parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi, 1934

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
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1934
o alle finestre. Curiosità e impazienza schizzavano da tutti
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1934
con le proprie avventure, e la cui persona aveva
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1934
di una ragazzina timida e impacciata, che abbassava lo
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1934
le rivolgevano la parola, e alla quale sarebbero tremate
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1934
qualche cosa da vedere. E la sorpresa sarebbe stata
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1934
tanto, mostrato tanta sicurezza e sicumera, tanta boria, si
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1934
una cosuccia molto modesta e comune. Se fosse stata
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1934
cosa di cui non è consentito pronunziare il nome
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1934
finito quelli delle zie? È vero bensì che tutti
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1934
che non doveva mentire. ¶ “È Greta Garbo! È Greta
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1934
mentire. ¶ “È Greta Garbo! È Greta Garbo!” esclamarono soffocatamente
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1934
giuochi giovanili, agli sports; e un cocuzzetto di feltro
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1934
oro bene ondulata inanellata e accuratissima. Agilità tanto lontana
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1934
tanto lontana dagli sterili e patetici contorcimenti della povera
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1934
il paesaggio sorridendo compresa e sodisfatta. Si girava attorno
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1934
nell’osservare il luogo e le persone che a
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1934
cintura, reggevano la sigaretta. ¶ “È Greta Garbo! È Greta
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1934
sigaretta. ¶ “È Greta Garbo! È Greta Garbo!” ¶ Il cuore
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1934
quella prima impressione imponente. E non riuscendo a colpirla
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1934
provenienza avranno le ricchezze?» (E dire che loro, da
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1934
avrebbero accettate.) ¶ «Fuma, non è roba schietta, non mi
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1934
essere lei senza riserve. E già un segreto istinto
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1934
fecero trovare sul cancello e nemmeno sulla porta. Non
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1934
gli occhiali con calma, e la salutarono senza l
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1934
che non amavano più e che rappresentava ormai la
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1934
re sopra il trono, e si aggrappavano a quello
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1934
disgrazia, per cui non è rivalità né odio che
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1934
insieme con movimento composto e un po’ pigro, senza
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1934
senza fare un passo e sorridendo appena, fiutando l
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1934
dato in suo onore. E siccome sulla porta di
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1934
correndo da quella parte e stringendosi al fianco Niobe
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1934
di un rapido sorriso e due colpettini del capo
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1934
Oh, yes, all right.» E seguitò a guardare intorno
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1934
strada balzando dall’automobile, e lasciando bene trasparire di
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1934
attratta più dai luoghi e dalle cose che dalle
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1934
no» corresse Remo gaio e dolce, «addomesticate, solamente addomesticate
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1934
divenuto attento, gentile, loquace; e siccome capiva quanto fosse
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1934
te a farti addomesticare, e forse ci riesce”. Non
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1934
ostile, anzi, leggermente ironiche, e mondane come non erano
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1934
mai fra le mutande e le camicie. In dieci
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1934
la sposa per interesse”, e le custodivano gelose. Nulla
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1934
un piacere profondo, acre; e avevano la duplice gioia
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1934
ridere, ridere a crepapelle, e non ridevano per non
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1934
i loro sorrisi composti e indifferenti. E pensare che
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1934
sorrisi composti e indifferenti. E pensare che loro sarebbero
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1934
lungo ed in silenzio, e solo affacciandosi alla finestra
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1934
arte, ma dicendo franco e schietto le cose quali
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1934
le cose quali erano, e a cui Peggy rispondeva
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1934
egli si concesse completamente. E soltanto quando incominciò ad
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1934
dovevano arrivare dall’America e ci sarebbero voluti ancora
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1934
tutto era all’ordine e il matrimonio, per volontà
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1934
sì, in campagna. Nata e vissuta nel tumulto delle
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1934
tumulto delle grandi città, e amante della vita turbinosa
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1934
un’ora di misticismo e di poesia; vedeva in
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1934
con la medesima solennità e naturalezza con cui si
