parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «E»

nautoretestoannoconcordanza
1
1936
snaturato. Il villaggio indigeno è rimasto; rimasti i tukul
2
1936
sul fondo delle pendici e non hanno nessuna civetteria
3
1936
non roseti; ma cactus e fichidindia massicci e immobili
4
1936
cactus e fichidindia massicci e immobili, che ti guardano
5
1936
che ti guardano diffidenti. E sulle due pendici più
6
1936
torve del Forte Angerà e del Forte Toselli a
7
1936
ha qui. Toselli non è un uomo, è una
8
1936
non è un uomo, è una leggenda: non solo
9
1936
sfugge anche alla storia. È rimasto nei canti di
10
1936
gente, nelle sue memorie e anche nelle sue speranze
11
1936
Sciumbasci, reduce di Adua e ora capopaese di Digsa
12
1936
che non si sanno» e che «il fatto è
13
1936
e che «il fatto è questo: che il corpo
14
1936
salvo, levandolo nel cielo, e che ora egli vaga
15
1936
un mercante del Tigrai e lo descrive: era curvo
16
1936
lo descrive: era curvo e magro, guardava a terra
17
1936
magro, guardava a terra e conduceva per mano il
18
1936
passi non facevano rumore e i mutzù e le
19
1936
rumore e i mutzù e le allodole non fuggivano
20
1936
che, per essere capopaese e ridivenuto simile per rughe
21
1936
rughe a una scimmia, è costretto anche a essere
22
1936
parola di troppa moda e di troppo credito, «realista
23
1936
testa a questa storia e dice di non crederci
24
1936
crederci. Però il fatto è questo: che il corpo
25
1936
campo di battaglia. ¶ Villaggio e sua gente ¶ Questo paese
26
1936
sua gente ¶ Questo paese e la gente che lo
27
1936
un rullo di tamburo è un segnale di vociferazioni
28
1936
vociferazioni; qui, al contrario, è il segnale di un
29
1936
rito taciturno. Vengono, giovani e vecchi, dalla campagna e
30
1936
e vecchi, dalla campagna e lasciano campi e bestiame
31
1936
campagna e lasciano campi e bestiame, mogli e bimbi
32
1936
campi e bestiame, mogli e bimbi piccini. Qualcuno si
33
1936
a quattro, a cinquanta e marciano, bagalì alla mano
34
1936
o meglio, canta uno e gli altri fanno coro
35
1936
su mille motivi eguali e diversi. A un gomito
36
1936
che il torrente Saganeiti è così arrabbiato che mostra
37
1936
andando sul Forte Toselli e sul Forte Angerà la
38
1936
Sul Forte Angerà c’è l’VIII e su
39
1936
c’è l’VIII e su quello Toselli il
40
1936
Toselli il XX. Questo è figlio di quello, che
41
1936
che a sua volta è figlio del IV. La
42
1936
del IV. La prosapia è illustre e suscita commenti
43
1936
La prosapia è illustre e suscita commenti e ricordi
44
1936
illustre e suscita commenti e ricordi. L’ambizione più
45
1936
L’ambizione più diffusa è quella di andare al
46
1936
al suo avo. S’è sparso per la valle
47
1936
conobbero tenente In Libia e altrove: è il Comandante
48
1936
In Libia e altrove: è il Comandante di ferro
49
1936
smarrimento, di macerazione solitaria e silenziosa. Forse per questo
50
1936
sono affezionato, ad esso e al suo padrone. Gaber
51
1936
suo padrone. Gaber Hisciàl è personaggio importantissimo nella mia
52
1936
importantissimo nella mia vita, e un giorno bisognerà che
53
1936
quella grande storia, coloniale e guerriera, dell’Italia, che
54
1936
nel suo poiché Gaber è Sciumbasci. Allora, misteriosamente, ha
55
1936
cui ha accatastato mantelle e coperte, uno scrittoio rudimentale
56
1936
arredamento Gaber era occupato e distratto all’istruzione: sapeva
57
1936
pensare che Goitana, quando è bagnato, si cambia l
58
1936
si cambia l’abito e che in genere approfitta
59
1936
per lavarsi i piedi – e pertanto nel suo tukul
60
1936
nel suo tukul c’è perfino l’attaccapanni con
61
1936
con la divisa asciutta e una bacinella di zinco
62
1936
acqua, con relativo asciugamano. E Gaber Hisciàl sorride: non
63
1936
crede ora che s’è fatto cristiano «grazie al
64
