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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Oriana Fallaci, Penelope alla guerra, 1962

concordanze di «Giò»

nautoretestoannoconcordanza
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ridicolo. ¶ «Qualcosa di moderno, Giò, e di commovente. Una
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Due mesi le bastano, Giò?» ¶ «Certo, commendatore.» ¶ Il produttore
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Se ne rende conto, Giò?» ¶ «Certo, commendatore.» ¶ Una campana
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non farei, per lei, Giò!» ¶ «Grazie, commendatore.» ¶ Immobile sotto
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con una bellissima storia, Giò, e ne faremo un
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annegato nel sonno. ¶ «Arrivederci, Giò.» ¶ «Arrivederci, commendatore.» ¶ * * * ¶ Ridicolo eppure
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avrebbe mai pianto. «Mai, Giò!» ripeté ad alta voce
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cosa, Giovanna?» ¶ «Mi chiamo Giò, non Giovanna.» ¶ «Sì, Giovanna
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riuscirai mai a chiamarmi Giò?» ¶ «No, Giovanna.» ¶ «Su, prendi
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Terra Promessa, e: «Dài, Giò!» si ordinò. Giò era
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Dài, Giò!» si ordinò. Giò era il suo nome
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due: o Vanna o Giò. E lei aveva scelto
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lei aveva scelto subito Giò: non solo perché era
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mi riguarda”. Tua affezionatissima Giò.» ¶ Rilesse la lettera complimentandosi
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lapidata. Direbbero: pensa, la Giò: quella che scrive le
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occhiali in un angolo… ¶ «Giò cara, questa è la
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devoto. Eh, sì, cara Giò. Finché resta in America
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Anche furba è. Via, Giò, diamoci del tu e
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provino?» ¶ «Ma no, Hultz. Giò non vuole fare l
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nome. Come si chiama?». ¶ «Giò» rispose Giovanna. ¶ «Joan?» chiese
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signor Hultz. ¶ «Non Joan: Giò» disse secca Giovanna. ¶ La
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il suo umore cattivo. ¶ «Giò come John?» chiese, stupito
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stupito, il signor Hultz. ¶ «Giò come John» disse secca
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Martine fece le presentazioni. ¶ «Giò, questo è Bill. Bill
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Bill. Bill, questa è Giò.» ¶ Bill si alzò e
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turbava al solo guardarlo. ¶ «Giò, questo è Dick. Dick
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Dick. Dick, questa è Giò.» ¶ Dick si alzò e
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ricordava, erano azzurri. ¶ «Hallo, Giò» disse Richard raccattando quella
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ti ha chiamato Martine?» ¶ «Giò. Tutti mi chiamano Giò
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Giò. Tutti mi chiamano Giò.» ¶ «Bene! Benissimo! Mi piace
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piace! Ti chiamerò sempre Giò.» ¶ «Io invece ti chiamerò
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stampare un titolo enorme: Giò arrived in New York
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anni. Invece: «Hai sonno, Giò?». «No, non ho sonno
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Ti prego, Richard!» ¶ «Calmati, Giò!» ¶ «Come, young lady! Come
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gridava con loro «Go, Giò! Go!», cominciò ad agitare
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Che voce! Ti piace, Giò?» ¶ «Chi è?» ¶ «La Fitzgerald
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Ah, divina! Sei triste, Giò?» ¶ «No. Perché?» ¶ «Parli così
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sono felice. Sei felice, Giò?» ¶ «Sì.» ¶ «Io sono tanto
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di denti. ¶ «Perdonami, perdonami, Giò.» ¶ «Richard, sii buono. Non
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coprendosi gli occhi. Povera Giò. Era tremendo far quella
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scrivere la lettera a Giò. Buttò via anche il
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s’era sovrapposta Giovanna. Giò! Lo aveva talmente commosso
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Giovanna leggeva la lettera. ¶ «Giò cara, in tutta la
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e la mia confusione. Giò cara, ciò che è
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avrebbe se io restassi. Giò cara, per cause che
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significherebbero la tragedia assoluta. Giò cara, quanto sarebbe stato
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che nessuno può darmi. Giò cara, avrei dovuto dirti
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di vivere. Amichevolmente, tua Giò. ¶ «P.S. Non ho
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per questo. Ma insomma, Giò, dove sono finite le
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velocissima il ricevitore. ¶ «Ciao, Giò. Ti ricordi di me
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e di sangue. ¶ «Salve, Giò. Posso chiamarti Giò, suppongo