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1934
trattoria famosa dove si è deciso di andare per
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1934
modo una parola grandiosa e terribile, avvolta di mistero
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1934
con un bel sorriso, «e voi accompagnerete Peggy all
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1934
ti pare… Una americana… e poi… si tratterà di
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1934
ricca, non lo so, è figlia unica di un
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1934
fa cuocere il manzo e dà un brodo eccellente
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1934
eccellente.». ¶ «Figli di cani, e a me ci vogliono
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1934
soldi a cappellate.» ¶ «Dunque è una signorina molto ricca
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1934
Peggy avesse detto niente; e per il matrimonio ha
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1934
lui un pensiero assillante, e il passato cadeva in
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1934
del presente: “la vita è facile”, era il suo
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1934
era il suo motto, e bastava questo a farla
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1934
arrivavano da sé. ¶ «Ed è orfana di madre?» ¶ «No
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1934
madre?» ¶ «No, il padre è divorziato da molti anni
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1934
dito o un piede e non vuole esternarne il
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1934
lo mandano a spasso e se ne prendono un
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1934
della minima parte? ¶ «Ed è… giovane?» ¶ «Ventiquattro anni, come
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1934
Ventiquattro anni, come me.» ¶ «E così giovane viaggia sola
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1934
conosce tutto il mondo. E stata in Italia tre
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1934
professa romano di spirito e di origine.» ¶ «E tu
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1934
spirito e di origine.» ¶ «E tu… naturalmente…» non le
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1934
domanda, «ti sei… innamorato… e… l’ami… si capisce
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1934
lasciò sfuggire questa risata e si riprese: «già… certo
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1934
così diverso, per lui e per esse, da dover
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1934
ridere nel parlarne insieme, e non potette resistere dal
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1934
mai riso tanto forte e tanto bene, non era
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1934
parlare con franchezza, alleggerite e senza pena. ¶ «Io e
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1934
e senza pena. ¶ «Io e Peggy siamo due buoni
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1934
amici che si piacciono e si comprendono, ecco tutto
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1934
tutto, viviamo bene insieme e possiamo realizzare una vita
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1934
abbiamo le medesime attrazioni e le medesime antipatie.» ¶ «Verremo
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1934
quando, perché non c’è tempo da perdere, verremo
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1934
Quando sarà?» ¶ A tutte e due, ora, sorrideva di
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1934
prendeva le sue misure e Carolina rispondeva: ¶ «Quindici giorni
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1934
il nipote all’automobile, e rimasero a vederlo partire
91
1934
Ah!» ¶ «Ah! Ah! Ah!» ¶ «È ricca e non l
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1934
Ah! Ah!» ¶ «È ricca e non l’ama.» ¶ «Si
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1934
almeno per ora”.» ¶ «Già.» ¶ «E a me lo viene
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1934
vuol poco a capirlo.» ¶ «È una cosa tanto naturale
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1934
tante riserve, tante fantasie. E non appena si sparse
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1934
fu tutto un apparire e sparire, mettersi in sentinella
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1934
un posto, una sistemazione; e quando sentirono che da
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1934
la scena della prigione, e soltanto alla metà di
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1934
una lettera. Impallidirono vedendola, e l’aprirono in tale
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1934
da strapparne la busta, e da strapparsela l’una
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1934
notizie importanti da comunicarvi; e mi premeva solo dirvi
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1934
dirvi che stavo bene e di sapere che voi
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1934
conosciuto qui, a Venezia, e che fra qualche giorno
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1934
celebrazione del nostro matrimonio, e partiremo subito per New
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1934
risiede la mia fidanzata, e per fare la conoscenza
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1934
padre di lei che è un industriale di quella
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1934
che conosce benissimo Firenze e il suo pittoresco circondario
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1934
quando il giovinetto avventuroso e precoce, ribelle allo studio
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1934
faceva aspettare per ore e ore il giorno e
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1934
e ore il giorno e la notte; gli errori
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1934
rimediare a caro prezzo e con tante pene, i
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1934
col nipote, le lotte e le tragedie non fossero
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1934
non fossero dolori veri e propri, e che provassero
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1934
