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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
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2017
portone fino alla pensilina e sui davanzali una fila
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erano ancora state rimosse e la zona accanto al
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i fili della biancheria, e al secondo piano una
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del tramonto. ¶ «Nicolina» disse e l’emozione del ricordo
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salì al secondo piano e bussò a una porta
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uomini come lui, timidi e bisognosi di una particolare
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soddisfare. ¶ «Prego, si accomodi» e lo condusse in cucina
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il caffè, lo zuccherò e aspettò che bevesse. ¶ «Buono
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la tazza tra pollice e indice. Sembrava una ragazza
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il cappello. ¶ Lui arrossì e si scusò, nella confusione
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una spazzola dal cassetto. ¶ «È pieno di polvere, pare
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pantomima, manco fossero marito e moglie. «Ti ricordi di
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studentello dal culo secco e le mani grandi» rispose
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più notizie da allora.» E scoppiò in una risata
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sguaiata. Poi si avvicinò e gli poggiò le labbra
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Come siete caldo. Non è che vi siete preso
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attimo allentò la cravatta e, slacciato il colletto, le
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pelle, raggiunsero i capezzoli e li pizzicarono. Lui balbettò
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gli tolse le scarpe e prese a massaggiargli i
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piedi. ¶ Mario si sdoppiò e cominciò a osservarsi dall
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Guardatemi» gli ordinò Nica e con un gesto veloce
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il senso del dovere e si lasciò travolgere dalla
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donna armeggiò con fili e cordoni, sollevò le braccia
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balzo le fu addosso e la prese lì, in
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fuoco, magma bollente. ¶ Improvviso e violento come una saetta
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la dimensione del tempo e dello spazio: erano passati
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generale» si complimentò Nica e sgusciò via da quell
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si frugò nelle tasche e poggiò i soldi sul
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fa niente. Dove c’è sfizio non c’è
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è sfizio non c’è perdenza.» ¶ Capitolo 8 ¶ Maruzza, nonostante
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muoveva da un lato e dall’altro inseguendo gli
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faccina si faceva seria e un broncio tenero le
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le cadeva sul petto e, cedendo al sonno, la
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candela consumata. ¶ «Se chista è malata, manco domani agghiorna
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le si sdraiava accanto e lasciava la mente libera
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doglia ritorna la voglia. E poi non era capace
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materassi li abbiamo pagati, è arrivato il momento di
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di comprare una lavatrice” e ne aveva viste diverse
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lingua nel suo alveo e incominciò a parlare. ¶ «Mmma
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Mmma mmmammma mmma» disse e le sue guance piene
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tirava fuori la minna e gliela ficcava in bocca
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latte ne aveva tanto e anche di buona qualità
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picciridda» osservava zia Ninetta. ¶ «E così risparmiamo» conveniva Melina
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caldo per spingerlo lontano e cominciava a urlare. ¶ “Si
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stancherà” pensava la madre e la lasciava sbattere. A
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stava andando in pappa e lei si era trasformata
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nere sotto gli occhi e la faccia smunta. ¶ Ninetta
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Avrebbe prima dovuto gattonare e invece a che stava
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allora tra le braccia e cominciò a parlarle dolcemente
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ti preoccupare, il parto è cosa di commare» ripeté
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la adagiò sul lenzuolo e cercò di visitarla. «Qua
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cercò di visitarla. «Qua è tutto aperto» disse con
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che t’allibberti subito.» ¶ E invece ci vollero ben
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testa piena di ricci e la funcia di un
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ad attaccarla al seno e la piccola cominciò a
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spalancata. ¶ “Però la picciridda è sapurita, niente da dire
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forza contro il palato e le tenne fermo il
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srotolò la lingua fuori e riprese a respirare. ¶ Iniziò
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voce: «La picciotta strammìa», e cominciarono a sorvegliarla prodigandosi
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Insaponava quel corpicino tondo e roseo, strofinando energicamente la
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preparato un bel corredino, e profumata di acqua di
