parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
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entra in quella che è ancora una salumeria e
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è ancora una salumeria e ricompare con una cassetta
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appena fuori dal negozio e ci si siede sopra
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biro dietro l’orecchio e si ferma a guardare
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la testa al muro e chiude gli occhi. ¶ Proprio
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me imperversano i fiocchi e, sul muro, la frase
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era il mio nome: “E intanto il mondo rotola
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intanto il mondo rotola e il mare sempre luccica
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mare sempre luccica, domani è già domenica e forse
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domani è già domenica e forse forse nevica”.** ¶ Mi
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sono avvicinato alla psicologia e ai rapporti umani qualche
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fine di quella terribile e magnifica estate capii che
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la differenza fra chi è super e chi, forse
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fra chi è super e chi, forse, lo è
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e chi, forse, lo è un po’ meno. Perché
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azione, la cosa giusta, e poi tornano a essere
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uno qualunque. ¶ Giancarlo non è mai tornato a essere
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tetto di un’auto e raccolgo un mucchietto di
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mi separa dalla salumeria e dall’amico di un
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occhi, corruga la fronte e resta a squadrarmi incredulo
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Ciao Sasà,” dico allora e gli mostro la mano
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pubblicista de “Il Mattino”, è stato ammazzato dalla camorra
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settembre 1985. ¶ Per rendergli giustizia e capire il perché del
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sono voluti dodici anni e tre pentiti. Nel 1997 la
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ergastolo i fratelli Nuvoletta e Luigi Baccante come mandanti
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come mandanti dell’omicidio e Ciro Cappucci e Armando
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omicidio e Ciro Cappucci e Armando Del Core come
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degli altri boss partenopei e di Cosa Nostra, passavano
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Nostra, passavano come “infami”, e ne fu sentenziata, perciò
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furono eseguiti anche appostamenti e perlustrazioni della zona da
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solo qualche giorno prima e quel pomeriggio aveva tentato
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Il romanzo, però, non è e non vuol essere
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romanzo, però, non è e non vuol essere un
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o aneddoti privati. Non è un libro su Giancarlo
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un libro con Giancarlo. ¶ È solo il mio personale
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la storia senza saperlo e senza volerlo. Una delle
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bisogno. ¶ Tutto ciò che è raccontato qui è frutto
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che è raccontato qui è frutto della mia fantasia
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anche se l’ambientazione è reale e la strada
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l’ambientazione è reale e la strada di cui
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strada di cui narro è quella dove Giancarlo Siani
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Siani ha abitato ed è stato ucciso. ¶ Mimì e
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è stato ucciso. ¶ Mimì e la sua famiglia, Sasà
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coniugi Iacobelli, gli Scognamiglio e la loro casa sono
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Carassius auratus), Beethoven, Angelo e qualche altro personaggio di
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la mia, che si è srotolata a solo qualche
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La Mehari verde, ovviamente, è proprio quella che Giancarlo
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che Giancarlo tanto amava e sulla quale perse la
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lana con il pompon e i paraorecchi. Quando avvertì
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mia presenza, si voltò e mi squadrò brevemente, poi
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bassino, con il caschetto e la parlantina strana, aveva
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le lenti a contatto e lo sguardo sicuro. ¶ Impiegai
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minuto per farmi riconoscere, e quando lei finalmente si
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con gli occhi grandi e luccicanti che riverberavano sul
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stancamente, continuai a studiare e studiare e studiare senza
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a studiare e studiare e studiare senza un perché
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me chino sui libri e mi afferrava la mano
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mi afferrava la mano, e quelli di papà, che
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mi raggiunse in camera e cercò di aiutarmi a
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all’urto del trauma e proseguiva inflessibile a costruirsi
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Mimì pieno di speranza e gioia per la vita
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che credeva nei superpoteri e nella giustizia, nella forza
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della cultura, dei libri e della scrittura, nel rigore
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scrittura, nel rigore morale e negli eroi, non esisteva
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non sapeva come sognare e che aveva deciso, forse
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da quel luogo piccolo e ostile che si era
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viso inespressivo di Giancarlo, e riaffiorarono, invece, il suo
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infanzia: “La vita prosegue, è il filo di fuoco
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durerà lo spirito, che è indistruttibile”.* ¶ E allora tornai
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spirito, che è indistruttibile”.* ¶ E allora tornai ad aprire