1936
comprendere la grande pioggia e accettarne il significato. Da
65
1936
o in un’altra, è sempre un accidente. Qui
66
1936
accidente. Qui no, qui è una quotidiana fatalità celeste
67
1936
Da noi la pioggia è un fenomeno munito di
68
1936
poi son tutte, gira e rigira, forme di ribellione
69
1936
vuol dire diventar grotteschi. È una fatalità a orario
70
1936
Gaber solo restava indifferente e parlava loro in un
71
1936
in un linguaggio sommesso e incomprensibile che probabilmente voleva
72
1936
di comandare all’acqua e al sole con gli
73
1936
cui comandano gli ascari. E un giorno forse ci
74
1936
riesce ai Goitana?». ¶ Gaber è un maestro di saggezza
75
1936
a Gheremedìn, a Tesfài. E anche a me. Ho
76
1936
tukul. A Massaua c’è il sole e si
77
1936
c’è il sole e si sta peggio: qui
78
1936
peggio: qui non c’è pericolo di colpi di
79
1936
che, quando piove, egli è meno duro dell’ordinario
80
1936
parlare con i Muntaz e coi Bulukbasci della compagnia
81
1936
Bulukbasci della compagnia, raccontare e farsi raccontare storielle. Anche
82
1936
raccontare storielle. Anche questo è uno dei tanti misteri
83
1936
ammorbidisce come la zolla, e la voce gli si
84
1936
storia. ¶ La loro storia è sempre uguale: ascari sono
85
1936
sempre uguale: ascari sono e vivono in bilico tra
86
1936
una nostalgia di guerra e una speranza di guerra
87
1936
Teruzzi. ¶ Ogni grande pioggia è il ristabilimento di questo
88
1936
contatto intimo fra te e i tuoi ascari e
89
1936
e i tuoi ascari e lo stillicidio lento di
90
1936
Villeggiatura. Ripenso all’Appennino e alle Alpi: quei verdi
91
1936
paesini il cui nome è pien di grazia femminile
92
1936
pien di grazia femminile e quei rossi dolomitici più
93
1936
senza nostalgia. ¶ Più scabra è questa terra e direi
94
1936
scabra è questa terra e direi più vera: simile
95
1936
luogo di gran turismo e non compromesse dalla solita
96
1936
apoplessia cosmopolita. ¶ Questo villaggio è rimasto puro. Italiani l
97
1936
dove vengono, cosa fanno e cosa pensano. Una cosa
98
1936
sola non sa: cos’è il Governo. Ne ha
99
1936
ha sentito tanto parlare e molti ufficiali gliel’hanno
100
1936
Governo se il muletto è guarito della piaga, grazie
101
1936
al Governo se c’è il sole, o c
102
1936
il sole, o c’è pioggia e tuoni e
103
1936
o c’è pioggia e tuoni e lampi, o
104
1936
è pioggia e tuoni e lampi, o se sono
105
1936
in forse. Il Governo è per lui un Goitana
106
1936
l’ottavo nato, vivo e vitale «grazie al Governo
107
1936
al lume delle torce – e grida formidabili si levarono
108
1936
Harrài, Goitana, harrài! ¶ Questo è il vero battesimo dell
109
1936
ascaro eritreo. ¶ Grande pioggia ¶ È un cielo denso: più
110
1936
un ingorgo d’azzurro – e dà fastidio agli occhi
111
1936
dà fastidio agli occhi e ai nervi. Ma soprattutto
112
1936
pioggia, la pioggia. Poi è sera: le ultime luci
113
1936
da arcobaleni, chiazzati qua e là da colori più
114
1936
vividi: una sinfonia disordinata e violenta che le prime
115
1936
da un letargo aduggiato. ¶ È la grande pioggia, col
116
1936
col suo scrosciare feroce e convulso sulle foglie tetragone
117
1936
nel suo tukul buio e graveolente. Lì mi rifugio
118
1936
costruzione della scuderia. Oramai è sacramentale: l’ascaro non
119
1936
l’ascaro non sa e le ragioni di Goitana
120
1936
Goitana sono sempre profonde e misteriose; ma smette di
121
1936
ma smette di cantare e al ritorno non ti
122
1936
fantasia significa che non è un buon Goitana, significa
123
1936
buon Goitana, significa che è un Goitana che non
124
1936
Goitana che non «vede». E male gliene incoglierà. ¶ Oramai
125
1936
gliene incoglierà. ¶ Oramai, dicevo, è sacramentale. Alle tre i
126
1936
dai quattro punti cardinali – e ti dà una sensazione
127
1936
come qui dove sei: è inconcepibile che in qualche
