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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

concordanze di «Era»

nautoretestoannoconcordanza
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profondità del mare nero. Era comunque un’eco gentile
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più scavata del solito. Era un morto resuscitato come
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Lazzaro, un fantasma o era Capocolò in carne e
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visto che non si era jettàto di volontà?» mi
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mai.» ¶ E allora? Allora era successo che, causa le
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la stessa passione. Lei era molto curiosa della storia
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lo sguardo dalle piante. Era come se attraverso quelle
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storia con Gemma che era affamata d’amore, diceva
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ogni istante del presente. Era stata Gemma a voler
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sbuffi di fumo. ¶ «Com’era Gemma?» gli chiese una
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chiese una volta. ¶ Capocolò era curvo sulle piantine. Alzò
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Per sempre. ¶ Il futuro era lontano e perciò innocuo
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cominciato a sudare appena era uscito nella luce bollente
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integrazione dell’esame perché era un atleta e voleva
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libero sei tu, Anna) era già tutto in salita
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Forza, pigroni, più svelti.» ¶ Era la voce di Nicola
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della gita in bici era stata di Mario, e
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sorridenti. ¶ A Pisa si era presentato con una preparazione
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lo stage a Formia, era migliorato nell’ultimo tratto
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non deconcentrato. Da quando era partita per il consueto
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tenevo a vederti qui. ¶ Era scattato con un attimo
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negli ultimi venti metri era solo al comando, a
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le sorridevano gli occhi, era più bella del solito
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tardi al bar.» ¶ Nicola era deluso: «Allora perché non
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nuovo bacio di saluto era interminabile perché entrambi volevano
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ai fini della selezione, era stato ammesso con il
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ribatteva Mario, che ormai era diventato un leader sindacale
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passare nessuno. A Crotone era spesso autunno caldo, anzi
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sul posto di lavoro. ¶ Era successo tutto nell’arco
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Una mattina Ernesto si era bruciato la mano sinistra
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a un operaio si era impigliata la tuta al
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e il suo braccio era stato tranciato di netto
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doveva ancora capitare. ¶ Ernesto era rientrato da poche ore
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cuore?» ¶ Nicola non fiatava, era annichilito e già pieno
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giungeva a Ernesto che era riuscito a farlo assumere
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pigolio da pulcino ferito. Era un pianto sommesso, inconsolabile
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petto senza più parlare. Era pallida e dimagrita, in
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indirizzo di Crotone. Nicola era così commosso e pentito
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di trasferirsi a Firenze era tornata al suo paese
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stadio Quercia l’aria era tiepida e frizzante. Nicola
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nostro amore. Quando si era abbassato per riprendere fiato
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sguardo pieno di ammirazione: era Pietro Mennea che stava
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negli occhi, per capirlo. ¶ Era stata la città con
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dimagrimento. In pochi mesi era rifiorita nel viso e
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mai la sua vita era stata e sarebbe stata
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ed esami. Per fortuna era stato ingaggiato da un
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Dopo ogni esame superato era Anna che lo raggiungeva
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Trastevere. Diceva che Roma era sontuosa e allegra. Però
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poi che all’Olimpico era stato notato da Carlo
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Vittori a ragion veduta. Era lui che lo allenava
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più massacranti. Da ragazzino era uguale: di notte gareggiava
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accorse mai. ¶ Al ritorno era carico di energia e
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zampillava di parole innamorate. Era Rino Gaetano che cantava
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di loro Anna si era sbagliata. Non è stato
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per comunicarle la disgrazia. Era molto affezionata a Capocolò
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i capelli, e lui era rimasto sempre lo stesso
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negli occhi, abbracciati. Non era presuntuoso. Era caparbio, capatosta
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abbracciati. Non era presuntuoso. Era caparbio, capatosta come lei
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la baciava, grato. Non era mai stato così felice
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porta, due colpi rispettosi. Era la madre di Nicola
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barca con Capocolò. Che era vivacissimo e loquace, ultimamente
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sdraiava accanto a lui. Era scalza e in pigiama
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punto. Anna non c’era, aveva lasciato il suo
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profumo sul cuscino ed era ritornata nel suo letto
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occhi del padre. Fisicamente era distrutto più di prima
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suo lavoro alla Montecatini era duro e sporco: sgobbava
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lavori, tutti pesanti. Però era più tranquillo, incassava un
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ma che per lui era sempre la più bella
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i sogni di gloria…” Era una filastrocca ironica e
