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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Tre operai, 1934

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
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1934
io che m’illudevo!” E senza distogliere più lo
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1934
perduto quell’aria sicura e fredda. Ma poi subito
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questi pensieri!» S’imbroglia e volge altrove lo sguardo
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Teodoro in quell’attimo. E i loro sguardi s
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io mi vesta. Non è decente stare così.» E
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è decente stare così.» E mostra di nuovo il
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nel tempo in cui è rimasto solo non è
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è rimasto solo non è facile a dirsi. Il
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più forte di Maria è stato sopraffatto dal proposito
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1934
di non tradire Anna. E al pensiero di abbandonare
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1934
conquista di Maria si è sovrapposto il proposito di
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1934
di abbandonare anche Anna. E vede il ginocchio tondo
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1934
vede il ginocchio tondo e bianco, i fianchi perfetti
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distrarsi, ma il pensiero è fisso alla porta dietro
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regge lo specchio c’è un pettine sdentato, una
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volto di Maria... Maria è lì, dietro quella porta
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lì, dietro quella porta, e si veste. Ora s
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casa a quell’ora; e dopo che egli le
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non senza qualche bugia e qualche contraddizione, la sua
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contraddizione, la sua situazione e le ragioni della sua
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di coscienza si può... E Teodoro, dal canto suo
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Teodoro, dal canto suo, è anch’egli in preda
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preda a forti tormenti: è quasi sicuro che quel
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disparte, per dirle che è pericoloso, prima per lei
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pericoloso, prima per lei e poi per lui; ma
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sul vecchio divano. ¶ Teodoro è sicuro di essere forte
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sicuro di essere forte e di sapersi dominare: quello
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sapersi dominare: quello che è fatto è fatto; ma
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quello che è fatto è fatto; ma da ora
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sicura, in questo momento, è già qualche cosa! Ed
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il cuore. ¶ Quando Maria è uscita, egli ha finto
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stanco, di sentirsi male, e si è coricato. Ma
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sentirsi male, e si è coricato. Ma le lenzuola
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lenzuola odorano di erba e dal cuscino emana un
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un prato, il guanciale è il volto di Maria
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vuol disinteressarsi dell’una e dell’altra. Se pensa
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situazione in cui s’è cacciato gli vien quasi
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mentre lui inquieto grida e bestemmia per un nonnulla
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tra estranei: tornare indietro. E gli occhi gli si
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su un mare scuro e calmo. E lui corre
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mare scuro e calmo. E lui corre sulle piastre
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grigie della banchina; corre, e la banchina s’allunga
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essere gelosi; che cos’è questa gelosia? una formula
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voglio bene a tutte e due” continuava lui allegrotto
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di Anna era pallido, e si capiva facilmente che
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scorgeva nelle ragazze freddezza e indifferenza. Se Anna, quando
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vicino come sempre dolce e buona e un po
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sempre dolce e buona e un po’ petulante, Teodoro
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ritrova solo, quello che è, senza più cappotto, con
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Cosa avrebbe fatto? Non è forse più semplice, più
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umano ritornare sulle decisioni e rinunziare, almeno per il
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attendersi, se non dispiaceri e disavventure? Ma proprio in
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il segno della debolezza e dell’impotenza; che bisogna
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queste cose: ma come? E Teodoro si giura che
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che il signore non è in casa? ¶ Durante i
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nei momenti più comodi, e nella maniera meno lusinghiera
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di quell’essere debole. E si era spinto sino