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l’attaccava al seno e la allattava fino a
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a tenerla in pugno e non il contrario. Il
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nel puerperio la tristezza è più dannosa delle infezioni
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non sei neanche sposato e già tieni ’na creatura
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vai, battezzi la piccerilla e torni, siamo intesi?» ¶ Mario
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Maruzza, come mia madre, e speriamo che sia più
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vista la picciridda?» ¶ «Sì e mi pare perfetta» lo
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Ha una vuccuzza rosea e due occhiuzzi vispi. È
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e due occhiuzzi vispi. È tua moglie che mi
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Il parto, l’allattamento e pure la solitudine… Lo
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solitudine… Lo sai com’è superba Melina, non dà
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dà confidenza a nessuno. E invece tutti abbiamo bisogno
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una sigaretta, prendendo tempo. ¶ «E pure tu, benedetto figlio
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la picciridda dal dottore e con la scusa fai
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un misto di borotalco e acqua di Colonia, di
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di Colonia, di speranza e fiducia, di certezze e
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e fiducia, di certezze e illusioni. ¶ La figlia era
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pomi, i capelli folti e neri sulla testolina tonda
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la appoggiò al petto e provò una tale tenerezza
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Una nuova vita, ed è opera mia” pensava orgoglioso
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delicatezza, la girò davanti e di dietro, le guardò
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sapere il carabiniere. ¶ «No, è una malattia ereditaria» rispose
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lui sbiancando. ¶ «No, che è ritardata» lo gelò quello
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strada del ritorno, marito e moglie se ne stavano
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pensieri. ¶ «Se la malattia è ereditaria, vuol dire che
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che in famiglia c’è una mela marcia» disse
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con lei nell’ingresso. ¶ «E la lingua?» le fece
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sberleffi» rispose la zia. E la sua risata, sommata
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Quando mai! Tutti sani e forti. Se non fosse
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fine di una festa è così triste.” ¶ «Tieni, Mario
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alla figlia, era bella e già le voleva un
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Sei bugiardo» strillò Melina e aveva le pupille ristrette
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chianci» si lamentò lei. ¶ «E basta! La figlia è
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E basta! La figlia è anche mia e i
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figlia è anche mia e i guai sono nostri
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segreto: «Mi sento solo. E la città mi fa
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ci sono mezze misure e ogni tinto peto, tra
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peto, tra vicoli stretti e piazze smisurate, risuona come
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cosa» continuò l’appuntato e tirò fuori dalla tasca
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secca, dai capelli radi e il viso piatto, l
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trecce lunghe. ¶ «Quella magra è carina, ma mi sembra
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mi sembra molto giovane.» ¶ «È la mia fidanzata, sembra
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ci prendono in giro e ci assicutano cantando: “Lassala
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Lassala iri ca’ nica è”. Lei si mette a
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comporta come una picciridda e a mia mi piace
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piace?» ¶ «Non lo so.» ¶ «È una brava ragazza, si
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insieme al mio paese e te la presento. Magari
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presento. Magari ti innamori e facciamo il matrimonio con
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sentì più di mentire e vuotò il sacco: «Sono
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non dirlo a nessuno!». ¶ «E bravo, siccu siccu e
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E bravo, siccu siccu e zittu zittu, pare ca
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po’ nascerà mio figlio e, se si viene a
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cominciò a camminare su e giù per la stanza
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stanza, dilaniato tra amicizia e senso del dovere. ¶ «E
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e senso del dovere. ¶ «E se Dio non voglia
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passiamo un guaio tutti e due» acconsentì l’appuntato
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la sua linea ipocrita e si oppose con ottusa
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intero Paese diventò cupa e asfittica. Il battaglione fu
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un periodo di noia e ozio. Se ne stava
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del governo con scioperi e manifestazioni. Temevano, i più
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per la Resistenza, studenti e camalli, alla fine del
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gli rispose il prete. «È tutto vero. Passi quel
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muratore, lui se l’è cercata: era uno che
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destino.» ¶ “Uccidere una femmina è come estirpare la radice
