guardò qualche libro, e Niccolò richiuse gli occhi
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Anzi, ci ho piacere. ¶ — E io campo da signore
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Oggi, a pranzo, tordi e quaglie. E mi son
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pranzo, tordi e quaglie. E mi son fatto mandare
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nella vita, non c'è altro! Sono nato un
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il fattore mi s'è ammalato. Come si fa
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sollazzava a quelle confidenze; e, fregatesi le mani, disse
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nipoti andassero a salutarlo e a baciarlo. Pensava: "C
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a baciarlo. Pensava: "C'è bisogno di queste smancerie
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bisogno di queste smancerie?". E non si rendeva conto
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possa fare veramente piacere e che risponda ai miei
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ho fatto credere io. E perché se io dicessi
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loro quel che penso, è certo che ne proverebbero
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che ne proverebbero dispiacere e non vorrebbero? Vuol dire
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abituati a me stesso e ad essere così, che
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fatto bene o male? E non potrebbe essere un
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a vivere adattandomi sempre, e costringendo me stesso a
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mi sembrava sicuramente forte e scelto bene. E se
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forte e scelto bene. E se io non volessi
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più in questa casa e forse ad andarmene chi
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da vero di godere e di soffrire soltanto per
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impossibilità anzi di prenderla, è la causa della mia
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gli pareva possibile cedere e trasmettere la sua sofferenza
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dovuto continuare a vivere, e il desiderio della morte
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morte gli parve preferibile e necessario. "Essi mi fanno
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né meno a rifiutarmi. E perché?". Ma il perché
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perché non lo trovava; e, a forza di pensarci
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non esisteva nessuna resistenza; e un giorno di disperazione
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ad essere senza preoccupazioni; e camminava a testa alta
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a testa alta, tronfio e rimpettito, come un signore
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fare visite da insuperbire; e, solleticando il suo amor
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gli parve troppo breve; e soltanto in treno, mentre
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del tempo! Per oggi, è bene ch'io abbia
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era vicino a buio; e Niccolò non si sentì
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era invece ancora chiaro; e, tra essa e la
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chiaro; e, tra essa e la basilica, la vallata
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monti lontani, era azzurrognola e placida; con anche certi
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case d'Ovile; sospinte e sdrucciolate giù per lunghi
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giudicassero pieno di boria e d'alterigia; e, andando
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boria e d'alterigia; e, andando a casa, si
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botteghe dove erano ghiottonerie e robe da mangiare. A
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bene! Una giornata incantevole! ¶ E, poi, fingendo una magnanimità
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troppo approfittarsi di lui; e, perciò, s'era imbroncito
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più fermo senza alterarsi. E aveva in mente di
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disposto magari, in seguito, e dopo aver visto le
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un diniego così reciso e anche umiliante. Ma la
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chiedergli troppo presto scusa e anche di accondiscendere, pensò
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di tempo alla libreria; e, il lunedì, sebbene non
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Il lunedì mattina, tutti e tre i fratelli si
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con gli occhi gonfi e pesti. Cavò l'orologio
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l'orologio dal taschino, e disse: ¶ — Oh, a presentare
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presentare la cambiale, c'è ormai due ore sole
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fece una sghignazzata rabbiosa e gridò: ¶ — Tu stattene cheto
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Egli era sempre mite; e restava assorto a almanaccare
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mento con una mano, e non alzava mai gli
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collottola dura di lardo e di cotenna, entrò anche
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entrò anche più fosco e imbiecato degli altri giorni
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Giulio, senza nessun rancore e senza nessuna animosità, gli
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rispondere; poi, disse: ¶ — Domani è domenica: vogliamo mangiare una
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non mangio con voi! ¶ — E perché? Dove vai? ¶ Niccolò
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insolente, rispose: ¶ — A Firenze. È tanto tempo che non
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i fagioli a Firenze, e tu comprerai i tordi
