Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

immutabile. Cesare Dias: questa era la idea saliente, nella

tutto e che Dias era restato indifferente, padrone del

capezzale. Ma che uomo era dunque costui, che a

la purità spirituale, chi era dunque costui, che a

pensando a quello che era il cuore di Cesare

che veniva dalla montagna, era perduto, e che ella

il suo delirio si era quietato, man mano, e

la voce dell'amore era diventata più forte di

che il mio cuore era risorto e che vi

suprema, quando colui che era la Passione, per me

la Passione, per me, era fuggito vigliaccamente, poichè non

amava abbastanza, colui che era l'indifferenza, era accorso

che era l'indifferenza, era accorso a perdonare, a

risorta. Così Lazzaro che era stato quattro giorni, morto

vi regnava, quando io era immersa nel più profondo

stessa ritenutezza con cui era scritta, l'umile riserbo

e così impetuosa qual'era Anna, gli facevano una

amato da una donna, era soddisfatto e lusingato, se

fondo all'anima vi era una preoccupazione. L'amore

sapeva per prova che era la donna dei partiti

tutto questo? Cesare Dias era un uomo di grande

bene che tutto non era detto nella lettera, e

prima lettera, Cesare Dias era sicuro che ella sarebbe

aveva subito rivelato dove era il grave imbarazzo della

sue consuetudini mondane; mentre era distratto dalla conversazione, dal

vorrà essere amata. Questo era il fatto: tutto il

fatto: tutto il resto era un cumulo di parole

forse, avrebbe dimenticato. Egli era un uomo assolutamente refrattario

bella conquista, fatta involontariamente. Era un uomo, infine: ed

le altre cose egli era nemico delle lettere di

suo passo elastico che era una delle attrazioni della

mano di Anna si era posata con tanta tenerezza

e la sua immaginazione era così vivace, che udiva

per dichiararle che ella era un'audace, una pazza

ad un semplice sogno. Era così agitata, così distratta

Ma a Stella Martini era parso che il volto

tutta la sua vita era sfiorita, ella era un

vita era sfiorita, ella era un essere senza tetto

governo della casa; vi era qualche cosa di più

da Laura, ella si era recata immediatamente nella stanza

voluto disturbarla e si era ritirata discretamente. Era tornata

si era ritirata discretamente. Era tornata una seconda volta

una seconda volta; Anna era ancora inginocchiata, ma aveva

di tacere. Un campanello era squillato. E Stella Martini

viene - disse Stella, che era ancora inquieta. ¶ - Sta bene

quel dialogo, chetamente, come era il suo solito, si

quasi corda sonora, non era Dias un uomo perverso

sul mare. Veramente essa era fabbricata sull'alto scoglio

la parola amore non era certamente scritta, ma dove

qualunque altra parola: ora era una lettera d'amore

secca risposta che Dias era in Napoli e che

che faceva da quando era stata malata Anna: e

incontrarlo un'altra volta: era l'ora della passeggiata

nuovo, ma in carrozza; era salito sopra l'alto

un tesoro: eppure egli era stato freddo, disdegnoso, Cesare

importa, non importa! Certamente era stato un caso averlo

ora che Anna vi era: certamente lei e Stella

questo gli rassomigliava tanto, era così tutto lui in

si contentava, pensava che era già una gran fortuna

ora, che, infine, egli era molto disdegnoso, molto indifferente

Egli è così. ¶ Egli era così e così bisognava

che si mutasse. Egli era così, assai diverso da

senza interessarsi. ¶ - Sta benissimo. ¶ - Era naturale. ¶ - ... e verrà domani

Cesare Dias, se n'era fuggita nella propria stanza

ammirazione. Poi venne Anna: era un po' imbarazzata, e

loro e che si era chiusa con quell'amaro

che l'aveva provocata era sparita nel nulla. Anzi

Luigi non se n'era accorto, ed ella si

accorto, ed ella si era subito rimessa, decisa a

l'umore di Anna era diventato così variabile, così