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che mi aveva regalato e ripresi a sfogliarla con
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il massimo dei voti e partii per Roma, per
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alle spalle il passato e correre finalmente verso il
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cuore. Ero in bagno e sulle piastrelle, al riparo
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gioco estivo fra me e Viola. ¶ Tornato a casa
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l’agenda di Giancarlo e riempii la prima pagina
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parole che sentivo appartenermi. E così continuai a fare
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significativi dei libri vecchi e nuovi incontrati sul percorso
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tornare a dare valore e forza alle parole, che
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di fronte alla cattiveria e alle ingiustizie umane e
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e alle ingiustizie umane e, invece, possono tanto, come
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come sapeva bene Giancarlo e come diceva anche Rudyard
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ci tendono la mano e ci tirano su per
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strada che dobbiamo prendere e non abbiamo il coraggio
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raccontano le loro storie e ci permettono di entrare
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quando arriva la sera. E poco importa se a
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tenere in vita Giancarlo e non sono servite a
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di cadere, l’importante è che ci aiutino ogni
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le mani in tasca e sbuffo una nuvola di
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fronte a me c’è lui, Giancarlo, raffigurato con
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con il solito sorriso, e poi c’è la
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sorriso, e poi c’è la Mehari, che ora
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storia, la terribile esperienza e l’amore che la
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ragazzo pieno di vita. E poi, ancora, ci sono
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una macchina da scrivere e alcune frasi, citazioni di
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Constant, Camus, Alda Merini, e parte di un testo
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ho un altro appuntamento”, e infila le chiavi nella
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a noi si apre e compare una ragazzina di
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dei jeans attillati neri e strappati sulle ginocchia, e
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e strappati sulle ginocchia, e anfibi ai piedi. Mastica
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Mastica un chewing gum e ci guarda di sottecchi
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armeggia con il telefonino e nemmeno sembra aver notato
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di Facebook sul cellulare e io cerco di non
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nell’androne, dove c’è un ragazzo della sua
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il passo d’istinto e per un attimo penso
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dovrebbe firmarmi queste carte...”, e mi porge la cartellina
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penna anch’essa verde. “È la sua dichiarazione di
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Faccio un veloce scarabocchio e con tre falcate sono
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la nuova Viola si è allontanata di qualche metro
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di qualche metro ed è già per mano con
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interessare uno studio professionale”, e si gratta la testa
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auguro una buona serata”, e si allontana con passo
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sei?” ¶ “Poi ti spiego. È una storia lunga.” ¶ Lei
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in silenzio un attimo e poi dice solo: “Ok
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Qui sta nevicando...” commento e faccio due passi in
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si gira di profilo e mi ruba un sussulto
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nella tasca del cappotto e mi rimetto in cammino
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della mia vecchia casa e mi fermo davanti al
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che ha visto tutto e che ora porta su
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il sorriso di Giancarlo. È stata mia madre a
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elegante di via Cilea, e la nostra vita cambiò
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non c’era più e la nonna si era
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quando lo portavamo giù, e Bea, dopo qualche anno
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anni, laureato in economia e commercio con un master
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administration non so dove e un paio di esperienze
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di esperienze a Londra e Roma. Tornato a Napoli
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il centro storico, Chiaia e il Vomero, che oggi
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cui uno a Milano e uno a Roma), si
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tre figli, due femmine e un maschio, primogenito nonché
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una sera a casa e spiegò a nostro padre
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nome obsoleto al figlio, e poi c’era il
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Giuseppe, Salvatore (che pure è un nome obsoleto a
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nipote si chiama Salvatore e gli amici lo chiamano
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che procura a me e alla madre un certo
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con il tempo si è trasformata da ragazza alternativa
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Sasà, perso troppo presto e, forse, con troppa sufficienza
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morì qualche anno dopo e alla fine dei suoi
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cuccia, chiuse gli occhi e sparì in silenzio, così
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casa – mi ero avvicinato e gli avevo sussurrato all
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attendere il mio ritorno e di non farmi brutti
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a Napoli ben poco. ¶ E poi, due giorni dopo
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aveva smesso di volare e aveva aperto una società
