Mario Soldati, Le due città, 1964

per i quali Giolitti era sempre stato "quasi un

degli studenti di allora? ¶ Era l'ultima stagione felice

io. La prima volta, era stato così bravo da

benché vivo e autentico, era sempre troppo misero in

a se stesso. ¶ Si era iscritto a legge, in

Palazzo Reale quando c'era festa, ammessi al carré

erano trovati insieme, Pierino era rimasto, nell'adolescenza di

volte. Vero che Pierino era stato chiamato sotto le

Caporetto, per Natale, Pierino era venuto in licenza a

in licenza a Torino. Era passato a salutare l

figlio di operai? Questo era un fatto assolutamente nuovo

mantellina. Piero, improvvisamente, non era più un ragazzo: era

era più un ragazzo: era un uomo. Magrissimo. Le

Ma nei suoi occhi era lo stesso scintillio di

annate de "La Giurisprudenza", era come un soffio di

suo piccolo, non c'era stato: se non per

La guerra sul serio era quella che i soldati

una scena, se c'era un pericolo, non se

il quale, presto, si era rabbuiato. Finalmente borbottò una

appena fuori Treviso, dove era la sede del reparto

e con la quale era stato felice. Raccontò come

stato felice. Raccontò come era successo. Tra un servizio

dormire dove voleva. Lucia era la figlia della padrona

Il padre non c'era. Era stato fatto prigioniero

padre non c'era. Era stato fatto prigioniero sul

prigioniero sul Carso. Lucia era bella, giovanissima, formosa, bruna

autocarri sulla strada. C'era anche il pericolo delle

mach parej, a l'era mila volte mej che

picie, cun chi j'era stait ansema." ¶ "E poi

d pì bel." ¶ "E... era vergine?" ¶ "No, fortunatamente." ¶ "Se

casa, e già si era fidanzato con la figlia

tipografo fino all'ultimo, era morto di spagnola nel

come lui stesso quando era garzone da Musso & Filippa

per la salute. ¶ Nuccia era di capelli castani chiari

cosa della quale non era lecito parlare. Era una

non era lecito parlare. Era una brava ragazza, senza

stranezza, Piero Giraudo, che era in tutto così logico

e così savio, si era innamorato. Negli animi più

rivisto, l'occasione non era più stata, ahimè, una

Piero lavorava continuamente, e era difficile che avesse una

di Veve. ¶ Il ricordo era recente: appena di un

leggera diffusa bruma dorata (era l'estate di San

da qualche momento, si era visto oscillare un che

d'obbligo: l'indomani era il compleanno di magna

magna Elisa. ¶ Piero Giraudo era lì, fra i tecnici

scena." ¶ Emilio, affascinato, si era fermato, dimenticandosi di magna

soprattutto l'attrice, che era una diva famosa. Per

parlare con lei! Ma era troppo orgoglioso, o piuttosto

non tentava nemmeno. E era un motivo di più

oro del primo pomeriggio, era soltanto un triangolo nero

in una speciale valigetta. ¶ Era una valigetta portapranzo, di

le piazze. La città era ancora immersa nell'ombra

Il laboratorio Musso & Filippa era in centro, in via

colazione. ¶ Il temperino, certo, era un oggetto meraviglioso. Qualunque

ciò che affascinava Emilio era, soprattutto, la calma di

di carta da pane era il sale: lo aprì

nel mezzo. ¶ Perché tutto era così bello? E perché

sfiducia. ¶ E il risultato era questo: Pierino trasformava naturalmente

bottiglie di birra. Non era lontano: dopo colazione, sarebbero

laghi d'Avigliana. Emilio era ancora un bambino, o

in bicicletta. Al ritorno era sudato, assetato, affranto: le

male per la fatica. Era la prima vera gita

di più, per pasto, era riservata a papà: vino

bevanda, magna Vittoria si era affrettata a cogliere l

da carrettieri!" ¶ A Emilio, era rimasta la curiosità: mista

anni dopo, il simbolo era rievocato. Il rito si

ragazza vestita di giallo era apparsa laggiù, lungo il

attimo, quel giallo splendeva. Era Veve? ¶ Sua la statura

attesa e incertezza? Mai. Era una superstizione. Superstizione assurdamente

a guardare una vetrina. Era naturale, che nell'ultimo

Vacheron & Constantin che gli era stato regalato per la