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lavoro”. ¶ La più raggiante era mamma Pina che già
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il papà di Mario.» Era la voce disperata e
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di essere nato.» ¶ «Chi era al telefono?» ¶ «Una zita
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la discussione. Lucia si era messa a piangere mentre
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salata e di sudore. Era più calmo. Si fece
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non fosse successo niente. Era più eccitato del solito
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prendere Mario alla stazione. Era accompagnato da Nicola e
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disagio imbarazzato con cui era stato accolto. Rise, fece
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sui baffetti che si era lasciato crescere il fratello
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ho detto!» ¶ L’urlo era stato improvviso, esagerato, e
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vuole». Però la voce era sconsolata e lo sguardo
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con me alla Montecatini». ¶ Era una decisione che non
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ammetteva repliche per come era stata espressa. Invece Mario
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ammise, ma il fatto era che lui non sopportava
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le briciole del tempo, era rappresentante degli studenti nel
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ne accorse. Il patto era molto simile a quello
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esami di maturità ed era preoccupato. Gli pareva di
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fratello che davvero si era messo in testa di
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una velocità sorprendente. Nicola era veloce solo nella corsa
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solo che ormai gli era difficile cambiare metodo, l
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incalzava assieme all’insicurezza. ¶ Era incredibile: Mario che elargiva
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letto addormentandosi senza mangiare, era diventato un “fatigatòre infaticabile
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Anzi, felice. Mario si era tolto dallo stomaco un
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salariale, organizzava scioperi ed era il più brillante nelle
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uno zio a cui era molto affezionato e il
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il bisnonno materno che era stato un garibaldino e
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attesa della voce, si era concentrato più che sui
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strano accussì da quando era tornato da Ferrara e
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sembrava pentito, anche se era la meglio cosa da
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se ho fatto bene, era la terza vota che
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di Nicola. Di giorno era al porto per riparare
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nel dire bugie, c’era l’amicizia con Rino
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e andò al bagno. Era sudato. Appena si sciacquò
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conto che Mario non era ancora rientrato. ¶ Al porto
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Al porto l’aria era umida e appiccicosa, per
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poi la lampara, ed era stato come se avesse
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le timidezze. Confessò che era stato, ed era, timido
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che era stato, ed era, timido e sognatore. E
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altro come me». ¶ Rino era contento che i due
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dove veniva? Da Ferrara. Era distrutto dal lungo viaggio
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gli risposero luccicando. C’era un’ansia nel sorriso
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lei e seppe che era una maestra, per fortuna
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Anzi, gli dissero che era una signorina con la
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venature più profonde. Gemma era invece una rosa bianca
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a Crotone. Lo sposalizio era stato fissato per il
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disse che la figlia era scomparsa. E lui non
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non avrebbe voluto piangere, era contro i suoi princìpi
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almeno il doppio. Gemma era scomparsa in mare. Stava
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la prua, la barca era affondata, tre donne erano
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alla sua ricostruzione, si era trovato una stanzetta in
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stava sbagliando tutto, si era licenziato, aveva imparato a
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allora la sua vita era cambiata. Perché non si
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cambiata. Perché non si era più sposato? Se si
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O almeno a lui era bastato. ¶ Le sue parole
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a Tonino gli credo. Era una persona seria, esperto
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di saperne di più. Era la colonna della leggenda
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Annibale e che poi era finita in mare? Tirarono
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scaraventato fuori, nell’abisso. Era addiventato magro magro, senza
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di notizie, mentre lui era sull’imbarcazione dei sommozzatori
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Il punto di riferimento era chiaro: di fronte, a
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zona più pescosa che era diventata area marina protetta
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ci trasìvo quando Capocolò era vivo, figuriamoci mo’» dice
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sera, se il tempo era bello, andavano in spiaggia
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fare a Roma. ¶ Si era voluto aggregare anche il
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tartan dello Stadio Olimpico era superba. Il padre aveva
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fatto un errore clamoroso: era partito con il busto
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stretti i denti, si era lanciato all’inseguimento degli
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che un applauso si era sentito un boato. Era
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era sentito un boato. Era stata la gara più
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i giochi, anche se era durata solo 10”7. ¶ La caviglia
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solo 10”7. ¶ La caviglia si era gonfiata e Nicola non
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San Basilio. Il padre era euforico: «Mangiate e bevete