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Bisognava solo esser cauti; e Maria non avrebbe dovuto
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sarebbe pensato di lui? E immaginò perfino di andar
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andar via con lei e iniziare accanto a lei
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danaro per prendersi Maria e rifarsi con lei una
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sempre nello stesso pensiero. E se mi piace Maria
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devo accontentare di Anna, e se mi prendo Anna
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Maria. Debbo soffrire io e debbo far soffrire lei
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debbo far soffrire lei. E perché? Perché questi porci
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non ti fanno lavorare e non ti danno i
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a diventare più discrete e realistiche: ed inclinò a
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ha bisogno di conforto; e la vede – ora che
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i caratteri più dolci e teneri. Bisogna che io
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cui mi sono allontanato; e perché non dovrei farla
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di bene gliene voglio. È donna; ma cerca di
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1934
vagamente s’accorge che è sconveniente; ma io pensavo
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1934
questa ipotesi; in quanto è certo che Anna non
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1934
quei pochi ve n’è alcuno che abbia una
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1934
di aiutarmi debbo rifiutare. ¶ E bussa alla porta. Gli
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1934
diventati importanti, eh! Anna è andata via da molto
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stavo ancora a letto», e alzando una gamba scopre
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scopre il ginocchio nudo, e fissa Teodoro ostinatamente negli
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intanto non faccio nulla!» E allunga il muso con
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1934
me ne importa?” ¶ Teodoro è seduto nella stanza che
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1934
che funge da cucina e da camera da pranzo
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ad aprire le imposte, e la luce si diffonde
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1934
di grasso dei tegami e del fornello diventano lucenti
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veste da camera leggera e attillata. ¶ «E dimmi un
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camera leggera e attillata. ¶ «E dimmi un po’» domanda
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1934
un’occhiata nella scollatura, e sorride. Quando alza il
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1934
nello sguardo di lei, e, per ritardare la risposta
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1934
eri ingrassata, mentre...» ¶ «Questa è una bugia, credo!» interrompe
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1934
vedi, mi sono dimagrita.» E tenta di stringersi la
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1934
altro che quelle forme e quelle mani che stringono
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1934
sei affatto grassa. Anzi.» E si vede riflesso nella
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1934
lei guardandolo negli occhi. ¶ E Teodoro si ricorda di
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1934
le faceva la corte... e guardandosi una scarpa, domanda
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1934
guardandosi una scarpa, domanda: ¶ «E l’avvocato, lo vedi
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1934
domanda gli pare ingenua e fuori posto. ¶ «Eh! è
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e fuori posto. ¶ «Eh! è diventato geloso il mio
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guardia, coccarda al berretto e bicicletta gocciolante a lato
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via; va bene, questo è deciso: ma poi, che
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strana; comincia a zufolare e inconsciamente gli torna alle
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1934
bisogna prenderla sul tragico: e riprende la sua andatura
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1934
la sua andatura lesta e sbandata. ¶ È giunto alla
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1934
andatura lesta e sbandata. ¶ È giunto alla stazione; non
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catino d’acqua calda, e l’altro guarda il
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il manometro: «L’affare è che io non mi
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Torna sui suoi passi e cammina senza più pensare
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Comunale. Alberi a destra e a sinistra, e tra
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1934
destra e a sinistra, e tra gli alberi le
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1934
prevedere anche il sereno e forse il sole più
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1934
più tardi. La fontana è un lago, in cui
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1934
in cui il cielo è sottosopra. Ha cessato di
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1934
Ha cessato di piovere, e ora s’ode solo
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1934
un tinnire di chiavi; e si ferma. Vede un
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1934
dal piccolo padiglione che è sulla sua destra e
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1934
è sulla sua destra e sparire tra gli alberi
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1934
a questa costruzione bianca e ne sale i tre