di civetteria. La vetrina era di una modista: qualche

dell'ufficio accanto. Veve era bionda, pallida, ma forte

L'amico lo presentò. Era vicino mezzogiorno. Emilio osò

insistenze di Emilio, si era così limitato a innocenti

per tornare a casa. Era di una famiglia modesta

andare al Valentino. Ma era già maggio, e chiaro

Cavour. La domenica, Veve era obbligata a passarla in

cosa di diverso. Infatti, era improbabile che a una

prepotenti, mancassero corteggiatori. Anzi: era improbabile che Veve non

sciocca presunzione. E non era stato così delicato da

che spuntassi te, c'era un ingegnere che mi

non ti dico! Però, era uno di quei tipi

colpo dileguarono. L'avvenire era immenso, libero, indistinto, come

il sole. L'avvenire era tutto delle lunghe ore

nei boschi della Collina. ¶ Era il pomeriggio dell'Ascensione

giustificato la propria libertà. Era la prima volta che

d'accordo, senza discussioni: era chiaro che Veve dimostrava

si sentì arrossire. Gli era già accaduto: Veve se

momento Emilio capì che era molto più esperta di

della collina torinese. ¶ Emilio era arrivato a vent'anni

sia erotica, sia sentimentale, era appena sufficiente. ¶ L'ambizione

padre covava per lui era indirizzata esclusivamente e fanaticamente

ambizione della madre, invece, era riposta nel vagheggiamento di

dell'avvocato erariale, c'era il reddito delle sue

una sorella, e c'era il reddito della dote

di terra battuta: c'era, soprattutto, un grande spiazzo

fatto apposta. ¶ La difficoltà era un momento di paura

tempo della lezione gli era così vicino, emanava un

signori, a quei tempi, era pacifico che il popolo

E, al proposito, si era trovata, o si fingeva

pensava la parola "spiritualità". Era un concetto che non

un concetto che non era ancora entrato nella sua

si rendeva conto che era un bene tutto diverso

abbracciarla, stringersi a lei. Era un bene nuovo: simile

Ecco, il massimo bene era questo. Era anche la

massimo bene era questo. Era anche la massima felicità

il papà di Pierino era cliente fisso di Musso

lo aveva lasciato finire. Era corso su a prendere

ad usare. La Brownie era un regalo di barba

la Brownie, che, disse, era una macchina "troppo da

opaca nera, che Pierino era andato a comperare apposta

Pierino nella camera oscura, era pazientissimo anche lui), si

nera, il piccolo fox era lui anche in negativo

in bicicletta, ottobre 1912, si era sovrapposto, confondendolo e quasi

la macchina di Pierino era da corsa, quella di

corsa, quella di Emilio era da viaggio. E le

Sulle rampe dure, Emilio era obbligato a scendere e

erano rimasti amici. Pierino era sempre da Musso & Filippa

sarebbe entrato in liceo. Era molto studioso e molto

snobismo: perché Pierino non era un qualunque ragazzo del

qualunque ragazzo del popolo: era il nipote del "nostro

quel giorno chiesto dove era Emilio: "È andato a

Poi, sentì che non era così. La propria sofferenza

amava. Pierino, insomma, non era malvagio. Era, semplicemente, diverso

insomma, non era malvagio. Era, semplicemente, diverso da lui

educazione: ¶ "Pumpa, Ghindu!" ¶ Naturalmente, era un'ironia inconscia e

Il mondo di Pierino era un mondo in cui

quando mai! No, Pierino era buono, Pierino gli voleva

e teso del Colle era un refrigerio inebriante per

dete 'l permess." ¶ C'era, in queste parole, e

amorosi e timorosi. C'era, inoltre, il senso sicuro

si preparava a scendere, era un giro, vasto quanto

di neve. Pierino, che era stato al Sestrières altre

vicinanza da Torino, non era mai stato neppure in

piccolo, durante le vacanze, era andato, sempre e soltanto

col suo principale, che era socio del Club Alpino

Alpino. Fra l'altro, era stato, in cordata, sul

sognando. Anche lassù, pensò, era vita. Forse la vita

a un istante prima era stato assorto: ¶ "Perché sospiri

ripeteva automaticamente quello che era abituato a sentire in

