Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

chiese con premura studiata: ¶ — Enrico dov'è? Dobbiamo sempre

qualche cosa da comprare. ¶ Enrico faceva il legatore, a

di quelle! ¶ — Ci manderemo Enrico, quando viene! ¶ — Sì, sì

ci vorrà di molto! ¶ Enrico entrò sbattendo l'uscio

stai zitto!, gli rispose Enrico, con la sua voce

Fa' quel che vuoi. ¶ Enrico s'avviò verso l

detto anch'io. ¶ — Ma Enrico... ti pare che Enrico

Enrico... ti pare che Enrico sia del nostro sentimento

mentre, aprì la porta Enrico, senza richiuderla; tenendo con

sono belle da vero! ¶ Enrico chiese: ¶ — Posso andare a

porta, e quegli escì. ¶ Enrico, quando aveva comprato qualche

Lola, ci ridevano; ed Enrico diceva che era una

ripetizione alle nipoti; ed Enrico andava a dormire per

Ma divenne serio, perché Enrico entrava in bottega. Era

non vi volete bene? ¶ Enrico rispose: ¶ — Lui no: mi

che poteva. O come Enrico che fingeva d'avere

non gli dico niente. ¶ Enrico, zoppicando per la gotta

Ma siccome Giulio rideva, Enrico capì che non c

portafogli venti lire. Ed Enrico, prendendole come se fosse

Ella, allora, aspettando che Enrico entrasse in salotto a

avrebbe ridetto al marito. ¶ Enrico era con lei sornione

egli l'avrebbe ascoltata. ¶ Enrico, invece di fare la

meglio con le buone! ¶ Enrico ribatté: ¶ — Allora, io non

o con le cattive? ¶ Enrico rispose: ¶ — Io ho sempre

sarà bisogno, mi aiuterete. ¶ Enrico scosse la testa, ed

chiesto perdono, e che Enrico sarebbe stato pronto, più

dovete badare a me! ¶ Enrico rispose: ¶ — Non voglio sapere

destando la malcreanza d'Enrico, e la timidità corrotta

Non dovete smettere! ¶ Soltanto Enrico riescì a farli tornare

meno, tra i denti. Enrico disse ancora: ¶ — Che tu

di dirlo ai fratelli: Enrico rispose che non ci

Ecco questo screanzato. ¶ Era Enrico che zoppicava anche più

sopra alla cassapanca. Allora, Enrico disse: ¶ — Io, invece di

lontano la saliva. ¶ VIII ¶ Enrico era stato uno di

non me ne parli! ¶ Enrico borbottò le sue solite

quel grumolo di bestemmie. ¶ Enrico non entrò in bottega

ti salta in testa? ¶ Enrico lo guardò con risentimento

ed era irritato d'Enrico; ma non se ne

se ne fece accorgere. ¶ Enrico ricominciò, volgendosi a Giulio

la colpa di tutto? ¶ Enrico non s'arrischiò a

parlarti come deve! ¶ Ma Enrico rimbeccò: ¶ — Sbagliate tutti e

Nisard si accostò ad Enrico, tirandolo per una spalla

spalla: ¶ — Venga con me. ¶ Enrico, quasi lusingato che il

non gli rispondeva. Allora Enrico, sentendosi troppo sotto a

si salutarono e basta. ¶ Enrico tornò al tavolino dove

per se stesso. Di Enrico pensò che era un

io non sono come Enrico. ¶ — Pensavo, invece, se qualcuno

perché entra il verro! ¶ Enrico, con la sua collottola

In casa, Giulio trovò Enrico che insegnava a giocare

non parlavano più; ed Enrico, sporgendo la testa dall

con un viso che Enrico gli domandò se si

si trovarono nella libreria. Enrico bofonchiava abbacchiato ed immusonito

aggiunse altre parole. ¶ Allora, Enrico disse, con una certa

cambiale: ci vado io. ¶ Enrico disse: ¶ — Aspetta! Riflettiamo, prima

voltato dalla parte di Enrico; e sentiva le ciglia

sé, su gli occhi. Enrico disse: ¶ — O quel mascalzone

stesso altre due volte. ¶ Enrico gli disse: ¶ — Smetti. Non

stava per dire a Enrico che intanto poteva decidersi

io posso esservi utile.... ¶ Enrico disse, come se si

avrebbe contraddetto, disse ad Enrico: ¶ — Vai a prenderla! ¶ Restati

perché tanto Niccolò che Enrico gli intimarono: ¶ — Non bisogna

Ne sono arcisicuro! ¶ Ma Enrico non era del suo

potrà parlare da sé! ¶ Enrico chiese: ¶ — O, allora perché

e qualcuno assicurava centomila. Enrico era andato a quella

lo chiamava per nome. Enrico, per non trovarsi a

stato così differente a Enrico e anche a Niccolò

che poteva essere stato Enrico. ¶ Niccolò gli disse: ¶ — Hai

tentò di parlare con Enrico, ma gli fu impossibile

capire quel che dicevano. Enrico sembrava addirittura idiota, quasi

le mani. ¶ Ogni tanto, Enrico si affacciava alla stanza

nel cimitero del Laterino. Enrico e Niccolò lo accompagnarono

pieno d'ira. Ma Enrico rispose: ¶ — Con un nodo

disse il marito; ed Enrico tentò invano di cavare

te lo suggerissi io! ¶ Enrico, senza nessuna idea in

gli porse cento lire. ¶ Enrico le strinse e se

cambiale firmata da vero. ¶ Enrico non voleva darsi a

che s'avvicinasse. Ma Enrico era capace d'aspettare

dall'apoplessia reumatica. ¶ XV ¶ Enrico, come della cambiale, seppe

tutti gli altri; ed Enrico aveva detto: ¶ — Sì, sì

del tu mi piace. ¶ Enrico, allora, gli fece una

passeggio dei signori finisce. ¶ Enrico si alzò e chiese

potresti levarti la fame! ¶ Enrico se la mise in

becchino; e disse a Enrico: ¶ — La fossa è quella

ebbe ripassato la cancellata. Enrico, allora, si ricordò di

pensare alle loro anime. ¶ Enrico faceva il viso cattivo

entrare in chiesa. Ma Enrico ai preti non voleva

poco sdebitata di coscienza. ¶ Enrico non le dava ascolto