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1934
sul portale legge che è fesso chi legge, sono
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1934
chi legge, sono venuto e non ti ho trovato
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1934
un bel... dare appuntamento; e prosegue. Sulla parete scorrono
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1934
cerino, per piacere.» ¶ «Chi è quello che è uscito
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1934
Chi è quello che è uscito?» chiede Teodoro, meravigliandosi
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1934
un suono così sgradevole. ¶ «È il guardiano del serbatoio
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1934
serbatoio?» ¶ «Questo, dell’acqua.» ¶ «E tu?» ¶ «Mi sono trovata
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1934
a ripararmi dalla pioggia.» E come vede Teodoro guardarla
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1934
mi capisci. Quando lui è di turno, io vengo
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1934
Che pioggia, figlio mio!» e si appoggia a lui
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1934
son presa tutta addosso, e non ho fatto un
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1934
un po’ diventa grosso, e allora pare di sentire
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1934
le pareti di ferro. È curiosa la propria voce
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1934
un periodo di silenzio e di emozione. Un rumore
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1934
rumore di spiccioli ricontati; e Teodoro ripercorre il viale
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1934
viale col cappotto sbottonato e il cappello all’indietro
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1934
all’indietro. Il cielo è quasi chiaro e scivola
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1934
cielo è quasi chiaro e scivola con una curva
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1934
molo scompare nella nebbia, e non se ne vede
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1934
oscillano, tutto il resto è fermo. ¶ Ha passato sette
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1934
una settimana di prove e di tentativi andati a
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1934
dei soldi. Ma Giossi e tutti coloro sui quali
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1934
canzoncina: “oggi l’epoca è triste, figlio mio; e
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1934
è triste, figlio mio; e con la disoccupazione che
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1934
la disoccupazione che c’è in giro... Imbarcarti? ma
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1934
ma non parlarne proprio; e la tessera di navigazione
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1934
puoi averla? eh, c’è un rigore, oggi!” Finora
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1934
che il suo coraggio e la sua decisione dovessero
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1934
essere premiati; ma adesso è convinto che su questa
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1934
sul cuscino gli lagrima, e le palpebre gli si
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1934
palpebre gli si chiudono e sente le parole del
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1934
bambino. Spegne la luce. E Moreau gli viene incontro
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1934
sono armate rivoluzionarie, lacere e scalze e cantano inni
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1934
rivoluzionarie, lacere e scalze e cantano inni proletari. Dove
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1934
Non ne conosce nessuno. E nella mente gli torna
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1934
ogni piega del lenzuolo è una gamba di Maria
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1934
fuori che un operaio. E lui voleva essere qualcosa
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1934
letto più degli altri e dentro ci aveva una
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1934
d’animo di scontento. E inoltre, ad aggravare la
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1934
continuamente egli chiede libertà e autonomia. Una vita libera
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1934
autonomia. Una vita libera e indipendente, si ripeteva; magari
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1934
instabilità del suo carattere e tuttavia non riusciva a
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1934
sa di essere infelice. E allora meglio starsene da
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1934
potuto fare di meglio e di più, ecco quel
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1934
disimpegnare meglio da solo: è necessario fuggire, scomparire al
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1934
scomparire al più presto; e allora si domanderà di
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1934
di lui: “cosa ne è? dove è andato? chi
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1934
cosa ne è? dove è andato? chi lo ha
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1934
giorno ritorna all’improvviso e stupisce tutti perché porta
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1934
felicità”. ¶ Apre gli occhi e s’accorge che ogni
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1934
sforzo per tenerli chiusi è vano. Ha perduto quell
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1934
sonno ed eccitato com’è, col cuore che batte
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1934
batte all’impazzata, gli è impossibile riaddormentarsi. Cerca una
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1934
trova; il letto s’è disfatto in mille pieghe
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1934
sono deserte; la fabbrica è chiusa e farà paura
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1934
