parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Manuale per ragazze di successo, 2004

concordanze di «Ho»

nautoretestoannoconcordanza
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le scarpe coi tacchi, ho appoggiato i piedi nudi
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volte da qui l’ho guardato guidare. Non è
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dalla segreteria telefonica che ho regalato a Nicola tanti
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giorni e non l’ho riconosciuta subito, mia madre
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riconosciuta subito, mia madre. Ho controllato sul calendario in
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essersi sbagliata. Subito dopo ho cancellato tutto. ¶ Il giorno
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sono al mondo e ho un compleanno da festeggiare
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gridato per settimane, finché ho preso l’abitudine di
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stati bene. A volte ho pensato che sarebbe andata
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di me, non le ho neanche detto che ho
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ho neanche detto che ho finito l’università. Chissà
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faccio una brutta figura. Ho comprato le scarpe coi
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stanno sotto al cruscotto. Ho tirato fuori dal fondo
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così la settimana scorsa ho staccato le mostrine alla
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le mostrine alla giacca, ho cambiato i bottoni luccicanti
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altri più sobri, l’ho portata in tintoria; a
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in tintoria; a Nicola ho detto che gli avevo
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Nicola. Però non le ho detto niente, ho risposto
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le ho detto niente, ho risposto di sì ogni
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Strani ed Eventi Normali. Ho cominciato a pensare alla
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di Nicola ma l’ho capita anch’io. Quando
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capita anch’io. Quando ho cominciato a insegnare mi
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spiegargli la mia, invece ho ottenuto fin dall’inizio
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cose per la testa, ho cominciato a essere distratta
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cominciato a essere distratta, ho fatto delle assenze. La
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emendamento. Invece dico che ho bisogno di un caffè
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pensa. L’uomo che ho accanto sa che tutto
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la posso dimenticare, ci ho messo una settimana a
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In macchina dico: “Non ho mai capito veramente perché
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Si vede che ci ho ripensato”. ¶ Nicola si asciuga
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su tutto quello che ho, e Nicola non risponde
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parte anch’io. Non ho cominciato a urlare con
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Poco per volta ci ho preso gusto. È noioso
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suo senso, almeno. Ci ho pensato un po’su
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un po’su, poi ho preso un foglio e
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preso un foglio e ho cominciato a scriverci due
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avessimo in comune. L’ho appiccicato sul frigorifero e
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veniva in mente. Quando ho finito l’ho lasciato
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Quando ho finito l’ho lasciato dentro il suo
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le volte che l’ho riletta. Era così: ¶ Bellezza
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profumo che aveva, l’ho usato anch’io per
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ridere anch’io ma ho perso il momento giusto
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avevo diciannove anni quando ho incontrato Maia. Non sapevo
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quando è finito io ho preso la macchina e
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preso la macchina e ho accompagnato Maia a casa
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Così, per un po’ ho rifatto la mia vecchia
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un ordine, e non ho avuto nemmeno un consiglio
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per averla era inseguirla, ho deciso di farlo alla
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un giorno all’altro ho abbandonato l’università per
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ecco la cosa che ho imparato quell’anno, mentre
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io in cambio gli ho procurato qualche attrezzo per
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Io dopo un po’ho cominciato ad accompagnarlo a
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interrogatori fino a quando ho passato l’esame e
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passato l’esame e ho potuto portarmelo via, portarlo
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andato da Maia e ho trovato la casa buia
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trovato la casa buia. Ho aspettato fuori dal cancello
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alla fine, una domenica, ho trovato il vecchio camper
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fianco un fantasma, allora ho aperto tutt’e due
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due i finestrini e ho lasciato che la voce
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macchina come un disinfettante. Ho pensato al principio chimico
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mi sono guardato attorno, ho superato casa mia e
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superato casa mia e ho continuato a girare, e
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e in quel viaggio ho visto soltanto coppie. Il
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che ti amo?” ¶ Io ho invidiato tutti quanti quella
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sono acceso una sigaretta, ho fatto il mio giro
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d’onore e poi ho detto addio alla circonvallazione
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stile. Nella foto che ho in testa corrono gli
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naso è uguale ma ho già fatto una guerra
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sedici anni, adesso basta: ho due chiamate senza risposta
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Sono io che l’ho ridotto così. ¶ Ho in
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l’ho ridotto così. ¶ Ho in testa un marchio
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di semi. Da quando ho cominciato a disertare per
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cerca di trattenermi ma ho deciso di perdere anche
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che mi fa: “Ehi, ho avuto un’idea per
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quando ci conosciamo che ho voglia di sapere una
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così velocemente che non ho più il tempo di
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per ammalarsi”. ¶ In effetti, ho un ritardo di due
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scopro un mondo nuovo. Ho un ufficio tutto per
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accetto senza pensare. L’ho già fumata per metà