dolori veri e propri, e che provassero per la
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1934
volta il dolore nudo e reale. In tante vicende
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1934
qualunque cosa avessero fatto, e anche ora, lontano, qualunque
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1934
quelle poche parole fredde e misurate sentirono che era
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1934
ne faceva di cotte e di crude arrivavano sempre
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1934
ammetterlo dopo scenate collere e furie, che avevano l
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1934
a questa parola. Leggevano e rileggevano la lettera: “una
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1934
conosciuto qui, a Venezia, e che fra qualche giorno
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1934
interrompevano guardandosi perdute, trasognate, e improvvisamente s’impennavano a
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1934
a soqquadro il salotto e la cucina, non aveva
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1934
nella maniera più tranquilla e cortese. ¶ «Sono belle le
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1934
ci sono quelle belle e quelle brutte, e le
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1934
belle e quelle brutte, e le brutte sono sempre
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1934
sicura, tutto il mondo è paese.» Se poi le
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1934
americane che avevano avuto, e le americane che avevano
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1934
sport, vanno in motocicletta e mandano l’automobile, fanno
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1934
tutto come gli uomini; e quando un marito non
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1934
piace più lo salutano e se ne prendono un
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1934
dire chi ha ragione. E se non sono ricche
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1934
se non sono ricche e vogliono mangiare faranno come
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1934
noi, le signorine americane. E se non hanno la
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1934
svanire il respiro. ¶ «Già.» ¶ «“… e partiremo subito per New
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1934
interiore sconforto: «Remo si è fidanzato, si sposa». ¶ «Con
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1934
Giselda non disse altro, e appena finito di mangiare
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1934
settimana saremo a Firenze e verremo subito a salutarvi
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1934
i saluti di Peggy e un abbraccio da me
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1934
sottosopra l’intero paese. ¶ «È solo.» ¶ «Non la fa
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1934
scarpa con dei soldi.» ¶ «E in poco la liquida
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1934
Ma sarà vero che è fidanzato?» ¶ «Lo sa Iddio
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1934
che si vuole non è mai troppo.» ¶ Vedendoselo capitare
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1934
senza turbamenti, lo strinsero, e alla freschezza del suo
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1934
sono chiuse in camera e non hanno chiamato neppure
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1934
ha viste?» ¶ Remo ascoltava e la guardava quasi non
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1934
o desse in ciampanelle, e d’altra parte senza
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1934
giovane. ¶ Remo la guardava e poi guardava in giro
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1934
la campagna, l’orizzonte, e l’aria arrossata dal
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1934
splendido, inebriante di tepori e di profumi; guardava la
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1934
della porta, delle voci e gran fruscìo per le
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1934
stato di cose impossibile, e si faceva forza per
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1934
essere pronta a intervenire e a difenderle. “Veniva il
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1934
dei conti per tutti e due, per il nipote
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1934
due, per il nipote e per lei. Dopo matura
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1934
di casa la serva e il giovanotto, avevano pieno
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1934
pieno diritto di farlo… e piena ragione.” Il rumore
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1934
perfetta regola, con vero e proprio sequestro delle persone
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1934
della legge.” Quei rumori e quelle voci per le
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1934
che doveva essere forte. E non appena le sorelle
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1934
mai state tanto graziose e belle nella tenuta delle
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1934
viola con guarnizioni verdi e piume gialle, e Carolina
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1934
verdi e piume gialle, e Carolina tutta di celeste
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1934
tante cianfrusaglie: sonanti, luccicanti e infarinate. Per quanto rivelassero
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1934
le tracce dello sdegno e l’altra delle lacrime
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1934
delle lacrime. Con bracciali e collane, il ventaglio, l
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1934
il ventaglio, l’occhialetto, e l’ombrellino per assistere
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1934
breve sussulto della pancia e delle labbra al tempo
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1934
colpo per riprovarsi subito. E poteva benissimo attaccare a
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1934
piangere facendo col labbro e con la pancia lo
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1934