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una mano in tasca e l’altra a reggere
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volume, le gambe intrecciate e un cappellino di lana
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che avessi mai provato e con la coda dell
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scritta ama si illuminasse e iniziasse a lampeggiare. ¶ Non
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che accese la notte e la mia vita. So
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per tutta la sera e poi ci saremmo finalmente
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ci saremmo finalmente fidanzati, e avremmo aspettato un’altra
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preferita, mia, di Viola e di Giancarlo. Una splendida
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là, posteggiava l’auto. E un’altra parte del
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Mehari. Un colpo sordo, e poi un altro, e
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e poi un altro, e un altro ancora, e
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e un altro ancora, e le nostre lingue smisero
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lingue smisero di muoversi, e le bocche si divisero
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le bocche si divisero, e i corpi piombarono in
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piedi con un balzo, e le mani si cercarono
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supereroe. ¶ Uno sparo ancora, e poi un altro, e
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e poi un altro, e un altro subito dopo
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un altro subito dopo, e Viola e io ci
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subito dopo, e Viola e io ci ritrovammo separati
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io ci ritrovammo separati, e mio padre uscì di
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casa con le pantofole, e Bagheera schizzò giù dall
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schizzò giù dall’auto e scomparve nel buio, e
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e scomparve nel buio, e la testa bianca di
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nuovo la sua comparsa, e anche il signor Iacobelli
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affacciò. Un altro colpo, e poi un altro, e
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e poi un altro, e di nuovo, e mia
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altro, e di nuovo, e mia mamma stava urlando
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mia mamma stava urlando, e anche una signora da
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un palazzo adiacente urlava, e Viola mi guardava senza
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mi guardava senza capire, e mio padre stava correndo
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stava correndo all’esterno, e il nonno era spuntato
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nonna chiedeva di Bea e le mani di mamma
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nel tentativo di proteggermi. ¶ E poi arrivò il silenzio
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sparo se lo rubò, e si prese anche tutto
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che smise di correre, e Viola, che all’improvviso
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sepolta in un cassetto, e il terrazzo degli Scognamiglio
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giochi con le figurine e il Super Santos, le
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ragazzi, si prese Sasà e Fabio, le canzoni di
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Vasco, la mia infanzia, e quella di Viola. Si
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i fumetti, il cinema e i superpoteri. Si prese
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regalare al mio eroe e l’amore per la
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penzoloni su un lato e un rivolo di sangue
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mare sempre luccica, domani è già domenica e forse
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domani è già domenica e forse forse nevica ¶ “E
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e forse forse nevica ¶ “E questo è tutto,” dice
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forse nevica ¶ “E questo è tutto,” dice infine l
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come vede, la casa è molto bella, ma qualcosa
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qualcosa si può fare...”, e resta lì a fissarmi
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Resto ancora in silenzio e allora lui desiste. “Va
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desiste. “Va bene, scendiamo”, e guarda l’orologio, “perché
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del colore del grano, e dalle labbra proveniva l
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pesce fra di noi e mi sedetti. La scritta
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auto, sollevò la testa e cominciò a fissarci. Viola
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ricambiai, inspirò un attimo e cominciò: “Il mio ultimo
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ragazzo si chiamava Gabriele...”, e rimase a guardarmi. Tentai
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Perdona l’interruzione...” risposi e mi alzai di scatto
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Ma che vita inutile e noiosa deve essere la
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il coraggio di domandargli, e rubai una fragorosa risata
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di Sasà nelle vicinanze e io tornai a sedermi
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tornai a sedermi. ¶ “Scusami, è che ho deciso di
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sembrò accusare il colpo e proseguì: “Con Samuel ormai
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proseguì: “Con Samuel ormai è finita da un pezzo
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da un pezzo, si è comportato molto male con
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di vendicarmi, di dimenticarlo, e mi sono messa con
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messa con Gabriele. Però è stato inutile, non lo
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continuo ad amare Samuel e...” ¶ “Viola, non capisco cosa
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interromperla. ¶ Lei si bloccò e mi guardò le labbra
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un Sì della Piaggio e accese il motore pedalando
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volte al nostro bacio e ho ascoltato sempre la
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che mi hai fatto, e... insomma, quella frase che
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di getto. ¶ Lei sorrise e ribatté: “Ecco, già, lo
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Ecco, già, lo vedi? È che gli altri ragazzi