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a cantare in televisione, era rimasto il ragazzo semplice
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cartolina. L’idea gli era venuta all’improvviso. La
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e, mentre scriveva, si era immedesimato in lui, cercando
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ragazzi più grandi. C’era una marea di amici
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gita. Il motivo principale era l’eterno e per
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di nostalgia ma che era di disappunto. Non la
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faceva finta di niente. Era troppo orgogliosa. Aspettava che
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a fissare il soffitto. Era la vigilia della chiusura
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paese. Volevo salutarti.» ¶ Nicola era sorpreso, non sapeva che
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Ah, bene». Anna non era mai passata a salutarlo
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aveva capito che Lucio era una persona vera, geniale
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due sorelle (il colmo era che una non gli
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in Toscana), e questo era il suo rimpianto più
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coetanei germanesi, ma si era goduto la sua terra
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Aveva quarantatré anni ed era incanutito a vista d
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e le preoccupazioni. Non era facile per la sua
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che sorprese entrambi, tanto era caldo e saporito. ¶ Si
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altra estate ¶ La casa era vuota e silenziosa. Da
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della Montecatini, il Cral. Era l’unico svago per
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da ragazza; lui invece era fissato con le carte
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vogliono dieci minuti.» Mario era a Messina; il padre
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di sua moglie. ¶ Nicola era rientrato dall’allenamento mattutino
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momento suonarono alla porta. Era il postino che gli
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Rita. La sua voce era commossa, come quando mi
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petto con malizia. Non era solo colpa della lettera
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bello del mondo. Se era rimasto sconquassato da un
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prua di una nave. ¶ Era una giornata caldissima. La
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sull’erba. Il cielo era di un azzurro luminoso
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ai blocchi di partenza era concentratissimo: passò davanti al
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Il padre di Anna era un uomo curato e
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sorridere da quando si era presentato in casa Manfredi
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questa roba genuina, non era il caso». ¶ «No, guardate
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si presentavano al reparto. Era ancora interessato, il signor
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A quel punto Ernesto era così grato all’ospite
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signora Pina e si era ritirata in cucina, togliendo
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Anna a Nicola ed era raggiante. «Naturalmente se ne
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apriva un varco azzurro: era il mare, giù, tra
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qui, vero?» disse Anna. Era accaldata, la maglietta le
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sta per davvero? Nicola era confuso e intimidito, lei
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corposo al quale non era abituato, un po’ per
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di punti di riferimento. Era una sensazione piacevole, tutto
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una sensazione piacevole, tutto era sparito, tranne Anna, di
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accorse che il campo era pieno di piccole luci
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gesto caldo quanto le era grato. ¶ «Avevo calcolato tutto
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tranne quei baci caldi, era smarrita, oscillava pure lei
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allora cosciente di quanto era successo. «Mi ami?» le
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tralasciando volutamente quello che era successo la notte. Però
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prima del sole, forse era ancora a pesca, ma
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solo con quella; forse era stato a spassijare sulla
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che coglieva lui, poi era più nervoso di prima
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nervoso di prima, inzomma era strano accussì da quando
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Rino cantò una ballata: era la storia di Renzo
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al bar». La strada era buia, riprese Rino, s
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vollero per lo sciopero. Era ormai l’alba, andarono
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mancava il vicecapo, c’era in alto il sole
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si disse che Renzo era morto, ma neanche al
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neanche al Verano c’era posto. E tutti cantarono
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po’ di inquietudine si era insinuata nella voce del
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un destino, in fondo era una canzone surreale e
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per noi». ¶ Mario si era appartato al buio con
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ne ritornava a casa. Era notte fonda e il
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succedeva sempre così: quando era arrabbiato con se stesso
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scuola. Il suo sguardo era cupo e furioso. I
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per l’università. Intanto era sempre in giro con
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i più scalmanati, c’era il fratello, lo sguardo
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giovani fascisti. Il corteo era esploso con una violenza
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testate calci. Il fratello era tornato a casa con
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rotto e sanguinante. Non era la prima volta, non
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voce, Mario si esaltava, era acqua portata al suo
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Mariuzzo con nostalgia, che era una persona calibrata, un
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stimavano, pure i democristiani. Era arrivato dalla provincia di
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Montecatini. Non sapevano se era un bene o un