un piccolo miracolo. Ma era uomo assai acuto e

rispondeva no, che non era vero; la gente crollava

di urlare che non era vero, che ella non

aveva scritta, ella si era accostata a Cesare Dias

quella discussione. Oh! ella era inquieta, assai più della

dovesse cogliere una sventura; era inquieta, e il sole

Per farvi piacere: perchè era amico vostro - gridò lei

insolito in lui. Ma era insolita in lui anche

aveva assalita la fanciulla. Era una delle due o

vita, in cui egli era giunto all'esasperazione, sentendo

di Giustino Morelli che era il passato e di

di Luigi Caracciolo che era l'avvenire, erano sparite

se nella prima battaglia era stato sconfitto, il suo

Addio, Anna. ¶ Ella si era seduta affranta, come precipitata

due sorelle. Laura si era messa a lavorare a

nell'anima indimenticabile - egli era colà, io non lo

ha colpa di nulla: era un povero innocente, sciocco

odio, Giustino Morelli, che era quello che era, quello

che era quello che era, quello che è adesso

mia sorte, che non era quella del mio amore

del mio amore, ma era quella del mio secondo

le si parava innanzi era la soluzione peggiore. Cesare

peggiore. Cesare Dias non era nè arrabbiato, nè lusingato

nè arrabbiato, nè lusingato: era indifferente. E non lo

Per lei, la passione era, ancora una volta, una

ma per Cesare Dias era, ancora una volta, un

no, Cesare Dias non era rassicurato; conosceva la forza

propria volontà, sapeva quale era il proprio dominio sopra

ma non bastava. Vi era qualche altra cosa. ¶ Di

chi le piacesse: egli era certo che Laura avrebbe

una buona scelta. Egli era del parere di tutti

maritarla. Ma Anna Acquaviva era un carico così pesante

e bello Luigi Caracciolo. Era, certo, una tacita intesa

E d'altronde non era lodevole Cesare Dias, di

eleganza di modi che era una delle sue seduzioni

Caracciolo e Anna Acquaviva era quella comune alla gente

Caracciolo ad Anna Acquaviva era dunque fatta come tutte

loro, che quando non era più possibile di starvi

o involontario, Cesare Dias era complice di Luigi Caracciolo

a tutto, poi, vi era una pungente curiosità di

si vedeva che egli era innamorato, non molto, alla

troppo forte: o se era lieta, la sua allegrezza

o se l'allusione era troppo trasparente, gli occhi

nell'offesa, e non era possibile più di strapparle

una parola. Ma se era invece Cesare Dias che

sopportato. ¶ Luigi Caracciolo, che era acuto, vedeva bene tutto

che del resto si era condotto come se fosse

gentiluomo. E perchè non era stato possibile il matrimonio

il matrimonio? Il giovane era povero. E la ragazza

ma sentiva che non era quella tutta la verità

a sposare Luigi Caracciolo era voler prendere una fortezza

abbassar la voce, non era forse anche il cuore

imperiosa? Soltanto... egli non era certo che Anna avrebbe

egli parea sentimentale - egli era spesso sentimentale, alla sua

darle ragione, solo perchè era donna, perchè era una

perchè era donna, perchè era una cara persona che

quando tutto intorno le era contrario, un profondo rancore

le diventava odioso. Costui era Luigi Caracciolo. Pareva ritrosia

Vi ho detto qual era il dovere di una

A farlo apposta - non era forse un motto d

Taceva, il suo silenzio era una concessione; ma tacendo

cose spiacevoli. Però quando era il suo tutore che

della premura. In realtà era furioso che nella prima

Acquaviva! La sua collera era mescolata di vivaci sospetti

sempre più vivaci, poichè era impossibile che la condotta

efficace. Difatti Anna si era immediatamente pentita di quello

non aveva capito qual'era l'intenzione del discorso

osava dire altro. Perchè era così ingiusto con lei

conforto, questo pauroso pensiero era sorto, e nelle agitate

che le pareva insopportabile. ¶ Era mai possibile che in

movimento psicologico di Anna era così tumultuario, vi si