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della vita” pensò Mario e cominciò a sudare. Si
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chiamare. ¶ «Guagliò, che t’è successo?» ¶ Mario si strinse
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alla moglie: «Come stai? E il bambino?». ¶ «La mamma
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il bambino?». ¶ «La mamma è morta» annunciò lapidaria. ¶ «Ma
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annunciò lapidaria. ¶ «Ma com’è successo? Stava male?» ¶ «L
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lana di colore rosa. È colpa di mio padre
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Capitolo 6 ¶ Era agosto inoltrato e faceva molto caldo il
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2017
acque bagnarle le cosce e mischiarsi al sudore. Fuori
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mio marito non c’è, e se mi sento
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marito non c’è, e se mi sento male
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ad aumentare di intensità e frequenza. ¶ «Quando sarà il
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bruciare rosmarino nel camino, e poi mentre la sua
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sua pancia si alzava e abbassava, figuriamoci. ¶ Nella penombra
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si ripeteva per calmarsi e nell’attesa si assopì
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figlio sta in viaggio e tu fai la bella
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La ragazza si scusò: «È che non avevo nulla
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intorpidita, il bacino insensibile e formicolante. Aveva perso il
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controllo del suo corpo e si stava facendo la
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pipì addosso. ¶ Ricadde indietro e si mise a singhiozzare
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stesso, balzò in avanti e senza dire una parola
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gli si apriva, vasta e inospitale, la piazza di
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i metri tra lui e la fontana centrale gli
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ginocchia. Aveva corso troppo e non aveva mangiato. ¶ Aspettò
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i riccioli di Melina e i battiti del suo
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nello zaino i vestiti e il regalo per la
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si asciugò le lacrime e lo baciò sulle guance
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nzà mà sbagli treno e finisci a Milano» e
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e finisci a Milano» e lo spinse fuori dalla
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secco sparì all’orizzonte e Ninetta cominciò a piangere
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ad accogliere i viaggiatori e un provocante sette di
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Ma di che nicche e nacche?» esclamò il carabiniere
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Gli italiani del Sud e quelli del Nord viaggiavano
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la testa allo zaino e chiuse gli occhi. Ne
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stretta. Un impulso folle e morboso non gli dava
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lo sciabordio delle onde e lo sferragliare del treno
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messa era appena finita e la gente sciamava sul
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sconosciuti dalle facce scure e i vestiti colorati. Osservò
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a quattro a quattro e spalancò la porta della
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vitrei. Un desiderio primitivo e animalesco lo colse all
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sdraiò vestito com’era e tirò a sé la
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bocca con un bacio e le sfilò la camicia
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testa da un lato e si vide riflesso nello
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piedi. Si sentì ridicolo e rabbioso si avventò su
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che si ritrasse impaurita e cominciò a risalire verso
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i suoi seni tremarono e Mario allora scattò come
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L’agguantò con tutte e due le mani per
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si slacciò i pantaloni e con un colpo di
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Le bloccò le gambe e si prese un morso
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Ci volle del bello e del buono perché lui
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della verginità della moglie e, quando ci riuscì, dentro
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ventre di Melina angusto e scabroso come un mucchio
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degli innamorati. Poi, esausto e deluso, scivolò dalla sua
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gli si raggomitolò accanto e lo coprì di baci
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aveva i denti legati e la lingua appiccicata al
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inesperienza, alzò il tiro e provò a sculacciarla, come
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tirò fuori le unghie e soffiò dal naso. ¶ Giacevano
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faceva beffe di lui e della sua infelicità, frusciando
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virili trovò la stabilità e il conforto che il
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bacarozzi lo resero sereno e la scontentezza si stemperò
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la cornetta. Sembrava imbarazzata e contrariata: quel figlio non
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per la nuova vita, e impaurito dalle responsabilità cui
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mani, le gambe intrecciate e puntate al soffitto, l
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gli si sedette accanto e accordò il respiro con
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una voce nelle orecchie e il calore di una