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bene o un male: era nata proprio allora, sfruttando
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Con il tempo si era creato una famiglia, con
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quando con tanti sacrifici era riuscito a comprarsi una
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e il martello ed era sempre lui che organizzava
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risolvere i problemi, non era violento, lo vuoi capire
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con il naso gonfio era salito sul treno. ¶ Per
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treno. ¶ Per fortuna Nicola era sulla strada giusta: a
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e della scuola, dove era uno dei più bravi
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più pericolosa che facevano era gettarsi in acqua dall
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nessuno in famiglia si era accorto delle pene che
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finta di niente». ¶ Come era riuscito quel diavolo di
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Si intuiva che Capocolò era rimasto della stessa idea
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eccitazione, di cui si era impadronita Manuela con mani
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andò nella notte com’era venuta: senza dire una
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venne a chiamarlo, Nicola era già pronto per uscire
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dal sonno. Non gli era mai capitato di addormentarsi
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Catanzaro. Le rondini azzittirono. Era la finale dei 100 metri
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agile. ¶ A metà gara era in testa; il professor
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di una forza inaspettata. Era entusiasta: «11 netti! Sei passato
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rituale. ¶ A tavola Nicola era pensieroso e serio. Mangiò
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a ripensarci oggi, forse era quello il segreto della
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Il Cinema Teatro Apollo era stracolmo di ragazzi in
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della mano. Il padre era al lavoro, non sai
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immensa. ¶ Il giorno dopo era domenica. Nella tarda mattinata
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sotto il braccio». Non era vero, ma forse la
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È discreta, come lo era da ragazza. Vuole quello
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conoscesse la notizia. Eppure era scontata. Cosa avrebbe dovuto
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sveglia da un pezzo. Era nel suo letto, dunque
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orologio. L’occhio destro era un po’ gonfio e
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giorno di scuola. ¶ Si era svegliato alla solita ora
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sul gradino della porta. Era una giornata di sole
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i polsi e si era alzato con la pesantezza
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con gli occhi. ¶ Nicola era sorpreso per il regalo
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profonda. Quest’ultima, disse, era il ricordo di un
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il calciatore, pensò Nicola. ¶ Era stato scalognato, aggiunse il
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chissà dove sarebbe arrivato. Era partito benissimo, in serie
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più che a scuola. Era d’accordo con il
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il padre, certo che era d’accordo, di lui
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lui si fidava, perché era suo padre e, in
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quando lavorava alla Montecatini era diventato un uomo appesantito
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farfalla: si capiva che era stato un campione, il
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non faceva da quando era bambino: abbracciò il padre
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una spanna e adesso era lui lo sportivo di
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passa in fretta.» ¶ Ma era vero solo che ascoltava
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in testa anche quando era sdraiato a leggere sul
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copricapo sgargiante e sgherroso era troppo ridicola per non
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scozzese» puntualizzò Francesca che era precisa, la più brava
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scuola non lo entusiasmava. Era tra i più bravi
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diceva il professor Greco. Era pacato, a momenti flemmatico
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di essere guarito. Gli era venuta una fame così
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potenti. Il professor Greco era soddisfatto delle prove di
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volta. E inoltre Rino era di Crotone, dovremmo esserne
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E di nuovo si era pentito di non aver
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vispo, più gioioso». ¶ Nicola era felice di rivederlo; in
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Tanto ormai la lettera era aperta. ¶ Con te ho
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tuoi riccioli. ¶ Tua Anna. ¶ Era una fototessera in bianco
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senza aprire l’ombrello. Era una pioggerellina primaverile, fine
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il cuoio capelluto, tant’era folta e impenetrabile la
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Dove? Bisognava rassegnarsi. Forse era rimasta a studiare con
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sette in punto. Lucia era ancora nella stanza, seduta
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cui si preparava. Capocolò era uno specialista in falò
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scampagnate. Anche quella sera era l’unico anziano tra
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buio della strada, poi era comparso Rino Gaetano con
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sollevava a ciocche. ¶ Non era la prima volta che
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di dieci anni si era trasferito con la famiglia
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aveva composto canzoni, si era diplomato in ragioneria ma
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teatro. Con Mario, che era stato suo compagno di
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amore. E il risultato era un’unica voce, un
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del suo talento: Rino era seduto sulle scale di
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di suo padre quando era arrabbiato con il mondo
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nemmeno vi conoscete? Nicola era arrabbiato con Anna, che