volto di Pierino si era fatto serio. Serrate le

carena. L'unico sforzo era delle mani che, all

posteriore: di scatto ripartiva. Era una manovra che lui

che tirava il mantice. Era un altro fatto nuovo

vide in faccia benissimo: era quasi sulla soglia, teneva

lui, non troppi. Chi era quel ragazzino? ¶ Sorpresa enorme

enorme, qualche giorno dopo. Era di sera, verso i

umore delle magne non era certo allegro: ma nemmeno

dove, dietro le Alpi, era tramontato il sole. ¶ Cantavano

fumava quasi mai e era avarissimo, approfittò dello straordinario

di Marie Rose. ¶ Emilio era seduto di spalle alla

commozione, che del resto era misteriosa per lui stesso

la mamma, che si era accorta di qualche cosa

di qualche cosa, spiegò. ¶ Era un nipote del fabbro

dunque, del vecchio giardiniere. Era un bravo ragazzino, pareva

esami. Soltanto, che non era molto in salute, e

non si doveva stancare. Era venuta la moglie del

di ringhio, magna Vittoria era intervenuta a questo punto

fisso, duro, quasi atterrito, era chiaro: "Col nipote del

ringhio magna Vittoria si era voltata verso il marito

violenza con cui si era espressa magna Vittoria, papà

In famiglia, il francese era usato quando si giudicava

sul nipote del fabbro era stato ripreso subito. Papà

La mamma, allora, si era buttata nella mischia: ¶ "In

di un rifiuto. Emilio era stato condotto a giocare

parco. Ma il piccolo era, se possibile, ancora più

stesso colore. La giacchetta era piena di tasche a

attrattiva di villa Lanza era un meraviglioso gioco di

subito appena perdeva. Inoltre era taciturno, esitante, melanconico e

comunicativa. Il suo aspetto era chiuso e freddo: con

di piedi, anche se era per la strada o

attigua. Forse la causa era proprio quella: e il

passo ridicolo e timoroso era un'abitudine dovuta alla

familiare. ¶ No, Ernestino non era divertente. Su questo punto

sebbene per opposte ragioni, era d'accordo con magna

sempre di più. ¶ Non era tanto robusto, aveva detto

quel ragazzo, anche se era più grande di lui

lui, e anche se era "del popolo". ¶ Una domenica

aveva sete. La cuoca era occupatissima a fare la

e bevve. Poi, siccome era avanzata un po' d

soglia della porta, che era spalancata sul bosco retrostante

ombra dei grandi alberi, era il nipote del fabbro

fare amicizia. Ma c'era la proibizione delle magne

lettura, guardò il libro. Era grandissimo, più di un

che lui voleva fare era un altro: correre in

dei dilettanti. E non era detto che un giorno

Emilio lo fissava. Pierino era così simpatico: alto davanti

nell'interno della villa. ¶ Era andata così: che la

papà e mamma non era tanto dovuta a una

e mamma, da quanto era stato loro riferito, avevano

diceva così. Forse non era prudente lasciare Emilio troppo

come sempre nelle feste, era ancora più imbronciata del

anche questo, a Emilio, era chiarissimo) perché infastidita dall

dicevano, che magna Elisa era bella e buona, e

dell'atrio, da cui era entrato, un attimo prima

generale Zunino. Il terzo, era il grosso ingegner Badìa

una enorme rosa finta, era indaffarata a servire gli

capì che non c'era rimedio, e se ne

dei soldatini di piombo era nell'armadietto di una

attratto, come già gli era accaduto altre volte, dalla

di barba Sanfront, che era infilata, un po' di

del portaombrelli di vimini. Era chiara, quasi luminosa: e

impugnatura brillava. Non c'era nessuno, nell'anticamera. Provò

con una mano. Come era liscia. Faceva piacere carezzarla

Sull'anello, nel mezzo, era inciso uno stemma: un

degli ufficiali, dietro cui era passato poco prima. ¶ Intanto

malacca. Pensava al Prense: era ben strano che nessuno

lui. Va bene che era sordo. Ma, certamente, aveva

il braccio della mamma era completamente nudo fino alla

nudo fino alla spalla. Era pieno, morbido, caldo. E

caldo. E la pelle era molto più liscia della

della canna di malacca. Era come seta. ¶ Ma la