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sto divertendo e non ho pensato per un solo
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un manuale americano che ho comprato nel pomeriggio a
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di vetro, e io ho deciso che terrò il
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del 26, uscendo di casa, ho il primo avvertimento del
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delle lettere. ¶ A Londra ho riscosso tanto successo che
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qualcosa è cambiato”. ¶ “Oppure ho solo deciso di usarti
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scommetto tutto quello che ho in tasca su Marie
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lo sono sempre stata. Ho un cervello, un corpo
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il dopocena, l’albergo: ho un’agenda solo per
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particolarmente giù di morale. Ho organizzato la festa nei
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era avvenuto il passaggio. Ho cominciato ad avere esigenze
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per il successo. ¶ Invece, ho solide radici di cui
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assaggio, e una volta ho visto uccidere un maiale
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mi chiedo che cos’ho da trasmettere a mio
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prima dico che non ho tempo per vederlo, la
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vederlo, la seconda che ho cambiato serratura. Lui la
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per l’ultima volta: ho preso un anno di
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Posso ricominciare da dove ho smesso o da molto
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tuo bicchiere sul tavolo. “Ho fumato troppo”, dice. “E
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troppo”, dice. “E non ho dormito. In tangenziale per
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una mansarda e io ho due porte dietro di
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qui”, dico. “Non ti ho più vista”. ¶ È notte
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la doccia. In mano ho un portachiavi di legno
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torta al limone che ho ordinato col servizio in
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sullo scrittoio indiano che ho accanto a me. Prendo
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questo punto, per come ho sempre raccontato la storia
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sulla sua sdraio. Io ho un foulard in testa
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topo e dico: “L’ho sempre pensato anch’io
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stanza è buia. Io ho una sottoveste di seta
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lo sai che cosa ho trovato? Niente. Nessuno ha
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per la terra, e ho in testa il volto
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Nel mio sogno ricorrente ho nove anni: io e
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gli dico. “Liberami”. ¶ “Ti ho dato un sogno”, dice
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una vita. Io ti ho chiesto una vita”. ¶ “Desiderio
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dice mio nonno. “Ti ho riempita di desiderio”. ¶ “Voglio
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mio nonno, sorridendo. “Ti ho dato un senso, è
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del viale. Io l’ho immaginato inquadrato nello specchietto
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si vede bene che ho pianto. Mi stringo le
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segreto”, dice Teresa. ¶ Dico: “Ho cominciato a scrivere e
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braccia di altre bambine. ¶ “Ho scritto: se stai cercando
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pensa a me”. ¶ Non ho più tempo. Dico queste
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appena si è ambientata ho cominciato a passare a
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Io il lavoro l’ho visto fare e non
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finto che non le ho visto mai, e una
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fatto un uomo”. ¶ “Non ho capito”, dico io, aggrappandomi
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seconda dice: “Io non ho niente da nascondere, e
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lascia perdere. ¶ A luglio ho anch’io la mia
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della qualifica di gommista. Ho il pensiero gentile di
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aiuterebbe, davvero”. ¶ Io non ho mai resistito al fascino
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vagabonda: o io non ho mai scritto, e nessun
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Non è che l’ho vista, ne ho trovati
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l’ho vista, ne ho trovati due sul cuscino
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mattino. ¶ L’autogrill che ho in testa io è
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e per un po’ ho cercato di capire se
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sono bagnata il collo, ho chiuso l’acqua, ho
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ho chiuso l’acqua, ho lasciato le mani sotto
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c’era più nessuno. Ho preso le ultime due
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ultime due valigie e ho attraversato in apnea la
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buttato fuori dai condizionatori. Ho caricato le valigie in
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a tutti”. ¶ “Quasi tutti”, ho detto io. ¶ “Se non
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sono solo i peruviani”. ¶ Ho detto: “Ci penso”, ma
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ti va di parlare?” ¶ Ho detto: “Non sto bene
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non ci serviva altro. Ho continuato a guidare, da
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un padrone anch’io? Ho bevuto ancora fino a
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più tardi, nella doccia, ho regolato la temperatura e
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regolato la temperatura e ho lasciato che l’acqua
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dei telefoni erotici. Io ho aperto un’altra birra
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aperto un’altra birra, ho fatto un lungo sorso
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lungo sorso e l’ho appoggiata sul portasapone ancora
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ancora ghiacciata di frigo. Ho chiuso gli occhi e
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chiuso gli occhi e ho buttato la testa all
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ascelle e il seno. Ho detto: “Non mi va
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la spina dorsale. Io ho bevuto altra birra mentre
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mentre lui mi leccava. Ho guardato la striscia blu
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sulle ginocchia e io ho inarcato la schiena, spingendo
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stata peggio della precedente. Ho cercato di raddrizzarmi e
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puro istinto di conservazione ho spinto sulle piastrelle di
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con tutto il corpo, ho morso la mano con
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ha allentato la presa ho liberato il braccio destro
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con uno strattone, l’ho portato in alto, l
