Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

la mano, per salutarla. Ella gli diede una mano

minuziosa e precisa, tenendo ella la chiave della stanza

senz'amore, senza sostegno. Ella sentiva la fatalità di

padre a trentacinque. Eppure ella amava questa emozione: e

era rivelato, dalla primavera ella cominciò a parlare di

dalle sue cupe meditazioni, ella diceva, a chi le

di tetraggine, in cui ella pareva ormai disinteressata d

torpore che sgomentava. Ah ella non diceva nulla, della

a dar loro vivacità. Ella languiva, assorbita in lunghe

il suo interlocutore, quasi ella arrivasse da un lontano

la circondavano, quasi che ella volesse, con un sorriso

che Cesare le diceva, ella non rispondeva: lo guardava

di Dias vi reggeva. Ella preferiva il silenzio, ella

Ella preferiva il silenzio, ella, già trasformata, già perfettamente

addormentava tutte le vitalità, ella aveva però un'ora

stato determinato, sono insopportabili. Ella scriveva a Cesare Dias

cadevano sulle mani ed ella si fermava, accecata, dovendosi

quelle lettere d'amore, ella vibrava di passione, di

destinazione, tutto quello che ella aveva scritto le ritornava

tempo così doloroso, che ella malediceva l'ora e

lacerate in sua presenza, ella stessa gli aveva tolto

sospiro dal suo petto: ella si sedeva in un

volete che faccia? - aveva ella risposto, fievolmente. ¶ - Vorrei che

un amore non corrisposto. Ella stessa, nelle prime lettere

senza averne mai risposta: ella voleva essere amata, ella

ella voleva essere amata, ella aveva bisogno di essere

stretti, in cui invano ella si divincolava, cercando di

la gran verità, quando ella aveva detto a se

del maggio, in cui ella, convinta ormai che tutto

sapeva che avrebbe fatto, ella stessa si smarriva, pensando

calligrafia. ¶ Da più giorni ella aveva pregato Laura e

e in quel giorno ella pregò con tanta insistenza

pregò con tanta insistenza, ella fece intendere tanto che

osando farla vedere. Pure ella osservò che la povera

sul foglio di carta. Ella non lo restituì a

diceva: vieni, andiamo, ed ella si muoveva, obbedendo come

quanto si può: poco ella poteva di più. In

era discesa alla morte, ella avrebbe trovato quella pace

infinita l'aveva colta: ella aveva raggiunto il limite

sussultasse in lei, dov'ella potesse dormire un lunghissimo

gran luce entrò, mentre ella girava intorno, a veder

molle, che appena appena ella ne distingueva il movimento

Madonna mia, mamma mia. Ella balbettava in se stessa

nella sua mente, ed ella, più che chiedere da

fatto male. ¶ - No, no - ella rispose - mi sento benissimo

faceva più viva; talvolta ella usciva dalla sua stanza

ombra mi fa paura - ella rispose. ¶ Stella le aveva

Anna, Anna! ¶ - Eccomi - rispondeva ella, uscendo dal suo sogno

poi, domandava, restava indifferente? ¶ Ella, soffocando i suoi singhiozzi

era perduto, e che ella non sarebbe giunta viva

delirio della sua fantasia, ella ebbe lo spettacolo di

nulla, dormi in pace - ella aveva risposto, tremando ancora

cuore una passione indomita, ella diceva che questa passione

tanto, lo amerò tanto - ella pensava fra sè - che

violenza di questo amore. Ella ricominciava a sperare nel

è il loro amore; ella voleva adoperare la preziosa

aspettazione della passione, che ella dovesse compiere, perchè Cesare

fine della sua vita. Ella doveva amarlo: ecco tutto

avrebbe compiuto: e se ella non avesse ottenuto il

del suo abbandono, ebbene, ella sarebbe morta, contenta di

novella vita di coraggio. Ella sperava di vincere: e

perdere, purchè potesse amare. ¶ Ella si metteva in cammino

di questa profonda abnegazione: ella si sentiva, a un

di questo concentrato entusiasmo, ella scrisse questa lettera a

all'amore. Per adesso, ella si mostrava genuflessa, con

senza desiderii: per adesso, ella si piegava, domata da

Dias era sicuro che ella sarebbe restata in quello