guariscono mai. Ma chi era, dunque? Di quale donna

donna si trattava? Quale era la persona che lo

o quattro volte si era seduta al tavolino per

Il giro delle visite era cominciato; i mariti, i

Stella Martini, impensierita, poichè era la prima volta che

cara? ¶ - Grazie, molto meglio: era il caldo. ¶ E tentò

come amanti. ¶ Dove si era seduta adesso, Anna Acquaviva

fedele, mentre la signora era serena, raggiunto l'equilibrio

sera, a S. Carlo, era un focolaio incandescente di

dove così manifesta che era impossibile non vederla, e

istinto dell'amore. Ella era giovane, ella aveva risalita

non voleva sapere, o era lontana da quel magico

finiva per importarle, tanta era la fiducia dell'amore

in se stesso, tanta era l'allettante stupefazione che

poichè in se stessa era morto, Anna non chiese

velatura di malinconia che era così bizzara in lui

Dias, il quale si era levato: parve avesse compreso

cortesia, e perchè le era permesso di dare il

accanto a Laura, vi era Stella Martini. ¶ - Starete male

brutta brutta infine... Non era mille volte più bella

Alemagna che Cesare Dias era andato a visitare, prima

occhialino? Non più bella era forse, non più verginalmente

e dalla musica, ma era invece un disdegno della

la umiliava. Lo specchio era alle sue spalle: si

Anche Cesare Dias si era rivolto un poco alla

correttamente al suo posto, era così vicino ad Anna

dell'amore, vasto, incommensurabile, era raccolto, riassunto in quella

teatro, di arte: Anna era immobile, con gli occhi

ora flebile, ora grave era la musica: e ogni

della voce: l'attimo era così bello, così intensamente

che un minuto divino era sospeso sul suo capo

lo trovò più: egli era intento, pari a tutti

emozione, ma l'applauso era soffocato sul nascere da

il capo. ¶ Non le era forse sembrato che la

riflettere, a che? Ella era giovane e amava, non

amava così, perchè questo era il suo destino: non

focolare di passione che era il San Carlo di

sentiva che il minuto era finito. ¶ - Avete la carrozza

Che pazza speranza le era venuta di poter andar

il servitore, la carrozza era lì, innanzi alla porta

come se svenisse. Tutto era finito, il minuto divino

smarrimento, perchè egli non era venuto con loro, che

Morelli? ¶ - No, non vi era - disse sordamente Anna. ¶ - Come

Anna. ¶ - Come, non vi era? ¶ - Per me, non vi

Per me, non vi era. È morto Giustino Morelli

sacrificando tutto quello che era stato, un tempo, la

anima umana. Ma non era tranquillo. Tanta docilità, tanta

perchè, bruciando dentro, mentre era placida e calma di

le parole. ¶ Ma non era stata sempre un tesoro

troppa magnanimità? No, non era possibile. Cesare Dias conosceva

dal giorno in cui era fuggita a Pompei? ¶ Ah

segreta: la parola le era stata risparmiata, per un

breve periodo, ma, poi, era stata detta: Chi dice

vene, il cuore non era che pieno di pentimento

con coraggio, senza pietà. ¶ - ... era una persona seria, un

se stessa. ¶ - Anna, quello era un uomo onesto, lo

una cosa sciocca, Anna. ¶ Era il gentiluomo corrotto e

gentiluomo corrotto e raffinato, era colui che aveva bevuto

a tutte le coppe, era il gaudente sempre annoiato

ansiosa, poichè quella, invero, era la parola segreta, il

interrogativo della sua anima era soddisfatto. ¶ - I forti godono

di trionfare. ¶ Ella tacque. Era oppressa da quella filosofia

aveva vinto le burrasche, era in porto; forse, attraverso

più care; forse egli era un frammento sdruscito, una

inutile: ma che importa? Era alla spiaggia, spezzato, ma

di un mostruoso egoismo; era incerta e tremava di

degno di ammirazione. Ella era in fondo a un

fragile errore: Cesare Dias era sulla montagna, fra l

Acquaviva, vestita di bianco, era entrata: vedeva e udiva

delle fiammelle a gas, era un formicolio di gente

trotto, arrivavano sempre, ed era uno schiudersi e un