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pieghe del viso congestionato, e lo fissava: così felice
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gambe, rotolò sulla schiena e atterrò sul pavimento. «C
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atterrò sul pavimento. «C’è cosa?» ¶ Il Mancuso moriva
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Palermo, della sua casa e persino dei fantasmi. ¶ I
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L’addestramento lo sfiancava e alla sera crollava in
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le emozioni in sentimenti, e il malessere era un
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dovesse staccarsi dal marciapiede e volteggiare insieme alle foglie
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quelli parlavano dialetti gutturali e cadenzati, o sibilati e
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e cadenzati, o sibilati e strascicati. Le conversazioni erano
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sono fortunato, l’indirizzo è sempre quello” pensò e
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è sempre quello” pensò e alla prima libera uscita
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misero, pieno di muffa e gatti, al primo piano
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con i capelli imbiancati e le unghie smozzicate, la
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fosse il grande amore, e invece era una fregatura
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rimpianti. ¶ «Succede. L’importante è ritrovarsi» rispose il nipote
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il piacere dell’incontro. ¶ “È solo una povera illusa
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per andar via. ¶ «Questa è la tua casa, vieni
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mani davanti al petto e piegando la testa da
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2017
la zia Ninetta seducente e capricciosa che conosceva, e
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2017
e capricciosa che conosceva, e si trovò a sorridere
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cose in una valigia e a tempo di carica
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di incertezza nell’animo. ¶ “E se la zia c
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camera, uno stanzino stretto e senza finestre, era già
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brulicava di scarafaggi neri e panciuti, cui lui dava
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scarpa. Era buffo, Mario, e anche un po’ patetico
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le sue gambette storte e il culo secco che
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erano la sua dannazione e quando riusciva a schiacciarne
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che facevano da padroni e anche alla signorina Primetta
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zitella con la vocazione e l’odore di una
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giardino dalle calle candide e le pomelie striate di
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essere quel che era e non avrebbe più potuto
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immaginazione un paradiso perduto, e ribattezzò piazzetta delle Sette
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il miagolio dei gatti e il gocciolio delle lacrime
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tra i due mandamenti, e fatto il suo ingresso
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accogliente, la cucina ampia e luminosa, il soggiorno raccolto
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incerta sulle tre zampette e si sistemò davanti al
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delicati tra le orecchie e finalmente si concesse il
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le lenzuola fredde. “Mario è generoso, storie non ne
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ne farà di sicuro. E poi chi bada alla
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bada alla casa, lava e stira? Io! Perciò i
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la ricottina al mercato e sognava di fare buoni
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a libertà. Aranciu Pilusu e Taccitedda controllavano che nessuno
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spicciolata stranieri dall’Africa e dal Bangladesh. Melina non
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cardine insieme alla solidarietà e alla riservatezza. ¶ La domenica
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ventre sterile: «Matrimonio celebrato e non consumato» sospirava scuotendo
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La ragazza non capiva e avrebbe voluto andare a
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di avere degli obblighi e dei diritti, aveva còlto
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2017
diritti, aveva còlto qua e là allusioni, commenti, ma
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corazza dura di gesso e ci chiuse dentro il
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non erano ancora arrivate e il fiume era così
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giallo, lo fissò stralunato e non si mosse. ¶ «Guagliò
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lo stomaco era sottosopra e aveva la nausea manco
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del fatto che Palermo è sempre stata un calderone
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un calderone di popoli e culture, abitava Melina Scimeca
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Scimeca, una ragazza bella e infelice a causa dei
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2017
nuove era una vera e propria tragedia: «La mia
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2017
umiliata da quelle scenate e, pur di non chiedere
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2017
un po’ di soldi e generoooso» le diceva calcando
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L’avrebbe pagata bene. E poi il sabato pomeriggio
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alla bottega si cantava e si ballava. I suoi
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strano languore nelle viscere e la testa ovattata come