il cervello dicendogli: bada, ella ti ama e un

a questi sforzi spirituali, ella aveva ricominciato a dubitare

carta bianca, in cui ella aveva scritto e firmato

aspro, per dichiararle che ella era un'audace, una

sentenza ad Anna: ed ella sussultava, nascondendosi la faccia

un po' d'ironia, ella che sapeva bene di

fanciulla non fu giammai. Ella si pentiva di non

sua vita era sfiorita, ella era un essere senza

finivano per ispirarle soggezione. Ella capiva che non faceva

recisa risposta da Laura, ella si era recata immediatamente

dai vostri dolori? - giunse ella a dire, superando la

passo leggerissimo. In verità, ella sentiva battere precipitosamente il

chiese: ¶ - Come state? ¶ - Bene - ella rispose, con una voce

ma sto benissimo - mormorò ella, mortificata di quella premura

sole... forse - replicò ancora ella macchinalmente. ¶ Laura che non

guardava, sorridendo un poco: ella teneva le palpebre chine

e non un altro - ella disse, piano. ¶ - La ragione

amerete naturalmente, sempre? ¶ - Sempre - ella disse, a voce molto

e la serietà. ¶ - Ditela - ella sospirò. ¶ - Mi pare, senza

occhi pieni di lacrime, ella pareva lì lì per

soddisfazione il vedere che ella vibrava sotto le sue

vecchiaia? ¶ - Non m'importa - ella disse - per me siete

nulla: non mi umiliate - ella soggiunse semplicemente e fieramente

cosa graziosa e gentile. Ella, però, non riprendeva le

conservare quelle carte, dove ella gli aveva confessato di

si ama! E invano ella tentava di armarsi contro

di riaverle! ¶ - Laceratele voi - ella mormorò, decisa di sopportar

le lettere... ¶ - Laceratele, laceratele - ella soggiunse, amaramente. ¶ - Come volete

lui, lacerando le lettere. ¶ Ella chiuse gli occhi, un

quando si trovava sola, ella, riassumendo quello che aveva

rendeva così vile, che ella seguitava a transigere, non

variabile, così nervoso, che ella passava dalla tristezza al

conversazione intorno a lei, ella si concentrava in un

prossimo matrimonio ed invano ella rispondeva no, che non

capo, sorridendo, dicendo che ella doveva rispondere così: e

stringendo, sempre più; ed ella si sentiva la voglia

non era vero, che ella non avrebbe sposato Luigi

sposato Luigi Caracciolo, che ella amava un altro uomo

la grave malattia che ella aveva superata, che fra

che le aveva scritta, ella si era accostata a

io. ¶ - Allora, domani - ripetette ella, sempre pallida. ¶ - Domani, nella

sua solita disinvoltura, mentre ella restò la sera e

da lui e che ella si affannasse, non trovando

di quella discussione. Oh! ella era inquieta, assai più

mistici delle anime passionali, ella avrebbe voluto andare in

per la millesima volta, ella ebbe l'impressione di

quasi avvertite, si allontanarono: ella ebbe un brivido, vedendo

facile che m'inganni - ella disse, con accento profondo

faccia. Ogni volta che ella riprendeva il discorso, però

ma scrivono. ¶ - È vero - ella mormorò, enigmaticamente. ¶ - Costui vi

vi scrive. ¶ - Mi ama? - ella domandò, fremendo. ¶ - Già. ¶ - Ne

indirizzata. ¶ - Io non risponderò - ella soggiunse, piano. ¶ - E perchè

la passione? A nulla. ¶ Ella chinò il capo, non

sono... così cattiva? - chiese ella, supplichevole, con le lagrime

Spiegatevi, non vi capisco - ella domandò, pallida ad un

gelido. ¶ - Che passato? - gridò ella, fieramente. ¶ - Niente altro che

Caracciolo. ¶ - Io ho errato - ella disse, con voce sorda

errore, è vero - diss'ella, ritornando sempre alla stessa

A me basta - diss'ella, semplicemente. ¶ Egli si scosse

Cercate l'altra ragione - ella disse, misteriosamente. ¶ - La troverò

dava una collera intensa. Ella stava seduta, sbiancata nel

per la prima volta ella intendeva il peso del

verità, Cesare, e come ella tremava, ormai, che egli

una fredda curiosità, mentre ella piangeva. ¶ - Per carità, non

altro giorno. ¶ - Sentite, sentite - ella riprese, esaltandosi, fiammeggiando nel