128
1936
globo ci sia sole e azzurro. Chiuso ti senti
129
1936
azzurro. Chiuso ti senti e come strozzato da quella
130
1936
Cade la prima gocciola e fa una chiazza larga
131
1936
scroscio. Son gocce grosse e pese che s’infilano
132
1936
esitare sugli spini esili e maligni dei fichidindia e
133
1936
e maligni dei fichidindia e li allagano alla base
134
1936
fanno un baccano lugubre e disordinato come se non
135
1936
senza pause di verde e nelle notti di luna
136
1936
lì. Cadeva la pioggia e le Camicie nere cantavano
137
1936
cantavano: la loro ugola è un antidoto per tutti
138
1936
italiano vestito in uniforme e rimasto popolo: l’acqua
139
1936
Per essi la pioggia è un fenomeno europeo, una
140
1936
Diamanti, parlavan d’Impero e mandavano sguardi nostalgici a
141
1936
nei nostri bivacchi metropolitani e li irrora di canti
142
1936
di canti di gaiezza. È stata dura per noi
143
1936
noi delle truppe indigene – e qualcuno non ha retto
144
1936
vacillato, ogni tanto s’è dovuto stringere i denti
145
1936
dire avere un tarbush e una fascia coi colori
146
1936
una logica sistematica semplice e dritta: l’umanità si
147
1936
fucile, il guerriero: che è tanto più importante quanto
148
1936
importante quanto più elevato è il suo grado e
149
1936
è il suo grado e quanto maggiore è la
150
1936
grado e quanto maggiore è la sua anzianità. ¶ Coll
151
1936
anche in noi italiani è rimasta qua e là
152
1936
italiani è rimasta qua e là attaccata, deve cadere
153
1936
ricordati che sei «Goitana» e impara – è l’ascaro
154
1936
sei «Goitana» e impara – è l’ascaro stesso che
155
1936
concetto non europeo. Goitana è tutto: non soltanto «signore
156
1936
per lo meno non è «signore» che nel senso
157
1936
te tutto si riferisce e di tutto sei responsabile
158
1936
dà quasi le vertigini. È difficile far l’idolo
159
1936
la parte che reciti è troppo pesante, che non
160
1936
Quest’abitudine al padreternismo è il vero maldafrica, quello
161
1936
umana, non soltanto letteraria. E non c’è niente
162
1936
letteraria. E non c’è niente di ridicolo né
163
1936
rientrare nella società metropolitana e accettarne il livellamento. Sono
164
1936
star sull’altare. Duri e ferrigni anche quando son
165
1936
il sorriso di scherno e di scetticismo ti smuore
166
1936
nel morale. L’Africa è fatta così: è un
167
1936
Africa è fatta così: è un esame a cui
168
1936
ogni ipotesi in proposito è possibile, e in proposito
169
1936
in proposito è possibile, e in proposito non son
170
1936
avversione irriducibile alle date e ai casellari. È agile
171
1936
date e ai casellari. È agile e dritto, instancabile
172
1936
ai casellari. È agile e dritto, instancabile, ma il
173
1936
avere esaurito lo spazio e il materiale disponibili alle
174
1936
alle rughe: un’altra è inconcepibile. Egli è Sciumbasci
175
1936
altra è inconcepibile. Egli è Sciumbasci, il gerarca, l
176
1936
sottufficiali bianchi: lo Sciumbasci è colui che ha tre
177
1936
che porta i sandali e i gambali e, in
178
1936
sandali e i gambali e, in genere, l’orologio
179
1936
in genere, l’orologio. È il deus ex machina
180
1936
nulla si può fare; è colui che sta accanto
181
1936
ne ricevere gli ordini e li fa eseguire; è
182
1936
e li fa eseguire; è colui che ha trent
183
1936
trent’anni di servizio; è colui del quale si
184
1936
come del concittadino illustre e potente che, tornando, avrà
185
1936
la pensione dal Governo e verisimilmente diventerà capopaese. Gaber
186
1936
parla del colonnello Graziani e del tenente Teruzzi «che
187
1936
quale proviene ed enumera e descrive tutti i governatori
188
1936
di un compendio storico e, spesso, di un’enciclopedia
189
1936
di un’enciclopedia. Gaber è un uomo che sa
190
1936
nella compagnia alla mattina e quanti ascari in licenza