la fabbrica è chiusa e farà paura ad entrarvi
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1934
là della finestra vi è un muro bianco dipinto
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1934
percorre con lo sguardo e s’accorge che attraverso
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1934
il capo a destra e a sinistra, si può
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1934
muovere a piacere, fonderlo e allungarlo, come se il
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1934
di pasta malleabile. ¶ Quando è vestito, delicatamente chiude la
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1934
porta alle sue spalle e discende le scale di
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1934
Non ha un programma, e si chiede se il
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1934
Dove vado? Ma ormai è fuori, e un ritorno
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1934
Ma ormai è fuori, e un ritorno gli sembra
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1934
hanno i pantaloni bagnati e le scarpe, coperte di
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1934
scarpe, coperte di fango e segatura, sembrano deformi: Dove
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1934
piede stenterà ad entrarvi, e se le suole son
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1934
be’, tiriamo avanti. Teodoro è preso dal panico: che
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1934
mani nelle tasche. Non è uscito mai di notte
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1934
svelto sotto la pioggia, e il suo passo gli
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1934
una lunga criniera nera, e corre, corre, su quel
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1934
assolata. ¶ Si guarda intorno; e non vede che pioggia
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1934
non vede che pioggia e serrande abbassate. I fanali
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1934
corrono tra un fanale e l’altro. In fondo
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1934
sbucano dalla massa oscura, e sembrano più bianche, come
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1934
di fresco. La strada è vuota; passa solo una
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1934
svolazzano nell’aria; fango e grigio; e anche pioggia
194
1934
aria; fango e grigio; e anche pioggia, questo c
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1934
anche pioggia, questo c’è nell’aria; fango e
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1934
è nell’aria; fango e pioggia, e panni appesi
197
1934
aria; fango e pioggia, e panni appesi alle finestre
198
1934
casa? Be’, bisogna muoversi; e su, a destra, voltò
199
1934
sarà un ebreo questo, è padrone di mezza strada
200
1934
cielo si va schiarendo e le donne camminano sulla
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1934
di casa. Non c’è aria di rivoluzione, ma
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1934
sole, tutto si accomoda e le donne diventano allettanti
203
1934
porta di un dolciere e anche lei lo guarda
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1934
ragazza, dai fianchi larghi e molli; le donne grasse
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1934
movimento si va diradando, e poi si placa. Ecco
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1934
per il viale alberato e polveroso. Da queste parti
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1934
queste parti vivono Anna e Maria. Ma è Maria
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1934
Anna e Maria. Ma è Maria che gli torna
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1934
casa delle due ragazze, e gli viene il fiato
210
1934
porta che si chiude, e il viso di uno
211
1934
si aggiusta la cravatta e si soffia il naso
212
1934
Teodoro impalato sulla soglia. ¶ «E non lavori?» ¶ «Sono stato
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1934
un poco più decente; e che mi faccia guadagnare
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1934
faccia guadagnare di più.» ¶ «E perché non ti sei
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1934
risponde con troppa precipitazione. E intanto guarda Maria e
216
1934
E intanto guarda Maria e si compiace di trovarla
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1934
di trovarla più buona e più dimessa. Paragonandola nella
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1934
di vederla così modesta e così cordiale. Pensa perfino
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1934
la sera?» le chiede, e si pente subito, poiché
220
1934
di vita tra lei e la sorella. «Esci con
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1934
che si annoia fuori. E allora...» e lascia dondolare
222
1934
annoia fuori. E allora...» e lascia dondolare una mano
223
1934
cena.» Fin dove s’è spinto? E Anna? Ma
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1934
dove s’è spinto? E Anna? Ma egli è
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1934
E Anna? Ma egli è sicuro che anche se
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1934
amore di Anna. Parole, e se ne accorge. Ora
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1934
se ne accorge. Ora è bruciato dal desiderio violento
228
1934
violento di baciare Maria e non certo per amore
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1934
timidezza; ed eccolo muto e pensieroso, con una mano
230
1934
da Bondini non ci è andato. Solo sul far
231
1934
Maria nella sua mente è ormai troppo precisa, troppo
232
1934
mi accadde qualche cosa? e con chi ero? era
233
1934
nel centro dove c’è ancora movimento e luci
234
1934
c’è ancora movimento e luci. Sulle carrozze la
235
1934
in sala il cappotto e il cappello che sta
236
1934
per abbandonarlo; sul nastro è fiorito un profilo di
237
1934
mangia solo il pane e una mela. Per sbucciarla
238
1934
che puzza di pepe e di formaggio, questi cassetti
239
1934
gli si stanca presto e gli si fa di