Acquaviva, restavano in causa, ella pregandolo e scongiurandolo come

non cancella il passato - ella disse, dolorosamente, quasi questo

là. ¶ - E mi perdonate? - ella disse, accostando il suo

vivamente, - scrivete. Addio, Anna. ¶ Ella si era seduta affranta

Saluti cordiali - Cesare Dias". ¶ Ella ricevette questo biglietto, lo

e poi? - Cesare Dias". ¶ Ella rimase esterrefatta. Aveva dato

sua partenza; e invece ella riceveva un bigliettino qualunque

una semplice curiosità, mentre ella fremeva di ansia. Per

non temeva acido corrosivo. Ella, buttata sul letto, con

dita nervose, pensando che ella gli aveva detto tutto

forse per cortesia, mentre ella aveva tremato di sgomento

aveva scritti e che ella aveva riposti sotto il

collera. S'intendeva che ella considerava Cesare Dias come

così? Non sembrava adesso ella fatta di una docile

amore, di convenienza matrimoniale. Ella si sarebbe certo ribellata

approvate da Cesare Dias, ella si sfogava trattando Caracciolo

un fondo di sensualità, - ella diventava ironica, diceva dei

si faceva aspra ed ella sembrava cattiva. Sempre amabile

Un giorno però, che ella aveva voltato le spalle

Non mi pare - diss'ella, fremendo pel tono duro

farlo più. ¶ - Obbedirò - mormorò ella. ¶ Ma per varii giorni

di lei, udì che ella sospirava, la notte, anche

quattro incontri, in cui ella aveva caricato le tinte

fanciulla costumata, ecco tutto. ¶ Ella chinò il capo, contrita

e quanti altri pochi ella vedeva, infallibilmente, le parlavano

le parlavano di lui. Ella levava le spalle, senza

serietà di condotta, allora ella diventava nervosissima; lo guardava

Non voglio contraddirvi: - diss'ella pianamente - ma non è

niente. ¶ - Ma insomma - esclamò ella, turbata assai - volete persuadermi

terza volta. ¶ - Ebbene, ebbene - ella disse, sconvolta - io lo

persino a dubitare, che ella fosse ancora innamorata di

fare, Signore? forse che ella non aveva capito qual

Cesare Dias, forse che ella poteva tollerare da lui

ancora una pessima impressione, ella aveva sopportato quel Luigi

ora che per costui ella aveva dovuto litigare con

lasciò vedere, sentendo, riconoscendo ella di aver avuto torto

non udisse, mille volte ella pensò di scrivergli due

si fermava nella strada. Ella non aveva più requie

turbinosamente tanti sentimenti, che ella sentì di nuovo che

amore; allora colui che ella amava, aveva per lei

devozione così assoluta, che ella non aveva mai il

frivole, o inefficaci: ed ella lacerava tutto, disperata, non

in casa Acquaviva. Fu ella che suggerì candidamente a

la fece gelare; fu ella che cercò di uscire

marciapiede di via Caracciolo. Ella si fece pallidissima e

sicura? ¶ - Li abbiamo contati - ella soggiunse, voltando la testa

e s'inchinò galantemente. ¶ Ella si sentì punta dalla

loro ridata l'allegria. Ella andava vivamente, guardando il

indietro, pian piano, poichè ella sperava d'incontrarlo un

ecco tutto. E purchè ella potesse godere un'altra

della cara presenza, purchè ella potesse udire la sua

quella tale ora ed ella potesse fingere a se

senza bisogno di lettere. ¶ Ella benediceva il caso, e

Martini le parlava; ma ella rispondeva a monosillabi, sorridendo

di Anna, anzi disprezzandole, ella crollava il capo, già

assai diverso da quanti ella aveva conosciuti, tipo solitario

sette Savii della Grecia. ¶ Ella rispose con un sorriso

ginocchia della persona amata. Ella non aveva potuto frenare

n'era accorto, ed ella si era subito rimessa

che poteva. Però mentre ella, per piacere a Cesare