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di quei frutti minuscoli e li fece scivolare tra
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2017
si girò di spalle e fuggì tra i vicoli
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il desiderio di rivederlo e la paura di incontrarlo
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le sfuggì dalla chioma e svolazzò nell’aria trasparente
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intravedeva un sedere magro e nervoso, alla camicia ingiallita
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camicia ingiallita dall’uso e con le cuciture sgranate
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fianchi, ai polsi sfilacciati e senza bottoni. ¶ “Se solo
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Però si capisce che è di natura resistente, basta
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per tutta la vita e i miei figli con
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2017
saranno al sicuro” concluse e, con una impulsività che
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2017
all’altra, parlando poco e sorridendo di misura. All
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2017
ne sono state abbastanza. E poi dobbiamo mettere alcune
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2017
da tanta fretta. ¶ «Lavora, è buono, non mi tradirà
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2017
non mi tradirà mai. E poi fa il carabiniere
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2017
simpatia me la fa…» ¶ E con questa considerazione la
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2017
il parroco celebrava matrimoni e non li registrava al
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2017
faceva sentire più forte e sicuro di sé. Anche
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2017
letto ci andava presto e dentro le lenzuola stazzonate
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2017
pensava a Melina: “Com’è bella. Magra sì, ma
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2017
fidanzata: la pelle trasparente e le piccole venuzze che
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2017
di torcerla a destra e sinistra per negare, le
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2017
suonavano come un punto e basta, i silenzi pieni
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2017
fontana che trova. ¶ Talvolta e senza una ragione apparente
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2017
ventre un vigore insensato e violento. In quei momenti
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2017
saltava fuori dal letto e correva a infilare la
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2017
Il conflitto tra tenerezza e passione se lo portò
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2017
una questione di principio e non di vanità. ¶ «Che
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2017
come una seconda pelle e si fermava proprio sul
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2017
neri come la pece e assenti come l’aria
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un cestino di confetti e una bottiglia di spumante
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2017
invitati. ¶ «Prima o poi e se Dio vuole» puntualizzò
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avventori del bar. ¶ «Auguri e figli maschi» urlarono all
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all’unisono Aranciu Pilusu e Taccitedda, testimoni di lui
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un cenno del capo e il dito indice davanti
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altrimenti mi buttano fuori e pure a te toccherà
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te toccherà mangiare pane e sputazza. ¶ Capitolo 3 ¶ A Roma
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La città era grande e l’atrio della caserma
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immenso. ¶ Provava una costante e dolorosa nostalgia di Melina
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oscillando sulle gambe lunghe e pelose. ¶ Lui distolse lo
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con i cani rabbiosi e cercò di aggirarlo. ¶ «Sordo
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altro, un tipo compatto e puntuto come un chiodo
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di pietre. Poi tutti e tre si misero a
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si misero a scalciare e a tirare pugni alla
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alla cieca, finché stanchi e doloranti fecero pace e
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e doloranti fecero pace e si strinsero la mano
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parlare con le bambine e s’impegnò a sputare
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scorribande con Aranciu Pilusu e Taccitedda tra case abbandonate
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Taccitedda tra case abbandonate e luoghi sconosciuti. ¶ A colpi
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portone era sempre aperto e, in compagnia degli amici
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scala adorna di statue e simboli misteriosi, fino alla
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insieme. «Un’altra vita è possibile» si ripetevano l
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incrocio si salutavano, Taccitedda e Aranciu Pilusu si rintanavano
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si era uomini fatti e finiti. Mario e i
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fatti e finiti. Mario e i suoi amici si
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o mafioso. Aranciu Pilusu e Taccitedda si misero al
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potente Don Ciccio Rizzo e cominciarono a smerciare sigarette
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carabiniere. “Un’altra vita è possibile” si ripeté deciso
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possibile” si ripeté deciso e tornò a studiare, ché
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ascoltò con apparente disinteresse e poi chiese: «Dieci lire
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gli adombrava le guance e alla controra correva su
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la porta in vestaglia e pantofole e dava la
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in vestaglia e pantofole e dava la stura alle