lui le diceva. Eppure era così semplice: voleva il

se ne accorse, già era tornata dagli ufficiali. Ma

d'amore..." ¶ Nella villa era ricominciato il canto festoso

e saltellante. ¶ Il sole era tramontato in quel momento

d'anni, ripensandoci, si era poi divertito a ricostruirla

il Prense completamente indifferente. ¶ Era stata una sorpresa enorme

che si sentì chiamare. ¶ Era l'avvocato Cavalli: non

e che, si diceva, era molto amico del nonno

un'aria mefistofelica. Ma era buonissimo, e sempre allegro

L'avvocato Cavalli si era voltato a guardare l

allora, a lui fanciullo, era sembrata dover durare identica

un altro ricordo. Non era un fatto, e neppure

e neppure un'immagine. Era un suono: diurno, gioioso

di via Larga, si era abituato anche lui al

immacolata chiarità. ¶ Il fabbro era zio di Pierino. Ma

del Prense, ora morta, era nonna del fabbro; che

che, quindi, il Prense era prozio del fabbro. ¶ Perciò

credeva di indovinare: non era un caso, e neppure

teneva gli occhi bassi: era, proprio, determinata volontà. Le

da un sordo: ¶ "Cerea." ¶ Era cattivo il fabbro? pensava

socialista. Ma sapeva che era una cosa che faceva

a poco, tuttavia, Emilio, era riuscito a capire che

del cugino Amedeo che era ufficiale di Cavalleria e

la nonna del fabbro era sorella del Prense. Il

strano. ¶ La parola socialista era pronunciata, nelle famiglie Viotti

a scartare una caramella, era rimasto indietro di qualche

suo grembiule di cuoio, era lì che picchiava sull

di Torino. Non c'era dubbio: l'autorità del

la moglie di Alberto, era per parte di padre

mamma di Emilio, invece, era figlia di un avvocato

Restavano i Sanfront. Ed era l'arca della sicurezza

diventava improvvisamente una realtà. Era lo spolverio d'oro

vicino alla massa centrale. Era la chance rara e

chiamarsi Viotti o Ceroni, era stata misurata una volta

quella del piccolo Emilio, era nella decadenza, era nel

Emilio, era nella decadenza, era nel lento avvilimento e

di niente da rispettare, era proprio così, che la

luce e alla calura, era concesso a Emilio di

ciascuno, lui se li era dimenticati tutti, e li

preferito. Credeva di odiarlo. Era, appunto, il Cattivo: ed

appunto, il Cattivo: ed era, fra tanti personaggi, quello

lo interessava di più. ¶ Era un uomo di comando

il grande silenzio, si era addormentato. ¶ Se il Cattivo

bosco del parco retrostante, era sostenuta da un uomo

il Prense, il giardiniere. ¶ Era un vecchio di più

le gambe leggermente arcuate, era ancora altissimo: più di

muro esterno della villa, era una casetta, quasi una

serra, in origine: poi era diventata un ripostiglio, una

una volta, Emilio si era affacciato, ed era rimasto

si era affacciato, ed era rimasto quasi senza fiato

foderati di vecchi giornali, era apparsa ai suoi occhi

prigioniero di un moscone. ¶ Era, in fondo, lo stesso

Il collo del Prense era un reticolato di rughe

sole. ¶ Anche il volto era rugosissimo: ma color del

l'anno in cui era nato. Qualche volta diceva

poi la Crimea, dove era passato caporale; infine, la

del '59. Dopo di che, era stato congedato col grado

di sergente. ¶ 'L Prense era un soprannome: dal francese

prince, il principe. Gli era venuto, forse, dall'incedere

lo interrogasse. Lo scopo era evidente: fare approfittare il

storico e patriottico. Ma era ben difficile che il

astuta e ironica non era dovuta soltanto all'antica

ricevimento in loro onore. ¶ Era stata invitata tutta la

grande che per servirlo era appena bastato l'enorme

potesse mai adoperare. ¶ C'era il tè con le

glacés della stagione. C'era champagne francese, passito di

d'uva. ¶ Il gelato era servito in grosse conchiglie

Dappertutto, per tre giorni, era stata fatta una pulizia

e al pianterreno si era data la cera. Le

il grande divano verde. Era contento, nella confusione, di

sul grande divano verde era seduta magna Elisa. Per