Nulla. ¶ Di nuovo, silenzio. Ella alzò i timidi occhi

domandate - sentenziò lui, gravemente. ¶ Ella, senza chieder più nulla

vi rimaneva, sottolineandoli, parendo ella fosse stata segnata colà

sopra niente. Ogni tanto ella si facea vento col

stessa, prima degli altri, ella dava un'occhiata in

volersi voltare alla sala, ella restava immobile: e i

pallida, ne era irradiata. Ella stessa, forse, non misurava

di Anna Acquaviva, che ella, senza combattere, vi si

di quel fascino, ma ella era presa, Anna Acquaviva

era presa, Anna Acquaviva, ella era assorbita e pur

Anna parvero scolorate ed ella si buttò indietro; il

Io non soffro - mormorò ella, parlando a sè - o

ai loro posti, mentre ella si sentiva riprendere da

sorridessero del sentimento, che ella non riesciva a celare

sonnambulismo dei venti anni, ella bene vedeva, Anna, scivolare

di una celestiale speranza! Ella, sì presa dalla sconosciuta

forse, neppure prima, poichè ella non poteva sapere quanti

tragedia imminente e irreparabile: ella non obbediva che al

l'istinto dell'amore. Ella era giovane, ella aveva

amore. Ella era giovane, ella aveva risalita la curva

la curva della vita, ella si sentiva rinata, rifatta

Che tempo passò? Giammai ella lo seppe. Due volte

sorella Laura le parlò: ella non intese; non rispose

nuovo il sipario scendeva, ella si vide innanzi la

acconciatura, così serenamente, che ella sembrava la sola creatura

passò un'ombra ed ella lasciò cadere il discorso

in società, si sfioravano. Ella aveva paura di urtare

mano il cappello piegato: ella non aveva mai più

la stanchezza. ¶ - Grazie, - rispose ella, prendendo il ventaglio. ¶ Ma

gli umilianti confronti: ed ella seguiva il moto del

posò il ventaglio. Mentre ella fremeva dal desiderio di

che non finisse mai. Ella temeva di fare un

destinati fatalmente all'amore, ella sentiva bene che un

la guardò e sorrise: ella, come se fosse il

così, forse a caso. Ella provò la sensazione di

giudicare, riflettere, a che? Ella era giovane e amava

È vero, però, che ella, tenuta continuamente da lui

trapelava da qualunque cosa ella facesse o dicesse. ¶ Si

dicesse. ¶ Si vedeva che ella spiava tutti i modi

idolatria; si scorgeva che ella studiava la forma e

mostro d'iprocrisia, se ella non fingesse da mattina

vita? Ma non aveva ella peccato di troppo oblio

passato, fino a che ella niente più vi potesse

una delle sue seduzioni, ella lo accoglieva con un

intimità con Anna: se ella parlava di un libro

parere alla fanciulla: se ella nominava un'amica d

dire, così, vagamente, che ella aveva avuto una grande

nervi di Anna. Ah, ella aveva avuto il suo

delle voci si udirono, ella si sentì trasportare leggermente

enorme consumo di volontà, ella aprì gli occhi. E

di ghiaccio sul capo; ella seguitava a lamentarsi pian

febbraio declinava al marzo, ella aveva vinta la morte

della primavera marzaiola napoletana, ella era cerea e sfinita

di pettinarglieli, senza che ella si levasse dal fianco

e fiero, quasi che ella avesse vissuto tutta una

si urtavano gravemente: talvolta ella si arrestava, presa da

della passione, e che ella vedesse che è impossibile

potesse padroneggiare. Ah, se ella era fuggita di casa

rosse labbra sempre chiuso, ella stessa andava e veniva

solo per nome quando ella si lagnava, temperando la

quando lo aveva salutato, ella ritornava in camera di

suo sentimento. Poi, dopo, ella ebbe l'aria di

che voi volete - diss'ella, dominata, umilmente. - Ma se