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su un pizzino “Lastime” e a fine mese si
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l’aria tranquilla / arde e cade, perché sì gran
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professore scattò in piedi e corse alla finestra urlando
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alla finestra urlando: «C’è la mappina rossa, corri
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vedi la mappina? Se è bianca, vuol dire che
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vuol dire che Nicolina è libera; quando è rossa
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Nicolina è libera; quando è rossa c’è un
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quando è rossa c’è un cliente» chiarì con
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amata dai palermitani. ¶ «Professo’, e la lezione?» protestò. ¶ «Pure
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lezione?» protestò. ¶ «Pure questa è lezione. Vedrai quante cose
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famiglia. Un signore piccolo e tondo, con due grossi
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poco distante da lei e si girava un cappello
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si girò di spalle e ancheggiando raggiunse il cliente
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stessa, svelando grazie insospettate e biancheria intima di lusso
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un corpetto di pizzo e tulle; gambe solide come
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prendo…» ¶ Nica sgusciò fuori e s’infilò tra le
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Ah, che paura!» ripeteva e lanciava degli urletti garruli
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avevano raggiunto il letto e la buttana si era
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Ti ho preso!» gridò e cominciò a cavalcarlo con
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suoi glutei si alzavano e si abbassavano senza alcun
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seni pesanti ballonzolavano avanti e indietro attorno al volto
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in un forsennato galoppo e l’uomo cominciò ad
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con un nitrito prolungato e possente. ¶ «Una vera cavalla
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nuovo, qualcosa di primitivo e irrefrenabile agitava il suo
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Letizia, Marina, ¶ chi c’è, c’è ¶ e chi
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chi c’è, c’è ¶ e chi non c
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c’è, c’è ¶ e chi non c’è
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e chi non c’è, non c’è. ¶ If
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c’è, non c’è. ¶ If You educate a
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Kwegyir Aggrey ¶ L’amore è paziente, ¶ è benigno l
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L’amore è paziente, ¶ è benigno l’amore; ¶ non
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benigno l’amore; ¶ non è invidioso l’amore, ¶ non
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indecifrabile. ¶ «Mamma…» singhiozzava lui e tendeva le braccine per
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Allora apriva gli occhi e il volto diafano del
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pigiama zuppo di sudore e urina. Si arrotolava tra
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tra le lenzuola umide e cominciava a mugolare come
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dolore negato assumeva consistenza e un’onda di turbamento
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povero picciriddo, tre anni e vedi che guai” e
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e vedi che guai” e correva nell’altra stanza
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guai. Quelle fimmine sono, e capricciose. Si siddiano per
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cci parìa a iddi, e cci facianu vidiri cosi
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sònura, cummiti, cosi granni. E vonnu diri puru ca
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supra mari, fora fora, e li facianu caminari supra
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notti faciànu ’stu magisteriu, e poi la matina spiriànu
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poi la matina spiriànu e un si nni parrava
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avevano la luna storta e facevano passare i guai
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il bambino aveva urlato e lei, con l’animo
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portò nel suo letto e dopo un po’ si
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le cose sembravano diverse e quel tipo di struggimento
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le palpebre diventavano pesanti e le membra si scioglievano
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saltava fuori avviluppando zia e nipote come una melassa
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una melassa appiccicosa. ¶ Appassionata e lunatica, Ninetta era solita
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Ancheggiava provocante sui tacchi e lanciava sguardi penetranti come
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capelli, che portava lisci, e alle unghie, sulle quali
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all’altra abbanniate, chiacchiere e cantilene. Il frastuono, intenso
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cantilene. Il frastuono, intenso e costante, a tratti s
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a tratti s’impennava e diventava così forte che
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all’ordine del giorno e spesso sfociavano in litigate
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adiacente a un vecchio e pretenzioso palazzo, struppiato dalle
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avevano resistito alla distruzione e a numerosi terremoti. I
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composita che intrecciava relazioni e concludeva affari all’ombra
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il sapore della battaglia. E poi era stato cresciuto
