Tomaso Monicelli, Il viaggio di Ulisse, 1915

al tuo vecchio servo Eumèo. Nella casa del servo

per la casa di Eumèo. Eumèo abitava un'ampia

la casa di Eumèo. Eumèo abitava un'ampia casa

e nello stesso istante Eumèo, uscendo dal recinto, frustò

sedette vicino al fuoco. ¶ Eumèo gli diede cibi e

braccia al collo di Eumèo, ma non si svelò

e distruggerà i Proci». ¶ Eumèo scosse la testa, incredulo

Dormiamo, ospite mendico, – consigliò Eumèo. – Distenditi su quelle pelli

pezzente, si incontrò con Eumèo che, dal recinto, rientrava

di cibi». ¶ «Incauto!» esclamò Eumèo. «Tu non conosci i

male». ¶ Ulisse rientrò con Eumèo, il quale dispose carne

Ulisse si volse a Eumèo: «Sta certo per giungere

uomo di questa casa, Eumèo. I cani lo riconoscono

riconosciuto suo figlio Telemaco. ¶ Eumèo si alzò con un

fedele, e rispose: «Buon Eumèo, mio padre non è

padre!» ¶ Quindi, rivolto a Eumèo, proseguì: ¶ «Buon Eumèo, va

a Eumèo, proseguì: ¶ «Buon Eumèo, va' da mia madre

vilissimi certo mi ucciderebbero». ¶ Eumèo uscì dalla casa. Rimasero

mendico, accompagnato dal fido Eumèo. Nessuno dovrà riconoscermi, e

indizio del ritorno di Eumèo. La fata dagli occhi

mendico, irriconoscibile a tutti. ¶ Eumèo entrò nella casa, salutando

ti saluta». ¶ «Mio buon Eumèo, – gli disse Telemaco – ascolta

reggia. Io lo aspetterò». ¶ Eumèo non fece parola: ma

mendico, accompagnato dal fido Eumèo, andava verso la città

così li apostrofò: ¶ «Servo Eumèo, dove conduci quel lurido

e tacque. Il servo Eumèo levò le palme al

tornerà più». ¶ Ulisse ed Eumèo si avvicinarono alla reggia

Seguito dal fedele servo Eumèo, varcò la soglia della

lo fa chiamare da Eumèo nelle sue alte stanze

diviso. Il fedele servo Eumèo e la vecchia nutrice