191
1936
quanti ascari in licenza e quanti altri di corvée
192
1936
ma anche quante mogli e quanti figli ha ognuno
193
1936
ha, oltre la Guerra e l’Esercito, una personalità
194
1936
i pensieri di Babbo e Mamma, dei miei libri
195
1936
abissale in cui sprofonda; e affacciandomi, allora, sull’orlo
196
1936
una fisionomia d’uomo e d’artista. Non dimenticherò
197
1936
io viva, il XX e la lezione umana del
198
1936
uomo»: sembrandomi che questo – e non altro – sia il
199
1936
accettabile di una vera – e vecchissima e italianissima – modernità
200
1936
una vera – e vecchissima e italianissima – modernità. ¶ E «un
201
1936
vecchissima e italianissima – modernità. ¶ E «un uomo» piacque a
202
1936
te, maggiore Gonella, considerarmi e chiamarmi: un uomo, sostantivo
203
1936
uomo da un uomo. E in queste prove. ¶ Rimarrà
204
1936
mia vita. La quale è fatta, voglio che sia
205
1936
mia fierezza, per ora, è quella di aver appartenuto
206
1936
appartenere ancora, al XX e di aver superato gli
207
1936
da quelli del liceo e dell’università. ¶ Questo libro
208
1936
università. ¶ Questo libro non è nato dentro la guerra
209
1936
né dalla mia bocca). È soltanto la vita di
210
1936
battaglione solitario, vita mia e di tutti: un battaglione
211
1936
coloro che lo formarono e lo comandarono che scrivere
212
1936
che scrivere dell’uno è come scrivere degli altri
213
1936
come scrivere degli altri. E particolarmente, questo, pel maggiore
214
1936
a lui sia dedicato, è naturale. È naturale, anche
215
1936
sia dedicato, è naturale. È naturale, anche, che sia
216
1936
quello del maggiore Gonella e mio si riassumono tutti
217
1936
in quello più grande e più bello di: XX
218
1936
non ci hanno fatto e non ci fanno dimenticare
219
1936
i nostri meravigliosi soldati; e, quanto ai paragoni, non
220
1936
finalmente – su questa che è oggi la vena pulsante
221
1936
nodale della sua geografia e della sua storia. A
222
1936
a mo’ di prologo, è questa: che non c
223
1936
questa: che non c’è nulla di più ridicolo
224
1936
ci si vorrebbe circonfondere. È, per lo meno, troppo
225
1936
niam antropofaghi, di aspidi e di torture cinesi. Se
226
1936
ombra di Roma, Firenze e altri paradisi europei, noi
227
1936
relegati nell’«inferno africano». E personalmente aggiungo che nessuna
228
1936
della polemica in guerriglia e dall’arrovellato vuoto in
229
1936
diceva delle truppe indigene e dell’impossibilità dei paragoni
230
1936
archivio dei ricordi belli e inutili, quel po’ di
231
1936
di esperienza di truppa e di comando che avevamo
232
1936
complemento. Non serve: qui è un’altra cosa. Anche
233
1936
cosa. Anche la mobilitazione è un’altra cosa: l
234
1936
ha girato pei villaggi e ha bussato alle porte
235
1936
ragazzo di dodici anni e il nonno di settanta
236
1936
sospettare che sian tetti, e partire in massa, nelle
237
1936
le masserizie. Frusciano rapidi e fantomatici per la campagna
238
1936
per la campagna sassosa e ferrigna, poi sostano in
239
1936
bianchi. Ci passi davanti e li guardi. Quando ci
240
1936
ci ripassi, dopo poco, e li riguardi, non li
241
1936
serpeggiavano tra i quadri e ne compromettevano l’organicità
242
1936
proiettava in lontananze infinite e là rimase per sempre
243
1936
conoscono solo quei battaglioni – e poco anche quelli – cui
244
1936
quel fatto d’armi è la risultante. Si dice
245
1936
il battaglione di Galliano. E si ricorda una data
246
1936
si ricorda una data e un luogo. Ma non
247
1936
la personalità del comandante e il lavoro ch’egli
248
1936
fece. Si dice: Toselli – e tutta la sua gloria
249
1936
tutta la sua gloria e la sua storia si
250
1936
di sangue. Ma Toselli e il IV – che sono
251
1936
formò a sua immagine e somiglianza. E la fisionomia
252
1936
sua immagine e somiglianza. E la fisionomia poi è