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una donna, assumendone gusti e atteggiamenti. Adorava infatti le
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l’affetto della zia e le attenzioni delle amiche
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nido di una rondine e un mozzicone di rossetto
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sembrò non prendersela troppo e si comportò come se
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gli allagò il petto e, come un fiume tumultuoso
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aveva l’animo arido e pietroso. ¶ Fu in quel
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Carmine brillava di giallo e di verde, e lui
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giallo e di verde, e lui non sentiva addosso
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i piedi con cattiveria e non c’era più
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stralunato, infilava la porta e riprendeva a girare a
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ci sono i finanzieri e quelli sono i peggiori
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avevo una valigetta lussuosa e parlavo bene, perché avrebbero
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si mise a ridere e d’un tratto era
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lingue, troverò un lavoro e tra un anno prenderò
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lentamente si stava spegnendo e un pallido sole si
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bene, vero?» chiese Roton. ¶ «E tu che ne sai
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luce. Urli spesso.» ¶ «Oh, è colpa di mia figlia
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né stritta ci veni. E tu dovresti farti i
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Non ti ho spiata. È che le tue finestre
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si strinse nelle spalle e mutò espressione. Un’onda
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sua generosità: “Come mi è venuto di raccontargli i
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hanno rubato i soldi. E un fachiro mi ha
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ha fatto un incantesimo, e una ciotola colma di
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per la paura si è sentito male. In ospedale
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stava rosicchiando le budella e una voce gli ordinava
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altrimenti non sarebbe guarito. È guarito solo quando mi
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lavatrice.» ¶ «Ah, ma quella è una cosa semplice. Basta
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s’era appena svegliata e urlava per richiamare l
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manca solo la lavatrice» e scoppiò a ridere. ¶ «Guarda
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ridere. ¶ «Guarda che non è un capriccio» gli spiegò
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porta via il bucato. E la fatica che faccio
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lavatrice sarò più libera e riposata, gli dovrebbero dare
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nuove. Acquistate due camere e cucina con la cessione
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maggior parte in Germania e in Belgio, cercando fortuna
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numero. Erano soprattutto africani e bengalesi. Non avevano documenti
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occupavano un catoio abbandonato e lo rendevano abitabile. Gli
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edili, fatti alla buona e con molta fantasia, stavano
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dei problemi, nutriva speranza e praticava l’accoglienza. Da
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realizzazione del suo sogno e non perdeva occasione per
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fame?» tuonava dal pulpito. «E poi non sono tutti
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un occhio al futuro e l’altro al Vangelo
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già devastato dalla guerra e dalla mafia, non perdesse
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propria anima. Era infaticabile e buffo con quei pantaloni
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banchi c’erano piccoli e grandi che imparavano a
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l’italiano, a leggere e a scrivere. La raccolta
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usati divenne una consuetudine e ne approfittarono anche molte
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levava un sommesso brusio e i canti degli immigrati
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bisogno, del resto, chi è lontano dalla propria terra
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lontano dalla propria terra e dalla famiglia? ¶ Il silenzio
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ghisa, pieni di avanzi e frattaglie. Aglio e cipolla
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avanzi e frattaglie. Aglio e cipolla erano le note
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speciale sinfonia gastronomica, cannella e zenzero il ritornello, curcuma
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zenzero il ritornello, curcuma e anice la contromelodia. ¶ Gli
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cucine sfrigolanti di sugo e ragù acquietavano l’ansia
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l’ansia per figli e mariti lontani. ¶ In quel
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Nei camini bruciavano rosmarino e alloro, i profumi risalivano
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risalivano per le cappe e le donne di fora
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di meglio, quello lì è disabitato.» ¶ La donna spinse
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un anno Mario rifiorì e fu pronto per l
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sera telefonava alla moglie e parlava di sé come
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delle arie: «La situazione è difficile. C’è stato
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situazione è difficile. C’è stato lo sciopero degli
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a chiedere della bambina e di zia Ninetta. La