avuto una buona idea… è una serata… tanto bella
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1934
a cena a Fiesole, e verso le dieci alle
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1934
a cena a Fiesole… e alle Follie Estive», ripetevano
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1934
quello che sapevano già. ¶ «E che cosa c’è
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1934
E che cosa c’è alle Follie Estive?» ¶ «Che
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1934
Follie Estive?» ¶ «Che c’è?» ¶ «C’è una rivista
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1934
Che c’è?» ¶ «C’è una rivista nuova: “Donne
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1934
in cielo, in terra e in mare”.» ¶ «Ah! Ah
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1934
per vederle partire: donne e donnette, ragazzi a profusione
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1934
volte con crescente dignità. E quelli che dietro le
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1934
bocca spalancata ad ammirarle. E in quel momento di
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1934
avere udito la voce; e il personaggio a cui
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1934
frenare un sorriso impercettibile e un gesto infantile che
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1934
sui fianchi, rimase ferma e perplessa sul cancello. La
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1934
ci aveva veduto sempre, e che le veniva dal
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1934
le veniva dal cuore. E pur non sapendo con
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1934
cosa nell’altra: tutte e due le cose insieme
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1934
estate. ¶ Le zie giravano e rigiravano quelle cartoline, le
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1934
spiccicate mai dalle mani. E siccome in ognuna c
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1934
tavola o sul telaio, e lavorando ne ammiravano l
191
1934
propositi, sulle sue speranze e sulla vita che conduceva
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1934
notizie. Sapevano che Milano è una città di traffici
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1934
in potere del dissoluto e prepotente. Vi era stata
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1934
il tempo per valutare, e se ne accorgeva troppo
195
1934
farsi aprire il gozzo, e se ne sentiva tutta
196
1934
parte di uno scapestrato e delle sue mire illecite
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1934
momenti del maggior bene e del maggior male”. Non
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1934
coraggio. Si sentiva colpevole e vile. Era la prima
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1934
esse. Si sentiva vile e aspettava che la chiamassero
200
1934
Fra le discussioni prima, e la faccenda della dispensa
201
1934
le mani col grembiule e gli occhi all’avambraccio
202
1934
Perché non la chiamavano? E più volte, asciugando una
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1934
alle vicende della famiglia, e le sorelle nella loro
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1934
dopo il male operato, e dava affidamento per l
205
1934
ci voleva del giudizio, e molto, e non soltanto
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1934
del giudizio, e molto, e non soltanto per l
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1934
ma per l’inverno e la primavera, per l
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1934
diverso: meglio, meglio così. E in quanto al passato
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1934
sempre, quello che conta è mettere la testa a
210
1934
ebbe finito di rigovernare e di asciugare, rimessi al
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1934
al posto gli oggetti e spazzata la cucina, e
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1934
e spazzata la cucina, e accostata la finestra con
213
1934
se si sentissero male e che poteva fare per
214
1934
disposta a prendersi rimproveri e rabbuffi che sapeva di
215
1934
sapeva di aver meritato, e a giustificarsi come le
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1934
malate su quel letto, e tenevano gli occhi chiusi
217
1934
finito per attaccare sonno e dormire davvero, piano piano
218
1934
avrebbe iniziata la guarigione e sarebbe stata la loro
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1934
era meglio lasciarle stare. E Remo, Remo soprattutto che
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1934
aveva incominciato ad accorgersene e forse a pentirsene, non
221
1934
altrimenti. Per quanto spensierati e discoli, i giovani hanno
222
1934
macchina a grande velocità: “È lui. È proprio lui
223
1934
grande velocità: “È lui. È proprio lui. Ci vuole
224
1934
bel coraggio a venire. E che ci viene a
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1934
l’ardire d’insistere, e pronta a tutto, a
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1934
sopraffare una seconda volta: “è ora di finirla”. Si
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1934
distendendo tutte le carni, e nel passo insolito facendole
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1934
la finestra delle zie, e senza volgersi a quella
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1934
senza levare il capo e aggiungendo un tono di
230
1934
davano segno di vita e chi sa in quale
231
1934
padrone bruciava dalla sete e bisognava dargli da bere
232
1934
sul conto delle zie, e quello che la spingeva
233
1934
prendere un bicchiere: “ma è il colmo dell’audacia
234
1934
modo dopo quello che è successo, come se non
235
1934
testa con questi accidenti, è il nostro destino, sono
236
1934
ce la fanno girare, e dopo ci conciano per
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1934
d’acqua sulla porta e rimase ferma, guardandolo, con
238
1934
eseguito la sua manovra e scoperto il cofano, stava
239
1934
trasse il capo volgendolo, e accennò di “sì”, e
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1934
e accennò di “sì”, e ricoperta la macchina s
241
1934
giorno passò mezz’ora e di dentro non partiva
242
1934
che si esauriva gradatamente e si spengeva in fiotti