maestà dell'aspetto, perché era la madre del festeggiato

del festeggiato Amedeo, perché era la contessa Sanfront, per

tutte queste cose insieme era la persona che gli

della sua età. C'era, però, accanto a lei

quando la sorella non era presente: il che accadeva

questo riflesso di dolcezza. Era diventata come la sorella

mondo, mentre suo figlio era morto: rancore, specialmente, per

da Torino. E c'era, infatti, una spiegazione: Alberto

una volta di più, era nel vero. ¶ Circa un

del figlio, magna Elisa era apparsa di nuovo in

meno esausta di lei. Era tornata a scendere per

pasti. E allora, non era sfuggito, a Emilio, neanche

suo posto, che purtroppo era davanti al posto di

Non tristi per Emilio. Era piccolo: non tanto da

papà, "farsi una posizione") era un'avventura immensa e

preoccupava. Una cosa sola era certa: non avrebbe fatto

il magistrato. Una volta era stato in Corte, e

e allora, improvvisamente, gli era sembrato di rendersi conto

la voce di papà era rauca: e aveva creduto

creduto di capire che era rauca per la fatica

alle due prozie. ¶ C'era sempre, in ogni momento

che desiderava di più era fare una vera gita

ad Avigliana. ¶ L'indomani era l'ultimo giorno che

laboratorio di un fotografo. Era la prima volta che

indomani, visto che, tanto, era l'ultimo giorno, la

altro. Ogni cero acceso era un momento del tempo

mai indietro: ma si era appena mosso, era ancora

si era appena mosso, era ancora tutto davanti. ¶ La

e maleodoranti tra cui era stretto, simboli di morte

montagna e al mare era appena incominciata. Molte famiglie

del piccolo Emilio Viotti era nel vivo dell'arrampicata

Anche loro, finché Amedeo era in collegio a Moncalieri

presa la licenza liceale, era entrato all'Accademia di

La nonna di Emilio era morta presto. La villeggiatura

La villeggiatura di Rivoli era dominata dalla coppia autoritaria

bambini, un'incantata soggezione. Era il tipo dell'aristocratico

nel portaombrelli di bambù, era il segno inequivocabile della

metà del settecento e era piuttosto in cattivo stato

e una veloce bialera, era stata costruita abbastanza lontana

più di diecimila abitanti, era già diventata un grosso

un grosso borgo; si era estesa, a poco a

di circondare quanto gli era rimasto con un muro

soggiornavano durante le vacanze, era curiosamente esemplare della società

Il nonno di Emilio era della campagna vercellese: per

viveva da pensionato, si era sposato con una Racagni

alla magistratura. Uno solo era riuscito: il maggiore, dal

in là cogli anni, era avvocato erariale. ¶ Barba Ceroni

Ministero dei Lavori Pubblici, era diventato capodivisione. In famiglia

del contrario. Questo chi era, sempre, un essere vago

sgradevole. Se barba Sanfront era l'aristocratico generoso, divertente

divertente, impulsivo: barba Ceroni era il funzionario gretto, noioso

anni, appena in pensione era tornato a Torino e

piccola chiesa di campagna era ancora deserta, fredda e

Prense, il vecchissimo giardiniere, era apparso misteriosamente alla porta

quando già il colonnello era apparso, nero, arancione e

alzatina di mento che era una secca, muta interrogazione

unico di magna Elisa era capitano di cavalleria, e

capitano di cavalleria, e era alla guerra in Libia

solenne. Emilio se ne era reso conto subito: se

non si vedeva ancora. ¶ Era stata svegliata la mamma

la mamma. Il colonnello era andato con lei di

nel grande salone che era sempre chiuso e oscuro

celibe. E magna Elisa era ricca: era ricco suo

magna Elisa era ricca: era ricco suo marito, il

Emilio, quella sera, non era tornato col solito treno

solito treno delle sette. Era rimasto a Torino, così

A magna Elisa, che era in campagna lì a

soltanto che il figlio era stato ferito, e che

stato ferito, e che era venuto da Torino, a

La sorella Vittoria si era presa l'incarico di

poco a poco: si era chiusa in camera con