253
1936
E la fisionomia poi è restata, e resta, inalterabile
254
1936
fisionomia poi è restata, e resta, inalterabile, oltre gli
255
1936
inalterabile, oltre gli anni e gli eventi: opera d
256
1936
vuol tessere un elogio: «È un graduato, è un
257
1936
elogio: «È un graduato, è un ascaro che viene
258
1936
che viene dal IV». ¶ E così è, così comincia
259
1936
dal IV». ¶ E così è, così comincia ad essere
260
1936
ad essere del XX. ¶ È possibile che, finita la
261
1936
particolari barbagli di gloria; è possibile, anche, che a
262
1936
ci arrivi nemmeno. Così è di queste guerriglie africane
263
1936
combattimento, il vero combattimento, è cosa rara; dove ti
264
1936
Uorchè – durante la notte, e l’alba, poi, spazza
265
1936
che gli hai dedicato è ora questo: averlo forgiato
266
1936
lineamenti sono così marcati e caratteristici che lo individui
267
1936
fra tutti. Quando questo è avvenuto, pensi che puoi
268
1936
in te s’identifica. È una voluttà da artefice
269
1936
un bagaglio di abitudini e d’educazione già formata
270
1936
Ti si danno, ma è, sovente, una dedizione d
271
1936
altra specie: soldati meravigliosi e coscienze già formate. Gli
272
1936
ascari no. Vengono nudi e vuoti al battaglione. Dinanzi
273
1936
scompaiono le loro volontà e coscienze, si rassegnano nelle
274
1936
rassegnano nelle sue mani. È una tenera pietra che
275
1936
che ti pare. Non è facile: perché l’ascaro
276
1936
tua linfa. ¶ Tutto questo è avvenuto al XX, senza
277
1936
era capace di farlo è rimasto per strada. Ora
278
1936
nel loro significato organico e ne vediamo la risultante
279
1936
nostra vita di mesi e mesi. Vita ristretta, un
280
1936
microcosmo di mille uomini e venti ufficiali. Ma è
281
1936
e venti ufficiali. Ma è la nostra visuale, tutto
282
1936
vita, averlo educato, punizioni e carezze con cura minuziosa
283
1936
minuziosa; vederlo, oggi, compatto e definito spiccare tra i
284
1936
che ci vivono accanto e operano ai nostri fianchi
285
1936
ai nostri fianchi: questa – e non altra – è la
286
1936
questa – e non altra – è la nostra ricompensa. E
287
1936
è la nostra ricompensa. E il maggiore Gonella, questa
288
1936
ha insegnato ad amarla, e a esserne paghi. ¶ Il
289
1936
arretrata, sistemarsi in difensiva e non consentire il riposo
290
1936
lasci a terra bagaglio e viveri, ma le munizioni
291
1936
la nostra storia coloniale è piena. E anche questa
292
1936
storia coloniale è piena. E anche questa guerra ne
293
1936
prestigio prestigio. ¶ Eppoi: ¶ 1) Si è provveduto pel Muntaz Tellà
294
1936
Comando Brigata o Divisione, e non torni prima di
295
1936
della sussistenza di Macallè è molto migliore. Si tengano
296
1936
La distribuzione sia meticolosa e sempre presenziata da Ufficiali
297
1936
pensato anche alla cancelleria e a quella casseruola per
298
1936
Riceverete anche i sottobicchieri e i portatovaglioli coi colori
299
1936
da fare: regolamento: chi è affetto da ameba non
300
1936
colonia. Ma lui seguitava: «È venuto a trovarmi Sua
301
1936
efficacia a un ordine e gli ascari sovente dicevano
302
1936
avere detto per me…». E dicevano anche, gli ascari
303
1936
labbra nei primi giorni e più non rifioriscono. ¶ Ricordo
304
1936
qualcuno passasse per dire e farmi dire qualcosa. Arrivava
305
1936
per accendere una sigaretta e taceva. La stamberga bianca
306
1936
si beveva il grappino e le questioni di servizio
307
1936
di cui per mesi e mesi non ho saputo
308
1936
atteggiassero le loro coscienze e la loro sensibilità, tutto
309
1936
sensibilità, tutto questo mi è restato oscuro. Arrivarono, nei
310
1936
che seguirono, nuove reclute e fui a mia volta
311
1936
altro che un nome e un grado. Li vidi
312
1936
neri: quelle facce uguali e impenetrabili, che si pensa
313
1936