243
1934
spengeva in fiotti impercettibili. E allorquando si fu esaurito
244
1934
allorquando si fu esaurito e ristabilito il silenzio, giunse
245
1934
Gilseda! Giselda!” con un’“e” lunga lunga, che non
246
1934
il mio cor ferito è già, ¶ e Lindor fu
247
1934
cor ferito è già, ¶ e Lindor fu che il
248
1934
alla maniera degli usignoli; e pareva davvero un usignolo
249
1934
alla fin s’accheterà ¶ e contenta io resterò. ¶ “Giselda
250
1934
d’essere udito realmente, e udito, in special modo
251
1934
se mi toccano – dov’è il mio debole ¶ sarò
252
1934
debole ¶ sarò una vipera – e cento trappole ¶ prima di
253
1934
la padrona la chiamava e doveva rispondere. Guardava Remo
254
1934
un “i” così lungo e così fine da sembrare
255
1934
un filo di vetro. ¶ E quella più forte, giungendo
256
1934
di rubare, abbiano legato e imbavagliato la gente: “Non
257
1934
mancava nulla di quanto è necessario per vivere: c
258
1934
c’era l’aria e un filo di luce
259
1934
sia naturale che artificiale, e c’era anche il
260
1934
C’era il vino e il pane, c’erano
261
1934
le uova, il prosciutto e il salame, c’erano
262
1934
ad andarsene in giù e in su per la
263
1934
su per la cucina e finiva, l’una dopo
264
1934
era l’atteggiamento teso e tranquillo dell’uomo nell
265
1934
quindi due colpi secchi e forti, risoluti, quasi prepotenti
266
1934
tasca dei pantaloni, deciso e rapido, aprì, e dopo
267
1934
deciso e rapido, aprì, e dopo aver valutato il
268
1934
donne, che aspettavano ferme e in piedi dietro l
269
1934
smorfia di supremo disgusto, e che non vuole concedere
270
1934
la cambiale firmata, unico e fragile legame che la
271
1934
univa ancora alla terra, e che le stava attaccata
272
1934
disciolti, le braccia abbandonate e piangenti coi capelli lungo
273
1934
questa piccola scrittura: “Teresa e Carolina, sorelle Materassi”. Fece
274
1934
contatto fra il nipote e la zia: egli si
275
1934
va bene… benissimo, perfettamente.» E assalito dalla fretta di
276
1934
debba sbrigare faccende urgentissime e non abbia un minuto
277
1934
quasi fosse stata ordinarissima, e tanto lontana dalla sua
278
1934
dalla sua tutta fretta e praticità. ¶ «Benissimo, ecco, sono
279
1934
quattro precise, non c’è un minuto da perdere
280
1934
nemmeno udissero l’invito e quelle parole frivole che
281
1934
un’ora tanto grave; e l’una dietro l
282
1934
di un tale invito e la inaspriva l’insistenza
283
1934
disordine: “altro che Narciso, e che Cascine, e che
284
1934
Narciso, e che Cascine, e che Follie Estive!”. E
285
1934
e che Follie Estive!”. E non sapeva che le
286
1934
Cascine! Altro che aperitivi e cene! Altro che Follie
287
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resa complice del nipote e se ne pentiva con
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colpa, una colpa vera e propria verso le padrone
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animo conteneva per lui e contro di lui, gli
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con tutte le forze e scoppiando in lacrime. ¶ Remo
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maniera forte nelle donne, e neppure quella debole, sentendosi
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opposte vie, gli svenimenti e le lacrime alle quali
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avvinghiare, si lasciò stringere. E Carolina lo stringeva con
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della disperazione. Lo graffiò, e lui si lasciò graffiare
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lui si lasciò graffiare. E quando tirandone la testa
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dell’adolescente, turbandola, sconvolgendola. E invece di lasciarlo, in
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energia in quelle grida, e quanto di quell’istintivo
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il suo piglio crudele e gridò: ¶ «Bisogna firmare.» ¶ Queste
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gli occhi per avventarsi e colpirlo, girandoli attorno in
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Le acchiappò insieme tenendole e mantenendole fra le braccia
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voleva sciogliersi per colpirlo e l’altra invece tenerla
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forza che le avvinceva e le faceva andare contro
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ne aprì l’uscio, e a forza ve le
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l’impeto di colpire e nell’altra il bisogno
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di abbandonarsi. Venivano imprigionate e fatte morire, forse, come
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accesa la lampadina elettrica e sbrogliato un po’ di
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tavolino ingombro di vasetti e di bottiglie, vi pose
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vi pose la cambiale e accanto la penna stilografica
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senza aprire la bocca e senza render loro uno
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la porta a chiave, e mise la chiave in
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erano rinchiuse le padrone e dalla quale non giungeva
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uscio con perplessità infantile, e una volta guardava Remo
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capello alle sue padrone, e ora che erano chiuse
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le proteste contavano poco e non rimediavano a niente
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in quella precisa maniera, e che non era tragica
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Remo, una volta spinte e rinchiuse le donne dentro
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con la faccia dura e un’energia nelle braccia
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colpo era tornato sereno e calmo, sorridente, aveva acceso
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le mani in tasca e le gambe divaricate, dondolandosi
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campi, fissando l’orizzonte e facendo salire graziose spire
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trattarle così, non c’è altro da fare”. Guardava