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non sono così romantici e... insomma... certe volte mi
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Poi smise di parlare e si concentrò su Red
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di nuovo senza regola e allungai la mano verso
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sua. ¶ “La tua amicizia è una delle cose più
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più preziose che ho, e non voglio perderla...” aggiunse
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avevo trattenuto nei polmoni e ribattei: “Viola, io credo
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sembrò colpita dalla frase e restò in silenzio a
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chiuse la sedia pieghevole e se la infilò sotto
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rivolse a noi: “Ragazzì”, e ci offrì anche un
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buone, ci vediamo domani...”, e sparì dietro l’orlo
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palazzo. ¶ Viola mi guardò e scoppiò a ridere e
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e scoppiò a ridere e io, di fronte al
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genuino, non seppi resistere e le andai dietro. Poi
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nuovo soli, ci risedemmo e lei tornò a parlare
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lei tornò a parlare: “È che sono confusa, a
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volte sei così noioso e non mi piaci; altre
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grande anche di Samuel e degli altri che si
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gli adulti. Sei strano...”, e tornò a fissarmi la
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un metro da noi e Bagheera si lasciò andare
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ammise accarezzandosi una coscia, e il mio cuore tornò
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lo so il perché”, e alzò la voce, “è
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e alzò la voce, “è un periodo strano, però
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te, mi sento bene e...” ¶ Non la feci finire
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feci finire di parlare e mi lanciai sulle sue
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sembrò colta alla sprovvista e infilò di nuovo la
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lingua nella mia bocca, e ancora una volta ebbi
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dirgli. ¶ “Molto,” rispose subito. ¶ “E non provi paura?” ¶ “No
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ci sono i giudici e i poliziotti.” ¶ “Però scrivi
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loro...” ¶ “Sì, già, scrivo. E scrivere è bellissimo, dovresti
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già, scrivo. E scrivere è bellissimo, dovresti averlo capito
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per scegliere, devono sapere. E un giornalista ‘giornalista’ questo
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bel regalo di compleanno!” ¶ “È il tuo compleanno? Che
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Che notizia sbalorditiva. Auguri!”, e mi tuffai fra le
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occhiali che mi invecchiano”, e sorrise. ¶ “Sì, potrebbe essere
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guardai le mani, imbarazzato, e aggiunsi: “Nei prossimi giorni
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fallo spesso, nella scrittura e nella vita”, e mi
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scrittura e nella vita”, e mi diede un buffetto
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sobbalzarono sul naso arricciato, e commentò: “Ora vado, ha
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Ci vediamo presto allora”, e si allontanò con un
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hanno un buon finale”, e mi strizzò l’occhio
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mi strizzò l’occhio. ¶ È vero, Giancà, non tutte
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nel walkman di Bea e mi sdraiai sul letto
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quel punto poco senso, e Viola, be’, mi aveva
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la quale cantava Vasco e, quando partì la chitarra
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muovere le gambe su e giù, mentre tiravo pugni
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musica sparata a palla e gli occhi chiusi. Ma
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cosa alla quale tenevo e mi sembrava giusto donarla
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vana ricerca di superpoteri e supereroi, ma non ho
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sia a un eroe, è giusto che questo lo
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arrivarono canzoni come Toffee e Ogni volta e allora
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Toffee e Ogni volta e allora mi placai e
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e allora mi placai e smisi di tirare pugni
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smisi di tirare pugni, e restai a piangere al
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a toglierti qualcosa non è l’amore, innamorarsi al
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come mi chiamava papà, è la perdita l’unica
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davvero ti fa arrefondere. È con la perdita che
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si era fatto nido e di una fase della
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il pensiero a Morla e la cosa, se possibile
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ancora peggio. La verità è che mi ero pentito
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ritrovai Viola nella stanza e quasi mi strozzai con
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di colpo la luce e invitando l’ospite a
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il cuore in gola e un’espressione stupida sul
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riprendermi Red,” disse lei e la speranza che per
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si liquefece all’istante. ¶ “È in cucina,” risposi con
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risposi con voce gelida, e approfittai del silenzio per
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quando era una punk e una maglietta senza maniche
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Aveva i capelli raccolti e il viso serio. Era
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mi sembrò così triste. E poi immaginavo i commenti
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walkman, infilai le espadrillas, e la scortai all’uscita
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fu bisogno: il nonno e papà continuarono a guardare
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Red, mamma si voltò e disse: “Sicuro che non
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mani intrecciate sul davanti e il busto un po