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X ¶ La domenica, Giulio e il cavaliere Nicchioli fecero
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era andato a Firenze; e perché non lo dissuadessero
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Il libraio era distratto, e rispose: ¶ — Dove vuole lei
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vuole lei. Per me, è lo stesso. ¶ Nell'aria
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era una dolcezza pungente; e le campagne parevano gli
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i contadini avevano vendemmiato; e perciò i cancelli su
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ancora le spine. ¶ Siena è come tante strisce dritte
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strisce dritte di tetti e di facciate, della stessa
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poggetto. Ma San Francesco e Provenzano, con spicchi di
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non fosse più ripida. E le mura della cinta
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dalle loro torrette smozzicate e vuote, lasciano un gran
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troppo sotto la cinta; e Siena non si vede
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case ammucchiare alla ridossa. E la Torre del Mangia
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volti a vedere com'è bella la nostra Siena
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un sospetto troppo forte. E, poi, si sentiva con
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con una devozione intima e profonda. Ma, standoci insieme
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standoci insieme, fu tentato; e gli parve possibile che
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per altre poche settimane e basta! Ma quando sentì
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quella sua tenerezza vanitosa e saccente, gli disse: ¶ — Domani
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un gran rivoltone dentro, e continuò come se fosse
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denari.... ¶ Il cavaliere impallidì, e chiese: ¶ — Quanti? ¶ — Un diecimila
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Quanti? ¶ — Un diecimila lire! ¶ — E perché? ¶ — Siamo restati al
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secco. ¶ Il cavaliere trasecolava e allibiva; e Giulio si
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cavaliere trasecolava e allibiva; e Giulio si accorse che
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da un tempo incalcolabile e che fosse possibile rimediare
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il Nicchioli non sospettasse, e sorrise. Ma il cavaliere
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alzava più gli occhi e non aveva più voglia
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Egli entrò in camera, e ci si chiuse. Sentì
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importava più di niente, e le voci di quelli
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meno ad essere triste e a preoccuparsi: una chiarezza
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gran guazzabuglio di ricordi e di pensieri, ch'egli
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Sentiva dissolversi ogni cosa e non riesciva più a
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gli avrebbe fatto piacere; e gli sarebbe parso naturale
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allontanava agevolmente dalla realtà; e gli pareva che avrebbe
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quasi due ore. C'è qualche motivo perché tu
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quel che ne pensi, e se gli hai detto
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Non te ne fidare: è doppio come le cipolle
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fai il tuo comodo. ¶ E, ritirata la testa, chiuse
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in mezzo alla cognata e alle nipoti gridando? Come
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un uomo può cambiarsi! È lo stesso di una
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egli restava a sedere; e nessuno, vedendolo, avrebbe potuto
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suoi occhi doventavano luminosi e trasparenti; e avevano una
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doventavano luminosi e trasparenti; e avevano una tristezza, che
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ma la seconda no. E, poi, se non ci
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ci fossero quelle false e quelle vere del Nicchioli
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avevo pensato! Il meglio è dirlo al cavaliere, dunque
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carte che c'erano, e con le unghie volle
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banca? Ci vado io. E gli chiedo che ci
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eccitava anche di più; e finì che egli ebbe
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si volse attorno impaurito, e chiese: ¶ — Non siamo soli
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chiese: ¶ — Non siamo soli? ¶ E, data una stratta alla
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tutto, baciò le nipoti e disse alla moglie: ¶ — Modesta
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volta. Dacci pane, acqua e qualche cipolla cruda. Io
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altro! ¶ Modesta si spaventò e si volse a guardare
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La febbre! Quando t'è venuta? ¶ Egli entrava da
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stanza a un'altra, e riesciva subito. Non capivano
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sempre senza fermarsi: ¶ — Chiarina, è venuto già il tuo
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carezza sotto il mento e girò gli occhi su
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medico? Non ce n'è bisogno. Sono venuto a
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a farvi una visita e a cercare il mio
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s'era ancora fermato; e la moglie gli domandò