pei corridoi, la circolazione era difficile e da tutte

e intorno al teatro era un romorìo sempre vivo

un quarto non vi era nessuno: San Carlo aveva

dalle sette e mezzo, era un ciarlìo sommesso di

le spalle al palcoscenico, era un occhieggiare, un accennare

ogni rumore più forte, era un zittìo, come se

carattere della sua persona era preciso, ben lineato, un

viso di Anna si era un po' affinato, fatto

la sua fisonomia vi era qualche cosa di vago

sua vita sfiorita, si era messa un po' indietro

il posto in mezzo era vuoto. Subito gli occhialini

solo al San Carlo era possibile vederle un poco

bruna, si diceva che era stravagante, che avea avuto

amore infelice, per cui era stata prossima alla morte

prossima alla morte; ma era una diceria incerta, niente

Carlo Scalisi: il pubblico era immobile, pietrificato nell'attenzione

niente da dire: ed era così calma, pareva così

quattro, dirimpetto a loro, era apparso Cesare Dias, in

contegno inglese; con lui era un giovane gentiluomo. Si

Acquaviva. Il giovane gentiluomo era di statura media e

della scena la distoglieva, era per un breve momento

pur restando pallida, ne era irradiata. Ella stessa, forse

senza tentare di difendersi; era qualche cosa di avvolgente

quel fascino, ma ella era presa, Anna Acquaviva, ella

presa, Anna Acquaviva, ella era assorbita e pur non

dove due persone vivevano, era così lineato precisamente, così

il luminoso teatro si era trasformato in un grande

occhi socchiusi. Nel teatro era un rumorìo, di nuovo

era neppure un parente: era un tutore, un amico

moglie di Francesco Acquaviva era morta cinque anni dopo

scetticismo che stupiva ognuno, era Cesare Dias, il gaudente

fosse fuori della correttezza - era la sua parola - correttezza

invidiava, gli diceva che era una fortuna per lui

di Francesco Acquaviva, egli era stato diffidente con loro

con loro e si era chiuso in un contegno

e di entusiasmo, gli era vagamente piaciuto, così, come

Una indistinta ammirazione, che era dunque anche un'ammirazione

espressa bene, degnamente. Non era neanche una simpatia; era

era neanche una simpatia; era una rassomiglianza. Invece il

sembrava così scorretto - ah era la sua parola, la

animo passionale di Anna. ¶ Era un miracolo, se i

le lor passioni: talvolta era Cesare che taceva, sorridendo

pupilla Anna Acquaviva si era innamorata di un giovanotto

teorie di Cesare Dias era che la rettorica si

seppe che Anna Acquaviva era fuggita dalla sua casa

volgari leggi dell'esistenza. Era un uomo che disdegnava

fatti, e veramente, egli era sgomento; una fanciulla che

che egli sapeva ove era Anna, in salvamento, e

che bisognava perdonarle, perchè era una povera creatura in

padroneggiare. Ah, se ella era fuggita di casa, era

era fuggita di casa, era, probabilmente, perchè più forte

perchè più forte le era parso l'amore di

un novello affetto; molto era in guardia, da anni

sorgesse in lui. Ma era giusto, anzi tutto: riconosceva

che la infelice fanciulla era degna di pietà. ¶ E

salottino innanzi a lui, era Laura Acquaviva, sempre vestita

imminente festa, Cesare Dias era ancora bello: gli occhi

cui il suo animo era malleabile come la cera

spirito. Giusto, Anna Acquaviva era in una prostrazione così

parleremo un altro giorno. ¶ Era rientrata Laura Acquaviva: la

Quietati, Anna. ¶ Il tono era un po' duro, ma

questa dolcezza di pietà era in contrasto con la

che le si accordava, era una grazia. Ogni tanto

il suo solo desiderio era un'obbedienza assoluta a

dopo la grande febbre, era per lei una dolcezza

storiella, diceva quello che era stato il ballo della

un ambiente che gli era tanto inferiore: gli pareva

il cui muto coraggio era di prendere in buona

Ora che ella si era levata, restavano spesso soli

andarsene lo trovava sempre. Era una creatura schiva, silenziosa