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con Anna, che si era attaccata a Rino come
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i suoi grandi seni. Era accalorata, il vino, il
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prezzemolo e di limone. Era una lingua aspra, lenta
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Rino, e ormai si era creato un quadrilatero di
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di sfuggita? O forse era colpa della lettera che
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la tensione. ¶ Il sole era già alto sul mare
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alone di luce azzurrina. Era ottobre, ma l’aria
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a lui non c’era nessuno, né i suoi
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lanciati, cinquantadue passi. Non era una corsa elegante, sembrava
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avevano filosofia. Il professore era un uomo con i
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calcio e di donne; era brillante in tutte le
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a dettare. Purtroppo non era l’unico a seguire
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astruse; e il colmo era che gli studenti dovevano
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felicità imperfetta. ¶ Il comodino era a venti centimetri dal
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liberarla, aprire il cassetto. Era l’unico modo per
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pensava, sapeva che invece era un ignobile trucco per
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In quel periodo le era morto il patre, la
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noi della famiglia. S’era fatta pelle e ossa
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giorno e della notte. Era stato così fin da
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con me non c’era mai accordo di core
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di musica, mentre lei era fissata con quel cantante
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una vota. Ma non era vero niente. Non è
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patre e che allora era uno scapolone pieno di
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non ho capito se era amico o zito. A
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furestero ha detto che era un suo amico cantatore
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Gianna Gianna Gianna”; bravo era bravo a cantare e
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Sola, poi. Ma non era più come prima. Io
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più movimentata, rumorosa, elettrica. Era rientrato Mario da Messina
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sera.» ¶ Se per caso era presente il padre, interveniva
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la madre indovinò, ma era facile: «Mo’ vuoi vedere
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pensò Nicola. Il fratello era sempre vago o contraddittorio
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la cucina della mamma era sensuale arrapante afrodisiaca, forse
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musica gli piaceva moltissimo: era tosta ma orecchiabile, esprimeva
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di piazza Pitagora c’era un andirivieni di persone
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con nessuno, preso com’era dal pensiero del fratello
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portici capirono che quello era uno sguardo languido e
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di sventura e Nicola era uscito in macchina con
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al Lido Kursaal. Lui era seduto accanto all’amico
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ma dentro di sé era d’accordo: guardava con
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l’avrebbe mai detto, era innamorato di Anna e
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frantumandolo all’istante. Forse era stato il cuscino di
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attutire il colpo. Non era nemmeno svenuto, all’inizio
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di tamponare la ferita, era spaventato, ora muoio, pensava
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muoio» e intanto correva, era quello che sapeva fare
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medico del rione, non era lontano, «sto morendo» ripeteva
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si rendeva conto che era ridicolo gridare «sto morendo
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e intuendo che non era in pericolo di vita
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pensare. Poi più niente: era sbiancato accasciandosi nel sedile
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bacinella e l’infermiera era sinceramente dispiaciuta dello scempio
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di rizzo». ¶ Il medico era molto soddisfatto dell’intervento
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mi avevano detto che era stato investito da una
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non si vedeva, forse era ancora al suo paese
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arrendeva. ¶ Stavolta il traguardo era il fico selvatico dietro
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zona industriale. La Montecatini era ormai vicina, se ne
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aveva parlato con entusiasmo, era ovvio. Fino allora aveva
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di categoria inferiore. Mario era nato a Trapani e
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perfetta, diceva sincera, ma era contenta lo stesso, perché
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stesso, perché quel figlio era sgusciato fuori di domenica
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polvere. I primi mesi era troppo stanco, a casa
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i figli. ¶ Per fortuna era estate. Nicola giocava ogni
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il merito, secondo lei, era delle pietanze sfiziùse di
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ripagava l’ospitalità, non era di peso, anzi. Occupava
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nessun tipo di fastidio. Era così discreto e taciturno
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Per lui l’estate era, ed è, la vita
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esami di licenza media. Era la voglia di crescere
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quando rincorreva il pallone era insuperabile. «Ma questo qua
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scoperta miracolosa. Francuccio Greco era l’insegnante di educazione
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con cravatta rossa ed era un po’ panzùto. ¶ «Va
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calcio nel Crotone ed era notoriamente una saetta. ¶ Al
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metà corsa resse bene, era ultimo ma non troppo
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corpo ancora mingherlino, Nicola era rimasto colpito dalla parlantina