240
1934
si fa di ghiaccio; e l’occhio che poggia
241
1934
i suoi capelli biondi: e canta... ¶ «Ti ricordo, ti
242
1934
avere già abbandonato Anna e di ricordarla come nella
243
1934
ricordarla come nella canzone e di esserne triste; e
244
1934
e di esserne triste; e veramente è triste in
245
1934
esserne triste; e veramente è triste in questo momento
246
1934
una creatura “spirituale”, ed è proprio la donna che
247
1934
fatica perché il pacchetto è rotto: offre una sigaretta
248
1934
Anna, una a Maria, e fuma anche lui. Guarda
249
1934
lento verso la lampada e tra il fumo vede
250
1934
labbra. ¶ La gita domenicale è fallita miseramente. Cominciò a
251
1934
stuoia a palline nere. E il mare argilloso, pieno
252
1934
argilloso, pieno di alghe e di rifiuti, assaliva la
253
1934
divenne sempre più fitta e li inseguì fin dentro
254
1934
dove si erano rifugiati e li costrinse quasi contro
255
1934
Anna odorava di pioggia, e su quella bocca Teodoro
256
1934
amo. ¶ II ¶ Teodoro s’è fatto licenziare per scarso
257
1934
lana del padre, grigie e dure, e le sue
258
1934
padre, grigie e dure, e le sue camicie sfilacciate
259
1934
incanto, la notte. Certamente è tardi. Nello specchio gli
260
1934
appare un’altra stanza e il capo di uno
261
1934
guarda; invece quella stanza è proprio la sua, ed
262
1934
proprio la sua, ed è proprio lui, colui che
263
1934
con la testa storta e gli occhi torvi. Si
264
1934
giornale al padre, ed è questa la sua mansione
265
1934
ferma per un braccio e, guardandolo fisso negli occhi
266
1934
Vorrei sapere... vorrei sapere...» e comincia a girare a
267
1934
dopo appena una settimana e non trovi ancora la
268
1934
il senso della frase. E intanto guarda fuori dalla
269
1934
ma io ho lavorato e tu devi lavorare. Qui
270
1934
Qui, qui... non c’è posto per gli sfaticati
271
1934
noi. Io ho lavorato e tu devi lavorare... Non
272
1934
credere il contrario o è pazzo o è rimbambito
273
1934
o è pazzo o è rimbambito...» Infine si è
274
1934
è rimbambito...» Infine si è sfogato. Ma passeggia ancora
275
1934
sulle labbra; ma passeggia e tace. Sembra che non
276
1934
non trovi più parole e si commuova alle cose
277
1934
commuova alle cose che è costretto a dire controvoglia
278
1934
per fargli cambiare idea. E poi pensa pure: dovrei
279
1934
quest’ora non c’è lui; ma forse conviene
280
1934
Teodoro in quel momento; e traduce quel pensiero in
281
1934
con gli occhi umidi e privi di espressione. «Dammi
282
1934
ti restituirò tutto insieme.» E scappa via, senza accennarle
283
1934
accennarle neppure un saluto, e senza notare la mano
284
1934
pupazzo crocifisso. La strada è grigia, e i tram
285
1934
La strada è grigia, e i tram passano con
286
1934
di lavoro, piove sempre; e Teodoro è costretto a
287
1934
piove sempre; e Teodoro è costretto a ripararsi sotto
288
1934
nelle fosse della strada e le tende svolazzano nell
289
1934
è silenzio e vapore, e c’è anche Anna
290
1934
e vapore, e c’è anche Anna in un
291
1934
vedere Teodoro. ¶ L’ipoclorito e il bisolfito danno nausea
292
1934
le valvole non funzionano e molte perdite di vapore
293
1934
le sue finestre strette e nere e con la
294
1934
finestre strette e nere e con la grondaia che
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Teodoro esce dalla lavanderia è tardi. Aspetta Anna al
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venga da lontano, invece è fermo nella campagna deserta
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campagna deserta. Il cielo è lucido come d’estate
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brividi nella schiena. Teodoro è già un operaio. Sabato
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Sabato prenderà la paga e con la paga comprerà
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un paio di scarpe, e gli occorrerebbero anche delle
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occorrerebbero anche delle mutande, e possibilmente un paio di
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comprerò anche una cravatta. E pensa, Teodoro, con gli
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sarà accanto ad Anna; e Anna gli si avvicina
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No, m’ero distratto.» E si spingono per la
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per la campagna deserta e gelata. ¶ Il venerdì Teodoro
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simpatico; lo trova intelligente e vivace. Marco dice ad
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un sindacato dei lavandai. È giusto, pensa Teodoro, ma
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la colazione per tutti e due, e la gita
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per tutti e due, e la gita ci costerà
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qualche cosa di diverso e Teodoro anche, accompagna Anna
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accompagna Anna a casa e conosce Maria. Gesù, quanto
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conosce Maria. Gesù, quanto è bella Maria, Teodoro ne
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ha pieni gli occhi. È piuttosto grassa e ha
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occhi. È piuttosto grassa e ha una voce forte
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ha una voce forte, e lui si pente di
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facciamo scherzi, Maria non è fatta per lui, si
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lui, si vede subito. È una ragazza diversa da
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dietro le spalle! Teodoro è rimasto a cena con
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non gli piacciono, ed è una tortura mandarle giù
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sul letto la vestaglia e comincia a girare per
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lo sguardo dalle cosce e dalle braccia di lei
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dalle braccia di lei. E mentre si lava ella