amare come gli altri. Era meglio lasciarla ai suoi

lei tremava di emozione: era tutta la mala inclinazione

tutto e di tutti - era l'assioma di Cesare

fuori lungo tempo, Anna era rimasta sola, sdraiata nella

stessa Anna Acquaviva, che era fuggita di casa. Aggrottò

merletto della sua vestaglia. Era dunque venuto il rimprovero

sterile, dove il fuoco era passato, distruggendo la vegetazione

più che mai, si era messa a desiderare profondamente

automaticamente, il suo cuore era preso da un solo

curvo e lento, si era avviato innanzi a lei

tutto quello che vi era in lei d'impetuoso

le disse che non era permesso nè di disegnare

umile, sapendo bene che era inutile far queste raccomandazioni

nozione, di ogni cosa, era sparita. A un tratto

si mise un'ombra. Era giunta senza far rumore

dalle vivide guance dove era affluito il sangue, dalle

ne vorrai sempre? ¶ - Sempre. ¶ Era come un'eco molle

velo di passione le era disceso sugli occhi. Andavano

occhi onesti: ¶ - Che hai? ¶ Era una domanda affannosa: la

tardi - e la voce era nervosa, ella sogguardava i

Ma Giustino, deciso, si era allontanato, per parlare con

con l'oste. Poi, era tornato: ¶ - Vieni. ¶ - Dove andiamo

guardò intorno: il salottino era volgarmente ammobiliato da un

un'occhiata nella camera. Era vasta, con due letti

il rossore, al viso. Era agitatissima. Ma levando gli

Nessuna risposta. Giustino si era seduto e aveva nascosta

non dette un lamento; era colpita al cuore. Tutto

comanda. ¶ Innanzi a lei era la crudele, la terribile

terribile realtà: non vi era che una sola decisione

suo cuore. Ma troppo era orrenda la verità e

ma nella mattinata, quando era sola, accanto a Giustino

amore. Adesso... adesso tutto era finito, giammai più, giammai

strazio. Giustino non si era mosso dal suo posto

bene che il mondo era scolorato senza l'amore

l'amava, infine, perchè era un uomo, coi suoi

Addio, dunque. ¶ - Addio. ¶ Ella era ritta in mezzo alla

alla porta dell'albergo: era Giustino. Stette fermato un

Tutto è finito: vi era nella frase, l'ultimo

suo pudore offeso. Oh era bene sola, adesso, poichè

sola, adesso, poichè tutto era finito! A tentoni, andò

grida, senza lamenti. Tutto era finito: tutto finiva anche

la testa, aspettando. Tutto era finito: anche lei finiva

speranza e nel desiderio, era così castigata; la peccatrice

Un peso di piombo era sulle sue palpebre chiuse

profonda. ¶ III. ¶ Anna Acquaviva era stata tre settimane in

tutto il bollente sangue era venuto sotto la pelle

lotta con la morte era finita: ma Anna Acquaviva

primavera marzaiola napoletana, ella era cerea e sfinita, con

si lamentava o sospirava. ¶ Era un tacito pianto lungo

resto di forza che era in lei, parea che

di conforto. Forse non era neppure un dolore vivo

versare quei pianti silenziosi: era come uno sfogo tacito

giornate di celibe galante, era venuto due o tre

lui: e Cesare non era neppure un parente: era

e la sua vita era tutta nello sguardo, che

che il lume si era spento, una fiamma le

spento, una fiamma le era salita dal cuore al

al cervello, le si era diffusa per tutto il

spiraglio fra le imposte era stato lasciato da lei

l'ora detta. Forse era trascorsa, nella immobilità, nel

udì suonare l'orologio. Era l'ora detta. ¶ Allora

scarpe, i vestiti. Tutto era lì, vicino, messo appositamente

fare un passo innanzi, era certa che Laura si

levare un piede, ne era sicura. ¶ - Un po' di

laggiù. La prova suprema era fatta. Fece un gesto

sè, poichè nel salottino era facile inciampare in qualche

inciampare in qualche mobile; era pieno di tavolinetti, di

povera e buona donna era di sonno duro, ella

lei, Stella Martini, che era doloroso ingannarla. Ma tante

descritta la nostra disperazione? ¶ - Era inutile - disse Giustino, malinconicamente