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frequentare il Classico ed era molto sperta a scuola
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sperta. Il loro paese era troppo lontano da Cutrone
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proprio a viaggiare, si era arrendùta in partenza, poverina
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vecchio ospedale. La signora era del loro paese, il
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dal giorno dopo. Si era iscritto alle Magistrali su
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dalla testa ai piedi: era alto per la sua
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vita tranquilla della pensione era stata un toccasana per
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viaggi, durante la primavera era sbocciata, proprio come un
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troppo vistose, esagerate, ma era comunque diventata una ragazza
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a Rino Gaetano, che era stato un amico di
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anni e da tempo era affetto da una grave
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di dolore. Lucio Battisti era ammalato, Nicola lo sapeva
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Per lui Lucio Battisti era un mito, aveva accompagnato
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La storia, in cui era coinvolto suo malgrado Lucio
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al ritorno da scuola. Era imprigionata tra riviste e
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si accorse che non era indirizzata a lui. Trasalì
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ma la madre si era già voltata verso i
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in mano. ¶ La grafia era minuta e delicata, con
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una felicità frastornata. Dunque era lei. Anna la misteriosa
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forse un po’ lo era. Aggiunse: Anna la stronza
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il mangiare è pronto.» Era la madre che veniva
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le mani. ¶ La fame era tanta e il pranzo
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nell’orto dietro casa. Era Capocolò che, a seconda
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lavorando alla Montecatini, Mario era all’università e la
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fronte a lui c’era Capocolò, silenzioso e accorto
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cercasse degli indizi invisibili. Era molto curioso di sapere
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una strada senza ritorno. Era un presentimento, niente più
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sperava, è ovvio, ma era una speranza fragile. Un
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diveniva tesa e insopportabile. Era sabato e dopo la
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Anna in tono scherzoso. Era stufa di discutere, magari
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vero sembrava ringiovanita, ma era proprio lei, quegli occhi
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solo ciotìe.» ¶ A Nicola era tornata l’inquietudine del
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tardi Anna lo raggiunse. Era delusa. Non con lui
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sue canzoni. E lei era così sincera nei giudizi
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In quei giorni Rino era più inquieto del solito
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sua canzone che gli era stata imposta dal produttore
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bianco, sul petto si era appuntato una rosa di
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mattinata, lei non c’era più. Era partita lasciandogli
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non c’era più. Era partita lasciandogli un biglietto
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meno, perché il nostro era già un amore alla
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invece, la situazione non era così idilliaca. Sì, è
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attentamente: sapeva che Anna era in regola con gli
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pronto» diceva con dolcezza. Era di nuovo felice e
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nuovo felice e innamorata. Era di nuovo Anna. ¶ Naturalmente
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Anna riusciva a ricreare era impagabile. Sembrava il pranzo
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bar del Barone. Rino era lì, a bere con
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di Pitagora, di cui era un appassionato, oppure si
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mesi interi. E lui era rimasto il giovane modesto
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l’ironia di Rino. Era una difesa la sua
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sua pelle nordica; poi era sempre in giro, a
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barca, se il tempo era bello, con Capocolò e
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casa, senza preavviso. Nicola era appena rientrato dall’allenamento
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di quella visita inaspettata. Era dai tempi della morte
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volte e quel gesto era un no esplicito e
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l’appartamento, che adesso era pulito e profumava di
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la tensione che si era accumulata in quei giorni
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L’ultimo sguardo ¶ Non era riuscito a fermarla. Forse
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insistito abbastanza, non si era inginocchiato davanti a lei
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ulteriore conferma d’amore era riuscita a farle cambiare
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o forse non voleva. Era più confusa che disperata
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te!». ¶ Nicola non reagì. Era scuro in volto: volevo
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sui 200 con un insuperabile 19”72, era troppo grande la stima
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alcol, a cui non era abituato, gli bruciava la
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dentro pure Bruno si era fermata con un colpo
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l’apice della felicità, era accaduta la stessa cosa
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salute di Amelia. Lui era così: non faceva caso
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il contrario di tutto, era un figlio unico con
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e visto che c’era abbracciò pure Nicola: «Ti
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qui insieme ¶ Quella notte era al bar. E beveva
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Disse a Nicola che era stato a mangiare alla
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quella frase che pure era chiaramente scherzosa. «Quando rivedi
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sera». ¶ Il giorno dopo era festa, la Proclamazione della