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Salve, Giò. Posso chiamarti Giò, suppongo: abbiamo alcuni affetti
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suo piangere. Tu piangi, Giò? No, non direi. I
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non rispose. ¶ «A proposito, Giò. Sai dov’è Dick
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sono indegne di te, Giò cara.» ¶ «Banalità?» ¶ «Appunto. Voi
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siamo una malattia inesorabile, Giò, e non c’è
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lavorare.» ¶ «Non essere sciocca, Giò. Sto dicendoti qualcosa di
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di baffetti. «Lo vedi, Giò, come gira male il
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successo. Eh, sì, cara Giò. Oggigiorno tutti parlano di
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afferrare. ¶ «È la cameriera, Giò. Solo la cameriera. Vuol
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quattro pareti.» ¶ «Ne hanno, Giò: vergogna e paura. Per
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New York.» ¶ «Hai ragione, Giò. Non è il posto
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incavata, spettrale. ¶ «Devo parlarti, Giò. Bevi qualcosa?» ¶ «Whisky, grazie
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lettera era molto graziosa, Giò. Molto gentile e molto
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tradisci, Dick.» ¶ «Si chiama Giò, è italiana e scrive
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ho molto pensato. Vedi, Giò: io sono tornato ma
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sbalordita: non sono pazzo, Giò. Sono logico e sto
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una risposta esauriente. ¶ «Vedi, Giò. Ci sono tre tipi
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tentò di scherzare Giovanna. ¶ «Giò, sono stanco. Pensa che
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pensato. Buonanotte, Richard.» ¶ «Buonanotte, Giò.» ¶ La baciò come si
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tempia. Sorrise con imbarazzo. ¶ «Giò, come dicono nei melodrammi
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ha pianto. ¶ «Cosa vuoi, Giò?» ¶ «Oddio, Martine! Che hai
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a bere un caffè.» ¶ «Giò, vieni qua.» ¶ «Sì, Martine
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la coca-cola. Ah, Giò: come amo la buona
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li abbiamo sciupati. Ah, Giò! Devi capire perché amo
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faccio il fotografo. Ah, Giò! Conosci la gioia sublime
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perché ho sempre fame? Giò, permettimi un’apostasia: ti
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L’anta era chiusa. ¶ «Giò, sei lì?» ¶ «Certo che
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tintinnò contro il bicchiere. ¶ «Giò, sei lì?» ¶ «Certo che
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qui e beviamo qualcosa.» ¶ «Giò! Io sto cadendo, mi
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qui?» ¶ «Fastidio?… Che sciocchezza, Giò. Perché… dovrebbe darmi fastidio
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Bill. Sì, esco con Giò. Sì, Giò è qui
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esco con Giò. Sì, Giò è qui. Va bene
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cercar qualche cosa. ¶ «Scusa, Giò. Cosa dicevi?» ¶ «Niente. Non
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un angelo. Ora dimmi, Giò: può un angelo scrivere
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se non vuoi.» ¶ «Ah, Giò! Che sollievo ascoltarti, sapermi
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ascoltarti, sapermi capito. Vedi, Giò, a te posso dirlo
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Era scarica. Che vergogna, Giò! Che vergogna! Non ebbi
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è un gesto vile, Giò. È un gesto di
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voce di lui. ¶ «Andiamocene, Giò. Questa lagna mi uccide
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mattina, va bene? Sai, Giò, mi viene in mente
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finisca. Di nuovo perdonami. Giò.» ¶ Era quasi l’una
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E perché?» ¶ «Dovevo pensare. Giò, ho grosse novità per
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bestemmiare?» ¶ «Vuoi farti monaca?» ¶ «Giò, non hai fantasia. Guardami
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stamani, insieme al cappello.» ¶ «Giò, guardami meglio.» ¶ Martine infilò
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forse è d’oro.» ¶ «Giò, sei deprimente. E un
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mi credeva ubriaca. Oh, Giò: perché non mi credono
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K. Dick: la tua Giò non mi vuole. Meglio
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nessuno dei due: «Bill! Giò! Cosa vi prende? Bill
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Bill, perché vuoi andartene? Giò, ascoltami: Bill mi ha
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ordinò: «Dick, vieni via. Giò ha ragione». ¶ «Ma perché
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verso l’automobile. ¶ «Vieni, Giò.» ¶ «Nemmeno per sogno» disse
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neri. Quanto a te, Giò, complimenti. Ti sei comportata
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vendeva caldarroste fuori stagione. ¶ «Giò, vuoi le caldarroste?» chiese