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un po’ incurvato, ringraziò e declinò con cortesia l
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di marmo del palazzo, e prima di lasciarsi andare
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di capire chi fossero e perché passassero il loro
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a perlustrare la zona e l’ingresso della nostra
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rabbia risalirmi nelle vene e mi allontanai di getto
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balaustra, afferrai la boccia e scesi a casa a
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ma io non risposi e risalii in fretta e
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e risalii in fretta e furia dagli Scognamiglio, strinsi
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Morla fra le mani e dissi: “L’estate è
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e dissi: “L’estate è finita, amica mia, e
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è finita, amica mia, e io le promesse le
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di casa alle spalle e scivolai furtivo all’esterno
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a un grosso gorgoglio e subito dopo la pioggia
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tonfo sordo sul selciato e ben presto l’aria
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per rimuovere la rabbia e la delusione, per cancellare
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inzuppata, gli occhiali appannati e le espadrillas pesanti e
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e le espadrillas pesanti e piene d’acqua. Mi
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che incontravo sul cammino, e cercai un posto isolato
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addentrai in un boschetto e mi sedetti tra il
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tra il fogliame bagnato e il fango, sotto una
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l’odore del terreno e del muschio. Appoggiai Morla
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a una grossa radice e attesi. ¶ Lei non si
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si mosse, la testa e le zampe al sicuro
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mano nella terra fangosa e dissi: “Dai, ci sono
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come mio padre, che è terrorizzato dalla libertà. Tu
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vissuto tanto, sei saggia, e sai qual è la
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saggia, e sai qual è la cosa giusta”. ¶ Morla
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perciò chiusi gli occhi e rimasi in silenzio ad
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ascoltare il mio respiro e l’acquazzone che rimbalzava
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che rimbalzava sul fogliame e sui tronchi, ripensando a
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sorridente con un altro e a Sasà che non
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si mescolava alle lacrime e Morla aveva cacciato fuori
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cacciato fuori la testa e gli arti e si
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testa e gli arti e si approssimava a compiere
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Vai, piccola...” la esortai, e lei sembrò quasi voltarsi
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Sei libera, finalmente,” aggiunsi e mi sentii euforico, come
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cespuglio a mezzo metro e io mi aprii in
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sarebbe rispuntato il sole e un giorno nuovo avrebbe
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nuovo avrebbe atteso me e Morla. ¶ “Buona fortuna, amica
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ti ripari?” chiese Giancarlo. ¶ “È solo pioggia...” ¶ “Già...” commentò
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no sai che macello. E poi altrimenti stanotte Bagheera
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avrebbe saputo dove dormire...” e sorrise. “Quando inizia la
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le mani in tasca e guardava le auto posteggiate
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temporale. ¶ “Fra qualche giorno.” ¶ “E Sasà?” ¶ “Non ci vediamo
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sguardo. Scrollai le spalle e dissi: “Non vuole stare
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Non che io sappia. È tornato così dalla colonia
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che avrete vite diverse e lontane, ma il fatto
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al tuo amico.” ¶ Annuii e lui iniziò a pulirsi
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prima di domandare ancora: “E Viola?”. ¶ Stavolta non risposi
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Lui fece un sospiro e cambiò discorso: “Lunedì vorrei
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una volta al giorno e con poche scaglie, perché
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farsi scoppiare lo stomaco e con troppo mangime l
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il pesce era vispo e l’acqua linda; finché
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esclamato spodestandomi dal compito e iniziando a nutrirlo di
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trovavo l’acqua nera e il povero Red che
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prese per il braccio e disse: “Mimì, che dici
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Mimì, che dici, fuggiamo?”, e mi strizzò l’occhio
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l’occhio. Annuii divertito e, dopo un breve cenno
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gli portava ogni giorno e non obiettava. E chissà
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giorno e non obiettava. E chissà che non avesse
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tono in determinate occasioni. E quello era uno di
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scorticata attorno ai fori e dei mocassini lucidi che
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grazie a Tom Cruise e al film Top Gun
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al film Top Gun) e si guardava intorno con
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di seta, foulard, cappelli e giacche. ¶ “È mai accaduto
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foulard, cappelli e giacche. ¶ “È mai accaduto che il
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si sia sciolto?” chiesi e lo costrinsi a distogliere
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volte che non si è sciolto sono sempre successe
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successe tragedie,” fece lui, e si toccò il piccolo
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ultimo tiro dalla sigaretta e si allisciò i baffi
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non si sia sciolto...”, e mi guardò. ¶ Ero ancora