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chiamare, assetato di notizie e di parole affettuose. ¶ Capitolo
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picciridda serrava le labbra e tirava indietro la testa
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sono sempre qui, estate e inverno, pioggia o sole
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zizzì» ripeteva la figlia e lei, per sfuggire a
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il barattolo dei risparmi e si consolava, facendo scorrere
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le banconote tra pollice e indice. Aveva finalmente abbastanza
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aveva rimbambita di chiacchiere e complimenti. ¶ «Ultimo modello: bella
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scelta! La guardi pure. È allegra, gioviale, le manca
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non le basta mai, e il cestello? Più è
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e il cestello? Più è carico, più gira veloce
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veloce. Ma lei, signora, è così giovane e anche
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signora, è così giovane e anche molto carina, non
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verso l’elettrodomestico. ¶ Massiccia e tetragona, di colore bianco
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graduate per misurare giri e temperatura erano segnate da
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da due piastrine grigie e simmetriche che, incastonate negli
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spalancati dalle ciglia lunghe e corpose. ¶ «Signora, questa è
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e corpose. ¶ «Signora, questa è di bocca buona» aveva
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uomo aprendo l’oblò e indicando il cestello. «Ha
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smaltire le schifezze che è costretta a ingoiare. Ma
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un po’ di candeggina e un lavaggio a vuoto
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cestello con degli stracci e impostò il programma. ¶ «Pronti
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era attivata la centrifuga e la lavatrice, agitando i
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a spostarsi in lungo e in largo. ¶ «Non pare
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avevi? Proprio qua, ah? E meno male che non
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meno male che non è successo ai piccoli» borbottava
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ti pare a tia e te la gratti di
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solo con gli inermi e i diseredati. Adorava i
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una ciotola d’acqua e una carezza. Nei loro
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ragazzo prendeva la mira e con un calcio faceva
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lisci pettinati all’indietro e impastati di brillantina. Le
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armadio, uscì sulla piazza e la stese con delicatezza
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era nel suo giardino e stava ripulendo le aiuole
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io» rispose l’altro e cominciò a smuovere la
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ruzzavano tra le piante e si accovacciò vicino al
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di latte caldo. ¶ «Dicembre è crudele in questa città
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questa città» disse lui e la ringraziò con le
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chiami?» ¶ «Roton.» ¶ «Che nome è?» ¶ «Più prezioso di un
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offeso? Scusa. Il fatto è che gli stranieri parlano
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fa il monaco ovunque, e io non volevo che
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sei arrivato qui?» ¶ «Cos’è, un interrogatorio?» la rintuzzò
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si morse le labbra e si scusò per quel
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aereo fino a Mosca e da lì un pullman
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Roton aprì una botola e sparì sottoterra. Comparve dopo
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campo nemmeno.» ¶ «Neh, guagliò, e meno male che le
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Mario sgonfiò il petto e continuò a parlare in
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sposandomi sarei stato felice, e invece mi sono sentito
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mai conosciuto, delle carezze e dei baci che non
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che avrei potuto mangiare e di cui non conosco
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la testa. ¶ «Se li è tagliati tutti. Dice che
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per le sue idee e non per il suo
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suo corpo. Che c’è di male nel corpo
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di male nel corpo? E poi, di quali idee
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ne conosco nemmeno una, è muta come un pesce
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delicati del suo matrimonio. E pensare che “la meglio
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che “la meglio parola è quella che non si
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aveva una mano calda e rassicurante. ¶ «Hai ragione, la
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la vita con te è stata dura e sarai
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te è stata dura e sarai stanco di cavartela
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Lo sapete che non è possibile» farfugliò. «Mi hanno
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matrimonio clandestino.» ¶ «Infatti non è possibile. Il regolamento è
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è possibile. Il regolamento è regolamento, persino quando la
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con quel culo secco e quella faccia da volpino
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Moro che non c’è nulla di definitivo nella