letto. ¶ Nella villa, c'era un'atmosfera di cui

serale delle due cuginette era stato anticipato di una

il cugino Amedeo gli era simpatico. Alto, roseo, biondo

ai silenzi di cui era stato testimone, dopo qualche

dopo qualche tempo si era svegliato. ¶ Non aveva osato

a lui ben nota: era arrivato papà. Chissà che

papà. Chissà che ora era? Forse mezzanotte, forse più

forse l'automobile non era entrata in giardino, si

entrata in giardino, si era fermata fuori. ¶ Uno scalpiccio

la porta, come sempre, era socchiusa: apparve la fessura

veniva a vedere se era rincalzato bene. ¶ Chiuse gli

Francia, dai nonni materni. ¶ Era anche possibile che l

Luigi, svegli il bambino!"), era anche possibile che l

nonna paterna di Emilio, era morta da tempo: Emilio

marito di magna Vittoria, era andato in pensione ed

andato in pensione ed era tornato definitivamente da Roma

ha mai potuto vedere. Era gelosa di me! Diceva

altra sorella." ¶ "Anche quando era viva mia povera maman

aveva una regolare rivincita: era ammessa nella camera, dove

dove, con magna Elisa, era entrata soltanto magna Vittoria

soltanto magna Vittoria: vi era ammessa, e anzi vi

ammessa, e anzi vi era chiamata per aiutare a

asciutto e ironico, che era poi un chiaro: "Là

La mamma di Emilio, era molto se riusciva a

tutto, e capiva tutto. Era d'accordo col papà

dei Viotti. Ma non era d'accordo su tutte

riguardano direttamente, sentiva che era fatica sprecata. E poi

chi si chiamava Sanfront, era invariabilmente dura, arrabbiata, villana

più dolce. Forse lo era. Ma lo dimostrava (un

laureato, e quindi non era il dottor Viotti. Lui

dottor Viotti. Lui non era mai stato a Alessandria

stato a Alessandria. Lui era un incapace, un leggero

impossibile. ¶ Eppure, la vittoria era lì: sei a zero

raccomandato di tenersi corto: era un po' stanco, e

a lanciare la terza: era l'ultima concessa: poi

il colonnello. ¶ Non c'era niente di più facile

l'avvocato. Il sole era tramontato da un pezzo

attraversamento. Il pallino si era fermato al centro del

alzata, e di molto. Era regola, era gioco, bisognava

di molto. Era regola, era gioco, bisognava adattarsi. ¶ Toccava

puntare per primo. Non era abituato all'alzata. La

della sconfitta fu breve. Era già scomparsa, tra le

profumo dei tigli si era fatto più intenso. Nella

come la feccia che era rimasta in fondo alla

dal fronte, quando Piero era arrivato in grigioverde. E

a guardare: Piero si era allacciato i fermapiedi, ora

amicizia. Forse Piero si era anche commosso all'idea

che niente poteva arrestare. ¶ Era così, infatti. Nella mite

a casa di Veve. Era in parte la conseguenza

genitori. Allo stesso tempo, era persuaso che Veve, anche

ai genitori, che non era una promessa, in nessun

un futuro fidanzamento. ¶ Lungo era stato convincere Veve a

condizione: e la condizione era che, a sua volta

del Lungo Po, e era la mattina della domenica

La casa di Veve era esattamente come Emilio se

come Emilio se l'era immaginata, dai racconti di

cui cresceva l'erba, era stretto, lungo, e chiuso

da qualche momento si era fermato: a guardare e

il fiato. Il cortile era deserto e buio. Si

risa, un canto sommesso: era la sera della domenica

sera della domenica, ma era anche la vigilia di

ogni sera Veve, qui era la sua vita umile

impossibile. Quale rapporto c'era tra la freschezza, l

sentiva che questa non era un'impressione riservata a

in privato: ma che era, invece, il confronto inevitabile

sua casa, e si era abituato a lei, e

marmo della cucina, che era anche la camera da

perché la porta-finestra era aperta: e la cucina

centro del tavolo: che era pulito e vuoto, a

per stringergli la mano. Era un uomo sulla cinquantina

questo effetto di autorità era forse dovuto a una

sguardo ironico: non si era seduta al tavolo, ma

Trotzky. ¶ La madre, che era una donna piccola, grigia