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dice rivolta a Teodoro. «È un tipo buffissimo; però
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un tipo buffissimo; però è una persona per bene
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bene. Per esempio, stasera è lui che mi accompagna
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cinema!» Anna non risponde: è avvilita, perché Teodoro guarda
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Anna gli appare umile e dimessa; e Anna gli
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appare umile e dimessa; e Anna gli riporta alla
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i suoi abiti goffi e macchiati, le sue scarpe
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rotte, l’officina umida e nera. Invece Maria è
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e nera. Invece Maria è tutt’altra cosa: fresca
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pulita, va chissà dove e con chi; e quell
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dove e con chi; e quell’avvocato dev’essere
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lo ricordi sempre. ¶ Maria è già vestita, con l
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stretto alla vita, corto e lucido, e il giacchetto
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vita, corto e lucido, e il giacchetto con il
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prima settimana di lavoro ¶ È domenica, di marzo. Luigi
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di marzo. Luigi Barrin e il figlio Teodoro sulla
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coi suoi alberi folti e neri, poche nuvole gelate
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due baracconi da fiera e un organetto che suona
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assumere nella lavanderia dove è capoperaio. ¶ Davanti alla lavanderia
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il custode, aprendo. «Questo è vostro figlio? Si vede
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d’acqua!» Luigi Barrin è fiero poiché Teodoro è
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è fiero poiché Teodoro è un bel ragazzo. ¶ «Non
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di domenica» dice Barrin; e indicando il figlio: «Sono
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un puzzo di muffa e di sapone marcito. Una
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spunta la ciminiera corta e arrugginita. Teodoro entra nel
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dice il padre, «questa è la macchina a vapore
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la fabbrica; questa poi è la caldaia. In queste
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i bagni di soda e di sapone, di acido
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ambiente stretto, macchine panciute e primitive, che hanno nomi
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scuola. ¶ Il lunedì Teodoro è già operaio apprendista nella
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lui? Vogliono sapere se è un crumiro. Dalle vasche
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un incendio. Qualche muro è sgretolato, e dal tufo
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Qualche muro è sgretolato, e dal tufo umido affiorano
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umido affiorano cristalli salmastri e su ogni punta brilla
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rigagnoli di sapone sporco e di acqua tinta che
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fuochista Marco De Martino; e Marco gli dice che
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le sciocchezze. ¶ «Il fatto è che nessuno vuol stare
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il riposo diventa loquace e ragionevole. «In quest’epoca
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ti vuol diventare questo e chi ti vuol diventare
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vuol diventare quest’altro; e nessuno s’accontenta della
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al secondo giorno, Teodoro è già stanco del lavoro
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da un lungo viaggio; e i suoi principali non
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troppo: un’occhiata furba, e via, insieme col padre
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d’accordo sulla paga; e Teodoro, mentre aspira gli
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da mettere la domenica, e credeva di tornare a
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questo pensiero allorché s’è imbattuto in Anna Giordano
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la biancheria in entrata e in uscita, al piano
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al piano di sopra. È bella, ma esile e
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È bella, ma esile e pallida; ed è pensando
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esile e pallida; ed è pensando a lei che
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sera. ¶ Si sente stanco e non riesce a pensare
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a pensare ad Anna e alle scarpe, se pensa
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una nube di vapore, e preferisce Anna. ¶ Il mercoledì
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mercoledì piove a dirotto. È tragico alzarsi dal letto
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letto quando piove, chi è che ha stabilito che
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lavoro? Ma Luigi Barrin è inesorabile, gli dà la
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la sveglia col fischio e spalancando la finestra dice
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dice che quando si è svogliati non si combina
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diversi rigagnoli di tinta e di acqua saponata che