le facessero una domanda, ella si scosse e tentò

indifferenza passata, e più ella si sprofondava in un

le due persone, che ella aveva voluto abbandonare per

anima inondata di lacrime, ella si sentiva una creatura

una grazia. Ogni tanto, ella andava con uno sguardo

Mani e piedi legati, ella si dava ai due

placida, irresponsabile, in cui ella non potesse più decidere

amica che chiedeva notizie, ella diceva sì, chinando il

così fidente, e che ella aveva ingannata così dolorosamente

sì, Anna Acquaviva: poichè ella aveva avuto torto e

altri, tutti, avevano ragione. ¶ Ella guariva. Le restava, della

sicura, così imperturbabile, che ella si rincorava a vederlo

intonazione di rispettosa ammirazione. ¶ Ella ascoltava volentieri quei discorsi

carattere o del temperamento, ella, colpita, avendo obliato, nella

Avete ragione. ¶ Ora che ella si era levata, restavano

Ah egli voleva che ella avesse il cuore di

e in quel silenzio, ella intendeva di essergli spiaciuta

più forte di me... - ella diceva, pregandolo, con lo

tutte bagnate, tutte fragranti, ella sentì disfarsi il cuore

Volete una rosa? - chiese ella, per placarlo. ¶ - No. ¶ - E

udire quell'ultima parola, ella si fece bianca come

volta, sei mesi prima, ella non avrebbe tollerato da

ricordo della sua pazzia: ella avrebbe reagito, specialmente contro

e dalla permanente espiazione, ella non trovò in sè

aveva ragione. ¶ - È vero - ella disse. ¶ Pure, dentro sè

sciocca, nello stesso tempo. ¶ Ella non soggiunse nulla; abbattuta

con lo sguardo basso, ella non seppe fare altro

han diritto di trionfare. ¶ Ella tacque. Era oppressa da

migliore avvenire. Eppure, disordinatamente, ella sentiva che quel che

verità consumatrice, ma verità. Ella non sapeva più niente

audaci e dei superbi. Ella dubitava ancora, se fosse

pareva degno di ammirazione. Ella era in fondo a

E tutto quello che ella provava, confusamente, le venne

delle fibre; ma quando ella si scuoteva dalla contemplazione

gran rovina di Pompei, ella ne ebbe l'incubo

passione: tutto distrugge ed ella stessa muore. ¶ Tanto che

cadere in un precipizio, ella si mise dietro a

di tristi mosche ronzanti, ella restò in un angolo

stranezze dei forestieri. Ma ella capì che doveva andare

entrata di Pompei. Niente ella aveva udito: nè le

bambagia serica, in francese. Ella andava automaticamente, il suo

Anna lo seguiva, anch'ella debole e lenta, quasi

villa di Diomede. ¶ - Dopo - ella rispose due volte. ¶ Due

Due o tre volte ella si lasciò cadere sopra

sul petto, addormentandosi. Anch'ella si lasciava prendere dalla

lunga pausa di riposo, ella si levava di nuovo

la villa di Diomede. ¶ Ella rispose, fievolmente: ¶ - Andiamo. ¶ Le

magnificenze della villa Diomede, ella disse, fra sè: ¶ - Adesso

a vedere che faceva. Ella sedeva sopra una pietra

non aveva profferita parola. Ella levò il capo, e

i suoi dubbi, essendo ella risorta alla gloria del

sugli occhi. Andavano, andavano, ella stretta a lui, così

con tanto dolore, che ella si convinse subito, intendendo

via, andiamo via - disse ella impaziente. ¶ - Il treno per

la voce era nervosa, ella sogguardava i due ecclesiastici

una parola! ¶ Egli titubò: ella, a un tratto, s

adesso pallidi, gravi, confusi. Ella si guardò intorno: il

camera che pareva nuda. Ella ebbe freddo al solo

Dimmi che hai - replicò ella, fremendo di angoscia e

a Napoli, Giustino! - gridò ella, al colmo dell'ira

affanno. ¶ Niente: taceva. ¶ Allora ella abbassò la testa, pensò

