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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il letto sul tetto, 1950

concordanze di «Era»

nautoretestoannoconcordanza
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si chiamava Pianetta. Questo era un giovanotto piccolino, con
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gli volevano bene perché era buono e gentile, tutti
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alle donne, e, anzi, era fidanzato con una ragazza
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Pianetta, però, non si era accorto dell’antipatia di
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dicendole che il cassiere era uno dei suoi migliori
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ed io, a vederla. Era al secondo piano di
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di Roma. La stanza era di dietro, con una
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forse mezzo metro, c’era il tetto di tegole
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forni della società elettrica. Era uno stanzone vasto, col
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bianchi, forse in passato era stato un granaio. Piacque
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camera da letto. Non era un gran che, la
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sulla testa. La chiesa era quella del quartiere, moderna
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magazzino. Sull’altare c’era una stampa colorata con
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si rendeva conto che era una malvagità; e anche
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con me non c’era nulla da fare e
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grandi, neri, seduto, tanto era ben fatto: nessuno avrebbe
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si sapeva che Pianetta era povero e non poteva
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e uscii dall’osteria. Era una notte umida e
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nuvole grige stracciate. C’era un’aria di pioggia
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fondo al corridoio c’era una porta aperta, ci
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sulla soglia, vidi che era troppo tardi: la stanza
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troppo tardi: la stanza era completamente vuota, salvo, là
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ulivo benedetto. La finestra era spalancata e proprio in
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calmo e controllato che era. Alla moglie che si
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aperta, perché nessuno si era aspettata questa conclusione. Dissi
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adesso taceva, forse si era accorto di aver fatto
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due piedi, da sportivo. Era la volta di Severino
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all’ospedale, disse: "Peccato... era riuscito così bene... tutta
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con la moglie che era già incinta, al paese