che dalla testa le era scivolato sulle spalle, poi

sulle spalle, poi le era caduto ai piedi, senza

le s'inginocchiò innanzi - era la prima volta che

che la loro vita era decisa, che avevano giuocato

qualche tempo: egli si era sollevato e allontanato da

di Anna, gli si era comunicata. Pareva che non

anche il loro amore era passato in seconda linea

dice queste cose. Ma era un giuramento di amici

nella sua casa egli era triste e fiacco, senza

luce, nella loro camera, era acceso il lume, Laura

acceso il lume, Laura era svegliata, Laura aveva visto

almeno, che, tranquilla come era Laura, a un certo

Laura, quando sua sorella era sparita, andando a mettere

non sospettava nulla, ed era meglio affrontare coraggiosamente il

piccola e fiera bocca, era seduta sul letto e

tinta ironica, sprezzante. Laura era presente, taciturna, con la

e la vita mi era insopportabile, accanto a mia

c'illudevamo, e che era suo dovere opporsi a

a mente le parole. Era solo nella sua piccola

capo sul petto ed era smorto in viso: si

pitture dall'alta volta, era quasi deserta: le vecchie

rivolgeva; spesso un silenzio era la risposta, mentre un

severo, l'ammonì che era un peccato molto brutto

fiero e impetuoso si era ormai chiuso alle letificanti

bella e atroce che era proprio lei, Anna Acquaviva

teneva più: ormai tutto era finito, non l'avrebbero

l'avrebbero più ripresa, era via, era via, nell

più ripresa, era via, era via, nell'ignoto, essere

grande azione decisiva ella era precisa e rigida nei

sola, colà: niente, niente, era immobile, senza più un

voce del destino le era confusamente risuonata nella coscienza

ridono fra i pampini: era sparito il mare lucidamente

ginocchio nella stanza dove era morta sua madre, chiedendo

saluto di congedo. Si era alla metà dì ottobre

ma anche lui si era trattenuto oltre l'usato

aspettare. Soltanto, anche egli era triste: il suo amore

che aveva fatto. Egli era sincero, in quel minuto

donne. Sua sorella che era stata sempre la purità

E una illusione, infine, era stata quella precipitosa partenza

che la sua tortura era tutta interiore, e che

che non parlava, che era sempre in uno stato

vittima, che ella non era una vittima, e che

lei. ¶ Egli se ne era subito andato, maledicendo la

Ella gli sorrideva. Non era un cattivo amico e

tempo, e che infine era giovane, e tutte le

emozione, creatura disperante, poichè era come il fuscello di

paragone? il suo cuore era preso, la sua anima

preso, la sua anima era presa, i suoi sensi

sparire in lui, ella era presa di lui, inguaribilmente

per quella strada, egli era ridiventato galante con lei

anima di Anna vi era una collera contro se

per cui non vi era balsamo, per cui perdevano

dicevano che ormai ella era una gran mondana; ma

che la signora Dias era una donna attraentissima, ma

andare al San Carlo; era una serata di prima

di volerle bene, tutto era guadagnato di fronte al

ma la cui tinta era così indovinata, che la

Il busto del vestito era screziato, qua e là

marito. Non dunque lei era una qualunque vilissima amante

volubile signore? Egli venne. Era ancora in abito da

salutato Laura, che si era ritirata nelle sue stanze

tanto sofferto. La zia era pronta. Andarono al teatro

dove un cartellino rosso era attaccato sul cartellone bianco

prima donna, non vi era più spettacolo quella sera

per l'ora tarda, era stato impossibile apprestarne un

E nelle carrozze, tutto, era un malumore subitaneo, manifestato

il capo, nell'ombra. Era tristissima per la sua

suo bel vestito azzurro era perfettamente inutile! Malinconicamente, domandò

di riaccompagnarla a casa; era una serata perduta, non

la lieve piccola carrozza, era passata quasi un'ora

ora da che Anna era uscita di casa: e

portiere se il signore era già uscito. No, non

già uscito. No, non era uscito. E vedendo che

non a quella che era in comunicazione col corridoio

quale ella si fermò, era chiusa con la maniglia