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i denti diceva: «Andiamo, Giò. Finiremo col prendere un
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odiava. Ma chi? ¶ «Andiamo, Giò. Dio che umido!» ¶ Andarono
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la terrazza dei suicidi, Giò. Se alzi un braccio
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Quel rumore. ¶ «Mi butto, Giò? Che ne pensi: mi
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nulla! Andiamo, fa freddo.» ¶ «Giò, quanto sei stupida, Giò
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Giò, quanto sei stupida, Giò!» ¶ «Andiamo, Richard!» ¶ «Giò, ma
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stupida, Giò!» ¶ «Andiamo, Richard!» ¶ «Giò, ma che sei venuta
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New York?» ¶ «Andiamo, Richard!» ¶ «Giò, ma non lo capisci
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hai fatto?» ¶ «Andiamo, Richard!» ¶ «Giò perché non mi aiuti
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Sarebbe meglio per tutti, Giò!» ¶ Richard scavalcò con la
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capiva. ¶ «Quanto sei stupida, Giò!» ¶ «Bè, mi hai seccato
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ne vado. Raggiungimi su.» ¶ «Giò!» ¶ Lentamente, timidamente, Richard portò
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butti. Dio, mammy, Bill, Giò! «Giooò!» ¶ Fu allora che
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è una cosa seria, Giò. Molto più seria.» ¶ «Figurati
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più forte, più…» ¶ «Su, Giò. Perderemo l’aereo se
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la testa, disse: «Ciao, Giò». ¶ «Ciao» rispose secca Giovanna
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Ti piace il visone, Giò?» ¶ «Non mi sono mai
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Perché ti sono antipatico, Giò? E dire che tu
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sei proprio un uomo, Giò cara. Un ometto vestito
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per sogno.» ¶ «Stai ferma, Giò.» ¶ «Lasciami!» ¶ «Non essere sciocca
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Lasciami!» ¶ «Non essere sciocca, Giò.» ¶ «Lasciami, ho detto!» E
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che credevo… Quando parti, Giò?» ¶ «Non parto, mi dispiace
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una bella notizia! Dimmi, Giò: resti per fare carriera
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era buono, insinuante. ¶ «Avanti Giò: resti per fare carriera
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aria di pace. ¶ «Guardali, Giò, quelli sono cittadini che
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pena. Passai insieme a Giò il più borghese dei
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schifo!». ¶ «A cosa pensi, Giò?» ¶ «A nulla. E tu
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Impossibile: la pazienza di Giò era durata anche troppo
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è?» ¶ «Igor, questa è Giò. Giò, questo è Igor
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Igor, questa è Giò. Giò, questo è Igor.» ¶ Igor
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s’è impicciolito. Benvenuta, Giò. Ha fatto bene a
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sono in cura da Giò che non mi chiede
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neanche un centesimo». ¶ «Povera Giò» disse Igor. ¶ Aveva un
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cosa piace dell’America, Giò?» ¶ «La grandezza, credo: la
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son vecchio e brutto.» ¶ «Giò, tesoro, cos’è questo
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fa impazzir d’entusiasmo? Giò, diglielo tu.» ¶ Giovanna restò
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il suo braccio. ¶ «Bene, Giò. Andiamo.» ¶ «Dove? Andiamo dove
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calmati. Ciao, Igor.» ¶ «Ciao, Giò.» ¶ Partirono senza che Igor
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fiume. ¶ «A cosa pensi, Giò?» ¶ «A nulla, Richard.» ¶ «Non
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un grande sorriso. ¶ «Vedrai, Giò, dove ti porto.» ¶ «Dove
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per essere contenti.» ¶ «Smettila, Giò! Non fare la Cassandra
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Gesù!». ¶ «Non è emozionante, Giò?» ¶ «Certo, Richard. Molto emozionante
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perché tieni il broncio, Giò?» ¶ «Ma no! Sono attenta
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stasera.» ¶ «Come no! Andiamo, Giò.» ¶ «Richard, è impossibile. Io
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bicchiere in mano. ¶ «Sputnik, Giò. Sputnik, Dick. Avete fatto
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Hultz. Lo sai che Giò non voleva venire?» ¶ «Sputnik
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come piscina…» ¶ «Hai fame, Giò?» ¶ «No, Richard. E tu
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lanciò un’occhiataccia. ¶ «Sai, Giò. Vorrei non essere tornato
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un poco di whisky, Giò?» ¶ «Bravo, grazie.» ¶ Lo guardò
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incontro. ¶ «Ciao, Bill.» ¶ «Ciao, Giò. Non sei più arrabbiata
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dappertutto? Lo dice anche Giò.» ¶ Richard si strinse a
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Stati Uniti d’America.» ¶ «Giò! È vero?!» ¶ «È vero
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piacere.» ¶ «Ma è splendido, Giò!» ¶ «Bene. A quanto pare