e dall'amore, traboccava. Ella lo guardava, lo udiva

più forte dell'amore, ella che credeva solo nell

disperato. ¶ Di nuovo tacquero. Ella, macchinalmente, per nascondere il

del tappeto di juta. Ella rifletteva, analizzava, cercava d

abbastanza - rispose Giustino, decisamente. ¶ Ella non dette un lamento

più dilatando. ¶ - Sicchè - riprese ella, dopo una lunga pausa

terribile, che pur vedendola, ella indietreggiava, inorridendo. Certo le

due morenti, all'agonia. ¶ Ella si levò di scatto

giornata che ormai declinava, ella aveva guardato il paesaggio

sola, accanto a Giustino, ella possedeva intero l'inapprezzabile

ma quando, di nuovo, ella gli parlò della fuga

come Cesare Dias... - gridò ella scostandosi da lui - tu

un bellissimo piano - diss'ella glacialmente. - Piano di gente

sincerità. ¶ - Addio, dunque. ¶ - Addio. ¶ Ella era ritta in mezzo

peso sulle spalle. Allora ella si accostò alla finestra

confusione di dolore dove ella volta a volta si

tutto il dolore. Ah ella soffriva, sì, per tutte

in carrozza - spiegò lui. ¶ Ella non intese bene: le

nella confusione della febbre, ella udì la voce di

a temperarne il calore. Ella sentiva questa sola impressione

delle arterie, tanto che ella non poteva più seguirne

da una forte febbre, ella si sentiva bruciare, e

al capo, sul guanciale, ella sentiva il calore diffuso

immobilità, nel silenzio, ed ella stessa che l'aspettava

attendendo, buttandosi indietro, sgomenta, ella si levò a sedere

era di sonno duro, ella lo sapeva; e si

cose più dolorose faceva ella, Anna, attraversando di notte

muro, portava sulla terrazza, ella divampò di nuovo, anelando

rispose: ¶ - Eccomi, Anna. ¶ Ma ella, prendendolo per mano, attirandolo

adoro; ti adoro - ripeteva ella monotonamente, con la voce

non dirmi questo! - esclamò ella, disperata. ¶ - Perchè non vuoi

che egli commette! - gridò ella, levando le braccia al

oblio della sua disperazione, ella aveva lasciato andare lo

ai piedi, senza che ella se ne accorgesse. Adesso

se ne accorgesse. Adesso ella si ergeva innanzi a

no, è inutile - replicò ella, con la voce che

petto, teneramente. ¶ - Che hai? ¶ Ella non rispose: quasi mancandole

Se mi amassi - cominciò ella a dire, pianamente, tenendo

Giudico da me - continuò ella, pianissimo. - Sono una debole

puoi capirmi. Addio, amore. ¶ Ella si volle staccare da

Giustino, disperato, la trattenne: ella si abbandonò di nuovo

teco, debbo morire - rispose ella, quietamente, con gli occhi

non sopporterei tale vergogna! ¶ Ella si staccò da lui

Perdonami. Partiamo, andiamo via. ¶ Ella gli appoggiò la mano

forza di rimbalzo che ella aveva in sè, uno

della sua bollente anima, ella fu la prima a

di silenzio. ¶ - Ascolta, Giustino - ella disse. - Prima di fuggire

di Cesare Dias - rispose ella, con un lieve tremito

te ne prego - disse ella sordamente - è un discorso

fratelli; semplice e austero. ¶ Ella si allontanò lentamente, quasi

invincibile: dalla porta socchiusa ella vedeva, sì, vedeva della

dal cuore al cervello, ella pensò, sperando: ¶ - Forse muoio

un minuto passò, ed ella si trovò sempre lì

e tendendo l'orecchio ella udì un fruscio di

leggeva. Così placidamente dunque ella leggeva, Laura, quando sua

cuore glaciale, come se ella non potesse perdonare, mai

spavento, quando pensavo che ella poteva narrarlo, il segreto

pelle, e ogni tanto ella si mordicchiava il labbro

nervosamente. Per molto tempo ella tenne il libro delle

non se ne accorse; ella pregava fervidamente. A un