non farsi udire. Cesare era già vestito, in marsina

aria profondamente soddisfatta. Egli era seduto in uno dei

modo seducente. Egli non era solo. ¶ Laura, tutta vestita

e alle tempie, che era la gloria della sua

sua beltà muliebre, Laura, era nella stanza di Cesare

infine, era innamorato. Si era messo al giuoco, volendo

infine, alla sua maniera, era innamorato. ¶ Un giorno, senz

Francia e dalla Svizzera: era di buonissimo umore, ed

segreto della sua vita era Cesare, standogli seduta accanto

di una camelia. Ciò era accaduto in un minuta

abbracciare anche lei. Istintivo era il movimento di Laura

ma subito represso. Non era stato neanche un cattivo

neanche un cattivo pensiero; era stato uno di quei

chiaroveggenza delle cose spirituali. Era piuttosto un senso di

a Sorrento. La stagione era allegrissima, quell'anno, a

ad Anna che quella era una buona stagione per

di fedeltà, che si era visto difficilmente, nei tempi

No, non mi piacerebbe - era stato pronto a dire

un tono malinconico, che era mentito solo per metà

un giardino, ai bagni, era subito raggiunta da Caracciolo

un penoso silenzio. Le era impossibile di sopportare, senza

la martirizzava. Ella non era dunque niente per quest

mandolini e di chitarre. ¶ Era la prima volta che

mi hanno rifiutato egualmente. ¶ Era triste, dicendo ciò. Sempre

gli occhi di tutti, era commentato a maggior gloria

conclusione che Cesare Dias era un grande affascinatore: che

tutti crollavano le spalle. Era la storia di un

insuccesso, quella. ¶ Lo strano era che Luigi Caracciolo, mosso

giovinotto bello e felice, era apparso sulle sue labbra

e giammai più si era mescolato a una di

di giovanotti, dove spesso era stato l'anfitrione, o

un teatro, e che era inquieto, nervoso, sino a

quando ella se n'era andata: e la sua

questo si vedesse. Anna era una creatura assai diversa

esteriore e dello scetticismo. Era troppo freddo e scettico

semplice e passionale che era Anna, doveva simpatizzare coi

egli vide che Anna era di nuovo agitata, distratta

del ritorno di Cesare era svanita. Anna si chiudeva

quell'amore. ¶ Suo marito era stato tenero e cortese

la scusa che essa era troppo grande per essere

ragazza, posto che ne era il cognato. Talvolta Anna

qualunque miracolo, visto che era il cognato di Laura

che erano delle puerilità. Era una puerilità, sicuramente, quella

per punirsi! Ah ella era una creatura abietta, con

pericolo. E Cesare si era anche fatto, in quel

i mustacchi, il che era un suo movimento di

le tumultuava nel core. ¶ Era però singolare che Laura

due sorelle, Anna si era scolorata quasi le urgesse

della sua fisonomia, le era caduto ogni coraggio di

giocondo e amoroso, che era accresciuto dalla idea della

si sentiva amata: ella era gelosa, e questo delicato

si divertisse: e quando era restata sola a villa

Caterina, quando non vi era più nessuno che badasse

ancora una volta si era rivolto contro Anna. Ella

in cui Anna si era mostrata più dolente e

Ma in verità, egli era un uomo e non

loro viaggio di nozze era ormai compito, che essa

libertà che egli si era giuocata così scioccamente, lo

della bionda Minerva si era dileguata, e il bianco

il bianco viso si era chiuso in una cogitazione

nelle sue lettere vi era sempre, se non una

scriveva? A chi scriveva? Era nella sua stanzetta sulla

Più di una volta, era entrata Anna. Allora, quietamente

della sua fisonomia si era dileguato. ¶ - Che scrivi? - le

dei primi a comparire era stato Luigi Caracciolo che

di luglio, egli si era trovato colà, senza che

sua presenza: e si era installato, per restarvi, sino

Anna Dias. Egli ne era fortemente innamorato. A suo

rendevano più cara. Egli era innamorato, è vero, ma

scopo piccolo o grande, era efficace di per sè

specialmente a Sorrento, dove era sola e dove era

era sola e dove era molto triste, di parlarle

mai dal posto dove era Anna, ma le gironzava