Vittorio Alfieri, Don Garzia, 1789

Salviati la innocente figlia: ¶ Giulia gentil, che tu, in

corte collocasti, e serbi; ¶ Giulia è il suo amor

un velo infame? A Giulia esser può caro ¶ Garzìa

l'amore: ardo per Giulia; e quindi ¶ doppia ho

per sempre ¶ me da Giulia disgiunge. A te non

a me non narri. ¶ Giulia è il minor de

inusitato un gelo: ¶ di Giulia intende ei forse? Ah

amo... ¶ Eleonora ¶ Che ascolto? ¶ Giulia! ¶ Garzia ¶ Sì, l'amo

madre, al fianco tuo ¶ Giulia tuttor si sta: sue

forse or non basta; ¶ Giulia fors'anco... Oh ciel

Come or più vuoi, Giulia si scampi; e intanto

comando! In salvo almeno ¶ Giulia porrò, per darti pace

farò, se non è Giulia in salvo. — ¶ Ma oimè

angoscia or la tua Giulia vive... ¶ Garzia ¶ Giulia!... E

tua Giulia vive... ¶ Garzia ¶ Giulia!... E svenarti il padre

forza ¶ di trucidar di Giulia il padre. — Allora ¶ lascio

l'aspetto. ¶ Eleonora ¶ E Giulia? ¶ Garzia ¶ Oh nome! ¶ Eleonora

digli,... che obbedisco: intanto, ¶ Giulia in salvo a gran

Garzia ¶ Dunque impossibil fia Giulia?... ¶ Eleonora ¶ Non oso ¶ il

il tremante ¶ seno di Giulia... ¶ Garzia ¶ Oh fera vista

più. — Ma, la tua Giulia hai salva. ¶ Garzia ¶ Oh

A lui men volo. ¶ Giulia in salvo fia tosto

un flebil grido ¶ di Giulia, quasi ella fosse morente

libertà tornata ¶ quell'infelice Giulia... In me sta poscia

In salvo io porre ¶ Giulia dovei, col trucidarle il

Ah! dimmi; ¶ riposto hai Giulia in libertade or dunque