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i debiti son debiti, e quando si son fatti
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proprio come due bambine”. ¶ E Remo, girellando rassegnato per
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Lo so, lo so, è una cosa ridicola, puerile
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altri che per sé, e che lui ricevesse solo
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sgradevole. ¶ Niobe lo guardava e indicando la porticina incominciava
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si provava a sorridere e non poteva aprire le
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muscoli glie lo impedivano. E non è a dire
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lo impedivano. E non è a dire quale aspetto
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un occhio: “firmano, firmano; e d’ora in poi
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il bello della vita è tutto lì e bisogna
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vita è tutto lì e bisogna saperlo cogliere in
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cogliere in tempo: “si è giovani una volta sola
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non rimane che ricordare”. E compiangeva, dentro se stessa
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compiangeva, dentro se stessa e senza limite, le sue
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nulla, altro che pene e fatiche. ¶ Ma che cosa
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Ma quando il corpo è sistemato, riempito del meglio
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insolenze dopo aver mangiato e bevuto bene, a corpo
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pieno, quando non c’è altro da fare di
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nudo le magagne, metterle e sentirsele mettere, vanità, debolezze
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proprio peso. Trovandosi uniti e in forze quello è
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e in forze quello è il momento migliore. ¶ Giselda
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campo libero all’azione, e di non pregiudicarne o
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alle prese col nipote e magari con la serva
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magari con la serva e limitandosi, se mai, a
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motivetto sentimentale, patetico, nostalgico, e magari eroico o comico
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momento preciso per squagliarsi e correre nella rimessa a
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senso profondo di freddezza e disinteresse, qualunque ne fossero
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ne fossero il risultato e le cause, senza mai
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difendersi del proprio operato e senza mai insistere per
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da pagare, molto rilevante, e per cui venivano esercitate
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in rapporto all’intenzione. ¶ «E quelli che ci sono
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con disinvoltura tra fanciullesca e maliziosa. ¶ «Quelli che ci
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tutti insieme, non vi è altro rimedio» sillabò risoluto
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Ah Tutti insieme, già, e con che?» ¶ «Bisogna finirla
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ha durato anche troppo, è proprio quello che volevo
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già…» ¶ Lo guardava amara e minacciosa, cattiva. ¶ «Tutti insieme
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minacciosa, cattiva. ¶ «Tutti insieme… e con che? Non lo
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abbiamo che dei debiti e le case gravate da
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cambiale?» ¶ Si sentiva offesa e sconvolta per quella parola
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la sua prima gioventù e che credeva bandita per
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nel paese, da amici e conoscenti per evitare il
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degli uscieri, il pignoramento. E talora, non essendo riuscita
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stata protestata nell’angoscia e nell’impotenza di tutti
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la famiglia, la madre e le povere figlie; mentre
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il padre lanciava imprecazioni e bestemmie. Era in quel
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non firmo cambiali». ¶ «Eppure è il solo mezzo, il
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dopo ci sentiremo sollevati e potremo respirare. Sarà finita
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i giorni doveva apparire e non si vedeva mai
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non si vedeva mai, e per il quale la
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che voleva insinuare, suggerire, e che poi avrebbe proclamato
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forza di sostenersi. ¶ «Mai e poi mai, è una
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Mai e poi mai, è una questione di principio
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la resistenza della sorella, e misurandone la resa lontana
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imminente assalto per graffiare e mordere: si riabbandonava quindi
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la cambiale da firmare. E all’apparire di esso
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ad assumere la solennità, e la meccanicità insieme, di
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scena della vita rude e semplice, dalla quale dipendeva
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quale dipendeva la felicità e la reale esistenza di
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Teresa scattando in piedi e con accento sempre più