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ricordi?” incalzò allora lui. ¶ E come no! Ricordo che
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l’intero palazzo crollasse e rimanesse in piedi solo
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però, era il capofamiglia, e se diceva “tutti sotto
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aveva gli occhi socchiusi e le orecchie tappate con
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pareti con aria preoccupata, e io guardavo papà. Poi
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l’ascella del marito e si era zittita. ¶ Per
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sguardo carico di paura e gioia, poi papà aveva
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famiglie che gridavano, piangevano e correvano all’impazzata. Io
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sciolga presto,” risposi allora, e papà scoppiò a ridere
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poco più in là e la bozza del romanzo
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Manco a dirlo, Alice e Mattia, dopo varie vicissitudini
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varie vicissitudini, si fidanzavano, e quel pomeriggio avrei voluto
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stata bloccata dalla madre e che sarebbe venuta appena
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solita fetta di lattuga e rimasi ad accarezzarle la
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altro, allora mi alzai e mi misi a girare
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a memoria la libreria e il terrazzo, ma sapevo
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del resto della casa e pochissimo dei suoi veri
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sul divano di broccato e mi persi nella visione
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Guardai il mio Casio e sbuffai, poi mi alzai
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sbuffai, poi mi alzai e mi diressi verso il
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che usava anche mamma e che una volta avevo
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nello studio dell’ammiraglio e mi sedetti dietro la
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da un’enciclopedia Treccani, e poi volumi di diritto
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di diritto, sulla navigazione e altri che non capivo
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a picchiettare il pavimento e mi affacciai per capire
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tornare giù da me. E fu allora che notai
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lo sguardo all’orologio e parlavano fitto. ¶ Chissà, forse
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vicissitudini del famoso lupo e degli altri comprimari, la
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ad attirare le attenzioni e le simpatie di Beatrice
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aver letto una striscia e di essersi molto divertita
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prima grande operazione commerciale e andai a trattare con
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quel momento. Il problema è che non ero molto
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non voleva sentire parlare. È sempre stato un tipo
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chiedere spiccioli, si turbava e iniziava a trovare mille
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mio intento, si commosse e mi diede subito i
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in un gran sorriso e in un “Wow” sentito
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afferrò la macchina fotografica e infilò l’occhio nell
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figli. “Venite pure tu e mamma, anzi, venite tutti
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a quel punto Bea, e allora nostro padre fu
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attimo prima del clic e mi girai d’istinto
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Bea mi sta baciando, e i nonni sorridono alla
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unico che guarda dritto è Pino. ¶ Nonostante le tante
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Nonostante le tante imperfezioni, è l’immagine che più
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mi ricorda l’adolescenza e la mia semplice e
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e la mia semplice e ridente famiglia, la quale
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ridente famiglia, la quale è riuscita a vincere le
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tutte le mie forze e che ho scoperto poi
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settembre, per l’appunto, e il sedici dicembre. Noi
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fummo io, papà, mamma e nonna Maria (che entrava
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il segno della croce e, con il rosario in
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una serie di preghiere e suppliche alle quali partecipava
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amore per la scienza e l’astronomia mi impediva
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vedere in giro, Fabio e io eravamo andati a
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dopo gli avevo citofonato e lui mi aveva risposto
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con lo sguardo adulto e carico di rabbia, l
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l’atteggiamento da Marine e la mascella contratta. Fabio
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di occuparsi del problema e non lo cercò più
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volta rispondeva a monosillabi e se ne rimaneva per
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mi so’ fatto gruoss’!”, e mi lasciò con la
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la figurina in mano e la bocca aperta. ¶ Dopo
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era del tutto sfilacciato e nel giro di un
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affrontare ragazzi più forti e più grandi di lui
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terrificanti durante la notte e poi malediceva il marito
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poi malediceva il marito e iniziava a bestemmiare. O
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diversi, ci eravamo supportati e sopportati, ci eravamo appoggiati
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la cugina di Bo e Luke amatissima da me
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Luke amatissima da me e Sasà che qualche volta
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nelle mie fantasie notturne) e un paio di Superga
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apparecchio per i denti) e mi aveva stretto forte
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la consapevolezza di sé e della sua bellezza, fatto
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sembrato di non conoscerla e che quella ragazza che