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di sangue. La lavanderia è vuota, i tubi ebollitori
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tanto fracasso, tacciono; c’è silenzio e vapore, e
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tacciono; c’è silenzio e vapore, e c’è
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la trovavano troppo malvestita e le dicevano di ripassare
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giorni in una stireria, e per altri tre giorni
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doveva prendere servizio le è stato detto dal direttore
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dal direttore che lui è dolentissimo, ma l’amministrazione
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carte in regola. Però è stato così buono quest
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da darle perfino indicazioni e consigli, se vuol trovare
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regola. Se non vi è di fastidio, tornate da
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tempo. Arrivederci.» ¶ Anna si è trovata in istrada senza
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Re. Lo traversa tutto, e imbocca le piccole vie
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di via della Lungara: e rimane in questo locale
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può sedersi con lei. È pallida, già brilla: «Se
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complimenti? Qui ce n’è tanta!» ¶ «Lo vedo, grazie
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ci hanno la casa e quanti passano la nottata
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Macché. Senti a me, è facile. Tutta questa gente
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non ha casa. Questo è un locale che non
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con un quartuccio davanti e passare la notte in
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Ah, sì?» fa Anna, e ride di nuovo, stanca
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un’ombra di orgoglio e di riluttanza. «Avercela la
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prestare io.» ¶ «No, scherzi? e perché?» ¶ «Non devi far
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far complimenti con me; e se hai sonno possiamo
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in un’atmosfera calda e pesante. Si sente il
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ronfo del loro respiro; e al buio i letti
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soldi. «Non fate rumore, e non parlate. È libero
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rumore, e non parlate. È libero solo il terzo
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in cui dovranno coricarsi e comincia a spogliarsi. Solo
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con spilli di sicurezza; e il freddo spinge Anna
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schifosa l’avvolge tutta e si fa dolore nei
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fa puzzo all’olfatto e incubo alla mente sveglia
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col suo corpo caldo, e l’eccitamento nervoso cresce
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suoi pensieri. ¶ Passano lunghi e pesanti minuti, durante i
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ecco che mi stordisco e non capisco, non sento
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il caffè in cui è capitata, gli ambienti in
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gli ambienti in cui è passata nei giorni scorsi
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giorni scorsi... Ma cosa è venuta a fare a
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Roma? A trovare lavoro? E com’è che invece
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trovare lavoro? E com’è che invece di darsi
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può per trovarne si è abbandonata a lunghe passeggiate
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a lunghe passeggiate? S’è messa su una brutta
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amica: ma se questa è in grado di darglielo
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stanza: schiude le palpebre e scorge un’ombra aggirarsi
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fa? Un uomo. Rovista e si guarda intorno: ora
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cieca. Poi si curva e sparisce tra due letti
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Ode un leggero trepestio e le grida di un
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grida di un bambino. È il figlio della sorda
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sono quasi tutte sveglie. E, poiché sono abituate a
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1934
improvvisi, accendono la luce e si guardano l’un
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mariuolo che se l’è filata durante il primo
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1934
lo conoscevi!» «Io no.» «E nemmeno io.» Qualcuno si
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1934
si va a giocare, e non è detto che
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1934
a giocare, e non è detto che debba venir
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1934
può anche andar male; e in due è sempre
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1934
male; e in due è sempre più difficile. Io
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1934
aggravare la tua posizione.» ¶ «E che importa? Se facciamo
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fiasco ce ne torneremo!» ¶ «È facile dirlo: io non
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Marco ridendo, «la vita è fatta per chi se
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se la sa pigliare: e se tu cominci così