dal loro capresco rincorrersi e sorpassarsi; quegli occhi di
314
1936
un liquido traslucido, strabocchevole e contenuto. A sera, nel
315
1936
nodi, precipitare di volontà. E non mi son mai
316
1936
spalle dodici anni filati. E prima di venire ai
317
1936
fisonomia del suo comandante e questo avveniva specialmente al
318
1936
giovinezze sul suo profilo, e questa cera, ora, indurisce
319
1936
indurisce. Altri già fatti e diversamente fatti – non più
320
1936
d’un piacere nuovo e insospettato: amare il lavoro
321
1936
bene, anche se ostico e difficile m’è stato
322
1936
ostico e difficile m’è stato sul principio. Dimenticarsi
323
1936
mulo che per lui è micidiale) e ci venne
324
1936
per lui è micidiale) e ci venne incontro a
325
1936
ranghi, aggiustarono le divise e le fasce, levarono al
326
1936
sole le vecchie daghe e al cielo un nuovo
327
1936
a riceverne. L’idillio è l’atmosfera che più
328
1936
ripugna al mio temperamento e mi ci son sempre
329
1936
a costo di darne e di sentirne pena. Ma
330
1936
di chirurgo, in me e negli altri, di ciascuno
331
1936
Pochi giorni al battaglione e poi, talvolta senza averci
332
1936
mai rivolto la parola e senza avere abbreviato di
333
1936
pugno la varia coscienza e sensibilità – e colpiva diritto
334
1936
varia coscienza e sensibilità – e colpiva diritto con una
335
1936
lui, piangere uomini maturi e temprati che di lor
336
1936
affermare, oltre certe rivalità e discordie che serpeggiavano tra
337
1936
Sono letterato. E, a parte il brutto
338
1936
a parte il brutto e il meschino di questa
339
1936
ce l’ho fatta. E non ce la fo
340
1936
mi costa, di sonno e di fatica. Ma non
341
1936
per presentare il conto. E a chi, poi? Lo
342
1936
per polire la parola e renderla densa; mi trascino
343
1936
guerra, un manoscritto ingombrante. E tutto son pronto a
344
1936
mi permetterà molte cose e me ne vieterà moltissime
345
1936
ne vieterà moltissime altre: e, per esempio, di fare
346
1936
reduce». ¶ Ventesimo ¶ «Questo battaglione è una pianta giovane e
347
1936
è una pianta giovane e delicata. Era già nato
348
1936
era pieno di gobbe e di storture. Non fu
349
1936
sapete con quanto sforzo e sacrificio lo abbiamo raddrizzato
350
1936
comando, può ancora deformarsi e intristire. È un momento
351
1936
ancora deformarsi e intristire. È un momento delicato e
352
1936
È un momento delicato e difficile: una qualunque insensibilità
353
1936
qualunque insensibilità può compromettere e render vana l’opera
354
1936
vana l’opera mia e vostra. Io debbo andarmene
355
1936
vostra. Io debbo andarmene. È una diserzione, lo so
356
1936
da una pallottola; ma è una diserzione ora che
357
1936
al Capitano De Cadilhac e a tutti voi, signori
358
1936
Che dirvi? Il battaglione è la mia vita, lo
359
1936
Me l’hanno tolto e c’è poco da
360
1936
hanno tolto e c’è poco da fare. Ognuno
361
1936
ha i suoi doveri, e anche i medici hanno
362
1936
onore, penserò subito che è il mio battaglione che
363
1936
accorga della nostra assenza. E questo succederà se voi
364
1936
volta vi ho soffocato e vi ho reso pesante
365
1936
reso pesante la vita. E tutto questo pel battaglione
366
1936
tutto questo pel battaglione. È la mia creatura. E
367
1936
È la mia creatura. E anche voi sentitelo come
368
1936
di rifiuto, poi disse – e la voce parve che
369
1936
anch’io di carne e d’ossa e la
370
1936
carne e d’ossa e la sopportazione ha un
371
1936
si drizzò sulla lettiga e rimproverò tutti aspramente, con
372
1936
la sua eloquenza scheletrica e puntuta, perché nel lavoro
373
1936
fece ancor più urgente e implacabile su tutto il
374
1936
di Asmara (la sua è una malattia che non
375
1936
malattia che non perdona e lui lo sa), ma
376
1936
turno sorvegli la foraggiata e l’abbeverata. Un altro
377
1936