scosso, cercò di sapere: ella esitava a dare spiegazioni

tornare da Stella Martini ella doveva ripassare innanzi al

quell'anima smarrita. Ma ella non ripassò, ed egli

una grande azione decisiva ella era precisa e rigida

sempre nella giornata. ¶ - No - ella rispose, sussultando simile a

inglese appassionata di antichità. Ella mise il biglietto nell

esistenza, gente vista altrove. Ella andava ripetendo fra sè

confusamente risuonata nella coscienza, ella visse in quel dormiveglia

in ogni suo particolare, ella aveva la riproduzione visiva

dei suoi nervi, che ella disse, fra sè: ¶ - Adesso

di quell'incubo mortale, ella desiderò che almeno una

per farla morire. Poichè ella era colpita dalla grande

rompere il maleficio, poichè ella sentiva dilaniarsi le fibre

a quello che vedeva, ella pregava, perchè parlassero, perchè

Signore, Signore, una parola! - ella diceva a Dio, nel

darle l'ultima prova. ¶ Ella udì, infatti, un profondo

venuta a disordinarli ed ella, nervosamente, distrattamente, con un

richiamandola a sè imperiosamente. Ella fece ancora qualche passo

stirò le braccia, quasi ella facesse uno sforzo per

quel candore, quella purità. Ella tornò verso Cesare, guardandolo

proprio innanzi a lui ella gli scivolò ai piedi

di temperatura febbrile, mentre ella diceva ancora che quella

ne ricompose la mente. Ella aveva udito. Quegli spettri

realtà la faceva tremare: ella non si credeva più

scoperta là come se ella fosse in peccato. E

un secolo, da che ella spiava suo marito e

agonizzando, da pochi minuti, ella ebbe il primo, il

Ma di nuovo, mentre ella si portava il grande

al tradimento, ai traditori, ella udì parlare, di nuovo

per farla andar via. Ella si faceva portare un

schiacciava e la esaltava. Ella aveva lasciato cadere ai

senz'aprire. Ma mentre ella strappava il cordoncino azzurro

busto di broccato azzurro, ella udì bussare, di nuovo

Cesare, tranquilla. ¶ - Che vuoi? - ella rispose, subito, appoggiandosi a

Non vi era spettacolo - ella soggiunse, chiudendo gli occhi

nella domanda. ¶ - ... adesso - mentì ella, arrossendo anche di questa

anche di questa menzogna, ella che era innocente. ¶ - E

voce seduttrice, a cui ella non aveva mai resistito

ribrezzo l'assalse, che ella strappò coi denti un

Ah infame, infame! - gridò ella, furente, slanciandosi verso la

nel cui bianco origliere ella aveva soffocato, mordendolo, i

tutto molle di lacrime. Ella crollò il capo, vedendo

aveva spento ogni vivacità, ella indossò una veste di

un abito in cui ella sparve tutta: poi, come

apparisse sul volto terreo, ella ripose in ordine i

un astuccio di gioielli: ella si fermava, smemorata, in

di vuotaggine di pensiero, ella riprendeva il suo piccolo

tutti i servi: ed ella era l'oggetto della

fu trascorsa, di scatto, ella si levò dalla poltroncina

ormai, paura e pentimento; ella obbediva a un fatto

che deve accadere, accadrà. Ella si arrestò un istante

quella prima notte, poichè ella temeva di violare la

della gioventù coloriva delicatamente, ella riparava con la mano

fisonomia si ricompose, ed ella guardò sua sorella, senza

quel tormento novello che ella infliggeva alla donna che

giro di chiave: ma ella non tremò. E poi

le concedeva il marito, ella sentiva il suo cuore

arie di compatimento, ed ella arrivava a domandarsi, se

perduta per sempre; poichè ella capiva ormai, che la

guarire. D'altronde, mentre ella si accasciava nelle sue

mano, guardandosi, sorridendosi, mentre ella si allontanava dalla casa