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così, buona notte! Allora è meglio che non ci
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Tu sai tante cosette, e ci potremo spassare.» E
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e ci potremo spassare.» E si lasciarono. ¶ Poi s
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l’ora della partenza e il programma da espletare
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posto. ¶ Ecco infatti Marco e Teodoro fare ingresso nella
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dove ci sono soldati e marinai che cantano; ne
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stamattina!» ¶ Il liquido amarognolo e forte mette Teodoro in
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madre che piangeva. Papà è a letto e lei
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Papà è a letto e lei non si regge
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partire più.» ¶ «Ma questo è sciocco. Non partire? Ma
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partire? Ma capisci che è il momento buono. M
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che non combineremo niente.» ¶ «E perché? Ma io non
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uno dopo l’altro. E la stazione si stende
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a fianco dei binari, e pare una città vista
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dall’alto. ¶ VIII ¶ Anna è libera: se ne va
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ne va a Roma, e conosce i ladri dei
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Alla partenza di Teodoro è seguita quella di Anna
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niente di sé, le è parso impossibile continuare a
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quella vita di lotte e di sacrifici. Venendo a
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Venendo a mancarle lui, è venuta meno in lei
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le toccava vivere si è aggiunta la mancanza del
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se qualche volta spiacevole; e la certezza che Maria
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menare quella vita libera e disordinata. Allora perché rimanere
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dove niente le appartiene, e dove piuttosto è sopportata
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appartiene, e dove piuttosto è sopportata? Val meglio cercarsi
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via propria, tutta propria; e chissà che lontana da
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vita fatta di rimpianti e di rimproveri, e di
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rimpianti e di rimproveri, e di pillole amare mandate
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fisico non sarebbe risanato e lei diventata più forte
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lei diventata più forte e più piacente... e infine
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forte e più piacente... e infine trovare qualcuno?... Il
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città moderna con larghe e belle strade, dettero ad
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preoccuparsi della parte pratica e materiale della vita, badasse
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divertimenti. ¶ I veri disagi e i veri sacrifici cominciarono
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a capo di niente. E più i giorni passavano
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più i giorni passavano e più la debolezza la
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in grado di recarvisi: e rimandava fino a quando
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queste cose: quando s’è malandate e s’ha
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quando s’è malandate e s’ha bisogno, riesce
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posto, o era tardi e quelli s’erano già
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e forza per incamminarsi: e poi non è meglio
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incamminarsi: e poi non è meglio che io lavori
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meglio che io lavori e vi mandi un aiuto
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fissi chi sa dove, e scappa via. Rivede quegli
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le vie in fretta e i palazzi gli si
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allontanano alle spalle: perché è scappato? Piangerà ancora? Che
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voglio bene, tanto bene, e le luci gli tremano
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che le voglio bene e ho bisogno di lei
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sigaretta tra le labbra e il berretto in mano
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si arresta anche lui, e corre a stringergli la
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Ossia non posso lagnarmi. E a voi?» Come vede
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che lui non lavora? E la curiosità accresce in
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Marco sotto il braccio, e comincia a camminare. «Ah
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tu, a squagliarti.» ¶ «Sì, è vero» dice distrattamente Teodoro
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ero trattato dai “principali”» e ride. ¶ «Se lo so
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ride. ¶ «Se lo so! E con me non facevano
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sai come fa sempre, e mi dice: “Andate nel
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sudato come un accidente e...” “Oh!” fa lui, “qui
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fa lui, “qui c’è da fare poche chiacchiere
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ho detto di andare, e andateci.” Allora, con una