che fare il conducente è un segno che il
378
1936
Rivolgetevi sempre, nel comando e nella punizione, al graduato
379
1936
disordine sconvolgendo quello che è il principio-base di
380
1936
possibile il proprio reparto, e parlargli. Parlargli piano, semplicemente
381
1936
ogni cosa. Non dormire. E neanche sonnecchiare. Tutto, anche
382
1936
Tutto, anche la carogneria, è preferibile alla passività. ¶ 5) Essere
383
1936
propri uomini. Mostrarsi calmi e sorridenti. A qualunque costo
384
1936
i riposi, non mollare e non permettere che si
385
1936
la Toscana, il Trentino… e basta. A Roma, una
386
1936
volta, ma di sfuggita. E basta. È una vergogna
387
1936
di sfuggita. E basta. È una vergogna, no? Voglio
388
1936
da pedagogo, a me e a Lina, da pedagogo
389
1936
a Lina, da pedagogo e da autista. Eh? Poi
390
1936
un’officina di falegname e costituiamo l’associazione dei
391
1936
Io presidente, Lei segretario… e la sera correggiamo i
392
1936
Brighella, Fiammiferino (guarda Ghizzoni e si arresta di botto
393
1936
Chiamando sempre più forte e angoscioso). Ghizzoni! (Ghizzoni è
394
1936
e angoscioso). Ghizzoni! (Ghizzoni è immobile, gli occhi spalancati
395
1936
gli volta le spalle e siede lento, guardandolo nel
396
1936
nel vuoto. Dice semplicemente) È morto! ¶ Lunga pausa. Il
397
1936
entrano in fretta Spada e Gualtieri, sudati, sporchi, polverosi
398
1936
Gualtieri, sudati, sporchi, polverosi, e Spada con una mano
399
1936
Spada con una mano e la fronte bendata. ¶ SPADA
400
1936
Non vede il Maggiore e va dritto al letto
401
1936
spalle. Poi si volge e con un riso strano
402
1936
vedere! Ghizzoni morto! Ma è morto anche lui, quel
403
1936
quel cretino! ¶ GUALTIERI (che è restato sulla soglia severo
404
1936
uno stupido! ¶ Sipario. ¶ * Cobarò è un tamburo abissino sui
405
1936
Saganeiti stava sulla roccia ¶ e la iena fuggiva al
406
1936
Scioa si fece torbido ¶ e torbido si fece il
407
1936
mostrò le sue zanne ¶ e Goitana Toselli discese la
408
1936
Goitana, ¶ era più bello e forte di un Dio
409
1936
gran Goitana ¶ che non è morto, che non è
410
1936
è morto, che non è morto ¶ (e chi avrebbe
411
1936
che non è morto ¶ (e chi avrebbe potuto ucciderlo
412
1936
avrebbe potuto ucciderlo? ¶ Batha e Makonnen eran sciacalli, ¶ Goitana
413
1936
il nemico al falco e all’avvoltoio). ¶ Il sole
414
1936
sole tramontò su Alzalà, ¶ e tutti gli Amhara schierati
415
1936
Saganeiti, ¶ uccisore di Batha. ¶ E chi avrebbe potuto ucciderlo
416
1936
che Goitana Toselli non è morto. ¶ Tu sì che
417
1936
ne sta nel tempio ¶ e tutti vanno a baciare
418
1936
che diede alla iena e allo sciacallo ¶ lo sciacallo
419
1936
allo sciacallo ¶ lo sciacallo e la iena dello Scioa
420
1936
la iena dello Scioa e del Tigrè. ¶ Atchamberè… brm
421
1936
paese sta nella valle ¶ e si chiama Maarabà… ¶ Ecco
422
1936
i Goitana dal mare ¶ e gli ascari son saliti
423
1936
sostare. ¶ Su, bagalì, Goitana è venuto. ¶ … Il mio paese
424
1936
paese sta nella valle ¶ e si chiama Maarabà… ¶ La
425
1936
La fascia più bella è del XX, ¶ il Gagliardetto
426
1936
il Gagliardetto più bello è del XX. ¶ Harrà, XX
427
1936
paese sta nella valle ¶ e si chiama Maarabà… ¶ Stiamo
428
1936
marceremo verso il Mareb ¶ e daremo i nemici allo
429
1936
paese sta nella valle ¶ e si chiama Maarabà… ¶ Quando
430
1936
paese sta nella valle ¶ e si chiama Maarabà… ¶ Quando
431
1936
morremo intorno a Goitana; ¶ e tu tornerai al paese
432
1936
dire che l’ascaro è morto col suo Goitana
433
1936
che sulle vette impervie e sassose di codesta terra
434
1936
lontana…» (Alza gli occhi e incontra quelli di Ghizzoni
435
1936
cade di mano. Tutt’e due restano in silenzio
436
1936
in silenzio. Giusti fischietta e beve ancora un bicchierino
437
1936
sono? (guarda) Le cinque e mezzo. Ti dà noia