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era stata molto carina e aveva detto che ci
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presto perché voleva parlarmi e ascoltare il romanzo, cosa
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ricordasse della mia storia. ¶ “E poi dobbiamo mantenere una
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andarsene. ¶ “Quale promessa?” ¶ “Morla...” ¶ E così quella mattina al
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più lontano del terrazzo e copro la distanza con
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più esterno del balcone, e mi soffermo a osservare
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potessero vincere il tempo e tornare da me. Invece
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sono ancora aggrappate lì, e chissà per quanto ancora
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di guardare la partita e le serie tv. Mi
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serie tv. Mi giro e quasi sto per ridergli
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lui se ne accorge e mi guarda titubante, probabilmente
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divertente. ¶ “No, mi scusi, è che sono contento,” dico
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una mano sulla spalla e torno dentro senza voltarmi
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storia piena di limiti e vuoti di trama, con
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un linguaggio inutilmente ricercato e, forse, privo di emozioni
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le piacque o se è perché aveva altro per
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Romagna. Quello che so è che non ebbi più
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più modo di leggerle e di scrivere altri capitoli
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anche quella di Sasà e di Fabio, cambiarono di
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Fabio, cambiarono di colpo e la spensieratezza che aveva
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temporale. ¶ Agosto alle spalle ¶ E alla fine terminarono anche
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la lotta alle zanzare e agli scarafaggi (uno ce
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lo trovammo in casa e mamma ebbe una crisi
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pagare i parcheggiatori abusivi e allora mamma blaterava tutto
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più scavato in viso e andava in affanno per
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le passeggiate con mamma e nonna al mercatino di
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cemento pieni di oggetti e vite che sembravano dormienti
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diciotto anni di Bea e il diploma che aveva
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con non poca fatica e un trentasei che rubò
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che toglieva il fiato e un decolleté che mostrava
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volta buttarono l’occhio e la nonna fu costretta
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era al gran completo e anche il nonno, seppure
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Elena, giù a Posillipo, e che non diceva mai
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diceva mai una parola, e al cospetto di papà
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cospetto di papà balbettava e sembrava sciogliersi come neve
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con il grande ego e la buffonaggine che lo
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prima o poi lui e Bea tornassero insieme. ¶ Fu
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felici di trovarci lì e ognuno di noi diede
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parole cariche di energia e luoghi comuni di papà
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solito con il vino e alla fine pretese che
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per il tuo futuro”, e quasi scoppiò a piangere
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piangere mentre la abbracciava e proseguiva: “Sarai sempre la
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la mia piccola principessa”, e questa volta, forse perché
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un po’ troppo alto e impastato dal vino, il
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feste. “Bea, mamm’t è ’na chiagnona! È solo
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t è ’na chiagnona! È solo il nostro modo
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quel poco che abbiamo è tuo, è vostro”, e
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che abbiamo è tuo, è vostro”, e guardò anche
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è tuo, è vostro”, e guardò anche me prima
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Bea. Dopo grandi tentennamenti e dopo aver ascoltato mille
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sport, almeno quello praticato), e un bikini in saldo
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fatto di testa mia e mi direzionai verso l
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al collo di papà e lei a quello mio
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di dolore, gioia, amore e resistenza. ¶ Un fiore sotto
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fiore sotto un temporale ¶ “E qui, finalmente, c’è
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E qui, finalmente, c’è il terrazzo, il pezzo
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annuncia la mia guida e apre le ante. ¶ Gli
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sono agitato ed emozionato, e una miriade di immagini
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sulle pupille. Il terrazzo è molto diverso da come
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ricordavo, più piccolo, contenuto, e tutti quei colori che
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viola. C’erano gerani e ortensie che sbucavano dai
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che sbucavano dai vasi e piante di ogni tipo
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posavano sempre le api e poi, in un angolo
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fregavano del mio amore e puntavano dritti il sole
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sole. ¶ Adesso non c’è nulla di tutto questo
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sembra spazzare ogni cosa e rami secchi di una
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da sostegno. Non c’è il dondolo, non ci
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in un angolo, c’è il motore di un
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l’età di Morla e che, come lei, come
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fidare fino in fondo e si era indaffarato a
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proteggersi. ¶ Compio due passi e mi chino a guardare
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anche se so che è impossibile, che Morla non