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crederemo di pagare, quando e come potremo, s’intende
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in dovere di farlo, e per l’avvenire metteremo
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abbiamo ipotecato le case e il podere, non siamo
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si alzò sempre fissandolo e, come per rovesciargli addosso
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ben lavata e pettinata, e che aspettava il tranvai
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mia, vado a vendemmiare.» ¶ E anche le padrone sul
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stavano a vederla partire e la salutavano: “va a
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ogni sforzo per ridere e essere allegre: “va a
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sua, va a vendemmiare”. E la guardavano partire quasi
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ne sapevano quanto quelli e facevano come se davvero
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donna aveva detto: “vado”, e chiesto un vestito, le
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domandarle neppure dove andasse e perché, tanta era la
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tanta era la fiducia e la speranza che riponevano
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altri “va a vendemmiare” e facendo ogni sforzo per
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ne sapevano quanto loro e non sapevano davvero di
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pur seguitando a ridere. E il vicinato, oramai assuefatto
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anni di quella stagione, e in trent’anni non
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di avere una casa e non si era allontanata
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silenzi plumbei, di sconforti e di speranze inespresse, e
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e di speranze inespresse, e in fondo a cui
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da tutta la persona, e che doveva tenere per
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doveva tenere per sé. E a quanti le correvano
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lasciandosi sfrondare, cogliere, piluccare, e annaspando di suo per
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di prima qualità, succosa e dolce, uva delle colline
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di Santa Maria, asprigna e tutta buccia. La gioia
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molto più in alto, e formano le gallerie e
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e formano le gallerie e il loggione. E dicono
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gallerie e il loggione. E dicono “insù” con un
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appollaiate verso il soffitto, e tanto più arricciano il
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forte, dall’apparenza buona e non troppo grossolano per
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nel centro di Firenze, e per iniziare il lavoro
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Fu un matrimonio ricco e allegrissimo, tutta Santa Maria
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intende, le Materassi, Remo e Niobe. Ma le Materassi
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Niobe. Ma le Materassi e Remo erano considerati oramai
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l’aristocrazia del paese. E in quanto a Niobe
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corse fra la serva e le padrone che proprio
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sulle case. Però felici e trionfanti di una battaglia
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di una battaglia vinta. ¶ E pare che la Laurina
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Come il nonno, tale e quale.” Dicevano i vecchi
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Che casa disgraziata! C’è la sperfottìa. Povere Materassi
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la sperfottìa. Povere Materassi!”. E i malevoli aggiungevano, vedendole
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ipoteche messe sulle case: “è roba maledetta, non s
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a scadere il rispetto e l’autorità esercitato fin
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Novarro o Gary Cooper… E soltanto quando avevano trionfanti
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commento: “in quella casa è sempre carnevale… C’era
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la quaresima, non dubitate”. E soprattutto non riuscivano a
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gran capezzolo. In do’ e’ si mandùca il ciel
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ci conduca”, esaurivano sentenziando. E mentre le visite delle
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Maria, ricevuti dalle zie e tacitati con acconti o
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tutte le famiglie, questa è l’ora in cui
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in cui si accendono e sviluppano le polemiche, le
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iniziato per puro caso, e senza vero impegno, basterà
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considerandola riprese a ridere: ¶ «E spesso spesso caccia le
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Teresa «lo so, Remo è un giovanotto d’onore
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la prima a lodarlo e mi fa un gran
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da lasciarla sospesa, sottintesa, e sepolta nell’ultima parte
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naturalmente…” intercalati da sospiri. E seguitarono per conto loro
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il presidente del tribunale? E che cosa cercava Niobe
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parere come il parroco e il medico, ma cercava
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anzi, più di esse. E quando le dicevano che
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doveva sposare la Laurina, e glie lo dicevano per