438
1936
GHIZZONI: No. ¶ GIUSTI (alzandosi e accendendo): Senti? Ritornano. E
439
1936
e accendendo): Senti? Ritornano. E cantano. Perché cantano, poi
440
1936
risponde. Dopo un poco): E ora dove l’hanno
441
1936
Chi? ¶ GHIZZONI: Fabrizi. ¶ GIUSTI: È là, nella sua tenda
442
1936
di Adua… Tesemmà Uorchè? È stata bellissima. Ha avuto
443
1936
ha leso qualche vena e grondava sangue da tutte
444
1936
a farsi medicare, s’è presentato al Maggiore e
445
1936
è presentato al Maggiore e ha cominciato a raccontargli
446
1936
che il Maggiore tarda e volevo consegnargli della roba
447
1936
lettere.) ¶ GHIZZONI: Sì, una è mia (Giusti fa per
448
1936
fa per restituirgliela). No, è meglio che tu gli
449
1936
sente che il campo è rianimato). Il Maggiore, oramai
450
1936
sinistra entra il Maggiore. È pallido, sporco, sudato.) ¶ MAGGIORE
451
1936
Come va? (Si avvicina e gli si siede accanto
452
1936
da qualche altro. C’è bisogno di Lei in
453
1936
Vada, vada… (Quando Giusti è sulla soglia a destra
454
1936
tenente Spada, lo mandi (e intanto gli fa una
455
1936
lo avvicina al letto e si siede): Ah, questi
456
1936
questi medici… ¶ GHIZZONI: Come è andata, Signor Maggiore? ¶ MAGGIORE
457
1936
Maggiore? ¶ MAGGIORE (distratto): Come è andata? Cosa? Ah, l
458
1936
dalla truppa bianca. Ma è stata dura. Inutile aggiungere
459
1936
onore soprattutto a Lei e alla Sua compagnia. Avremo
460
1936
i miei anni migliori e… non me ne pento
461
1936
tante altre volte, eppoi… è come il vischio. Ma
462
1936
il vischio. Ma stavolta è quella buona. Vengo via
463
1936
con Lei. Facciamo fagotto e andiamo al Suo paese
464
1936
paese, in Toscana. Non è la mia Patria, la
465
1936
più. Eppoi, la Toscana è una delle poche terre
466
1936
d’otto anni innamorato è sempre comico, ma io
467
1936
Vengo al suo paese e, se me lo permette
468
1936
Quel che ne penso è molto chiaro nelle lettera
469
1936
MAGGIORE (avvicinandosi): Che c’è? ¶ GHIZZONI: Non dimentichi quella
470
1936
Non dimentichi quella lettera e neanche quella del povero
471
1936
Fabrizi. Sono importanti tutt’e due (ha una smorfia
472
1936
di dottori. Ha ragione. È roba che passa senza
473
1936
fra qualche giorno, tutto è finito. Me ne intendo
474
1936
bimba di quest’intruso! (E guarda Ghizzoni che non
475
1936
presto amicizia. I bambini e i vecchi, anche i
476
1936
ricco, con la pensione e quei quattro soldi che
477
1936
Be’, insomma, quello che è. E viaggeremo. Lo sa
478
1936
insomma, quello che è. E viaggeremo. Lo sa che
479
1936
non conosco l’Italia? È buffo ma è così
480
1936
Italia? È buffo ma è così. Il Piemonte, la
481
1936
non ho più nessuno e che da dieci anni
482
1936
molti anni di vita e non vorrei morire prima
483
1936
non ci vive – non è un Paese, è una
484
1936
non è un Paese, è una malattia di cui
485
1936
dedicare il mio tempo… e quel po’ di tenerezza
486
1936
bimba…? (Biascia un po’ e beve un bicchier d
487
1936
lo fissa fra stupito e commosso. Il Maggiore rialzando
488
1936
Maggiore rialzando la testa) È inutile aggiungere che qui
489
1936
aggiungere che qui non è il Superiore che Le
490
1936
si leva in piedi e si schiarisce la voce
491
1936
Cerca qualcosa da dire e non trova che un
492
1936
meglio. (Voltandogli le spalle e senza tendergli la mano
493
1936
la mano): Addio, Ghizzoni. E in bocca al lupo
494
1936
militarmente, gira sui tacchi e esce. Lunga pausa. Dal
495
1936
a partire. Il Maggiore è rimasto sempre voltato verso
496
1936
SECONDO TEMPO ¶ La scena è una tenda-infermeria, provvista
497
1936
provvista di scarso materiale. È il crepuscolo. Dal di
498
1936
ma distinto, di mitragliatrici e di fucileria. Nella tenda
499
1936
Nella tenda sono Giusti e Ghizzoni. Ghizzoni, nell’angolo
500
1936
di fasciare): Non c’è male. (ripone la roba