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portato in alto, l’ho spinto di nuovo indietro
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la forza che avevo. Ho sentito una fitta di
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rannicchiata nella doccia quando ho sentito il tonfo della
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porta blindata, e allora ho cominciato a concentrarmi per
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zampe fino al water, ho vomitato, ho fatto scendere
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al water, ho vomitato, ho fatto scendere l’acqua
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lavata la bocca e ho lavato via il sangue
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dai rubinetti. A letto ho pianto, mi sono picchiata
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lucida e febbricitante, e ho pensato: caffè, poi ho
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ho pensato: caffè, poi ho messo giù i piedi
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centimetri d’acqua stagnante. Ho messo a fuoco un
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sono andata in bagno, ho aperto gli armadietti e
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aperto gli armadietti e ho trovato un taglio nel
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Marco della sera prima. Ho pescato un paio di
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magliette dall’acqua e ho preso la pentola più
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che avevo in cucina: ho annodato le magliette intorno
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magliette intorno alla perdita, ho lasciato la pentola sotto
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sotto il lavandino e ho fatto il numero del
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voglia di ballare. Così ho messo su il mio
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disco dei Beach Boys, ho alzato il volume e
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saltata sul divano letto, ho cominciato a fare il
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a fare il surf. Ho ballato in onore di
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non mi stavano guardando. Ho dedicato un ballo al
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l’ironia, il desiderio. Ho dedicato un ballo a
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avermi tolto il saluto. Ho dedicato un ballo a
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arrivato l’idraulico. L’ho lasciato suonare due volte
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mentre l’idraulico lavorava, ho girato per un po
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quei termometri digitali, così ho attraversato i corridoi e
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di fianco al bidet. Ho detto: “Bel lavoro”, facendogli
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in braccio. ¶ Ha detto: “Ho fatto il militare nei
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nuovo verso il lavandino. ¶ Ho detto: “E non ti
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mentre giravo i tacchi ho detto: “Niente vacanze?” ¶ “Niente
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discussione era finita. ¶ Io ho appoggiato le mie cose
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per tutto il resto. Ho dato un morso a
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legata i capelli e ho pensato: provate a fermarmi
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era un ragazzo cattivo. Ho chiuso due scatoloni con
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concerti a San Siro. Ho buttato in un sacco
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i quaderni delle poesie. Ho staccato dal suo posto
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e cominciare da zero. Ho messo le foto in
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in uno scatolone, e ho rinunciato anche ai libri
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sei mesi. Per ultimo ho attaccato l’armadio dei
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l’armadio dei vestiti: ho tenuto da parte la
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in fondo al guardaroba. Ho chiuso gli ultimi scatoloni
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ultimi scatoloni e li ho impilati in un angolo
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impilati in un angolo, ho preso un’altra mela
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altra mela e le ho dato un bel morso
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e ha ansimato: “Io ho finito”. ¶ “Ho finito anch
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ansimato: “Io ho finito”. ¶ “Ho finito anch’io”, ho
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Ho finito anch’io”, ho detto. L’idraulico ha
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dei quadri sui muri. Ho detto: “Vuoi una mela
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ammassati all’ingresso. ¶ “No”, ho detto. Ho aperto il
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ingresso. ¶ “No”, ho detto. Ho aperto il frigo e
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aperto il frigo e ho detto: “Forse. Non lo
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per brindare. ¶ Nel pomeriggio ho portato i sacchi neri
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neri in cortile e ho fatto qualche telefonata per
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degli scatoloni. Alla fine ho trovato una di quelle
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fatto domande nemmeno quando ho indicato il televisore. Non
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da portare a termine. Ho preso le chiavi della
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le chiavi della macchina, ho lasciato le finestre aperte
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fermata per fare benzina, ho chiesto il pieno, e
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un brutto colpo quando ho detto: “No, guarda, io
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chiudere i conti e ho finito. Da questo momento
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aggiungere ha detto: “Non ho capito, Diana. Che problema
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c’è?” ¶ “Nessun problema”, ho detto io. “Ho chiuso
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problema”, ho detto io. “Ho chiuso, tutto qui. Lo
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lo sai o no?” ¶ Ho detto: “Non lo so
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per le conversazioni riservate. Ho detto: “Ecco, prendila così
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sopra”. ¶ “Io non credo,” ho detto. ¶ “Riposati. Ti abbiamo
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di richiamarlo, poi invece ho pensato: cazzi suoi; ho
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ho pensato: cazzi suoi; ho buttato il telefono sul
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benzinaio verso la tangenziale. Ho preso il ritmo dei
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sono state le valigie. Ho consegnato una Samsonite rossa
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stati così riconoscenti che ho dovuto inventarmi un marito
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almeno vent’anni, l’ho trascinata fino ai piedi
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autogrill prima della barriera. Ho preso un panino e
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e una birra e ho cenato da sola, vicino
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passa la febbre alta. Ho guardato le macchine cariche
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ancora vestiti da mare. Ho guardato le cassiere e
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cassiere e i benzinai. Ho guardato i pendolari, i
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dell’estate, e io ho pensato che ognuno di