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disse scrollandogli un braccio. Era distrutto, la bocca gli
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si risvegliò di botto. ¶ Era Mario. Parlava e piangeva
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e seppe che Rino era stato in altri locali
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metallizzato. Non andava forte, era stanco e forse assonnato
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veniva contro. Il camionista era diretto ai Mercati Generali
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di neurochirurgia non c’era posto, e nemmeno all
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e al Policlinico Gemelli. ¶ Era ormai l’alba quando
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sua canzone. Mentre Nicola era al bar. E ogni
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invano di consolarlo. Sì, era affettuosa e, quando chiusi
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Gesù, sul Lungotevere Prati, era stracolma di gente comune
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malato di cuore, che era all’oscuro di tutto
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povero guagliùnu». ¶ Padre Renato era stato professore di Rino
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brusio si fece sentire, era la voce del dolore
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smarrito, ogni lacrima. ¶ Mario era arrabbiato, poco mancò che
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romani erano stati micidiali. Era fuori forma, dimagrito, irriconoscibile
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Mennea si ritirava perché era sazio di vittorie e
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tutto. Nicola, invece, ne era affamato, come Mennea ai
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e malumori. In faccia era scuro e teso anche
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ora, gli dava forza, era il suo doping. ¶ Mi
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matematica. Da quando si era diplomato all’ISEF Nicola
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nell’ultimo tratto dei 100. Era questa, la sua distanza
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distanza naturale. E nei 100 era oramai uno degli atleti
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Per lui quel ritorno era un insegnamento che si
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Alla fine Mario si era laureato, a dispetto di
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Colonna a pochi passi. ¶ Era la notte della festa
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all’alba. ¶ Il ritorno era previsto via mare, sulla
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Lucia gli disse che era matto a parlare con
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Lucia, che Rino non era morto, non del tutto
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giorno dello sposalizio, Nicola era seduto in prima fila
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estremità del capo. Lucia era felice e luminosa nel
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come non lo si era mai visto, a fargli
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a Le Castella. Anna era seduta a un tavolo
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mortale. ¶ Il pranzo non era ancora cominciato quando la
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dalla morte di Rino era diventata più apprensiva del
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Quel pomeriggio lo stadio era gremito di tifosi, soprattutto
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di tifosi, soprattutto perché era prevista la presenza di
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diceva sempre suo padre. Era veloce e resistente, poteva
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di Nicola. Per lui era un piacevole allenamento, quella
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metri più in là. Era incredibile: non riusciva a
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il dolore che gli era esploso nella gamba, si
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in viaggio, ma non era così semplice come credi
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detto: semplicemente parlarti.» ¶ Non era vero. Lo sapevano entrambi
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di Nicola, Anna si era messa d’istinto una
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fare in quel momento era respirare profondamente. Chiudersi nello
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breve che stava bene: era sposata e aveva un
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si chiamava Loredana. Ed era proprio splendida, la sua
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è testimone. Nicola che era ritornato in pista per
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perché la rabbia dentro era maggiore; e invece i
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e tu sai qual era. Qual è. ¶ Se non
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lo avrebbe riconosciuto. Nicola era più robusto dell’ultima
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capelli in cima. Dov’era andata a finire tutta
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caduta» gli diceva. Ed era vero. «Ma è stata
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Il suo pensiero fisso era un altro: che dirà
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faceva male; però rideva, era bella e felice come
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madre. L’affetto c’era. Quasi intatto. Incancellabile. Anche
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troppo, per quello che era successo. Solo che Anna
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la Montecatini che non era diventata il futuro di
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una tomba. ¶ Lo stabilimento era stato chiuso da pochi
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di storia. ¶ Mario si era dissociato da questi episodi
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dai carabinieri. Per loro era questione di vita o
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fu assunto perché non era nata nessuna nuova fabbrica
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misera pensione, il fratello era partito per Roma. Gli
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Faceva molto caldo. Lui era ancora giovane e luminoso
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sprazzi una canzone sconosciuta. Era seduto ai piedi della
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Lei sapeva che Rino era morto, eppure lo salutò
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continuando a cantare ed era stranamente vicino, a pochi
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che sembrava sabbia mobile. Era una scena che le
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più, come poteva?, lei era sulla spiaggia e Lucio
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ammalarsi di asbestosi come era successo ad alcuni compagni
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ha avuto Nicola» dicono. «Era qui un minuto fa
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gli spiriti nell’occhi, era arraggiato chissà perché. Gli