bruna, grassoccia, pallida, si era seduta accanto a lui

appunto, che Emilio si era proposto e illuso di

da un popolo che era, a quei tempi, ancora

sembrava per allegria; invece, era chiaro che rideva per

la via d'uscita. ¶ Era tanto assorto e eccitato

del Ducato di Spoleto": era il titolo della tesi

essere ultimata. Il lavoro era più di ricerca che

scritto dopo. ¶ L'importante era che i suoi genitori

sorelle: da qualche giorno era a letto, costretto da

male. ¶ Nonostante il caldo, era coperto da un plaid

giallo alabastro: lo schizzo era un altro tentativo di

nello studio qualcuno che era sicura di riconoscere, e

Il capufficio? Sì, c'era il capufficio che le

elegante e interessante. Ma era roba vecchia, per Emilio

fissavano quella volta: forse era la suprema gioia che

vita." ¶ 4 ¶ E poi, non era il caso di prendere

Rousset, capì che non era vero niente: che erano

che, anzi, lasciare Veve era straziante: ma che andava

doveva andare via. Perché era giunto il momento, in

andare via. ¶ E non era straziante lasciare Torino? Corso

impetuoso. Che bisogno c'era di mura, d'archi

pilastro dei portici: gli era venuto incontro. ¶ "E allora

provinciale. Provinciale." ¶ Rousset si era guardato intorno. E anche

non lo ascoltò più. Era distratto da un'idea

capire. Fuggire da Torino era inevitabile, e tuttavia inutile

Il fondo della vita era assurdo. Che cosa ne

con la sua bicicletta. Era sabato: il lavoro era

Era sabato: il lavoro era già finito e Piero

lo sport" come quando era ragazzo: isolando quelle due

accanto, lucido e veloce. ¶ Era la prima volta che

impensabile: ma che non era, per questo, meno reale

dove l'unica lingua era il dialetto, l'unica

chiave di un mistero. Era un sabato. Dopodomani, lunedì

neanche per un momento. Era tutto nel gioco. Soltanto

Per la verità, non era stata una sola partita

ma tre. La prima era stata vinta, la seconda

per secondo, e Piero era il bocciatore. Gli avversari

sempre più alti. Forse era un'immagine che era

era un'immagine che era rimasta come impressa nella

in gola: la meta era lì: avrebbe certamente vinto

dove il pallino si era fermato. Quel gesto, e

la sua faccia, che era molto diversa da quella

con lui. E non era escluso che, sempre nella

avvocato Peccoz bocciava, ossia era il bocciatore del terzetto

quando l'alzata non era riuscita. Che cos'era

era riuscita. Che cos'era? Un rictus, un sorriso

ruggine, tozzo e rotondo, era il primo puntatore. Per

Al tempo stesso, ne era affascinato. ¶ Il colonnello si

Lo scopo, Emilio sentiva, era di smascherare lui: scoprire

tutto il resto, Piero era serio, logico, compatto. ¶ Ma

e sconsolato. Lui non era lui, gli diceva lo

del colonnello. Lui non era laureato, e quindi non

che questo potere economico era una diretta conseguenza della

erbacce, molto sporco, c'era quell'affare lì. L

Mai mi immaginavo che era un altare. Mi somigliava

me." ¶ Il professor V. era il famoso storico, critico

clou della serata non era poi un concerto: ma

al piano inferiore, dove era stato ricavato, con grande

Su un breve rialzo era il palcoscenico, chiuso dalla

ancora mostrata. Ma si era dovuta occupare dei Sakharoff

Anche la signora Golzio era una figura d'avorio

torinesi. ¶ Non troppo diversa era la reazione di quel

volta. Per Emilio, addirittura, era il primo balletto russo

ma anche molta consapevolezza. Era vero, osservò a bassa

Serra in un intervallo, era vero che l'età

ignoranza, forse anche perché era limitatissima. ¶ "Il più grande

tutti gli altri, e era stato replicato tre volte

tesi di laurea, si era spontaneamente avvicinato a lui

come se improvvisamente ricordasse. Era un'evidente commedia. Infatti

vi fosse ammesso, si era creduto in dovere, a

con riguardo speciale. B. era un pavido, senza dubbio

mostra interessantissima di impressionisti..." ¶ Era evidente la sua premura