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di stelle. ¶ «Vedi nulla, Giò?» ¶ «No, Richard.» ¶ «Nemmeno io
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Davvero resterai in America, Giò?» ¶ «Davvero.» ¶ «Era ciò che
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Era ciò che speravo, Giò.» ¶ «Richard, ti ricordi la
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sapore di erba sbocciata. ¶ «Giò…» ¶ «Sì?…» ¶ «Ecco… dicevo… che
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A casa tua.» ¶ «Sì, Giò.» ¶ Uscirono senza salutare nessuno
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quel punto. Ma come, Giò? Ritrovi un fantasma, ci
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parte sola non basta, Giò. Le tue sono fantasie
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con voce tristissima. ¶ «Ascoltami, Giò. Cosa credi che sia
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e di gioielli? Povera Giò: se tu non fossi
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un piccolo uomo. Ascoltami, Giò: te la immagini Martine
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mi presenta un’amica: Giò qualchecosa. La conosci?» ¶ «Sì
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Richard tossì. ¶ «Mammy, ecco Giò. Giò, ecco mammy.» ¶ Giovanna
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tossì. ¶ «Mammy, ecco Giò. Giò, ecco mammy.» ¶ Giovanna porse
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proprio di vederla, cara Giò.» ¶ «Io invece spero di
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Richard, stupito. ¶ «Figliolo, senza Giò mi divertirei molto meno
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Se fosse a Roma, Giò mi accompagnerebbe dal papa
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nulla del papa, signora.» ¶ «Giò!» esclamò Richard, smarrito. Poi
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le venne in aiuto. ¶ «Giò la pensa come me
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tese una mano. ¶ «Mammy, Giò non ti giudica affatto
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È probabile, mammy: se Giò mi vuole.» ¶ «Naturalmente che
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Chi l’avrebbe detto, Giò? La strega è ridotta
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l’hai pagato, signorina Giò? Col capitale della tua
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regalarle pietà. ¶ «Ti basta, Giò? O vuoi provare a
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lui sul divano. ¶ «Sai, Giò. Non credevo che tu
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fatto un viaggio inutile, Giò. Due ore in più
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Allora te ne vai, Giò?» ¶ «Certo.» ¶ «Mi dispiace di
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Mi dispiace di tutto, Giò.» ¶ «Dispiace anche a me
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anche a me.» ¶ «Sai, Giò. Io non ti ho
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Sei una donna straordinaria, Giò. Vorrei averti incontrato per
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lascia subito l’America, Giò, perché se resti…» ¶ «Addio
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resti…» ¶ «Addio, Bill.» ¶ «Addio, Giò.» ¶ Bill la fissò per
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a New York. «Sai, Giò, si preparano anche due
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lascia subito l’America, Giò, perché se resti…» ¶ «Un
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si svegliò, lamentosamente chiamò. ¶ «Giò? Giò, sei qui?» ¶ Silenzio
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svegliò, lamentosamente chiamò. ¶ «Giò? Giò, sei qui?» ¶ Silenzio. ¶ «Giò
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Giò, sei qui?» ¶ Silenzio. ¶ «Giò? Giò, sei venuta?» ¶ Silenzio
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sei qui?» ¶ Silenzio. ¶ «Giò? Giò, sei venuta?» ¶ Silenzio. ¶ «Mammy
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numero volo stop affettuosamente Giò». Poi telefonò all’aeroporto
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letto a tre piazze.» ¶ «Giò!» ¶ «Ti indigna, Gomez? Mi
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perdono la testa. Rifletti, Giò. Passerà. Aspetta, Giò. L
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Rifletti, Giò. Passerà. Aspetta, Giò. L’America è una
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Grazie di tutto.» ¶ «Arrivederci, Giò.» ¶ Si salutarono con tenerezza
200
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da Richard. ¶ «Questa no, Giò. Questa la devi tenere
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Non è un giocattolo, Giò.» ¶ «È un giocattolo, e
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passarmi quelle scarpe, Martine?» ¶ «Giò, la tua storia con
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Io aborro le lettere, Giò. Le considero uno strumento
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consiglio. E allora ascoltami, Giò. La vera guerra non
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quando ritorni. Tu ritorni, Giò, col cervello ed il
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Squillò il telefono. ¶ «Pronto, Giò? Bentornata carissima. Vedo che
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Delicata, perbacco! Tutto bene, Giò?» ¶ «Benissimo, commendatore.» ¶ «Mi ha
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ancora il telefono. ¶ «Pronto, Giò? Bentornata, tesoro.» ¶ «Grazie.» ¶ «Ah
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accordo con lui. Via, Giò, quante storie! Neanche il