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Vincenzo Monti, Iliade [traduzione da Omero], 1810

concordanze di «Giuno»

nautoretestoannoconcordanza
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1810
nel cor questo consiglio ¶ Giuno la diva dalle bianche
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acchetarti, ¶ se obbedirmi vorrai. Giuno spedimmi, ¶ Giuno ch'entrambi
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obbedirmi vorrai. Giuno spedimmi, ¶ Giuno ch'entrambi vi difende
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il giorno che tentâr Giuno e Nettunno ¶ e Pallade
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che nemico ¶ farammi a Giuno, e degli ontosi suoi
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1810
trono. E già sapea ¶ Giuno il fatto del Dio
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e chinò la veneranda Giuno ¶ i suoi grand'occhi
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le menti; che di Giuno ¶ cessero tutti al supplicar
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numi ¶ scesero tutti, intercedente Giuno, ¶ in un solo volere
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è maturo; ¶ poiché di Giuno il supplicar compose ¶ la
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parlar non si volgea ¶ Giuno a Minerva: O dell
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ha Menelao, l'Argiva ¶ Giuno e Minerva Alalcomènia. E
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questo dir, le labbia ¶ Giuno e Minerva, che vicin
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questo dir la veneranda ¶ Giuno gli sguardi maestosi, e
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prigionìa consunto. ¶ Le soffrì Giuno allor che il forte
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queta ogni doglia. ¶ Riser Giuno e Minerva a quella
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tanta d'Achivi occisione ¶ Giuno mirando, a Pallade si
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Allor la veneranda ¶ Saturnia Giuno ad allestir veloce ¶ corse
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auro sono contesti. Desïosa ¶ Giuno di zuffe e del
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figlia di potente iddio. ¶ Giuno, al governo delle briglie
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e Scamandro, ivi rattenne ¶ Giuno i cavalli, gli staccò
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di cinquanta il grido, ¶ Giuno sclamò: Vituperati Argivi, ¶ mere
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pur dianzi ¶ e a Giuno promettea che contra i
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alla magion del padre ¶ Giuno Argiva e Minerva Alalcomènia
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Il fulminante ¶ sposo di Giuno il nostro giuro ascolti
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forte sdegnossi ¶ l'augusta Giuno, e s'agitò sul
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che mai parli, temeraria Giuno? ¶ le rispose sdegnoso il
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faville, ¶ se l'alma Giuno in cor d'Agamennóne
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degli Achei la bianca ¶ Giuno a Minerva si rivolse
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ed augelli. ¶ Disse; né Giuno ricusò, ma corse ¶ ai
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in fretta li guarnìa, Giuno la figlia ¶ del gran
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padre nemica. Né con Giuno, ¶ sempre usata a turbargli
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allor con questi accenti ¶ Giuno si volse: Ohimè! più
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o voi Minerva e Giuno? ¶ E' non si par
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secreto fremean Minerva e Giuno ¶ sedendosi vicine, ed ai
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all'ira il fren Giuno rispose: ¶ Tremendissimo Giove, e
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il segno. ¶ Tacque; né Giuno osò pure d'un
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vecchio dicea), Minerva e Giuno ¶ se fia lor grado
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baleni di lontano. Intanto ¶ Giuno e Palla onorando il
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vibrato ¶ dalle figlie di Giuno alme Ilitìe, ¶ d'amare
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Giove e dell'augusta ¶ Giuno, e onorato al par
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in aureo trono ¶ sedea Giuno, e di là visto
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intero, o veneranda ¶ Saturnia Giuno. Mi comanda il core
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Dammi, riprese ¶ la scaltra Giuno, l'amoroso incanto ¶ che
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le brame. ¶ L'alma Giuno sorrise, e di contento
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stanze Ciprigna incamminossi: e Giuno ¶ frettolosa lasciò l'olimpie
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tuo bel piede. ¶ Saturnia Giuno, veneranda Dea, ¶ rispose il
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Con sollecito piede intanto Giuno ¶ il Gàrgaro salìa. La
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alla consorte, e disse: ¶ Giuno, a che vieni dall
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Ida risvegliossi accanto a Giuno. ¶ Surse, stette, e gli
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obliquo ¶ terribil occhio guatò Giuno, e disse: ¶ Scaltra malvagia
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d'orror la veneranda ¶ Giuno a que' detti; e
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senato de' numi, augusta Giuno, ¶ in un solo voler
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rattezza allor la veneranda Giuno ¶ volò dall'Ida sull
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dicendo: Perché riedi, o Giuno? ¶ Tu ne sembri atterrita
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la cagion? — Non dimandarlo, ¶ Giuno rispose. Quell'altero e
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cielo ¶ i Sempiterni; e Giuno un cotal riso ¶ a
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il pudor? Dell'alma Giuno, ¶ ch'or vien da
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Fuor dell'auree soglie ¶ Giuno intanto a sé chiama
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indietro ritornò l'augusta ¶ Giuno, e di nuovo si
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di Minerva ¶ e di Giuno e d'Ermete e
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occhi girando ¶ l'alma Giuno così: Che parli, o
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dall'aspra ira di Giuno. ¶ Così pur io, se
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Costrinse allor la veneranda Giuno ¶ suo malgrado a calar
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volse e disse: Veneranda Giuno, ¶ ecco pieni alla fine
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l'argiva gente. — E Giuno a lui: Che parli
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quando ingannollo ¶ l'augusta Giuno il dì che in
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atterrai la tua parola, ¶ Giuno riprese meditando un frodo
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fu poi pentito. ¶ Ché Giuno dal ciel ratta in
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immaturo, accelerò la luce ¶ Giuno, e d'Alcmena prolungando
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1810
chioma, ed ei da Giuno ¶ fatto parlante udir fe
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calâr: verso le navi ¶ Giuno e Palla Minerva e
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Marte Minerva, e contra Giuno ¶ sta delle cacce e
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collegati numi ¶ si volse Giuno e disse: Il cor
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ragione non irarti, o Giuno ¶ ché ciò sconvienti, rispondea
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stesso, o re Nettunno, ¶ Giuno rispose, se sottrarre a
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fuggir densa una nebbia ¶ Giuno intorno spandea), parte negli
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rapisca il fiume, ¶ diè Giuno un alto grido, ed
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il tuo figlio, augusta Giuno, ¶ su l'altre a
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due rivali, ¶ ché così Giuno comandò, quantunque ¶ calda di
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altrove adduce. ¶ L'alma Giuno li vide, ed a
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strali amante ¶ la veneranda Giuno, e sì la punse
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desìo, ma non di Giuno, ¶ né di Nettunno, né
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Dei non adirarti, o Giuno, ¶ l'interruppe il Tonante
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1810
aureo nappo in man Giuno le pose ¶ con dolci
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intanto io spedirò di Giuno ¶ la messaggiera, ond'egli