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meglio, Niobe ascoltava distratta e rispondeva con dei: “già
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più assai del parroco e del dottore. ¶ Dopo le
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dottore. ¶ Dopo le lunghe e ripetute gite a Firenze
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in mezzo una giovane. E siccome il suo convincimento
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essere un matrimonio felice, e che la ragazza sarebbe
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giovane, incominciò col domandare: ¶ «E Remo che ne pensa
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Remo, come tu sai, è un giovanotto di onore
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rimproverargli un tale eccesso, è bene che sia così
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che il suo dovere è uno solo: sposare, sposare
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uno solo: sposare, sposare, e nel minor tempo possibile
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da una tale notizia, e indugiava come il viandante
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ecco…» ripeteva per orientarsi «e nel minor tempo possibile
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il giudizio. In fondo è un ragazzo, un incauto
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inesperto della vita, si è lasciato adescare dalla bellezza
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bellezza, si capisce, si è lasciato trascinare dalla passione
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per vendicarsi di Remo e di esse, prese un
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male deve riparare, sposare… e nel minor tempo possibile
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tempo possibile, non c’è un minuto da perdere
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perdere: di quanti mesi è?» ¶ «Di due, pare.» ¶ «Non
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due, pare.» ¶ «Non c’è tempo da perdere.» ¶ Non
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per far loro dispetto, e quando fu andata via
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fu andata via, ermetica e dura, Carolina disse irata
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che il loro verdetto e se lo tenevano dentro
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che preparare in quattro e quattr’otto le nozze
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Teresa girava nell’inquietudine e nel dolore di chi
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arrendersi. ¶ «Come se lo è saputo accaparrare…» disse Carolina
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che spudorate…». Pareva sognasse. E la sorella alzò la
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la vince» affermò accigliata e minacciosa. ¶ In quanto a
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diamine!» ¶ Palle lo guardò e rise al suo modo
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al suo modo rapido e sfuggevole: sapeva lui, che
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saputo prima di nascere, e invece non sapeva nemmeno
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manovrare». ¶ Non disse altro, e Palle rise di nuovo
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Materassi stavano silenziose, meditabonde e cupe; e talora si
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silenziose, meditabonde e cupe; e talora si accasciavano spossate
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Anche Niobe stava cupa e chiusa senza un sorriso
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la si vedeva apparire e sparire misteriosamente, pareva sempre
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di dire una parola e ritornava via senza aver
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di uno splendore solare, e si rifutavano a interpretarli
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si capisce, ben lavata e pettinata, e che aspettava
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chiari, di quella dolcezza e docilità evangelica che sa
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per la prima volta; e l’altra, che pure
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risposto in tono supplichevole: “è tanto carino, perché?”. ¶ Remo
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Remo lo conosceva bene, e quando la mattina l
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due giovani, l’asceta e il mondano, sedevano accanto
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uno scambio di gentilezze e un desiderio di cordialità
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spirito riuscivano ad incontrarsi, e a rimanere insieme senza
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fiori erano tutti rose e le gemme tutte perle
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La cosa più importante, e insieme più difficile, era
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purezza del suo cuore e la semplicità della soluzione
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particolare delicatezza dell’argomento, e che non poteva influire
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nessun modo sul responso, e appellandosi con serena compiacenza
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essere quella la vera e unica strada, e mostrandosi
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vera e unica strada, e mostrandosi subito disposto di
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dei “già”, dei “sì, è vero, si capisce, è
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è vero, si capisce, è un giovane d’onore
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signor Priore sapeva tutto e capiva tutto e rimaneva
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tutto e capiva tutto e rimaneva sorridente e irremovibile
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tutto e rimaneva sorridente e irremovibile nel suo responso
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donne seguitavano a domandare e a domandarsi un perché