isolamento al suo dolore, ella si accorgeva bene dell

atteggiarsi a vittima, che ella non era una vittima

quella folle creatura; ed ella, che avrebbe voluto chiedergli

trovò più. Ah che ella non poteva mai, mai

bella stagione invernale napoletana: ella andò dalla sua sarta

sempre Luigi Caracciolo, dovunque ella andasse, quasi ella gli

dovunque ella andasse, quasi ella gli avesse comunicato il

un saluto: niente altro. Ella gli sorrideva. Non era

che egli le faceva, ella leggeva, ancora una volta

uomo come Cesare Dias, ella aveva pensato, ella pensava

Dias, ella aveva pensato, ella pensava, giammai, che le

ancora in lui. Giammai ella aveva pensato a paragonare

di primavera: giammai, dunque, ella aveva pensato a paragonarlo

vita galante. Quando mai ella aveva fatto tal paragone

a sparire in lui, ella era presa di lui

inguaribilmente, sino alla morte. Ella chiedeva alle occupazioni dei

i suoi istinti femminili, ella conservasse il suo amore

struggere e soffocare. Ah, ella non avrebbe mai travato

con gli occhi lucidi, ella si chiedeva, se non

dovunque, dicevano che ormai ella era una gran mondana

morte del sorriso, quando ella non aveva più la

che si divertisse tanto, ella chiedeva il suo mantello

giorno o l'altro ella avrebbe fatto una corbelleria

rappresentazione. Durante il pranzo, ella aveva chiesto a Laura

moglie così gentilmente, che ella trasalì. ¶ - Hai qualche cosa

intonazione di galanteria perfetta. ¶ Ella arrossì e impallidì. Suo

ma non gli aveva ella giurato, sulla terrazza di

tremolanti sullo stelo, meravigliose. Ella non portava nessun braccialetto

la baciò sulle labbra. Ella ebbe un lungo fremito

favore di un convegno. ¶ Ella accettò, poichè doveva accettare

di via Gerolomini, dove ella aveva tanto amato e

aspettava lì, sicuro che ella sarebbe arrivata, si tirò

vi aspetto: ogni giorno. ¶ Ella crollò il capo, nell

al largo di Gerolomini: ella si licenziò in fretta

di casa: e tornando ella chiese subito al portiere

per suonare un colpo, ella, istintivamente, gli disse di

a suo marito. Difatti, ella si mise un dito

porta, innanzi alla quale ella si fermò, era chiusa

non con la chiave: ella la schiuse, pianissimamente, sempre

di farsi vedere: ed ella restò là dentro, perfettamente

nella stanza di Cesare. Ella non era seduta in

seggiolone di Cesare: ed ella, stando più in alto

la mano di Laura, ella taceva: e dopo, tacevano

è una cosa orribile - ella mormorò, con un tono

e sembrava che avesse ella medesima, orrore del suo

che erano ubbie, che ella non aveva cessato un

quella spiacevole impressione che ella riceveva quando Cesare e

del tu, lei presente, ella riceveva lo stesso urto

Una puerilità, di cui ella si vergognava, anche innanzi

per la via, allontanandosi, ella aveva l'impeto di

per entrare in barca, ella voltava gli occhi in

più lungo dell'usato. Ella s'imponeva il silenzio

novella forma di follia, ella s'imponeva di lasciare

penitenza della propria viltà, ella s'imponeva di dare

punirsi, per punirsi! Ah ella era una creatura abietta

i più sacrileghi sospetti, ella faceva orrore a se

dei minuti, in cui ella stessa si sentiva così

intimo, divorante pensiero, ed ella impallidiva, sgomenta, quasi che

più tenero: tanto che ella talvolta, quando Cesare le

repressa. ¶ - Niente, niente - diceva ella, smorta, con gli occhi

Di nessuna, in particolare? ¶ Ella esitò un minuto secondo

soddisfazione. ¶ - È amore, amore - ella disse. - Ah, se tu

Cesare, ridendo ancora. ¶ Ed ella prese questi scherzi per